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Autore: Scathach    04/10/2014    3 recensioni
Fanfiction ad O.C. (iscrizioni chiuse)
Dal primo capitolo:
Al suo terzo omicidio la Dama Rossa, così le sue sorelle la chiamavano, decise di provare a fare un esperimento: voleva infatti provare a colpire il braccio sinistro fino a provocare un' emorragia interna, così facendo il sangue coagulato sarebbe andato fino al cuore provocando un' infarto. Esperimento che non andò a buon fine visto che la vittima ebbe solo delle strane convulsioni e dei rigurgiti di vomito.
Passò allora al metodo tradizionale: dopo aver amputato il braccio sinistro, si fece passare la lanterna nera dal suo vice-Reggente...
E' la prima fanfiction che scrivo quindi spero che vada bene °w°
Genere: Azione, Horror, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Suzuno (seconda parte)
 
Aveva girato pressoché tutto il paese senza aver trovato niente di utile, avrebbe dovuto immaginarselo, dopotutto nemmeno lui aveva un' idea precisa di quel che stava cercando. L' orologio del cellulare segnava le due, tra poco sarebbe dovuto tornare indietro, sperando che Emy avesse avuto più fortuna di lui. Nel percorrere la strada di ritorno notò un vicolo che prima non aveva visto, strano visto che di solito era sempre attento a tutto. Il passaggio contava circa cinque piedi di larghezza, ma i bidoni della spazzatura che occupavano posto lo rendevano ancora più stretto. Un ratto stava rovistando nella spazzatura spargendola dappertutto.
«C' è nessuno?»
Chiamò e anche se non si aspettava una risposta, venne comunque.
«Eh? Chi sei?»
Dietro un bidone, seduta su un paio di gradini stava una ragazza con i capelli lunghi color carota. Stava leggendo un libro spesso, posto strano per mettersi a leggere, soprattutto con quel freddo.
«Mi chiamo Suzuno Fuusuke, sto cercando una mia amica, deve essersi trasferita qui da poco. Per caso la conosci?»
«Questa tua amica ha anche un nome?»
Era quello che gli chiedevano tutti, e ogni volta ringraziava e se ne andava. Cercare una sconosciuta basandosi su delle intuizioni fatte al momento non era stata una grande idea, almeno aveva portato in giro Emy, così non si sarebbe più lamentata che lui non la portava mai da nessuna parte se non al parco giochi. L' albino sospirò, fece un cenno per scusarsi del disturbo e se ne andò senza rispondere alla domanda, lei non se la prese e tornò a leggere il suo horror.
Le due e mezza e non aveva ancora combinato nulla. Prese le sue cuffiette e accese l' MP3 su una canzone a caso. Per arrivare alla chiesa ci mise un quarto d' ora buono, Emy era già lì che lo aspettava.
«Trovato niente?» Suzuno scosse la testa, spense l'MP3 e lo rimise in tasca con le cuffiette. «Per stasera dormiremo qui, domani andremo in un' altro paese che si trova più in alto.» Si avviarono tranquillamente verso un hotel, prendendo una camera e del cibo d' asporto alla pizzeria più vicina.
"Che strano..." Da un po' Emy aveva la sensazione di essere osservata, continuava a girarsi e a guardarsi attorno, destando la curiosità dell' albino. «Che c'è?» Suzuno sollevò un sopracciglio. « E' solo che... niente, non farci caso.» Da allora la sensazione svanì.
L' indomani arrivò come tutte le altre volte, dopo che Suzuno si fu lavato e Emy pettinata i lunghi capelli castani partirono alla volta del paese più vicino.
«Non mi piace l'aspetto del cielo, secondo me verrà una bufera.» Moon si era appiccicata al finestrino posteriore creando condensa che andava a velare la vista dei nuvoloni plumbei. La macchina procedeva lentamente a causa delle catene sulle ruote, producendo uno scricchiolio ovattato. La neve aveva iniziato a scendere e le figure a mescolarsi all' orizzonte, gli alberi erano ammassati tra loro e la strada quasi non si vedeva tra tutto quel bianco. «Ma quello cos'è? Sembrerebbe... un... ragazzo?» Moon aguzzò la vista sulla figura grigia che avanzava lentamente sulla neve. «Diamogli un passaggio, si sarà perso!»
Il ventenne non sembrava molto d'accordo, non gli piaceva avere sconosciuti in macchina, ne a casa o comunque vicino, non gli piaceva molto stare con le persone.
Accostò l' auto vicino a quello che si rivelò essere effettivamente un ragazzino mezzo congelato. Moon lo invitò a salire e lui non se lo fece ripetere due volte.
«Vuoi il mio maglione?»
No, quello era il  suo maglione, quello che gli aveva rubato e che ora stava dando ad uno sconosciuto che lei aveva fatto salire sulla  sua macchina. Era quasi certo che lo stava facendo apposta per farlo arrabbiare, ma se pensava che lui avrebbe ceduto tanto facilmente si sbagliava. Emy si tolse il maglione e lo infilò nella testa del ragazzino seduto di fianco a lei. «Oh, come sei carino con il maglione!»
D'accordo, non sapeva chi fosse quel ragazzino ma già non lo sopportava; prima gli rubava il suo sacrosanto spazio vitale, poi il suo maglione e ora anche la ragazza? No, alla prima mossa sbagliata lo avrebbe lasciato in mezzo alla strada dove lo aveva trovato, bufera di neve o meno.
«Come ti chiami?» Toh, ora faceva anche la carina, con lui. Insopportabile.
«Shirou Fubuki, vengo dal paese qua accanto, ero andato a fare una passeggiata ma poi ha iniziato a nevicare e ho perso la strada. Per fortuna vi ho incontrati!»
"Già, proprio una fortuna..." «Hai detto qualcosa Suzu-chan?»
«Chi, io? Assolutamente nulla. Shirou, conosci per caso una ragazzina che si è trasferita qui da poco? Dovrebbe avere l' età di Moon-chan»
L' argenteo cambiò espressione, sembrava turbato ma Emy non ci fece caso. Suzuno invece non se lo fece scappare, avrebbe scommesso che lui ne sapeva qualcosa.
«No, qui non si è trasferito nessuno. Semmai la gente se ne va a causa del clima rigido. Se non vi dispiace io scendo qui.» Suzuno accostò per la seconda volta la macchina per far smontare il ragazzo.

Shirou continuò a piedi, per fortuna la tempesta si era leggermente placata. Quel ragazzo... "Suzu-chan-sama" non gli piaceva per niente, forse aveva intuito qualcosa? No, impossibile. Solo poche persone sapevano di Sophié ed era sicuro che le suddette non erano al corrente della sua vera identità, credevano tutti che lei fosse la sua cara cuginetta venuta dall' estero. Poi, un' altro punto interrogativo lo tormentava; perché i due cercavano una ragazzina trasferitasi lì da poco? Forse il giovane uomo era una sorta di agente sociale venuto a controllare una qualche ragazzina che viveva lì da sola, ma più ci pensava più i pensieri si mischiavano tra loro facendogli venire il mal di testa.
« Sophié! Dove sei?»
La bambolina sbucò da dietro un albero. Sapeva che l' avrebbe trovata alla Crina, quando lui non c' era per non annoiarsi andava sempre in quel posto a curare le sue rose che riuscivano a sopravvivere nonostante il clima rigido.
«Sono felice che tu sia tornato così presto! Ora puoi aiutarmi con le rose!»
Sophié porse una forbice al reggente che la prese e iniziò a curare i fiori.
«Oggi ho incontrato due ragazzi che mi hanno dato un passaggio.»
Sophié smise per un momento di guardare i fiori per prestare più attenzione all' argenteo. «Ah, sì?»
Il reggente riprese il discorso. «A quanto pare cercavano una ragazza trasferitasi qui da poco, per un momento ho pensato stessero parlando di te!» Shirou le sorrise calmo.
«... due ragazzi hai detto? Sai anche i loro nomi?»
Fubuki ci pensò su un attimo. «Dunque, la ragazza mi pare che avesse detto di chiamarsi Moon qualcosa, il ragazzo invece si chiamava....» Il tredicenne non riuscì a terminare la frase che Alex lo interruppe. «Moon? Allora anche lei si è mossa...» La frase arrivò alle orecchie dell' argenteo come un sussurro troppo fioco per poter essere udito. «La conosci?» Sophita abbassò lo sguardo. «Sì, è una delle mie sorelle. Probabilmente lei non sa chi io sia, ma io me la ricordo... è stata creata poco prima di me, lei è la bambola numero cinque mentre io sono la sesta. Se è venuta qui vuol sicuramente dire che ha in mente qualcosa, in ogni caso dobbiamo prepararci. »

«Ma quanto manca?» Emy era già stanca, non aveva alcuna voglia di camminare. Era quasi tentata di saltare in groppa a Suzu-chan e farsi portare, se avesse avuto da ridire non c' era problema: aveva portato lo scotch dietro apposta! «Il vecchio ti ha detto che la Crina Innevata si trova poco più su del paese, non penso manchi molto.»
Avevano chiesto indicazioni al vecchio preside di una scuola nelle vicinanze del paese. Il vecchio all' inizio era riluttante, continuava a ripetere che non sapeva niente riguardo a Shirou Fubuki e una ragazzina nuova da quelle parti. Sorprendentemente Emy era riuscita a fargli cambiare idea, non sapeva come e non voleva saperlo: i metodi della bambola in quanto far cambiare idea alle persone non erano esattamente delicati. Tra uno sbuffo della quindicenne e l' altro arrivarono alla Crina, ma per ora sembrava essere deserto.  Guardandosi un po' attorno scoprirono che non sembrava solo deserto, era deserto. «Beh, il signore aveva detto che il ragazzo viene qui spesso, magari lo abbiamo mancato di una decina di minuti!» Moon stava giocando con la neve, ne prese tra le mani un po' e la compattò creando una sfera. «Per Endou!» Lanciò la palla di neve che andò a finire dritta in faccia all' albino.
Endou era stato il suo primo reggente: un ragazzotto sui tredici con la fissa per il pallone. Anche se non era molto intelligente, lei gli aveva voluto bene, e con "voluto bene" intendeva dire che lo aveva sopportato, almeno fino a quando non morì per mano di Rebecca e Kirino.
Suzuno storse la bocca pulendosi dalla neve. A quanto pare oggi la bambola era in vena di giocare.
«Spero che vi stiate divertendo!»
Moon non fece in tempo a distinguere da dove la voce provenisse che venne sbalzata tra la neve, difficile capire cosa l' avesse quasi colpita se non si fosse spostata. Sophié era lì, sorridente in mezzo alla neve tra l' albino - che aveva il naso rosso a causa del freddo - ed Emy, rialzatasi dal suolo alla velocità della luce.
«Non siamo venuti per combattervi!»
Il ventenne colto alla sprovvista urlò la prima cosa che gli era venuta in mente, suscitando l' ilarità dell' avversaria.
«Ah sì? E allora sentiamo perché siete venuti fin quassù!» Suzuno corrucciò la fronte. «Per proporvi un' alleanza, la Dama Rossa ci sta uccidendo una alla volta prendendo i nostri "cuori", non possiamo stare senza fare niente!» Moon sembrava averla convinta, poi un ghigno le fece capire che si stava sbagliando.
«Non ho alcuna intenzione di allearmi a voi, mi stareste solo tra i piedi e poi ho già un' alleata molto più forte di voi!»
Sophié non stava mentendo: cento anni fa fece un patto con la Dama Rossa, prima avrebbero collaborato per uccidere le altre, poi si sarebbero scontrate per vedere chi delle due meritava di diventare umana ed esaudire un desiderio del proprio reggente inerente al suo passato. Natsumi si era data molto da fare a Tokio, lei invece era rimasta nell' ombra, ma che non si pensi che sia rimasta a osservare: la seconda bambola, Akane, era stata lei ad eliminarla, tutte però pensavano che fosse stata Natsumi per il semplice fatto che subito dopo averla eliminata aveva dato fuoco al cadavere. Così adesso aveva due pietre filosofali, ma non poteva ancora competere con le tre della rossa. Decise quindi di prendersi anche quella di Moonlight.
Con un gesto della mano fece apparire un' enorme cesoia, che lei era solita chiamare Shadan suru bara, che tradotto significa tagliare le rose*. Emy dal canto suo estrasse una daga dal fodero nascosto accuratamente sotto il maglione in modo che nessuno si accorgesse della sua esistenza. Sentiva che qualcosa non andava nella sorella di Hokkaido, sebbene possedesse anche lei un solo cuore -o almeno così credeva- sprigionava molta più magia e intento omicida. Suzuno non poteva starsene lì a guardare, preso da un' impeto di follia si lanciò contro la bambola, un sasso però lo colpì in testa facendolo cadere. Il sangue colava dalla ferita, la vista gli era sfocata ma riuscì a distinguere la figura del ragazzino a cui aveva dato un passaggio, quello che non sopportava, e dopo questo era certo di odiarlo sinceramente. Moon e Sophié intanto stavano combattendo furiosamente, una colpiva e l' altra parava o schivava.
«Hahaha! Non è un gioco divertente? - le pupille dell' albina si strinsero in uno sguardo carico di follia - Ti taglierò in tanti piccoli pezzettini mia dolce rosa.»
Emy schivò un' altro affondo roteando su se stessa. «Meno chiacchiere più azione.» La castana cambiò il modo che aveva per impugnare l' elsa, adesso la teneva con la lama rivolta verso il gomito, così facendo era più veloce nei movimenti, lo aveva imparato da Moira.
«Sai ragazzino, non mi sei mai piaciuto.» Fuusuke si era rialzato e teneva stretto il sasso con cui Shirou l' aveva colpito. Quest' ultimo rabbrividì. "Fammi uscire, lo faccio secco in un secondo." La sua altra personalità moriva dalla voglia di menare le mani, soprattutto contro quel ragazzo albino.
« Va bene, pensaci tu Atsuya.» Pronunciò le parole in un sussurro, mentre le pronunciava chiuse gli occhi e quando li riaprì con grande sorpresa del ventenne avevano cambiato il colore, non erano più grigio spento, adesso erano diventati di un arancione brillante. La cosa non prometteva niente di buono.
«Vuoi uccidermi? Allora vieni a prendermi!»  Atsuya s'inoltrò nella foresta correndo, lasciando che il maggiore lo seguisse.
Emy scorse con la coda dell' occhio Suzuno che correva dietro al ragazzino dell' autostop, avrebbe voluto urlargli dietro, ma al momento era un tantino occupata.
«Chi è la tua alleata? E' la Dama Rossa, non è vero? Per questo non volevi allearti con noi!»
Sophié allungò le distanze con un salto all' indietro. «E brava Moonlight, sei meno sciocca di quel che pensassi. Comunque hai fatto un grosso errore se speri di andartene via di qui.»

L' aveva perso di vista, aveva il fiatone e la neve gli si era infilata negli scarponi, inoltre il sangue coagulato gli dava fastidio all' occhio, poteva andare peggio di così? «Da questa parte, sfigato!»
Una palla di neve ghiacciata lo colpì per la seconda volta, ma almeno era riuscito a capire da dove proveniva. Si mise a inseguire il ragazzino - che per l' amor del cielo, correva come un fulmine- che si stava allontanando sempre di più dal luogo dove erano partiti. Il ragazzino con la sciarpa si fermò accanto ad un pino con la corteccia spalmata di resina. "Qui può andare bene." Alzò gli occhi grigi al cielo ed emise un ululato «uuuhh!» Il ventenne rimase un po' perplesso, si metteva pure a richiamare i lupi adesso? Con uno scatto raggiunse l' albino che indietreggiò, era davvero molto veloce e agile. Il ragazzino sferrò un calcio alla rotula di Suzuno, non così forte da rompergliela ma abbastanza per fargli male. L' albino trattenne un gemito di dolore stringendo la presa sul sasso che teneva ancora in mano. Con questo poi picchiò forte sul naso dell' avversario rompendogli il setto nasale. Quest' ultimo indietreggiò tenendo la mano sinistra premuta sulla parte tumefatta, guardò con astio il ventenne che gli rivolse un sorrisetto stronzo. Ad Atsuya allora venne un' idea.
«Aaaah! »
Indietreggiò ancora piegandosi su se stesso, fingendo di provare più dolore di quanto effettivamente provava. Fuusuke non perse l' occasione di lanciarsi in avanti con l' intento di colpirlo ancora, ma quando questo fu abbastanza vicino l' argenteo estrasse un bastoncino di legno duro da sotto la felpa trafiggendo il fianco sinistro del ventenne. Suzuno urlò per il dolore mentre il suo aguzzino infilava il bastoncino ancora più in profondità allargando la ferita dalla quale sgorgava sangue a fiotti. Il liquido denso si riversava sulla neve candida, sui propri vestiti e sulle mani di Atsuya, rendendole scivolose. Fuusuke afferrò il bastoncino che si era incastrato nel suo fianco, liberandolo dalla presa del tredicenne e bloccandogli il polso. Con tutta la forza che gli rimaneva estrasse il bastoncino e lo abbassò con violenza sull' occhio del suo avversario che schizzò via insieme sangue e nervi, lasciando l' orbita vuota sanguinante e la palpebra penzolante.
«WAAAAHHHH!»
Suzuno abbassò di nuovo il braccio colpendo stavolta la gola, ma non riuscì a ripetere l' operazione perché il bastoncino si spezzò nella gola di Fubuki strozzando un' altro urlo. L' occhio rimasto buono ritornò del pacato colore grigio di sempre mentre lacrime mescolate a sangue cominciarono a scendere dall' orbita vuota. Fuusuke mollò la presa sul polso del ragazzino ormai prossimo alla morte lasciandolo con i suoi rantolii e gorgoglii nella neve scarlatta.

Emy era legata al tronco dell' albero nel centro della Crina dai rovi che le strappavano i vestiti e le graffiavano la pelle di porcellana. Più si dimenava più le spine penetravano a fondo nella porcellana, uno stelo si stava infilando nella giuntura tra la sua spalla destra e il suo braccio.
«Questo gioco mi annoia, te ne propongo uno molto più divertente, che ne dici?» Sophié sorrideva, ma il suo sorriso non aveva nulla di normale o sano, era una smorfia che le incideva il volto rivelando la sua vera natura sadica. Moon ringhiò in risposta, facendo accentuare ancora di più il sorriso sghembo sul volto dell' altra. Non era possibile, quello era un' incantesimo troppo potente per una bambola con un sol cuore, pensò Moon. Doveva averne ingerito per forza un' altro altrimenti non si spiegherebbe tanto potere, e forse, era stata proprio la Dama Rossa con cui aveva stretto un' alleanza a donarglielo.
«Non sai come si gioca? Allora dovrò insegnarti.» Prese le sue forbici e con il solito ghigno trafisse il braccio di Emy che piuttosto di urlare e così dare soddisfazione alla sorella si morse la lingua riuscendo quasi a staccarsela. Il braccio venne subito portato via dai rovi che continuavano a crescere avvolgendola. In quel mentre Suzuno sbucò dagli alberi coperto di sangue, quello stupido, si farà ammazzare!
«Fuggi, corri via!» Ma ormai era troppo tardi, Alexandra lo aveva già raggiunto.
«Cosa hai fatto a Shirou?» In cuor suo conosceva già la risposta, ma non voleva accettarla. Shirou non poteva essere stato ucciso, sentiva ancora la sua energia vitale, seppur flebile.
«Lo vuoi sapere? L' ho lasciato nel bosco a farsi sbranare dagli orsi, ormai per lui è finita, anche se ti mettessi a correre non riusciresti a salvarlo. Hehe.. cough!» Suzuno tossì sangue piegandosi su se stesso ma continuò a guardare fisso negli occhi la bambola.
Sophita lo prese per il collo e lo scaraventò ai piedi dell' albero vicino ad Emy. «Ho deciso cosa farmene di voi due... » Sibilò in tono minaccioso, il sorriso di poco fa era scomparso sul suo volto lasciando il posto ad uno sguardo di puro odio. Recuperò la sua Shadan suru bara dalla neve, poi si avvicinò all' albino che si era messo a carpioni sulla neve tenendosi premuto sulla ferita. Emy la guardava con le lacrime agli occhi, i rovi adesso le coprivano anche parte del volto solcato ora dalle cicatrici che essi le avevano procurato.
«Toccalo e giuro che...» Sophié afferrò l' albino per i capelli da dietro mettendolo in ginocchio, adesso erano alla stessa altezza.
«Altrimenti cosa? Non credo che tu possa fare nulla.» Poggiò la lama della forbice sul collo nudo di Suzuno, che deglutì impercettibilmente.
«No, non farlo!» Un' altro rovo si era infilato nel ginocchio.
"Zack"
Sophié tagliò di netto la gola del malcapitato, che si abbandonò a terra. «NOOO!» Moon piangeva, si contorceva, si dimenava nel vano tentativo di liberarsi con il solo risultato di ferirsi ancora di più.
«E ora è il tuo turno.»
«Noto con orrore che non sei cambiata affatto.»
A parlare era stato un ragazzo dalla pelle olivastra vestito interamente di nero. Un corvo.
«Sakuma-chan! Quanto tempo! Ma che bella benda che hai sull' occhio, l' ultima volta non la avevi.»
Alex lo schernì, sapeva benissimo quello che era successo al suo occhio, era stata proprio lei a toglierglielo.
Era accaduto cent'anni fa: quando Sakuma non aveva accettato di diventare suo reggente, lei per ripicca gli aveva strappato l' occhio, mettendolo al posto del suo mancante. Ma che non si pensi si sia limitata solo a questo, certo che no, uccise anche tutti i membri della famiglia di lui compreso il suo migliore amico Genda. Dopo l' accaduto Sakuma decise di prendere il nero e di entrare a far parte dei corvi, rinunciando così alla possibilità di avere una vita propria. I corvi infatti non potevano avere famiglia, proprietà o qualunque cosa li legasse al resto del mondo. Erano solo i messaggeri e coloro che facevano rispettare le regole del Grande Gioco, e quando questo finiva si riducevano in un sacchetto di polvere e sale. Non potevano assolutamente interferire con il G.G, altrimenti, se uno di loro disubbidiva, gli altri lo giustiziavano.
 Come le bambole anche loro traevano energia dalle pietre filosofali, solo che le loro erano classificate come "impure", mal riuscite o non complete, per questo non potevano essere date alle bambole, a loro serviva una pietra finita perché poi, un giorno una di loro sarebbe diventata la bambina perfetta.

«Sta zitta, sono qui solo per riportare.»
Sophié gli sorrise di nuovo per poi concentrare l' attenzione di nuovo su Moonlight. Prese la cesoia e con un colpo deciso mise fine ai tormenti della sorella. La lama squarciò il petto mettendo alla luce la pietra filosofale, che brillava di un rosso intenso, mentre l' involucro ormai vuoto e fragile della bambola si stava sgretolando tra i rovi di rose.
«Sai, avresti dovuto vedere la tua faccia quando li ho tagliati tutti!»
Stava tenendo ancora il cuore in mano quando lo sentì. Shirou era morto, e con lui i poteri di Sophié tornarono a sigillarsi, infatti le rose, i rovi e Shadan suru bara sparirono.
«Bastarda... » Fu l'unica cosa che il ragazzo riuscì a dire, poi la vista gli si annebbiò, non vedeva nient' altro che la bambola, voleva ucciderla, anche se la morte era troppo poco paragonata a quello che gli aveva fatto. Non si rendeva nemmeno conto di quello che stava facendo, quando riprese il controllo di se era steso sopra l' involucro acefalo della bambola, le tre pietre strette in mano.
«E ora che farai?»
Una ragazzina dai capelli color carota lo stava guardando, chissà da quanto tempo era lì. «Voglio dire, dopo questo ti decapiteranno - come tu hai fatto con Alex - nella migliore delle ipotesi.»
Sakuma ci rifletté, la ragazza aveva ragione, non poteva tornare dai corvi. «Potresti stringere un patto con me, avresti salva la vita. I corvi non possono interferire sul gioco perché non ne fanno parte, ma se tu ci entrassi non potrebbero toccarti perché andrebbe contro le regole - quelle che tu hai appena infranto-.» Il ragazzo dai capelli azzurri non esitò più, se avesse accettato e magari anche vinto avrebbe potuto cambiare il suo passato facendo tornare la sua famiglia e Genda in vita. Forse avrebbe anche potuto rivivere la sua adolescenza, quella che Sophié gli aveva portato via.
«Accetto.»
La bambola prese le tre pietre e le ingoiò. Ora il patto era sancito.
« Cough!»
I ragazzi si voltarono dalla parte del ragazzo albino. Accanto a lui adesso c' era un uomo, dall' aspetto poteva avere sui trent'anni. Teneva i capelli lunghi e castano rossiccio legati in una treccia alta, la veste era insolita, l' azzurrino non aveva mai visto niente del genere, era una sorta di divisa chiara con delle piccole ali bianche sulle spalle. L' uomo era inginocchiato sul ragazzo, gli stava bendando alla buona la ferita alla gola.
«Chi sei?»
Sakuma già non ne poteva più, troppa gente nuova nel giro di pochi minuti: se almeno fossero state persone normali gli sarebbe andato anche bene, ma non una bambola assassina e uno strambo in cosplay!
«Il mio nome è Sael, sono un angelo del Giardino del Cielo. Questo ragazzo è colui che diventerà il nostro signore.» Indicò con un cenno del capo Suzuno, che stava agonizzando sulla neve, ma infondo a nessuno importava realmente se soffrisse o meno, intanto era vivo e questo bastava.
«Il Giardino del cielo?»
«Si trova sull' isola di Liocott, un posto inaccessibile agli umani. Ma voi da quanto percepisco non lo siete.»
«Hai indovinato, al momento stiamo scappando da... delle persone e non sappiamo dove andare, non è che per caso ...»
«Potete venire con me, lì nessuno vi troverà. Tutti sono bene accetti nel Giardino del Cielo.»
Detto questo si caricò Suzuno sulle spalle, che stava ancora perdendo sangue, ma quando si toccò la gola con sorpresa constatò che la ferita era sparita, ma era ancora troppo debole per parlare, quindi si limitò ad un basso ringhio per esprimere la sua gratitudine all' uomo, poi perse i sensi.

Angolo dell' autrice:
Ok, mi sento un po' in colpa, sto facendo fuori tutti i miei personaggi preferiti!
Comunque sia, l' asterisco l' ho messo perché non so esattamente se Shadan suru bara significa esattamente tagliare le rose, ma grossomodo il significato è quello.
Ho notato che nello scorso capitolo quasi tutte le recensioni chiedevano se Hiroto è un pedofilo, ecco.. no, assolutamente no. Vanno bene i gusti strani, ma non lo faccio diventare un pedofilo! Nel prossimo capitolo vedremo che cosa ha in mente.
A proposito di capitoli, questo è lungo il doppio rispetto agli altri che ho scritto perché non volevo fare una terza parte. Siccome è lungo il doppio scommetto che avrà anche il doppio di errori, quindi se ne vedete ditemelo!
... Penso di aver detto tutte le cose importanti, quindi ciao ciao! C:
(Grazie alle ragazze che leggeranno questa cosa e non si metteranno a premeditare la mia morte °w° e anche alle ragazze che mi hanno inviato i loro oc pur sapendo - credo- che sarebbero morti! c:)
  
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