Un
compleanno made in Weasley!
L’odore di dolciumi e zucchero era sempre
stato un toccasana per la sottoscritta, che adesso girovagava felice in
una
Mielandia completamente deserta.
Senza sapere
come, mi ero ritrovata da sola nel più bel
negozio di tutta la terra, l’unico e il solo che era in grado
di mettere in
moto le mie ghiandole salivari alla velocità della luce!
E’
tutto così deserto, tranquillo, pieno di
dolci…magnifico!
-Se i dolci
sono i migliori amici delle streghe…io voglio
essere piena di amici!-
Esordii,
saltellando gioiosa in mezzo al paese dei
balocchi, mangiando qualche dolcetto e nuotando in una montagna di
caramelle
tuttiigusti+1.
Tutto
così irreale, così bello,
così…
-PEPE’
PEPEPEPE’ PEPE’ PEPEPEPE’!!!!-
Strillai,
rizzandomi sul letto e osservando sbalordita
Fred e George che avevano iniziato a cantare in piedi sul mio
materasso, mentre
Ron tentava di capire come si usavano le trombette, Percy si lamentava
della
poca luce che gli impediva di leggere, e Bill e Charlie battevano le
mani a
ritmo della canzoncina.
-Buon
compleanno, Ginny!-
Urlarono in
coro, spalancando le braccia e sorridendo
come se fosse la cosa più normale del mondo far prendere un
infarto alla
propria sorella il giorno del suo compleanno.
Gemetti
sconsolata, buttandomi di nuovo sul letto e
pregando interiormente di riuscire a prendere presto sonno, per
ricadere nel
più dolce-in tutti i sensi!-dei
sogni!
-Ragazzi! Non
avrete mica svegliato vostra sorella,
vero?!-
La voce di
Mamma Weasley arrivò fino al piano di sopra, e
potevo immaginare le occhiate che si erano lanciati i miei fratelli,
prima di
rispondere pacatamente.
-Certo che no,
mamma. Non faremmo mai una cosa del
genere…-
Ma
come sono innocenti…
Pensai,
sarcasticamente, gettando la testa sotto il
cuscino e tentando d’immaginare di nuovo quel mondo che
sembrava esser fatto
apposta per me.
-Avanti,
Ginny! Svegliati, brutta dormigliona testarda!-
Tentò
Fred, scuotendomi animatamente senza ottenere
nessun risultato, al che scambiò uno sguardo con il gemello
che sorrise
furbamente.
-Piano B?-
-Sì…-
10
minuti dopo…
-Zzz…non
voglio…zzz…andare da
Fleur…zzz…ancora
altri…zzz…cinque minuti…-
Sussurrai nel
dormiveglia, aggrappandomi disperatamente
alla porta, poiché Fred e George mi avevano afferrato per i
piedi con un incantesimo
e mi stavano letteralmente trascinando nella camera dove mi aspettava
Fleur per
prepararmi al mio compleanno.
-Forza, Ginny!-
Disse Charlie,
staccandomi le mani dalla porta, per poi
afferrarmi per le spalle di modo da aiutare i gemelli a portarmi in
camera di
Fleur.
-Pfiu! Quante
storie per un risveglio mattutino…-
Disse,
pignolo, Percy, che ci seguiva da dietro con un
libro che gli fluttuava davanti agli occhi, mentre leggeva
attentamente, ma-allo stesso tempo-era
presente in quella
situazione.
-Disse quello
che svegliò tutta la famiglia alle quattro
di mattina con uno strillo da donnicciola…-
Lo prese in
giro Charlie, ricordando il famoso
compleanno/ trauma di Percy.
Quest’ultimo
chiuse con irruenza il suo libro e lo ripose
nella borsa con gesti bruschi e piccati, per poi osservare malamente il
secondogenito.
-Beh,
fratello, vorrei vedere come avresti reagito te se-il
giorno del tuo compleanno-ti saresti
svegliato sul divano con i piedi di Bill in faccia!-
Gli rispose
irritato, facendo ridere i due gemelli che
ancora oggi prendevano in giro Percy per lo scherzo che gli avevano
fatto
quella mattina: prendere il festeggiato dormiente e posarlo sul divano,
poi
prendere il primogenito e mettere i suoi piedi sul suo viso.
Semplice,
no?
Pensai, mezza
addormentata, sentendo la presa di Charlie
sulle mie spalle e quella dei gemelli sulle mie caviglie, ma non ci
feci troppo
caso…
Avevo
avuto risvegli peggiori…
-Beh…di
certo non avrei reagito stordendo tutta la
famiglia! Cavolo, Percy! Hai delle corde vocali più stonate
della Signora
Grassa!-
Gli rispose
Charlie, mentre Fred apriva con un calcio la
porta della stanza di Fleur, permettendoci di entrare e- l’attimo
dopo-mi sentii posare sul letto della francese.
-Io mi
guarderei bene dal prendermi in giro, fratello
mio! Posso fare più danni io col mio pigiamino rosa davanti
un computer
babbano, di quanti scherzi fanno Fred e George in un anno!-
A quelle
parole, Charlie inorridì, diventando paonazzo in
viso e bloccandosi come se qualcuno avesse appena schiacciato su di lui
il
tasto “stop”.
Nel frattempo,
la sottoscritta aveva iniziato ad
ascoltare la loro discussione con curiosità, osservandoli
con un vago sorriso e
un sopracciglio inarcato.
-E allora noi
a che cavolo esistiamo?!-
Chiesero in
coro Fred e George, parandosi di fronte al
fratello cervellone con l’espressione di chi non riesce a
capire il motivo
della propria esistenza.
-Beh…diciamo
che ogni tanto la bacchetta va impugnata…-
Tentò
di spiegarsi Percy, grattandosi la nuca per
esprimere il suo forte disagio nello spiegare che, in fondo, lui aveva
sempre
paura di combattere con la magia.
-Oppure no?
Difficile scegliere quando si è in pigiama…-
M’intromisi,
osservando divertita i ragazzi che si
voltarono a guardarmi, specie Charlie che stava diventando viola per
tentare di
non schiattare dalle risate a stento trattenute.
-Ma cosa ci
fate qui? Vite! Vite! Io e la mia Genevieve
dobbiamo rimanere sole! Elle doit etre magnifique pour son
anniversaire!-
La voce
melodiosa ma un po’ puerile di Fleur-adesso
apparsa sull’uscio della porta-attirò
l’attenzione dei miei fratelli, che borbottarono qualcosa
circa la pignoleria
della francese.
Una volta
rimaste sole, la bionda mi rivolse il suo
sguardo gioioso, che inorridì all’istante quando
vide in che stato mi trovavo:
ancora in pigiama, con due occhiaie da paura e i capelli arruffati per
il
pessimo risveglio.
-Oh, parbleau!-
Esclamò,
mentre aprivo gli occhi con uno scatto,
osservandomi vagamente in uno specchio, e balzai all’istante
sopra il letto.
-Oh mio Dio!
Sembra la criniera del re leone!-
Urlai,
osservandomi nello specchio, mentre la bionda si
sbatteva una mano contro la fronte, per poi voltarsi e poggiare la mano
sul
manico dell’armadio.
-No,
Fleur…nonononono parliamone prima, che ne dici?-
Le chiesi
speranzosa, allontanandomi lentamente da
quell’armadio con il quale non avevo mai avuto buoni
rapporti: l’ultima volta
che lo aveva aperto, ero stata investita da una marea di strass, borse
e scarpe
di ogni tipo.
La bionda
sorrise malefica, inarcando le sopracciglia con
diabolico divertimento.
-Mi spiace,
Genevieve…nulla di personale!-
E dopo quelle
parole, aprì di scatto l’armadio delle
torture, e il mio viso fu letteralmente investito da spazzole, mascara,
ombretti e chi più ne ha, più ne metta…
1
ora di lamentele sulla giusta tonalità dopo…
-Parfait!-
Esclamò
la bionda quando mi osservò con il vestito che
aveva scelto per l’occasione, i capelli sistemati e il trucco
abbastanza
decente da non farmi apparire una morta vivente.
Poi-soddisfatta di
se stessa-mi fece voltare, e la sottoscritta si
ritrovò ad ammirare il
proprio riflesso nello specchio, con sorpresa.
La ragazza che
ricambiava il mio sguardo sembrava avere
la pelle di porcellana e gli occhi d’oro, mentre il vestitino
era semplice ma a
tratti originale, proprio come piaceva a me.
-E
adesso…voglio darti il mio regalo!-
Esordì
la ragazza, sorridendo vittoriosa all’idea di aver
superato sul tempo Mamma Weasley, per poi avvicinarsi
all’armadio, aprendolo ed
estraendo una scatola rossa da sotto un mucchio di vestiti.
-Eccolo! Avrei
voluto dartelo per prima, ma mi rendo
conto che non sarebbe rispettoso nei confronti di ta
mére…-
Mi disse,
mostrandomi vittoriosa il pacchetto rosso, per
poi posarlo verticalmente su un comodino che si trovava proprio dietro
la
porta.
Poi,
tornò al mio fianco, osservando il pacchetto con una
mano sul mento, quasi riuscisse a vedere l’oggetto contenuto
anche attraverso
la carta.
-Mi
raccomando, Genevieve! Fai molta attention con quel
cadeau! E’ molto fragi…-
-Ehi, Ginny!
Guarda cosa ho trovato! Con questo farò
prendere un infarto a Ro…-
Aveva iniziato
la bionda, subito interrotta dall’arrivo
di Bill che spalancò la porta e prese in pieno il regalo
“fragile” di Fleur,
mentre nella stanza si diffondeva un forte rumore di vetri rotti.
Bill-adesso entrato
nella stanza-si bloccò con occhi sgranati quando
sentì quel rumore,
impallidendo all’idea della ramanzina italo-francese che gli
avrebbe fatto
Fleur.
Quest’ultima
era rimasta a bocca aperta per lo shock, e
le sue stesse pupille sembravano essersi frantumate insieme al mio
regalo!
Bill richiuse
leggermente la porta, facendo arrivare la
luce del sole sul pacchetto rosso che adesso sembrava di più
un’omelette
deforme.
-Amore…vedrai
che potrò aggiustarlo!-
Disse
convinto, tentando di salvarsi in qualche modo
dalla furia di Fleur, peccato che-in quel
preciso istante-ciò che rimaneva del pacchetto,
perse l’equilibrio,
sfracellandosi per terra con un sordo rumore di vetri frantumati.
Una Fleur
ancora più sconvolta osservò scioccata
ciò che
rimaneva del suo regalo perfetto, mentre Bill copriva con una mano il
gigantesco ragno nero che aveva nel palmo aperto.
-…O
forse no…-
Concluse,
balzando all’indietro quando sentì il ringhio
assassino di Fleur, iniziando a indietreggiare, dando le spalle alla
porta e
tenendo in alto la mano con il ragno.
-Tu…-
Sussurrò
Fleur che sembrava sull’orlo di una crisi
nervosa, tanto che mi parve di vedere il suo occhio vittima di un tic
particolarmente inquietante.
-N-non
è come pensi, amor mio…n-non l’ho fatto
apposta,
te lo giuro!-
Tentò
Bill, portandosi una mano sul cuore, mentre la
sottoscritta cercava ancora di capacitarsi, dopo la piega inaspettata
che stava
assumendo il suo compleanno.
-Ehi, Fleur,
ma quanto ci metti? Giù gli ospiti aspett….!!!!!!
La voce di Ron
risuonò fuori dalla porta, che l’attimo
dopo si spalancò, facendo entrare mio fratello e il magico
trio.
Le parole di
Ron si bloccarono improvvisamente quando si
ritrovò faccia a faccia con il ragno che Bill aveva in mano,
e-a quel punto-tutti sapevamo cosa
sarebbe
successo, prima ancora di sentirlo con le nostre orecchie.
-Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!-
Avete
presenti le urla delle donne quando vedono un topo? Quello di Ron fu
molto
peggio…
Pensai,
portandomi le mani alle orecchie che sentivo
fischiare come quando sono sottoposte a un suono troppo forte e acuto
per la
sensibilità umana.
-Aiutoooooo!!!
Un ragno! Un orrendo ragno pelosooo!!-
Urlò
istericamente Ron, correndo per la stanza e agitando
le braccia, mentre tentava di mettere più distanza possibile
tra sé e il
suddetto animale.
Nel frattempo,
Harry si teneva la pancia nel vano
tentativo di non ridere, e Bill avrebbe fatto lo stesso se non avesse
su di sé
lo sguardo omicida di Fleur.
Ecco
fatto! Siamo al manicomio…
Pensai
sconsolata, portandomi una mano sulla fronte,
mentre Hermione mi osservava con lo stesso sguardo esasperato.
Nel frattempo,
Ron stava continuando a correre per la
stanza con il volto viola, troppo buffo per essere vero, urlando di
sentirsi le
zampe pelose del ragno su tutte le parti del corpo.
Nella foga,
corse disperatamente in direzione della
porta-adesso chiusa-guardandosi le
spalle come a costatare che il ragno non lo stava seguendo.
Ma, quando si
voltò, era ormai troppo tardi, ed ebbe un
impatto bello e buono contro la porta…e fu
quest’ultima a vincere!
Ron cadde per
terra come un fico secco, svenuto, mentre
un silenzio di tomba calava nella stanza, interrotto soltanto da Harry
che-per non scoppiare a ridere-uscì
fuori
dalla camera.
Di
bene in meglio…
Pensai
rassegnata, scuotendo la testa, mentre Hermione
alzava un dito, aprendo bocca per prendere parola, sicuramente in
difesa delle
pochissime chance che c’erano di far migliorare quella
giornata.
-Non-dite-niente…-
Sussurrai con
voce sfinita, per poi uscire a passo
spedito dalla stanza, sperando solo di ricevere
un’accoglienza migliore in
soggiorno, dove sapevo per certo che mi stavano aspettando i parenti.
Scesi le scale
con la speranza che il detto “il
buongiorno si vede dal mattino”, fosse solo una superstizione
mai realmente
accertata.
-Sorpresa!
Buon compleanno, Ginny!-
Urlarono i
parenti, non appena finii di scendere le
scale, e all’istante venni coperta da coriandoli, festoni e
qualsiasi altro
tipo di oggetti festivi.
-Buon
compleanno, tesoro!-
Mi disse
mamma, venendomi incontro e abbracciandomi
affettuosamente, scoccandomi dei sonori baci vicino alle gote.
Poi, si
allontanò, permettendomi di respirare, per poi
prendermi il volto tra le mani e osservarmi con un sorriso materno.
-La mia
bambina ha 17 anni…-
Disse,
commossa, al che le sorrisi dolcemente,
abbracciandola senza osare abbassare lo sguardo sul vestito nuovo,
già pieno di
coriandoli appiccicati.
-Grazie, mamma-
-Oh, Ginny
cara! Questo è il vestito nuovo che ti ha
comprato Fleur? Oh, tesoro, ma è delizioso!-
Esordì
la donna, staccandosi da me e prendendo due lembi
del vestito, osservandolo con un largo sorriso, anche quando il colore
blu
della stoffa era oscurato da una marea di coriandoli.
-Già…lo
era…-
Dissi,
sarcasticamente, quando la donna si allontanò per
avvicinarsi a un enorme scatolone verde che-immaginai-doveva
contenere il mio regalo di compleanno.
-Tieni, cara!
Li ho fatti tutti io! Con le mie mani!
Spero ti piacciano!-
Mi disse,
mentre i parenti si disponevano a cerchio intorno
a me, e la sottoscritta si metteva comoda sulle scale per aprire il
pacchetto.
Ti
prego, fa che non sia un set completo di cucito come l’anno
scorso! Ti prego,
ti prego…
Sussurrai
istericamente nella mia testa, chiudendo gli
occhi e aprendo lentamente lo scatolone.
Aprii un
occhio per sbirciare il contenuto della scatola,
e rimasi a bocca aperta quando vidi un mucchio di maglioni dai
più svariati
colori, tutti con una grossa G con i brillantini.
-S-sono
bellissimi, mamma! Grazie…ma quanti sono?-
Chiesi,
tentando di rendere il mio tono di voce sicuro e
moderato, al contrario della confusione che avevo nella testa quando-estraendone uno-mi ero resa conto che
potevano essere all’incirca…
-17! Come i
tuoi anni!-
Mi rispose,
raggiante, la donna, al che ricambiai il
sorriso con altrettanta enfasi: infondo, era il pensiero che contava,
no?
E il
pensiero di Mamma Weasley non è mai sbagliato!...
Pensai
dolcemente, abbracciando mamma e ringraziandola
per il bellissimo pensiero, mentre un “ooohh” si
levava dal gruppo di parenti.
-Sniff…è
così commuovente che potrei portare addirittura
Fleur a fare un giro sul mio drago! Ma, sai com’è,
sei senza trucco! E non ci
tengo ad avere problemi con gli Auror…-
Disse Charlie-da
sempre nemico di Fleur: entrambi si contendevano il bene di Bill-,
usando
un tono lacrimoso e commosso che pian piano si tramutò in
tono di sfida.
-Charlie!-
Lo
rimproverò la mamma, voltandosi in sua direzione,
mentre Fleur sorrideva con quel pizzico di malignità che
aveva sempre fatto
impaurire tutti.
-Beh,
Charlie…stando a questo specchio mi piaccio anche
così!-
Gli rispose,
abbassandogli la testa e facendo finta di
specchiarsi sulla sua “nuca pelata” che in
realtà, tutto era tranne pelata.
Ma Charlie
aveva sempre avuto un debole per i suoi
capelli, e a quelle parole sgranò gli occhi, per poi correre
in bagno alla
ricerca di uno specchio.
Mamma sorrise
a metà tra l’esasperato e il divertito, per
poi voltarsi nuovamente in mia direzione con un sorriso.
-Allora, Ginny
cara…avanti! Provateli!-
Mi disse la
donna, facendo sorridere sia Kingsley sia
Remus, mentre la sottoscritta la osservava come se fosse tutto frutto
di uno
scherzo.
-Mamma…ma
siamo ad agosto. E questi maglioni sono di
lana!-
-Oh suvvia,
cara! Quante storie per provare un paio di
maglioni!-
Un…paio?!
Urlai nella
mia testa, osservando con la bocca schiusa,
dal viso della donna, allo scatolone con dentro i 17 maglioni, e quando
capii
che lei non stava per niente scherzando, sbuffai sconsolata.
17
maglioni dopo…
-Sembro
un’anguria gigante!-
Esordii, dopo
essere uscita dalla mia camera con indosso
ben tre maglioni di lana, tutti e tre rigorosamente verdi con la G
bianca.
-Naaahh,
secondo me stai molto bene, figliola!-
Mi
rassicurò mio padre, avvicinandosi e posandomi una
mano sulla spalla, per poi approfittare della distrazione del resto
della
famiglia per sussurrarmi all’orecchio.
-Indossa quei
maglioni fino a quando non faremo la foto
del compleanno o tua madre ci imbottirà di minestrone per il
resto dell’estate!-
Mi
avvisò papà, con un’evidente nota di
spavento nel tono
di voce, mentre rabbrividivamo al ricordo dell’ultima volta
che successe una
cosa del genere.
-Ok,
papà…-
Sussurrai, al
che l’uomo mi sorrise, facendo scintillare
i suoi bellissimi occhi, così intensi e familiari, per poi
portare la mano in
uno dei piatti pieni di roba da mangiare.
Si
portò quella specie di frittatina alle labbra, senza
neanche vedere di cosa si trattava, continuando a sfiorarmi con il suo
sguardo
orgoglioso.
Poi,
però, vidi l’espressione del suo volto mutare
dalla
sorpresa al dolore, e il suo viso sembrò infiammarsi tutto
d’un botto.
-P-papà…stai
bene?-
Gli domandai,
confusa, specie quando iniziò a farsi aria
con le mani, e-per un attimo-mi
parve
di vedere del fumo uscirgli dalle orecchie.
-Dovrei essere
io quella accaldata, visto che ho addosso
3 maglioni di lana, non tu!-
Gli dissi,
osservando il modo con cui tentava di
inghiottire, ma senza riuscirci, quasi ogni cellula del suo corpo si
rifiutasse
di mangiare una cosa del genere.
Mi avvicinai
al piatto dove papà aveva preso la pietanza,
e tutto mi fu chiaro quando vidi la famosa frittata al peperoncino
indiano di
mamma Weasley: una bomba di fuoco!
-Papà…come
reagiresti se ti dicessi che hai appena
mangiato la frittata ai peperoncini indiani di mamma?-
Gli domandai,
con fare casuale e noncurante, grattandomi
la nuca con una mano.
Gli occhi
dell’uomo sembrarono uscire fuori dalle orbite,
osservandomi come se fosse appena arrivata la sua condanna, ma-proprio in quel momento-arrivarono Fred e
George con un calice colmo di…liquido viola?
-Ehi, ragazzi!
Ammirate tutti la nostra ultima invenzione:
la pozione rim…-
Non riuscirono
a finire la frase, poiché papà osservò
quel calice come se fosse la sua salvezza: lo prese dalle mani di Fred
e bevve
il liquido fresco tutto d’un sorso.
Man mano che
beveva, il volto sembrava tornare della sua
tonalità normale.
I gemelli lo
osservarono a metà tra il sorpreso e il
confuso, come Kingsley che gli si avvicinò, sperando solo
che non si trattasse
di qualche diavoleria dei due ragazzi.
-Arthur…come
ti senti?-
Gli chiese
l’Auror, posandogli una mano sul braccio e
smaniando per la sua risposta, così come il resto dei
familiari.
-Dalla fiamma
ardente il liquido mi ha liberato! Grazie,
Merlino, per questo miracolo agognato!-
Rispose mio
padre con una naturalezza inquietante, specie
se messa a confronto con il modo strambo che aveva usato per esprimersi.
Sembrava il
tono di quei messi reali del medioevo che
andavano di villaggio in villaggio a raccontare le gesta di grandi eroi
epici,
attraverso la poesia e la rima.
Ognuno di noi
osservò l’uomo come se fosse rincretinito,
e neanche la sua espressione era da meno: sembrava sconvolto proprio
come tutti
noi.
-Le mie stesse
parole non riesco più a gestire! C’è
qualcosa nella mia bocca che m’impedisce di conferire!-
Esordì
l’uomo, continuando a parlare in rima, mentre Kingsley
osservò la nostra famiglia, per poi passare in rassegna ai
gemelli che stavano
facendo finta di niente.
Li vidi
chiaramente indietreggiare, fino a salire le
scale in punta di piedi, con la chiara intenzione di tirarsi fuori
d’impaccio.
-Fermi
lì, voi due!-
Li
richiamò Ninfadora, facendo mutare il colore dei
capelli, al che tutti ci voltammo in loro direzione con un sopracciglio
inarcato e l’espressione sospettosa.
-Perché
ci guardate così?-
-Cosa vi fa
credere che noi centriamo in questa storia?-
Iniziò
Fred, mentre George ne continuava la frase
precedente, in un coro di voci praticamente identiche, ma appartenenti
a
persone diverse.
-Forse il
fatto che siete stati voi a portare il calice?-
Rispose,
sarcasticamente, la metamorfomagus, osservando
attentamente i due ragazzi, ben presto fiancheggiata dal marito.
-Pff…beh,
noi stavamo per dirvelo!-
-Non
è certo colpa nostra se papà ha bevuto la pozione
rimata!-
Rispose
George, seguito da Fred, mentre Kingsley si
sbatteva una mano contro la fronte, nel vano tentativo di riconoscere
l’identità
giusta dei due ragazzi.
-Pozione…cosa?-
Chiese Harry,
incrociando le braccia al petto con
espressione confusa.
-La pozione
rimata è la nostra ultima invenzione!-
-In pratica
chi la beve inizia a parlare in rima!-
-E
l’effetto non svanisce…-
-…per
circa una settimana!-
Dissero a
intermittenza i due gemelli, scendendo le scale
e presentando il loro progetto come qualcosa di grandioso, che
rivoluzionerà il
mondo, quasi fossero davanti una cinepresa, pronti a registrare il loro
spot
ufficiale.
-Una
settimana?! Avrò la rima ferragostana! Venite qua
voi che agli scherzi siete tanto devoti! Vi faccio vedere io che ne
faccio dei
vostri esperimenti idioti!-
Urlò
papà, con le orecchie in fiamme e l’espressione
sconsolata, al che Mamma Weasley gli si avvicinò, tentando
di rassicurarlo.
Ecco
fatto! Ci mancava la ciliegina sulla torta, no?!
-Uh,
la torta!-
Esordì
mia madre, al che trasalii con occhi sgranati,
convinta che la donna avesse appena letto nei miei pensieri.
Andò
velocemente in cucina, estraendo qualche piatto e
delle posate, poi ritornò in soggiorno, portando con
sé una torta dalle modeste
dimensioni, ma che mi piacque fin da subito.
“Tanti
Auguri!”, c’era scritto con la panna: poche ma
effimere parole che riuscivano a riassumere tutto il bene che mi
volevano,
anche se infilarmi in 3 maglioni di lana, impedire a papà di
parlare,
fracassarmi i timpani con le urla di Ron ecc. ecc., non era il modo
più giusto
per dimostrarlo.
Ma
era il loro, personalissimo, modo…
Pensai,
sorridendo quando vidi gli occhi vittoriosi di
mamma, mentre mostrava a tutti la torta che aveva preparato con le sue
mani.
Era un
po’ piccola, ma ce la saremmo fatta bastare!
-E
adesso…tutti intorno a Ginny! E’ arrivato il
momento
della foto!-
Disse,
gioioso, Kingsley, estraendo da una borsetta
piccolissima, un’enorme macchinetta fotografica che mi
ricordò incredibilmente
quella di Colin Canon.
-Kingsley,
orsù, metti l’autoscatto! Devi esserci anche
tu in questo quadretto!-
Proclamò
mio padre, già seduto sul divano, mentre faceva
segno a Kingsley di sedersi al suo fianco.
-Certo, subito
Arthur!-
Gli disse
l’uomo, iniziando a maneggiare con la
macchinetta, mentre mi mettevo in piedi dietro la torta, e ognuno di
loro prese
posto sul divano sgualcito.
Quello della
foto, era sempre stato un momento sacro per
la famiglia Weasley e, forse, almeno quest’istante non
sarebbe stato rovinato
da un avvenimento improvviso.
-Ok! Fate
tutti cis!-
Esordì
Remus quando vide la lucetta rossa dell’autoscatto
iniziare a lampeggiare, mentre Kingsley si avvicinava a noi, prendendo
posto al
fianco di papà.
In quel
momento, la mia puffola pigmea sbucò fuori dal
frigorifero della cucina, dove aveva cercato a lungo qualche buon
dolcetto da
degustare.
Quando vide la
torta, la sua lingua uscì fuori dalla
bocca, iniziando a sbavare vistosamente, mentre le pupille sembravano
diventare
a forma di cuoricino.
Si
fiondò in direzione della torta, ma per sbaglio
urtò
la macchinetta fotografica che cadde a terra nell’esatto
momento in cui scattò
la foto.
La macchinetta
riprese il piccolo Arnold intento a
divorare la torta, Kingsley, Remus e Bill con le braccia allungate in
direzione
dell’apparecchio fotografico, mentre pronunciavano un sonoro
“no!”.
Mamma,
Ninfadora e Fleur che si sbattevano delle mani
contro la fronte con fare sconsolato ed esasperato.
Harry e
Hermione che tentavano di rianimare Ron che era
svenuto non appena aveva visto Arnold, scambiandolo per il ragno di
Bill.
Percy intento
a spegnere con l’acqua i pantaloni di
Charlie che stavano andando a fuoco a causa delle candele che aveva
sfiorato.
Fred e George
che stavano versando uno strano liquido nel
calice che avevano dato a papà precedentemente.
L’unica
che continuava a sorridere ero io, ma non un
sorriso gioioso e felice.
Uno di quei
sorrisi folli e con gli occhi sgranati, a mo’
di bambola assassina, quasi stessi dicendo “il giorno
più lungo di tutta la mia
vita!”.
Ma, in fondo,
sarebbe stato un oggetto d’ilarità per anni
ed anni, perché mostrava la vera essenza della nostra
famiglia, e il messaggio
era sempre stato chiaro.
Anche senza i
regali, la torta, il vestito, le foto…
Buon
Compleanno, Ginny!
Angolo
d’autrice
Saaaalve a
tutti!!
Questa
è la
seconda fanfiction che scrivo, e ancora adesso non so se si tratta di
una
completa schifezza, o una storia tragi-comica. Quel che so,
è che la dedico
tutta a un’utente che oggi compie gli anni, e che mi ha fatto
sentire molto il
suo sostegno: _kim_! Tanti auguri! Devo dire che all’inizio
mi stavo
letteralmente scervellando, poiché non sapevo quale stile
assegnare a questa
storia! Alla fine, ho deciso di seguire semplicemente
l’istinto, e-visto che sono una
persona dalla tendenza
alla comicità-ho deciso di descrivere il
più buffo compleanno di tutti i
tempi! *almeno credo…*. Vi prego, ditemi se la mia testolina
demente ha creato
una storia quantomeno decente! Mi farebbe davvero piacere conoscere le
vostre
opinioni, anche le critiche-che, secondo
me, sono molto più importanti dei messaggi positivi, anche
se non sono
altrettanto piacevoli-. Grazie a tutti per essere passati!
Non vedo l’ora
di leggere le vostre recensioni XD. Tanti auguri _kim_!
Bimba