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Autore: Vichy90    10/10/2014    8 recensioni
Isabella ed Edward vengono promessi sposi alla loro nascita.
All’età di 7 anni per aumentare il prestigio delle proprie famiglie convolano a nozze senza però comprendere nulla di ciò che in realtà accade, ed essendo ancora giovani ritornano successivamente a vivere ognuno con i propri genitori nell’attesa dell’arrivo dell’età matura.
Isabella, dopo lungo tempo, raggiunge i 17 anni ed è venuto il tempo per lei per cominciare la propria vita con suo marito che però non vede dal giorno delle nozze.
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ch. Six
-The Truth about Marriage-



Era sera tarda quando la porticina dietro l’arazzo cigolò.
Da settimane non sentiva quel rumore; le volte precedenti in cui Edward aveva cercato di avvicinarla infatti aveva sempre usato la porta principale. Per rispetto. Per darle la possibilità di farlo mandare via dalla sua dama di compagnia. Invece quella sera aveva usato la porticina. Quella che comunicava tra le loro stanze, ma che comunicava anche tra le loro anime.
L’avevano usata in passato per ritrovarsi nel talamo la notte, per le chiacchierate intime di fronte al camino, per stare insieme come una coppia di sposi queli erano.
E se in passato quel lieve rumore la faceva emozionare ed agitare, ora le metteva solo ansia e paura.
Cosa voleva?
Angela si era già ritirata nelle sue stanze per la notte e lei non aveva nessuno che la difendesse in quel momento.
Con uno scatto veloce si avvicinò al suo scrittoio e prese in mano un tagliacarte in argento.
Edward entrò nella camera piano, osservandosi intorno per cercare la sua sposa e chiederle con lo sguardo il permesso di entrare. Ma quando i suoi occhi calamitarono sulla figura della giovane, con lo sguardo spaventato e un tagliacarte puntato contro di lui, capì che la situazione era più grave di quanto si aspettava.
Doveva porre fine a quella situazione.
Doveva porre fine a quell’odio nei suoi confronti.
Voleva di nuovo il suo matrimonio indietro.
<< pensi davvero questo di me? >> le domandò chiudendosi la porticina alle spalle e fissandola con amarezza << credi davvero che sono qui per farti del male? Per ferirti? >>
<< i-io non lo so. >>
<< Isabella non alzerei mai nemmeno un dito su di te. Mai. >> rispose con convinzione facendo un passo nella sua direzione.
<< hai picchiato Jessica. >>
Edward abbassò il capo vergognoso.
<< Ho fatto degli errori.. ma sono qui per rimediare. >>
<< come? >>
<< parlando con te. >>
Isabella rimase muta, osservandolo sedersi ai piedi del letto e scrutarla in silenzio.
<< allora parla. >>
<< puoi abbassare prima il tagliacarte? >>
La ragazza arrossì notando di essere ancora in posizione di difesa. Roteò per qualche secondo l’arma improvvisata tra le dita, riflettendo sui gesti da compiere, poi lo appoggiò con calma sullo scrittoio e si sedette sulla sedia di quest’ultimo pronta all’ascolto.
Il Duca notò che sua moglie aveva scelto di fermarsi ben lontana da lui ma non disse nulla, rispettando i suoi sentimenti di timore.
<<  Ricordi la volta in cui sono entrato nel tuo giaciglio a notte fonda? >>
<< sei entrato molte volte nel mio letto. >>
<< la prima volta in cui ti ho denudata Isabella. >> chiarì lui facendola arrossire per tale sfacciata frase.
<< la mattina successiva mentre ancora riposavamo, la tua serva Jessica è entrata nella stanza per preparare l’occorrente del risveglio. Io mi sono destato a causa dei rumori e ho notato che mi osservava con malizia. >>
<< Non è vero, lei non lo avrebbe mai fatto! >> rispose impulsiva la ragazza.
<< ti devo contraddire moglie. Lo ha fatto. Ma io l’ho ignorata. Volevo capire le sue intenzioni che mi sono state chiare quando una sera me la sono ritrovata in camera, con la bottiglia di vino che tu stessa le avevi affidato come gesto cortese nei miei confronti. >>
<< ricordo quella sera >> sussurrò tentennante Isabella.
<< mi ha offerto il vino e mi ha offerto il suo corpo. Mi sono sentito disgustato all’idea che tu provassi tale affetto per una donna del genere che non aveva atteso nemmeno un secondo prima di tentare di sedurre tuo marito. >>
Edward vide gli occhi della ragazza inumidirsi e il suo viso deformarsi in una maschera di dolore ma proseguì nelle sue parole, approfittando della sua attenzione.
<< l’ho spaventata. Le ho detto che se avesse fatto nuovamente qualcosa per ferirti sarei stato io a ferire lei. Credevo avesse capito e invece.. >>
<< mi ha portato la lettera. >> terminò Isabella per lui. << Era una menzogna? L’aveva scritta lei di suo pugno? >>
Edward sentì lo stomaco contrarsi a quella domanda.
Sarebbe stato così facile mentire e dare credito a quella sua speranza.
Ma aveva omesso già troppo e non aveva portato a nulla di buono. Si era ripromesso di essere sincero e così fece.
<< no. Era una lettera che Rosalie mi aveva effettivamente inviato ma a cui io non ho mai risposto. Ero sincero quanto ti dissi di non avere più alcun interesse nei suoi confronti. >>
<< e allora perché era qui giorni fa? Vi ho visti! >> sputò lei con astio.
<< è venuta senza preavviso e su richiesta di suo marito. Era per una questione di affari. >>
<< e io dovrei credere alle tue parole? >>
Edward ingoiò a vuoto, sentendosi ferito dal livore della moglie.
<< so che non hai più fiducia in me. Ma io non ti ho mai mentito Isabella. Mai! Ho omesso delle cose, è vero, ma il mio scopo era quello di proteggerti da ciò che sapevo ti avrebbe fatto soffrire. Non avrei dovuto. Ho sbagliato nei miei comportamenti ma…. provo un tale affetto per te Bella! >> si ritrovò a dire sorprendendo se stesso e la ragazza da tanto ardore << non avevo mai provato un attaccamento simile per nessuno. Nessuno! E non ho saputo gestire le mie emozioni. Non sono bravo con queste cose.. io.. io ti chiedo perdono. >>
Isabella non rispose, rimanendo a fissarlo sorpresa, e così Edward approfittando della confusione che leggeva negli occhi di sua moglie le si avvicinò, inginocchiandosi ai suoi piedi.
<<  Sono rammaricato per tutto ciò che è successo mia sposa.. perdonami se puoi. Volevo proteggerti e proteggere me stesso. Avrei dovuto parlare con te, avrei dovuto metterti al corrente della situazione e lasciar scegliere a te sulla sorte della tua domestica.  >> mentre parlava il Duca le prese le mani, stringendole tra le sue con vigore.
<< mi ha spaventato vedere quello che sei stato capace di fare >>
<< sono stato accecato dall’ira. Quando si tratta di te perdo la ragione e non ho saputo controllare i miei gesti.. non accadrà più mia sposa. Farò tutto ciò che è in mio potere per farti ritrovare la fiducia in me e tornare a ciò che era prima. >>
Isabella non parlò ma abbassò gli occhi osservando le sue mani racchiuse da quelle di Edward.
<< io ho bisogno di tempo.. >>
<< e l’avrai. >>
Isabella guardò suo marito, ancora inginocchiato ai suoi piedi. Era suo dovere perdonare e dimenticare. Era ciò che facevano le mogli, sua madre glielo aveva spiegato tante volte, solo che… era così difficile. Aveva ancora in mente la schiena martoriata di Jessica e anche se non era stata una buona serva ne una buona amica, Isabella le voleva ancora sufficiente bene da non desiderare per lei un trattamento del genere.
<< dov’è ora Jessica? >>
Il Duca sembrò sorpreso da tale domanda.
<< che importa? >>
<< voglio solo saperlo. >> In realtà l’intenzione era di andare a visitarla e parlarle, per sentire anche la sua versione e chiarire del tutto quella faccenda.. ma non voleva dirlo a suo marito. Sapeva che lui non lo avrebbe permesso altrimenti.
<< Isabella… >>
<<  dimmelo Edward  >>insistette.
Il Duca tentennò combattuto.
<<  è in un postribolo  >>
Le labbra di Isabella di schiusero dallo stupore
<< ma… io credevo l’avessi licenziata! credevo l’avessi mandata in un’altra casa! >>
<< no, l’ho venduta. >>
<< venduta? >>
<< a una casa del piacere.. l’ho venduta come prostituta. Ero irato Isabella, non è una scusante, ma non ero in me. >>
Isabella trattenne un conato di vomito all’idea di Jessica in un luogo simile. Se fosse capitata a lei una sorte tanto brutta si sarebbe come minimo tolta la vita piuttosto di finire schiavizzata e obbligata a dare il suo corpo agli uomini.
<< dov’è questo postribolo? >>
<< ma a cosa ti serve saperlo? >>
<< lo voglio sapere! >>
<< in città. >> rispose secco, e non gli ci volle molto per comprendere la causa di tale curiosità. Isabella sarebbe andata a parlare con Jessica. Il Duca sperò solo che ciò che avrebbe visto e sentito una volta lì non la sconvolgesse irrimediabilmente.


Il bordello davanti alla quale la giovane ragazza si trovava quel pomeriggio si chiamava “Selene”. Ad una occhiata veloce nessuno lo avrebbe mai scambiato per una casa di tolleranza. Era un edificio anonimo con un portone in legno grezzo e due finestre ai lati su cui adagiati vi erano vasi di fiori ben curati. Il muro in mattoni era coperto di un’edera verde brillante e nessun suono o rumore fuoriusciva in strada.
Forse Isabella aveva avuto una cattiva idea ad andare nel pomeriggio. Forse il locale a quell’ora del dì era ancora chiuso.
Si avvicinò timidamente, lisciandosi l’abito in organza azzurra che indossava, e bussò piano al portone sentendo il cuore martellarle nel petto.
Nessuno rispose.
Un carro con due contadini le passò alle spalle e lo sguardo degli uomini cadde malizioso sulla bella signorina davanti alla locanda delle puttane. Isabella abbassò lo sguardo vergognosa, domandandosi cosa avrebbero mai pensato i passanti a vederla in quel luogo.
Bussò ancora.
<< chi è?  >>
Una finestrella sul portone si aprì e dietro le grate in ferro battuto sbucò il viso di una donna in sù con gli anni che le squadrò il viso con attenzione. Non disse nient’altro e le aprì la porta.
<< bu-buon pomeriggio.. >> salutò Isabella intimidita della donna davanti a lei che si era messa a squadrarle il corpo come tanto tempo fa anche il padre di Edward, Carlisle, aveva osato fare.
<< che ci fa un pulcino come te in questo posto? cerchi lavoro zuccherino? >>
Isabella sgranò gli occhi presa  in contropiede da una tale offerta.
<< oh no! No, io stò cercando una.. una ragazza. >>
Ma anche tale frase fu di facile fraintendimento, tanto che la donna le rispose con un sorriso lussurioso e le si avvicinò al di là della norma.
<< e come la vuoi? Con le tette grosse? I capelli lunghi? La vuoi giovane e carina come te? >> le sussurrò all’orecchio prendendole una ciocca di capelli e iniziando ad arrotolarsela tra le dita.
Isabella arrossì gravemente e fece immediatamente un passo indietro << no-no!! Io cerco una ragazza.. è stata mandata qui, si chiama Jessica.. le voglio solo parlare, non voglio.. io non volevo..  >> le parole le si incastrarono sulla lingua e la signora, capito il fraintendimento, scoppio in una sonora risata vedendo quella giovane ragazza tanto rossa in viso quanto imbarazzata.
<< Ah! Adesso è tutto chiaro, ma potevi dirlo subito no?! Aspettami qui, vedo se è libera. >> e detto così si voltò scomparendo tra la folla e lasciandola lì a guardarsi intorno.
Solo in quel momento Isabella si rese conto del movimento che c’era all’interno di quella casa. Il salone in cui si trovava era pieno di tavoli e divani dall’aspetto vecchio e logoro, e quasi tutti i posti erano occupati da uomini di qualunque età, alcuni in gruppo, altri soli e accompagnati da una donna più o meno svestita. Quasi tutte avevano i seni all’aria e chi li teneva coperti, aveva comunque il corsetto talmente floscio da dare l’impressione che i seni sarebbero fuggiti da quell’impiccio da un momento all’altro. L’aria comunque era festosa e lieta, tutti ridevano, scherzavano, e c’era persino chi cantava.
<< hey, sei libera? >> un uomo le si avvicinò da dietro e le mise la mano sul gluteo.
<< No! Non sono una prostituta, non lo vedete da voi?!! >> si ritrovò a rispondere Isabella spingendo via quella mano che aveva osato tanto.
<< oh! Scusami bellezza, non c’è bisogno di prendersela tanto! >>
La ragazza stava nuovamente per difendersi quando la donna di prima si ripresentò al suo fianco.
<< seguimi.. ah, e tanto per chiarire la vostra chiacchierata ti costerà, lo sai vero? >>
Isabella lo aveva sospettato, così prima di entrare nella stanza dove si trovava Jessica passo alla donna una moneta d’oro che le fece strabuzzare gli occhi.
<< oh, ma guarda chi c’è?! La nostra Duchessa!! >> proruppe Jessica vedendo la ragazza e inchinandosi a lei in modo sciocco e volutamente provocatorio.
Isabella ignorò l’ironia della sua ex serva. Voleva parlarle e andar via da quel postaccio il prima possibile.
<< Edward mi ha raccontato di quello che è successo.. è vero che gli hai offerto il tuo corpo? >>
<< fa differenza? >>
<< sì, per me lo fa. >>
Jessica fece una risata rauca, mostrando a Isabella una fila di denti gialli.
<< sì, gliel’ho offerto. L’ho toccato anche tra le gambe lo sai? pensavo fosse messo meglio il tuo Duca là sotto e invece era tutto molle. >>
La giovane ragazza ebbe un moto di disgusto nel sentire quella che fino a qualche tempo fa considerava a tutti gli effetti la sua migliore e unica amica parlare in quel modo greve. Era cambiata tutta d’un colpo o era sempre stata così e lei scioccamente non se ne era mai accorta?
<< perché lo hai fatto? Io pensavo fossi mia amica.. >>
<< amica? >> Jessica scoppiò di nuovo a ridere << non esiste l’amicizia Isabella! Sveglia!!! Io ero la tua serva e tu eri la mia padrona. Tutta la tua amicizia non avrebbe mai cambiato le cose, mai! Solo aprire le cosce al tuo sposo mi avrebbe potuto salvare dalla mia miserabile vita, ma aimè ti sei sposata con un uomo d’onore. Ho fatto solo l’errore di non essermene accorta in tempo. >>
<< quindi non sei pentita? >>
<< sono pentita di non aver scelto già dall’inizio questo mestiere.. mi sarei prevenuta un bel po’ di rogne. E poi qui vengono solo uomini con i soldi.. mi ci vorrà poco prima di trovare qualcuno da incastrare per farmi portare via. >> rispose la donna ghignando.
<< tu sei.. sei una donna senza morale! >>
<< morale? E a cosa mi servirebbe mai? La morale non paga a fine giornata. >>
Quella di Isabella invece quel giorno pagò. Quando la ragazza lascio il postribolo infatti sopra il giaciglio della sua ex serva, nonché amica, era stata lasciata una piccola sacca con sufficiente denaro per comprarsi la libertà. Sarebbe stata una scelta di Jessica l’uso che ne avrebbe fatto da lì in futuro.. forse lo avrebbe sperperato tutto in alcolici e tabacco, o forse avrebbe sfruttato quello scalino iniziale per iniziare una nuova vita onesta. A Isabella comunque non importava più nulla. Il futuro di Jessica non era più sua responsabilità ma almeno ora avrebbe potuto chiudere gli occhi sapendo che non c’era nessuna donna posta in servitù a causa sua.


<< Cosa hai fatto in questo giorno mia sposa? >> le domandò tranquillo Edward a cena.
Isabella notò il tono informale con cui le si era rivolto, ignorando le domestiche che gli giravano intorno per servire il pasto. Lo trovò un gesto molto carino.
<< sono stata in città. >>
La mascella di Edward si irrigidì ma non disse nulla.
<< ho semplicemente chiarito la situazione. >>
<< e và tutto bene? >>
<< sì. Mi sono resa conto che forse anche io ho avuto colpa per ciò che è successo. Sono stata una sciocca e non sono stata capace di vedere al di là del mio naso.  >>
<< sei giovane Isabella. Hai poca esperienza del mondo e delle persone, la tua ingenuità non è una colpa. >>
<< già, ma credo che tutto ciò che è successo mi sia servito. Le persone non sono come appaiono..  >> e nel dirlo si rese conto che quel ragionamento non valeva solo per Jessica, ma anche per il suo sposo.
<< mi dispiace che tu l’abbia dovuto capire così. >>
Isabella gli fece un piccolo sorriso e permise al marito di accarezzarle la mano che teneva poggiata sul tavolo. A fine cena, il Duca riaccompagnò la moglie davanti alle sue stanze nel tentativo di allungare il tempo trascorso insieme.
<< grazie per la cena di stasera, era da tanto che non discorrevamo in questo modo. >>
<< si è vero.. mi era mancato. >> si lasciò andare Isabella sorridendo timida all’uomo.
<< già, anche a me >>
Ci fu un momento di puro silenzio dopo quelle parole in cui Isabella ed Edward rimasero solo a fissarsi negli occhi, finche lui non le fece una domanda << posso rimanere nella tua stanza stanotte? >>
Isabella si ritrovò improvvisamente senza fiato.
<< Edward non credo sia una buona idea. Io ho appena.. >> e il pensiero di quella gravidanza interrotta colse entrambi, tanto che il Duca volle subito chiarire
<< solo per dormire.. non voglio fare nulla. Voglio solo starti vicino. >>
Isabella tentennò
<< non sono convinta.. >>
<< giuro che non ti sfiorerò nemmeno. Ho bisogni di averti vicino Isabella.. queste settimane sono state.. orribili. Mi sei mancata. >>
Isabella arrossì non abituata a tanta esposizione da parte di suo marito, e alla fine si arrese.
Quella notte ci mise molto tempo prima di rilassarsi alla vicinanza di suo marito nel talamo, ma alla fine gli occhi persero la loro battaglia e si chiusero vinti dalla stanchezza.
Quando si destò la mattina successiva gli parve di aver dormito come mai prima di quel momento, tanto che nonostante sentisse i caldi raggi del sole scaldarle il viso e il cinguettio dei passeri provenire dalla finestra socchiusa, non riuscì ad aprire gli occhi, troppo rilassata per decidere di alzarsi.
Sospirò forte muovendosi tra le coperte e solo in quel momento si rese conto del petto caldo sul quale era adagiata e delle braccia robuste che la circondavano. Si era scordata di aver condiviso il letto con Edward.
Lui era stato molto rispettoso, non l’aveva mai toccata, né baciata.. semplicemente l’aveva tenuta stretta a sé teneramente. Isabella alzò gli occhi per guardarlo e notò che anche lui era sveglio e la fissava con aria tranquilla.
<< tutto bene? >> le domandò lui attento alle sue reazioni.
Isabella annuì cercando di capire se fosse meglio allontanarsi o rimanere lì vicino.
<< Devo dirti una cosa Isabella. Una cosa che forse non ti piacerà, ma prima che tu possa sentirti ferita dalla mia decisione, ti prego di lasciarmi spiegare. >>
<< di cosa si tratta? >>
<< di affari >>
<< hai sempre detto che non dovevo immischiarmi con i tuoi affari. >>
<< è così, ma non voglio nemmeno che le mie decisioni possano essere travisate da te. Non voglio più farti soffrire Isabella. >>
<< parla allora. >>
Edward prese fiato e strinse la presa attorno al corpo di sua moglie. Doveva dirle tutto.. se lei doveva perdonarlo doveva farlo del tutto, senza riserve.
<< ho preso degli accordi. Sono diventato socio a tutti gli effetti di Emmet McCarty. >>
<< Mc… McCarty? >>
<< sì Isabella. E’ un affare molto vantaggioso che mi porterà molto denaro nelle tasche. Ho dovuto accettare. >>
A quel punto però la ragazza forzo la presa e di allontanò dal corpo del marito sedendosi sul letto.
<< hai dovuto o hai voluto? >>
Edward si sentì perso senza il contatto con il corpo di Isabella che lo rassicurasse, così le si riavvicinò cercando nuovamente di riabbracciarla senza però buoni risultati.
<< sai cosa ho fatto appena lui mi ha fatto la proposta? Io ho pensato a te. Non mi era mai capitato, avevo sempre pensato che per avere successo bisognasse sempre separare la vita privata da quella lavorativa.. io invece ho pensato a te Isabella. E al fatto che ti avrei potuta ferire con le mie decisioni. Ma mi sono reso conto che avresti potuto rimanere ferita sia se io avessi accettato che se avessi rifiutato, e che anzi, diventare suo socio sarebbe stato tra i due il minore dei mali. >>
<< ma di cosa parli Edward? >>
<< mio padre. Ricordi quando è venuto al palazzo? >>
<< tu eri arrabbiato.. avevi discusso con lui. >>
<< no. Non avevo discusso con lui. Ero venuto a conoscenza dei sui piani, e ne ero contrario. >>
<< quali piani? >>
Edward abbassò la testa cercando di capire come procedere senza farle paura.
<< non è necessario che tu lo sappia >>
<< perché? >>
<< perché ne avresti paura. >>
<< devo averne paura? >>
<< no, perché ci sono io qui a proteggerti e non permetterei mai a nessuno di farti del male. Ti prego… fidati di me Isabella..  >>
Isabella annuì lasciando che le mani del Duca si avvicinassero nuovamente alle sue.
<< diventare socio del Marchese mi permetterà di guadagnare ingenti somme di denaro.. per.. per arginare i nostri debiti. >>
Debiti? Isabella rimase confusa nell’udire tale parola.
<< cosa? >>
<< la mia famiglia.. noi, siamo pieni di debiti. >>
<< ma tu.. tu mi hai sposato per.. >>
<< non è bastato. Mio padre ha fatto un affare tempo fa, con Hepram Black. Hai conosciuto suo figlio alla festa. Loro hanno dei terreni a nord che furono dati in usufrutto a mio padre durante la campagna militare. Avrebbero dovuto produrre cibo per l’esercito che sarebbe passato di lì ma l’esercito, capitanato dallo stesso Black, alla fine cambiò rotta. Quei territori non furono attraversati da nessuno.. e mio padre vide interi raccolti a marcire nell’attesa di soldati che non passarono mai.
Si indebitò gravemente, e ancora adesso quel debito non è saldato. >>
<< non avevi mai fatto parola di questi problemi economici >>
<< me ne vergognavo Isabella.. e probabilmente se tuo padre lo avesse saputo prima che la nostra unione fosse consacrata nel talamo avrebbe fatto annullare il nostro sposalizio. >>
<< quindi tuo padre mi ha usata per coprire parte dei suoi debiti? >>
<< ha usato anche me.. lui usa le persone e non voglio lo faccia più. Questi accordi con i Mcarty mi permetteranno di chiudere il debito Isabella e sarò libero dalle angherie di mio padre. >>
<< credi davvero che le cose si sistemeranno?>>
<< sì, ne sono certo. Fidati di me Bella.. fidati! >>
La ragazza lo fissò egli occhi, e non abbe bisogno di sapere altro.
<< mi fido di te Edward. >>



Prima di tutto voglio ringraziare tutti quelli che mi seguono nonostante i miei lenti aggiornamenti. Vi chiedo scusa, vorrei essere più veloce ma il tempo libero è davvero poco e faccio il possibile. Ringrazio anche tantissimo chi recensisce le mie storie (sia questa che le altre nonostante siano concluse già da parecchio tempo), e che mi hanno scritto in privato per sincerarsi della mia vita (stò bene, tranquille, non sono morta!:):) ) e del progresso del nuovo capitolo. Mi fà tanto piacere vedere che vi piace la mia storia e siete curiosi di leggerne la fine.
Per ringraziarvi non solo a parole (e anche per autopunirmi per i miei ritardi) ho fatto un capitolo molto lungo che spero vi piaccia. I nodi (quasi tutti) sono venuti al pettine e forse questo sarà l'inizio vero e proprio del matrimonio tra Edward e Bella, non più fatto solo di doveri imposti e convenzioni sociali, ma di sentimento, fiducia e chissà.. magari amore?:)


  
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