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Autore: shanir7511    07/10/2014    4 recensioni
Vicini di casa... Amici d'infanzia... Compagni di squadra...
Il legame che unisce Kemna a Kuroo può essere definito in molti modi.
Il loro rapporto è sempre stato unico e speciale, costruito sulla complicità, sulla comprensione ma soprattutto su una particolare specie di coordinazione, sia nella vita che sul campo.
Ma cosa succederebbe se un giorno questa idilliaca affinità si dovesse improvvisamente spezzare?!
- Dal testo -
"Come ho detto prima siamo uguali, io e te: stessi interessi, stessi gusti, stesso modo di fare. Nessuna novità, nessun compromesso: tra di noi non ci potrà essere che una specie di” imitazione”, e questo, credimi, alla lunga stanca. La coordinazione è tutta un’altra faccenda: può nascere solo tra due individui diversi, in grado però di superare le proprie differenze per completarsi a vicenda".
Partecipante al contest "Let's Sport" indetto da Mad_Fool_Hatter (che mi ha suggerito questa "ispirante" idea con il suo prompt ^.^) la dedico a tutti i fans di Haikyu!! ma soprattutto a coloro che, come me, adorano Kuroo e Kemna (presi singolarmente o come coppia... Sono comunque pucciosissimi!! *.*)
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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artecipante al contest "Let's Sport" indetto da Mad_Fool_ Hatter


  •   Autore: shanir7511
  • Titolo: Coordinazione
  •   Fandom: Haikyu!!
  •   Eventuale paring: Kuroo-Kenma  
  • Avvisi: Missing moments
  • Note: / 
  • Prompt scelto: Kuroo deve prendere parte ad un omiai

 

N.D.A

Eccomi con una nuova storia!!! ^.^ 

Partiamo dal presupposto che Haikyu!! non mi piace… Lo ADORO alla FOLLIA!! *.* 

Non solo è uno degli anime più precisi ed esaurienti dal punto di vista "pallavolistico" (da giocatrice non potevo non apprezzarlo *.*) ma la trama risulta sempre divertente, coinvolgente e capace di creare un senso di suspense da fare invidia a un thriller!! 

Non parliamo poi dei personaggi: c’è il geniale desposta che capisce come essere un RE, lo spaurito novellino che, superate mille peripezie, impara non solo a reggersi sulle proprie gambe ma persino a volare. 
Aggiungiamoci poi un adorabile libero, uno stoico capitano e altri indimenticabili figure e... Il gioco è fatto! 

È per questa sua caratteristica che ho scelto di scrivere qualcosina su Haikyu!! e spero veramente di essere riuscita a rendere la stessa atmosfera, spassosa e travolgente, ma soprattutto di aver “convinto” tutti quelli che, come me, stravedono per la coppia KurooXKenma:

Dai come si pùò non amarli!!!! Kemna è cucciolosissimo mentre Kuroo… Beh è Kuroo ;D (Fan dell Yaoi MODALITà ON *.*)

Ringrazio perciò Mad_Fool_Hatter e il suo bellissimo contest per avermi ispirato e tutti coloro che spenderanno anche solo un paio di minuti per lasciarmi un commento ^.^ 
Lo dico ogni volta ma davvero apprezzerò qualsiasi appunto vorrete muovermi (ci tengo molto a produrre qualcosa di decente perché Haikyuu! è veramente una serie fantastica!)

Direi che vi ho tediati a sufficienza ;D quindi…

 

Buona Lettura a tutti!!!!!!!!!


Coordinazione:

 

 

- Quello che non c’è -

 

Per vincere una partita è indispensabile avere una cosa: coordinazione.

Non solo nel singolo fondamentale, ma soprattutto nel costruire un’efficace azione di gioco.                   

Tutto parte infatti dal libero quando compie una difesa all’apparenza impossibile e riesce a passare perfettamente la palla all’alzatore; questi ha ora a disposizione tutto il campo per compiere la sua magia, sorprendendo l’avversario come il migliore tra gli illusionisti.
Infine l’attaccante, opposto, centrale o schiacciatore che sia, non deve fare altro che brillare per il gran finale, schiacciando il pallone senza neanche guardarlo, fiducioso della precisione con cui gli arriverà.

Cosa accade però se un giorno questa istintiva coordinazione si dovesse improvvisamente spezzare?!  

-I miei genitori mi hanno proposto di prendere parte ad un omiai- esordì Kuroo di punto in bianco, durante quello che sembrava un normalissimo pomeriggio d’estate.  

Appoggiai il joystick.

La voce del mio amico d’infanzia giungeva ovattata alle mie orecchie, mentre chiari ed assordanti furono gli scricchiolii che iniziai a sentire, come di una crepa che si dipana nel vetro.

Crack...

-Si terra tra quattro settimane, qualche giorno dopo la nostra prossima partita. I miei hanno concordato che aspettare oltre sarebbe stato un inutile spreco di tempo, ma mi hanno comunque chiesto cosa ne pensassi...-

Quei fastidiosi suoni persistevano.
 Ero certo che fossero solo nella mia testa, ma allora perché mi sembravano così dannatamente reali?!                  

Crack… Crack...

-…e io ho accettato-.

È questo il rumore che fa un oggetto quando si frantuma?!

Ed  il segnale di un cuore quando si spezza?!

Crack... Crack... Crack

-Kenma cosa ti succede?! Ti senti male? -

E poi il buio...

***

-Kenma andiamo, e la chiami un’alzata quella?! Non puoi anticipare così l’attaccante su una 4 spinta! Va bene tentare di eludere il muro avversario ma devi comunque mettere in condizione i tuoi compagni di poter attaccare come si deve!-.

Le grida dell’allenatore Nekomata saturavano l’aria, risuonando da una parete all’altra dell’enorme palestra della Nekoma High School come tuoni in una tempesta.

-Kenma sicuro di sentirti bene?- lo sguardo di Taketora mi fissava preoccupato, mentre ansimava tentando di recuperare fiato dopo l’ennesimo tentativo di realizzare quel nuovo schema.

Dopo l’ennesimo maledettissimo fallimento, sarebbe meglio dire.

-Non è da te essere così silenzioso e distratto durante un allenamento… No aspetta, silenzioso magari sì però non così… Come dire... Assente! Ecco assente, come se il tuo corpo fosse qui ma la tua mente fosse altrove! - balbettò lo schiacciatore.

-Cos’è, oltre che con le ragazze adesso hai persino problemi a parlare con il nostro Kenma?! Sono 5 minuti che ti sento balbettare in continuazione-  si intromise Kuroo, con fare canzonatorio, -Ok, il nostro caro alzatore potrà anche essere adorabile come un gattino arruffato ma…-.

-Basta Kuroo! Non dire così… Non...- ringhiai di rimando io.                    

Era dall’asilo, o forse persino prima, che conoscevo la lingua pungente di Kuroo e pensavo di essermi ormai abituato a questi suoi giochetti; nell’ultimo periodo però non potevo evitare di trovarli terribilmente irritanti, come se la sua stessa voce mi fosse diventata insopportabile.                                 

-Scusa Kenma, lo dicevo per scherzare. Non pensavo che ti avrebbe dato così fastidio- articolò Kuroo evidentemente a disagio.

E non era il solo: l’intera squadra della Nekoma High School mi osservava con evidente stupore. 
Erano ormai anni che giocavamo insieme e mai una volta mi avevano sentito alzare la voce in questo modo.

-Anche il nostro piccolo Neko-kun sa come si ruggisce allora- si inserì Kai, cercando di stemperare la tensione.

-Non sarà l’agitazione per la partita vero?!- continuò Inuoka sulla stessa scia, -Qua l’unico che può permettersi un minimo di ansia è il nostro carissimo capitano! Dicci hai già conosciuto la tua bella?-.

-Certo. È un’amica d’infanzia- rispose acido il numero 1 della Nekoma High School, visibilmente infastidito dal nuovo andamento di discorso.

- E potremmo sapere il suo nome o si tratta di un segreto di stato?!- continuò Taketora, anche se era chiaro che l’intera squadra fremesse per sapere qualche altra succulente informazione sulla nuova fiamma di Kuroo.

Guardai il volto del mio compagno arrossarsi leggermente mentre tirava fuori dallo zaino il suo cellullare.

-Eccola- ci disse, allungandoci il telefono con una certa riluttanza.

Fissai la ragazza che troneggiava al centro dello schermo: era a dir poco splendida!
Aveva un sorriso luminoso e i capelli color ebano scendevano con sinuosi ricci sino alla vita, creando un armonioso contrasto con la pelle di alabastro.

-Si chiama Yuki ed è la figlia di una carissima amica di mia madre- farfuglio imbarazzato il centrale, abbassando lo sguardo come se stesse cercando di nascondersi.

“Yuki”, come neve. Le calza veramente a pennello.

-È il capitano della squadra di basket...- seguitò Kuroo, titubante.

Una sportiva: di bene in meglio!

- ... e anche capo del club di chimica e biologia dell’istituto- sbuffò infine, evidentemente provato da questa imbarazzante confessione.

“Ma ce l’ha un difetto questa?!” pensai sconsolato

No aspetta: perché mi importava così tanto se la futura fidanzata di Kuroo fosse chiaramente una bellezza, nonché una tipa atletica e persino dotata di un gran cervello?!
Perché provavo questo bizzarro senso di bruciore osservando quella che, a tutti gli effetti, sembrava essere la ragazza ideale per il mio amico?!                                                                                           

Una ragazza perfetta per stargli accanto, un qualcuno con cui condividere passioni ed interessi e che lo avrebbe sicuramente reso felice... Un qualcuno che però non ero io.

-L’allenamento non è finito! Tornate subito al lavoro pigroni o potete anche scordarvelo di vincere la prossima partita- urlò l’allenatore Nekomata.

Troppi pensieri, troppe domande mi ronzavano ancora per la testa azzerando qualsiasi altra cosa.

Vedevo Kuroo e questa, Yuki, mano nella mano mentre passeggiavano per la via principale della città, come in una patinata fotografia da catalogo pubblicitario. 
L’atmosfera giustamente romantica, lui, atletico e carismatico, lei, elegante e bellissima ed un bacio appassionato come coronamento di questo idilliaco quadretto.                                                                                                                                            

Una fitta improvvisa paralizzò il mio cuore.

C’era qualcosa di sbagliato in tutto questo.

Trascorsi il resto dell’allenamento in una sorta di limbo, concentrandomi più sullo scoprire la causa di questo mio nuovo turbamento che sulle direttive dell’allenatore.

Gravissimo errore!

-Kenma considerayo il tuo insostituibile contributo all’allenamento di oggi non ti dispiacerà concludere il tutto sistemando anche la rete e i palloni vero?!- berciò il mister con un tono che non ammetteva repliche.

Come previsto ci misi un’eternità; solitamente erano 4 o 5 membri scelti tra le nuove reclute a riordinare la palestra e assolvere a questo tutto da solo si era rivelato una vera faticaccia

“Non posso lasciarmi distrarre così facilmente o mi sarà impossibile rivedere Hinata e la Karusano in finale” meditavo, dirigendomi stancamente verso gli spogliatoi.

-Finalmente sei qui!- mi accolse una voce non appena ebbi varcato la soglia.

Sobbalzai sorpreso.
Una sola persona era rimasta nello spogliatoio e, sfortunatamente per me, era anche l’ultima che avrei voluto vedere in questo momento.

-Finisco di raccogliere le mie cose e poi possiamo andare; è da un po’ che non torniamo a casa insieme- continuò Kuroo, riponendo un paio di consunte scarpe da ginnastica dentro al borsone.

-No mi dispiace io... Io devo andare: mi stanno aspettando e stasera ho un impegno con i miei... Dobbiamo, dobbiamo…- balbettai confusamente.

Non era una proposta eccezionale, ma allora perché sentivo un’irrefrenabile desiderio di fuggire, come di un animale alla mercé del suo predatore?!                                                                                

Mi voltai, pronto ad assecondare questo inspiegabile impulso, quando fui trattenuto dalla voce del mio compagno.

-E così stavi pensando di andartene senza di me, ancora una volta. Kemna veramente non ti capisco: mi vuoi dire che cosa ti prende? Sono giorni che mi eviti! Ho forse fatto qualcosa che non va?- chiese il giovane centrale.

C’era della sincera preoccupazione nella sua voce e osservando il suo sguardo triste notai quanto il mio comportamento doveva averlo effettivamente ferito.                                                                                                                                

E come dargli torto?!

Mi stavo comportando da vero codardo: le occasioni in cui gli rivolgevo la parola potevano essere contate sulle dita di una mano e anche quando accadeva mi mostravo sempre gelido e scostante.
Non era un atteggiamento razionale, ma davvero come potevo descrivergli quell’assurda sensazione di abbandono che mi coglieva ogni volta che udivo la parola “omiai” se nemmeno io riuscivo a dargli un nome?! In che modo avrei potuto definire quel misto di irritazione e amarezza che sentivo crescere in me quando pronunciava il nome “Yuki” accompagnandolo con quel suo magnifico sorriso?!                                                                                                

Dovevo prendere tempo: sarei tornato a casa, avrei fatto una lunga doccia fredda e qualche partita ai videogames; avrei poi cenato con qualcosa di leggero, ordinato nel nuovo take away di fronte casa, e infine mi sarei addormentato con il televisore ancora accesso come accadeva ogni sera.
L’indomani mi sarei quindi svegliato ritrovando la mia mente nuovamente libera e leggera.                             

Già, domani.                                                                                                                                         

Avevo perso ormai il conto di tutti i “domani” che si erano susseguiti senza che cambiasse oggettivamente nulla: erano già trascorse due settimane e quel malessere che aveva contagiato la mia mente non accennava proprio a voler scomparire. 

-Kenma ci sei?- la voce di Kuroo fu come una secchiata d’acqua gelata, - Sei strano ultimamente, più strano del solito, ad essere sincero. Se ne sono accorti tutti, persino Taketora! Ok, non sei mai stato un gran chiaccherone ma almeno durante le partite e gli allenamenti, a modo tuo, ti sei sempre dimostrato reattivo e pronto a lottare. Invece adesso ti aggiri sperduto da una zona all’altra, come un’ombra persa in chissà quali riflessioni e persino il tuo gioco sembra, come dire, senza vita. Vedi, so di non essere stato molto presente nell’ultimo periodo, ma... -

-Non importa- sibilai io senza lasciarlo concludere.                                                                        

Volevo andarmene, il più in fretta possibile.

Il bisogno di fare chiarezza mi stava letteralmente sommergendo e il rimanere lì, pericolosamente vicino all’origine di tutti i miei dubbi, di certo non migliorava la situazione.

Kuroo, appariva proprio intenzionato a non demordere.

- Si invece che importa! Sarò anche il tuo migliore amico ma non riesco ancora a leggerti nel pensiero: se non mi parli come faccio a capire quello che ti sta succedendo!? -

- Non pensarci, dico sul serio. Hai altre preoccupazioni al momento: concentrati pure sulla tua Yuki e sul tuo omiai- sbottai scocciato.

Le parole mi uscirono più taglienti e acide del previsto.
 Non era mia intenzione essere così crudele, ma avevo seriamente paura di fare qualcosa di cui mi sarei in seguito pentito.

-L’omiai l’omiai, perché ce l’avete tutti con questo dannato omiai?! E perché ti dovrebbe importare così tanto?!- sbraitò il capitano.

-Beh perchè io ti...-

Non lo sapevo.
 Non ci capivo più niente.                                                                                                               

Cosa provavo per lui?

Cos’era quella massacrante sensazione che mi tormentava ormai da giorni?     

Ma soprattutto, cos’era Kuroo per me?                                                                                                                   

Era forse il ragazzo solare e acuto che nonostante la mia timidezza cronica era sempre riuscito a farmi sentire parte del gruppo?!
Era lo sportivo che avrebbe preferito farsi una corsetta all’aria aperta ma che, pur di non lasciarmi solo, finiva col rintanarsi in camera mia per giocare ai videogames?!
Era il capitano forte e carismatico che aveva costretto me, privo di una qualsiasi abilità atletica, ad iniziare uno sport in cui era negato ma che, alla fine, era diventato parte integrante della sua vita?!                                    

Kuroo era mio amico. Il mio più caro amico.                                                                                            

Aspetta.

Mi soffermai su quest’ultimo pensiero: un “amico” avevo detto?!

-Tu cosa?! Ti prego Kenma spiegamelo! - chiedeva imperterrito il centrale.

Un’illuminazione.
Avevo capito.
Ora finalmente sapevo cosa c’era di sbagliato nel quadretto che avevo immaginato.
O meglio, cosa non c’era.

Mi voltai ed iniziai a correre.
Corsi, corsi finché le gambe non incominciarono a tremare.                                                                          

Che illuso!
Potevo anche scappare da quello spogliatoio e da Kuroo, ma non potevo di certo fuggire dalla consapevolezza che ormai mi aveva appena colpito.

Non ho mai brillato per qualità atletiche perciò non so dire dove trovai la forza per raggiungere casa senza riprendere fiato neanche una volta. Solo quando giunsi di fronte al cancelletto infatti mi concessi una sosta e di Kuroo, fortunatamente, non c’era la minima traccia.

Piccole gocce di sudore imperlavano la mia fronte, avevo il fiatone e il mio battito era pericolosamente accelerato.

Ripensai a quell’immagine.
C’era Yuki, c’era Kuroo…
Ma dov’ero io?!

Che fosse circondato dai suoi compagni di classe o dal resto della squadra fino ad ora ero sempre riuscito a ritagliarmi un posto al suo fianco. Nell’ombra certo, ma pur sempre vicino a lui.                 

Ma non sarebbe stato così questa volta: quello che stava per nascere difatti era un gruppo che non ammetteva terzi membri.                                            
“Un intruso” ecco quello che sarei diventato.
Amarezza, egoismo, gelosia si erano propagate per tutto il mio essere come un veleno portandomi a realizzare l’unica e inevitabile conseguenza:

-Sono innamorato di Kuroo- sussurrai, come se il semplice pensarlo non fosse sufficiente.

Fu come un incantesimo che di colpo annullò tutto il resto.
Il risentimento che aveva ottenebrato la mia mente si dissolse, sostituito da una nuova ed inequivocabile emozione: amore, puro e semplice.
Non un affetto fraterno, nè amicizia ma quella sensazione che ti riempie il petto per poi farti volare.

Quasi mi misi a saltare per l’eccitazione: allora non ero diventato completamente matto!
li sbalzi di personalità, il cattivo umore e tutto il resto, ogni cosa aveva una spiegazione logica ora!                       

Non ci volle molto però perché la realtà tornasse a farsi sentire e con essa arrivasse anche, duro e implacabile, il cosiddetto “rovescio della medaglia”.                                                                               
Mi colpì all’improvviso come un pugno nello stomaco.                                                                           

Amavo Kuroo.
Kuroo però amava Yuki, altrimenti non avrebbe acconsentito all’omiai.
La conclusione perciò poteva essere una soltanto: Kuroo non sarebbe mai potuto essere mio.

Una lacrima solitaria spuntò allora dal nulla.
In men che non si dica altre la seguirono, intersecandosi sulle mie guance come piccoli arabeschi.

“Non era giusto” strillava una voce lontana nella mia testa.
Non erano passati che pochi secondi da quando avevo scoperto cosa fosse l’amore è già ero destinato a vedermelo strappare via da sotto gli occhi.

Provavo l’irrefrenabile impulso di urlare, di gridare al mondo intero la mia frustrazione: stavo per perdere la persona a cui tenevo di più e non potevo fare niente per impedirlo.

Non so quanto tempo rimasi lì, aggrappato a quel cancello scolorito come se ne andasse della mia stessa vita.                                                                                                                                                                          

Il silenzio regnava sovrano, interrotto solamente dai singulti a mala pena trattenuti che scuotevano il mio petto.

“Passerà e tornerai a rivederlo solo come l’amico di un tempo” mi dicevo stringendomi in un solitario abbraccio.

“Tutto passerà, anche questo dolore che attanaglia il mio spirito” cercavo di convincermi.                       

“Passerà, sì, ma quando?”

  
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