Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: DreamWanderer    12/10/2014    2 recensioni
Draco abbandonò quel riflesso per andarsi a sedere sul letto a baldacchino. Pose il mento sulle mani giunte a pugno, cercando di riflettere.
Non riusciva a credere che la ragazza che aveva visto sfilare come una prostituta sul tappeto di un night club fosse la Sanguesporco Grifondoro Hermione Jean Granger.
STORIA VINCITRICE DEL TITOLO "BEST AU" DEL "neverending stories awards", ottavo turno.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'All for Love'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Just For Love

    You Foul Loathsome Evil Little Cockroach!


--TU, BRUTTO PERFIDO LURIDO SCHIFOSO SCARAFAGGIO!--

Theodore guardò verso l’alto, divertito: i delicati, flebili toni soavi di Hermione si sentivano distintamente dalla strada, come se lei stesse dando spettacolo sul marciapiede piuttosto che dal suo appartamento ubicato al secondo piano del condominio! E che ingegnosa e originale sequela di insulti… alquanto notevole da mettere insieme, a ben pensarci, specie se colei che la articolava stava, per citare una delle sue battute preferite di un famoso film babbano, “ardendo di scorno come una furia empia d’inferno”.

--SEI UN BASTARDO, RONALD WEASLEY, MI HAI SENTITO?--

Forse non avrebbe dovuto presentarsi discretamente sotto casa della sua amica, rifletté Theodore… ma aveva sentito per caso il finale del dialogo tra lei e Shannon, e di perdersi lo spettacolo proprio non ne aveva voluto sapere!



Osserva Hermione boccheggiare, sconvolta, evidentemente incapace di dare una qualsiasi parvenza di senso alla frase a mezza voce mormorata dalla sua bruna interlocutrice.

--Lui… tu…--

Ma Shannon sgrana gli occhi. --Ommioddio, NO!-- si affretta ad esclamare, improvvisamente dimentica di tutte le sue esitazioni precedenti. --Per carità divina, no! Cioè, senza offesa ovviamente… ma sai NO!--

Quel diniego così veemente – di fronte al quale Theodore non riesce proprio a trattenere un ghigno soddisfatto – sembra fare breccia nel silenzio ovattato che pare aver riempito di cotone le orecchie della riccia, aiutandola a riaversi nel tempo di una scrollata del capo.

Shannon prende fiato, cercando recuperare il filo di quel discorso che l’insinuazione oltraggiosa della sua ex-collega le ha fatto smarrire. --Il rosso viene al night-club da parecchio, ormai, ci passa quasi tutte le notti. Entra in tarda serata ed esce praticamente all’alba, forse per questo non l’hai mai incrociato visto che tu attaccavi più tardi e staccavi dopo qualche oretta. Chiede sempre… beh, chiede sempre della ragazza bionda, quella che si presenta col nome di Malise.--


--UN BASTARDO! FUORI DA CASA MIA, FUORI!--

--Io l’avevo detto che era troppo strano che non passasse mai una fottuta notte con Hermione.-- interloquì Blaise, evidentemente soddisfatto di aver intuito l’inghippo di tutte quelle fin troppo sospette coincidenze.

…beh, ovviamente non poteva venire a sapere un pettegolezzo così ghiotto e non informarne seduta stante il suo amico Blaise.

--E infatti ti abbiamo dato ragione… per la centesima volta!--

…o la sua Daphne.

--Infatti, quindi ora taci e facci sentire!--

…o quella ficcanaso di Pansy.

--Non credo che avremo problemi a sentirla.--

…o l’interessatissimo Draco, ovviamente.

E, ovviamente, non appena i suoi adorati degni compari avevano saputo la notizia si erano affrettati a catapultarsi al suo fianco per nascondersi dietro la siepe del giardino, troppo impiccioni per tollerare l’idea non assistere alla scena.

--FUORI!--

Come volevasi dimostrare, Draco aveva ragione: non si faceva alcuna fatica ad udire le strida indignate di Hermione.

--Bisogna ammettere che ha un’estensione vocale notevole!-- commentò Blaise, sogghignando con evidente soddisfazione.

Daphne annuì vigorosamente, il suo vecchio sorriso da serpe rispolverato per l’occasione che si pavoneggiava, altero, sulle sue belle labbra. --Quanto era ora che gliele cantasse!--

--SPARISCI, STRONZO BUGIARDO CHE NON SEI ALTRO!--

La voce riecheggiava più distante adesso: forse la coppietta amorevole si stava allontanando a passo di danza dall’appartamento, perciò le urla stavano probabilmente riecheggiando per la tromba delle scale.

--Ragazzi, tutti dietro gli alberi!-- li esortò frettolosamente Draco, confondendosi tra le ombre delle fronde. --Tra poco dovrebbe uscire dal portone.--

Il gruppetto si affrettò a dargli retta; come volevasi dimostrare, Draco ebbe ragione – per la seconda volta di fila in una sola serata – e un trafelato Ronald Weasley sbucò dall’ingresso del palazzo.

Il rosso si guardò attorno, confuso, controllando di non avere ferite addosso alla luce di uno dei lampioni; poi si voltò verso la facciata dell’edificio, gridando verso il balcone: --Andiamo, Hermione, non possiamo provare a parlarne?--

Ci fu silenzio per diversi istanti; gli ex-Serpeverde attesero muti, il fiato sospeso, appiattiti dietro la siepe o addossati ai tronchi degli alberi del giardino. La quiete venne improvvisamente spezzata dal rumore di una maniglia abbassata, il cigolio della porta del balcone che si apriva.

Una silhouette bitorzoluta solcò la notte, baluginando oscuramente con rapidità mentre passava sotto al cono di luce proiettato da un lampione.

TUNF!

Ronal cacciò uno strillo isterico mentre saltava all’indietro, spaventato dal tonfo secco di un alieno trolley rosa pieno di roba sua che si schiantava a poca distanza – a troppa poca distanza, per i suoi gusti. --Maccheccazz__!--

La voce di Hermione, proveniente dall’alto, fu musica per le orecchie dei giovani occultati dagli spettri tenebrosi che il profilo dei tronchi proiettava al suolo.

--EVAPORA, O LA PROSSIMA VOLTA MI ASSICURERÒ DI PRENDERE BENE LA MIRA!-- gridò la giovane, inviperita, sporgendosi dal balcone per accompagnare a gestacci le proprie imprecazioni.

Ronald, ora seriamente preoccupato per la sua incolumità, si affrettò a defilarsi. Giunto all’angolo della strada però, parve riconsiderare le sue azioni: così tornò sui suoi passi, trascinò il trolley lontano dalla luce del lampione per richiuderlo senza rischiare traumi fisici e, infine, se ne andò.

Ma Hermione non aveva intenzione di lasciare che si dileguasse con la benché minima parvenza di dignità.

--E SAPPI CHE SE OSI FARMI RIVEDERE LA TUA FACCIA TI FARÒ DESIDERARE DI NON ESSERE MAI STRISCIATO FUORI DAL BUCO DI QUELLA VACCA BIONDA!--

Incapaci di trattenersi oltre, cinque voci esplosero all’unisono in un ululato di risate proveniente dall’oscurità dietro la siepe.



Nemmeno troppe ore dopo, furono tre colpi al grande portone in legno massiccio dello Château a far allargare il sorriso che, da tutta la sera, campeggiava sulle labbra dei vivaci giovani che si davano ai brindisi, affondati tra i sontuosi sofà del maniero.

Blaise si alzò, traballando appena – anche se con una grazia invidiabile –, e andò ad aprire. Non appena riconobbe l’attesa ospite che si trovò di fronte, ammiccò allegro: --Eccoti, finalmente!--

Quando Hermione se lo trovò davanti, con le guance appena imporporate dallo champagne e una paresi facciale a trentadue denti, non poté fare a meno di inarcare un sopracciglio. Poi scosse la testa, ridacchiando. --Mi stavate aspettando, deduco.-- ribatté entrando, lasciandosi alle spalle il lussureggiante giardino della tenuta Malfoy. --Vi siete goduti lo spettacolo?--

Fu la voce di Daphne a risponderle con una risata di cuore: --Dolcezza, non sai quanto!--

--Era ora che gliene cantassi un paio!-- s’intromise Pansy facendole l’occhiolino, sbucando da uno dei grandi archi che segnavano il passaggio dal disimpegno d’ingresso al salone principale. --È stata una gran bella soddisfazione, vero?--

Hermione, incapace di trattenere il proprio sorriso mefistofelico di risposta, si ritrovò ad annuire.


È già da mezz’ora che fa avanti e indietro per il suo appartamento, furiosa.

Non è tanto il “tradimento” che la disturba – quello in realtà è quasi un sollievo: è la sua uscita di scena perfetta, è la porta sul retro che le permetterà di liberarsi una volta per tutte di quel frammento di un passato che, stavolta, vuole definitivamente lasciarsi alle spalle.

No, a disturbarla è la faccia tosta con cui quell’immenso imbecille ha deciso, mesi fa, di ricomparire – così, dal niente, come se lui non l’avesse mai abbandonata! –, avanzando diritti su di lei e strappandola a quella vita che tanto faticosamente aveva tentato di ricomporre per un capriccio – un capriccio che evidentemente non significava nulla, per lui, visto che passava ogni notte con Malise.

Se la ricorda, Malise: alta e formosa, biondissima, occhi scuri e sorriso sfacciato, portamento insinuante, abbigliamento provocante.

Ronald ha preteso il diritto di veto sulla sua vita mentre passava le sue notti a scoparsi una puttana.

La rabbia impazza dentro di lei, inesorabile come la marea, distruttiva come la magia che comincia a riempire l’aria di scintille elettriche e che fa tremare i soprammobili in equilibrio sulle superfici, minacciando di rovesciare tutto ad una sua reazione più stizzita delle altre.

Perdiana, e lei che ha passato gli ultimi mesi a cercare di accontentarlo, a cercare di far quadrare la vita che voleva per sé con quella che lui voleva con lei!


Oh, ma non lo tollererà, assolutamente! Gli ha fatto vedere di che pasta è fatta: lei è Hermione Jean Granger, signore e signori, e gliela farà pagare cara se solo oserà rispuntare!



--Hermione!--

La riccia si distrasse dai propri ricordi nel sentire la voce di Harry Potter che la richiamava – ma no, non era stata un’allucinazione: il suo amico era proprio lì, a fare capolino proprio sopra il capo sbarazzino di Pansy.

--E tu che ci fai qui?-- gli domandò, stupita.

Il giovane uomo varcò l’arcata, tutto sorridente. --Aspettavo te per brindare alla tua salute.-- spiegò, porgendole un calice di champagne e invitandola automaticamente a farlo cozzare gentilmente con l’altro che teneva in mano. --E Ginny di là ti aspetta per fare lo stesso.--

La riccia accettò il bicchiere, fissandolo con un sopracciglio inarcato. --Non dovresti essere a consolare il tuo sfrattato amico bistrattato dalla sua ormai per-la-seconda-volta-ex-ragazza?--

Harry sembrò seriamente considerare l’opzione: levò gli occhi verdissimi alla campata del corridoio, come soppesando le sue possibilità. Quando riportò lo sguardo su di lei, però, scosse il capo con decisione. --La cazzata immensa che ha fatto non merita alcuna comprensione da parte di nessuno, a prescindere da quanto bene gli si possa volere.--

Quella sentenza, per quanto veritiera, portò un amaro retrogusto nella gola di entrambi, che dilatò il silenzio sceso ad avvolgerli. Tuttavia, in quel momento, nessuno dei due aveva la benché minima voglia di farci i conti.

--Andiamo, vieni a brindare con noi!-- le propose perciò Harry, sorridendole con complicità. --Hai fatto una scelta importante stasera e ti sei liberata di una zavorra non indifferente, è giusto festeggiare!--



Quando Hermione riaprì la porta della camera che, per qualche mese, aveva occupato – appoggiandovisi a peso morto, visto che era considerevolmente brilla –, la trovò esattamente come l’aveva lasciata; certo, il letto era stato rifatto con lenzuola pulite, ma a parte quello era tutto perfettamente identico a quando se n’era andata.

Quella vista familiare, per qualche bizzarro motivo, la confortò: quella non era casa sua, non era la sua camera, eppure sapere la consapevolezza di avere un nido sicuro dove poter riposare e dove sarebbe stata la benvenuta era… rassicurante.

--Come vedi, la stanza è rimasta qui ad aspettarti.--

Draco, comparendo dietro di lei all’improvviso, con quel suo maledetto passo da furetto, diede voce ai suoi pensieri, facendola pure sobbalzare per la sorpresa.

La riccia, dopo aver preso un bel respiro per ricomporsi mentre ancora fissava la camera in ordine ad occhi spalancati, girò – un poco traballante – su se stessa per fronteggiare il biondo – magari per rimproverarlo, facendogli passare la voglia di coglierla alla sprovvista con certe sue furtive entrate in scena… e invece si ritrovò a fissarlo in silenzio, incapace di comprendere quello sguardo insolito che lui le stava rivolgendo.

I suoi occhi, per lei, non erano mai stati più impenetrabili.

--Cosa ti ha fatto decidere di tornare?--

Quella domanda a bruciapelo la mandò ancor più in confusione, mentre le immagini le si mischiavano dentro alle iridi dorate.


È il fracasso tintinnante di qualcosa che cade a distrarla dai suoi propositi di vendetta.

Sta fumando di rabbia, Hermione, ma nonostante sia decisamente frustrata è certa di non aver perso il controllo della sua magia, nemmeno per sfogarsi. Si precipita dunque nella propria camera da letto – da dove le è parso di sentire il rumore – per controllare che cosa sia successo.

È solo per fortuna che non inciampa nel suo gatto, Angel, che sta giusto per passarle fulmineo in mezzo ai piedi. Abituata a rincorrere felini dispettosi, la riccia lo acciuffa senza colpo ferire, tirandoselo in braccio incuriosita.

--Che hai combinato, disgrazia di pelo?-- gli domanda, sospettosa.

Tuttavia il micio non le risponde, impegnato com’è a stringere tra i dentini la preda che ha trafugato pochi istanti prima dal portagioie della sua sagace padrona, facendolo cadere dal comodino e spargendone il prezioso contenuto sul pavimento.

Hermione si accorge dell’accaduto e, dopo alcuni istanti di morsetti e lievi rimostranze artigliate, riesce infine a recuperare il maltolto.

Quando i suoi occhi si posano sul lucido metallo di quell’unico regalo che Draco, eoni prima, le ha donato sotto le luci psichedeliche di una sfera a specchi, si riempiono di stupore.



Hermione non gli rispose direttamente: semplicemente levò il braccio, mostrando il proprio polso ornato da quel semplice, fine gioiello d’oro che lui le aveva regalato quella fatidica sera, al Light of Night.

--Ah.-- esalò il biondo, preso alla sprovvista.

Quella decisamente non se l’era aspettata.

--Non sono nemmeno riuscita a ringraziarti per bene.-- stava riflettendo intanto la riccia ad alta voce, rigirandosi il bracciale sulla pelle con le dita. --Di questo mi dispiace.--

Draco semplicemente tacque, prendendo atto di quelle scuse sincere con un quieto cenno del capo.

--Quando l’ho visto per caso me ne sono ricordata.-- continuò lei, un piccolo sorriso furbetto a stirarle le labbra. --Vi ho sentiti ridere mentre cacciavo fuori Ronald__--

…oh, allora se n’era accorta.

--__e ho pensato che sarebbe stato sicuramente passare la serata a riderne con voi piuttosto che sprecare il tempo a fare su e giù per il mio salottino…-- s’interruppe, guardandolo con ironia – aveva gli occhi lucidi per l’alcool, notò lui. --…anche se, lo ammetto, non pensavo che steste addirittura brindando!--

Draco ridacchiò. --Beh, sai, certe evoluzioni vanno celebrate con il giusto brio e con un’adeguata razione di bollicine!-- si giustificò, ammiccando al calice vuoto che Hermione non si era accorta di avere ancora in mano. S’interruppe un momento, guardandola intensamente, e poi sussurrò: --È stato bello vederti rientrare da quella porta.--

Hermione gli sorrise; istintivamente le sue dita si posarono affettuosamente sul polso di lui mentre gli mormorava in risposta: --È stato bello riattraversarla.--

Il biondo annuì. --Spero che vorrai farlo più spesso.--

C’era una sfumatura nuova nei suoi occhi, notò Hermione, un’inflessione diversa nella sua voce. Fece per parlare, per chiedergli qualcosa, ma lui la fermò con uno svolazzo della mano.

--Comunque, l’unico che puoi chiamare “brutto perfido lurido schifoso scarafaggio”, qui, sono io.-- le comunicò, facendole l’occhiolino.

La giovane scoppiò a ridere, non interamente sorpresa dal fatto che lui avesse riconosciuto e rammentato quella peculiare sequela di insulti che aveva strillato nel cacciare lo sciagurato Ron Weasley dalla propria casa. --Te lo ricordi?--

--Come dimenticare?-- annuì vigorosamente Draco. --Nessuna ragazza mi ha mai lasciato segno più… indesiderato?--
Hermione rise con lui, di gusto.

Draco, nel guardarla, parve indeciso per qualche istante – ma che cosa gli stesse frullando in testa in quel momento, Hermione non avrebbe saputo dirlo –; poi semplicemente scosse la testa, risolvendosi ad abbracciarla brevemente e a lasciarle un lungo bacio su una tempia.

--Buonanotte, Hermione.-- le mugolò all’orecchio mentre si separava da lei, allontanandosi di qualche passo dalla soglia della stanza.

La riccia, imbarazzata e disorientata, annuì in risposta. --Buonanotte.--

Il loro era evidentemente un saluto definitivo, ma il biondo non accennò a muoversi finché lei non si decise a chiudere la porta – e solo allora, oltre la soglia del battente accostato, la giovane sentì il soffice tonfo dei suoi passi che si allontanavano.

Avrebbe voluto rimuginare sullo scambio di battute che avevano appena avuto, Hermione… avrebbe voluto, certo, ma quando si distese tra le coltri di quel letto così morbido ed accogliente  lo champagne e la stanchezza della giornata ebbero la meglio su di lei: non fu in grado di far altro che scivolare nel sonno.












Angoletto!

E rieccoci qua con il nuovo capitolo, piuttosto puntuali, via!

Non ne sono estremamente soddisfatta, in particolare per quanto riguarda la parte finale tra Hermione e Draco, ma avevo detto due settimane e non me la sentivo di tenere i miei lettori sulle spine per un po' di insicurezza... e tutto sommato il tono di quell'ultima sequenza in realtà è quello di quasi tutta la FF, quindi penso che infondo possa andare.

Che dire, spero vi piaccia!

Piccola nota: il film a cui si riferisce Theodore è, ovviamente, "Pirati dei Caraibi - Ai Confini del Mondo". Jack Sparrow, la tua ironia è e sarà sempre ispirazione per tutti noi.

Da ultimo, ma non per importanza: grazie a chi ancora legge e segue. Grazie davvero.

Ci risentiamo tra due settimane, dolcezze mie!

Con affetto,
;*
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: DreamWanderer