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Autore: She_write    13/10/2014    0 recensioni
Ci sono volte in cui non pensi a quello che stai facendo. Semplicemente ti lasci andare, ti godi il momento e non pensi a nulla. Ma passato del tempo, finito quel momento, ti accorgi dell'importanza che esso ha.. E allora sì che ci pensi. Ti assilli la mente di domande e paure. Pensi che da ora le cose cambieranno.
E puoi solo affrontarne le conseguenze.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Fuori dal cancello cominciai a guardarmi intorno e riflettere. Dove potevo andare, in fondo? Non poco lontano da casa nostra abitava la mia migliore amica. Ma non potevo andare da lei. Perché non era solo troppo ovvio, in quanto vicino. Lei non sapeva ancora nemmeno del fatto che mi ero trasferita con Samu, anzi! Non sapeva nulla di Samu. Non le avevo mai parlato di lui. Sarebbe stato difficile da spiegarle tutto quanto. Guardai prima a sinistra e poi a destra. Verso destro arrivavo in una via che portava in centro. Da lì sarei potuta andare da mia cugina. Perché Samu ci fosse arrivato gli ci sarebbe voluto del tempo. Se in più, cosa molto possibile, si fosse svegliato tardi, Sarei già arrivata a casa di Anto, e le avrei chiesto di non farlo entrare. Perciò imboccai quella strada. Fino in centro la strada era un po' lunga, a piedi. E per tutto il tragitto la gente mi squadrava da capo a piedi. Plausibile, dato che indossavo un tubino con una camicetta, adatti ad un look da sera, e le comode Vans blu da giorno! Lasciavo correre, come sempre, e non li biasimavo infondo. Tutto questo non sarebbe accaduto se non fosse per... mi faceva male solo a pensarci. Sentii una lacrima attraversarmi il viso. Quando salii sulla metro e diedi un'occhiata al cellulare vidi un paio di chiamate perse: tre esattamente. Da Samu. Al che le lacrime aumentarono. E aumentarono ancor di più quando arrivai di fronte alla porta della casa di Giovanni e Antonella. Stavano litigando. ''Amore, se non sono venuti ci sarà un motivo! Se quando chiederò loro qual' è non mi daranno una scusa valida... io... non lo so. Ma se scopro che mi hai mentito sul fatto che stanno assieme, non te lo perdonerò!''urlò lui. ''Eddai Giò, magari... hanno fatto l'amore!'' lei aveva un tono ironico. Probabilmente era abituata ai suoi scatti di gelosia, e sapeva come calmarlo. ''Vuoi vedere che ti passa la rabbia?''gli disse in tono malizioso. Mentre lo diceva aprii la porta. Era girata verso di lui però, e non poteva notarmi. Giò stava sorridendo, ma quando alzò lo sguardo e mi vide cambiò subito espressione. Si girò anche Anto a quel punto, e io non seppi cosa dire... ''No... non ho origliato! Giuro'' era la prima cosa che mi venne in mente. Giovanni sorrise:''Non l'avresti detto se fosse stato così!'' ''Scusa! Non era mia intenzione farlo...''volevo spiegare perché ero lì, e perché non eravamo venuti ieri sera... anche se si trattava dello stesso motivo. Ma Anto cominciò subito a parlare: ''Oddio Bia! Ma che hai? Hai tutto il volto rigato dal mascara! Dai, entra!Siediti... sul divano,'' intanto che lo diceva mi guidava dentro. ''E poi sei così pallida! Dovresti vederti, hai una faccia! Non ci posso credere, si può sapere che hai? Fino a venerdì era tutto apposto. Vuoi dirmi che ti succede?'' credo avesse parlato per qualche minuto, e io la lasciai fare. Si fermò, ma quando stavo per aprire bocca vidi Giovanni e capì che non potevo dirlo davanti a lui, o avrebbe potuto capire che non era vero che io e Samu stavamo assieme. Lei sembrava averlo capito:''Giò, puoi andare a lavare la macchina? Così io parlo con lei e poi andiamo a prendere i tuoi alla stazione?'' ''Va bene!'' baciò Anto sulle labbra e poi mi abbracciò, ''Riprenditi tesoro! Lo sai che ti voglio bene, mi spiace per quello che mi hai sentito dire ad Anto!'' Io mi limita a sforzarmi di sorridere. Anto si assicurò che fosse uscito dalla porta, e poi aprì bocca: ''Allora?''. Abbassai lo sguardo e sospirai. Poi la guardai negli occhi, e decisi di andare subito al dunque : ''Abbiamo fatto l'amore!''. Nel momento esatto in cui dissi quelle parole mi ricordai di nuovo il tutto e comincia di nuovo a piangere. Poggia la mia testa sul suo petto, e li mi strinse a se. Passammo del tempo così, non saprei dire quanto, forse qualche minuto, forse meno, forse anche di più. Poi mi ritrassi. Ci guardammo per qualche secondo. Poi iniziai a raccontarle il tutto. Mentre parlavo mi fece sedere in cucina vicino a lei. Riempì una piccola padella con dell'acqua e la mise sul fuoco. Ad un certo punto mi fermai e le chiesi cosa stesse facendo. ''Sto solo preparando il the. Tu non preocuparti, che i o ti ascolto!Vai avanti...'' Sorrisi, e questa volta per davvero. Sapeva bene che i the mi rilassava sempre. Mi lascio raccontare con calma, e mi fermò solo al momento di chiedermi che tipo di the scegliere. ''Eeeehmm... fai un the nero, abbastanza forte, dai!Eee... niente. Sta mattina sono uscita e sono venuta da te. Però se vengono i genitori di Giovanni non credo di poter restare...'' ''Macchè dici!Figurati!Diremo che... hai avuto una piccola lite con la persona con cui vivi e tornerai a casa presto. Perché è così, vero?''mi puntò il dito contro e socchiuse gli occhi con fare teatrale. ''Io... ci proverò!''mi limitai a dire. Lei abbassò le spalle e rimase delusa. ''Bia, non eri tu a dire che bisogna affrontare le situazioni? Non puoi restare qui con le mani in mano. Siete solo andati a letto poi, che c'è di male?'' ''Che per me non era solo... sesso. Mentre per lui...'' non sapevo cosa era per lui. Ma facevo fatica a credere che lui provasse qualcosa per me. ''Ecco! Non puoi dire con sicurezza che per lui non era lo stesso. Chennesai? Magari... prova qualcosa per te anche lui!'' A quelle parole mi scappò un sorriso. Alzai le sopracciglia, e la guardai perplessa. ''Io? Piacere a Samuele? ''iniziai a scuotere la testa in senso di negazione. ''Impossibile.'' Lei fece un sorriso malizioso. ''Sicura?'' ''Abbastanza...'' ''..da scommettere?''continuò lei. Io la guardai accigliata, non capendo perché avesse assunto quell'espressione. Poi però riflettei un istante. Era forse possibile che...? No, no, no. Per niente. ''Non sono dell'umore giusto, ma se proprio insisti...'' ''Cosa scommetti?'' continuò lei affrettata, con lo stesso sorriso malizioso in volto. ''Ehi, ehi! Calma! Eeeehm....''sorrisi. Ero abbastanza sicura di vincere, così mi permisi di dire quello che pensavo:'' Se vinci tu farò una maratona notturna di One Piece.'' Lei sorrise ancor più di prima: ''Sicura?'' ''Perché non dovrei?'' alzai le spalle. ''Ok. Mentre se vinci tu... leggerò quel dannato libro di cui mi parli tanto.'' ''Bene.'' Silenzio. Lei sorrideva. Io fingevo di farlo. Poi iniziai a ticchettare con le dita sul piano della cucina guardandomi in giro. Era carina la cucina. Le pareti di un bianco sporco, come le pagine ingiallite di un libro vecchio. I piani in legno chiaro e il resto dei mobili in bianco. Anto e Giovanni si erano occupati molto della casa. Le camere, per quanto ricordavo erano molto vivaci. In salotto per terra era pieno di grosse macchie di colori diversi, e la camera da letto aveva due angoli verdi e due azzurri, ad angolo retto. Anto dopo poco si accorse del mio silenzio. ''Oh, ecco il tuo the. Si è raffreddato abbastanza credo...'' Io ne bevvi un sorso. Annui. Squillò il telefono di Anto. Si limitò a spegnere la chiamata. Poi si rivolse a me. ''Allora. Io devo andare. Tornerò con i genitori di Giovanni. Tu puoi dormire sul divano. Trovi delle coperte nel mio armadio. E pure vestiti puliti e asciugamani se vuoi fare una doccia.... Non credo tu voglia restare così per tutto il giorno! Verso pomeriggio-sera Giovanni esce con i suoi. Noi possiamo passare la serata insieme, così ti distrai. Ne hai bisogno. E Parleremo anche di questo, e troveremo una soluzione. Vabbene?'' Annui. ''Benissimo.'' ''Forse passiamo al supermercato. Cosa vuoi?'' Io riflettei... ''Il the bianco ti manca.Se ti va di prenderlo, naturalmente!.'' ''Ok''si mise la borsa in spalla, mi baciò forte sulla guancia,e mi scoccò un grosso bacio sulla guancia prima di uscire in fretta ''A dopo!'' Io bevvi il mio the. Mi guardai in giro per un po', mentre pensavo a Samu. Riguardai il cellulare, e trovai altre chiamate da parte sua. Spensi il telefono, e lo misi nel cappotto. Sarei stata meno tentata a rispondere se non lo vedevo. Finito il the, feci una doccia e mi addormentai sul divano. Se ci avessi dormito su, mi sarebbe stato più facile poi riflettere su come avrei potuto riflettere sula situazione.
   
 
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