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Autore: Evil_Queen2291    05/10/2014    5 recensioni
[Traduzione] Emma è frustrata dal fatto che nessuno creda che Regina sia il suo vero amore. Così decide di affrontare la questione per dimostrare di aver ragione. Swan Queen
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Last Resort '
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Chi devo svegliare per prima?” Henry, nervoso, si girò verso i suoi nonni in cerca di indicazioni.
 
Snow notò la sua indecisione e fu sorpresa da quanto somigliasse a Regina.
 
Anche se non aveva il suo sangue nelle vene, le sue espressioni facciali le appartenevano. La sua vulnerabilità le ricordava la speranzosa, ma terribilmente fragile, giovane Regina che aveva conosciuto. Per la prima volta, Snow guardò suo nipote e realizzò che il bambino era una combinazione bellissima di entrambe le sue madri.
 
“Emma è stata lì più a lungo” concluse, perfettamente consapevole che spettasse a lei la decisione. “Devi cominciare da lei.”
 
“Sei sicura?” le chiese Charming. “Perché se Emma si sveglia e Regina non è sveglia…Non penso che sarebbe piacevole.”
 
“Lo so” gli rispose di scatto. “Ma Emma è stata avvolta dalle fiamme per un’ora in più di Regina. Dobbiamo considerare chi delle due sta soffrendo di più. Ed in questo momento si tratta di nostra figlia.”
 
“Okay” concordò suo marito. “Hai ragione.”
 
Risolto il problema, Henry si avvicinò al divano – Neal accanto a lui, tenendogli la mano sulle spalle in supporto. Rimase in piedi, accanto ad entrambe le madri, che erano distese vicine, le dita che si sfioravano.
 
Snow trattenne il respiro con gli occhi fissi su di loro.
 
Cercò di prepararsi il più possibile per qualsiasi risultato
 
Ma non poteva.
 
Di tutte le volte in cui aveva voluto salvare Regina Mills, questa era quella più importante.
 
 
 
“Sto finendo gli argomenti per distrarci,” ammise Emma, mentre si contorceva – il sudore che le grondava da ogni centimetro del corpo.
 
Regina osservò come la speranza venisse succhiata via dal viso della bionda e sapeva che era il momento di fare la sua parte. Era il suo momento per essere ottimista, qualcosa in cui non era particolarmente brava.
 
“Quarto appuntamento,” cominciò, con tranquillità – perché il minimo che potesse fare era sembrare calma. Il minimo che potesse fare era prendere il controllo in questo gioco di distrazioni cui stavano giocando.
 
“Qual era questo?” chiese la salvatrice, con espressione colpevole. “Giuro che in circostanze normali me ne ricorderei, ma in questo momento non riesco…a pensare in modo lucido.”
 
“Ti ho preparato il dolce a casa mia.”
 
“Mi prepari sempre il dolce a casa tua, dovrai essere un po’ più specifica.”
 
“Avevi portato il dolce,” le ricordò. “Avevi fatto una torta di mirtilli.”
 
“Oh, giusto; il mio capolavoro.”
 
Il silenzio prese il sopravvento un’altra volta e gli occhi di Emma la pregarono di continuare a parlare.
 
“Io…uh,” proseguì Regina, “Ho una confessione da fare su quella sera.”
 
“Cosa?”
 
“La tua torta era disgustosa.”
 
“No, non lo era” protestò Emma sbattendo un piede.
 
“Per favore, non sprecare quel poco di energia che ti è rimasta per questo.”
 
“Stai mentendo per distrarmi litigando?”
 
“Ti giuro che non sto mentendo – quella torta era una delle cose più orribili che abbia mai mangiato. E vivevo nella Foresta incantata. Quindi, puoi fare le tue conclusioni.”
 
“Ma ne hai mangiato una fetta grande.”
 
“Lo so” Regina quella sera aveva imparato il valore di una piccola bugia bianca – il significato di fare sacrifici banali per le persone che hai a cuore. “Continuavi a dire quanto fosse buona e non volevo rovinare la cosa.”
 
“Non ci posso credere. Perché era così brutta?”
 
“Hai messo di proposito un intero secchio di zucchero?”
 
“Aggiungo sempre più zucchero di quello che dice la ricetta perché lo zucchero è la parte migliore.”
 
“Non quando ne usi così tanto. Era talmente sciropposa che ho pensato che le mie papille gustative stessero per implodere. E son stata sveglia tutta la notte per i crampi allo stomaco.”
 
“Davvero, potevi semplicemente dirmelo. Non mi sarei arrabbiata.”
 
“Eri così orgogliosa di aver contribuito, non ho avuto il coraggio di dirtelo…”
 
“È una cosa incredibilmente dolce…nessun doppio senso voluto.”
 
“Poi, nessuno aveva mai preparto qualcosa per me…tranne Henry, quand’era piccolo. Davvero non mi importava che sapore avesse.”
 
“Questo potrebbe davvero scioccarti – ma non avevo mai preparato un dolce per nessuno prima di quella sera. Non sono mai stata il tipo di ragazza che arriva a cena con una torta. Ma volevo renderti felice…a quanto pare ti ho fatta star male.”
 
“Hai fatto entrambe le cose – mi hai resa felice e malata.”
 
“Aspetta,” Emma arricciò il naso, “Cosa hai fatto con il resto?”
 
“L’ho lasciata a casa tua e la volta successiva era rimasto solo un pezzo.”
 
“Potrei averne data un po’ a Pongo.”
 
“Hai dato la mia torta fatta in casa ad un cane?”
 
“Non era sicuro mangiarla per gli esseri umani. E dovevo tenerla lontana da Henry.”
 
“Scommetto che stavi solo aspettando un buon momento per dirmelo – quando sapevi che non potevo urlarti contro. Altro da confessare?”
 
“Vediamo,” sorrise. “Potrei anche aver buttato quella stupida canotta con i buchi, perché davvero non capisco perché qualcuno…”
 
Regina” Emma la interruppe, piegandosi in due all’improvviso ed afferrandosi lo stomaco. “Sta succedendo qualcosa.”
 
“Cosa c’è che non va? Stai bene?”
 
“Ho freddo?” la domanda fu espressa con confusione e paura. “Sto congelando.”
 
“Non avere paura.” La rassicurò Regina. “È solo Henry che ti sta salvando – significa che è il momento.”
 
“No,” la salvatrice scosse la testa – allungo le mani verso di lei – ma Regina non poteva toccarla. “Non voglio andare via senza di te.”
 
La regina chiuse gli occhi perché sapeva quello che stava per succedere.
 
Quando lì aprì – si sarebbe ritrovata come era sempre stata: sola.
 
 
 
Emma sentì la magia pulsare in ogni angolo del suo corpo mentre si tirava su di scatto ed apriva gli occhi. Fu sul punto di soffocare mentre respirava ossigeno fresco nei suoi polmoni, la pelle che accoglieva con sollievo la sensazione dell’aria fresca sulle sue bruciature ancora bollenti.
 
Anche se era sveglia, era incredibilmente disorientata. Così disorientata, infatti, che non riusciva a ricordare cosa fosse successo. Si guardò intorno nella stanza ma quello che vedeva era sfocato, la sua vista nebulosa al massimo.
 
Fu la sensazione delle mani di sua madre sul suo viso, mentre le baciava i capelli e le guance, a ricordare ad Emma le circostanze che avevano portato a quel momento. Dopo appena qualche secondo di soffocamento nell’affetto materno, ricordò esattamente in quale pericolo si trovava il suo vero amore.
 
Regina” urlò. “Svegliala.
 
 
Ci proverà” sentì Mary-Margaret sussurrarle all’orecchio.
 
Dov’è?” il suo corpo era ancora indolenzito – i muscoli pulsanti – ma aveva bisogno di vederla.
 
È proprio qui, tesoro” sua madre gentilmente le voltò il viso verso Henry, seduto accanto a Regina, qualche centimetro più in là sul divano.
 
Emma voleva che il tempo accelerasse, così avrebbe potuto stringere Regina tra le braccia di nuovo. Ma voleva anche che rallentasse, perché temeva che non avrebbe potuto vivere in un mondo in cui Henry avesse fallito in questo compito. Soprattutto perché sapeva di essere la sola responsabile se tutto fosse andato male.
 
Emma sentì il proprio corpo tremare mentre Mary-Margaret la stringeva a sé, cercando di calmarla. Guardava Henry avvicinarsi sempre di più a Regina.
 
Le labbra di suo figlio arrivarono a toccare la guancia della madre adottiva – ed Emma sentì la magia per la seconda volta in meno di cinque minuti.
 
Il suo cuore prese il volo quando vide gli occhi di Regina aprirsi.
 
La bruna, come sempre più aggraziata della salvatrice, si sedette lentamente. Portò entrambe le mani alla testa e si guardò intorno, confusa.
 
Chi lo ha fatto?” sussurrò immediatamente. “Chi mi ha svegliata?”
 
“Sono stato io” Henry si illuminò guardandola, le lacrime che gli scorrevano sul viso.
 
“Davvero? Sei stato tu? Mi vuoi ancora bene?”
 
“Non ho mai smesso di volerti bene, mamma.”
 
“Ma il vero amore” sospirò ancora incredula, “è la magia più potente di tutte.
 
“Già,” annuì. “Il bacio non mente.”
 
“Grazie,” lo abbracciò forte. “Mi hai salvato la vita.”
 
“Ci hai salvate entrambe, ragazzino.” Disse Emma, parlando per la prima volta.
 
Gli occhi di Emma incrociarono quelli di Regina, che la guardava poggiata sulla spalla di loro figlio.
 
Henry e Snow si alzarono entrambi dal divano, permettendo ad Emma di avvicinarsi all’unica persona di cui le importasse in quel momento.
 
“Emma Swan,” sussurrò la regina, lacrime nuove nei suoi occhi, “tu sei terribilmente nei guai – non pensare neppure per un istante di potertela cavare e farmi dimenticare quanto sia furiosa con te, perché il tuo livello di idiozia oggi sinceramente…”
 
Emma ascoltò la filippica – sapeva che le parole erano volutamente dure – ma il sorriso sul viso di Regina e l’amore che si irradiava dai suoi occhi raccontavano tutt’altra storia.
 
La salvatrice tagliò corto il monologo con un bacio, terribilmente sollevata per il fatto di poter toccare e sentire di nuovo la donna che amava.
 
“Mi dispiace,” le disse quando si separarono, le fronti ancora premute insieme. “Ti amo.
 
“Va bene; ti perdono.”
 
Emma avrebbe voluto sentire Ti amo anch’io. Ma capiva – capiva che Regina era decisamente consapevole di chi le stava guardando – ed era dolorosamente ovvio che erano circondate da un pubblico fin troppo attento.
 
“Perdoni anche me?” chiese Henry timidamente, interrompendo la loro riunione.
 
Per cosa?” chiesero immediatamente entrambe.
 
“Non vi ho creduto…Non ho creduto che vi amaste a vicenda. È per questo che hai bevuto la maledizione.”
 
“No,” disse Emma con sicurezza. “Non è colpa tua.”
 
“Ma lo è – stavi cercando di darmi una dimostrazione.”
 
“Ragazzino, ascolta… tua madre ed io non abbiamo senso per un sacco di persone. La mia decisione non ha nulla a che vedere con te. Ero frustrata ed ho fatto un casino. E mi dispiace di averti fatto passare tutto questo. Ma non devi scusarti con noi.”
 
“La stupidità di Emma non ha mai nulla a che vedere con te.”
 
“Vi credo adesso.” Promise. “Davvero – non voglio più perdere nessuna di voi due.”
 
“Non preoccuparti, Henry,” lo rassicurò Regina mentre lo prendeva in braccio. “Siamo a posto – te lo prometto.”
 
“Di certo non grazie a te” ringhiò Emma quando i suoi occhi incrociarono quelli di Gold. “Per quanto sia felice che tu fossi qui per assistere a tutto questo – devi andartene prima che io cominci a pensare a come hai cercato di incastrare Regina in una prigione di fuoco, basandoti sull’idea che nostro figlio amasse me più di lei.”
 
“Sarò felice di togliere il disturbo” la rassicurò, “se posso parlare un momento con Mary-Margaret uscendo.”
 
“Non puoi” rispose Charming al posto di sua moglie.
 
Puoi stare lontano da questa famiglia,” aggiunse Neal, “Una volta per tutte.”
 
“Aspetta” disse Snow. “Non ho paura di lui – può dirmi tutto quello che vuole. Per quanto intensamente proverà a ferire le persone in questa stanza…l’amore continua a vincere.”
 
 
 
Snow era in piedi sull’uscio della porta con le braccia incrociate, guardando l’uomo che aveva ingannato sua figlia.
 
“Quello è stato un bel discorso, cara. Ma ho bisogno che tu comprenda cosa hai fatto.”
 
“Cosa io ho fatto? Come puoi dire a me una cosa del genere adesso? Quante volte credi che Neal possa perdonarti il fatto di aver cercato di ferire la famiglia di suo figlio?”
 
“Questo, te lo assicuro, non è un tuo problema. Regina è un tuo problema. Ed hai appena gettato via la soluzione.”
 
“L’ultima volta che ti ho dato ascolto per risolvere i miei problemi, ho fatto in modo che Regina uccidesse sua madre. E cosa ho ottenuto? Solo un cuore nero. Onestamente, credo di cavarmela meglio senza i tuoi consigli.”
 
“Non hai notato un motivo ricorrente? Vivrai per rimpiangere di averla salvata, come hai sempre fatto.”
 
“Non si perderà di nuovo – non quando ha Emma.”
 
“Non ho detto che si sarebbe persa di nuovo. Ma so che, nel profondo, non vuoi che la Regina Cattiva partorisca i tuoi nipoti…non è vero?”
 
“Di cosa diamine stai parlando?”
 
“Probabilmente ricorderai il dono che mi permette di vedere il futuro. Non volevi che tutto questo finisse? La tua interminabile connessione, fatta di dolore, con la donna che ti ha rovinato la vita? Non è probabile che succeda se Emma la metterà incinta con dei bambini magici.”
 
“Basta.” Snow tagliò corto. “Questo discorso è chiuso.”
 
Gli chiuse con forza la porta in faccia e tornò nel salotto.
 
L’immagine della regina avvolta comodamente tra le braccia di sua figlia le riscaldò il cuore e la terrorizzò allo stesso tempo.
 
Rumple aveva ragione su di una cosa: c’era stato un momento in cui non avrebbe voluto altro che tagliare tutti i suoi legami con Regina Mills.
 
Ma il destino aveva altri piani; tagliare i legami non era più un’opzione.    
   
 
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