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Autore: Alessandra_    11/10/2014    1 recensioni
Lui è Dimitri. Una notte il suo maestro gli da un incarico da svolgere. Rapire una ragazza. Lui accetta, va lì e la guarda. Non può rapirla, non sa perchè, ma sente che non può farlo. Scappa. Purtoppo lei lo segue e viene catturata. Le fanno dimenticare delle sue origini, della sua famiglia e di se stessa. E' costretta a subire continue punizioni dallo stesso ragazzo, divenuto il suo maestro. Eppure lei non lo odia, anzi crede di amarlo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Esattamente quarantatrè giorni dopo ero pronta. Non mi ero mai sentita così sicura di qualcosa, avevo calcolato tutto.

Due settimane prima.

< Su con quella spada. >
Io annuii e mi rimisi in posizione.
< Andiamo! Ti ho mostrato la posizione mille volte, non puoi sbagliare ancora. >
Finsi di non sentire e mi morsi il labbro per l'ennesima volta.
< Anche un bambino ci riuscirebbe! Un affondo! Su! E questa era una finta? >
E' per Dimitri, pensa a lui, pensa a Dimitri.
< Sei un'incapace. Cosa volevi fare, eh? Andare a combattere? >
In quel momento non capii più nulla e mi feci sopraffare dalla rabbia. Feci un affondo con tutta la forza che avevo e colpii mio padre al fianco. Lui cadde a terra e si portò una mano al fianco. Io lo fissai ad occhi sbarrati per un minuto, poi mi riscossi e gettando la spada di lato, mi inginocchiai al suo fianco.
< Padre, mi dispiace, non volevo, ma lei continuava ad urlare ed io.. Nimiko! Aiuto! >
< Mi hai chiamato padre.. >
< Si, ma ora non importa >
< Ricordi? >
< Mi dispiace, ma no >
< Non fa nulla, e davvero, sto bene. L'armatura serve proprio a questo, a proteggermi. Mi rimarrà un livido ma >
< Mi dispiace, mi dispiace tanto. Non volevo, mi stavo trattenendo ma poi ho perso il controllo.,. >
< Me ne ero accorto cara, per questo ho detto quelle cose, se vuoi che ti alleni devi impegnarti. >
< Oh >
Lo aiutai ad alzarsi e continuammo con l'allenamento, ma stavolta mi impegnai davvero e riuscii a disarmarlo un paio di volte. 
Continuammo ad allenarci ogni giorno e man mano imparai a difendermi. 

Sei pronta, mi aveva detto quella mattina. L'allenamento è finito. Era arrivato il grande giorno, nel pomeriggio sarebbero partite le guardie. Ma prima di attuare il mio piano dovevo mantenere una promessa, così mi recai nella stanza di Nimiko.
< Sono pronta per la pozione >
< Bene. Ti lascerà un po' sossa, è molto forte come pozione. >
< Va bene >
Entrò anche mio padre e si sedette in un angolo ad osservare. Presi posto anch'io su una poltrona al centro della stanza ed afferrai senza esitazione la boccetta che mi porgeva. Osservai il iquido giallo che conteneva.
< Promettetemi che mi ricorderete di Dimitri, se dovessi accennare a dimenticarlo, promettetelo >
< Te lo giuro > disse mio padre guardandomi negli occhi.
Presi la boccetta e buttai giù il liquido tutto d'un sorso.

Mi risvegliai stesa sul mio letto e mi guardai intorno. Al mio fianco c'erano mio padre, Walter e Nimiko.
< Ciao Dafne >
< Salve padre >
Mi guardarono tutti con ansia.
< Ricordo. Ricordo tutto >

Mi avevano fatto le feste, mi avevano abbracciata ed erano corsi a preparare tutto per una gran festa. Approfittai di quel momento per prepararmi. Aprii l'armadio e presi un sacco di juta che avevo riempito giorno per giorno con un po' di provviste, gli abiti, le scarpe e scesi di nascosto nelle stalle.

Il re si trovava davanti ai soldati reclutati quel pomeriggio.
< Cari eroi, si eroi, perchè andate a vendicare il rapimento di mia figlia e a difendere la vostra patria. Cari eroi, conto su di voi e vi chiedo di distruggere quel villaggio di barbari, di raderlo al suolo e gettarvi sopra il sale. Certe persone non sono degne di popolare il mio regno. Non deludetemi, soldati. >
Detto questo li congedò , stringendo la mano ad ognuno di loro.
< Andate alle scuderie e prendete i cavalli. >
Tutti si girarono e si incammin arono, ma il re mise una mano sulla spalla di uno di loro.
< Soldato, resta qui, devo raccomandarti un qualcosa >
Quello si fermò e si girò nella sua direzione.
< Ti ringrazio soldato, sei molto valoroso. > disse < ma non pensi che un mese e mezzo di allenamento dia poco, Dafne? >
La ragazza rimase impietrita e si bloccò mentre il padre le tolse l'elmo dal capo.
< C..come avete fatto? >
< Riconosco mia figlia , cara Dafne >
< Per favore, devo andare. Non posso lasciarlo lì, non dopo che lui.. non dopo tutto quello che abbiamo passato. Io.. io lo amo, lo amo con tutta me stessa e non accetto che lui si comporti così, non lo accetto. Chi crede di essere? Come si permette di ritornare indietro per salvarmi? Come?! Ma io quando lo prenderò glie ne dirò di tutti i colori, mi sentirà, perchè non può- singhiozzai - non può lasciarmi ora, non dopo aver capito cosa provo per lui. Perchè doveva fare l'eroe proprio adesso? Non poteva correre via con me? Ci avrebbero presi ma sono certa che non avrei il cuore grande quanto una nocciolina, com'è adesso. L'ho abbandonato. Lo sapevo quello che stava per fare, lo sapevo e non l'ho fermato. Quante volte dovrà sacrificarsi ancora? Solo per me, una ragazzina che non sa niente di queste cose, non sa niente dell'amore, della passione. Io non so niente nemmeno della vita, non ricordo metà delle cose che mi sono successe, non ricordo la mia famiglia, non ricordo niente. E non posso semplicemente lasciarlo andare. >
< Dafne >
< Ti prego >
< Dafne >
< Non mi separerò dal gruppo, lo giuro, lo so che volevi che ricordassi, ma non ci riesco e mi dispiace, tu rivuoi tua figlia, lo so che così come sono non va bene, ma.. >
< Dafne! Zitta! >
 Ammutolii.
< Sono fiero di te. Sono fiero della presona che sei diventata e anche se non ricordi, ricreeremo dei ricordi. Ora và, i soldati stanno partendo. >
Lo abbraccia di scatto.
< Ti voglio bene, papà >
< Ti voglio bene anch'io , bambina mia > mi strinse, e dopo avermi affidato una spada, mi lasciò andare.

Arrivammo in un campo dove i soldati posero l'accampamento e ci fermammo per la notte. Entrai nella tenda da dividere con altri soldati e mi stesi sul mio giaciglio.
Entrarono in quel momento altre tre guardie che mi accerchiarono. Mi sollevai impaurita e mi protessi il corpo con le braccia quando uno di loro si tolse l'elmo, facendo ricadere lunghi capelli sulle spalle.
< Pensavi davvero che ti avremmo fatta partire da sola? >
< Belle! > Saltai in piedi e la abbracciai. < Come avete fatto a.. >
< Questo rompiscatole di tuo fratello a quanto pare ha un cervello, non c'è solo aria lì dentro.. > disse indicandosi le spalle. Max si stava sistemando i capelli, invece Walter guardò storto Belle.
< Senti chi parla, miss so tutto io isterica mocciosetta lamentosa. >
< Gne gne gne, dici solo sciocchezze, non voglio starti nemmeno a sentire. >
< Racchia >
< Stupido >
< Lamentosa >
< Principessa >
< Bamboccia >
< Smettetela! > dicemmo io e Max contemporaneamente. Scoppiammo tutti a ridere e decidemmo di metterci a letto.
Max e Belle si addormentarono subito, invece Walter si sistemò al mio fianco e mi abbracciò.
< Sorellina, permettiti di nuovo di fare una cosa del genere e dovrò spezzarti le gambine, ci siamo intesi? Queste cose devi dirmele, sempre >
Io risi, e gli diedi un bacio sulla guancia.
< Agli ordini capo >

Sto arrivando, non avere paura Dimitri, sto arrivando. Ti cercherò sempre, lo giuro.
  
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