Disclaimer: Ron Weasley, Hermione Granger e gli altri personaggi di
Harry Potter appartengono a JK Rowling che ne detiene tutti i diritti. Questa
storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Note: Prendendo come riferimento uno scambio di battute che Ron ha
con Harry nell’epilogo del settimo libro, ho provato ad
immaginare come potrebbe essere stato il suo esame di guida x) [873 parole -
Word]
Prima di lasciarvi alla lettura di
questa one-shot, vorrei sottolineare ancora dei punti.
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Screencap @
MuggleNet.com
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I
commenti e le recensioni sono sempre graditi, anche se non obbligatori. Tuttavia
mi piacerebbe sapere cosa ne pensate dei miei lavori
;D
DRIVING
LESSONS
« Tutto bene con il parcheggio? » chiese Ron a Harry. « Io si. Hermione non credeva che sarei
riuscito a superare l’esame di guida Babbano, vero? Pensava che avrei dovuto
Confondere l’esaminatore »
« Non è vero » protestò Hermione. « Avevo assoluta fiducia in te »
« In realtà l’ho Confuso » sussurrò Ron a Harry mentre caricavano
insieme il baule e il gufo di Albus sul treno.
[ Harry Potter e i Doni della
Morte, Epilogo.]
« Ron, è ora. » Hermione strattonò
con enfasi la spalla del marito, il quale non dava cenni di
vita.
« Ronald, hai un esame da superare! »
esclamò più forte la donna in una perfetta imitazione di sua suocera
Molly.
« Mmmhione » blaterò Ron girandosi dall’altra parte
del letto. Infilò la testa sotto le lenzuola cercando di ignorare la voce di
Hermione. La donna sbuffò esasperata, facendo
in modo che suo marito potesse sentirla e magari darsi una
mossa.
Raccolse la sua chioma di crespi
ricci in una coda e dopo aver svegliato i bambini si diresse in cucina in loro
compagnia.
Avrebbe potuto far apparire latte
e biscotti in una frazione di secondo con la sua bacchetta, tuttavia Hermione
preferì fare manualmente meritandosi l’approvazione di Rose e
Hugo.
I suoi bambini non avevano ancora
il permesso di poter ricorrere alle arti magiche, e perciò avevano manifestato
malcontento tutte le volte che lei o Ron si servirono della bacchetta per
sbrigare faccende in fretta.
Un Ron insonnolito fece capolinea
dalla porta d’ingresso. Ogni parola era seguita da uno o più sbadigli che
suscitarono l’ilarità dei figli. Hermione era troppo occupata ad imburrare fette
di pane tostato per dar retta anche a lui.
« Ron, hai chiesto a tua madre se
può stare con i bambini mentre noi siamo via? » gli chiese
infine.
Conoscendolo, Hermione sapeva di
aver appena formulato una domanda retorica.
« No. George li terrà al negozio
»
Hermione fece per rispondere, ma
riuscì soltanto a mordersi le labbra. « George? Non avrà tempo!
»
« Lo zio George trova sempre tempo
per noi, mamma » si inserì Hugo nella conversazione.
« Zitto tu, e finisci la tua
brioche! » lo rimproverò sua
madre.
« Herm, per una volta nella tua
vita puoi sforzarti di sembrare contenta? »
Ron afferrò due fette di pane
imburrato e lo sguardo lapidario di Hermione lo costrinse a lasciare i muffin al
cioccolato dov’erano.
« Farete i bravi, non è vero?
»
I due bambini annuirono in fretta,
estasiati all’idea di trascorrere del tempo col loro zio
preferito.
Hermione fu sollevata. Ora le
rimaneva soltanto di occuparsi di quell’imbranato di suo marito.
*
« Non sono sicuro di farcela,
Hermione »
« Ron, non dire stupidaggini!
»
Hermione lo spinse con forza
nell’atrio dell’autoscuola e alcune persone rimasero a guardarli
divertiti.
« Se ce l’ho fatta io…
»
« Appunto. Io non sono te ! E poi…
»
« Non posso credere che tu stia
pensando veramente queste cose » lo interruppe sua moglie, « quando sappiamo
entrambi di aver passato guai peggiori »
Ron aprì la bocca per proferire
parola, ma l’insegnante di guida Babbano interruppe il loro
battibecco.
« Signor Weasley, che piacere! E’
pronto per la prova finale? »
Hermione rispose al posto del
marito, sfoggiando uno dei suoi classici sorrisi. « Prontissimo! Vero tesoro?
»
Ron borbottò qualcosa di
incomprensibile, e Hermione gli calpestò un piede in risposta.
« Vogliamo andare?
»
« Ho una via d’uscita? » rispose
il rosso sarcastico. « Ci vediamo dopo » si rivolse alla
moglie.
*
« Signor Weasley, mantenga la
distanza di sicurezza santo cielo! »
L’insegnante di guida se ne stava
rannicchiato sul sedile, intimorito dalla spericolatezza del suo allievo. Teneva
la cintura di sicurezza stretta tra le mani come se temesse che da un momento
all’altro sarebbe scappata via.
« Signor Weasley, ha ingranato la
marcia sbagliata! »
« Per la barba di Merlino, so
perfettamente cosa sto facendo! » gli ruggì contro Ron, in preda al
panico.
Chino sul volante, tentava di
concentrarsi sulla strada , ma tutte le volte che incontrava una curva o un
incrocio chiudeva gli occhi e andava avanti spedito senza considerare la
possibilità di essere coinvolto o causare un incidente.
« Santo cielo, in dieci minuti ha
violato più di cinque regole del codice stradale! E… guardi nello specchietto
retrovisore, per l’amor di Dio! »
Esasperato, Ron tirò fuori la
bacchetta ignorando l’urlo di sgomento del suo insegnante.
« Confundus! »
Il Babbano all’improvviso sembrò
non ricordare nulla di quello che era accaduto alcuni istanti prima, e dopo aver
guardato di sfuggita l’abitacolo dell’autovettura rivolse a Ron un sorriso
affabile.
« Benissimo signor Weasley, il suo
esame finisce qui. Congratulazioni, e si ricordi di ritirare la patente!
»
Quando Ron tornò da Hermione aveva
stampato sul volto un sorriso da vincitore. Alzò in alto le braccia e le ripeté
più volte di essere il miglior guidatore del mondo.
Hermione si unì alla gioia del
marito e lo abbracciò con forza, ma quando vide in lontananza l’esaminatore che
si aggirava per la stanza in modo sospetto, cambiò subito tono nei confronti di
Ron.
« Sei sicuro che sia andato tutto
bene? »
L’espressione facciale di Hermione
gli fece venire in mente quando, ai tempi di Hogwarts, sua moglie si dimostrava
contraria a qualche sua scelta, o a qualche scelta di
Harry.
« Cosa dovrebbe essere successo,
Hermione? » domandò vago, ma entrambi sapevano che era un pessimo
attore.
« Qualche Uso Improprio della
magia, magari »
« Oh, andiamo! Lo sai che i Babbani sono
tutti strani »
Hermione
non indagò oltre, ma promise a se stessa di verificare l’accaduto il più presto
possibile.