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Autore: faithlesslips    05/10/2014    8 recensioni
La vita di Judy non è affatto facile, da quando Simon ha scelto la droga ai suoi amici. Ma non se la cavano bene nemmeno Connie e Tara, due cugine che si contengono lo stesso ragazzo cercando di nasconderlo l'una all'altra.
La vita di cinque ragazzi che tra droga, sesso, tradimenti e crimini troveranno chi sono veramente e si renderanno conto che ognuno è in cerca del proprio posto nel mondo.
Genere: Drammatico, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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NO ONE’S GONNA SAVE YOU
Death can’t touch the crooked young.
 
L’allarme squillò rimbombando per tutto il quartiere e rompendo il silenzio della notte. Will si guardò intorno imprecando. Tremava di freddo e di paura. Odiava fare il palo. Odiava aspettare che Simon uscisse dal negozio con i soldi, per poi scappare via e andarsi a rifugiare a casa di Judy. Odiava tutto quello. Odiava la corsa affannata verso il minuscolo appartamento, odiava essere il terzo incomodo in casa di Simon e Judy, e soprattutto odiava assistere ai litigi dei due.
«Muoviti, stronzo!». Will si girò di scatto e vide Simon correre velocemente dall’altra parte della strada. Iniziò a correre anche lui, affannando per raggiungere il compare. Simon era sicuramente più veloce di lui nella corsa, ma la borsa Adidas piena di soldi lo stava rallentando di un bel po’, notò Will. Nulla poteva toccarli quando correvano via dal luogo del misfatto. Niente poteva farli del male, niente poteva farli morire. Non si sarebbero fermati nemmeno quando un treno gli sarebbe passato sulla testa. Perché è questo ciò che fanno i disonesti: continuano a vivere quando tutti li vorrebbero morti.
Quando arrivarono davanti al portone, l’allarme si sentiva ancora in lontananza. Si erano fatti di corsa quasi mezza città, per portare in salvo i soldi. Simon inserì la chiave nella toppa ed entrò nell’oscurità del cortile interno assieme alla borsa Adidas, seguito da Will. Salì le scale velocemente, ridendo freneticamente. Fatti i tre piani a piedi di corsa, si parò di fronte ad una porta di legno e cercò di infilare la chiave nella toppa, ma l’adrenalina lo faceva tremare. Dopo vari tentativi e altrettante imprecazioni, la porta si aprì, illuminando tutto il pianerottolo. I due entrarono in fretta e richiusero la porta a doppia mandata.
Judy era seduta in cucina. Non disse nulla quando i due ragazzi entrarono nella stanza con la borsa straripante di soldi. Simon la posò sul tavolo di fronte alla sua ragazza e la guardò fare alcuni tiri dalla sigaretta che stava fumando.
«Quant’è?» domandò lei sputando fuori dalla bocca il fumo.
«Scopriamolo.» disse euforico Simon. Aprì la cerniera che mostrava decine di banconote allineate alla rinfusa nella borsa, per poi rovesciare il contenuto della borsa sul tavolo della cucina. Come scivolavano fuori, Judy le sfiorava e le ammucchiava per non farle cadere a terra, e si sentiva pervadere da una felicità immane.
«Cazzo, sono almeno ventimila.» disse Will passando una mano su alcune banconote. Simon gli diede un colpetto alla mano, facendogliela ritrarre.
«Ora conto, poi spartiamo.» disse Simon, sedendosi ed iniziando a contare una manciata di banconote. Andò avanti così per tutta la notte, tante erano le banconote. Alle prime luci dell’alba sul tavolo c’erano tre mucchietti, ognuno dei quali valeva seimilanovecento dollari.
«Sparisci da qui.» disse Simon a Will, porgendogli il suo mazzetto. Will fissò i soldi adorante, poi si rese conto che il suo compagno gli aveva dato un ultimatum. «Questi sono i soldi che ti servono per affittare un appartamento e viverci dentro senza dover più badare a me e Judy.» continuò Simon.
«Ma io credevo che…» cercò di ribattere Will.
«Amico, trovati una ragazza e un appartamento in cui figliare e vivere felice.» riprese Simon mettendo una mano sulla spalla dell’amico ed accompagnandolo alla porta.
 
Connie bevette quell’ultimo bicchiere tutto d’un sorso. Ormai non sentiva nemmeno più l’amaro dell’alcool sulla sua lingua. Vedeva al futuro: un futuro senza problemi. A partire dal problema che le si era appena presentato davanti: sua cugina. Tara era lì, seduta accanto a lei, immobile. Aveva paura di tutto, non aveva amici e non aveva niente di meglio da fare se non rompere i coglioni a Connie. Nessuno l’avrebbe aiutata a fare da madre alla cugina, e lo sapeva bene.
«Puoi stare a casa mia finchè non ti trovi dei soldi per prenderti un appartamento per te.» le disse Connie.
«Ok» fu la risposta, sussurrata dalla cugina. Oh, quanto avrebbe voluto non avere una cugina. O per lo meno non una come Tara. Certo, poteva andarle peggio, ma sicuramente le sarebbe potuta andare anche meglio. Connie si voltò verso l’ingresso del bar, dove vide Will. Oh, quanto gli piaceva quel ragazzo. I suoi capelli ricci la facevano impazzire. E poi era convinta che le more dovessero stare coi biondi. Loro due sarebbero stati perfetti insieme. Tara pure vide il ragazzo, che si incamminava verso di loro. Salutò Connie baciandola su una guancia e poi si presentò a lei. Will, si chiamava. Era stupendo. Si mise a chiacchierare con loro, e Tara cercava di sforzarsi di ridere alle sue battute. Non voleva dare un’impressione negativa di sé stessa. Lei era simpatica, sapeva di esserlo. E sapeva anche che sua cugina la odiava per quello. Ma poco le importava, ora per lei c’era solo Will. E il mojito che il ragazzo aveva appena ordinato per tutti e tre.
  
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