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Autore: Manu_93    07/10/2014    4 recensioni
Sono passate due settimane da quella fatidica sera. Takumi si è finalmente dichiarato alla bella Misaki e lei sembra ricambiare a pieno i sentimenti del ragazzo.
Un giorno, però, successe qualcosa che cambiò radicalmente i sentimenti dei nostri due protagonisti.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Misaki Ayuzawa, Takumi Usui
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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E’ una ragazza bruna, con gli occhi color cioccolato. Ha una pelle rosea senza la minima traccia di imperfezioni. Il suo viso presenta una sottile linea di eyeliner sugli occhi, un ombretto color rosa pesco e gli zigomi sono accentuati da un velo di phard. E’ alta almeno 1.70 cm ma non so dirlo con precisione dato che è seduta. Indossa la mia stessa divisa solo che i capelli sono sciolti e sono caratterizzati da una piccola treccia che parte dalla ciocca dell’orecchio destro per poi scendere dietro l’orecchio sinistro. La treccia è legata all’estremità da entrambi i nastri dati in dotazione assieme alla divisa.
Devo dire che la sfortuna è dalla mia parte.
Prima Takumi mi tradisce, la divisa del college non è delle migliori e adesso scopro che una delle mie colleghe è proprio la sgualdrina. Fantastico!
«Tranquilla, non mi hai fatto nulla. Se vuoi, mi sposto ancora un po’ così da far spazio anche al tuo amico.» lo indica e io seguo con lo sguardo la traiettoria del suo dito puntato su Hinata. Come diavolo fa a sapere che io e lui siamo insieme? «Vi ho visti poco fa in piazzetta mentre il direttore faceva il discorso di benvenuto.» spiega lei sembrando molto tranquilla e pacata.
Possibile che non mi abbia riconosciuta? Possibile che non sappia che io sono la ex di Takumi? Stento a crederci. Gioco d’astuzia facendomi venire una bella idea.
“La vendetta è un piatto che viene servito freddo” dicono. Bene, verrà servito ghiacciato!
«Piacere di conoscerti, allora. Io sono Misaki e sono una matricola proprio come il mio amico che hai indicato. Lui è Shintani, Hinata per gli amici» le tendo la mano cercando di essere quanto più amichevole e disinvolta possibile.
«Misaki» ripete lei a voce alta, sorridendomi in seguito «E’ proprio un bel nome e suona così bene» mi sorride, tendendomi poi, anche la sua mano che stringe la mia. «Io sono Yumi e sono appena arrivata a Tokyo. Sono originaria di Osaka e ho deciso di continuare qui i miei studi, lontana da casa e dagli amici. Vorrei farmi una nuova vita con nuove conoscenze» - e hai deciso di iniziare col rubarmi il fidanzato, brutta troia?! - «E sono felice che le mie prime amicizie siete tu e Hinata.» Mi sorride e io non posso che sorriderle di rimando.
Hinata, dopo un mucchio di gesti che faccio per attirare la sua attenzione, finalmente posa lo sguardo verso il mio lato. Con la mano gli faccio capire di avvicinarsi e a gesti, gli dico di esserci un posto anche per lui.
Dopo tutto, potrebbe non essere così tragica come pensavo.

Le ore trascorrono velocemente anche perché oggi tutti i docenti si stanno presentando e stanno introducendo le loro materie, i punteggi bonus che si possono accumulare e stanno spiegando anche come si svolge un esame universitario.
A quanto pare, per ogni semestre, ci sono ben tre materie e, dato che i semestri sono due, le materie saranno sei. Le lezioni si stopperanno per tipo qualche mese, intervallo nel quale avranno luogo gli esami. Spero davvero di farcela anche se, con il fardello che mi porto, rende tutto più difficile il concentrarmi.

Bene, il primo giorno da studentessa universitaria termina qui. I tre professori si sono presentati e ci hanno messo meno di trenta minuti ciascuno nel farlo. Da domani si inizia a fare sul serio e io sono sempre più tesa a riguardo..
«Vi va una tazza di caffè per festeggiare?» Yumi mi strappa dai miei pensieri invitando sia me che Shintani a bere qualcosa. Io odio il caffè e anche lei. Devo dirglielo? Nah, le lascio il beneficio del dubbio.
Shintani mi guarda negli occhi come se aspettasse la mia approvazione. Possibile che a 21 anni non sappia ancora comportarsi da uomo maturo? Possibile che, nonostante il mio ruolo da presidentessa alla Seika High School sia finito con il diploma, io debba continuare a ragionare e a comportarmi da ragazzo? In verità, l’unica persona che mi faceva sentire una ragazza era Taku…
«Allora?!» insiste Yumi, tirandomi per la manica della giacca. «Okay, okay! Andiamo a prendere questo caffè» le dico, quando Hinata mi prende per un braccio e mi porta in disparte. Yumi rimane senza parole e io guardo Shintani di traverso. «Che cavolo ti prende andesso, Shintani!?» lo sgrido, cercando di sottrarmi alla sua stretta. «Tu odi il caffè. Perché adesso hai accettato di andare a berlo con questa tizia che neanche conosciamo? Non eri tu quella prudente, quella che sta alla larga dalle persone sospette? Non ti riconosco più, Ayuzawa.»
In effetti non ha tutti i torti. Lui mi ha sempre offerto di andare a bere il caffè insieme e io l’ho sempre liquidato dicendogli che il caffè, l’aroma del caffè mi disgusta. Ma questa volta è diverso, questa volta si tratta di mettere in pratica la missione che mi sono prefissata. Ma lui, poverino, non sa nulla. Non sa della mia rottura con Takumi, non sa che Yumi è la causa di tutto. Non sa che ho intenzione di rovinarle la vita, come lei ha fatto con me.
Oh, Shintani.. Se solo tu capissi cosa mi sta succedendo..
La mia espressione cambia visibilmente. I miei pensieri si riflettono sul mio viso facendomi apparire triste e delusa. Alzo gli occhi per un attimo e noto che Hinata è a bocca aperta.
«Ma che diavolo…?!» gli tiro uno schiaffo per farlo riprendere «Cosa stai guardando, stupido di un Shintani?!» distolgo lo sguardo da lui, posandolo in un punto qualsiasi del piazzale dove eravamo fermi da circa quindici minuti.
«Y-Yumi?!» mi volto e noto che lei è sempre lì, con una mano a stringersi l’altro braccio mentre si morde il labbro preoccupata. «Si, sono qui!» urla lei per farmi rassicurare.
Il mio sguardo si riposa su Hinata e facendogli un dolce sorriso, lo prendo per un braccio. Mentre lo trascino verso Yumi, cerco di spiegargli «Lo so che non mi piace il caffè e so anche che Yumi non la conosciamo. Ma ti chiedo una cosa che non ho mai chiesto a nessuno: fidati di me. Ti prego» lo guardo, facendogli gli occhi dolci che solo a lui sembrano non essergli indifferenti. Difatti si scioglie come neve al sole, le sue guance diventano rosse e inizia a balbettare un si confuso e imbarazzato.
«Andiamo a bere questo benedetto caffè.»

Ci troviamo esattamente al Coffee Bar che si trova praticamente di fronte l’università. E’ un bar gestito da dei ragazzi laureati ed è interamente frequentato dagli universitari.
E’ uno chalet in legno che presenta una tettoia obliqua. All’interno vi sono otto tavolini da salotto sistemati a lato. Come sedie, ci sono dei soffici divanetti in pelle: quello centrale è a due piazze e accanto ci sono due poltroncine a una piazza. Contando che i tavolini sono otto, i divanetti sono ventiquattro, tre per ogni tavolino.
A destra, invece, c’è la vetrinetta contenente tutti i dolciumi possibili e immaginabili e, se si prosegue più infondo, c’è anche la vetrinetta contenente il gelato di vari gusti.
Yumi prende posto e io e Shintani la seguiamo a ruota. Ognuno occupa un proprio divanetto. Io opto per quello a due piazze, al centro. Mentre loro due, gli altri due divanetti ad una piazza. Sono così soffici che ci sprofondi dentro.

Dopo meno di cinque minuti, un ragazzo alto sul metro e ottanta, capelli biondi, occhi verdi e fisico slanciato, ci raggiunge con un block notes e una penna per prendere le ordinazioni.
«Offro io, ovviamente!» dice Yumi guardando sia me che Hinata. Io sorrido perché non avrei minimamente speso neanche un centesimo, mentre Hinata, colui che dovrebbe essere l’unico uomo tra noi tre, pare imbarazzato e a disagio. Lo intuisco perché si muove sul divanetto e assume un colorito roseo sulle guance. – Mio Dio, Hinata! -
«Sei molto gentile, Yumi» dico, annuendo per entrambi.
«Io prendo un caffè macchiato, con una spolverata di cacao sopra e come accompagnamento, un cornetto alla crema. Grazie.» - E’ decisa, la ragazza! – commento, mentre osservo il ragazzo che, diligentemente, annota l’ordinazione. Il suo sguardo si posa su Hinata che è ancora intento a muoversi nervosamente sul divanetto.
«E a lei cosa le porto, signore?» dice il cameriere, sorridendo a Hinata nel vederlo intimidito. «Ehm..Uhm..Un cappuccino senza troppa schiuma. Grazie..» «Non vuole nessun dolcetto come accompagnamento, signore?» dice il cameriere mentre appunta il cappuccino. «N-No, grazie. Va bene così.» Il ragazzo annuisce e quando finisce di scrivere, posa il suo sguardo su di me. Nel farlo, rimane incantato, estasiato. Nemmeno se avesse visto un angelo in terra.
Possibile che io debba fare questo effetto proprio sulla specie che odio di più al mondo?! Dico fra me e me, innervosita. «Per me, un succo d’arancia e come dessert, un pezzo di quel dolce alla panna e sopra se potresti metterci una fragolina, per favore. Grazie.»
Lo liquido mentre lui scrive. Indugia un po’ di più sul guardarmi per poi allontanarsi.
«Grazie per aver accettato l’uscita, Misaki. E anche tu, Hinata» ci sorride mentre si mette comoda sul divanetto. – Non sai cosa ti aspetta, mia cara. Ma, soprattutto, non sai con chi hai a che fare. – La guardo quando il cameriere di prima è già di ritorno. Posa il vassoio con le ordinazioni al centro del tavolino e, sul piattino del mio succo, c’è un bigliettino che proviene sicuramente dal block notes del cameriere.
- Se vuole attaccare bottone con me, ha perso in partenza! -
Apro il bigliettino prima ancora di prendere le mie ordinazioni e portarle verso di me. Leggendolo, il mio viso cambia completamente colore e sia Yumi che Hinata mi guardano a bocca aperta stupiti.
«Ma che diavolo…?!»
  
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