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Autore: bimbabest99    06/10/2014    5 recensioni
11 Agosto, data molto importante per un membro della famiglia Weasley! Chi? Ginny Weasley! E’ la data del suo diciassettesimo compleanno, e tutta la famiglia intende farle passare una bellissima giornata…nel loro personalissimo modo! In questa fanficion, mi sono divertita a creare le situazione più comiche e ridicole dei membri della famiglia durante questo giorno. Una storiella divertente che spero vi farà ridere almeno quanto ho riso io scrivendola! Dedicata a _kim_ come ringraziamento per il suo immancabile sostegno! Buona lettura a tutti!
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Weasley, Ginny Weasley, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Un compleanno made in Weasley1

Un compleanno made in Weasley!                          

Lodore di dolciumi e zucchero era sempre stato un toccasana per la sottoscritta, che adesso girovagava felice in una Mielandia completamente deserta.

Senza sapere come, mi ero ritrovata da sola nel più bel negozio di tutta la terra, l’unico e il solo che era in grado di mettere in moto le mie ghiandole salivari alla velocità della luce!

E’ tutto così deserto, tranquillo, pieno di dolci…magnifico!

-Se i dolci sono i migliori amici delle streghe…io voglio essere piena di amici!-

Esordii, saltellando gioiosa in mezzo al paese dei balocchi, mangiando qualche dolcetto e nuotando in una montagna di caramelle tuttiigusti+1.

Tutto così irreale, così bello, così…

-PEPE’ PEPEPEPE’ PEPE’ PEPEPEPE’!!!!-

Strillai, rizzandomi sul letto e osservando sbalordita Fred e George che avevano iniziato a cantare in piedi sul mio materasso, mentre Ron tentava di capire come si usavano le trombette, Percy si lamentava della poca luce che gli impediva di leggere, e Bill e Charlie battevano le mani a ritmo della canzoncina.

-Buon compleanno, Ginny!-

Urlarono in coro, spalancando le braccia e sorridendo come se fosse la cosa più normale del mondo far prendere un infarto alla propria sorella il giorno del suo compleanno.

Gemetti sconsolata, buttandomi di nuovo sul letto e pregando interiormente di riuscire a prendere presto sonno, per ricadere nel più dolce-in tutti i sensi!-dei sogni!

-Ragazzi! Non avrete mica svegliato vostra sorella, vero?!-

La voce di Mamma Weasley arrivò fino al piano di sopra, e potevo immaginare le occhiate che si erano lanciati i miei fratelli, prima di rispondere pacatamente.

-Certo che no, mamma. Non faremmo mai una cosa del genere…-

Ma come sono innocenti…

Pensai, sarcasticamente, gettando la testa sotto il cuscino e tentando d’immaginare di nuovo quel mondo che sembrava esser fatto apposta per me.

-Avanti, Ginny! Svegliati, brutta dormigliona testarda!-

Tentò Fred, scuotendomi animatamente senza ottenere nessun risultato, al che scambiò uno sguardo con il gemello che sorrise furbamente.

-Piano B?-

-Sì…-

10 minuti dopo…

-Zzz…non voglio…zzz…andare da Fleur…zzz…ancora altri…zzz…cinque minuti…-

Sussurrai nel dormiveglia, aggrappandomi disperatamente alla porta, poiché Fred e George mi avevano afferrato per i piedi con un incantesimo e mi stavano letteralmente trascinando nella camera dove mi aspettava Fleur per prepararmi al mio compleanno.

-Forza, Ginny!-

Disse Charlie, staccandomi le mani dalla porta, per poi afferrarmi per le spalle di modo da aiutare i gemelli a portarmi in camera di Fleur.

-Pfiu! Quante storie per un risveglio mattutino…-

Disse, pignolo, Percy, che ci seguiva da dietro con un libro che gli fluttuava davanti agli occhi, mentre leggeva attentamente, ma-allo stesso tempo-era presente in quella situazione.

-Disse quello che svegliò tutta la famiglia alle quattro di mattina con uno strillo da donnicciola…-

Lo prese in giro Charlie, ricordando il famoso compleanno/ trauma di Percy.

Quest’ultimo chiuse con irruenza il suo libro e lo ripose nella borsa con gesti bruschi e piccati, per poi osservare malamente il secondogenito.

-Beh, fratello, vorrei vedere come avresti reagito te se-il giorno del tuo compleanno-ti saresti svegliato sul divano con i piedi di Bill in faccia!-

Gli rispose irritato, facendo ridere i due gemelli che ancora oggi prendevano in giro Percy per lo scherzo che gli avevano fatto quella mattina: prendere il festeggiato dormiente e posarlo sul divano, poi prendere il primogenito e mettere i suoi piedi sul suo viso.

Semplice, no?

Pensai, mezza addormentata, sentendo la presa di Charlie sulle mie spalle e quella dei gemelli sulle mie caviglie, ma non ci feci troppo caso…

Avevo avuto risvegli peggiori…

-Beh…di certo non avrei reagito stordendo tutta la famiglia! Cavolo, Percy! Hai delle corde vocali più stonate della Signora Grassa!-

Gli rispose Charlie, mentre Fred apriva con un calcio la porta della stanza di Fleur, permettendoci di entrare e- l’attimo dopo-mi sentii posare sul letto della francese.

-Io mi guarderei bene dal prendermi in giro, fratello mio! Posso fare più danni io col mio pigiamino rosa davanti un computer babbano, di quanti scherzi fanno Fred e George in un anno!-

A quelle parole, Charlie inorridì, diventando paonazzo in viso e bloccandosi come se qualcuno avesse appena schiacciato su di lui il tasto “stop”.

Nel frattempo, la sottoscritta aveva iniziato ad ascoltare la loro discussione con curiosità, osservandoli con un vago sorriso e un sopracciglio inarcato.

-E allora noi a che cavolo esistiamo?!-

Chiesero in coro Fred e George, parandosi di fronte al fratello cervellone con l’espressione di chi non riesce a capire il motivo della propria esistenza.

-Beh…diciamo che ogni tanto la bacchetta va impugnata…-

Tentò di spiegarsi Percy, grattandosi la nuca per esprimere il suo forte disagio nello spiegare che, in fondo, lui aveva sempre paura di combattere con la magia.

-Oppure no? Difficile scegliere quando si è in pigiama…-

M’intromisi, osservando divertita i ragazzi che si voltarono a guardarmi, specie Charlie che stava diventando viola per tentare di non schiattare dalle risate a stento trattenute.

-Ma cosa ci fate qui? Vite! Vite! Io e la mia Genevieve dobbiamo rimanere sole! Elle doit etre magnifique pour son anniversaire!-

La voce melodiosa ma un po’ puerile di Fleur-adesso apparsa sull’uscio della porta-attirò l’attenzione dei miei fratelli, che borbottarono qualcosa circa la pignoleria della francese.

Una volta rimaste sole, la bionda mi rivolse il suo sguardo gioioso, che inorridì all’istante quando vide in che stato mi trovavo: ancora in pigiama, con due occhiaie da paura e i capelli arruffati per il pessimo risveglio.

-Oh, parbleau!-

Esclamò, mentre aprivo gli occhi con uno scatto, osservandomi vagamente in uno specchio, e balzai all’istante sopra il letto.

-Oh mio Dio! Sembra la criniera del re leone!-

Urlai, osservandomi nello specchio, mentre la bionda si sbatteva una mano contro la fronte, per poi voltarsi e poggiare la mano sul manico dell’armadio.

-No, Fleur…nonononono parliamone prima, che ne dici?-

Le chiesi speranzosa, allontanandomi lentamente da quell’armadio con il quale non avevo mai avuto buoni rapporti: l’ultima volta che lo aveva aperto, ero stata investita da una marea di strass, borse e scarpe di ogni tipo.

La bionda sorrise malefica, inarcando le sopracciglia con diabolico divertimento.

-Mi spiace, Genevieve…nulla di personale!-

E dopo quelle parole, aprì di scatto l’armadio delle torture, e il mio viso fu letteralmente investito da spazzole, mascara, ombretti e chi più ne ha, più ne metta…

1 ora di lamentele sulla giusta tonalità dopo…

-Parfait!-

Esclamò la bionda quando mi osservò con il vestito che aveva scelto per l’occasione, i capelli sistemati e il trucco abbastanza decente da non farmi apparire una morta vivente.

Poi-soddisfatta di se stessa-mi fece voltare, e la sottoscritta si ritrovò ad ammirare il proprio riflesso nello specchio, con sorpresa.

La ragazza che ricambiava il mio sguardo sembrava avere la pelle di porcellana e gli occhi d’oro, mentre il vestitino era semplice ma a tratti originale, proprio come piaceva a me.

-E adesso…voglio darti il mio regalo!-

Esordì la ragazza, sorridendo vittoriosa all’idea di aver superato sul tempo Mamma Weasley, per poi avvicinarsi all’armadio, aprendolo ed estraendo una scatola rossa da sotto un mucchio di vestiti.

-Eccolo! Avrei voluto dartelo per prima, ma mi rendo conto che non sarebbe rispettoso nei confronti di ta mére…-

Mi disse, mostrandomi vittoriosa il pacchetto rosso, per poi posarlo verticalmente su un comodino che si trovava proprio dietro la porta.

Poi, tornò al mio fianco, osservando il pacchetto con una mano sul mento, quasi riuscisse a vedere l’oggetto contenuto anche attraverso la carta.

-Mi raccomando, Genevieve! Fai molta attention con quel cadeau! E’ molto fragi…-

-Ehi, Ginny! Guarda cosa ho trovato! Con questo farò prendere un infarto a Ro…-

Aveva iniziato la bionda, subito interrotta dall’arrivo di Bill che spalancò la porta e prese in pieno il regalo “fragile” di Fleur, mentre nella stanza si diffondeva un forte rumore di vetri rotti.

Bill-adesso entrato nella stanza-si bloccò con occhi sgranati quando sentì quel rumore, impallidendo all’idea della ramanzina italo-francese che gli avrebbe fatto Fleur.

Quest’ultima era rimasta a bocca aperta per lo shock, e le sue stesse pupille sembravano essersi frantumate insieme al mio regalo!

Bill richiuse leggermente la porta, facendo arrivare la luce del sole sul pacchetto rosso che adesso sembrava di più un’omelette deforme.

-Amore…vedrai che potrò aggiustarlo!-

Disse convinto, tentando di salvarsi in qualche modo dalla furia di Fleur, peccato che-in quel preciso istante-ciò che rimaneva del pacchetto, perse l’equilibrio, sfracellandosi per terra con un sordo rumore di vetri frantumati.

Una Fleur ancora più sconvolta osservò scioccata ciò che rimaneva del suo regalo perfetto, mentre Bill copriva con una mano il gigantesco ragno nero che aveva nel palmo aperto.

-…O forse no…-

Concluse, balzando all’indietro quando sentì il ringhio assassino di Fleur, iniziando a indietreggiare, dando le spalle alla porta e tenendo in alto la mano con il ragno.

-Tu…-

Sussurrò Fleur che sembrava sull’orlo di una crisi nervosa, tanto che mi parve di vedere il suo occhio vittima di un tic particolarmente inquietante.

-N-non è come pensi, amor mio…n-non l’ho fatto apposta, te lo giuro!-

Tentò Bill, portandosi una mano sul cuore, mentre la sottoscritta cercava ancora di capacitarsi, dopo la piega inaspettata che stava assumendo il suo compleanno.

-Ehi, Fleur, ma quanto ci metti? Giù gli ospiti aspett….!!!!!!

La voce di Ron risuonò fuori dalla porta, che l’attimo dopo si spalancò, facendo entrare mio fratello e il magico trio.

Le parole di Ron si bloccarono improvvisamente quando si ritrovò faccia a faccia con il ragno che Bill aveva in mano, e-a quel punto-tutti sapevamo cosa sarebbe successo, prima ancora di sentirlo con le nostre orecchie.

-Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!-

Avete presenti le urla delle donne quando vedono un topo? Quello di Ron fu molto peggio…

Pensai, portandomi le mani alle orecchie che sentivo fischiare come quando sono sottoposte a un suono troppo forte e acuto per la sensibilità umana.

-Aiutoooooo!!! Un ragno! Un orrendo ragno pelosooo!!-

Urlò istericamente Ron, correndo per la stanza e agitando le braccia, mentre tentava di mettere più distanza possibile tra sé e il suddetto animale.

Nel frattempo, Harry si teneva la pancia nel vano tentativo di non ridere, e Bill avrebbe fatto lo stesso se non avesse su di sé lo sguardo omicida di Fleur.

Ecco fatto! Siamo al manicomio…

Pensai sconsolata, portandomi una mano sulla fronte, mentre Hermione mi osservava con lo stesso sguardo esasperato.

Nel frattempo, Ron stava continuando a correre per la stanza con il volto viola, troppo buffo per essere vero, urlando di sentirsi le zampe pelose del ragno su tutte le parti del corpo.

Nella foga, corse disperatamente in direzione della porta-adesso chiusa-guardandosi le spalle come a costatare che il ragno non lo stava seguendo.

Ma, quando si voltò, era ormai troppo tardi, ed ebbe un impatto bello e buono contro la porta…e fu quest’ultima a vincere!

Ron cadde per terra come un fico secco, svenuto, mentre un silenzio di tomba calava nella stanza, interrotto soltanto da Harry che-per non scoppiare a ridere-uscì fuori dalla camera.

Di bene in meglio…

Pensai rassegnata, scuotendo la testa, mentre Hermione alzava un dito, aprendo bocca per prendere parola, sicuramente in difesa delle pochissime chance che c’erano di far migliorare quella giornata.

-Non-dite-niente…-

Sussurrai con voce sfinita, per poi uscire a passo spedito dalla stanza, sperando solo di ricevere un’accoglienza migliore in soggiorno, dove sapevo per certo che mi stavano aspettando i parenti.

Scesi le scale con la speranza che il detto “il buongiorno si vede dal mattino”, fosse solo una superstizione mai realmente accertata.

-Sorpresa! Buon compleanno, Ginny!-

Urlarono i parenti, non appena finii di scendere le scale, e all’istante venni coperta da coriandoli, festoni e qualsiasi altro tipo di oggetti festivi.

-Buon compleanno, tesoro!-

Mi disse mamma, venendomi incontro e abbracciandomi affettuosamente, scoccandomi dei sonori baci vicino alle gote.

Poi, si allontanò, permettendomi di respirare, per poi prendermi il volto tra le mani e osservarmi con un sorriso materno.

-La mia bambina ha 17 anni…-

Disse, commossa, al che le sorrisi dolcemente, abbracciandola senza osare abbassare lo sguardo sul vestito nuovo, già pieno di coriandoli appiccicati.

-Grazie, mamma-

-Oh, Ginny cara! Questo è il vestito nuovo che ti ha comprato Fleur? Oh, tesoro, ma è delizioso!-

Esordì la donna, staccandosi da me e prendendo due lembi del vestito, osservandolo con un largo sorriso, anche quando il colore blu della stoffa era oscurato da una marea di coriandoli.

-Già…lo era…-

Dissi, sarcasticamente, quando la donna si allontanò per avvicinarsi a un enorme scatolone verde che-immaginai-doveva contenere il mio regalo di compleanno.

-Tieni, cara! Li ho fatti tutti io! Con le mie mani! Spero ti piacciano!-

Mi disse, mentre i parenti si disponevano a cerchio intorno a me, e la sottoscritta si metteva comoda sulle scale per aprire il pacchetto.

Ti prego, fa che non sia un set completo di cucito come l’anno scorso! Ti prego, ti prego…

Sussurrai istericamente nella mia testa, chiudendo gli occhi e aprendo lentamente lo scatolone.

Aprii un occhio per sbirciare il contenuto della scatola, e rimasi a bocca aperta quando vidi un mucchio di maglioni dai più svariati colori, tutti con una grossa G con i brillantini.

-S-sono bellissimi, mamma! Grazie…ma quanti sono?-

Chiesi, tentando di rendere il mio tono di voce sicuro e moderato, al contrario della confusione che avevo nella testa quando-estraendone uno-mi ero resa conto che potevano essere all’incirca…

-17! Come i tuoi anni!-

Mi rispose, raggiante, la donna, al che ricambiai il sorriso con altrettanta enfasi: infondo, era il pensiero che contava, no?

E il pensiero di Mamma Weasley non è mai sbagliato!...

Pensai dolcemente, abbracciando mamma e ringraziandola per il bellissimo pensiero, mentre un “ooohh” si levava dal gruppo di parenti.

-Sniff…è così commuovente che potrei portare addirittura Fleur a fare un giro sul mio drago! Ma, sai com’è, sei senza trucco! E non ci tengo ad avere problemi con gli Auror…-

Disse Charlie-da sempre nemico di Fleur: entrambi si contendevano il bene di Bill-, usando un tono lacrimoso e commosso che pian piano si tramutò in tono di sfida.

-Charlie!-

Lo rimproverò la mamma, voltandosi in sua direzione, mentre Fleur sorrideva con quel pizzico di malignità che aveva sempre fatto impaurire tutti.

-Beh, Charlie…stando a questo specchio mi piaccio anche così!-

Gli rispose, abbassandogli la testa e facendo finta di specchiarsi sulla sua “nuca pelata” che in realtà, tutto era tranne pelata.

Ma Charlie aveva sempre avuto un debole per i suoi capelli, e a quelle parole sgranò gli occhi, per poi correre in bagno alla ricerca di uno specchio.

Mamma sorrise a metà tra l’esasperato e il divertito, per poi voltarsi nuovamente in mia direzione con un sorriso.

-Allora, Ginny cara…avanti! Provateli!-

Mi disse la donna, facendo sorridere sia Kingsley sia Remus, mentre la sottoscritta la osservava come se fosse tutto frutto di uno scherzo.

-Mamma…ma siamo ad agosto. E questi maglioni sono di lana!-

-Oh suvvia, cara! Quante storie per provare un paio di maglioni!-

Un…paio?!

Urlai nella mia testa, osservando con la bocca schiusa, dal viso della donna, allo scatolone con dentro i 17 maglioni, e quando capii che lei non stava per niente scherzando, sbuffai sconsolata.

17 maglioni dopo…

-Sembro un’anguria gigante!-

Esordii, dopo essere uscita dalla mia camera con indosso ben tre maglioni di lana, tutti e tre rigorosamente verdi con la G bianca.

-Naaahh, secondo me stai molto bene, figliola!-

Mi rassicurò mio padre, avvicinandosi e posandomi una mano sulla spalla, per poi approfittare della distrazione del resto della famiglia per sussurrarmi all’orecchio.

-Indossa quei maglioni fino a quando non faremo la foto del compleanno o tua madre ci imbottirà di minestrone per il resto dell’estate!-

Mi avvisò papà, con un’evidente nota di spavento nel tono di voce, mentre rabbrividivamo al ricordo dell’ultima volta che successe una cosa del genere.

-Ok, papà…-

Sussurrai, al che l’uomo mi sorrise, facendo scintillare i suoi bellissimi occhi, così intensi e familiari, per poi portare la mano in uno dei piatti pieni di roba da mangiare.

Si portò quella specie di frittatina alle labbra, senza neanche vedere di cosa si trattava, continuando a sfiorarmi con il suo sguardo orgoglioso.

Poi, però, vidi l’espressione del suo volto mutare dalla sorpresa al dolore, e il suo viso sembrò infiammarsi tutto d’un botto.

-P-papà…stai bene?-

Gli domandai, confusa, specie quando iniziò a farsi aria con le mani, e-per un attimo-mi parve di vedere del fumo uscirgli dalle orecchie.

-Dovrei essere io quella accaldata, visto che ho addosso 3 maglioni di lana, non tu!-

Gli dissi, osservando il modo con cui tentava di inghiottire, ma senza riuscirci, quasi ogni cellula del suo corpo si rifiutasse di mangiare una cosa del genere.

Mi avvicinai al piatto dove papà aveva preso la pietanza, e tutto mi fu chiaro quando vidi la famosa frittata al peperoncino indiano di mamma Weasley: una bomba di fuoco!

-Papà…come reagiresti se ti dicessi che hai appena mangiato la frittata ai peperoncini indiani di mamma?-

Gli domandai, con fare casuale e noncurante, grattandomi la nuca con una mano.

Gli occhi dell’uomo sembrarono uscire fuori dalle orbite, osservandomi come se fosse appena arrivata la sua condanna, ma-proprio in quel momento-arrivarono Fred e George con un calice colmo di…liquido viola?

-Ehi, ragazzi! Ammirate tutti la nostra ultima invenzione: la pozione rim…-

Non riuscirono a finire la frase, poiché papà osservò quel calice come se fosse la sua salvezza: lo prese dalle mani di Fred e bevve il liquido fresco tutto d’un sorso.

Man mano che beveva, il volto sembrava tornare della sua tonalità normale.

I gemelli lo osservarono a metà tra il sorpreso e il confuso, come Kingsley che gli si avvicinò, sperando solo che non si trattasse di qualche diavoleria dei due ragazzi.

-Arthur…come ti senti?-

Gli chiese l’Auror, posandogli una mano sul braccio e smaniando per la sua risposta, così come il resto dei familiari.

-Dalla fiamma ardente il liquido mi ha liberato! Grazie, Merlino, per questo miracolo agognato!-

Rispose mio padre con una naturalezza inquietante, specie se messa a confronto con il modo strambo che aveva usato per esprimersi.

Sembrava il tono di quei messi reali del medioevo che andavano di villaggio in villaggio a raccontare le gesta di grandi eroi epici, attraverso la poesia e la rima.

Ognuno di noi osservò l’uomo come se fosse rincretinito, e neanche la sua espressione era da meno: sembrava sconvolto proprio come tutti noi.

-Le mie stesse parole non riesco più a gestire! C’è qualcosa nella mia bocca che m’impedisce di conferire!-

Esordì l’uomo, continuando a parlare in rima, mentre Kingsley osservò la nostra famiglia, per poi passare in rassegna ai gemelli che stavano facendo finta di niente.

Li vidi chiaramente indietreggiare, fino a salire le scale in punta di piedi, con la chiara intenzione di tirarsi fuori d’impaccio.

-Fermi lì, voi due!-

Li richiamò Ninfadora, facendo mutare il colore dei capelli, al che tutti ci voltammo in loro direzione con un sopracciglio inarcato e l’espressione sospettosa.

-Perché ci guardate così?-

-Cosa vi fa credere che noi centriamo in questa storia?-

Iniziò Fred, mentre George ne continuava la frase precedente, in un coro di voci praticamente identiche, ma appartenenti a persone diverse.

-Forse il fatto che siete stati voi a portare il calice?-

Rispose, sarcasticamente, la metamorfomagus, osservando attentamente i due ragazzi, ben presto fiancheggiata dal marito.

-Pff…beh, noi stavamo per dirvelo!-

-Non è certo colpa nostra se papà ha bevuto la pozione rimata!-

Rispose George, seguito da Fred, mentre Kingsley si sbatteva una mano contro la fronte, nel vano tentativo di riconoscere l’identità giusta dei due ragazzi.

-Pozione…cosa?-

Chiese Harry, incrociando le braccia al petto con espressione confusa.

-La pozione rimata è la nostra ultima invenzione!-

-In pratica chi la beve inizia a parlare in rima!-

-E l’effetto non svanisce…-

-…per circa una settimana!-

Dissero a intermittenza i due gemelli, scendendo le scale e presentando il loro progetto come qualcosa di grandioso, che rivoluzionerà il mondo, quasi fossero davanti una cinepresa, pronti a registrare il loro spot ufficiale.

-Una settimana?! Avrò la rima ferragostana! Venite qua voi che agli scherzi siete tanto devoti! Vi faccio vedere io che ne faccio dei vostri esperimenti idioti!-

Urlò papà, con le orecchie in fiamme e l’espressione sconsolata, al che Mamma Weasley gli si avvicinò, tentando di rassicurarlo.

Ecco fatto! Ci mancava la ciliegina sulla torta, no?!

-Uh, la torta!-

Esordì mia madre, al che trasalii con occhi sgranati, convinta che la donna avesse appena letto nei miei pensieri.

Andò velocemente in cucina, estraendo qualche piatto e delle posate, poi ritornò in soggiorno, portando con sé una torta dalle modeste dimensioni, ma che mi piacque fin da subito.

“Tanti Auguri!”, c’era scritto con la panna: poche ma effimere parole che riuscivano a riassumere tutto il bene che mi volevano, anche se infilarmi in 3 maglioni di lana, impedire a papà di parlare, fracassarmi i timpani con le urla di Ron ecc. ecc., non era il modo più giusto per dimostrarlo.

Ma era il loro, personalissimo, modo…

Pensai, sorridendo quando vidi gli occhi vittoriosi di mamma, mentre mostrava a tutti la torta che aveva preparato con le sue mani.

Era un po’ piccola, ma ce la saremmo fatta bastare!

-E adesso…tutti intorno a Ginny! E’ arrivato il momento della foto!-

Disse, gioioso, Kingsley, estraendo da una borsetta piccolissima, un’enorme macchinetta fotografica che mi ricordò incredibilmente quella di Colin Canon.

-Kingsley, orsù, metti l’autoscatto! Devi esserci anche tu in questo quadretto!-

Proclamò mio padre, già seduto sul divano, mentre faceva segno a Kingsley di sedersi al suo fianco.

-Certo, subito Arthur!-

Gli disse l’uomo, iniziando a maneggiare con la macchinetta, mentre mi mettevo in piedi dietro la torta, e ognuno di loro prese posto sul divano sgualcito.

Quello della foto, era sempre stato un momento sacro per la famiglia Weasley e, forse, almeno quest’istante non sarebbe stato rovinato da un avvenimento improvviso.

-Ok! Fate tutti cis!-

Esordì Remus quando vide la lucetta rossa dell’autoscatto iniziare a lampeggiare, mentre Kingsley si avvicinava a noi, prendendo posto al fianco di papà.

In quel momento, la mia puffola pigmea sbucò fuori dal frigorifero della cucina, dove aveva cercato a lungo qualche buon dolcetto da degustare.

Quando vide la torta, la sua lingua uscì fuori dalla bocca, iniziando a sbavare vistosamente, mentre le pupille sembravano diventare a forma di cuoricino.

Si fiondò in direzione della torta, ma per sbaglio urtò la macchinetta fotografica che cadde a terra nell’esatto momento in cui scattò la foto.

La macchinetta riprese il piccolo Arnold intento a divorare la torta, Kingsley, Remus e Bill con le braccia allungate in direzione dell’apparecchio fotografico, mentre pronunciavano un sonoro “no!”.

Mamma, Ninfadora e Fleur che si sbattevano delle mani contro la fronte con fare sconsolato ed esasperato.

Harry e Hermione che tentavano di rianimare Ron che era svenuto non appena aveva visto Arnold, scambiandolo per il ragno di Bill.

Percy intento a spegnere con l’acqua i pantaloni di Charlie che stavano andando a fuoco a causa delle candele che aveva sfiorato.

Fred e George che stavano versando uno strano liquido nel calice che avevano dato a papà precedentemente.

L’unica che continuava a sorridere ero io, ma non un sorriso gioioso e felice.

Uno di quei sorrisi folli e con gli occhi sgranati, a mo’ di bambola assassina, quasi stessi dicendo “il giorno più lungo di tutta la mia vita!”.

Ma, in fondo, sarebbe stato un oggetto d’ilarità per anni ed anni, perché mostrava la vera essenza della nostra famiglia, e il messaggio era sempre stato chiaro.

Anche senza i regali, la torta, il vestito, le foto…

Buon Compleanno, Ginny!

 

Angolo d’autrice

Saaaalve a tutti!!

Questa è la seconda fanfiction che scrivo, e ancora adesso non so se si tratta di una completa schifezza, o una storia tragi-comica. Quel che so, è che la dedico tutta a un’utente che oggi compie gli anni, e che mi ha fatto sentire molto il suo sostegno: _kim_! Tanti auguri! Devo dire che all’inizio mi stavo letteralmente scervellando, poiché non sapevo quale stile assegnare a questa storia! Alla fine, ho deciso di seguire semplicemente l’istinto, e-visto che sono una persona dalla tendenza alla comicità-ho deciso di descrivere il più buffo compleanno di tutti i tempi! *almeno credo…*. Vi prego, ditemi se la mia testolina demente ha creato una storia quantomeno decente! Mi farebbe davvero piacere conoscere le vostre opinioni, anche le critiche-che, secondo me, sono molto più importanti dei messaggi positivi, anche se non sono altrettanto piacevoli-. Grazie a tutti per essere passati! Non vedo l’ora di leggere le vostre recensioni XD. Tanti auguri _kim_!

Bimba

 

 

 

  
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