Capitolo XI
Un nuovo inizio?
Era appena entrata nel suo
dormitorio, il ragazzo che era arrivato con lei le si avvicinò e le chiese: -
Tutto bene?
- Sì, perchè?
- Mi sembri un po’ scossa,
dopotutto è comprensibile…
Lo guardò e confrontò il
calore dei Grifondoro con la freddezza dei Serpeverde.
- Perchè mi guardi così?
- Niente, mi ero persa nei
miei pensieri.
Vide il ragazzo annuire per
poi sedersi di fianco al camino grigio. Si accomodò nella poltrona di fronte a
lui e guardò il lento scoppiettio delle fiamme. Pensò a ciò che aveva fatto in
quella giornata: dopo aver lasciato l’infermeria era andata nell’aula di Storia
della Magia e aveva fatto il test. In realtà non aveva neanche letto le
domande, aveva segnato a caso le varie caselle e dopo la verifica Draco le
aveva detto di aver sbagliato quasi tutto, gli aveva chiesto di controllare
quanti errori faceva. Gli venne in mente l’avvertimento di Piton e si disse che
il giorno seguente l’avrebbe sicuramente chiamata nel suo ufficio. Dopo la
verifica aveva conosciuto quel ragazzo, si chiamava Ryan e le ispirava
simpatia: capiva in fretta la situazione e non apprezzava molto la compagnia
dei Serpeverde. Alzò lo sguardo verso il ragazzo e vide nel suo sguardo la
stessa malinconia che a volte avvolgeva Aliack.
- Tutto bene?
Lui si riscosse e la fissò
quasi si rendesse conto solo in quel momento che lei fosse lì. – Sì, stavo solo
pensando alla mia precedente relazione. Assomigliava a quella fra te e Black. –
lo guardò incuriosita – Lei mi trattava come un fratello maggiore, mentre io
l’amavo molto… in realtà l’amo ancora, ma ha cambiato casa e non posso neanche
incontrarla. – la guardò sorridendo amaramente. Miriam pensò all’eventualità di
perdere Aliack e una strana angoscia la sommerse; si riprese solo quando sentì
il braccio dolerle. Era da tempo che non
succedeva, probabilmente l’Ordine della Fenice aveva ucciso qualche mangiamorte
o trovato un infiltrato al Ministero e il Signore Oscuro aveva richiamato tutti
i mangiamorte a raccolta.
Vide Piton entrare nella
stanza e fissarla con il suo consueto
sguardo glaciale, le fece cenno di seguirlo.
Entrarono nel suo ufficio e
Piton le sbandierò davanti la sua verifica. – Ti avevo avvertita, lunedì
rifarai tutte le verifiche: incomincerai con le pozioni, poi passerai agli
altri test, tutto questo nelle due ore di Pozioni.
- In due ore?
- Se non ce la farai
salterai anche il pranzo.
- Davanti ai Grifondoro?
- Sì, davanti a Black. Se
le farai male le rifarai, quindi vedi di prendere almeno Oltre Ogni Previsione,
chiaro?
Lo fissò sbuffando e fece
per andarsene.
- Aspetta, l’hai sentito il
Marchio, vero?
- Sì.
- Il Signore Oscuro ha
deciso di mandare degli infiltrati ad Hogwarts, fai attenzione.
Uscì dalla stanza e tornò
nel dormitorio. Vide Ryan, seduto ancora di fianco al camino, mentre parlava
con Draco e si avvicinò ai due. Sentì che Draco aveva pronunciato il suo nome e
intuì l’oggetto della discussione,
appena la scorse Malfoy si dileguò velocemente, Ryan, invece, la guardò incuriosito.
- Che ti ha detto Piton?
- Che lunedì dovrò
recuperare le verifiche. – lo guardò incerta perchè lui la fissava con uno
sguardo sempre più strano.
- Miriam, devo darti un
messaggio – le diede un piccolo foglio di carta e lo aprì incuriosita. Lesse:
‘Alle 11 vieni davanti alla capanna di Hagrid.’
- Chi te l’ha dato?
- Draco, però anche lui
l’ha ricevuto da qualcun altro, penso che abbia fatto il giro della scuola. –
tornò ad osservare il fuoco e lei si perse nel contemplare i suoi zaffiri
avvolti dalla fiamme. Si riprese dopo qualche istante e guardò l’ora: le tre
del pomeriggio. Doveva trovare qualcosa da fare fino alle undici.
- Che ne dici se andiamo a
fare un giro? – le chiese di punto in bianco il ragazzo. Lo guardò sorpresa e
rispose: - Va bene.
Uscirono dal dormitorio e
andarono nel giardino. All’uscita del castello scorse Aliack e Nerix. Li osservò
attentamente e capì immediatamente che Aliack considerava la ragazza come
un’ancora di salvezza, mentre Nerix era diversa dalla solita ragazza glaciale
che era abituata a vedere.
- A che pensi? – si voltò
di scatto verso Ryan – Mi sembri soprappensiero. – seguì lo sguardo di Miriam e
scorse i due ragazzi.
- Ti faccio conoscere una
ragazza, si chiama Luna Lovegood. – sorpassarono Aliack e Nerix e lui la
condusse verso una ragazza di Corvonero. Era bionda, non molto alta, con gli
occhi azzurri, un volto pallido e l’aria svampita.
- Ciao, Luna. Miriam ti
presento Luna, Luna ti presento Miriam.
- Piacere di conoscerti,
hai visto dei Trilleri?
La guardò sorpresa. – Come
scusa?
- Dei Trilleri, sono delle
creature che vivono vicino agli alberi… - diede altre informazioni sull’aspetto
e sul comportamento dei Trilleri, ma Miriam non l’ascoltò sapendo perfettamente
che non esistevano esseri viventi con quel nome.
Luna si voltò verso il
salice e Miriam ne approfittò per parlare con Ryan. – Ma chi è questa?
- La chiamano anche
Lunatica Lovegood, comunque è simpatica, è solo un po’…
- Pazza? – provò a
suggerire Miriam.
- Stravagante.
Lo fissò quasi ridendo.
Luna si voltò verso di loro e chiese a Ryan: - Come mai sei uscito dal tuo
dormitorio?
- Volevo fare un giro. Le
hai trovate le tue scarpe?
- No, ma domani le troverò
davanti al mio letto, succede sempre così.
- Scarpe? – chiese Miriam
non capendo la conversazione.
- Mi nascondono sempre le
cose. – spiegò tranquillamente Luna come se quella fosse la cosa più naturale
del mondo – Ora devo andare, è stato bello incontrarvi. – se ne andò fissando
le nuvole e Miriam si disse che avrebbe sicuramente urtato qualcuno.
Si voltò verso il ragazzo
che spiegò il motivo di quell’incontro: - Mi sembravi giù di morale e volevo
aiutarti facendo conoscerti Luna, almeno hai dimenticato Black per qualche
istante…
- Grazie… - sussurrò
incredula.
- Di niente. Dove vuoi
andare?
- Rimaniamo qui, almeno
prendo una boccata d’aria.
Andarono verso il salice e
parlarono per un po’. Quando il cielo iniziò a tingersi di rosso, tornarono nel
dormitorio e ne uscirono dopo un’ora per recarsi nella Sala Grande.
Dopo cena rimase nel
dormitorio a parlare con vari ragazzi, avrebbe preferito rimanere con Ryan, ma
lui se n’era andato dicendo che non sopportava la voce di Pansy Parkinson.
Alle undici meno dieci uscì
dal dormitorio e andò davanti alla capanna di Hagrid.
In lontananza riconobbe
Zecks e corse verso di lui non capendo il perchè di quell’incontro.
- Ciao, Miriam.
- Zecks, che…?
Le fece cenno di tacere,
andò alla porta della capanna e l’aprì silenziosamente. Si sentì un suono
dall’interno e Zecks entrò dicendole di aspettare qualche istante. Dopo qualche
minuto la fece entrare.
- Mi spieghi perchè mi hai
fatto venire?
- Volevo chiederti che cosa
ti ha detto Aliack.
Lo fissò aggrottando le
sopracciglia. – Ma non potevi farlo nel castello?
- Preferisco essere
prudente, allora?
- Mi ha detto che mi
considera solo una sorella.
La guardò amaro. – Lo
sapevo… Miriam, non so che cosa provi realmente Aliack, però è stata Nerix a
dirgli che ti considerava solo una sorella.
- Come…?
- Me l’ha detto lei,
pomeriggio è venuta a parlarmi e le è scappato questo particolare.
- Perchè me lo dici?
- Per darti un po’ di
speranza… so che cosa stai provando e voglio aiutarti… tu puoi ancora sperare,
io no… ma non importa, era solo una ragazza, ne troverò sicuramente un’altra. –
sorrise, ma Miriam capi’ immediatamente
che era profondamente ferito.
- Zecks…
- Non preoccuparti, mi
passerà… domani starò sicuramente meglio e dopodomani l’avrò dimenticata. Il
problema è Aliack… lo abbandonerei anche, ma è in un momento di crisi e non
posso farlo…
- Come fai? Insomma, ti ha
fatto un mucchio di vane promesse e tu riesci a perdonarlo, perchè? Non
capisco…
- Sono una persona
altruista.
Lo guardò inespressiva e
lui l’abbracciò. – Miriam, non so che cosa pensi realmente Aliack, ma sono
sicuro che non ti considera una sorella… lui ti vuole proteggere e aiutare, ma
solo perchè è fatto così, lo farebbe con chiunque, ma questo non riesce a
capirlo…
Strinse la sua maglietta e
iniziò a singhiozzare.
- Non farlo, ti prego… non
riesco a vederti con le lacrime, se ti vedo distruggerai l’immagine che ho di
te…
Si staccò da lui e si
asciugò le ciglia inumidite. – Grazie… Zecks, se hai bisogno di qualcosa chiedi
pure a me.
- Effettivamente ho bisogno
di un favore: vorrei che una persona ritrovasse la sua felicità.
- Non so se riuscirò a
farlo…
- Non devi smontarti per
colpa di quell’idiota. Domani ci parlo io, poi ti dirò che cosa prova
realmente, ora torniamo al castello.
Zecks l’accompagnò fino
all’entrata del dormitorio Serpeverde, poi andò verso il proprio e si sdraiò
esausto sul letto.
Dopo cena andò da Nerix e
rimase con lei per qualche ora, poi tornò nel proprio dormitorio sapendo che i
gemelli lo stavano aspettando per parlargli.
Li trovò nella sua stanza
insieme agli altri due Weasley più Harry ed Hermione.
- Allora, racconta che cos’è
successo.
Rimase riluttante per qualche istante, non poteva dire ai
quattro venti ciò che aveva fatto, ma alla fine decise che poteva fidarsi. –
Questa conversazione non uscirà da questa stanza, chiaro? Allora, mentre ero
con Miriam sono andato a letto con Nerix e…
- Cosa?! – interruppe
immediatamente Ron.
- Non interrompetemi,
grazie. Pochi giorni fa Miriam l’ha scoperto e abbiamo litigato, ho chiarito
quella sera stessa, ma il giorno dopo ho deciso di stare con Nerix, questo
risale a ieri. Stamattina sono svenuto mentre ascoltavo una conversazione di Miriam
e Zecks.
- Che dicevano? – chiese
Fred intuendo che non aveva intenzione di raccontarlo.
- Sapevano che Nerix era
stata da me quella sera e in quell’istante ho capito di aver perso i miei due
migliori amici e sono svenuto. In infermeria ho tentato di chiarire, ma se ne
sono andati. Dopo pranzo mi hanno detto che ci avrebbero messo anche una decina
di anni per dimenticare l’accaduto.
- Non capisco che c’entri
Zecks. – constatò Ginny.
- È innamorato di Nerix.
L’ho scoperto a Capodanno e quando è saltata fuori la storia fra me e Nerix gli
avevo giurato che non l’avrei mai fatto se l’avessi saputo, adesso è,
naturalmente, infuriato con me perchè mi sono messo con Nerix. Comunque,
successivamente ho parlato con Miriam e le ho detto che la considero solo come
una sorella, però so di averla persa comunque… - sorrise amaro.
George lo guardò e chiese:
- E Zecks?
- Gli parlo domani. Siete
soddisfatti?
- Sei un’idiota. –
affermarono all’unisono i gemelli e si alzarono.
- Cosa credete? Che non lo
sappia? Che non sappia di aver fatto il più grande errore della mia vita? Che
non sappia di non aver mai capito i miei sentimenti?
Lo guardarono glaciali. –
Tu non consideri Miriam come una sorella. – se ne andarono.
Si voltò verso gli altri
tre e chiese: - Che volevano dire?
- Quello che hanno detto. –
affermò calma Ginny e se andarono anche gli altri.
Spense la luce e si buttò
pesantemente sul letto.
Si svegliò alla solita ora,
ma non andò a mangiare, rimase lì immobile sul letto a fissare il soffitto non
sapendo cos’altro fare. Non aveva fame, non aveva sonno, in quell’istante non
provava niente, si sentiva vuoto, gli sembrava di essere un involucro vuoto,
gli sembrava che la sua anima fosse andata da qualche altra parte, però la
sentiva vicina… forse gliel’avevano rubata…
Si alzò capendo che i suoi
discorsi mentali stavano sfiorando l’assurdo, dopo essersi preparato si sedette
su una poltrona nella sala comune di Grifondoro e fissò senza vedere il vivace
fuocherello.
Sentì un tonfo e si voltò
di scatto. Vide Zecks steso per terra e vicino a lui un bastone, probabilmente
doveva essere inciampato.
- Zecks?
- Ciao, Aliack. – si rialzò
velocemente e buttò dietro di sè il bastone dopo aver borbottato qualcosa –
Allora, che mi racconti di bello?
- Che ci fai qui?
- Svegliato male? Non è un
mio problema… comunque… sono qui per capire che cosa ti passa in quella testa
bacata.
Lo guardò non capendo e lui
si avvicinò, prese una sedia e si accomodò di fronte al ragazzo. – Allora…
spiegami che cosa provi per Miriam.
- Perchè?
- Per vedere se hai
realmente capito i tuoi sentimenti.
- La considero solo una
sorella, tutto qui.
Il Tassorosso scosse
vigorosamente la testa. – Non ci siamo, mi sa che Nerix ti ha fatto il lavaggio
del cervello.
- Che stai dicendo?
Il volto di Zecks divenne
di colpo serio. – Tu non la consideri una sorella. Mi basta guardarti per
capirlo, la tua bocca dice una cosa e i tuoi occhi sembrano temere quello che
stai per dire… Non so se provi qualcosa per Miriam, ma non la consideri una
sorella, questo è poco, ma sicuro.
- E allora cosa provo? –
chiese quasi con aria di sfida.
- Sono qui per scoprirlo,
ma prima ti faccio un’altra domanda: che cosa provi per Nerix?
- L’amo.
Vide lo sguardo di Zecks
vitreo, ma dopo un secondo era tornato quello di sempre. – Almeno una cosa
l’hai capita davvero… Adesso, spiegami che cosa provi quando vedi Miriam.
- Niente, penso solo che è
bella, tutto qui. – vide Zecks guardarlo con uno sguardo che diceva: ‘Sicuro?’
– Ok, va bene… appena la vedo mi viene voglia di aiutarla, di proteggerla, ma
nient’altro.
- Non provi anche
tristezza? – lo fissò sorpreso – Tutte le volte che incrocio il suo sguardo mi
viene un’infinita tristezza, se la guardi attentamente scorgi sempre un velo di
malinconia e di rimpianto, ma sicuramente non te ne sarai mai accorto…
- Malinconia?
- Ti ricordo che Miriam non
ha mai avuto una vera infanzia, nella sua mente c’è solo il desiderio di
fuggire da Voldemort, la sua è un’eterna fuga… Però non è di questo che stavamo
parlando… allora, non provi tristezza?
- No… mi sembra sempre
felice…
- Allora non l’ami, sennò
ti saresti anche accorto del suo sguardo e delle speranza che riponeva in te.
- Speranze?
- Sai che ti ha sempre
considerato come un’ancora a cui aggrapparsi, ma non ti sei mai reso conto della
forza che le davi, della sicurezza… grazie a te Miriam è cambiata, è grazie a
te che ha deciso di rinnegare Voldemort, non per le speranze che le offrivi, ma
per la sicurezza che le infondevi.
Ci fu qualche istante di
silenzio, poi Zecks chiese: - Aliack, non la consideri una migliore amica?
- Non lo so…
- Tutte le volte che hai
qualcosa che non va, da chi vorresti andare?
- Da te.
- E se dovessi scegliere
fra Miriam e Nerix?
Ci pensò, ma non gli ci
volle molto. – Da Miriam.
- Perchè? – insistette
Zecks.
- Perchè sa sempre che cosa
dire… Nerix, invece, no.
Zecks sospirò esausto. Poi
tornò a guardarlo e disse: - Adesso chiariamo noi due. Perchè mi hai fatto
tutte quelle promesse se sapevi che non le avresti mantenute?
- Lo sai che mi viene
spontaneo farle… - tentò di scusarsi Aliack, ma Kyre rimase immobile aspettando
una risposta – Non lo so… credevo di amare davvero Miriam, che la storia con
Nerix fosse stata solo divertimento…
- La prossima volta non
fare promesse… Aliack, non le hai detto dei miei sentimenti, vero?
- No.
- Non farlo, voglio che
resti un segreto.
- I Weasley, la Granger e
Potter lo sanno…
- Sì, lo so, me l’hanno
detto i gemelli. – si alzò e si diresse verso la porta, ma Aliack lo bloccò. –
Perchè non glielo dici?
- A che servirebbe? A sentire
un rifiuto? No, grazie, ho già capito che non riuscirò a portartela via e non
ho intenzione di fare la figura del pollo.
Uscì dal dormitorio e andò
verso la Sala Grande, sapendo che Miriam si trovava lì. La vide vicino a un
ragazzo del settimo anno e mosse la braccia per farsi notare. La ragazza lo
vide, si alzò dal tavolo e gli si avvicinò. – Come va?
La fissò incredulo, era
strano che fosse la prima a parlare. – Ti sei svegliata bene?
- Non fare l’idiota.
Sorrise, quella era la
solita Miriam. – Ho parlato con Aliack, ho fatto chiarezza nei suoi pensieri e
ho scoperto che ama seriamente Nerix e che ti considera la sua migliore amica.
- Tu hai chiarito con lui?
- Non c’era molto da
chiarire… Non sei delusa? – chiese notando che il suo volto era rimasto
impassibile.
- No, tanto me l’aspettavo…
- Chi è quel ragazzo?
- Si chiama Ryan, perchè?
Lo squadrò dall’alto in
basso. – Sono geloso del fatto che lui possa vederti sorridere e io no.
La guardò cercando la sua
reazione e la vide leggermente arrossita.
- Idiota…
- Non stavo scherzando,
sono geloso di quel bellimbusto. - La vide sorridere e le disse: - Sai perchè
ho capito che Aliack non ti considerava una sorella? Perchè sono io che ti
considero come una sorellina.
- E io ti considero il mio
fratellone. – risero entrambi. Poi Zecks tornò a guardare il ragazzo. –
Comunque, dopo gli farò delle domande per vedere se è a posto.
- Se ci tieni… - tornò al
suo tavolo e Zecks si diresse verso il proprio.
Una volta seduto si trovò
davanti Zacharias Smith e gli venne la tentazione di cambiare posto, ma quello
gli chiese subito: - Come mai sei arrivato solo ora?
- E a te che importa?
- Sono un prefetto e ho il
diritto di saperlo.
- Stavo dormendo. – prese
il dolce che un suo amico gli aveva messo da parte e mangiò con gusto senza
ascoltare le lamentele del ragazzo.
Andò a lezione e si trovò
di fianco Nerix. – Ehilà, come va?
- Che hai detto ad Aliack?
Era strano e non ho capito perchè.
- Ho solo fatto chiarezza
nella sua mente… in che senso era strano? – la fissò tentando di nascondere i
suoi sentimenti, ma gli riusciva quasi impossibile.
- Sembrava assente.
- L’ho trovato anch’io così…
però con me era anche di malumore…
- Quindi tu non c’entri?
- No, si sarà svegliato
male.
- Sai se Miriam è andata da
lui?
- No, non c’è andata e
penso che non lo farà per un bel po’.
Entrò la Umbridge e
tacquero per qualche istante, poi Nerix disse: - Mi sa che è questo il
problema… dopo vado a parlargli.
- E che vorresti dirgli?
Che non è colpa sua se Miriam non ha intenzione di vederlo?
- Certo che no… voglio solo
capire che cos’ha. Zecks, mi spieghi perchè eri arrabbiato con Aliack? Capisco Miriam,
ma non capisco te…
Ragionò velocemente su ciò che
poteva raccontarle. – Per me Miriam è come una sorella, mi ha fatto arrabbiare
il fatto che l’abbia illusa, tutto qui.
- Nient’altro?
- Nient’altro.
- Sicuro?
- Dove vuoi arrivare? – la
fissò quasi scocciato e, appena incontrò il suo sguardo, capì che sapeva tutto.
- Zecks, ho capito da tempo
i tuoi sentimenti.
Sorrise sarcastico e si
chinò sul capitolo che dovevano leggere quel giorno. – E cosa dovrei dirti?
Brava oppure ce ne hai messo di tempo? È dall’anno scorso che mi sono
innamorato di te, ma tu eri troppo occupata a studiare per capirlo.
- Non è colpa mia se non
esprimi ciò che pensi realmente…
- In questo non sono
l’unico.
- Myne, Kyre, potrei sapere
di cosa state parlando? – involontariamente avevano alzato la voce e quella
leziosa della Umbridge li aveva richiamati.
- Niente. – rispose Nerix.
- Posso uscire, vero?
- Kyre, l’aspetto alla
solita ora nel mio ufficio se esce dall’aula.
Zecks sorrise e uscì
guardandola con aria di sfida. Andò nell’ufficio di Silente.
- Zecks, non dovresti
essere a lezione? – chiese stancamente il mago.
Si accomodò su una poltrona
di fronte al tavolo e guardò la fenice vicina al mago. – Non ne avevo voglia,
comunque sono in punizione anche oggi.
- Cos’hai fatto, stavolta?
- Sono uscito dall’aula.
Silente, posso essere esonerato da Difesa contro le Arti Oscure?
- No, non puoi. Torna
nell’aula ed evita di farti mettere altre volte in punizione, se continui così
dovrò bocciarti.
Si alzò sbuffando e tornò
nell’aula della Umbridge.
- Come mai è tornato?
- Non ho voglia di stare un
altro giorno in punizione.
Si sedette vicino a Nerix e
cominciò a leggere il capitolo evitando gli sguardi che gli lanciava ogni tanto
la ragazza.
Dopo aveva due ore di Cura
delle Creature Magiche. Passò tutto il tempo osservando le ragazzine gioire
davanti agli unicorni ed evitando Nerix, ora che lei sapeva non aveva
intenzione di parlarle per qualche giorno.
A pranzo bloccò Miriam
davanti alla Sala Grande e le disse tutto d’un fiato senza spiegare niente: -
Sa tutto.
- Chi? Cosa?
- Nerix sa dei miei
sentimenti. – spiegò innervosito dalle domande.
Miriam lo fissò in silenzio
e Zecks la guardò spazientito, attendendo che dicesse qualcosa. – Lo sai che
Aliack ha picchiato Draco?
La guardò per qualche
istante. – E questo cosa c’entra?
- Niente, ma non sapevo che
dirti e ho cambiato argomento. – la fissò stranito e ragionò sulla frase che
aveva detto. – Ha picchiato Draco?
- Già.
- Perchè?
- Non lo so, l’ha visto e
ha iniziato a pestarlo, poi è intervenuta la McGrannit e si è calmato.
Entrarono nella sala e si
sedettero ai loro tavoli. Lo sguardo di Zecks vagava da una parte all’altra
della sala, alla ricerca di Aliack e Draco. Il primo lo trovò mentre fissava
svogliatamente i gemelli, ma del secondo non c’era traccia, probabilmente era
in infermeria.
Sentì un colpetto di tosse
e capì che la Umbridge stava richiamando l’attenzione.
- Signor Black, mi è giunta
voce che ha picchiato Draco Malfoy, è vero?
- Sì.
- Potrei sapere il motivo?
- Mi dava fastidio la sua
faccia. Mi faccia indovinare: sono in punizione? – chiese notando la donna
aprir bocca.
- Esattamente.
Dopo pranzo bloccò Aliack e
gli disse: - Perchè hai picchiato Malfoy? Sono contento di ciò che hai fatto,
non fraintendere, ma non ne capisco il motivo…
- Niente, non preoccuparti…
Lo guardò andarsene, aveva
notato il suo sguardo assente e vi aveva scorto un leggero velo di malinconia,
ma non riusciva a capirne il motivo.
Dopo le lezioni incrociò Miriam
mentre tornava nel suo dormitorio accompagnata da Ryan.
- Come va?
- Bene, tu?
- Meglio… hai visto Aliack?
Lo guardò prima stranita,
poi rispose: - Sì, era fuori, perchè?
- Hai notato il suo sguardo
assente?
- Sì… secondo me sta
pensando a qualcosa di stupido e si sta deprimendo.
- Non credo…
- Ieri l’ho visto insieme a
Nerix e ho capito subito che la considerava come un’ancora a cui aggrapparsi.
Spalancò la bocca
incredulo. – Aliack?
- Sì. Ne parliamo dopo, ora
devo andare. – fece per andarsene, ma il ragazzo la bloccò e annunciò: - Voglio
fare un test a questo ragazzo, posso vero? – chiese rivolto a Ryan.
- Certo…
- Nome, età e interessi.
- Ryan Blade, 17 anni, mi
piace leggere e praticare incantesimi con il fuoco.
- Materia preferita.
- Pozioni.
- Miglior amico o amica.
- Luna Lovegood.
Voleva fare un’altra
domanda, ma era rimasto shockato dalla risposta. – La pazza? – notò il suo
sguardo quasi irato e decise di proseguire con le domande. – Fai sport?
- Gioco a Quidditch.
- Ruolo?
- Battitore.
- Situazione familiare.
- Zecks, che c’entra? –
s’intromise Miriam, ma il ragazzo non le rispose.
- Siamo ricchi, ma non
nuotiamo nell’oro.
- Cosa pensi dei
Serpeverde.
- Troppo superbi.
- Cosa pensi di Miriam.
Ci fu qualche istante di
silenzio, poi, finalmente, Ryan rispose: - È bella, ma la sua bellezza viene
nascosta dalla tristezza che prova.
Sorrise. – Riassumi il tuo
pensiero in una frase romantica.
- È come una rosa nera:
bella, ma malinconica.
- Test superato. – si voltò
verso Miriam e la vide lievemente arrossita. Prese Ryan in disparte e gli
disse: - Aiutala, hai capito anche tu la sua tristezza e ti chiedo di farla
sorridere.
- Lo farò con immensa
gioia.
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Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8‰
del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.
(Chiunque
voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)