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Autore: sixi    12/10/2008    1 recensioni
un mangiamorte che tenta di scappare dal suo destino e un ragazzo che l'aiuta a conoscere le meraviglie del mondo esterno, una vita basata su un'eterna fuga, cosa succederà? (se vi ho incuriosito leggete la loro storia)
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XI

Capitolo XI

 Un nuovo inizio?

 

Era appena entrata nel suo dormitorio, il ragazzo che era arrivato con lei le si avvicinò e le chiese: - Tutto bene?

- Sì, perchè?

- Mi sembri un po’ scossa, dopotutto è comprensibile…

Lo guardò e confrontò il calore dei Grifondoro con la freddezza dei Serpeverde.

- Perchè mi guardi così?

- Niente, mi ero persa nei miei pensieri.

Vide il ragazzo annuire per poi sedersi di fianco al camino grigio. Si accomodò nella poltrona di fronte a lui e guardò il lento scoppiettio delle fiamme. Pensò a ciò che aveva fatto in quella giornata: dopo aver lasciato l’infermeria era andata nell’aula di Storia della Magia e aveva fatto il test. In realtà non aveva neanche letto le domande, aveva segnato a caso le varie caselle e dopo la verifica Draco le aveva detto di aver sbagliato quasi tutto, gli aveva chiesto di controllare quanti errori faceva. Gli venne in mente l’avvertimento di Piton e si disse che il giorno seguente l’avrebbe sicuramente chiamata nel suo ufficio. Dopo la verifica aveva conosciuto quel ragazzo, si chiamava Ryan e le ispirava simpatia: capiva in fretta la situazione e non apprezzava molto la compagnia dei Serpeverde. Alzò lo sguardo verso il ragazzo e vide nel suo sguardo la stessa malinconia che a volte avvolgeva Aliack.

- Tutto bene?

Lui si riscosse e la fissò quasi si rendesse conto solo in quel momento che lei fosse lì. – Sì, stavo solo pensando alla mia precedente relazione. Assomigliava a quella fra te e Black. – lo guardò incuriosita – Lei mi trattava come un fratello maggiore, mentre io l’amavo molto… in realtà l’amo ancora, ma ha cambiato casa e non posso neanche incontrarla. – la guardò sorridendo amaramente. Miriam pensò all’eventualità di perdere Aliack e una strana angoscia la sommerse; si riprese solo quando sentì il braccio  dolerle. Era da tempo che non succedeva, probabilmente l’Ordine della Fenice aveva ucciso qualche mangiamorte o trovato un infiltrato al Ministero e il Signore Oscuro aveva richiamato tutti i mangiamorte a raccolta.

Vide Piton entrare nella stanza  e fissarla con il suo consueto sguardo glaciale, le fece cenno di seguirlo.

Entrarono nel suo ufficio e Piton le sbandierò davanti la sua verifica. – Ti avevo avvertita, lunedì rifarai tutte le verifiche: incomincerai con le pozioni, poi passerai agli altri test, tutto questo nelle due ore di Pozioni.

- In due ore?

- Se non ce la farai salterai anche il pranzo.

- Davanti ai Grifondoro?

- Sì, davanti a Black. Se le farai male le rifarai, quindi vedi di prendere almeno Oltre Ogni Previsione, chiaro?

Lo fissò sbuffando e fece per andarsene.

- Aspetta, l’hai sentito il Marchio, vero?

- Sì.

- Il Signore Oscuro ha deciso di mandare degli infiltrati ad Hogwarts, fai attenzione.

Uscì dalla stanza e tornò nel dormitorio. Vide Ryan, seduto ancora di fianco al camino, mentre parlava con Draco e si avvicinò ai due. Sentì che Draco aveva pronunciato il suo nome e intuì  l’oggetto della discussione, appena la scorse Malfoy si dileguò velocemente, Ryan, invece, la guardò incuriosito.

- Che ti ha detto Piton?

- Che lunedì dovrò recuperare le verifiche. – lo guardò incerta perchè lui la fissava con uno sguardo sempre più strano.

- Miriam, devo darti un messaggio – le diede un piccolo foglio di carta e lo aprì incuriosita. Lesse: ‘Alle 11 vieni davanti alla capanna di Hagrid.’

- Chi te l’ha dato?

- Draco, però anche lui l’ha ricevuto da qualcun altro, penso che abbia fatto il giro della scuola. – tornò ad osservare il fuoco e lei si perse nel contemplare i suoi zaffiri avvolti dalla fiamme. Si riprese dopo qualche istante e guardò l’ora: le tre del pomeriggio. Doveva trovare qualcosa da fare fino alle undici.

- Che ne dici se andiamo a fare un giro? – le chiese di punto in bianco il ragazzo. Lo guardò sorpresa e rispose: - Va bene.

Uscirono dal dormitorio e andarono nel giardino. All’uscita del castello scorse Aliack e Nerix. Li osservò attentamente e capì immediatamente che Aliack considerava la ragazza come un’ancora di salvezza, mentre Nerix era diversa dalla solita ragazza glaciale che era abituata a vedere.

- A che pensi? – si voltò di scatto verso Ryan – Mi sembri soprappensiero. – seguì lo sguardo di Miriam e scorse i due ragazzi.

- Ti faccio conoscere una ragazza, si chiama Luna Lovegood. – sorpassarono Aliack e Nerix e lui la condusse verso una ragazza di Corvonero. Era bionda, non molto alta, con gli occhi azzurri, un volto pallido e l’aria svampita.

- Ciao, Luna. Miriam ti presento Luna, Luna ti presento Miriam.

- Piacere di conoscerti, hai visto dei Trilleri?

La guardò sorpresa. – Come scusa?

- Dei Trilleri, sono delle creature che vivono vicino agli alberi… - diede altre informazioni sull’aspetto e sul comportamento dei Trilleri, ma Miriam non l’ascoltò sapendo perfettamente che non esistevano esseri viventi con quel nome.

Luna si voltò verso il salice e Miriam ne approfittò per parlare con Ryan. – Ma chi è questa?

- La chiamano anche Lunatica Lovegood, comunque è simpatica, è solo un po’…

- Pazza? – provò a suggerire Miriam.

- Stravagante.

Lo fissò quasi ridendo. Luna si voltò verso di loro e chiese a Ryan: - Come mai sei uscito dal tuo dormitorio?

- Volevo fare un giro. Le hai trovate le tue scarpe?

- No, ma domani le troverò davanti al mio letto, succede sempre così.

- Scarpe? – chiese Miriam non capendo la conversazione.

- Mi nascondono sempre le cose. – spiegò tranquillamente Luna come se quella fosse la cosa più naturale del mondo – Ora devo andare, è stato bello incontrarvi. – se ne andò fissando le nuvole e Miriam si disse che avrebbe sicuramente urtato qualcuno.

Si voltò verso il ragazzo che spiegò il motivo di quell’incontro: - Mi sembravi giù di morale e volevo aiutarti facendo conoscerti Luna, almeno hai dimenticato Black per qualche istante…

- Grazie… - sussurrò incredula.

- Di niente. Dove vuoi andare?

- Rimaniamo qui, almeno prendo una boccata d’aria.

Andarono verso il salice e parlarono per un po’. Quando il cielo iniziò a tingersi di rosso, tornarono nel dormitorio e ne uscirono dopo un’ora per recarsi nella Sala Grande.

Dopo cena rimase nel dormitorio a parlare con vari ragazzi, avrebbe preferito rimanere con Ryan, ma lui se n’era andato dicendo che non sopportava la voce di Pansy Parkinson.

Alle undici meno dieci uscì dal dormitorio e andò davanti alla capanna di Hagrid.

In lontananza riconobbe Zecks e corse verso di lui non capendo il perchè di quell’incontro.

- Ciao, Miriam.

- Zecks, che…?

Le fece cenno di tacere, andò alla porta della capanna e l’aprì silenziosamente. Si sentì un suono dall’interno e Zecks entrò dicendole di aspettare qualche istante. Dopo qualche minuto la fece entrare.

- Mi spieghi perchè mi hai fatto venire?

- Volevo chiederti che cosa ti ha detto Aliack.

Lo fissò aggrottando le sopracciglia. – Ma non potevi farlo nel castello?

- Preferisco essere prudente, allora?

- Mi ha detto che mi considera solo una sorella.

La guardò amaro. – Lo sapevo… Miriam, non so che cosa provi realmente Aliack, però è stata Nerix a dirgli che ti considerava solo una sorella.

- Come…?

- Me l’ha detto lei, pomeriggio è venuta a parlarmi e le è scappato questo particolare.

- Perchè me lo dici?

- Per darti un po’ di speranza… so che cosa stai provando e voglio aiutarti… tu puoi ancora sperare, io no… ma non importa, era solo una ragazza, ne troverò sicuramente un’altra. – sorrise, ma Miriam  capi’ immediatamente che era profondamente ferito.

- Zecks…

- Non preoccuparti, mi passerà… domani starò sicuramente meglio e dopodomani l’avrò dimenticata. Il problema è Aliack… lo abbandonerei anche, ma è in un momento di crisi e non posso farlo…

- Come fai? Insomma, ti ha fatto un mucchio di vane promesse e tu riesci a perdonarlo, perchè? Non capisco…

- Sono una persona altruista.

Lo guardò inespressiva e lui l’abbracciò. – Miriam, non so che cosa pensi realmente Aliack, ma sono sicuro che non ti considera una sorella… lui ti vuole proteggere e aiutare, ma solo perchè è fatto così, lo farebbe con chiunque, ma questo non riesce a capirlo…

Strinse la sua maglietta e iniziò a singhiozzare.

- Non farlo, ti prego… non riesco a vederti con le lacrime, se ti vedo distruggerai l’immagine che ho di te…

Si staccò da lui e si asciugò le ciglia inumidite. – Grazie… Zecks, se hai bisogno di qualcosa chiedi pure a me.

- Effettivamente ho bisogno di un favore: vorrei che una persona ritrovasse la sua felicità.

- Non so se riuscirò a farlo…

- Non devi smontarti per colpa di quell’idiota. Domani ci parlo io, poi ti dirò che cosa prova realmente, ora torniamo al castello.

Zecks l’accompagnò fino all’entrata del dormitorio Serpeverde, poi andò verso il proprio e si sdraiò esausto sul letto.

 

Dopo cena andò da Nerix e rimase con lei per qualche ora, poi tornò nel proprio dormitorio sapendo che i gemelli lo stavano aspettando per parlargli.

Li trovò nella sua stanza insieme agli altri due Weasley più Harry ed Hermione.

- Allora, racconta che cos’è successo.

Rimase riluttante  per qualche istante, non poteva dire ai quattro venti ciò che aveva fatto, ma alla fine decise che poteva fidarsi. – Questa conversazione non uscirà da questa stanza, chiaro? Allora, mentre ero con Miriam sono andato a letto con Nerix e…

- Cosa?! – interruppe immediatamente Ron.

- Non interrompetemi, grazie. Pochi giorni fa Miriam l’ha scoperto e abbiamo litigato, ho chiarito quella sera stessa, ma il giorno dopo ho deciso di stare con Nerix, questo risale a ieri. Stamattina sono svenuto mentre ascoltavo una conversazione di Miriam e Zecks.

- Che dicevano? – chiese Fred intuendo che non aveva intenzione di raccontarlo.

- Sapevano che Nerix era stata da me quella sera e in quell’istante ho capito di aver perso i miei due migliori amici e sono svenuto. In infermeria ho tentato di chiarire, ma se ne sono andati. Dopo pranzo mi hanno detto che ci avrebbero messo anche una decina di anni per dimenticare l’accaduto.

- Non capisco che c’entri Zecks. – constatò Ginny.

- È innamorato di Nerix. L’ho scoperto a Capodanno e quando è saltata fuori la storia fra me e Nerix gli avevo giurato che non l’avrei mai fatto se l’avessi saputo, adesso è, naturalmente, infuriato con me perchè mi sono messo con Nerix. Comunque, successivamente ho parlato con Miriam e le ho detto che la considero solo come una sorella, però so di averla persa comunque… - sorrise amaro.

George lo guardò e chiese: - E Zecks?

- Gli parlo domani. Siete soddisfatti?

- Sei un’idiota. – affermarono all’unisono i gemelli e si alzarono.

- Cosa credete? Che non lo sappia? Che non sappia di aver fatto il più grande errore della mia vita? Che non sappia di non aver mai capito i miei sentimenti?

Lo guardarono glaciali. – Tu non consideri Miriam come una sorella. – se ne andarono.

Si voltò verso gli altri tre e chiese: - Che volevano dire?

- Quello che hanno detto. – affermò calma Ginny e se andarono anche gli altri.

Spense la luce e si buttò pesantemente sul letto.

Si svegliò alla solita ora, ma non andò a mangiare, rimase lì immobile sul letto a fissare il soffitto non sapendo cos’altro fare. Non aveva fame, non aveva sonno, in quell’istante non provava niente, si sentiva vuoto, gli sembrava di essere un involucro vuoto, gli sembrava che la sua anima fosse andata da qualche altra parte, però la sentiva vicina… forse gliel’avevano rubata…

Si alzò capendo che i suoi discorsi mentali stavano sfiorando l’assurdo, dopo essersi preparato si sedette su una poltrona nella sala comune di Grifondoro e fissò senza vedere il vivace fuocherello.

Sentì un tonfo e si voltò di scatto. Vide Zecks steso per terra e vicino a lui un bastone, probabilmente doveva essere inciampato.

- Zecks?

- Ciao, Aliack. – si rialzò velocemente e buttò dietro di sè il bastone dopo aver borbottato qualcosa – Allora, che mi racconti di bello?

- Che ci fai qui?

- Svegliato male? Non è un mio problema… comunque… sono qui per capire che cosa ti passa in quella testa bacata.

Lo guardò non capendo e lui si avvicinò, prese una sedia e si accomodò di fronte al ragazzo. – Allora… spiegami che cosa provi per Miriam.

- Perchè?

- Per vedere se hai realmente capito i tuoi sentimenti.

- La considero solo una sorella, tutto qui.

Il Tassorosso scosse vigorosamente la testa. – Non ci siamo, mi sa che Nerix ti ha fatto il lavaggio del cervello.

- Che stai dicendo?

Il volto di Zecks divenne di colpo serio. – Tu non la consideri una sorella. Mi basta guardarti per capirlo, la tua bocca dice una cosa e i tuoi occhi sembrano temere quello che stai per dire… Non so se provi qualcosa per Miriam, ma non la consideri una sorella, questo è poco, ma sicuro.

- E allora cosa provo? – chiese quasi con aria di sfida.

- Sono qui per scoprirlo, ma prima ti faccio un’altra domanda: che cosa provi per Nerix?

- L’amo.

Vide lo sguardo di Zecks vitreo, ma dopo un secondo era tornato quello di sempre. – Almeno una cosa l’hai capita davvero… Adesso, spiegami che cosa provi quando vedi Miriam.

- Niente, penso solo che è bella, tutto qui. – vide Zecks guardarlo con uno sguardo che diceva: ‘Sicuro?’ – Ok, va bene… appena la vedo mi viene voglia di aiutarla, di proteggerla, ma nient’altro.

- Non provi anche tristezza? – lo fissò sorpreso – Tutte le volte che incrocio il suo sguardo mi viene un’infinita tristezza, se la guardi attentamente scorgi sempre un velo di malinconia e di rimpianto, ma sicuramente non te ne sarai mai accorto…

- Malinconia?

- Ti ricordo che Miriam non ha mai avuto una vera infanzia, nella sua mente c’è solo il desiderio di fuggire da Voldemort, la sua è un’eterna fuga… Però non è di questo che stavamo parlando… allora, non provi tristezza?

- No… mi sembra sempre felice…

- Allora non l’ami, sennò ti saresti anche accorto del suo sguardo e delle speranza che riponeva in te.

- Speranze?

- Sai che ti ha sempre considerato come un’ancora a cui aggrapparsi, ma non ti sei mai reso conto della forza che le davi, della sicurezza… grazie a te Miriam è cambiata, è grazie a te che ha deciso di rinnegare Voldemort, non per le speranze che le offrivi, ma per la sicurezza che le infondevi.

Ci fu qualche istante di silenzio, poi Zecks chiese: - Aliack, non la consideri una migliore amica?

- Non lo so…

- Tutte le volte che hai qualcosa che non va, da chi vorresti andare?

- Da te.

- E se dovessi scegliere fra Miriam e Nerix?

Ci pensò, ma non gli ci volle molto. – Da Miriam.

- Perchè? – insistette Zecks.

- Perchè sa sempre che cosa dire… Nerix, invece, no.

Zecks sospirò esausto. Poi tornò a guardarlo e disse: - Adesso chiariamo noi due. Perchè mi hai fatto tutte quelle promesse se sapevi che non le avresti mantenute?

- Lo sai che mi viene spontaneo farle… - tentò di scusarsi Aliack, ma Kyre rimase immobile aspettando una risposta – Non lo so… credevo di amare davvero Miriam, che la storia con Nerix fosse stata solo divertimento…

- La prossima volta non fare promesse… Aliack, non le hai detto dei miei sentimenti, vero?

- No.

- Non farlo, voglio che resti un segreto.

- I Weasley, la Granger e Potter lo sanno…

- Sì, lo so, me l’hanno detto i gemelli. – si alzò e si diresse verso la porta, ma Aliack lo bloccò. – Perchè non glielo dici?

- A che servirebbe? A sentire un rifiuto? No, grazie, ho già capito che non riuscirò a portartela via e non ho intenzione di fare la figura del pollo.

Uscì dal dormitorio e andò verso la Sala Grande, sapendo che Miriam si trovava lì. La vide vicino a un ragazzo del settimo anno e mosse la braccia per farsi notare. La ragazza lo vide, si alzò dal tavolo e gli si avvicinò. – Come va?

La fissò incredulo, era strano che fosse la prima a parlare. – Ti sei svegliata bene?

- Non fare l’idiota.

Sorrise, quella era la solita Miriam. – Ho parlato con Aliack, ho fatto chiarezza nei suoi pensieri e ho scoperto che ama seriamente Nerix e che ti considera la sua migliore amica.

- Tu hai chiarito con lui?

- Non c’era molto da chiarire… Non sei delusa? – chiese notando che il suo volto era rimasto impassibile.

- No, tanto me l’aspettavo…

- Chi è quel ragazzo?

- Si chiama Ryan, perchè?

Lo squadrò dall’alto in basso. – Sono geloso del fatto che lui possa vederti sorridere e io no.

La guardò cercando la sua reazione e la vide leggermente arrossita.

- Idiota…

- Non stavo scherzando, sono geloso di quel bellimbusto. - La vide sorridere e le disse: - Sai perchè ho capito che Aliack non ti considerava una sorella? Perchè sono io che ti considero come una sorellina.

- E io ti considero il mio fratellone. – risero entrambi. Poi Zecks tornò a guardare il ragazzo. – Comunque, dopo gli farò delle domande per vedere se è a posto.

- Se ci tieni… - tornò al suo tavolo e Zecks si diresse verso il proprio.

Una volta seduto si trovò davanti Zacharias Smith e gli venne la tentazione di cambiare posto, ma quello gli chiese subito: - Come mai sei arrivato solo ora?

- E a te che importa?

- Sono un prefetto e ho il diritto di saperlo.

- Stavo dormendo. – prese il dolce che un suo amico gli aveva messo da parte e mangiò con gusto senza ascoltare le lamentele del ragazzo.

Andò a lezione e si trovò di fianco Nerix. – Ehilà, come va?

- Che hai detto ad Aliack? Era strano e non ho capito perchè.

- Ho solo fatto chiarezza nella sua mente… in che senso era strano? – la fissò tentando di nascondere i suoi sentimenti, ma gli riusciva quasi impossibile.

- Sembrava assente.

- L’ho trovato anch’io così… però con me era anche di malumore…

- Quindi tu non c’entri?

- No, si sarà svegliato male.

- Sai se Miriam è andata da lui?

- No, non c’è andata e penso che non lo farà per un bel po’.

Entrò la Umbridge e tacquero per qualche istante, poi Nerix disse: - Mi sa che è questo il problema… dopo vado a parlargli.

- E che vorresti dirgli? Che non è colpa sua se Miriam non ha intenzione di vederlo?

- Certo che no… voglio solo capire che cos’ha. Zecks, mi spieghi perchè eri arrabbiato con Aliack? Capisco Miriam, ma non capisco te…

Ragionò velocemente su ciò che poteva raccontarle. – Per me Miriam è come una sorella, mi ha fatto arrabbiare il fatto che l’abbia illusa, tutto qui.

- Nient’altro?

- Nient’altro.

- Sicuro?

- Dove vuoi arrivare? – la fissò quasi scocciato e, appena incontrò il suo sguardo, capì che sapeva tutto.

- Zecks, ho capito da tempo i tuoi sentimenti.

Sorrise sarcastico e si chinò sul capitolo che dovevano leggere quel giorno. – E cosa dovrei dirti? Brava oppure ce ne hai messo di tempo? È dall’anno scorso che mi sono innamorato di te, ma tu eri troppo occupata a studiare per capirlo.

- Non è colpa mia se non esprimi ciò che pensi realmente…

- In questo non sono l’unico.

- Myne, Kyre, potrei sapere di cosa state parlando? – involontariamente avevano alzato la voce e quella leziosa della Umbridge li aveva richiamati.

- Niente. – rispose Nerix.

- Posso uscire, vero?

- Kyre, l’aspetto alla solita ora nel mio ufficio se esce dall’aula.

Zecks sorrise e uscì guardandola con aria di sfida. Andò nell’ufficio di Silente.

- Zecks, non dovresti essere a lezione? – chiese stancamente il mago.

Si accomodò su una poltrona di fronte al tavolo e guardò la fenice vicina al mago. – Non ne avevo voglia, comunque sono in punizione anche oggi.

- Cos’hai fatto, stavolta?

- Sono uscito dall’aula. Silente, posso essere esonerato da Difesa contro le Arti Oscure?

- No, non puoi. Torna nell’aula ed evita di farti mettere altre volte in punizione, se continui così dovrò bocciarti.

Si alzò sbuffando e tornò nell’aula della Umbridge.

- Come mai è tornato?

- Non ho voglia di stare un altro giorno in punizione.

Si sedette vicino a Nerix e cominciò a leggere il capitolo evitando gli sguardi che gli lanciava ogni tanto la ragazza.

Dopo aveva due ore di Cura delle Creature Magiche. Passò tutto il tempo osservando le ragazzine gioire davanti agli unicorni ed evitando Nerix, ora che lei sapeva non aveva intenzione di parlarle per qualche giorno.

A pranzo bloccò Miriam davanti alla Sala Grande e le disse tutto d’un fiato senza spiegare niente: - Sa tutto.

- Chi? Cosa?

- Nerix sa dei miei sentimenti. – spiegò innervosito dalle domande.

Miriam lo fissò in silenzio e Zecks la guardò spazientito, attendendo che dicesse qualcosa. – Lo sai che Aliack ha picchiato Draco?

La guardò per qualche istante. – E questo cosa c’entra?

- Niente, ma non sapevo che dirti e ho cambiato argomento. – la fissò stranito e ragionò sulla frase che aveva detto. – Ha picchiato Draco?

- Già.

- Perchè?

- Non lo so, l’ha visto e ha iniziato a pestarlo, poi è intervenuta la McGrannit e si è calmato.

Entrarono nella sala e si sedettero ai loro tavoli. Lo sguardo di Zecks vagava da una parte all’altra della sala, alla ricerca di Aliack e Draco. Il primo lo trovò mentre fissava svogliatamente i gemelli, ma del secondo non c’era traccia, probabilmente era in infermeria.

Sentì un colpetto di tosse e capì che la Umbridge stava richiamando l’attenzione.

- Signor Black, mi è giunta voce che ha picchiato Draco Malfoy, è vero?

- Sì.

- Potrei sapere il motivo?

- Mi dava fastidio la sua faccia. Mi faccia indovinare: sono in punizione? – chiese notando la donna aprir bocca.

- Esattamente.

Dopo pranzo bloccò Aliack e gli disse: - Perchè hai picchiato Malfoy? Sono contento di ciò che hai fatto, non fraintendere, ma non ne capisco il motivo…

- Niente, non preoccuparti…

Lo guardò andarsene, aveva notato il suo sguardo assente e vi aveva scorto un leggero velo di malinconia, ma non riusciva a capirne il motivo.

Dopo le lezioni incrociò Miriam mentre tornava nel suo dormitorio accompagnata da Ryan.

- Come va?

- Bene, tu?

- Meglio… hai visto Aliack?

Lo guardò prima stranita, poi rispose: - Sì, era fuori, perchè?

- Hai notato il suo sguardo assente?

- Sì… secondo me sta pensando a qualcosa di stupido e si sta deprimendo.

- Non credo…

- Ieri l’ho visto insieme a Nerix e ho capito subito che la considerava come un’ancora a cui aggrapparsi.

Spalancò la bocca incredulo. – Aliack?

- Sì. Ne parliamo dopo, ora devo andare. – fece per andarsene, ma il ragazzo la bloccò e annunciò: - Voglio fare un test a questo ragazzo, posso vero? – chiese rivolto a Ryan.

- Certo…

- Nome, età e interessi.

- Ryan Blade, 17 anni, mi piace leggere e praticare incantesimi con il fuoco.

- Materia preferita.

- Pozioni.

- Miglior amico o amica.

- Luna Lovegood.

Voleva fare un’altra domanda, ma era rimasto shockato dalla risposta. – La pazza? – notò il suo sguardo quasi irato e decise di proseguire con le domande. – Fai sport?

- Gioco a Quidditch.

- Ruolo?

- Battitore.

- Situazione familiare.

- Zecks, che c’entra? – s’intromise Miriam, ma il ragazzo non le rispose.

- Siamo ricchi, ma non nuotiamo nell’oro.

- Cosa pensi dei Serpeverde.

- Troppo superbi.

- Cosa pensi di Miriam.

Ci fu qualche istante di silenzio, poi, finalmente, Ryan rispose: - È bella, ma la sua bellezza viene nascosta dalla tristezza che prova.

Sorrise. – Riassumi il tuo pensiero in una frase romantica.

- È come una rosa nera: bella, ma malinconica.

- Test superato. – si voltò verso Miriam e la vide lievemente arrossita. Prese Ryan in disparte e gli disse: - Aiutala, hai capito anche tu la sua tristezza e ti chiedo di farla sorridere.

- Lo farò con immensa gioia.

 

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