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Autore: Babo    10/10/2014    2 recensioni
"Allora non vuoi capire, Zane? Tutto quello che hai fatto fin'ora si ricollega a questo momento. Il tuo passato, il presente che stai vivendo e il futuro che verrà, tutto è legato indissolubilmente a questo evento. Sin da quando sei nato, il tuo destino era già collegato a questo giorno. Tu sei nato per questo momento! Il resto non conta. Era scritto che così doveva andare, e così infatti accade. In questo preciso istante, tutta la tua storia e la tua vita si riassume, si riavvolge. Perciò, ti invito a non abbandonare la speranza! Lei è l'ultima a dover morire!"
Saaaalve a tutti XD eccomi con questa pseudo-prima fanfic. Ne avevo già scritta un'altra, ma visto che non ne ero convinto, mi sono cimentato in questa seconda, che spero vivamente sia migliore dell'altra. Ma prendete le mia parole con le pinze, è comunque la prima volta che mi cimento in questo genere di scrittura, abbiate fede ma soprattutto clemenza XD Comunque sia, vi auguro buona lettura, spero che questo crossover sia di vostro gradimento :)
P.S: i vari universi che ho usato sono saranno tutti elencati nell'introduzione.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Salve a Tutti XD
Eccoci qui preventivamente con il nuovo capitolo.
Primo capitolo relativamente corto, ma non vi preoccupate perchè i prossimi non saranno così, ma molto più lunghi.
Ringrazio anticipatamente KuRaMa KIUUBY per la sua recensione del prologo. Grazie per avermi corretto Xehanort, pensa che io volevo pure scrivere Xeanorth ahahaha. Cmq mi fa piacere che ti sia piaciuto, spero di ricompensare il tuo "adorare" i crossover ahahaha :)

Buona Lettura XD


CAPITOLO 1: 
L'ALBA DI UNA NUOVA ERA

"Avete mai provato a svegliarvi di colpo per un brutto sogno? O meglio ancora, per un brutto, bruttissimo incubo? A me capitava molto spesso. Mi svegliavo di colpo nel mio letto, tutto sudato nonostante fosse inverno inoltrato e ci fossero cinque gradi fuori casa e dieci dentro. A volte erano incubi normali. Sognavo ragni, cimiteri, fantasmi. Insomma tutte robe che ciascuno di noi ha sempre sognato e di cui molti di noi hanno paura. Andiamo, non venitemi a dire che nessuno di voi non ha mai provato ribrezzo o sgomento nel vedere programmi su fantasmi o vampiri. E li sognava di notte, svegliandosi di soprassalto e andando dalla mammina. Quando ero piccolo mi succedeva, ma ora evitavo. Avevo ormai 19 anni, quasi 20. Non potevo certo spaventarmi per simili sciocchezze. Tuttavia, esisteva un incubo ricorrente per me. Più che altro non soltanto quello. Diversi sogni che si fondevano tra li loro e mi trascinavano in una realtà quasi "irreale". So che può sembrare una stranezza mettere una dopo l'altra due parole cose diverse tra li loro. Ma era questo che provavo in quei momenti. A volte sognavo l'universo, i pianeti, le galassie, le stelle. Risplendevano di una luce propria. Tutto ad un tratto sentivo come una risata malvagia dentro la mia testa. Una risata che durava anche minuti. Vedevo quell'universo espoldere su se stesso. Vedevo scomparire le stelle, i pianeti, le galassie. Tutto diventava buio e sembrava che il terreno sprofondasse sotto di me. Nel buio vedevo sempre due strani occhi rossi, fiammeggianti. Mi incutevano timore, sembrava che da un momento all'altro potessero bruciarmi, talmente sentivo forte anche la sensazione di calore. E lì mi svegliavo di soprassalto. Ormai avevo paura di tutto, non mi fidavo più di nessuno. Vedevo queli occhi rossi dappertutto. Sui muri, in cielo, negli occhi delle stesse persone che incontravo giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. La mia stessa ombra era come un incubo per me. Avevo paura. Paura di andare avanti, paura del futuro che mi aspettava. Un futuro incerto, forse anche senza speranza. Molte volte ho tentato di farla finita, ho cercato persino di uccidermi. Ma tutte le volte, qualcosa cercava di bloccarmi, qualcosa riusciva in qualche modo a farmi desistere. Non so se era soltanto la mia immaginazione, la mia paura di non riuscire più a vedere il mondo che mi condizionava a tal punto da fermare il coltello a un millimetro dal collo. O a fermare il dito premuto sul grilletto della pistola.
Ma fu un espediente che cambiò completamente la mia vita. Io ero un mendicante, un semplice barbone che non riusciva a sopravvivere troppo a lungo, se non rubava, se non uccideva...per sopravvivere naturalmente. Che scelte avevo dopotutto? La mia città era andata distrutta. I miei genitori e mio fratello erano morti. Mia sorella era dispersa. Per un pò ho cercato di trovarla, di raggiungerla, ma invano. Ho lasciato perdere, dopo cinque anni di affannosa ricerca. Un bambino di dieci anni sensa famiglia, senza casa, senza soldi, costretto a rubare, a uccidere, a vivere sotto i ponti, nelle rovine delle città del mondo Centrale, martoriate dalla guerra. Finchè un giorno ebbi la brillante idea di rubare, a mia insaputa, a due tipi, entrambi vestiti di blu, quella che sembrava una tenuta dell'esercito. Ma quale esercito? Non aveva mai visto una divisa del genere. Fatto sta che feci una pessima figura davanti ad una folla di gente, e per poco non ci rimisi le penne. Fortunatamente quel giorno faceva caldo e avevo deciso di non indossare il mio solito straccio sporco e puzzolente come maglietta. Quel dannato tatuaggio rosso che avevo sulla schiena mi salvò. Quei due non appena videro quel tatuaggio brillare si sorpresero e mi trascinarono in un vicolo. Non mi torturano per sapere cos'era. Quando gli dissi che nemmeno io lo sapevo, dato che lo avevo fin dalla nascita, mi guardarono con compassione. E ne facevo eccome. Mi presero con loro, mi diedero cibo e casa. In cambio, dato che erao molto agile e resistente, mi chiesero di entrare nel loro strambo esercito. Ci entrai volentieri, se era per mangiare e avere un posto caldo in cui dormire. All'inizio fu difficile per me ambientarmi, mi guardavano tutti dall'alto al basso. Ma uno di loro due decise di allenarmi, per diventare, in futuro, un membro importante del loro esercito. Mi allenai per dieci anni e divenni inarrestabile. Ormai tutti nella base mi rispettavano. Poi un giorno ci fu il disastro. Quelle creature, gli Heartless che attaccarono il mondo centrale. Combattei ma molti dei miei commilitoni caddero. Riuscimmo a respingerli, tuttavia combattei così a lungo che svennì durante l'ultima battaglia. Non seppi quando dormì, so soltanto che il mio sonno era leggero, e privo di incubi. Sembrava tutto risolto, stavo per risvegliarmi tranquillo, come dopo una normale dormita, ma una sera li sognai, sognai ancora quegli occhi rossi. Da quel giorno, tutto fu il buio per me...




"Mio signore, il piano di quei due ha malauguratamente funzionato. La prigione è attiva e non riusciamo ad oltrepassarla. Siamo bloccati qui". La voce era molto profonda. Risuonava molto in quello spazio. Probabilmente era un luogo molto aperto, nonostante fosse oscuro, senza un filo di luce, tant'è che non si riusciva a distinguere cosa vi fosse all'interno, ne chi stesse parlando.

"Purtroppo ha ragione. Sembra che ci abbiano rinchiuso in una prigione spaziale infinita. Nemmeno con i nostri poteri congiunti siamo riusciti a romperla", disse una seconda voce, molto più leggera e meno roca della prima. A queste frasi seguì una risata profonda di una terza figura. Non era una risata normale. Era molto profonda, quasi malvagia. E sembrava davvero molto "forzata".

"Non vi preoccupate, miei fedeli servitori. Date tempo al tempo. Mi avranno anche sconfitto, ma per loro sfortuna, parte del mio spirito è rimasto al di fuori di questa prigione. Affidatevi alle mie parole. Un giorno, qualcuno verrà a liberarci dalla prigionia, e quel qualcuno sarà colui che il mio spirito invaderà".

"Ma quando arriverà quel giorno, mio Signore? La legione scalpita. I demoni hanno sete di sangue...Sangue di coloro che lo hanno umiliati", disse la prima figura, annuendo probabilmente ai ringhi sommessi che provenivano da un luogo indefinito, ma molto vicino a loro. Ennesima risata forzata da parte della terza figura. Risata che si spense immediatamente.

"SILENZIO! Bestie! Voi siete sotto il mio controllo! Calmatevi, il sangue arriverà presto!", urlò con voce tuonante. A quella parole, i ringhi cessarono, e il silenzio prese il sopravvento. Non venne rotto per diversi minuti.

"Ma mio Signore, il vostro spirito ha già preso possesso di qualcuno? Lo sentiamo vivamente che si insinua nel cuore di un individuo, di un bambino forse? Significa quindi che avete già iniziato il processo di consumazione?", chiese la seconda figura, con un tono molto neutrale.

"Esatto, mio prode capitano. E' ovvio che io mi sia già messo in moto...Quel bambino che con così tanta ingenuità hanno accolto tra le loro braccia, presto sarà la loro disfatta. Quando ormai il seme del male che ho partorito al suo interno, maturerà, il nostro arrivo sarà prossimo. E lo saprete, miei cari servitori. Perchè una potenza di immani proporzioni prenderà possesso del vostro corpo e diventerete più forti che mai. Quando arriverà quel giorno, io diventerò padrone non solo della Galassia Gamma, ma dell'intero Universo". Le ultime parole si protrassero a lungo in quell'immenso spazio, finchè non vennero coperte dal suono di un ennesima risata e dal ritono di quei ringhi sommessi che stavolta non vennero fermati da nessuno, più forti che mai...
  
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