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Autore: ChelseaH    10/10/2008    2 recensioni
“Solo tu potevi accettare l’invito di uno sconosciuto, fra l’altro in uno dei quartieri più malfamati di Amburgo.”
E tutto iniziò con un delitto da Starbucks in cui la vittima fu un cappuccino e l'assassino un ragazzo dagli occhi blu...
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Somebody Out There

22.

Era notte fonda ormai, Bill e Tom se n'erano appena andati e tutto era più incasinato di prima dato che anche Tom aveva deciso di piegarsi alla condotta del gemello decidendo sui due piedi che nei tre anni passati era stato soltanto un idiota.

“Tieni. - Juri si sedette sul bordo del suo letto porgendole una tazza di tè bollente che lei osservò con sospetto – non trovavo le bustine della cioccolata.” si giustifico lui per il dono molto poco consolatorio e suo malgrado Meli si ritrovò a sorridergli.

“Grazie.” gli rispose prendendogli la tazza di mano e guardandosi bene dal dirgli che in linea di massima lei odiava il tè.

“Vuoi che me vada?” le chiese scostandole una ciocca di capelli dal viso.

“Resta finche ti pare.” replicò lei portandosi la tazza alla bocca e scoprendo che quel tè era stracolmo di zucchero e miele. Le venne nuovamente da sorridere, come aveva fatto Juri a trovare il modo di farle andare giù il tè?

“Me l'ha detto Bill quando mi ha trovato a trafficare con la bustina qual è l'unico modo per fartelo andare a genio.” le disse prevenendo la domanda.

“Poteva dirti anche dove trovare la cioccolata già che c'era.” borbottò lei.

“Lo sa?” il ragazzo ridacchiò, evidentemente l'idea lo divertiva.

“Quell'essere sa ogni cosa, è la quintessenza dell'invadenza!” sospirò.

“Sei sicura che non ti do fastidio? - le richiese – Linke mi sta bombardando di messaggi minatori.” aggiunse scocciato.

“Non preoccuparti.” le faceva tanto piacere avere accanto qualcuno che non avesse nessuna implicazione affettiva troppo forte con lei.

“Gli vuoi tanto bene vero? - le chiese dopo qualche istante e lei sulle prime non afferrò il soggetto, tanto che lui fu costretto a specificare – Bill intendo.”

“No...” gli rispose a mezza voce e lui le passò dolcemente una mano fra i capelli.

“Si vede lontano mille miglia.” le fece notare.

“Davvero?”

“Si.” si limitò ad annuire lui.

“E'... complicato.”

“Da quel poco che ho capito l'avete reso complicato voi.” le prese dalle mani la tazza semipiena e la appoggio in terra per poi stringerla forte e lei si lasciò andare a quell'abbraccio così caldo e – per una volta – senza alcuna implicazione.

“Non c'è mai stato niente fra me e Bill.” non sapeva esattamente perché lo stava dicendo così, dal nulla e per giunta a Juri.

“Si, avevo capito anche questo quindi immagino che anche David l'abbia capito.” le rispose e lei si staccò istantaneamente per fissarlo dritto negli occhi.

“Cosa c'entra David?!” gli chiese.

“Me l'hai detto sperando arrivi alle orecchie di David.” rispose lui con semplicità.

“Non è vero!” tentò di difendersi ma si rese conto che Juri aveva colpito nel segno, la ragione non poteva essere che quella...

“Non che voglia entrare nel merito delle vostre questioni, ma credo che dovresti parlargli a cuore aperto. Qualunque cosa tu abbia da dirgli capirà, non devi avere paura di quello.” le sorrise incoraggiante e lei lo guardò scettica, da quando Juri era così saggio?

“C'è un sacco di gente con cui dovrei parlare.” mormorò pensando a Katie e anche a Neely.

“Si, credo anch'io... e credo dovresti includere anche quei due gemelli.”

“Ora non ti allargare troppo.” sbuffò lei, ci mancava solo che Juri si mettesse a darle consigli in quella direzione, come se Bill non si fosse già autoeletto a consigliere del mondo con le sue perle in merito.

 

******

 

Era quasi mezzanotte quando senti bussare alla porta della sua stanza, chi la disturbava a quest'ora?

“Sono io.” sentì bisbigliare da fuori e subito si precipitò ad aprire.

“Chri!”gli saltò al collo come se non si vedessero da settimane, nonostante si fossero salutati solo poche ore prima.

“L'hai chiamata?” le chiese il ragazzo entrando.

“No – Katie scrollò la testa – credo che domani saremo tutti più calmi e lucidi.”

“Ottima mossa.” le disse fiero di lei e solo allora la ragazza notò che Linke aveva qualcosa che sembrava molto una custodia di chitarra appesa a tracolla.

“E' una chitarra?” gli chiese scioccamente.

“No, un saxofono.” la prese in giro lui sedendosi sul letto ed estraendo lo strumento dalla custodia imbracciandolo. Quando Katie realizzò che si stava apprestando a cantare per lei sentì istantaneamente gli occhi inumidirsi di commozione, dopo una giornata del genere quello era un regalo dal valore inestimabile per lei e chissà, forse Linke si era presentato sulla soglia della sua stanza con in spalla una chitarra proprio per quel motivo.

“Dimmi il primo gruppo che ti viene in mente.” le disse mentre si accertava che la chitarra fosse ben accordata.

“Backstreet Boys” rispose Katie senza la minima esitazione.

“Che schifo.” gli sfuggì prima che si potesse autocensurare e lei afferrò il cuscino iniziando a picchiarglielo in testa.

“Non osare dire cose simili su Nick!”

“Ma non erano in cinque?” la stuzzicò lui sentendola parlare di un solo membro.

Erano , adesso sono quattro e comunque Nick è l'unico che conta.” gli chiarì lei premurosamente.

“Nick sarebbe il biondino con gli occhi azzurri?” le chiese stringendo una corda.

“Si lui.” replicò lei indicandogli un piccolo poster appeso sul lato della scrivania che Linke non aveva mai notato prima.

“Anch'io ho i capelli biondi sai? - le rese noto con una vaga punta di gelosia – e gli occhi di un azzurro più bello.” aggiunse con aria saputa facendo finta di analizzare minuziosamente il poster.

“A me sembri moro.” gli disse con fare malizioso Katie.

“Al naturale sono biondissimo.” replicò lui piccato annuendo allo stesso tempo soddisfatto di come suonava ogni corda della sua chitarra.

“Ringrazia il cielo che ho detto Backstreet Boys e non Tokio Hotel.” gli disse ironicamente e lui roteo gli occhi a quella prospettiva.

“Zitta e ascolta.” le disse prendendole di mano il cuscino e buttandolo per terra per poi iniziare a produrre i primi accordi con lo strumento che aveva fra le mani.

A Katie bastò il primo per capire al volo di che canzone si trattasse e lui malcelò un sorriso compiaciuto quando la vide rabbrividire dall'emozione.

Allora cominciò a cantare.

Empty spaces fill me up with holes.

La sua voce penetrò a fondo fin nei recessi più profondi dell'anima di Katie.

Distant faces with no place left to go.

Si lasciò andare completamente, sedendosi a gambe incrociate di fianco a lui.

Without you within me I can't find no rest.

Non riusciva a distogliergli gli occhi di dosso, era completamente ipnotizzata dalla voce di lui, dalle sue mani che si muovevano esperte e sicure sulle corde della chitarra.

Where I'm going is anybody's guess.

Si era totalmente persa in lui.

I tried to go on like I never knew you.

Lui smise all'improvviso di suonare.
I'm awake but my world is half asleep.
Si voltò verso di lei senza però smettere di cantare.

I pray for this heart to be unbroken.

Le prese una mano fra le proprie e avvicinò le labbra a quelle di lei.
But without you all I'm going to be is

La sue voce divenne un sussurrò.
Incomplete

Le loro labbra finalmente si toccarono, ponendo fine alla melodia cantata da Linke e facendone iniziare una completamente diversa, fatta solo di mormorii, gemiti e respiri intrecciati.

 

******

 

“Non ci posso credere.” Neely affondò la testa nel cuscino dalla federa color porpora.

“Eddai, non è stato poi sto gran dramma.” osservò Timo abbracciandola mentre copriva entrambi con il lenzuolo, porpora anch'esso.

“Sonnenschein!” lo rimbeccò lei.

“Cosa?!”

“Abbiamo appena fatto sesso in un hotel a ore a St. Georg!” lo guardò dritto negli occhi chiedendosi come mai l'amico – anzi, il suo ragazzo – non cogliesse il dramma in quella situazione.

“E allora?”

“Come sarebbe a dire e allora ?”

“A casa tua ci sono i tuoi, a casa mia il mondo...” gli fece notare lui divertito.

“Queste lenzuola avranno addosso tutti i germi dell'universo, anche quelli di malattie ancora sconosciute alla scienza.” continuò a piagnucolare Neely.

“Sono pulitissime.” ridacchiò Timo.

“Ci siamo rotolati tantissimo, ora li avremo tutti addosso.” continuò lei imperterrita.

“Non dire rotolati , sembriamo due animali detto così.” le disse stringendola e baciandola così forte da toglierle il respiro e la forza di ragionare sui germi.

In fondo cosa importava dov'erano?

Erano insieme .

Senza nemmeno rendersene conto si ritrovarono di nuovo parte l'uno dell'altra, del tutto dimentichi delle lenzuola color porpora e di essere a St. Georg.

 

******

 

David era ancora sveglio nonostante l'ora tarda e si stava chiedendo se i suoi amici si fossero ammattiti tutti in contemporanea.

Timo non era tornato a casa, presumibilmente era ancora con Neely a fare chissà cosa e in quel momento la cosa lo scocciava parecchio dato che aveva pesantemente bisogno del suo migliore amico col quale sfogarsi, mentre tentava di resistere alla tentazione di chiamare Meli a quell'ora.

Juri aveva seriamente messo in atto il suo piano di trasferirsi, nonostante le minacce di Linke, e ora stava probabilmente dormendo della grossa bello spaparanzato sul letto dei genitori di Melina.

Linke era tornato a casa, aveva preso la chitarra acustica, si era messo ad esercitarsi un poco su una canzone dei Backstreet Boys e poi era sparito nuovamente e le uniche cose che si era degnato di dire erano tutti insulti rivolti a Juri.

Franky era tornato borbottando strane cose e si era chiuso in camera sfrattandolo e dicendogli che doveva riflettere. Infine Jan aveva deciso di lavarsi le mani di tutto e se n'era andato a dormire un'ora prima.

Sbuffò dandosi dello stupido per quello stava per fare ma alla fine la sua pazienza giunse al limite e compose il numero di Meli a memoria, sperando che la ragazza avesse riattaccato il telefono alla presa dopo averlo staccato nel tentativo di evitare Bill.

Uno squillo.

Due squilli.

Tre.

Al quarto stava per riappendere quando dall'altra parte si udì un cenno di risposta.

Pronto?

Juri.

“Sei già arrivato al punto da ricevere tu le chiamate?” gli chiese David che ormai non sapeva più se ridere o piangere.

“Meli dorme.” gli rispose l'amico.

“Ah...”

“Sta meglio. – gli disse Juri intuendo la preoccupazione dell'altro. – e credo ti voglia un gran bene.” aggiunse sincero.

“Richiamo domani mattina.” sospirò David che non sapeva più che pensare, voleva solo sentire la voce della ragazza.

“Ok, le dico che hai chiamato.”

“Grazie.” gli rispose e chiuse la chiamata sospirando.

Alla fine cedette al sonno e si addormentò sul divano che avevano in cucina sperando che il giorno dopo tutto sarebbe tornato al proprio posto.

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NOTE.
La canzone cantata da Linke è Incomplete dei Backstreet Boys ^_^

 

   
 
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