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- Tesoro,
ti dispiacerebbe andare a vedere chi è? Mi sto vestendo!
–
Una bimba
sugli otto anni alzò gli occhi dal suo Top Girl (una
ragazzina molto precoce) e
lo ripose sul comodino accanto al suo morbido letto fucsia.
- Si
mamma, ora vado! – rispose con voce allegra. Aveva
già visto dalla finestra
della sua stanza chi mai bussava alla loro porta a quell’ora
e soprattutto alla
Vigilia di Capodanno.
Fece
così
di corsa le scale, con un sorriso stampato in volto.
- Ciao zio
Gil!!! Da quanto tempo!!! – e senza dare all’uomo
nemmeno il tempo di
rispondere al saluto, le si avvinghiò al busto.
Grissom
rise divertito.
- Ciao
Linsday, anche per me è un piacere rivederti! – e
le sorrise dolcemente.
La bambina
si staccò da lui, ridendo.
- Sai zio
Gill, mi sa che hai messo su un po’ di pancetta!
L’ultima volta riuscivo ad
abbracciarti più facilmente! –
L’uomo
portò automaticamente lo sguardo sul suo ventre, sorridendo
di sbieco.
- Eh si,
lo so piccola! Zio Gil sta diventando vecchio e flaccido! –
la buttò
sull’ironia, ma in fondo la sua voce era velata di
consapevolezza. Gli anni
cominciavano a farsi sentire sul serio.
Linsday
però corrugò la fronte e Gil per un attimo vide
Catherine davanti a sé.
- Ma che
dici zio Gil, non sei affatto vecchio! Sei solo un uomo che ha
raggiunto la
mezz’età, e poi sei ancora affascinante, lo dice
sempre anche la mamma! –
Grissom
rimase un po’ interdetto.
-
Oh… Bè,
grazie Linsday! Comunque, dimmi, la mamma è in casa?
–
(Dal piano
di sopra) – Lins, chi è? –
La bimba
si voltò verso le scale.
- Come
stavo per dirti, è di sopra. – disse guardando
l’uomo con una faccia… professionale
– E’ zio Gil mamma!! –
-
Immaginavo, scommetto che non ha trovato nemmeno uno straccio di abito
nel suo
desolato armadio!– rispose Catherine ridendo. Anche la
bambina fece una
risatina, mentre Grissom si finse offeso.
- Ehi,
guarda che ci sento anche io! Ebbene sì, è
così! – urlò di rimando.
-
Accompagnalo su, Linsday! –
La piccola
sfoderò un sorriso a trentadue denti, prendendo per mano
Grissom.
- Andiamo
zio Gil! Vedrai mamma che bel vestito si è messa! Sembra una
principessa! -
- Lo
supponevo. Tua madre è sempre bellissima… e
ovviamente, tu sei proprio come
lei! –
- Si, lo
so zietto! – disse la piccola soddisfatta.
Piccola
poi.
Gil si
chiese se potesse davvero chiamarla ancora
“piccola”.
Si
fermarono davanti ad una porta socchiusa.
- Aspetta
un attimo qui, zio Gil, vedo se mamma è ancora in
desabiliè! (si scrive così??
boh… Ndme) – e si intrufolò nella
stanza con un sorrisino furbo, lasciando
Grissom senza parole.
Come
diamine passava il tempo…
Cath che
iniziò ad avere problemi con suo marito Eddie, la gravidanza
indesiderata,
l’alcol e la droga, sembravano ora così lontani,
ricordi insignificanti.
Lei e
Linsday erano felici adesso. La mancanza di una figura paterna certo si
faceva
sentire ogni tanto, ma a loro andava benissimo anche così.
“E poi c’è sempre
zio Gil!” esclamava sempre la vocetta allegra della bambina
quando la madre era
giù di corda. Tornava il sorriso ad entrambe.
Che ci
fosse qualcosa tra i due?
No, nulla
del genere. Solo un fortissimo affetto, che i più malevoli
tramutavano in
“storia”.
No, non
c’era una “storia” tra il supervisore e
la sua vice.
Amicizia.
Tutto qui, semplice.
Grissom
tese le labbra in un sorriso ironico: aveva capito che
l’amicizia era un
sentimento semplice, ma l’amore ancora no, benché
il confine fosse davvero
sottile. E lui l’aveva oltrepassato eccome, ma non con
lei…
- Entra
zio Gil! –
La bambina
aprì la porta con fare teatrale, saltando poi sul letto con
un agile balzo.
Dal grande
armadio spalancato emerse Catherine, depositando uno smoking su di una
poltroncina.
Grissom
non potè non notare la sua eleganza e la sua bellezza,
chiedendosi come Eddie
poteva essere stato così stupido da lasciarsela scappare.
-
Accidenti, Cath, stai benis… -
- Bando
alle ciance Gil! – esclamò la donna –
Sono già le 21.00 e tu sei ancora lì con
i tuoi stracci! –
L’uomo
alzò un sopracciglio e si guardò un attimo i
vestiti.
-
Ma… che
hanno di male, sono gli stessi che avevo al lavoro stamattina.
–
- No, Gil,
sono gli stessi che hai dal turno di IERI sera, visto che decidesti di
trascorrere la notte in laboratorio! – rispose stizzita.
Grissom
sgranò gli occhi, mentre Linsday si godeva la scena
ridacchiando.
- Davvero?
– non faceva nemmeno caso a quando trascorreva la notte fuori
di casa…
Sospirando:
- Sì, Gil… -
-
Oh…
Allora se le cose stanno così… Non è
che potrei farmi una doccia veloce? –
Se fosse
stato un anime giapponese, ora si sarebbero viste Linsday e Catherine
cadere a
gambe all’aria.
- Diamine
Gil, fai in fretta! Gli asciugamani puliti sono nel mobile sotto il
lavandino…
- e detto questo si scansò per fargli raggiungere il bagno.
- Grazie,
sei una angelo! –
Lei lo
guardò
ironico.
-
Bè…più o
meno. – e chiuse la porta dietro di sé.
Madre e
figlia si fissarono per qualche secondo, scoppiando poi a ridere.
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Ore 21.30.
Dall’altra
parte della città, in un quartiere di villette praticamente
tutte uguali,
destava particolare interesse una di queste.
Era
l’unica nella quale non si udivano schiamazzi di bambini,
risa di adulti un po’
brilli, vociare di famiglie troppo numerose, non si vedeva nessuno
nemmeno sul
tetto, intento magari a sistemare i fuochi d’artificio per la
fatidica ora X.
No, niente
di tutto ciò. Casa silenziosa e luci spente.
Era dal
garage che provenivano segni di vita. Segni, anzi, di qualcuno
piuttosto
innervosito.
Una
giovane donna, alquanto attraente, girava con forza e decisione la
chiave nella
sua apposita fessura, ma senza ottenere alcun risultato.
L’auto singhiozzava
per pochi attimi, poi sbuffava e si spegneva. A quanto pare, anche lei
non
aveva voglia di lavorare. Insomma, era o non era
-
Dannazione, vuoi partire?! Cristo! - ringhiò,
sbattendo le mani sul volante.
Si sentiva
già leggermente a disagio al pensiero di ciò che
si accingeva a fare (un
cenone, ma che le era saltato in mente?!), ci mancava anche quella.
E dire che
si era agghindata di tutto punto, andando contro tutti i suoi principi
di
sobrietà e invisibilità. Insomma, già
sentiva mille occhi puntati su di sé
(ricordo a tutti che si trovava nel garage), figurarsi una volta
arrivata a
destinazione.
Santo
cielo, se ne stava rendendo conto solo in quel momento.
Superfluo
dire che fu presa dal panico, e la sua rabbia per l’auto
capricciosa era
improvvisamente svanita.
- Bene, a
quanto pare il destino non vuole che vada alla
“festa”! Benone! – disse al
nulla.
Uscì
dall’auto, tirò fuori dalla borsetta il cellulare
ed si diresse verso il
vialetto, dove c’era campo. Compose velocemente un numero e
avvicinò
l’apparecchio all’orecchio, mentre si stringeva
meglio nel cappotto scuro.
****
- Insomma,
Gill, ma quanto ci metti?! –
- Ancora
qualche minuto! – rispose una voce maschile da dietro una
porta.
- Vorrei farti notare,
principino, che sei lì
dentro da più di mezz’ora! –
La donna
scese dal letto su cui era stesa e si piazzò davanti alla
porta del bagno con
le mani sui fianchi.
- Ti
assicuro che se farò ritardo per colpa tua, e io ODIO
arrivare in ritardo, le
tue preziose chiappe – qui Linsday rise –
festeggeranno l’anno nuovo sul tavolo
del dott. Robbins! –
- Ho
capito Cath, ho capito! –
Catherine
si lasciò cadere nuovamente sul letto.
- Sai
mamma, così rischi di sgualcire il vestito! –
Le sorrise
dolcemente: - Hai ragione tesoro…- mettendosi poi a sedere.
Con un
po’
di esitazione, la bambina le si accostò.
- Mamma,
posso farti una domanda? –
- Certo
amore, dimmi. –
- Ma tu
ami zio Gil? –
Catherine
rimase spiazzata. Non si aspettava una domanda del genere,
così di punto in
bianco!
-
Bè,
voglio molto bene a zio Gil, tesoro, ma… Non sono innamorata
di lui, no… -
disse incurvando un po’ le labbra rosse.
-
Però tu
e lo zio vi vedete spesso e quando lui sta con noi tu sei felice,
magari se lo
sposi e sta sempre con noi sei felice sempre… -
incalzò la bimba, guardandosi
le mani.
La donna
capì il perché di quella domanda…
- Oh
tesoro, ma non devi pensare che sono felice solo quando viene a
trovarci lo zio
Gil! – esclamò, stringendola a sé
– La mia felicità sei tu… -
- Davvero?
–
- Certo!
Parola! –
La piccola
rise.
-
Però
potresti sposarlo lo stesso lo zio Gill… - era il suo
desiderio segreto.
- Linsday,
io e lo zio Gil siamo solo grandi amici. Ti spiego una cosa, e
ricordala
sempre: da una forte amicizia nasce solo un debole amore. Riesci a
capirmi? –
- Si,
mamma…- rispose mesta. Era arrivato il momento di rinunciare
al suo sogno.
Catherine
si accorse che la situazione stava prendendo una triste piega, e decise
di provvedere.
- E
poi…-
disse con tono misterioso – lo zio Gil è
già innamorato… -
- Dici
davvero? Lo zio Gil?! – esclamò la bambina.
- Sssh!
–
l’ammonì indicando la porta.
- Ah
già…
E di chi è innamorato? –
- Di una
ragazza molto carina e molto speciale. –
-
Più
bella e più speciale di te?! –
-
Bè, per
lo zio Gil sì. –
-
Mmm… Non
deve capirci molto di donne lo zio! – disse ridendo.
- Si,
infatti! –
Tra le
risa generali, squillò improvvisamente il cordless sul
comodino.
- Ma chi
diamine… - afferrò l’apparecchio
– Pronto? –
La bambina
ascoltava curiosa.
- Ciao
Sarah, dimmi, che succede? –
-
Catherine, non posso esserci al Cenone…Mi dispiace.
–
- Che vuol
dire che non puoi, qual è il problema? –
-
Bè…-
esitò – Ecco non parte la mia auto. Non posso
certo arrivare fino al casinò a
piedi. -
- Che
guaio… No, non mi va, deve esserci tutta la squadra!
–
- Lo so,
Catherine, ma davvero, è mezz’ora che provo a
metterla in moto eppure niente…
Davvero, mi spiace molto… - disse cercando di apparire il
più dispiaciuta
possibile. Ormai era fatta!
In quel
momento, Grissom uscì dal bagno.
- Diavolo,
Cath, aiutami con questo aggeggio infernale… - disse, mentre
lottava con il
farfallino dello smoking.
Catherine
stava per dirgli di aspettare un attimo, ma ebbe
un’illuminazione. Una favolosa
illuminazione.
-
Tranquilla Sarah, verrai a quel Cenone. Ho trovato la soluzione. Tu
resta lì. –
-
Ma… -
Sarah, non ebbe il tempo di aprire bocca, che dall’altro capo
la donna aveva
riattaccato.
-
Maledizione! – inveì. La cosa le puzzava.
****
Certo, la cosa
puzza eccome, che ne
dite?XD Spero che la storia vi stia interessando, mando un GRAZIE a chi
a
recensito e a chi ha dato una sbirciatina a questa storiella. Scusate
se sono
breve, ma è già un miracolo se sono riuscita ad
aggiornare!
A presto!
LadyGrief