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Autore: hellosunshjne    13/10/2014    1 recensioni
'Se fossi morta e sepolta e mi giungesse la tua voce, pur nel freddo dell'avello il mio cuor sussulterebbe.' Cherry recitò quelle parole all'unisono con la principessa Anna. Aveva visto quel film decine di volte ed era capace di anticipare e recitare le battute. Quella battuta per la prima volta sembrò colpirla all'interno, dentro le viscere, raggiungerle il cuore. Si voltò nella direzione del ragazzo con cui aveva imparato a convivere in quelle settimane, l'agitazione aumentò quando si rese conto che lui già la stava osservando.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cherry quella sera aveva dormito senza sognare, si svegliò davvero riposata e con la stanchezza rilasciata nelle gambe. Tolse la modalità ‘Uso in aereo’ all’iPhone e aspettò che vibrasse, ma non ricevette nessun messaggio. Cercò le pantofole sotto ai suoi piedi ma trovò solo il pavimento freddo al tatto. Legò i capelli in una coda alta e uscì dalla sua camera, dirigendosi in bagno. Si guardò intorno, notò tutti gli accessori di Harry e prese in mano il suo profumo. Sentì dei vocii provenire dalla stanza comunicante e appiccicandosi stile geco al muro, si affiancò alla porta chiusa. Non stava origliando, si disse, era solo curiosità.
«..E’ la figlia di Cal, Harry.» disse la voce di Zayn.
«Lo so bene, ti dico per la terza volta che non c’è nulla!» rispose alterato, ma con voce bassa, Harry.
«A me non sembrava, non mentire a me. Riconosco i tuoi comportamenti quando ti piace qualcuno.»
Harry scoppiò in quella che doveva essere una risata divertita. Ci fu un minuto di silenzio e Cherry ebbe il timore di essere stata scoperta ma, riprese a respirare quando sentì di nuovo le due voci.
«La finisci di guardarmi così? »
«No Harry, finiscila tu! Ma poi l’altra sera non sei stato con quella?»
Cherry dovette avvicinarsi ancora un po’ per sentire meglio.
«Si ed ho fatto il miglior sesso della mia vita. Cherry non mi piace, non è il mio genere di ragazza, è una buon amica e ai miei occhi è solo la figlia di Cal, né di più né di meno.»
Quelle parole, così dure e taglienti, ferirono Cherry, in una maniera che lei non aveva mai provato. Le importava così tanto? Quello che aveva appena detto Harry era esattamente ciò che aveva spiegato alla sua migliore amica. Uscì dal bagno senza neanche accorgersene, scese al piano di sotto, pronta ad ingozzarsi di cioccolata.
«Se lo dici tu, Harry non fare guai.»
Harry annuì, non aveva più voglia di sentire il suo migliore amico e le altre raccomandazioni. Non aveva bisogno di nessuno che gli dicesse che Cherry era la figlia di Cal, lo sapeva fin troppo bene, purtroppo, si ritrovò a pensare. Scosse la testa in segno di risposta ai suoi pensieri, e allora perché il pomeriggio precedente si era sentito così attratto da lei? Perché gli spuntava un sorriso ridicolo al pensiero del poco tempo che avevano passato insieme? Harry aveva paura di cercare risposte a quelle domande, ma soprattutto di trovarle. Era andato a vivere da Cal perché lì non avrebbe dovuto avere pensieri, e invece ora aveva un borsone comprato in un negozio vintage tra le mani e lo stava riempiendo con indumenti necessari per un paio di giorni.
«Dove vai? Da Taylor?» chiese il moro seduto sul letto.
«No, ad Holmes Chapel. Già avevo avvisato mia madre che sarei andato lì per un paio di giorni.»
«E ci vai ora..»
Harry si girò verso l’amico guardandolo con il peggior sguardo che potesse assumere, intimandolo a chiudere la bocca per una volta. L’altro alzò le mani in segno di difesa ed entrambi scesero al piano di sotto.
«Cal io sono pronto per ricominciare.» lo avvisò Zayn.
«Anche io lo sono, vado a casa dei miei per un paio di giorni!» disse sorridente Harry, prendendo una bottiglina d’acqua dal frigo.
«Oh va bene, salutami Anne! E’ da tanto che non la vedo.» disse Juliet, guardando il figlio mangiare la zuppa di latte.
«Lo farò, stanne certa. Ci vediamo domani sera allora!»
Cherry non alzò lo sguardo dal televisore, il ragazzo non fece il suo nome né la salutò a gran voce. Le passò di fianco, con una mano le  tirò la coda di capelli per attirare la sua attenzione, senza davvero riuscirci. La ragazza non disse nulla, con le due mani si strinse di nuovo la coda e leccò il cucchiaio. Cos’era quel gesto? Un saluto a delle bambine di 2 anni con i codini? Lei era grande, doveva comportarsi da tale. Prendendo un forte sospiro si girò verso la porta, che Harry stava per chiudere.
«Harry! Ti auguro di passare due bei giorni ad Holmes Chapel!» gli augurò sorridendo, ricevendo un sorriso incerto come risposta.
La ragazza stette tutta la mattinata sul divano, circondata dai libri di chimica. Li guardava e riusciva a ricordarsi soltanto che l’acqua è la molecola di H2O. Leggeva i periodi più di una volta, e quando non li capiva li sottolineava con colori diversi. Dopo 40 minuti guardò la pagina 126 del suo enorme libro giallo ed era una bella tavolozza di colori.
«Dai Cherry, puoi farcela. La molecola d’acqua è formata da due atomi di idrogeno ed uno di ossigeno. Gli atomi dei due elementi sono legati tra loro da un legame covalente polare, formando un dipolo di.. oh dannazione!»
«Cherry, non si dice, se ti sente la mamma!» la interruppe Thomas, sporco di pittura rossa in faccia. La sorella non riuscì ad essere arrabbiata davanti al fratello, lo fece sedere sulle sue gambe e passò due dita sulle sue guance.
«Ti sei sporcata anche tu! Giochiamo a fare gli indiani?»
«Giochiamo a fare quello che vuoi.»
Dopo pranzo Cherry aiutò la madre a sparecchiare, Juliet insaponava e la figlia sciacquava. Cal e Zayn erano seduti sul divano, riguardavano alcune scene che avevano girato le ore precedenti e di tanto in tanto si appuntavano ciò che era da rifare. La giovane madre di casa Aurand, nei suoi trentasei anni aveva accompagnato il marito ovunque, aveva conosciuto il mondo al suo fianco ed erano cresciuti insieme fin dal terzo liceo. Si girò verso la figlia, notandola piuttosto silenziosa. A tavola aveva risposto alle poche domande che aveva ricevuto e non aveva quasi rivolto la parola a Zayn, soltanto per chiedergli se poteva levare il piatto o meno.
«Tutto bene tesoro?» le chiese passandole l’ultimo piatto.
«Certo, a te?»
«Preoccupata dal tuo silenzio.»
Cherry non alzò lo sguardo verso la sua genitrice, ma aumentò ancora di più la pressione dell’acqua. «Vi lamentate che parlo troppo, per una volta..»
Juliet capì che era inutile continuare, non insistette ancora e finì di pulire il lavandino. La ragazza riprese i suoi libri e salì di sopra, sotto c’era troppa confusione. Decise di studiare sul letto, era stanca, mentalmente più che fisicamente. Aprì il libro e rilesse ciò che non aveva capito. Quella volta sembrò essere quella giusta perché riuscì a ripetere tutto senza doversi scervellare, sorrise fiera di se stesse e continuò con le molecole più importanti, tra cui l’ammoniaca.
Le sembrò di aver appoggiato la testa sul cuscino solo per due minuti, ma quando Sole entrò nella sua stanza, mise a fuoco l’immagine e vide la migliore amica con una gonna ad alta vita, una camicetta all’interno e tacchi 10. Non riuscì a capire bene le parole di Sole, la sentiva solo urlare. Ma quanto aveva dormito? Prese l’iPhone e vide l’orario: 8pm.
«Merda, ho dormito quattro ore!»
«Dovevi essere già pronta!»
«Non urlare, ora mi faccio una doccia veloce.»
Si alzò svogliatamente dal letto, prese gli indumenti che Lindsay le aveva tirato addosso e tornò nel bagno maledetto. Non voleva entrare lì dentro, le parole di Harry sembrarono ripiombarle nella testa non appena varcò la porta. Distrattamente buttò i panni sporchi nella cesta, si fece una doccia veloce, per fortuna aveva lavato i capelli dopo aver giocato ad indiani con Thomas. Indossò il pantalone blu, il top bianco con dei volant sopra e infilò i piedi nei tacchi dello stesso colore del pantalone. Sole la raggiunse nel bagno e la guardò truccarsi, senza dare troppo preso alla matita sbavata.
«Tua madre ha pensato che fossi svenuta, ma poi ha visto che mugugnavi qualcosa.»
Cherry sbarrò gli occhi e guardò il riflesso della migliore amica nel specchio. «Ti ha detto se ho detto qualcosa?» chiese preoccupata.
«Ripetevi da cosa era formata la molecola dell’acqua.» Cherry non ricordava cosa avesse sognato ma sapeva che blaterava nel sonno. «Perché? Sogni sconci su David?» chiese ridendo Sole.
Cherry sorrise e fece spallucce. Aveva bisogno di parlarne con qualcuno, ma parlarne con lei significava rendere reali i suoi pensieri e forse darle anche ragione. «Dai muoviti che tra poco viene a prenderci!»
Ogni week-end Sole andava da Cherry, il ragazzo poi le passava a prender e si riunivano con tutti gli amici. Sole non aveva un ragazzo, ne aveva avuto uno per più mesi in estate ma i suoi problemi di monogamia le fecero capire che non era portata per una relazione seria.
Le due scesero al piano di sotto, anche Zayn stava andando via, uscirono tutti e tre dalla porta e salutarono affettuosamente il resto all’interno.
«Se n’è aggiunto un altro?» chiese acido David.
«Stava lavorando con mio padre, smettila.»
«Come ti arrabbi facilmente sull’argomento.» il ragazzo si girò verso di lei, la vide guardare fuori dal finestrino. Di solito iniziava a straparlare già in macchina e cantare a squarciagola con Sole. David guardò quest’ultima dallo specchietto, incurvando le sopracciglia. Ebbe come risposta una scrollata di spalle, e si preparò alla serata difficile che avrebbero passato.
Cherry non riusciva a togliersi quel malumore da dosso, non voleva neanche però ascoltare le continue frecciatine degli amici sul suo essere taciturna per una sera. Non vedeva l’ora che arrivasse la mezza per poter tornare a casa. Prese il telefono per controllare l’orario e arrivò nello stesso momento un messaggio da parte di Harry.
“Sto mangiando le ciliegie, ti ho pensato appena le ho viste.”
Cherry sorrise alla lettura del messaggio, si maledisse da sola, non doveva sorridere. Si avvicinò agli amici e prese con loro un drink, ricevendo tanti ‘ooh’ come accoglienza. Rise e posò il cellulare in tasca, avrebbe risposto più tardi, la serata ora poteva iniziare.
“Sono allergica alle ciliegie.”
“Uh non lo sapevo!”. La risposta di Harry invece arrivò subito dopo quella della ragazza, stava sempre con il telefono in mano ma di sabato sera li lasciava sempre lontani.
“Non sai tante cose di me.”
“Non me ne dai l’occasione. Perché rispondi così tardi?”
Harry rispose istintivamente con quelle parole. Forse aveva sbagliato a dirle così schiettamente la prima frase, ma guardare la madre con il suo patrigno gli metteva ogni volta l’animo sentimentale dal verso giusto. Li guardava e pensava che anche lui voleva una storia così, aveva sofferto per la separazione dei genitori ma fino ad un certo punto. Li voleva vedere entrambi felici, e insieme non lo erano più. Quando disse ai figli di aver incontrato Robin, fu il suo sorriso a parlare e Gemma ed Harry non poterono fare a meno di accoglierlo a braccia aperte.
“E’ sabato sera, sto in giro.”
“Hai ragione, scusa, buona serata!”
Si rabbuiò a quella risposta, lui non voleva uscire, voleva passare del tempo in famiglia e non aveva pensato che infondo nelle ultime settimane aveva visto Cherry e Sole vestirsi insieme ogni week-end per poi uscire.
“Tu che fai?”
Non voleva chiudere la conversazione, pensò. Sorrise sul telefono ma lo bloccò quando Gemma si avvicinò con Dusty sulle ginocchia. L’accarezzò sotto il mento e appoggiò la testa sulla spalla della sorella.
«Le hai scritto?» gli sussurrò nell’orecchio.
Harry nel pomeriggio aveva confidato alcuni dei suoi pensieri alla sorella. Si fidava ciecamente della sorella, non che non  lo facesse degli altri quattro, ma Gemma era comunque una ragazza e ne capiva certamente di più. Lui annuì e le mostrò il telefono con la conversazione di iMessage aperta.
La sorella non lo aveva giudicato, infondo Harry non aveva detto chissà che, soltanto di esserne attratto.
“Sul divano con i miei, Gemma e Dusty.” Non sapeva che altro scrivere ma non voleva chiudere la conversazione. “Studiato oggi?”
“Insomma, mi sono addormentata nel pomeriggio. Hey io poso il telefono, a domani! Ps: ho un interrogazione di storia dell’arte martedì, mi aiuti?”
“Non devi neanche chiederlo, buonanotte xx”
Cherry posò il telefono nella sua borsa e prese il microfono che aveva in mano Jack, uno dei suoi amici, e si unì a lui e a Sole nel karaoke della canzone che aveva scelto.
Sapeva a cosa era dovuta quella felicità improvvisa, ma decise di non darci peso, cercando di godersi quel poco di minuti che le erano rimasti.


Hellosunshjne's space:

Non un granchè da dire in realtà! Non so se continuare questa storia, non vi sento molto partecipi e quindi non riesco ad essere invogliata! :(
Spero che vi sia piaciuto il cinema al film! 
Se volete che continui la storia ditemelo (:
  
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