<< che si fa sta sera? >> chiesi entrando in cucina
<< io non ho molta voglia di uscire, che ve ne pare se stessimo qui e organizzassimo qualche gioco tranquillo? >> propose mia sorella.
<< okay, ho già in mente qualcosa… > disse Lou sorridendo.
<< quel sorriso non porta mai nulla di buono! >> disse Zayn riferendosi all’amico.
<< e dai, siamo qui per divertirci! >> disse Louis discolpandosi. Stavo iniziando a preoccuparmi.
<< fermi tutti! A cosa vorreste giocare?! >> chiesi
<< Obbligo o verità? >> propose Louis.
<< per me va bene >> disse Niall tranquillo.
<< o sappiamo perché a te va bene caro! >> disse Liam. Il biondo lo guardò malissimo e tutti scoppiarono a ridere.
<< a gl’altri va bene la cosa? >> tutti annuirono. Io non dissi niente, né una parola, né un cenno.
<< allora andiamo a giocare, però prima accendiamo un falò! >> propose Harry. Detto ciò ci alzammo e accendemmo  un falò. Non fu facile, ma quando finimmo soddisfatti ci sedemmo attorno a quelli. Ero un po’ nervosa; non avevo mai giocato ad obbligo verità e non sapevo che cosa mi avrebbero costretta a fare.
<< Isa tu ci hai mai giocato ad obbligo verità? Mi sembri piuttosto in ansia >> disse Zayn guardandomi.
<< in realtà no, ma va be’ >> dissi abbassando lo sguardo.
<< ooh che cosa tenera, abbiamo un’innocente tra noi! Tranquilla, ci andremo piano con te >> disse lui tranquillizzandomi. << chi sarà il poveretto ad iniziare? >>
<< inizio io! Liam obbligo o verità? >> disse mia sorella tranquilla.
<< obbligo! >> disse lui sicuro di se.
<< bene >> disse mia sorella pensierosa… << via la maglietta! >> Lui se la tolse tranquillamente, e a giudicare dal fisico che aveva capivo tutta la sua sicurezza.
<< tocca a me… Niall obbligo o verità? >> chiese Liam.
<< obbligo >> disse il biondo, che nel frattempo si era sdraiato e aveva piegato il braccio dietro la testa a mo’ di cuscino.
<< tu sta sera dormirai nel letto matrimoniale con… Isabella >> pronunciò quelle parole con aria di sfida. Io mi litai a spalancare la bocca, un po’ dalla sorpresa ma un po’ anche dall’imbarazzo. Mia sorella mi ha sempre presa in giro perché parlo nel sonno.
<< per me va bene, ma non posso obbligare Isa >> rispose lui, ma la sua voce assunse una nota di nervosismo. Tutti si girarono verso di me ed iniziarono a guardarmi sospettosi. Borbottai a voce bassa la risposta.
<< cosa?! >> chiese il biondo impaziente.
<< ho detto: a tuo rischio e pericolo >> dissi. Si accese un coro di “ooh” e sorrisi strani; Niall tornò alla sua posizione rilassato. La serata passò veloce fra chiacchere e risate ma io ero nervosa. Molto nervosa.
<< andiamo a dormire va! >> disse Becky a un certo punto. Tutti annuimmo e ci alzammo; corsi in camera e mi misi in pigiama, maledicendomi per non aver portato i pantaloni da metterci sotto.
Scesi in cucina e vidi Louis venirmi incontro. << carissima >> disse. << per questa notte tu e il biondo dormirete nella camera matrimoniale.. buona notte >> mi fece l’occhiolino, mi stampò un bacio sulla guancia e se ne andò. Entrai nella stanza e trovai il biondo ad attendermi sul letto. Mi appoggiai alla porta e aspettai che mi vedesse. Come se mi avesse letto nel pensiero alzò lo sguardo e mi sorrise.
<< benvenuta compagna di letto, vieni a farmi compagnia! >> disse sbattendo la mano sul posto vuoto accanto al suo. Incerta mi avvicinai e mi sedetti sul bordo del letto.
<< bè buona notte >> dissi al biondo. Mi misi sotto le coperte e mi addormentai tranquilla, fu una notte senza sogni. Al mattino, quando mi svegliai, ero abbracciata a Niall.
Lui stava ancora dormendo, ma le sue braccia mi tenevano stretta al suo petto e le mie mani erano aggrappate alla sua maglietta bianca. Sbattei un po’ di volte le palpebre pensando che era solo la mia immaginazione, ma quando capii che era vero mi sentii tremendamente in imbarazzo; cercai di spostarmi ma lui si svegliò e mi rivolse un sorriso dolce.
<< buongiorno >> mi disse con voce assonnata. Incredibilmente, e soprattutto inspiegabilmente, riusciva a essere perfetto anche alle sette del mattino.
<< buongiorno >> gli risposi timidamente. << non volevo svegliarti, scusami >>
<< tranquilla >> sorrise. << dormito bene? >>
<< si te? >> chiesi.
<< molto bene >> rispose tranquillo.
<< stanno ancora dormendo tutti >> dissi << io vado a fare un giro in riva al mare >> dissi alzandomi.
<< posso venire con te? >> mi chiese. Mi girai e lo guardai sorpresa, non avrei mai pensato che sarebbe voluto venire.
<< certo >> dissi, e lui sorrise.
Ci alzammo e andammo a vestirci: misi un costume verde e un paio di pantaloncini a vita alta con una canottiera bianca. Scesi al piano di sotto e lo trovai ad aspettarmi in cucina.
<< ti va se andiamo a fare colazione prima? Sto morendo di fame! >> chiese.
<< va bene >> dissi. Così ci dirigemmo verso il bar più vicino e Niall prese una brioches.
<< cosa vuoi te? >> mi chiese.
<< niente, grazie >> dissi, e mi lanciò uno sguardo arrabbiato, sbuffò e pagò. Ci incamminammo lungo la riva, l’acqua fredda ci bagnava i piedi. Stavo pensando alla serata di ieri sera quando la sua voce interruppe i miei pensieri.
<< chissà cosa vogliono fare sta sera quelli la, sono degli sfaticati >> disse riferendosi agli amici che ancora dormivano.
<< non saprei, tu cosa proporresti? >> gli chiesi guardandolo. Sfortunatamente inciampai su un tronco. Stavo già pensando alla grande figura di merda mentre cadevo, quando la sua mano mi avvolse il fianco e mi tirò a se. Rimanemmo così per secondi, forse minuti. Io stretta a lui, lui che mi teneva vicina con il suo braccio; ero persa nei suoi occhi, non riuscivo a pensare ad altro, ne ero incantata. Tornai in me e lo vidi, mi sorrideva, un sorriso tenero, quasi imbarazzato. Mi guardava come se fossi qualcosa che valeva la pena guardare, ma io sapevo che non era così.
<< mi dispiace >> sussurrai a pochi centimetri dalla sua faccia.
<< non è successo niente, ti ho presa >> disse sorridendo, ma i suoi occhi non lasciavano la presa sui miei. Senza pensarci mi morsi un labbro, e subito dopo le sue labbra furono sulle mie. Non riuscivo a crederci. Insomma, lui era Niall, un ragazzo perfetto, occhi azzurri, capelli biondi e un fisico altrettanto  perfetto. Era uno di quei ragazzi che non si sarebbe mai potuto interessare a una ragazza come me. E io ero io. Quando si staccò da me aveva le guance leggermente rosse.
<< scusa >> disse. << non avrei dovuto >> non sapevo cosa dire. Era come se lui aspettasse una risposta, che io non riuscivo a dare. Lo presi per mano e tornammo a casa dagli altri.