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Autore: naruhinaxxx    07/10/2014    1 recensioni
Naruto, assieme al fratello Memna e la sorellina Naruko, ha due settimane prima della preparazione per la commissione della maturità. In queste due settimane deve riuscire a gestire tre donne che lo vogliono ma non gli renderanno la vita facile. come se la caverà il nostro amato BAKA?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Menma Uzumaki, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Arrivarono al cinema dopo un quarto d’ora. Naruto scese per primo per digersi verso la porteira dalla parte di Hinata. Lei scese a passo insicuro, qualsiasi cosa la stesse turbando di sicuro era un fardello molto pesante.

“Hinata,” lei alzò il viso lentamente, non era il suo solito viso. Quella non era la Hinata che lui conosceva, quella con cui aveva passato mille avventure, la solare ragazza corvina che lo aveva salvato più di una volta nei compiti in classe. Non era la Hinata, non era più la sua migliore amica.
Ora che quei suoi occhi crueli erano allineati ai suoi Naruto si sentiva ancora più perso di prima. Erano lì, l’uno di fronte all’altro ma ogniuno distante mondi dall’altro. Un vento caldo da oriente soffiò sui due. I capelli le svolazzarono seguendo il flusso del vento, sinuosamente ora coprendo parte del suo viso ora fluttuando con se avessero preso vita. Era bellissima.
“Scusa. Non volevo,” ormai era sottomesso, non riusciva a pensare. La visione di Hinata era bastata per donargli nuovi dubbi, che era successo mentre era stato via in Giappone? Era lui l’artefice del suo soffrire? La seguì senza più fiatare, qualunque fosse la ragione doveva starsene buono ad aspettare senza proferire parola.
Entrarono nella sala che era piena di gente, che ci si poteva aspettare dal miglior colossal dai tempi di “Via col vento”?

“Sai, a volte ci ripenso a quel giorno e tu?” mormorò la ragazza, Naruto la osservò incuriosito. Erano lì, nell’ultima fila della sala a film appena iniziato come due perfetti fidanzatini. Lui comodo con lei avvinghiata al suo braccio come se non volesse perderlo. “Scusa, ma di quale giorno parli? Perdona la mia impreparazione però ora non mi viene nulla di rilevante in mente,” arrosì sia per l’imbarazzo sia per il gentile ceffone che ricevette immediatamente dopo che le parole dipartirono dalle sue labbra. “Ma tu non cambierai mai? Sei, e rimmarrai sempre lo stesso? Un ragazzone troppo cresciuto che si diverte a vivere al massimo e curarsi del prorpio corpo, pansavo che dopo tutti questi anni Memna fosse riuscito ad inseganrti qualcosa.” Sospirò leggermente spazientita, gli diede un leggero pizzicotto sulla guancia prima di applicare il benefico effetto delle sue tenere labbra.“Il mio caro Naruto, non cresci mai? Sempre pronto ad essere il migliore ma sempre umile verso chi ti sta a cuore. Non ti ricordi quel giorno dieci anni fà? Il giorno del mio compleanno in cui mi promettesti che mi non mi avresti mai perso di vista? Che ci saresti sempre stato per me?” “Beh, si. Ma che centra? Ci sono sempre stato per te, sei la mia migliore amica. Come potrei mai smettere di esserti di conforto?” “Allora perchè dopo il Giappone non mi hai mai risposto alle chiamate? Sono passati tre anni, TRE ANNI! Tre anni in cui l’unico modo per vedermi era quello di andare alle lezioni ed anche lì era come se io fossi inesistente per te. Non mi guardavi, non mi parlavi. Eri sempre nel tuo mondo, perso ed irrangiungibile.” Dei lacrimoni le si stavano formando su quei suoi bellissimi occhi. Singiozzava singhiozzi omessi mentre lui la quardava sempre più perso, “Cavolo, ma possibile che tu non riesca a dire una sola parola anche adesso? Che ti è successo là? Cosa ti ha cambiato così radicalmente da lasciarti un iceberg al posto del tuo massiccio cuore? Non ti ricordi?”, ormai era sull’orlo del baratro, un passo in più e sarebbe caduta nello sconforto, sarebbe stata ormai irrecuperabile. Naruto si odiava per quello che le avveva fatto passare, ma in cuor suo sapeva che non poteva darle torto. In quel momento irrecuperabile fece la prima cosa che gli venisse in mente. Le prese il viso delicatamente con le sue grandi mani e le portò le labbra a toccarsi con le sue.

Era un normalissimo bacio. Neanche il primo che si fossero mai scambiati fra di loro. Ma sempre per ragioni del tutto ignote a questo episodio. Questo era un bacio senza un forse nè un perchè. Ma allora perchè  aveva un sapore così aspro? Perchè non si perceviva altro che infelicità?

Hinata gli mollò un ceffone a piena potenza che lo fece sobbalzare indietro. “BAKA, non sei più il Naruto che conoscevo. Non sei più lui, ormai io non ti riconosco.” Gli gridò mentre correva fuori dalla sala inseguita da lui. Non guardava chi o cosa ci fosse d’innanzi a lei. Correva col viso fra le mani mentre un oceano di lacrime le sgorgava dai suoi occhi. Naruto le era sempre dietro, sempre intento a fermarla. Aveva sbagliato, questo si, ma non si sarebbe mai permesso di perderla. Lei che era un tasselo importante nella sua vita, se non l’essenziale.

Hinata nella sua disperazione non si accorse d’essere finita per strada mentre vi stava passando una Porche Turbo  a tutta velocità. Naruto subito si lanciò per prenderla ma il suo gesto fu vano. La macchina investì in pieno Hinata facendola volare un centinaio di metri in avanti mentre inchiodando lo colpì di lato facendolo sbattere contro un albero spaccandogli la spalla sinistra. Naruto urlò nel dolore però cercò d’alzarsi subito, il braccio era ormai inservibile e stava perdendo una dose considerevole di sangue da esso e dal viso. A malapena riusì a alzarsi, barcollante cominciò a correre verso la corvina, ogni venti passi cadeva e sbatteva la spalla e la faccia sul cememento. Ogni volta il dolore diveniva sempre più acuto e lancinante. Per fortuna Hinata era riuscita a saltare prima dell’impatto quel tanto che bastava per riuscire a preservare i suoi organi vitali dall’impatto con la maccina. Arrivato, con l’unica mano che riusciva ad usare le strappò la maglia per poi premere l’orecchio contro il suo petto. Non vi era battito.
“Non posso lascirare che questo dolore mi freni dal cercare di salvarti. Condividerò con te il dolore," pensò mentre sollevò le braccia fra mille urla di dolore prima di cominciare i massaggio cardiaco. Apertura bocca. Svuotamento da sangue. Uno, due, tre, quattro, cinque respirazione bocca a bocca...ripeti. Uno, due, tre, quattro, cinque respirazione bocca a bocca...ripeti. Uno, due, tre, quattro, cinque respirazione bocca a bocca...ripeti. Uno, due, tre, quattro, cinque respirazione bocca a bocca...ripeti...RIPETI. Finalmente ottenne un battito accompaganto da un colpo di tosse da parte di lei che espulse tutto il sangue che si era depositato nei suoi polmoni. Hinata svenne mentre Naruto la caricava in macchina. Nonostante ci vedesso solo con un occhio e avesse un braccio distrutto, egli non si deide per vinto. Poteva svenire, poteva. Ma solatanto quando sarebbe riuscito a portare Hinata all’ospedale.
Arrivato si gettò immendiatamente in corsia fra lo sgomento degl’infermieri e dei pazienti. “Un dottore. Trovatemi un dottore!!! Lei.....Investita.....io...spalla....io...” riuscì a dire mentre posava la ragazza su un lettino prima di svenire. Svenne cadendo in avanti, colpì la testa. Fu ritrovato dai medici un una pozza di sangue che usciva dalla sua tempia fronte spaziale.
 
 
Bianco? No qualcosa d’indefinito. Sfuocato. Aspetta, piano piano gli occhi si aprono. C’è qualcosa, è una persona.
“Buon giorno baka. Si vede che sei fatto di roccia,” Naruto si sentì dire prima di ricevere un ceffone che lo riportò in vita. D’avanti a lui vi erano Naruko che dorminva di fianco a lui sul lettino dell’ospedale, Menma ers in piedi di fianco a lui a sfregarsi la mano dopo che gli aveva assestato il ceffone, Sakura era seduta su una sedia di fianco al letto, alla porta c’erano lo zio ed il padre, entrambi scuri in volto.
“Ehm... l’ho combinata grossa?” chiese con voce sottomessa e testa bassa. Si guardò la spalla e vide che era totalmente immobilizzata col resto del braccio da un gesso speciale per la velocizzazione della guarigione delle ossa, punto di vanto della famiglia Hyuuga. Naruko sussultò al suo movimento per mettersi seduto ma continuò a dormire avvinghiata al suo braccio sano, Memna di suo rimase inespressivo nel viso ma Naruto sapeva benissimo che  il fratello era lì per supportarlo.
“Beh, di sicuro non è che hai fatto un gran lavoro. Lo sai benissimo che la famiglia Hyuuga è una delle più antiche e caotiche della nostra metropoli, qualunque cosa tu abbia fatto non è stata una grande idea. Però d’altro canto sono fiero di te, sei riuscito a darti da fare ed a stabilizzarla quanto bastava per salvarle la vita nonostante quella spalla.” Naruto alzò il viso per guardare il severo padre negli occhi, Minato era serio ma nei suoi occhi azzzurro celeste c’era la scintilla d’orgoglio per ciò che aveva fatto in quella situazione critica.
“Naruto!!!! Ma che mi combini!? Mi hai fatto spaventare in un modo pazzesco!” urlò Kushina entrando nella camera svegliando le due donne che ancora dormivano. Si gettò subito sul figlio riempiendolo di baci e carezze bagnate dalle sue lacrime. Sakura e Naruko si spostarono mentre Minato si avvicinava alla moglie ed il figlio malconcio.
“Non esagerare amore, è ancora indolenzito e poi in questa camera non ci siamo soltanto noi,” disse scostando le tende per mostrare un’altro letto dove vi era una una figura femminile ricoperta di bende sulla maggior parte del corpo mentre dei fili e tubi la collegavano alle varie flebo di sangue, plasma, morfina, cortisone mischiato ad altri medicinali ed ai macchinari per la ventilazione assistita e l’ RVV*.

Nello stesso momento entrò nella stanza un ragazzo più o meno della stessa età di Naruto e Hinata con un buquet di rose Scarlet Velvet. Era un ragazzo alto e possente dai caplli lunghi fino a metà schiena, portava un completo formale da uomo d’affari completamente bianco, dalla carnagione e l’espressione facciale si capiva senza ombra di dubbio che fosse un Hyuuga.
Il ragazzo si diresse verso il letto della ragazza senza rivolgere una sola parola al gruppo, i suoi occhi vitrei non trasmettevano alcuna emozione, o almeno provavano siccome Naruto si accorse subito che egli cercava ti trattenere una lacrima dallo sgorgare con misto di rabbia repressa a fatica e tristezza. Egli mise i fiori in un vaso di fianco al letto della ragazza, le controlò le bende e le baciò la fronte.  Il silenzio fu rotto quando si girò verso Naruto guardandolo minacciosamente, “Naruto, non ti ho mai visto bene e nè comincerò mai. Questo incidente non è altro che un’altro esempio di come solo la tua presenza possa provocare immani danni a mia cugina. Ti ricordo che dovevi protegerla ma come sempre non sei meritevole di un compito di tale rilevanza, le nostre due famiglie governano la bilacia di questa metropoli. Se vuoi che i piatti si sgretolino vai avanti ma non ti aspettare che noi Hyuuga ti renderemo il compito semplice.” Non era una minaccia nè un un consiglio, era semplicemente un avvertimento. Troppe delle loro azioni determinavano il flusso della città, non poteva far si che il suo comportamento portasse ulteriori disgrazie.
Naruko si lanciò direttamente verso il ragazzo pronta a colpirlo per proteggere l’orgolio del fratello però fu subito fermata da Naruto che le afferò un piede facendola sbilanciare compromettendole la sua traiettoria d’attacco. Atterò due metri a destra del tipo girandosi fulminea verso il biondo col viso da cane bastonato, “Sorellina, è compito della donna preservare l’onore dell’uomo, però adesso non posso fare altro che essere d’accordo con Koba.” Le disse baciandole le guancie quando lei gli cadde fra le braccia, “Sono stato incaricato con questo compito perchè le nostre famiglie pensavano che io fossi all’altezza del compito assegnatomi. Ho fallito per la seconda volta, non ci sarà un terza. Devo pulire il mio nome agli occhi degli Hyuuga, lo devo specialmente alla povera Hinata.”
 
Il moro se ne uscì dopo che i due si scambiarono in cenno del capo. “Va bene figlioccio. Ora io ed la coppietta qua dobbiamo andare ma tu resti qua con Naruko, falle compagnia.” Gli disse il padrino Jiraia mentre prendeva il suo telefono per rispondere ad una chiamata alquanto importante vista la sua reazione. Minato si avvicinò al figlio che lo guardava storto, “Ehi, non mi guardare così l’hai combinata grossa tu ed adesso ripari i cocci con tutto il tempo che ti resta, devi ancora passare una settimana prima che ti dimettano.” Disse dandogli in pugnetto sulla spalla sana mentre si scambiavano un sorriso splendente. Kushina sospirò profondamente e poi gli diede un bacio sulla fronte amorevolmente augurandogli un buon recupero prima di seguire il marito.
“Fratello, possibile che ne combini sempre una? L’ultima volta col Giappone ed adesso questa? Sei un disastro, è proprio vero che fra i due quello più saggio sono io.” Sbottò annoiato, “Abbè, sempre meglio te che me. Io vado che devo accompagnare Sakura per un provino. Peccato che tu non possa venire.” Gli disse mentre cominciava ad andarsene ignorando l’espressione sulla faccia di Naruto che esprimeva un misto di, “Mi prendi per scemo” ed, “Ma vaff....”. Sakura si alzò e solo in quel momento Naruto potè vedere i solchi che le lacrime le avevano lasciato, “Sei uno stupido, non pensi ed agisci sempre d’istinto, però è questo che mi piace di te,” gli disse lanciandogli un ceffone a regola d’arte, “Non provare più a farmi prendere uno spavento del genere.” Gli disse prima che si scambiassero un lungo bacio appasionante.
 


Rimasti soli Naruko si sedette di fianco al fratello, “Fratellone, lo sai che darei anche l’anima per te.” Disse lamentandosi facendo glio occhi dolci, “Lo so piccola, però non vorrei mai che tu arrivassi a sacrificarti così tanto per me. Sei mia sorella minore non una donna qualunque e per cui ti amerò per sempre. Fai la brava, piccola, tutto si risolverà.” Naruko gli si avvicinò ancora di più e di colpo stampò le proprie labbra su quella del fratello. Naruto ebbe difficoltà a distaccarsene sia per la sorpresa dell’essere stato colpito all’improvviso sia per l’incredibile forza di cui lei era dotata sia il fatto di poter usare solo un braccio. Alla fine ci riuscì premendo sul suo petto, “Ma che diamine... Naruko ma che fai? Che ti è passato per la testa?” le disse tendola a distanza di braccio. Naruko arrossì in viso mentre la mano del fratello affondava nel suo seno ad ogni centimetro che percorreva per avvicinarsi, “Fratello, io... voglio... io voglio amarti non solo come fratello... voglio che tu sia il mio primo e vero bacio, voglio che tu sia il primo a sentire il mio corpo.......   Naruto, io.... ti voglio. Voglio che tu sia la mia prima volta!” gli disse prendendogli la mando e tenedosela sul petto mentre il battito le accellerava sempre più. “Ma tu sei matta! Dico sei fuori! Sai questo cos’è? Si chiama incesto! Non volgio macchiarmi di un tale fatto, e poi perchè io? Ne hai avuti di ragazzi nella tua vita!” controribbatè divincolandosi sebbene non riuscisse a scappare. “Erano tutti impreparati per me. Tu sei l’unico a cui io mi sia mai sentita così. Io ti voglio fratello, ti voglio come sorella e come donna. Pensi che non mi sia accorta di quando mi spii mentre faccio la doccia? Di come mi abbracci quando dormiamo assieme? E poi sei tu che mi hai insegnati le basi del bacio, voglio che tu mi renda una vera donna.” Dichiarò mentre si avvicinava sempre più con le labbra al suo viso.
“Ma tu scema forte! Sei veramente fusa. Ammetto che ti spio qualche volta ma lo fa anche Memna. Ti abbraccio nel sonno perchè si chiama istinto di protezione e poi sono abituato a farlo quando dormo con donne. Si, ti ho inseganto le basi ma quello era come sei anni fa quando dovesti andare al tuo primo appuntamento. Ma adesso, che tu mi chieda di violare il vincolo di fratello-sorella che ci lega, questo non lo accetto. Non ti toccherò più di come ti toccavo come tuo fratello.”
“Quindi... secondo te sono brutta? Non sono degna di te? Sono troppo inesperta ed immatura?” gli disse mentre si accasciava sulle sue gambe prima di cominciare a piangere diperatamente. “Maledizione, ci mancava anche questa. Come faccio io a calmare le emozioni di una sorella incestuosa?” Pensò mentre le accarezzava la testa amorevolemnte come aveva sempre fatto per farla smettere di piangere. Le alzò delicatamente il viso mentre lei continuava a guardarlo con gli occhi supplichevoli rossi dalle lacrime. “Mi maledico per questo ma siccome non posso vederti piangere ti darò il tuo primo bacio. SOLO QUELLO, CAPITO?” le disse asciugandole le lacrime con il proprio petto.
 
Lei alzò la testa piano per allineare la bocca con la sua. Appena allineate scattò in avanti per baciarlo sebbene venne fermata dalla sua mano sana, “Numero uno, questo è un segreto fra me e te. Nessun’altro deve saperlo. Numero due, non farti strane idee per il seguito e numero tre, maledizione. Ammetto di amare il tuo corpo!” le disse prima di far scivolare la mano sulla sua nuca e portandole lentamente il viso a toccarsi col suo.
 
“Hai tropppa fretta Naruko. Calmati e lascia che sia l’uoma a guidare l’azione. Vabbè hai bisogno di qualche dritta ancora.” Le disse nella pausa appena le loro labbra si distaccarono per poi ritornare a baciarla a modo suo.
Due ore dopo Naruko si stancò delle lezioni private e chiese se fosse possibile proseguire un’altro giorno. “Uff, va bene. Non baci ancora abbastanza bene.” Disse mentre tutt’e due evitavano il contatto visivo per l’imbarazzo. Erano fratelli in fonodo e quello che avevano appena fatto era immorale nonchè incredibilmente imbarazzante per entrambi.
 
Naruto si girò verso il letto dove vi era posta Hinata, i macchinari funzionavano perfettamente ed il suo petto si muoveva ritmicamente. “Ma che ci trovi di tanto interessante in lei? Io e Sakura siamo molto più sviluppate di lei e poi lei ha smesso di frequentarti dopo che sei tornato dal Giappone.” Disse la ragazza portandogli la testa ad affondare nella sua abbondante quarta, Naruto ne emerse ansimante.
“Ti ho detto di non farti strane idee!” la rimproverò tirandole un buffetto sulla prima parte del suo corpo che riuscì a mirare, l’effetto non tardò ad arrivare sebbene la ragazza arrossì selvaggiamente invece di demoralizzarsi. “Ma perchè sono così tanto sfortunato?” pensò mentre la sorella si rimetteva a sedere di fianco a lui. “Ufff, che pizza. Naruko, voglio che tu non proferisca più alcuna parola su chi sia migliore per me fra te, Hinata e Sakura, specialmente siccome tu sei mia sorella.” Le disse mentre le accarezzava i capelli intanto che la sua testa era appoggiata sull sua spalla sana. Passava le sue dita fra i suoi lunghi capelli biondi come i suoi ma lunghi e delicati come la seta per poi discendere contornando le sue labbra. Naruko era proprio lui al femminile, tutto era suo tranne per i pochi cambiamenti che la rendevano propriamente donna. “Sono tutte e tre bellissime. Ogniuna ha i suoi pregi ed i suoi difetti. Peccato che quello di mia sorella lo abbia dovuto scoprire prorpio in questo modo controverso. Si è vero lei e Sakura hanno i seni e le cosce molto più sviluppati di Hinata ma lei per me è perfetta, se solo me la fossi portata in Giappone con me. Avrebbe impararto tutti ciò che io ho imparato e poi ci saremmo evitati tutto questo gran macello. Ufff, va bene oggi è il ventiquattro. Ciò significa che sono rimasto privo di conscenza per un giorno. Bene oggi è andata così devo ancora parlare con... vediamo Memna, Sakura, Koba e poi la sorella di Hinata. Com’è che si chimava quella scavezzacollo spericolata? Ah, si Hanabi!
Chissà che sta combinando quella la. Ora che sua sorella è in coma per colpa mia sarà Koba a dover tenerla d’occhio. Speriamo. Non c’era mai a casa. Uff, mi sa tanto che dovrò metterci il mio zampino dopotutto.”
 

Naruko se ne andò felice per l’esperienza vissuta col fratello verso le otto di sera, corse scalpitante verso la macchina dello zio tutta rossa ed agitata. Era riuscita a farsi baciare da suo fratello, finalmente aveva capito cosa veramente significasse essere innamorata, se solo lui non fosse suo fratello. Se solo... sarebbe tutto più semplice ed assolutamente molto meno imbarazzante per lui.
 


Naruto si sistemò comodo sul suo lettino. L’ospedale era tremendamente silenzioso, troppo per i suoi gusti. L’unica cosa che scalfiva quel silenzio snervante era il ritmico picchio dei battiti sul RVV di Hinata.
Il suo corpo riplenedeva ai raggi della luna. Nonostante tutti i truami ricevuti e le bende che aveva su tutto il corpo non riusciva smettere d’essere la persona più bella che lui non avesse mai visto. Naruto scese dal suo letto e si sedette su una sedia vicino al letto della sua amica. Le prese la mano destra e gliela strinse forte, come faceva una mano talmente bella e delicata ad essere così fredda e priva di forza? Quelle mani che riuscivano a toccare ogni parte di un corpo purificandolo ora erano senza vita. Naruto si portò la mano alle labbra e la baciò. “D’ora in avanti giuro solennemente sul mio onore che nulla più accadrà a Hinata. Giuro di esserle fedele anche a rischio della mia stessa vita. Giuro di proteggerla da qualunque pericolo materiale che sociale. Che possano le mie carmi bruciare se colei dovesse soffrirne per colpa mia.” Le sistemò le coperte e le baciò le guance. “Buona notte, Hinata. Riprenditi bene, io sarò qua ad aspettarti.” Le sussurò mentre appoggiava la testa sul letto e chiudeva gli occhi sempre tenendole mano.
 
 
 
“Hey, stupido. Smettila di stare attaccato a mia sorella. Hey staccati.” Delle piccole mani stavano strattonando il provero corpo di Naruto sebbene ciò gli arrecasse acute fitte di dolore. Il biondo si svegliò stringendo i denti per il dolore solo per ritrovarsi una Hinata in miniatura d’innazi a lui. Prima che potesse pensare di dire qualcosa la ragazzina tentò di calciarlo nei gioielli, azione inutile siccome Naruto reagì al primo accenno di attacco grazie al suo addestramento, le bloccò un polso e facendoglielo ruotare la bloccò con le braccia dietro alla schiena. La ragazza cercò di divincolarsi ma capendo di non poterci riuscire cercò di scalciare e tirare testate sebbene Naruto fosse a distanza di braccio e per cui impossibile da colpire.
“Adesso la smetti? Hanabi, so che sei arrabbiata con me e che non ti sono mai piaciuto ma adesso calmati. Non ti voglio fare male ma se ti dovessi immobilizzare non esiterò dal farlo.” Disse mentre le alzava le braccia lentamente riducendole i movimenti sempre più.
“Va bene, va bene. Adesso lasciami che mi stai facendo male.” Disse mentre in tutta risposta cominciò ad attacarlo frontalmente appena fu rilasciata. Il biondo si mise subito in posizione di difesa e parò ogni colpo col minor sforzo possibile finchè la ragazza non tralasciò una breccia nella prorpia serie di attacchhi che lui utilizzò per sottometterla.
“Ma come fai ad essere così forte? Hai una spalla rotta e nonostante tutto riesci a combattere benissimo. Che hai fatto in Giappone che ti ha reso così forte?” gli chiese Hanabi da terra. Aveva le maniche della felpa legate alle proprie braccia che le sopprimevano ogni tipo di movimente e Naruto la teneva sotto controllo essendosi seduto su di lei sempre cercando di applicare il minor peso possibile per non farle troppo male. “Va bene liberami, tanto non riuscirò mai a colpirti.” Gli disse ormai sconfitta,  Naruto le diede uno sguardo inquisitorio ma alla fine volle fidarsi e l’aiutò a rialzarsi.
“Beh ciao Hanabi. Ma che fai a quest’ora? Sono le undici di notte.” Le disse quardando il suo Citizen, “è un po’ tradi per le visite e poi sinceramente lei non potrebbe dirti alcunchè.”
“Non voglio stare a casa con Koba, è uno stupido cretino che non fa nulla per essere simpatico!” sbottò la ragazza sedendosi sul letto di Naruto con lui. “E poi sapevo che se mia sorella si fosse fatta male sarebbe stata colpa tua, e poi mi diverto a stare con te.” Si sdraiò sul letto mettendo la testa sulle sue gambe. “Non capisco voialtri. Siete sempre in cerxa di qualcosa ma non fate mai attenzione ai cocci che rompete.”
Queste furono le sue ultime parole prima di sprofondare nel sonno. Naruto la sistemò nel proprio lettino, lei aveva più diritti di lui per fare un buon sonno.
Per fortuna il muro intorno alla finestra della stanza era abbastanza spesso per permettere al biondo di sedersi ad ammirare il paesaggio. L’ospedale era in una posizione sopraelevata rispetto agli altri palazzi. Sotto di lui vi era il frenetico ballo delle luci notturne, come una candela danzante. La città ardeva di bellezza finchè non si sarebbe consumata.
 


*RVV: Rilevatore Valori Vitali


Beh, eccoci qua! Non so dire se vi sono mancato ma sicuramente volevo sentire quella bella senzazione di appagamente nello scrivere un'altro capitolo.
Non fate domande su Naruko incestuosa o il Giappone. Ragione... non ve la dico. Continuate a leggere e scorpirete. P.S. Non tutto avrà senso nei prossimi capitoli ma alla fine in senso ce l'avrà, dovete solo essere pazienti e continuare a leggere. per il resto che dire? Boh. Allora, dico: Ciao, sono tornato ed ancora più incasinato di prima ma con anche molti più spunti ed idee per le fiction che veranno.
le vacanze sono passate per me ma non certo il divertimento.
Non so voi, ma a me siete mancati.
Baci e abbracci
Naruhinaxxx
  
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