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Autore: Atlantide08    08/10/2014    1 recensioni
Storia prettamente DELENA. Attraversa i diversi step del rapporto tra Damon ed Elena, raccontando piccoli attimi di vita quotidiana. Ambientazione: New York. Spero vi piacciano e vi emozionino almeno un po’. Punto di vista: Elena. Nota:sono tutti umani.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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“Elena ne sei proprio sicura? Posso dire a Tyler di venire meno spesso qui da me per un po' di tempo, giusto quello necessario per trovare un altro appartamento o un altro coinquilino...” il tono della mia migliore amica è quasi disperato.
 
“No Caroline, va bene così. Guarda il lato positivo: Damon, per quanto egoista ed antipatico possa essere, almeno è qualcuno che conosciamo, almeno tu lo conosci senz'altro più di me, mentre un altro coinquilino sarebbe un perfetto estraneo. Se devo rischiare andando allo sbaraglio in questa maniera, meglio limitare i danni, non credi?” le rispondo io cercando anche di convincere me stessa.
Ho conosciuto Damon solo un paio di giorni fa:  è il classico “don giovanni”, troppo sicuro di sé. Ha due occhi azzurri e trasparenti come il ghiaccio che contrastano con i suoi capelli neri e la sua carnagione chiara, fisico che toglie il respiro. Inutile dire che questo contrasto che madre natura ha voluto concedergli (perché Damon è veramente bello, non posso negarlo), abbinato al suo carattere forte lo ha reso popolare tra la maggior parte delle persone di sesso femminile (e non!) di tutta New York (non è un’esagerazione…).
Decisamente io e lui siamo agli antipodi, ma mi devo anche saper adattare: al momento lui è la mia unica possibilità di restare qui a New York e ricominciare una nuova vita.
 
E' due ore che sto rimettendo nelle tre valigie tutto ciò che mi sono portata via da casa, tra meno di due ore ho appuntamento con Damon (il mio quasi-coinquilino) davanti alla porta dell’ appartamento che abbiamo preso in affitto, per cominciare questa nuova avventura; Caroline invece è da quando ho accettato la proposta di Stefan, un suo amico, di dividere l'appartamento con suo fratello Damon, che non la smette di chiedermi se sono sicura di questa mia scelta, non si dà pace perchè è convinta che io abbia accettato solo per via della mia “non sintonia” con Tyler, il suo ragazzo che ogni due per tre bussa alla porta dell'appartamento di Caroline (abita due piani sopra di lei, una vera “fortuna”) e così me lo ritrovo fra i piedi costantemente.
Per una ragazza come me che odia i tipi di ragazzi “Sono bello solo io, guarda che muscoli e che fisico, non puoi resistermi” questa sua presenza alle volte è tremendamente irritante e, lo so che sono ospite in casa della mia mica, che Tyler è il suo ragazzo e quindi devo imparare ad accettarlo perchè, in fondo, la rende felice, ma Tyler... Tyler proprio non mi va! Non mi convince, è tutto muscoli e niente cervello secondo me! Un conto è doverci passare insieme qualche ora, un conto è trovarselo davanti appena sveglia, mentre faccio colazione, per l'aperitivo della sera e anche a cena! Il dopo cena è scontato lo passi con la mia migliore amica...
Certo, Damon non è da meno… solo che il mio sesto senso mi suggerisce che lui un minimo di cervello ce l’ha, non so per quale motivo preciso, è una sensazione… o forse semplicemente non voglio Tyler fra i piedi, perché non mi piace né fisicamente né caratterialmente.
 
No, decisamente stare qui da Caroline non è una buona idea; inoltre l'appartamento che condividerò con Damon è davvero molto bello: ha un ampia sala con cucina a vista e terrazzo enorme annesso, due comode camere da letto con pavimento in parquet, un bagno nel quale oltre alla doccia c'è una splendida vasca idromassaggio e due ampi lavabi, con un enorme e rettangolare specchio su tutta la parete alle spalle dei lavabi, insomma è un bagno decisamente grande; sarei una pazza a lasciarmi scappare un appartamento del genere, considerando che l'affitto me lo posso permettere (ok, devo per forza far anticipare a Damon anche i miei primi tre mesi, ma solo perchè non era previsto che lasciassi l'appartamento di Caroline così presto – è passata una sola settimana e qualche giorno da quando sono arrivata qui a New York!).
 
Caroline sbuffa, la guardo interrogativa. Un po' imbronciata mi dice
“Io ci ho impiegato ben un mese prima di trovare questo appartamento che mi piace e risponde a tutti i requisiti che mi sono preposta, non ti avrei trascinato in quell'agenzia immobiliare altrimenti! Non pensavo lo trovassi subito, invece al primo tentativo l'hai trovato. E' un'ingiustizia! E poi sembra quasi che io ti abbia voluta a tutti i costi buttare fuori di casa...”
 
E' vero: è stata Caroline letteralmente a trascinarmi nell'agenzia immobiliare poco distante dal suo ufficio dicendomi che per iniziare a cercare un appartamento non è mai troppo presto poiché New York è grande e proprio per la vasta gamma di offerte che può darti, è difficile riuscire a prendere una qualsiasi decisione in poco tempo.
 
Ho provato ad obiettare che prima avrei dovuto trovarmi un lavoro, ma non c'è stato nulla da fare. Quando Caroline decide di fare qualcosa, qualsiasi cosa, non c'è maniera di impedirglielo. Appena ho visto dal vivo l'appartamento che distrattamente avevo scelto sulla carta fra quelli mostratimi dall'agente immobiliare, ho capito che era perfetto e mentalmente ho insultato Caroline perchè non avevo abbastanza soldi per anticipare l'affitto dei primi tre mesi.
Inaspettatamente poi, a dispetto del mio pessimismo/realismo, ho conosciuto Stefan, è capitato di parlarne e tutto è andato avanti fino ad oggi: a meno di due settimane dal mio arrivo a New York, tra poco meno di due ore entrerò nel mio appartamento e comincerò la mia nuova vita! Chi l'avrebbe mai detto?
 
“Care, davvero. So che non vuoi buttarmi fuori di casa! Ne abbiamo già parlato: non ti odio perchè mi hai portato a cercare un appartamento senza che io potessi realmente già fermarlo e permettermelo. Potevo comunque non venire con te in agenzia, ma l'ho fatto e ho persino scelto l'appartamento da visionare, quindi sono io che sono stata un'incosciente, ok?” cerco di consolarla un po'; Caroline è davvero dispiaciuta per il mio improvviso trasloco, teme di non essere stata una buona padrona di casa ed una pessima amica/consigliera!
 
“Dai Care! Sai quanti pettegolezzi su Damon che sarò in grado di fornirti? Potrai colpirlo nei suoi punti più deboli e lui sarà così costretto a rispettarti!” provo a fare leva su questo argomento perchè so che lei va matta per le chiacchiere e perchè so che gli piacerebbe da matti riuscire a mettere in imbarazzo Damon Salvatore in pubblico. Ovviamente Damon non dovrà mai venire a sapere del mio eventuale coinvolgimento o mi ritroverei in un lampo sotto un ponte, ma questo è un argomento che affronterò con lei al momento opportuno.
 
“Ok Elena, ma niente pettegolezzi finchè non avrai una certa sicurezza economica, intesi?” ecco, Caroline ci è arrivata da sola, le sorrido
“Siamo d'accordo!” chiudo l'ultima valigia e prendo il mio cellulare per avvisare Damon che io sono pronta e se vuole possiamo anticipare il nostro ingresso nell'appartamento che condivideremo.
 
Ieri, quando mi sono incontrata con lui per andare a fermare l'appartamento abbiamo stabilito che saremmo entrati insieme, in modo che insieme e di comune accordo (si spera) ci divideremo gli spazi. Gli mando un sms semplice e attendo.
Dopo quindici minuti mi arriva finalmente la sua risposta
- Se porti in fretta il tuo bel culetto sulla mia macchina, magari riusciamo a portare nell'appartamento le tue valigie prima che si scateni il temporale -
 
Prendo un lungo respiro, per essere il primo messaggio che mi manda, considerando il tipo di ragazzo (dalle ragazze ottiene sempre ciò che vuole e non le deve pregare…), poteva andarmi anche peggio, corruccio la fronte e gli rispondo come si conviene (per non iniziare questa convivenza già col piede sbagliato)
- Se mi avessi avvisato che passavi a prendermi, mi sarei fatta trovare in portineria e il mio bel culetto a quest'ora sarebbe già seduto sulla tua bambina. Sto scendendo -
 
Afferro due valigie e  faccio cenno a Caroline di seguirmi con la terza
“Andiamo Care, Mr. Occhioni è giù che mi aspetta” le dico semplicemente.
 
Caroline mi lancia uno sguardo torvo per poi aggiungere acida a parole
“Oh bhè, che aspetti! Non devi affrettarti a fare ciò che lui ti chiede o peggio ti ordina, perchè altrimenti se ne approfitterà sempre di te. Prendi il tuo tempo, lui si adatterà!”
 
“Care, fai la brava...” la ammonisco bonariamente.
 
“Non ho detto nulla di sconveniente, solo un fatto ovvio!” ribadisce la mia migliore amica.
 
Sospiro, so che ha ragione. Non posso permettere a Damon di comandarmi a suo piacimento. Io non sono la sua ultima conquista o il suo ultimo giocattolino. Un lampo illumina il cielo fuori dalla finestra. Mi affretto ad uscire dall'appartamento di Caroline, avviandomi velocemente verso l'ascensore 
“So che hai ragione, ma adesso non è il caso di impuntarsi: non vorrai che la pioggia rovini il tuo regalo di compleanno?” così dicendo le indico il paio di ballerine che sto indossando e il cielo decisamente diventato di una tonalità molto simile al grigio fumo.
 
Caroline che è rimasta affacciata sulla soglia del suo appartamento, rientra velocemente, afferra la terza ed ultima mia valigia e si fionda con me davanti alle porte dell'ascensore, che in questo momento si stanno aprendo.
Carico le due valigie e faccio per prendere la terza per poi salire a mia volta, lasciando un po' di spazio per far salire anche lei quando noto l'espressione afflitta e un po' colpevole della mia amica bionda, che non accenna a muoversi.
 
“Cosa ti prende?” le domando calma.
 
“Ecco... non prenderla male, ma... possiamo salutarci qui? Voglio dire in due con tre valigie su quest'ascensore non ci stiamo e non...” comincia a balbettare Caroline.
 
“Ho capito Care, ho capito” la interrompo, scuotendo incredula la testa.
 
Lei mi guarda con i suoi due occhi da “panda indifeso” e io scoppio a ridere
“Sei uno spasso! Lo sai che ti devi abituare a lui, vero? Perchè sarà alquanto difficile non incrociarlo quando verrai a trovarmi”
 
“Lo so, lo so, ma lui è così... irritante! Si crede di essere bello ed irresistibile solo lui! Non lo sopporto! Mi ci abituerò, promesso, ma l'ho visto e sopportato anche ieri e...” Caroline tenta di giustificarsi dandosi un certo contegno, ma fallendo nell’intento.
 
Alzo un sopracciglio, rido tra me e me, è la stessa cosa che penso di Tyler, ma non mi spiego come mai io non riesca a definire allo stesso modo Damon, so solo che non è così per Damon.
Richiudo in un cassetto della mia mente questo pensiero e torno ad occuparmi di Caroline
“Ok, ho afferrato il concetto!” la interrompo di nuovo più che altro perchè mi rifilerebbe le solite motivazioni con le quali da due giorni a questa parte mi sta assillando ed anche perchè Damon è già più di cinque minuti che è giù ad aspettarmi, non vorrei davvero farlo innervosire già il primo giorno.
 
“Ti chiamo domani, promesso!” schiaccio il pulsante per il piano terra, Caroline mi saluta con la mano e mentre le porte si chiudono sento che mi urla “Chiama a qualsiasi ora del giorno e della notte se hai bisogno!”.  Sorrido: la solita Caroline apprensiva che vuole avere tutto sotto controllo.
 
Le porte dell'ascensore si riaprono, tiro giù tutte e tre le valigie e mi avvio con due di esse fuori dalla portineria, vedo Damon appoggiato alla sua macchina, una Camaro azzurra decapottabile della quale è estremamente geloso (ieri l'ho praticamente preso in giro, perchè vedendo quella macchina parcheggiata, senza sapere fosse sua, gli ho detto ad alta voce che mi sembrava un pezzo d'antiquariato e avrebbe dovuto essere quindi, chiusa in un polveroso garage; Damon per tutta risposta mi ha lanciato un'occhiataccia di fuoco e testuali parole “Non. osare. mai. più. offendere. la. mia. bambina. INTESI?!?”, il suo tono glaciale, unito ai suoi occhi che ardevano come due fiamme vive, mi hanno fatto capire al volo che non stava affatto scherzando, poi, poco prima di salutarci ha voluto precisare che quella macchina è la cosa più preziosa che lui ha, che non si aspetta che io lo capisco essendo donna, ma che mi perdona “l'averla offesa” poichè effettivamente non “conoscevo” la sua storia. Ovviamente io non ho obiettato nulla e mi sono fatta l'appunto mentale di non fare più alcun tipo di battuta sulla sua macchina).
 
Damon scorgendo il mio movimento alza lo sguardo e fa scontrare i suoi occhi azzurri come l'acqua marina con i miei marrone cioccolato e questo confronto mi destabilizza, mi sta guardando come se volesse leggermi l'anima per carpire ogni mio più piccolo dettaglio; scaccio questo pensiero e mi avvicino a lui e gli dico la prima cosa che mi viene in mente neutra
“Scusa per l'attesa. Caroline mi ha trattenuta un attimo”
 
Lui continuando a fissarmi negli occhi, alza le labbra in un ghigno divertito
 
“Barbie non approva la tua scelta?” mi domanda sarcastico.
 
“No. Puoi caricare queste due valigie che rientro a prendere l'ultima borsa, per favore?” taglio il discorso sulla mia amica, non mi va che la prenda in giro senza che lei si possa difendere.
 
“Solo perchè mi hai chiesto per favore, ma non prenderlo come vizio.” il suo sguardo sempre incatenato al mio mi fa capire che la sua è una vera e propria provocazione.
 
Ricambio ancora il suo sguardo
“Chissà perchè ho l'impressione che con te sarà tutto una sfida continua... bhè, l'Elena di qualche giorno fa avrebbe ceduto, ma l'Elena che hai qui davanti non ti lascerà vincere senza combattere” gli dico con tono fermo e deciso; i suoi occhi scavano ancora più profondamente in me, sento quasi che riesce a toccare la mia anima dal tanto il suo sguardo è intenso, poi d'un tratto si alleggerisce e mi sorride divertito
“Lo vedremo Gilbert”.
 
Si stacca dalla macchina, lascia liberi i miei occhi (una strana sensazione di vuoto si fa largo in me, ma la ignoro) e si mette a caricare la prima valigia. Mi ci vuole una frazione di secondo in più per riprendere il totale controllo del mio corpo che sembra non voglia schiodarsi da qui, ma devo andare a prendere la terza valigia e poi a rimanere qui in fissa su di lui non farei che aumentare a dismisura il suo ego. Mi obbligo a rientrare e vado a recuperare la terza ed ultima valigia.
 
Damon mi aiuta a caricarla e mi invita a salire. Mi siedo  davanti nel lato del passeggero e non appena chiudo la portiera, lui si gira verso di me e cattura i miei occhi con i suoi (a questo punto mi viene il dubbio che Damon riesca a creare un qualche campo magnetico tutt'intorno a sé che ti risucchia in un vortice, che non ti permette in alcun modo di staccarti fisicamente da lui, dal suo corpo: come diamine riesce a incatenarmi sempre sul posto, gli occhi in modo particolare, senza che io riesca ad oppormi o a ribellarmi?!?), assottigliando lo sguardo mi domanda enigmatico
“Pronta?”
 
Per cosa dovrei essere pronta? Per saggiare di persona la “potenza della sua bambina”? Per la sua guida spericolata? Per essere notata da tutte le ragazze per strada  in un automobile “di lusso” di fianco all'affascinante proprietario della stessa? Per passare per la sua “ragazza di turno”? O semplicemente per partire tranquillamente con destinazione il nuovo appartamento ed iniziare la mia nuova vita (ma non so bene cosa gli abbia detto suo fratello Stefan su di me)? Di logica dovrebbe semplicemente essere l'ultima mia ipotesi, il fatto è che il soggetto che mi ha posto la domanda non è incline a pensare ed agire come tutte le normali persone sul pianeta. Tutte le volte finora che ho avuto modo di parlare con lui, non si è mai comportato come ci si aspetta che si comporti o risponda una persona “normale”. Mi sono rassegnata al fatto che più volte mi capiterà di sentirmi in imbarazzo con lui, proprio perchè farò la figura di una ragazzina ancora nella fase adolescenziale che non sa mai bene cosa rispondere, proprio come in questo momento.
 
Aggiungiamo a questa sua particolare capacità di rendermi “ridicola”, il fatto che i suoi occhi azzurro-ghiaccio contrastano perfettamente con i suoi capelli corvini che spesso gli ricadono ribelli sulla fronte e il colore particolarmente diafano della sua pelle e che questo contrasti lo rendono particolarmente affascinante ai miei occhi, per non dire terribilmente sexy (e non dovrei pensarlo per un infinità di motivi logici, primo fra tutti il fatto che dovrò stare a stretto contatto con lui, volente o nolente, e fargli capire che lo trovo sexy, non è che sia un buon vantaggio… almeno per me!),  e capiamo perchè oltre che fare la figura di una ragazzina senza senno, gli sembrerò anche uno stoccafisso o un pesce lesso, animali ai quali l' uso della  parola non è mai stato dato.
 
Incapace di reggere quel suo sguardo enigmatico, abbasso gli occhi, scaccio in un batter di ciglia questi pensieri e cerco di dargli una risposta che vada bene per tutti i possibili scenari ai quali la sua semplicissima domanda allude, cercando di usare un tono a metà tra il tagliente e il deciso
“Non siamo ancora arrivati?!?” mi accomodo per bene sul sedile e guardo in avanti, aspettando che lui inserisca la marcia e parta; invece Damon scoppia a ridere di gusto, mi giro verso di lui di nuovo e lo fulmino con lo sguardo.
 
“Posso sapere cos'è che ti fa tanto ridere Mr.Occhioni?” gli domando irritata, decisamente non stiamo partendo col piede giusto, ma avrei dovuto immaginarlo, visto il modo in cui ci siamo parlati quando ci siamo conosciuti. “... devi avere una visuale più aperta...” le parole di Stefan mi rimbombano nella testa. Visuale aperta, visuale aperta, visuale aperta... mi ripeto queste due parole come un mantra mentre aspetto che Damon la smette di ridere, cosa che avviene dopo un minuto abbondante.
 
Lo sto ancora trucidando con lo sguardo quando lui finalmente si degna di rispondermi
“Sei tesa più di una corda di violino Gilbert! Non si direbbe proprio che tu sia pronta ad entrare in quell'appartamento” mi dice serio (questi cambi repentini di umore mi spiazzano, ma come fa? Ha un pulsantino che ogni volta che lo schiaccia gli fa cambiare atteggiamento?)
 
“Non sono affatto tesa!” praticamente ho urlato.
 
“No, sei solo molto decisa e determinata e non permetterai a nessuno e niente di mandare all'aria la tua nuova vita. Ecco spiegato perchè sei acida quando mi rispondi. Non ti piaccio, fatta eccezione per il mio aspetto fisico, e non vuoi grane. Se ti dico che non mi immischierò mai nelle tue faccende, ti calmi un po' e mi parli con un tono quantomeno tranquillo?” mi domanda sempre serio.
 
Non so perchè ma intuisco che lui non vuole che il nostro rapporto sia sempre e solo una continua sfida, mi sta offrendo una tregua, una zona neutra nella quale potremmo costruire il nostro rapporto in maniera diversa da come l'abbiamo impostato sinora. Tralascio la parte “fatta eccezione per il mio aspetto fisico” (il ragazzo è sveglio, il mio sesto senso non ha sbagliato, e l’ha capito subito che fisicamente mi piace…), del resto che il ragazzo è molto poco modesto l'ho già assodato.
 
Sospiro pesantemente per scaricare un po’ di tensione, punto lo sguardo davanti a me, senza però soffermarmi su qualcosa in particolare, la verità è che non riuscirei a reggere ancora gli occhi indagatori di lui.
“E' impossibile non immischiarsi l'uno della vita dell'altra e viceversa... voglio dire: visto che divideremo lo stesso appartamento è alquanto ovvio che anche senza volerlo verrò a conoscenza di come impiegherai la maggior parte del tuo tempo e viceversa, a meno che tu non voglia semplicemente ignorare la mia presenza” improvvisamente sento l'urgenza di vedere la sua reazione alle mie parole, mi volto verso di lui e mi scontro con i suoi limpidi occhi, mi sta ascoltando con attenzione (chissà come mai non mi aspettavo da lui un livello tale di “ascolto”).
 
Continuo a rispondere alla sua domanda con un filo di incertezza
“Se la tua intenzione è proprio quella di ignorarmi, bhè, dillo adesso che riporto subito le mie valigie su da Caroline, perchè questa non è una base sulla quale io vorrei iniziare la mia nuova vita. Questo però non vuol dire che sei autorizzato a darmi “consigli” non richiesti”.
 
Non so se sono riuscita a rendergli bene chiaro il concetto. Dopo un paio di secondi (che a me sono sembrati un'eternità) Damon assottiglia il suo sguardo e mi conferma di aver capito
“Non ci si può ignorare, né sarebbe corretto. Ma è necessario rispettare la privacy l'uno dell'altra. Su questo direi che viaggiamo sulla stessa onda. Altro?”
 
“Non considerarmi, come hai fatto poco fa, come una delle tue tante ragazze. Non lo sono e non lo sarò mai. Non sono un oggetto, ma la tua coinquilina. Ho un cervello e un minimo di orgoglio, non mi piace essere paragonata e considerata alla stregua di una “ragazza facile”, non posso dividere l'appartamento con una persona che mi consideri in questa maniera. So che non ci conosciamo abbastanza e che quindi non ti posso chiedere adesso di mostrarmi un minimo di stima, so che dobbiamo guadagnare l'uno la fiducia dell'altra e viceversa attraverso le azioni e non le parole, ma posso comunque chiederti di non fare battute allusive e poco carine rivolte a me, come hai fatto quando ci siamo conosciuti. Non sono il tuo zerbino e non lo sarò mai” gli dico in tono piuttosto duro.
 
Damon assorbe il mio discorso più velocemente del previsto e mi risponde immediatamente
“Lo so bene Elena. Sei stata molto chiara su “che tipo” di ragazza sei” accentua la pronuncia del mio nome, poi continua più ironicamente
“Trascurando il fatto che mi hai etichettato come un ragazzo che non ha valori dicendomi praticamente che il mio interesse verso voi ragazze è puramente materiale e che cerco solo notti di sesso...” fa una pausa e mi osserva per vedere la mia reazione (in effetti non è stato molto carino da parte mia rinfacciargli una cosa del genere, ma è il lato che lui mi ha mostrato di più di sè finora, questo non può negarlo), poi soddisfatto da ciò che ha visto in me (?) continua “...che in parte è anche vero, vorrei però precisare che non sono uno stupido senza cervello, ho anch'io una mia morale e un certo orgoglio. Come hai detto tu: dobbiamo ancora conoscerci. Non ti posso fare promesse che poi non manterrò: questo è il mio carattere o se preferisci è uno dei miei tanti difetti. Ma ho anche dei pregi. Non posso dividermi in due: io sono il pacchetto completo. A te la scelta”.
 
Non è arrabbiato per ciò che gli ho detto o per come l'ho etichettato, Damon in questo momento è  terribilmente serio e  sincero. Posso scegliere se scendere dall'auto e trovare qualcun altro che io ritenga “più consono” alle mie aspettative o scegliere di stare su quell'auto, dirgli di partire ed accettare il rischio; il rischio di conoscerlo, il rischio di sapere che lui non vive secondo le aspettative di nessuno se non le proprie e che quindi il conoscerlo non sarà poi una strada tutta in discesa, anzi...
 
“Anche tu mi hai già etichettata, anche se a differenza mia, non mi hai detto esplicitamente in che “categoria”mi hai inserita. Bhè, Damon... tu pensi di aver già capito tutto di me, in verità potrei stupirti. Come hai detto tu: dobbiamo ancora conoscerci” gli faccio eco.
 
Riporto i miei occhi a guardare un punto non ben definito in avanti, fuori dalla macchina. Lui mi osserva in silenzio. Mi sistemo una ciocca di capelli dietro all'orecchio e mi accomodo per bene sul sedile. 
“Non mi piace essere chiamata per cognome, Mr. Occhioni-Blu. Tienilo bene a mente” gli dico con un tono allegro e spensierato. Sì, questo discorsetto con lui mi ha reso allegra e spensierata. E' così che inizia il nostro nuovo rapporto da coinquilini, almeno per me.
 
 Damon sorride di rimando e mette in moto la Camaro
“E tu, piccola Gilbert, tieni bene a mente che non mi piacciono per niente i nomignoli, in particolare quello che mi hai appena affibbiato” ingrana la marcia e parte alla volta del nuovo appartamento.
 
Stiamo viaggiando sulla stessa lunghezza d'onda.
Rispetto della privacy altrui ed abolizione delle etichette che abbiamo già creato l’uno per l’altra: direi che non è poi una brutta base su cui costruire un buon rapporto di “coinquilinato”.

 
 

Note dell’Autore
Salve a tutti! Eccomi qua con una nuova “esperienza” da condividere con voi. Questo è solo uno dei tanti “Momenti” che vi racconterò. Attimi di vita quotidiana rubati. Mischierò comicità, isteria, tensione, momenti fluff...  Allora, cosa ne pensate di questo primo “momento”? Suggerimenti per i prossimi?

  
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