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Autore: Placebogirl_Black Stones    12/10/2014    5 recensioni
Può un uomo rivivere nell'albero di ciliegio che ha profondamente amato?
Così narra l'antica leggenda nel paese di Wano Kuni...
Dalla storia:
Cosa c’era di così attraente in un ciliegio vicino a una casa fatta di legno marcio?
Non lo sapeva nemmeno lui, ma era come se potesse sentire la voce di quell’albero chiamarlo.
Un richiamo impercettibile, al quale non poteva opporsi.
Quell’albero era vivo.
Si avvicinò senza mai staccare gli occhi da esso, contemplando la sua chioma in fiore.
Fu allora che sbarrò gli occhi, comprendendo il vero motivo per cui era stato attratto dal ciliegio: si presentava interamente fiorito, nonostante fossero a metà del mese di febbraio.
ATTENZIONE! PICCOLISSIMO SPOILER PER CHI SEGUE SOLO L'ANIME ITALIANO!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kinemon, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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IL CILIEGIO DEL SEDICESIMO GIORNO

Wano Kuni era esattamente come se l’era immaginata.

Una terra fatta di leggende, di guerrieri valorosi dai nobili principi, che faceva rivivere in sé la tradizione del passato.

Uno come lui, da sempre amante dei samurai e di tutto ciò che girava loro intorno, non poteva che restare estasiato da un luogo simile.

Era come un paradiso nel quale immergersi mente e corpo, rivivendo le gesta gloriose di quei combattenti senza eguali.

Camminava lentamente, fregandosene di dove i piedi lo portavano, guidato solo dalla voglia di conoscere e sapere.

Fra tanti particolari, uno catturò più di ogni altro la sua attenzione.

Si stagliava imponente nel bel mezzo di un giardino incurato, parte di una casa che era evidentemente disabitata ormai da anni.

Il tempo sembrava aver consumato tutto ciò che gli stava intorno, senza però poterlo scalfire nemmeno di una virgola.

Certo la sua corteccia era consumata, ma il peso degli anni non sembrava gravargli.

Era forse il ciliegio più grande che avesse mai visto.

Cosa c’era di così attraente in un ciliegio vicino a una casa fatta di legno marcio?

Non lo sapeva nemmeno lui, ma era come se potesse sentire la voce di quell’albero chiamarlo.

Un richiamo impercettibile, al quale non poteva opporsi.

Quell’albero era vivo.

Si avvicinò senza mai staccare gli occhi da esso, contemplando la sua chioma in fiore.

Fu allora che sbarrò gli occhi, comprendendo il vero motivo per cui era stato attratto dal ciliegio: si presentava interamente fiorito, nonostante fossero a metà del mese di febbraio.

I ciliegi simboleggiavano l’inizio della primavera, e quello era decisamente inverno inoltrato.

Le tracce di neve che macchiavano il paese di bianco ne erano la prova lampante.

Come poteva un ciliegio, dunque, fiorire nel bel mezzo di un clima così ostile?

 

- E’ uno spettacolo unico, non è vero?- fece una voce alle sue spalle.

 

Non gli fu necessario voltarsi, il suo udito ipersensibile avrebbe riconosciuto il suo timbro di voce anche se fosse stato lontano un miglio.

Il suo, così come quello di tutti gli altri che conosceva.

 

- Ci sei anche tu. Sei venuto per vedere quest’albero?- domandò.

- Ovvio che sì! Questo è uno dei simboli più rinomati di Wano!- gonfiò il petto in segno di orgoglio.

- Posso immaginarlo, non è facile vedere un ciliegio fiorito in pieno inverno!-

- Infatti questo è l’unico ciliegio ad avere questa peculiarità. È speciale…-

- E perché?-

- Perché al suo interno risiede l’anima di un uomo- proclamò solenne.

- L’anima di un uomo dici?-

 

Non era solito credere a certe cialtronerie, ma ciò che proveniva da un paese come quello doveva per forza essere veritiero e rispettabile, perché la parola di un samurai portava con sé onore.

Dopotutto, anche lui aveva sentito la voce di quell’albero, il suo respiro, la sua vita.

 

- Esatto. Ti racconterò la sua storia, giovane samurai- chiuse gli occhi.

- Ti ascolto-

- Vedi, questo ciliegio ha origini antichissime, come puoi vedere dall’aspetto della sua corteccia. Viene chiamato “Jiu-roku-sakura”, ovvero “ciliegio del sedicesimo giorno”, proprio per questa sua caratteristica di fiorire sempre il sedicesimo giorno del primo mese, che facendo riferimento al vecchio calendario lunare ricadeva proprio a febbraio. Fiorisce solo quel giorno in tutto l’anno, ricadendo così nel Periodo del Grande Gelo invece che in quello della primavera. Tutto questo perché la vita che fiorisce nell’albero non è la sua, ma bensì quella di un uomo- il suo tono si fece più profondo.

 

Ascoltava con attenzione, rapito da quella leggenda così incredibile ma altrettanto entusiasmante.

Chi meglio di uno spadaccino poteva comprendere la vita delle cose?

 

- La leggenda narra che un samurai di questa provincia vivesse proprio in questa casa. Da bambino era solito giocare sotto quest’albero, che all’epoca fioriva con tutti gli altri a primavera inoltrata. Tutti i suoi antenati, di stagione in stagione, appendevano ai suoi rami in fiore delle strisce di carta colorata che riportavano poesie elogiative. Questa tradizione si propagò nella famiglia per più di cento anni. Lo stesso samurai, sopravvissuto ai figli e diventato vecchissimo, trovava nel ciliegio l’unica creatura che gli restava da amare. Purtroppo, durante l’estate di un anno di data sconosciuta, l’alberò si avvizzì e la sua vita si spense. Come puoi immaginare, fu un grosso dolore per il samurai. I vicini gli donarono gentilmente un nuovo ciliegio, nella speranza di dargli conforto; ma nonostante il samurai si mostrasse loro felice e riconoscente, dentro il suo cuore era spezzato e nulla poteva ripararlo. Alla fine capì che c’era un unico modo di salvare la vita del suo amato ciliegio. Il giorno in cui arrivò a questa conclusione era esattamente il sedicesimo giorno del primo mese. Solo, si recò in giardino, inginocchiandosi davanti al ciliegio morto e pronunciando queste parole: “Ti scongiuro di fiorire ancora una volta…perché sto per morire al posto tuo”- fece una pausa, riaprendo gli occhi.

- Ma che cosa significa?- chiese curioso, impaziente di sapere.

- Devi sapere che in questa isola è diffusa la convinzione che si possa immolare la propria vita per un’altra persona, o per un qualsiasi essere vivente, per ottenere l’aiuto degli dei. Le parole “migawari ni tatsu”, ovvero “agire per sostituzione”, esprimono questo concetto di trasmigrazione dell’anima. Fu così che il vecchio samurai dispose sotto l’albero un telo con alcuni cuscini, vi si inginocchiò e praticò il rito dell’hara-kiri, proprio come si voleva nella tradizione dei guerrieri. Il suo spirito trapassò nel ciliegio, facendolo fiorire all’istante. Da allora è sempre stato così, per secoli e secoli. Quindi devi ritenerti fortunato di poterlo ammirare, ragazzo!- concluse.

 

Restarono entrambi a guardare il ciliegio in silenzio, ripensando al gesto nobile del samurai.

Chissà, forse anche lui un giorno avrebbe raggiunto una gloria paragonabile alla sua.

Diventare lo spadaccino migliore del mondo non era proprio paragonabile a un simile sacrificio, ma lui di sacrifici ne aveva fatti già molti per arrivare sino a lì, e per le persone che amava era disposto a farne ancora molti altri.

 

- Tu mi ricordi un po’ il vecchio samurai della leggenda…- interruppe il silenzio Kin’emon.

- E perché mai?- alzò un sopracciglio - Io non sono vecchio!-

- Non lo sei nel corpo, ma il tuo spirito è un veterano di guerra. Non perdi occasione di mettere a rischio la vita per proteggere quella dei tuoi amici, proprio come il samurai ha fatto con il ciliegio. Sono certo che un giorno anche il tuo nome diventerà leggenda-

 

Pronunciò quelle parole con un profondo rispetto, lo stesso che si portava ai nobili guerrieri.

Per la prima volta nella sua vita, si sentì di aver davvero raggiunto qualcosa di importante.

 

- Lo spero. Vorrei che una persona la cui vita non può essere recuperata potesse sentire il mio nome fino in cielo…- sorrise.

 

Non ottenne risposta.

Ormai Kin’emon se n’era andato, proprio come i petali del ciliegio che iniziavano a disperdersi nel vento della sera, pronti a morire all’alba del giorno seguente.

 


ANGOLO DELL’AUTORE

Mi sono fissata con i ciliegi oh! XD No ok, questa storia è nata grazie a Wintersea, a cui la dedico pienamente e la ringrazio ancora per avermi fatto conoscere questa bellissima leggenda! Dovete sapere che alla precedente storia sui ciliegi (Like a Sakura Flower) questa dolcissima ragazza mi ha detto di aver letto una storia simile sui ciliegi, e io da brava rompiballe le ho chiesto se riusciva a farmela avere. Lei con una gentilezza incredibile è andata a cercarla apposta, e io per ringraziarla ho deciso di farci una fiction!
Non posso riportarvi la storia originale perché verrebbe più lunga della fiction, quindi vi linko il sito così andate a spulciarvela!

http://www.bibliotecagiapponese.it/2013/03/23/i-sakura-e-una-leggenda-giapponese-il-ciliegio-del-sedicesimo-giorno-per-tweet-your-hanami/

Come l’altra è una shot senza pretese, spero possa piacervi comunque!
Ringrazio di nuovo Wintersea per tutto! <3
Bacioni
Place

AVVISO!: ne approfitto, visto che non so se pubblicherò ancora altre cose prima di andare via. Il 29 parto per il Lucca Comix e torno il 3 novembre, quindi in quei giorni se non sarò presente sarà per quel motivo. Nel posto in cui alloggio c’è pochissimo campo, quindi mi sarà difficile accedere ad efp così come a ogni altra forma di sito. Per questo motivo non riuscirò a leggere e recensire nulla, e nemmeno a postare cose mie. Al ritorno cercherò di mettermi in pari ma non prometto nulla.

 

   
 
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