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Autore: LadyVaderFrancy    11/10/2014    6 recensioni
La storia inizia nell'anno scolastico dopo la morte di Sirius Black. Harry non ha affrontato il turbine di emozioni dopo la sua morte. Una sera, dopo una detenzione con il suo odiato insegnate di pozioni, si scontra con la sua nemesi platinata, che gli lancia un antica magia oscura. I risvolti di questo avvenimento stravolgeranno la vita del ragazzo-che-è-sopravvissuto, e di tutti coloro che lo circondano. (Tutta la storia è incentrata sull'evoluzione dei due personaggi protagonisti, Harry il ragazzo d'oro di Silente e Piton il più brillante Maestro di pozioni di tutta l'Europa, terrificante ex- Mangiamorte e spia della luce. Ricca di momenti intensi, introspettivi e divertenti, dei due protagonisti assoluti).
Dal Cap 16
“Non puoi obbligarmi!” replicò il moro
“Davvero? Quindi piuttosto che applicarti, preferisci scorrazzare tranquillamente nella mente del Signore Oscuro? Ma in fondo dovevo aspettarmelo, tu sei il nostro salvatore, il nostro EROE temerario! Mi inchino davanti alle tue infinite capacità. Sono sicuro che ci riuscirai, anche senza il mio aiuto” disse con grande sarcasmo e si voltò per allontanarsi.
“Aiuto! quale aiuto? Tu non sei qui per aiutarmi. Vuoi solo deridermi, avvilirmi, distruggermi! Sei una persona orribile, e io di detesto.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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~~Capitolo 28 La ragazza dai capelli rossi come il fuoco

 

…………Ecco chi è il meraviglioso Harry Potter!! Qualcuno che si farà ammazzare o diventerà un assassino, perché nessun altro può farlo!!!!!.......

Per la prima volta dopo sedici anni, Severus Piton, il migliore e il più brillante Maestro di Pozioni di tutta Europa, temuto ex- Mangiamorte e preziosa Spia per la luce e da poco fantasma, non sapeva cosa dire. Era rimasto lì, fermo immobile, senza emettere un suono, mentre sentiva un ragazzo di sedici anni, gridargli in faccia, tutto il suo dolore e la sua rabbia. Non sapeva quanto tempo era passato, da quando Potter era corso fuori dall’infermeria, come se avesse il Signore Oscuro alle calcagna, ma lui era rimasto nello stesso identico punto, paralizzato dalle rivelazioni, che aveva sentito. Come era possibile, che si fosse sbagliato così tanto su qualcuno. Quanto cieco era stato in tutti quegli anni? Quante volte il suo mentore, la persona di cui si fidava di più al mondo, gli aveva detto che Potter era molto diverso da suo padre?

Le cose che il ragazzo aveva detto erano terribili, la sua vita era stata un inferno. Si voltò a guardare il suo corpo inerte, con gli occhi inespressivi che fissavano il vuoto, proprio come lui in quel preciso istante. Come avrebbe potuto guardarsi allo specchio, dopo quello che era successo. Non solo era stato una delle cause della morte dei suoi genitori. La conseguenza di quell’atto aveva condannato il ragazzo, ad una vita con dei babbani orribili, che lo avevano maltrattato in ogni modo possibile. Inoltre Potter portava sulle spalle un peso che neanche un adulto era in grado di gestire, e lui cosa aveva fatto? Aveva reso la sua esistenza ancora più miserabile possibile a scuola, nell’unico posto che forse il ragazzo considerava casa.

((Albus aveva ragione, su tutto, ha avuto una vita molto simile alla mia, e non si avvicina nemmeno a quella sfarzosa di suo padre o a quella amorevole della famiglia di Lily. Come ho potuto trattare così tuo figlio. Il figlio per cui hai dato la tua vita, e che io ho giurato di proteggere dal Signore Oscuro, ma forse avrei  dovuto proteggerlo prima di tutto, da me stesso)).

Mentre rifletteva sull’intera faccenda, sentì una voce riportarlo alla realtà.

“Severus? Mi stai ascoltando?”

Il preside era entrato in infermeria e lui non se ne era neanche accorto. “Albus, non ti ho sentito arrivare” disse distrattamente il pozionista

“Ora che ho la tua attenzione, mi stavo chiedendo se hai visto Harry?”

“Si Albus l’ho visto” disse sospirando

“E’ successo qualcosa vero? So che Harry voleva parlarti. ” disse gentilmente il preside

“Albus, io…..” e rimase in silenzio

“Cosa c’è, Severus?”

“Io, non so cosa dire”

“Questo mi sorprende molto. Devo preoccuparmi?”

“Si Albus dovresti, per il ragazzo. Abbiamo discusso di nuovo, e”

“Severus, dimmi cosa è successo, dov’è Harry?”

“E’ scappato, dopo la fine della discussione. Avevi ragione” disse sospirando

“Di cosa stai parlando? Potrebbero essere molte le cose, a quale ti stai riferendo ?”

“A Potter. Lui non è come suo padre. Sono stato ingiusto con lui, in tutti questi anni”

“Severus, ho quasi paura a chiederti come sei giunto a questa conclusione. Raccontami cosa è successo, per favore.” chiese allarmato il vecchio mago

Il pozionista annuì e raccontò tutto ciò, che si erano detti. ”……..poi è corso via, non sono riuscito a dire neanche una parola. Credo che sia il caso, che tu vada a cercarlo Albus, era sconvolto.”

“Lo credo bene. Perché hai dovuto apprendere questa verità, nel modo peggiore Severus? Quante volte io, Minerva e gli altri,  ti abbiamo detto, che era diverso da come ti ostinavi a dipingerlo?”

“Mi dispiace” sussurrò chinando la testa.

Silente sapeva che quelle due semplici parole, dette dal giovane uomo che aveva davanti, valevano più di un fiume di parole. Così disse “Non devi dirlo a me, ragazzo mio, devi parlare con Harry”

“Non posso farlo”

“Severus, non avrai paura?”

“No Albus, ma ho già ferito abbastanza Potter. Non voglio imporgli la mia presenza un istante di più. Avrai le mie dimissioni oggi stesso”

“Sei impazzito Severus!!! Non ho nessuna intenzione di accettarle! Tu restaurai qui, insegnerai pozioni  come ogni anno, avrai il tuo tanto agognato titolo di professore più temuto di Hogwarts. Troverai il ragazzo, ti scuserai e gli dirai la verità, su di te!”

“Co-cosa? tu vuoi che resti? Perché?”

“Perché a volte le presone sbagliano, ma non per questo, le allontaniamo Severus. Trova Harry spiegagli perché, ti sei comportato così”

“Servirebbe solo a peggiorare la situazione. E poi cosa dovrei dirgli? Potter ho ucciso i tuoi genitori, è solo grazie a me  quindi che hai vissuto con quegli orribili babbani. A e visto che ci sono mi scuso anche per averti trattato come una testa di legno in tutti questi anni?” disse sarcasticamente il pozionista

“Magari se usassi un altro tono, sono sicuro che potrebbe aiutare” disse il vecchio mago spazientito

“Albus, questo non è uno scherzo. Sappiamo tutti e due, che resterò in questa condizione, non posso neanche aiutare la causa ora, sono inutile come lo era quel cagnaccio di Black”

“Severus Smettila! Harry è un ragazzo buono, se ti aprirai con lui, vedrai che capirà, e ti perdonerà ne sono sicuro.”

“Perché dovrebbe? Io non lo farei”

“Farai esattamente quello che ti ho detto! Troverai Harry, ti scuserai e gli racconterai la tua storia o almeno una parte. Farai in modo che lui impari a fidarsi di te! Non mi importa come o quando, ma lo farai, sono stato chiaro Severus?” il tono Silente era duro e poteva sentire il grande potere della sua magia intorno a loro.

“Si Albus” disse sospirando il pozionista, sapeva che la discussione a quel punto era finita, e che doveva obbedire.

“Bene. Non voglio dovertelo ripetere ragazzo mio, come dici sempre hai fatto la tua scelta. Ora cerca di rimediare come hai fatto in passato. Sono sicuro che andrà bene. Io mi fido di te Severus”

Non meritava la fiducia del preside, eppure proprio come molti anni prima, lui era li a dargli di nuovo la suo sostegno. Non l’avrebbe tradito.

Uscì dall’infermeria in cerca del ragazzo, aveva già guardato in tutti i posti che gli venivano in mente, il dormitorio, la torre di Astronomia, i corridoi, molte delle aule, era stato al lago nero e perfino al campo di Quidditch, ma niente, di Potter non c’era traccia. Dove diavolo poteva essere sparito. Poi vide un gufo svolazzare di poco sopra la sua testa, e gli venne in mente che poteva essere in Guferia, gli sembrava di ricordare che Potter aveva una civetta, e che gli era molto affezionato.

Così arrivò facilmente alla torre e lo vide. Era raggomitolato a terra con le ginocchia al petto, con la testa che poggiava sulle braccia incrociate.  Si avvicinò lentamente e poi annunciò la sua presenza con un colpetto di tosse. Il ragazzo spaventato si voltò di scatto, aveva un’ espressione vuota, ed era decisamente provato.

“Cosa vuoi ancora? Ridere di me? Insultarmi? Punirmi, perché sono stato troppo irrispettoso? ”sputò il moro con astio

“No Potter, sono venuto qui, per parlare con te……..civilmente.” disse in un tono meno duro del solito
“Beh sai che c’è, io non voglio parlare. Vattene!”

“Lo capisco, e non ti biasimo per questo. Ti avrei detto la stessa cosa se fossi stato al tuo posto o forse di peggio”

“Infatti. Allora visto, che ti vanti di essere così intelligente, perché sei qui?”

“Mi hai fatto una domanda prima, sono venuto a darti una risposta” disse freddamente

“Mi hai già risposto, dicendo se non sbaglio, che sono pigro, arrogante, viziato, o forse ti sei dimenticato qualche altro aggettivo orribile?”

“Ora basta Potter! Sei arrabbiato e lo capisco, ma non hai il diritto di parlarmi così! Sono venuto qui per ……….scusarmi e raccontarti alcune cose, che a questo punto hai il diritto di sapere. Sempre se riusciamo ad avere una conversazione civile.”

Aveva sentito bene? Piton si stava scusando? Con lui? . Poi dopo un primo momento di shock disse a se stesso che questo non cambiava nulla, restava il fatto che lo aveva trattato ingiustamente in tutti quegli anni. Aveva di nuovo delle sensazioni molto contrastanti, da un lato voleva mettere più distanza possibile tra lui e il pozionista, primo perché lo odiava, e secondo perché ora lui conosceva il suo passato. Ma dall’altro lato qualcosa gli diceva che doveva ascoltare, e che era importante.

Così disse “Va bene” e si alzò in piedi appoggiandosi al muretto della torre.

Il pozionista sospirò, stava davvero per farlo, stava per rivelare al marmocchio, il suo passato. Nessuno lo conosceva fatta eccezione per Silente. Poi dopo aver stabilito un contatto visivo, con il Grifondoro disse “ Prima di iniziare, vorrei precisare alcune cose, nessuno a parte il preside, conosce queste informazioni, e tali devono restare. Se avrai delle domande, risponderò a qualsiasi cosa, ma solo alla fine” il suo tono era diventato grave.

Harry lo fissò ed annuì dicendo “Va bene”.

Piton deglutì e poi iniziò a raccontare “............Mia madre era una purosangue, si chiamava Eileen Prince. Era una donna molto bella e dolce e mi ha sempre voluto bene, mentre mio padre era un babbano della peggior specie, un ubriacone manesco, che ha reso la mia infanzia orribile. Odiava la magia, e quindi non perdeva occasione per picchiarmi, denigrarmi e farmi sentire una nullità indesiderata . Vivevamo nella squallida periferia di un quartiere babbano chiamato Spinner’s End. Un giorno, dopo aver assistito all’ennesimo estenuate litigio tra i mei genitori, scappai, nell’unico posto in cui mi sentivo al sicuro, un parco vicino a casa. Quel giorno notai due bambine, una mora con i denti da cavallo, era molto antipatica, e poi una meravigliosa bambina dai capelli rossi come il fuoco, un fuoco capace di scaldare l’anima di chiunque, posasse lo sguardo su di lei. Tornai in quel posto ogni giorno, restavo per ore a guardare da lontano, le due bambine giocare, finchè un pomeriggio vidi, la ragazzina dai capelli rossi fare una magia. La sorella era molto spaventata e arrabbiata, e le disse malignamente che era un mostro. Non sopportavo che qualcun potesse chiamarla in quel modo, e così mi feci coraggio, e le dissi che non era un mostro, ma una strega. Essendo una nata Babbana, la prese come un offesa, ma le spiegai che anche io ero un mago e che lei era speciale. Da quel giorno, diventammo migliori amici, passavo tutto il tempo che potevo in sua compagnia, le raccontavo tutto ciò che sapevo sulla magia e su Hogwarts. Quella bambina così speciale si chiamava Lily………Lily Evans............”

Harry sentì le ginocchia tremare. Sua madre una delle persone che amava di più e Piton, una delle persone che detestava di più, erano stati migliori amici, era davvero incredibile. Adesso voleva sapere tutto il possibile, nessuno gli aveva mai raccontato di sua madre, l’unica che avrebbe potuto era Zia Petunia, che ovviamente non lo aveva mai fatto.


Dopo aver fatto una breve pausa, per lasciare al ragazzo, il tempo di assimilare le prime informazioni, riprese a raccontare, di quanto erano eccitati e felici, quando arrivarono le loro lettere da Hogwarts. Di come sua zia si era ingelosita, sapendo che Lily era così speciale, così da quel momento iniziò ad offenderla chiamandola mostro e allontanandola crudelmente. Raccontò della prima volta che avevano incontrato suo padre e Black (definendoli degli arroganti pomposi), e che fu odio a prima vista da entrambe le parti. Del dispiacere che aveva provato quando lui fu smistato in Serpeverde e lei in Grifondoro. “………Quando la vidi prendere posto, al tavolo dei Grifondoro accanto a quel cane rognoso di Black, ero affranto, lei era stata la mia prima e unica amica, e pensavo di averla persa. Per fortuna mi sbagliavo, nonostante fossimo in case diverse e rivali, per i primi anni il nostro rapporto rimase lo stesso............”. Raccontò al ragazzo di come sua madre fosse un’eccezionale studentessa, del fatto che condividevano una passione esagerata per le pozioni. Raccontò di quanto Lily fosse apprezzata dai suoi compagni di casa a differenza sua “………. mentre io, ero circondato dai figli delle più antiche famiglie purosangue, e ai loro occhi ero solo uno sporco mezzosangue, indegno di stare tra loro. Come se questo non fosse stato abbastanza, il fatto che passavo tutto il mio tempo libero con tua madre, che era una Grifondoro, aveva peggiorato di molto la situazione. E poi c’erano, Black e tuo padre e i Malandrini, che non perdevano occasione per tormentarmi, e rendere miserabile la mia vita in ogni momento...............”

Harry pensò attentamente alle parole di Piton, anche lui prima di arrivare ad Hogwarts era sempre stato solo, ma poi al castello, aveva conosciuto Ron ed Hermione, Luna Neville e tutti gli altri. Sapeva perfettamente, cosa si provava ad essere continuamente maltrattato, picchiato e denigrato dagli altri ragazzi, ma la cosa più triste era che facevano parte della sua stessa casa. Avrebbero dovuto sostenerlo e aiutarlo invece di tormentarlo ingiustamente. E poi c’erano anche suo padre e i Malandrini. Ma allora perché, in quel ricordo che aveva visto nel pensatoio di Piton, lui aveva chiamato, la sua migliore amica, l’unica che gli voleva bene, mezzosangue? Così glielo chiese “Allora perché se mia madre era l’unica a starle vicino l’ha chiamata sporca Mezz”
 

“Non usare quella parola, in mia presenza Potter!” disse con rabbia e dolore “...........Quello fu l’inzio di una lunga serie di eventi terribili............” poi continuò a raccontare, che il bullismo era durato anni, ma che grazie al suo grande impegno e le sue doti eccezionali riusciva ad eccellere in ogni campo della magia, e fu così che finalmente alcuni studenti più anziani lo notarono e iniziarono ad interessarsi a lui, tra loro c’era Lucius Malfoy. “……..Diventammo amici, e quando Lucius scoprì la mia passione, per lo studio delle arti oscure, mi spinse a seguire quella direzione. Più eccellevo più mi sentivo accettato, appagato, e parte di qualcosa di grandioso finalmente. Ma più mi avvicinavo a loro, e più tua madre si allontanava da me, aveva capito che ero affascinato dal potere, e che volevo riscattarmi agli occhi di tutti. Così iniziammo a litigare sempre più spesso, mi diceva che ero cambiato, che dovevo fermarmi, ma non la ascoltai. Più il tempo passava più le cose tra noi peggioravano, e mi resi conto che la stavo perdendo, e poi c’era tuo padre, che le ronzava sempre intorno, ed ero geloso e non potevo sopportarlo. Ma l’evento che segnò la svolta nel nostro rapporto, fu l’incidente che hai visto nel mio pensatoio, quando tua madre, venne ad aiutarmi, ero così umiliato e arrabbiato che mi sfogai con lei. Mi pentii subito di quello che avevo fatto, provai a scusarmi il giorno successivo, la pregai, la supplicai di perdonarmi, ma lei rifiutò dicendomi che ero cambiato e che la nuova versione di me stesso non le piaceva e la disgustava. Quella fu l’ultima volta che parlai con Lily. Ero distrutto, lei era il mio mondo, la mia migliore amica, e l’unica donna che abbia mai ………..” ma non riuscì a pronunciare la parola amato davanti a suo figlio. Dopo aver ripreso fiato proseguì “……..che fosse stata importante nella mia vita e l’avevo persa, per sempre. Così mi buttai a capofitto nello studio e nella ricerca di un sempre maggior potere, credendo scioccamente, che in quel modo sarei riuscito a riconquistarla prima o poi. Ma sbagliavo, Lily era troppo buona, dolce e pura, per fasciarsi affascinare dal potere, poi con il passare del tempo iniziò ad avvicinarsi a tuo padre e alla fine si sposarono. Lo stesso giorno, io presi il marchio nero e diventai un Mangiamorte..............”.

Raccontò di come le sue illusioni furono distrutte, aveva sparato di diventare un mago potente, rispettato e temuto per la sua grandezza, di essere ammesso tra i grandi, voleva essere un privilegiato, invece finì per diventare solo uno strumento di morte, uno schiavo nelle mani dell’Oscuro Signore.

Harry lo fissava, il racconto lo aveva spiazzato, la vita di Piton era stata veramente un inferno, come la sua o forse peggio. Ma la cosa che lo aveva colpito di più, era scoprire il ruolo di sua madre in tutto questo. L’uomo di fronte a lui non aveva mai pronunciato la parola amore, ma era evidente che aveva provato un grande sentimento nei suoi confronti. I pezzi del puzzle, stavano andando tutti al loro posto. Piton aveva risposto a tante domande che si era sempre fatto. Come ad esempio perché sua zia detestava la magia, perché Piton lo odiava, perché detestava i Grifondoro, in particolare Sirius e suo padre, e perché si era unito ai Mangiamorte. Dopo quello che gli aveva rivelato, non riusciva più a pensare a lui, come un uomo spregevole e senza sentimenti, era tutto il contrario, era un uomo che aveva sofferto talmente tanto, da non rendersi conto chi erano veramente le persone che lo circondavano, e così aveva distrutto la sua giovane vita con le sue stesse mani. Era molto addolorato per questo. Però c’era ancora un tassello mancante, il motivo per cui lo proteggeva, anche se lo odiava.
“Ehmmm professore, io…..so che mi ha chiesto di non fare domande, ma….. ecco …..io…vorrei sapere”

“Avanti Potter, usa quel dannato coraggio Grifondoro della quale vi vantate tanto”

“Perché mi ha protetto allora? Odiava mio padre e aveva chiuso i rapporti con mia madre, io non capisco?”

Piton, lo fissò, il suo sguardo poteva penetrare la sua anima dall’intensità, che aveva. Ma Harry poteva vederla chiaramente, la sofferenza e il dolore sul volto del pozionista, specialmente quando parlava di sua madre. Così istintivamente disse “Mi dispiace molto per quello che mio padre e Sirius le hanno fatto. Io non credevo…..quando ho visto lo scorso anno, nel suo pensatoio, io….. sono stato male, perché non immaginavo che lui fosse così crudele…..e mi sarei dovuto scusare subito, per aver invaso la sua privacy, mi dispiace davvero” Il moro abbassò lo sguardo in segno di vergogna.

Piton era sorpreso. Il marmocchio si stava scusando, per quello che suo padre e il suo padrino avevano fatto. Quei due idioti senza cervello di Potter senior e Black, non lo avrebbero mai fatto anzi, lo avrebbero deriso. Era davvero diverso, assomigliava molto a Lily, la sua dolce Lily. Sentì come un dolore sordo, laceralo da dentro……la sua Lily. Poi sospirò e disse “Potter, io non sono l’eroe, in questa storia, sono il malvagio. Quindi piantala di fantasticare, la storia non è finita. La domanda che mi hai fatto, ovviamente ha una risposta, che non ti piacerà, quindi vorrei che ti sforzassi di ascoltare fino in fondo, e sappi che qualunque cosa tu farai o penserai, io adempirò alla promessa di proteggerti fino alla fine, che tu sia d’accordo o no”

Quell’ultima frase lo aveva turbato…… adempirò alla mia promessa fino alla fine, che tu sia d’accordo o no? Cosa voleva dire? Aveva quasi paura di ascoltare il resto, ma annuì con la testa e disse “Va bene, ascolterò fino alla fine, lo prometto”

“Non fare promesse che non puoi mantenere ragazzo” disse freddamente. Poi improvvisamente, l’espressione di Piton cambiò, era quella di sempre, fredda, vuota, inespressiva. “ so che conosci la profezia e che sei a conoscenza del fatto che qualcuno l’ha riferita al Signore Oscuro……………. Sono stato io a farlo Potter, …………io ero quel Mangiamorte.”

Harry rimase senza fiato, non si aspettava una dichiarazione del genere. Poi urlò “NO! Perché? Perché lo hai fatto? Tu……E’ solo colpa tua, se lui hai ucciso i miei genitori!” sputò con rabbia il moro

Il pozionista non distolse mai lo sguardo da lui, e disse “SI è colpa mia. L’ho fatto perché volevo entrare nelle grazie del Signore Oscuro. Quella notte sentii solo una parte della profezia, non sapevo a chi si riferisse” Poi strinse i pugni, e il suo corpo traslucido tremò dalla rabbia “se solo avessi saputo, che avrebbe coinvolto la tua famiglia, non lo avrei mai fatto. Ma ero giovane, e accecato dalla smania di potere, e non mi sono reso conto del mio grande errore.”il tono dell’uomo era grave, il suo volto faceva trasparire, il grande senso di colpa e di dolore.

Harry era sconvolto, come poteva quell’uomo stare davanti a lui e avere il coraggio di confessare, che aveva ucciso i suoi genitori, perché voleva il potere. Ma rimase a fissarlo in silenzio, odiandolo più che mai.

Allora Piton riprese a parlare “ Se te la senti, ci sono altre cose, che dovrei dirti, ma è una scelta tua. Non ti costringerò ad ascoltare”

Harry voleva solo colpirlo e fuggire, ma voleva sapere tutta la verità, e poi giurò a se stesso, che dopo la fine di quella conversazione, che non gli avrebbe mai più parlato. Così fece solo un segno con la testa, ma non uscì un solo suono dalle sue labbra.

Piton prese il suo gesto, come un incoraggiamento a proseguire, e riprese il suo racconto “rivelai la profezia all’Oscuro Signore, e capii come l’aveva interpretata, mi gettai immediatamente ai suoi piedi e lo supplicai di risparmiare tua madre, non potevo sopportare l’idea, che lui volesse farle del male. Ma il Signore Oscuro, non ha né sentimenti, né un cuore. Quando mi resi conto, che non lo avrebbe fatto, presi la mia decisione, non gli avrei mai permesso di toccarla neanche con un dito, e corsi ad informare Silente, gli dissi quello che era successo, lo implorai di nascondere Lily, di nascondervi tutti. Silente mi chiese cosa gli avrei dato in cambio del suo aiuto, e io gli risposi che gli avrei dato qualsiasi cosa, e così diventai una spia per la luce. I tuoi genitori fuggirono e si nascosero, ma si fidarono di Minus come custode segreto, e il resto lo conosci.” Disse tristemente il pozionista

Il giovane Grifondoro era sfinito, tutta quella storia di dolore e sofferenza lo aveva consumato. Si Piton aveva rivelato la profezia, ma non conoscendo realmente la sua importanza, aveva fatto un errore, proprio come lui al mistero e quell’errore aveva condotto entrambi ad una conseguenza disastrosa. Voleva odiarlo disperatamente, ma per qualche strano motivo ,non ci riusciva. Piton aveva amato talmente tanto sua madre, che anche dopo essersi sposata con il suo peggior nemico, aveva chiesto a Voldemort di risparmiala, e poi aveva deciso di tradirlo rischiando la sua vita ogni giorno, da allora.

“ Silente le ha chiesto di proteggermi?”

“SI, e continuerò a farlo Potter”

“e se io non volessi? Dopo quello che mi ha raccontato, io dovrei odiarla?”

“SI, ma ci siamo odiati per molto tempo. Questo per me, non cambia nulla” disse in tono cupo

“Tu non puoi più proteggermi, non hai nemmeno un corpo!”

“Troverò un modo”

La determinazione di Piton era innegabile, ora capiva perché Silente si fidava così tanto di lui.

Piton guardava il ragazzo stare in piedi immobile di fronte a lui. Il figlio della donna che aveva amato, dalla prima volta che l’aveva incontrata. Il figlio del suo peggior nemico, che gliel’aveva portata via. Era sopraffatto dal dolore, del ricordo della notte in cui aveva cercato disperatamente di salvarla. Ma era stato tutto inutile, al suo arrivo aveva trovato, la sua Lily distesa a terra. La raccolse con dolcezza, le sfiorò delicatamente il viso, e poi guardò i suoi occhi color smeraldo spenti, privi di quel bagliore, che li faceva risplendere come gemme preziose. La prese con gentilezza, e strinse forte il suo corpo senza vita tra le sue braccia, quelle stesse braccia indegne, che portavano il marchio dell’infamia. Il suo essere e il suo spirito, erano distrutti, lacerati, straziati, dall’angoscia e dal  pensiero che quella meravigliosa creatura dai capelli rossi come il fuoco, non avrebbe mai più riscaldato il suo cuore, e la sua anima. Un anima ormai corrotta e oscura, che non avrebbe mai trovato la pace o il perdono. Così piangendo e gridando tutta la sofferenza e la sua disperazione giurò a lei e a se stesso che avrebbe protetto almeno suo figlio, quel figlio per la quale aveva dato la vita.
 

PS Ciao a tutti, questo capitolo è stato molto impegnativo. Spero di essere riuscita in qualche modo a trasmettere, le emozioni di Severus. So che tutti conoscete la storia, ma ho pensato che era carina riviverla attraverso di lui. Mi piacerebbe sentire le vostre opinioni. A prestooooo

   
 
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