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Autore: Shiho93    05/10/2014    1 recensioni
Immaginate che Lord Voldemort riesca a vedere vent'anni nel futuro.
Che cosa farebbe per impedire che accadano gli avvenimenti descritti nei libri e la sua conseguente sconfitta?
Non tiene conto degli avvenimenti del settimo libro.
Tratto dal capitolo 10: -Non è come alcuni dei vostri genitori vi hanno raccontato. Così come il Mondo Magico è diviso tra gente che pratica la magia bianca e gente che pratica la magia oscura così Hogwarts è divisa tra Serpeverde e tutti gli altri-
Tratto dal capitolo 28: Si poteva mai essere veramente pronti a combattere col proprio padre? Ci si poteva veramente preparare all’eventualità di ferire o di essere ferito dall’uomo che ti ha messo al mondo?
Tratto dal capitolo 32: Non per la prima volta Harry si chiese cosa ci avesse trovato in lui Cassandra. Non azzeccava qualcosa neanche a pagarla. In pratica era un'idiota. Che non potesse sapere che il moretto faceva il doppio gioco era un dettaglio. Che non avesse pensato che la sua migliore amica gli avrebbe raccontato tutto quello che era successo un po' meno.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Harry Potter, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L'Altra Faccia della Medaglia



Capitolo non betato



Capitolo 40 - La quiete prima della tempesta


Era un giorno di festa a casa Weasley. Il piccolo Teddy Lupin compiva quattro anni e Molly si era offerta di ospitare la festicciola in onore del piccolo usando come scusa il fatto che casa sua fosse quella che offriva lo spazio più ampio e protetto. Era sempre felice quando aveva la casa piena di bambini. Erano stati invitati tutti i membri dell'Ordine con figli piccoli (che non erano poi così tanti in realtà al momento). Nel tardo pomeriggio l'aria era piena delle urla e delle risate argentine dei bambini che giocavano. Sparsi un po' ovunque c'erano un numero spropositato di palloncini colorati da cui giungeva una musichetta allegra. I genitori erano riuniti in piccoli capannelli e chiacchieravano tranquillamente mentre la padrona di casa continuava a portare vassoi colmi di prelibatezze. James e Remus chiacchieravano mentre tenevano d'occhio i piccoli. Ormai erano passate diverse settimane da quando il San Mungo li aveva dimessi affidandoli alle famiglie ma niente era cambiato. Quegli strani bracciali erano indistruttibili e il loro effetto sembrava inaggirabile. Per entrambi era difficilissimo doversi adattare a fare a meno della magia. Tecnicamente, entrambi erano in congedo per invalidità magica ma gestivano la situazione in maniera diversa. Remus guardava il lato positivo della cosa passando molto più tempo con suo figlio e convogliando il tempo libero in una ricerca approfondita sugli inibitori magici per la quale lo assisteva Hermione. Nel complesso era troppo occupato per affliggersi. James invece se la vedeva peggio. La sua famiglia era spesso impegnata col lavoro e non avendo il cervello di Remus ed Hermione, i tentativi di dare una mano nelle ricerche non avevano granché successo.
All'improvviso nell'aria risuonarono sommessi i crack di diverse materializzazioni. L'attenzione di tutti i genitori si calamitò in un istante sulla sua fonte e diverse mani corsero istintivamente alle bacchette. Poi Neville, Ron, Hermione e Josh furono riconosciuti e tutti tornarono alle loro occupazioni. Erano tutti combattenti e questo faceva si che fossero un po' più nervosi e protettivi di quanto lo fossero normalmente dei genitori riuniti per festeggiare un compleanno.
-Siete in ritardo ragazzi- Li rimproverò la signora Weasley avvicinandosi al piccolo gruppo reggendo un vassoio in mano.
-Non è mica colpa nostra mamma. È il nostro capo squadra che ci trattiene sempre oltre l’orario- borbottò scontroso suo figlio adocchiando i manicaretti che facevano bella mostra sul vassoio.
-Ron!- Lo rimbrottò Hermione col suo solito cipiglio contrariato -Sei tu che hai voluto essere un Auror. Non puoi lamentarti ora solo perché c’è tanto da fare-.
I ragazzi erano appena usciti dal ministero. Hermione, Neville e Ron dal loro turno come Auror mentre il giovane Potter dall’addestramento. Era molto avanti rispetto ai ragazzi che avevano cominciato con lui. Joshua non lo so sapeva ma avere entrambi i genitori Auror l'aveva molto agevolato. Gli Auror che si occupavano dell'addestramento avevano testato le sue capacità e l'avevano inserito nel corso avanzato. Camuffamento, pozioni e il resto li frequentava con i ragazzi della sua età mentre l'addestramento vero e proprio con quelli più grandi. Lui pensava che fosse merito della pratica che faceva ogni giorno tramite l'Ordine della Fenice ad avergli fatto meritare quel trattamento ma la verità era un'altra.
-Ci sono problemi?- domandò serio James adombrandosi. Starsene con le mani in mano e lasciare la lotta sulle spalle di qualcun altro lo faceva sentire terribilmente frustrato.
-In realtà no- gli rispose Neville perplesso -Il preside aveva detto che con l’entrata in scena dell’erede di voi sapete chi la situazione sarebbe peggiorata in fretta invece sembra che non sia cambiato niente. Non mi piace questa calma- pur non avendo mai manifestato abilità superiori alla media, ormai l’ex Grifondoro aveva affrontato abbastanza battaglie da poter dire che lo strano comportamento del nemico non prometteva niente di nuovo.
Un paio di mestoli volanti andarono a colpire James e Neville sulla testa. -Insomma! Questa è una festa di compleanno, non una riunione dell’Ordine- li rimproverò arrabbiata la signora Weasley con la bacchetta ben stretta nella mano non occupata a reggere il vassoio da cui il suo sesto figlio era impegnatissimo a servirsi. Neville assunse un’espressione spiacente mentre James si mise a borbottare qualcosa sulle donne manesche che si divertivano a prenderlo di mira.
-Hai detto qualcosa caro?- chiese Lily avvicinandosi con un sopracciglio alzato.
-Niente tesoro-
Le risate dei bambini attirarono la loro attenzione. Era impossibile non individuare a colpo d’occhio il festeggiato. Quel giorno i capelli di Teddy erano di venti colori diversi e insieme facevano un effetto tale da rendere veramente difficile staccargli gli occhi di dosso. Nemmeno la piccola Victoire Weasley, di due anni appena, ci riusciva. Victoire era, al momento, l’unica figlia di Fleur e Bill ma i due avevano già comunicato in famiglia che intendevano cambiare al più presto la situazione.
-C’è lo zio Josh!- a fare questa esclamazione era stata una di due bimbette brune dai meravigliosi occhi azzurri nel gruppo di vivaci bambini. Lei e la sorella indossavano due magliette con stampata sul davanti una cravattina dei colori di Serpeverde. Di modello erano identiche ma opposte nel colore. L’una era bianca e l’altra nera. Sotto portavano entrambe dei comodi pantaloni azzurri perfetti per correre e giocare senza il timore di sporcarsi. Tempo un minuto entrambe le gemelline gli saltellavano intorno felici e contente.
-Vi state divertendo?- domandò loro il ragazzo dai capelli rosso scuro chinandosi alla loro altezza come aveva visto fare tante volte al fratello.
-Tantissimissimo!- risposero all’unisono le piccole prima di correre verso Teddy che le stava chiamando a gran voce per continuare a giocare. La madre delle due in quel momento si avvicinò al gruppo di adulti con calma.
-Joshua, Granger, Weasley, Paciock…- lì salutò concedendo a tutti loro un lieve sorriso.
-Ciao Cassandra- rispose per tutti il più giovane dei Potter sorridendo sinceramente alla sorella di sua cognata. Gli animi si erano molto distesi nell’ultimo anno ma lo stesso aleggiava una certa cautela nei rapporti fra la famiglia di Harry e i suoi amici. Un po' perché nessuno voleva ferirlo scatenando nuovi conflitti e un po' perché entrambe le parti dovevano ancora abituarsi.
-Grazie di essere venute cugina. Teddy si è molto affezionato a Melany e Amelia- intervenne Tonks con un sorriso all’indirizzo dei bambini.
-Grazie a voi di averle invitate. Non hanno fatto altro che parlare del compleanno di Teddy nelle ultime settimane- li informò con un sorriso indulgente sulle labbra.
-Sai niente di Harry? È dal matrimonio che non abbiamo più sue notizie- le domandò Lily. La donna era molto più tranquilla di quanto si sarebbe dimostrata in passato nelle medesime circostanze. E questo grazie al fatto che si fosse presa la briga di conoscere almeno un po' sua nuora.
-Neanch’io ho più saputo niente da quando sono partiti per la luna di miele-, questo non era del tutto vero in realtà. Suo padre aveva contattato Harry un paio di giorni prima per informarlo delle ultime novità per quanto riguardava la guerra ma, per ovvi motivi, non poteva parlarne. -Però ho la sensazione che riappariranno presto- aggiunse poi come in un ripensamento.
Un nuovo crack e una nuova materializzazione. Quella volta ad apparire sul prato dei Weasley fu Andrew Silente. Cassandra assottigliò lo sguardo celandone il gelo assoluto e strinse le labbra ma non ebbe altre reazioni. Nessuno faceva caso a lei in quel momento. Dopotutto l'antipatia che i Serpeverde covavano per il vecchio preside di Hogwarts era risaputa e poteva benissimo essere stata trasmessa a suo nipote.
-Come mai da queste parti?- gli chiese James con curiosità. Anche se gli era capitano di vedere spesso quel ragazzo alle riunioni dell'Ordine o per i corridoi del Ministero non era uno di quelli che frequentava abitualmente casa Weasley.
-Ho un messaggio per Neville da parte del nonno- fece in tempo a rispondere prima che il suo sguardo vagando sui presenti individuasse due piccole figure a lui famigliari. Immediatamente il suo sguardo cambiò. Strinse i pugni piantandosi le corte unghie nei palmi fino quasi a farsi sanguinare per riuscire a controllarsi. Si sforzò di sorridere e apparire naturale anche se sapeva benissimo di non essere all'altezza della sua ex e degli altri quando si parlava di dissimulazione.
-Di cosa si tratta?-
-Desidera vederti al più presto. Ha scoperto alcune cose e vuole parlartene prima- anche se il Silente aveva cercato di essere criptico tutti quanti avevano capito che si trattava dell'Ordine. Cassandra compresa. Era piuttosto ironico in verità che la sua presenza fosse stata l'unica ragione che avesse impedito al suo ex di dire chiaramente che il Preside desiderava parlare privatamente col suo protetto prima della prossima riunione quando in verità erano proprio loro a non possedere informazioni fondameli.
-Papà!- era stata un'esclamazione piena d'infantile entusiasmo ma sugli adulti aveva avuto un effetto raggelante. Già, perché nonostante i tentavi di nascondere quella verità era bastato che due paia di occhi cerulei di bambina si posassero su Andrew perché esso venisse alla luce. I Potter, Hermione, i Weasley, Neville, Tonks e Remus fissavano attoniti lo spettacolo offerto da quelle due bimbe che saltellavano intorno al nipote del loro leader con i loro occhi innocenti pieni di felicità e fiducia incondizionata. Tutti loro, non riuscivano a non guardare Cassandra e Andrew come se fosse appena spuntata loro una seconda testa. Probabilmente si sarebbero sorpresi di meno se avessero visto la giovane ragazza madre lanciare una profusione di Avada Kedavra con indosso la veste nera dei Mangiamorte.
-È vero?- a spezzare il silenzio era stata Tonks con in viso un'espressione insolitamente seria. Non pareva per nulla un'ex Tassorosso imbranata in quel momento. Captando l'insolita atmosfera Andrew rispedì le bambine a giocare con Teddy e gli altri bambini promettendo loro di passare del tempo assieme più tardi.
-abbiamo avuto una storiella- si limitò a replicare in modo molto asciutto l'ex Serpeverde.
-Uhm... - nessuno sapeva cosa dire. Di tutte le circostanze improbabili questa era forse la più grande. A superarla solo la consapevolezza, loro mancante, che il nipote di Albus Silente avesse generato una discendenza insieme con una figlia di Lord Voldemort.
-Come diavolo è stato possibile?- sbottò Ronald incredulo senza riuscire a trattarsi. Ancora uno scambio di sguardi e poi un verso di derisione. Il secondo da Cassandra il primo tra gli altri.
-È curioso-
-Cosa?-
-Quanto le persone siano prevedibili. Avevate bisogno di rassicurazione e subito i vostri occhi sono corsi verso chi ritenete più affidabile: il nipote del grande Albus Silente- la bruna ventenne appariva molto calma mentre pronunciava quelle parole ma lo stesso i presenti sentirono un alone di colpa aleggiare sopra le loro teste. Indubbiamente faceva loro onore sforzarsi di essere amichevoli con gli amici di Harry; ma l'aver automaticamente dubitato del fatto che Cassandra potesse fugare i loro dubbi con la verità non era altrettanto lodevole.
-Andrew sei pregato di non rigirare i fatti come tuo solito. Con permesso- furono le parole della ragazza congedandosi da loro prima di spostarsi verso il punto dove gli altri genitori se ne stavano sorseggiando burrobirra e smangiucchiando i manicaretti di Molly. Non avrebbe fatto un torto a Melany e Amelia trascinandole via solo perché non aveva più piacere di stare con quelle persone ma non era comunque obbligata a parlare con loro.

   
 
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