Pov
Alex
Quando
venni svegliato da qualcuno che
saltava sul mio letto sorrisi, perché solo una persona
faceva così, e solo in
un preciso giorno dell’anno.
Aprii
gli occhi, ritrovandomi Elinor Lupin
che si buttava di peso sul mio stomaco facendomi mancare il respiro.
Venni
investito da una massa di riccioli
castani, e quando incontrai le sue iridi ambra e il suo sorriso persi
tutta la
voglia di sgridarla per il mio tremendo risveglio.
Finalmente
avevo 11 anni.
«Aleeeeeex!
Buon compleannooooooooooo!» mi
urlò nell’orecchio, ed io feci una smorfia
levandomela di dosso.
«Ely,
una volta di queste di ammazzerò per
questi assurdi risvegli…» borbottai ancora
assonnato, ma per tutta risposta lei
mi rise in faccia.
Indossava
un vestitino davvero carino, ma
evitai di fare commenti perché sapevo che si sarebbe
arrabbiata. Di solito
indossava solo pantaloni, però sapeva che a me piaceva con i
vestiti così nelle
occasioni speciali cercava di accontentarmi sempre.
«Zia
Lily ha fatto i pancakes e zia Marly ti
ha portato la torta, anche se in realtà non dovrei dirtelo.
Mamma e papà stanno
scaricando i tuoi regali dalla macchina, quindi aspetta dieci minuti
prima di
scendere. Ci vediamo giù, undicenne!»
Mi
schioccò un bacio sulla guancia e corse
via, lasciandomi come uno scemo a guardare il punto dove era scomparsa.
Poi
sorrisi.
Elinor
non sarebbe cambiata mai.
Era
bello sapere che sarebbe stata sempre il
mio punto fisso in un’epoca di cambiamenti…
Quasi
mi misi a ridere citando Sherlock
Holmes, e mi vestii lentamente per dare il tempo a zio Remus e zia Mary
di
completare la loro sorpresa.
Mi
guardai allo specchio cercando di trovare
qualche cambiamento, qualcosa che testimoniasse il fatto che ero
cresciuto, ma
l’immagine che vidi fu quella di sempre: capelli neri
scompigliati, occhi
nocciola e fisico snello…
Sospirai
ripensando alle parole di mia madre:
“Dai tempo al tempo, Alex”, mi diceva sempre,
“I cambiamenti arriveranno ancora
prima che tu te ne renda conto”.
Quando
uscii dalla mia camera mi investì un
profumo intenso di pancakes, e per l’ennesima volta benedissi
il giorno del mio
compleanno che mi permetteva di gustare quella delizia che mangiavo
poche volte
l’anno, solo nelle occasioni speciali.
Scese
le scale, la prima cosa che notai fu un
mucchietto di regali nell’angolo di solito riservato
all’albero di Natale, e
poi mia mamma che reggeva un piatto colmo di pancakes e nutella mentre
zia
Marly, zia Mary e zio Remus osservavano la scena dalla cucina.
«Buon
compleanno, tesoro.» mi disse
sorridendo, e ancora una volta mi beai della voce e del volto di mia
madre. I
lunghi capelli rossi, gli occhi verdi… senza poterne fare a
meno le corsi
incontro e l’abbracciai cercando di non far cadere i
pancakes, mentre la
sentivo accarezzarmi la testa.
Ci
pensò Elly a rovinare quel fantastico
momento, e proprio mentre annusavo per l’ennesima volta lo
stupendo profumo di
gigli della mamma.
«Non
li vuoi aprire i regali?»
Mi
staccai solo per il suo tono triste, e
perché sapevo che non vedeva l’ora di darmi il
suo, di regalo.
Anche
se aveva anche lei undici anni, delle
volte si comportava come se fosse più piccola, ma io le
volevo bene anche così
e quindi le sorrisi.
«Perché,
mi hai regalato qualcosa?» esclamai
fingendo sorpresa, e la vidi correre verso il mucchio di regali per
prendere il
suo.
Vidi
che si trattava di un set per giovani
Sherlock che avevo avvistato mesi prima in un negozio, ma costava
troppo e
quindi a malincuore avevo dovuto rinunciarvi. E invece, adesso, era
nelle mie
mani.
La
fissai, veramente sorpreso questa volta, e
girai lo sguardo verso i miei zii per chiedere spiegazioni.
«Questo
è anche da parte nostra e di zia
Marly, non preoccuparti.» mi rassicurò zio Remus,
e tirai un sospiro di
sollievo. Non mi andava che la gente spendesse tanto per me.
Gli
altri regali erano per lo più libri,
strumenti per giovani detective e set di pozioni, quindi ancora una
volta
potevo ritenermi soddisfatto per il bottino di compleanno. Mancava solo
il
regalo della mamma, e la vidi porgermi esitante una busta chiusa che
scartai
all’istante.
Non
potevo assolutamente credere ai miei
occhi.
«Andrò
al campeggio!»
Iniziai
a saltare esultante per tutta la
stanza blaterando circa un certo corso di Pozioni avanzate per gli
under 16 prima
di correre al piano di sopra per fare le valige, seguito a ruota da
Elinor,
così non potei notare le espressioni raggelate dei miei zii
e di mia madre, che
sembrava star quasi per piangere.
Pov
Remus
«È
identico a James.» sussurrai, anche se
sapevo che qual nome in quella casa era tabù. Mia moglie
Mary mi mise una mano
sul braccio per non farmi dire altro, ma Marlene continuò
per me: «Solo di
aspetto. Alex è identico a Lily.»
Prima
che potessi ribattere qualcosa riguardo
la luce negli occhi e l’esuberanza del ragazzo, Lily mi
fulminò con un’occhiata,
e ancora una volta mi scoprii impaurito come se avessi avuto di nuovo
diciassette anni.
Vidi
le tre donne avviarsi insieme verso la
cucina e sospirai frustrato, mentre ancora mi chiedevo se dovessi dire
a
qualcuno del fatto che anche James aveva deciso di mandare Harry allo
stesso
campo estivo di Alex.
Dopo un po’ di riflessione scossi la testa e mi rimproverai per la mia paranoia: dopotutto, il campo era grandissimo e diviso in bungalow molto distanti fra loro, quindi le possibilità che i gemelli si incontrassero erano minime. Avevano anche interessi totalmente diversi, e le probabilità erano davvero una su un milione. Non c’era alcun bisogno di creare allarmismi inutili.
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
Eccomi
di nuovo qui! :) Mi ero dimenticata di dire che Peter Minus non ci sarà in questa storia, verrà tutto spiegato più avanti.
Alla
prossima! Mary Evans