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Autore: DestroyedGirl    03/10/2014    4 recensioni
Mi rispose con un semplice 'ciao'.
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Il suo passato è la parola chiave per accedere ai suoi sentimenti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 21.

Quel mattino ero assonnata, non avevo dormito tutta la notte, gli occhi di Dan avevano un’inquietante somiglianza con quelli del mio aggressore e il pensiero di quegli occhi pieni di forza, meschinità, violenza, rabbia e paura allo stesso tempo mi avevano fatto compagnia, mentre fissavo il soffitto della buia stanza, regalandomi una lunga notte insonne.

Il giorno prima non successe molto dopo che lasciai il giardino. Ordinammo una pizza per pranzo e passati tutto il pomeriggio a studiare mentre Harry si era rinchiuso in camera sua a fare solo Dio sa cosa. Io e Harry dopo la chiacchierata in giardino non parlammo più, se non quando mi chiese ‘Che pizza vuoi?’ e mi diede la buonanotte lasciandomi da sola sul quel divano in quella stanza buia immersa nei miei pensieri.

Mentre preparavo lo zaino vidi Harry arrivare che mi rivolse un ‘buongiorno assonnato’ e mise il caffè sul fornello prima di aprire il frigorifero e prendere uno yogurt da esso. Si sedette a tavola e iniziò a mangiare, poco dopo alzò lo sguardo su di me.

“Tu vuoi qualcosa?” chiese con la bocca piena. Feci una faccia schifata e feci di no con la testa tornando poi a guardare lo zaino.

“Fra cinque minuti partiamo” annunciò versandosi il caffè nella tazza e girandosi poi verso di me. Continuava a lanciarmi occhiate da sopra la tazza mentre beveva e io continuavo a distogliere lo sguardo per la pesantezza dell’aria in quel momento. Sì, la pesantezza. Quando c’è tensione fra delle persone è come se l’aria d’un tratto diventasse pesante e cercasse di spingerti verso il basso, come se ti mettesse le mani sulle spalle e facesse pressione in giù;  ma se sei forte resisti e combatti questa pesantezza, se invece sei debole ti fai schiacciare e crolli.

“Non sei ancora vestito, come fai ad essere pronto in cinque minuti?” chiesi con un sopracciglio alzato.

“Cosa ci vuole a mettere dei pantaloni e una maglietta? Mica devo truccarmi o fare altre cose da ragazzine” disse imitando il mio gesto e dicendo l’ultima parola in modo dispregiativo.

“Ah pensavo di si, se vuoi ti presto il mio mascara” dissi congedandolo e andando a truccarmi.

Arrivammo a scuola e mio fratello mi salutò calorosamente mentre gli altri non si accorsero neanche della mia presenza, tranne Zayn che mi venne incontro e mi abbracciò. Rimasi sola con Zayn, mentre gli altri si allontanarono con un gruppo di ragazze, e appena suonò la campanella che segnava l’inizio delle lezioni andammo insieme nell’aula di arte sedendoci vicini.

“Sei brava a disegnare?” mi chiese guardandomi con i suoi dolci occhi incorniciati da folte ciglia scure.

“Non proprio” sbuffai una risata e lui mi sorrise mettendo la lingua fra i denti. Dio solo sa quanto può essere sexy quel ragazzo. “Tu?” chiesi poi ritornando seria, ma non del tutto.

“Me la cavicchio” disse con modestia e alzando entrambe le sopracciglia.

La professoressa Montgomery ci assegnò un compito da svolgere in classe. Ognuno doveva disegnare una cosa che lo attraeva, che trovava bella o significante in qualche modo, che lo rappresentava. Dopo un’ora quello che riuscii a fare fu una spiaggia con il mare e dei monti un po’ sbilenchi sullo sfondo, ma ne ero abbastanza soddisfatta, era uscito meglio di altri disegni che avevo realizzato in passato. La soddisfazione sparì appena mi voltai verso Zayn e vidi il suo capolavoro. Ritraeva una ragazza mora con i capelli che svolazzavano e con gli occhi verdi che fumava e il fumo apprendeva la forma di un libro aperto, lo sfondo era a fantasie molto colorate e pieno di disegni aztechi. Sgranai gli occhi quando vidi quella meravigliosa realizzazione e guardai Zayn per qualche secondo sbalordita.

“Che c’è?” chiese scrollando le spalle.

“Me la cavicchio” imitai la sua voce alzando  gli occhi al cielo. Lui rise e alzò nuovamente le spalle. “Chi rappresenta?” chiesi curiosa.
Zayn non rispose.

“Zayn?”  chiesi impaziente.

“Rappresenta te” disse e il suo viso acquistò un leggero colorito rosso.

“W-wwow. È davvero magnifico Zayn, perché me? Perché hai deciso di rappresentare me?” chiesi leggermente imbarazzata.

“La Montgomery ha detto ‘rappresentate qualcosa che trovate attraente’” rispose distogliendo lo sguardo.

“S-sei… dolcissimo” dissi lasciandogli un bacio sulla guancia facendolo arrossire di più. La campanella suonò e io mi fiondai fuori alla ricerca di mio fratello, non fu difficile rintracciarlo. Solitamente passavo gli intervalli da sola, in biblioteca a ripassare per l’ora successiva, anche se era una scusa, sapevo già tutto benissimo, ma volevo rimanere da sola. Anche perché mio fratello e i suoi amici sono i più conosciuti della scuola e una sfigata come me non può stare con gente come loro.  Molti non sanno neanche che siamo fratelli. Insomma siam l’opposto: lui uno dei più conosciuti della scuola mentre io… beh quasi nessuno si accorge della mia presenza.

"Hei” disse e gli risposi con un cenno del capo. “Andiamo al bar a prendere qualcosa?” chiese avvolgendomi un braccio intorno alle spalle e dandomi un bacio sulla tempia.

“No non voglio niente grazie, ma se tu devi prendere qualcosa possiamo andare volentieri” dissi rivolgendogli un sorriso.

“Oh ti voglio troppo bene sorellina” disse sfregandomi la testa.

“Heii, così mi spettini stronzo!!” urlai facendo girare un paio di gruppi verso di noi, arrossii all’istante e rimasi zitta stando alla tortura di mio fratello e iniziando ad
incamminarci verso il bar che era dall’altra parte del giardino.

“Obbedisci serva” scherzò ancora dandomi un bacio sul naso. Risi alla sua affermazione senza darci troppo peso.

“Hei hai già rimpiazzato Sophia?” disse una voce maschile che proveniva dalla parte di Liam.

“Ciao Max” disse mio fratello senza mostrare troppa enfasi, come aveva invece fatto poco prima, non sembrava contento di quella presenza, lo capii dal modo in cui diventò rigido appena sentì quella voce.

“Lei chi è? Una nuova puttanella? Tanto tu sei popolare, e puoi permetterti tutto ciò che desideri, giusto?” disse sporgendosi verso di me e guardandomi in modo oltraggioso.

“È mia sorella.” Disse Liam a denti stretti.

Max diventò bianco e il panico si impossessò dei suoi occhi.

“Scusa amico, non pensavo..” Liam non gli diede tempo di finire la frase che mi stava già trascinando dentro il bar.

“Chi era?” chiesi cautamente.

“L’ex di So’” disse Liam con fare nervoso. Decisi di non sfiorare più l’argomento, o almeno per il momento. “Quindi non vuoi niente?” chiese cambiando espressione nel giro di pochi secondi. Scossi la testa e lo osservai mentre ordinava un caffè. Appena il ragazzo del bar gli portò la tazzina lui allungò la mano e mi accorsi di un segno sul
suo polso, trasalii e gli afferrai il polso facendogli quasi rovesciare il contenuto della tazzina. “Ma che fai?” per poco non urlò.

“E questo?” chiesi stupida.

Sul suo polso era disegnata una piccola ‘S’ in corsivo e le punte arricciate.

“È la S di Sophia,l’ho fatto da tempo, ma sei talmente sveglia che te ne sei accorta solo due mesi dopo” disse alzando le sopracciglia.

“DUE MESI?” urlai e tutti si girarono verso di me. Presa da l’imbarazzo mi voltai verso il bancone e fissai con la coda dell’occhio mio fratello che sorseggiava beatamente il suo caffè.

Uscimmo dal bar e Liam si congedò velocemente perché ‘faceva tardi a lezione’. Camminai un altro po’ nel giardino, non avrei avuto lezione quell’ora perché il professore era assente, quindi colsi l’occasione per andare a sedermi in qualche posto tranquillo del giardino e leggere un libro.

Sentii una voce acuta avvicinarsi e mi girai verso di essa, una gallina dai capelli rossi una canottiera che mostrava il suo troppo seno e  i pantaloncini fin troppo corti  era appesa al braccio di Harry e continuava a ridere come un’oca, la sua voce era irritante e mi chiedevo come facesse Harry che ce l’aveva così vicina a non urlarle in faccia di smetterla di urlare in quel modo così fastidioso. Lui non sembrava interessato, guardava altrove e non ascoltava una minima parola di quello che stesse dicendo.

“Ci sediamo lì?” chiese la ragazza dalla fastidiosa voce. “Harry?” richiamò Harry che era assorto dai suoi pensieri su chissà cosa o chi.

Si sedettero su una panchina e l’oca si avvicinò ad Harry, la sua viscida lingua entrò nella bocca di Harry, che poche ore prima era a contatto con la mia, e iniziarono a leccarsi la faccia come cani. Quella vista mi fece venire il vomito e non potei fare altro che distogliere lo sguardo e continuare a leggere.

“Harry che stai facendo?” sentii nuovamente quell’orribile voce e non potei fare altro che alzare lo sguardo dal mio libro. Gli occhi di Harry erano puntati su di me e il contatto visivo si stava facendo pesante, come l’aria intorno a noi. Lo vidi alzarsi e venire verso di me, ma lo precedetti e lo superai andando verso la struttura grigria, ovvero la nostra scuola.

La giornata passò abbastanza in fretta. Dopo scuola Liam venne un po’ a casa di Harry vedemmo un film rimase per cena e prima di andare via mi fece mille raccomandazioni. Io e Harry non parlammo ancora per tutto il giorno, ci limitavamo a occhiate di nascosto.
Quella sera non ci scambiammo neanche la buonanotte, non avevamo un motivo preciso per non farlo, ma non lo avevamo nemmeno per farlo.

I giorni passavano e dopo quattro giorni che dormivo sul divano il collo mi faceva male e la schiena mi aveva dato parecchi problemi. Liam aveva parlato con Harry di ciò ma lui aveva risposto più di una volta ‘non ho un altro posto’.  Sentii Lottie un paio di volte, e mi chiese di uscire, ma dovetti inventare delle scuse per 'restare al sicuro', come diceva Harry. non la vedevo da tanto tempo e avevo davvero bisogno0 del suo sostegno, o comunque di una persona con cui parlare, con Liam non potevo farlo, non potevo parlargli del bacio e di tutto il resto, sarebbe esploso e avrebbe reagito nel peggio dei modi. Ovviamente le parole che ci scambiammo io ed Harry furono solo quelle essenziali per la ‘convivenza’, come “vuoi la pasta?- Prima mi lavo io e poi il bagno è tuo-fra cinque minuti si parte..”. Harry una volta mi disse “Ha detto Liam che mangia da noi” si rimangiò immediatamente l’ultima parola rimpiazzandola con un ‘mangia qui’.


Liam mi mancava e non vedevo l’ora di tornare a casa. Nella mia casa, dove c’è la mia famiglia. E tornare alla mia solita vita.








FINALMENTEEE CE L'HO FATTAAAA, CI HO MESSO UNA VITA TRA MODIFICHE VARIE E IMPREVISTI MA CE L'HO FATTAA, YEEE. Continuo a 4 recensioni, baci xx
  
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