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Autore: Lilith9312    06/10/2014    1 recensioni
“Tu sei la più forte di tutti noi, tu puoi contrastare la loro oscurità con la tua luce. Tu sei la Guardiana!” Il vecchio sorrise e Ada lasciò l’abbraccio. L’uomo appoggiò le sue mani sulle spalle “Piccola mia, guardati! Tuo padre, tua madre, tua sorella…sarebbero fieri di quello che sei diventata. Tutti noi crediamo in te!”
Ada alzò gli occhi al cielo, dove stavano comparendo le prime stelle.
“Papà, mamma, Tania, so che mi guardate da lassù…aiutatemi voi.”
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se ne stava seduta a bordo del pontile, guardando il sole di fronte a sé calare dolcemente. Una sfera infuocata che si stava spegnendo a poco a poco.

Duron era un’isola rigogliosa, circondata dal mare limpido. Un paradiso naturale disperso da qualche parte indefinita nell’oceano. Perché era proprio così: non ci potevi arrivare a Duron, dovevi nascerci.

Il paesaggio non sembrava nemmeno reale, era come avvolto nella nebbiolina di un sogno. Le nuvole, bianche e soffici, coprivano  il cielo azzurro intenso, fino a confondersi con la linea dell’orizzonte e forse proseguire oltre.

L’acqua azzurra veniva colorata di arancione dagli ultimi raggi di sole, il quale, ignaro di tutto quello che stava per accadere di lì a poco, lasciava finalmente il posto alla sorella luna.

“Che fai qui tutta sola?”

Ada si voltò, i lunghi capelli castani mossi dal vento le nascondevano buona parte del volto.

Un vecchio con un mantello enorme sulle spalle e un bastone impugnato nella mano destra la stava fissando serio.

“Rendo omaggio agli ultimi istanti del giorno, zio Lorys.”

Il vecchio fece un leggero sorriso e prese posto di fianco la ragazza sul pontile. “Nel caso non dovessi avere ancora la possibilità di rivederli…”.  Teneva la testa bassa, osservando il suo riflesso nell’acqua sotto di sé.

“In quel caso non solo tu, ma tutta Duron non potrebbe più.” Il vecchio aveva un’espressione triste ma calma. Poco distante si potevano vedere e sentire dei ragazzini giocare allegramente sulla spiaggia. Ada alzò lo sguardo.

“Guarda. Se ne stanno lì, ignari di quello che sta succedendo. E pensare che anche io in questo momento potrei essere a casa, a guardare il tramonto dal balcone e il mio problema più grande sarebbe che cosa preparare per cena…” Una lacrima scivolò sulla sua guancia. “Io…ho paura, e mi sento una sciocca, ma ho paura.”

“Non avere paura è da sciocchi. La paura è un bene a volte, ti permette di affrontare le situazioni con più cautela e di avere un punto di vista superiore. Sarebbe un male che tu non ne avessi.” Il vecchio alzò gli occhi verso l’orizzonte in fondo, dove ormai il sole era completamente tramontato.

“Zio…perché io?” Ada si voltò verso l’uomo, gli occhi grandi color nocciola intrisi di lacrime brillavano sotto quella luce. Non era suo zio veramente, ma era un amico di famiglia dei suoi genitori e lei e sua sorella lo avevano sempre chiamato usando l’appellativo di “zio”. Inoltre era l’uomo che l’aveva cresciuta.

“Ada, figlia mia, non siamo noi che decidiamo chi siamo e quale è il nostro scopo nel mondo. Nessuno di noi l’ha mai deciso, ed è giusto così. Tu sei nata con un dono particolare, tramandato dalla tua famiglia da generazioni e generazioni.” Sorrise appena. “Non l’hai scelto, perché ciò comporta un sacco di responsabilità, ma è così.”

“Mamma e papà sono morti a causa di questo dono…”

Il vecchio si irrigidì appena a sentire quelle parole e sul suo volto comparì un espressione di tristezza.

“Ada…loro hanno dato la loro vita per salvare l’isola. Tuo padre ha servito il suo ruolo di Guardiano fino in fondo, ed è ricordato ancora oggi da tutti gli abitanti di Duron. Ha lottato per portare a termine il suo compito.”

“Compito che lo ha portato via da me, come ha portato via la mamma e Tania…sono rimasta solo io.” Scoppiò a piangere. “E adesso tutto questo tocca a me, e io non sono lui…io non ho tutta la sua forza.” Il lungo vestito verde ondeggiava mosso dal vento. In vita portava un fiocco, i cui capi adesso erano sciolti e cadevano sull’acqua.

Il vecchio l’abbraccio dolcemente e lei si lasciò andare in un pianto amaro.

“Nessuno ha detto che sarebbe stato facile, ma se tu hai questo dono, significa che dentro di te hai la forza che ti occorre.”

“Le cose sembravano andare bene, perché adesso deve crollare tutto così? Perché ci devono sempre essere mille ostacoli?”

“Piccola mia…purtroppo le nostre doti fanno gola a molti fin da tempi immemori. La Magia è una fonte di potere assurda, che può essere molto pericolosa se usata da chi è corrotto. Gli Zarek non la possiedono, e ne vedono una ricchezza infinita, ma la userebbero male con il loro odio e la loro smania di comando. Dobbiamo impedire che ciò accada, o per Duron sarebbe la fine.”

Ormai il sole era scomparso lasciando posto al tenue chiarore della sera.

“Tu sei la più forte di tutti noi, tu puoi contrastare la loro oscurità con la tua luce. Tu sei la Guardiana!” Il vecchio sorrise e Ada lasciò l’abbraccio. L’uomo appoggiò le sue mani sulle spalle “Piccola mia, guardati! Tuo padre, tua madre, tua sorella…sarebbero fieri di quello che sei diventata. Tutti noi crediamo in te!”

Ada alzò gli occhi al cielo, dove stavano comparendo le prime stelle.

“Papà, mamma, Tania, so che mi guardate da lassù…aiutatemi voi.”

“Sono così fiero di te, piccola mia…” Il vecchio strinse la ragazza forte a sé, e una lacrima comparì sul suo volto, ma fu quasi impercettibile. Doveva tenerle per sé, doveva essere forte anche per lei.
   
 
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