Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Arvati77    14/10/2014    2 recensioni
Capitan Harlock è un immortale pirata spaziale che da oltre un secolo con la sua corazzata, l'Arcadia, contrasta lo strapotere del governo intergalattico, la Gaia Sanction. Un giorno però sulla nave viene reclutato un ragazzo, Yama, che Harlock decide di affidare alla più giovane a bordo, Kira... e da qui in poi le cose evolveranno in maniera inaspettata. Molti segreti verranno rivelati, altri si trascineranno nel tempo, e le vicende di Harlock e compagni finiranno per intersecarsi con quelle del pianeta di Arreta e della sua imperatrice, Noa, dilungandosi per venticinque anni circa, fino a giungere ad un epilogo in cui tanti misteri ed apparenti certezze assumeranno i loro reali connotati e quanto accaduto in passato apparirà sotto una nuova inedita luce, Gaia Sanction compresa.
Questa fanfiction trae origine dal film diretto da Shinji Aramaki e scritto da Harutoshi Fukui, a sua volta basato sui personaggi creati da Leiji Matsumoto (nella prima parte infatti ci sono citazioni precise e puntuali tratte dalla pellicola). Il tutto corredato da una serie di curate illustrazioni.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Miime, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yama
Note: Movieverse, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Harlock e Kira si precipitano verso un modulo di servizio, mentre Mime e il resto dell'equipaggio si rimettono di corsa alle loro postazioni. La navicella parte verso la Phantom e intanto Yatta con la sofisticata strumentazione a sua disposizione cerca tra le immagini della nave nemica una traccia della presenza di Noa. I potenti radar e i raggi a infrarossi rilevano una figura femminile che procede lungo un corridoio in direzione dello squarcio sulla fiancata.
"Ma che sta facendo?! E' impazzita!" grida Yattaran allibito "Se non è morta prima, ora morirà di certo!".
E così dicendo l'ufficiale si mette immediatamente in comunicazione con la navetta appena decollata:
"Capitano, l'ho trovata! Sta andando verso lo squarcio! Che vorrà fare? Senza la tuta spaziale e l'ossigeno morirà in pochi minuti!".
Harlock e Kira si scambiano un significativo sguardo, ed è poi la giovane a dar voce al loro comune timore:
"Si lancerà nel vuoto... E non avrà pochi minuti di vita, ma pochi secondi, quattordici secondi, o poco più forse, se la Dark Matter ha ancora qualche influsso su di lei...".
La navicella si avvicina alla lamiera lacerata della Phantom. Kira, ai comandi, riceve da Harlock le ultime disposizioni:
"Metti il casco della divisa spaziale e al mio segnale disattiva la gravità, l'erogazione di ossigeno in cabina e apri lo sportello".
Nel medesimo tempo Noa giunge davanti al suo ultimo ostacolo, una porta stagna che le sbarra il passaggio: al di là di essa, l'assenza di gravità, la mancanza di ossigeno, delle lamiere piegate e... lo spazio infinito. La giovane svuota completamente i polmoni perché la pressione interna dell'aria non li faccia collassare, afferra la maniglia per l'apertura manuale e tira...
Una spinta in avanti e i piedi di Noa non poggiano più sul pavimento. Il suo corpo galleggia senza peso verso lo spazio aperto. Attorno a lei, qualche detrito della Phantom, ormai alle sue spalle, mentre nei suoi occhi si riflettono le stelle e le costellazioni. I secondi passano inesorabili. Quando i suoi polmoni iniziano a chiederle aria, in un gesto istintivo Noa porta le mani davanti a naso e bocca, come a voler resistere ancora un po'. Ma poi si sente soffocare e i suoi occhi si chiudono arrendendosi ad una visione senza stelle, ad un sonno buio e silenzioso...
"Adesso!" è il fulmineo ordine di Harlock... Deve agire in fretta, ogni secondo che passa è un secondo che avanza verso la fine di Noa.
Kira esegue alla lettera quanto le è stato detto di fare. Lo sportello si apre. Il capitano si sporge verso l'esterno, aggrappandosi saldamente ad una maniglia all'interno della navicella e tendendo un braccio in avanti. Noa è lì, davanti a lui, ed Harlock la afferra per un polso tirandola verso di sé per poterla trascinare dentro la navetta. Rientrati i due, Kira prontamente aziona il comando di chiusura dello sportello e ripristina le normali funzioni ambientali. Il capitano cade a terra con Noa tra le braccia e senza perdere tempo la distende sul pavimento.
"Come sta?" domanda Kira preoccupata.
"Non respira..." risponde Harlock, mentre prova a rianimare la giovane svenuta, premendo le mani sul suo petto ed immettendole aria nei polmoni con la respirazione bocca a bocca.
I secondi passano... All'improvviso Noa inarca la schiena e prende fiato, mentre le sue guance e le labbra riprendono il loro naturale colore. Kira, alle prese con le manovre di rientro, si volta un attimo indietro e sospira sollevata nel rendersi conto che l'amica è finalmente fuori pericolo.
Harlock accarezza Noa con lo sguardo, abbandonandosi ad uno spontaneo sorriso. Delicatamente la solleva e la corica su una lunga panca sul fianco dell'abitacolo. Seduto accanto lei, la osserva tenendole tra le mani la mano fasciata. Noa è stravolta dalla brutta esperienza vissuta, ma per fortuna il suo respiro si normalizza sempre più e per un momento le sue palpebre si socchiudono. Harlock allora si china su di lei e con calda voce le dice:
"Noa... non lasciarmi mai più! Ti voglio sull'Arcadia perché non posso stare senza di te.".
Kira sente le parole del capitano e voltandosi appena, con discrezione, lo vede chino su Noa, con la guancia posata su quella di lei. Non sa cosa le stia sussurrando ora in un orecchio, ma le piace immaginare che le stia finalmente dichiarando il suo amore. La romantica scena risveglia di colpo nella giovane i ricordi di quanto accaduto negli ultimi mesi, e dalla felicità per l'amica ritrovata, il suo pensiero si sposta su Marte e sulle persone che si trovano ancora là...
"Torniamo sull'Arcadia... torniamo a casa..." bisbiglia tra sé Kira, mentre un nodo le stringe la gola ed una grande malinconia si impossessa di lei.
...Quando la navicella rientra nell'hangar principale dell'Arcadia, Noa scende sorretta da Harlock e Kira. Tutto l'equipaggio al completo è lì ad aspettarla. Mime è la prima che le si avvicina e senza dirle nulla le sfiora il viso con una mano. E' debole, molto debole, ma la Dark Matter le restituirà le energie e l'affetto degli amici farà il resto. Il primo a parlare è il Dottor Zero:
"Sono felice che sei tornata sana e salva.".
"Non farci più uno scherzo come questo. Capito Stellina!" interviene Yatta,  visibilmente commosso.
Tori svolazza sulle teste dei tre appena tornati, fino a posarsi sulla spalla del capitano. Harlock, sempre sorreggendo Noa, si dirige verso la plancia ed al suo seguito si muove tutto dell'equipaggio. Ognuno riprende il proprio posto. Davanti al potente motore Dark Matter, il capitano, Noa e Mime. Ad osservarli a poca distanza, Yattaran e Kira, e quest'ultima approfitta del momento di pausa per chiedere notizie del gruppo su Marte:
"Hai comunicato a Yama e gli altri che Noa è salva? C'è qualche novità?".
"A dire il vero..." risponde titubante Yatta, grattandosi nervosamente la testa "Io... ho provato... non riusciamo a stabilire nessun contatto con loro.".
Kira sbianca in viso e si ammutolisce.
"Tranquilla, vedrai che va tutto bene." cerca di sdrammatizzare Yatta.
Poi, d'un tratto, una voce giunge dalla parte inferiore della plancia:
"Capitano. C'è una richiesta di contatto da Arreta!".
"Apri la comunicazione." afferma deciso Harlock, mentre Noa, al suo fianco, tornata in forze grazie alla materia oscura, gli rivolge una logica domanda:
"Hann... non sa niente di quello che mi è successo, vero?".
"Niente." le risponde il capitano, sfiorandole il viso con una mano.
L'ologramma dei sovrani di Arreta si materializza in plancia. Entrambi hanno addosso i segni evidenti di una dura battaglia, ma le rassicuranti parole di Hann infondono in tutti fiducia e coraggio:
"Ci hanno attaccati, come avevamo previsto. Mercenari. Al servizio della Renova Legacy. Ma eravamo preparati. Li abbiamo sconfitti. E se ne verranno altri, li accoglieremo a braccia aperte. E voi? Come procede?".
"Stiamo facendo la nostra parte." risponde Kira.
"E per il resto?" domanda Harlock.
"Tutto secondo i piani." prosegue Hann "Abbiamo mandato alcuni dei nostri soldati migliori sulle colonie più a rischio e teniamo sotto controllo la situazione anche sulle altre. Ci sono focolai di guerriglia un po' dappertutto.".
"E su Marte?" chiede Aisha visibilmente preoccupata "Mamma, come mai sei tornata? Hai notizie di papà e degli altri?".
Kira tace un attimo e poi, sforzandosi di mostrarsi tranquilla, risponde:
"Adesso li raggiungeremo. Tutto bene.".
"Madre, come stai?" interviene Hann "E' da un po' che non ti sento... prima o poi spero che mi racconterete quello che non mi avete detto finora...".
Harlock rivolge un eloquente sguardo al figlio, dopodiché la conversazione si chiude, con un positivo messaggio da parte di Aisha:
"La prossima volta che ci sentiremo, sarà per festeggiare la pace ritrovata e la vittoria della Alma Gea.".
L'Arcadia fa quindi rotta verso Marte. Il capitano, al timone, con Noa al suo fianco, dispensa ordini precisi all'equipaggio. Ma Kira, dov'è? Harlock la cerca con lo sguardo e la vede allontanarsi dalla plancia, seguita da Tori che le vola intorno. Un cenno d'intesa tra lui e Noa, e la giovane a passi leggeri lascia il ponte di comando.
Kira, rintanata nella sala del computer centrale, osserva l'imponente elaboratore elettronico, il cuore dell'Arcadia, che con il suo rosso occhio luminoso sembra davvero un cuore pulsante. Appena arrivata sulla nave, le capitava spesso di soffermarsi davanti al grande computer, e talvolta si accoccolava tra i serpeggianti tubi che si snodano sul pavimento come tra le braccia di una madre. Poi di solito venivano a recuperarla o Key o il capitano... Proprio il capitano, al cospetto del gigantesco elaboratore, le raccontò un giorno del suo amico Tochiro, e a lei da allora ogni tanto sembra di avvertire lo spirito dello scienziato aleggiare tra le pareti metalliche della nave come un'anima errante.
"Mi hai seguita?" domanda Kira, senza voltarsi, avendo percepito una presenza alle proprie spalle.
"A quanto pare noi finiamo sempre qui a parlare." risponde Noa, portandosi di fianco alla compagna.
"Sono preoccupata per gli altri su Marte."
"Capisco... e poi?"
"Niente di... importante..."
Noa guarda in viso l'amica, pronta ad ascoltarne tanto le parole quanto i silenzi, e Kira alla fine decide di confidarsi, raccontando in breve quanto accaduto con Yama e Adam.
"Ma ti pare che con tutto quello che sta succedendo mi devo perdere dietro una cosa del genere?!" conclude Kira sbuffando.
"In questo ci assomigliamo." osserva Noa "Nemmeno a me piace avere dei dubbi, non sapere cosa fare...".
"Già... e poi, sai, quando anni fa ho lasciato l'Arcadia è stato davvero difficile per me, avevo paura... adesso invece l'idea di andarmene non mi spaventa più."
"Vedi, non è il luogo dove ci troviamo che conta, ma le persone che abbiamo vicino. Scegli con chi vuoi stare e capirai qual è il posto per te."
Le due giovani si scambiano un'ultima complice occhiata e poi insieme fanno ritorno in plancia. E' lì il loro posto in questo momento. Entrambe ne sono consapevoli, così come sono pronte ad affrontare le conseguenze delle scelte già fatte e di quelle che ancora restano da compiere.
Arrivate sul ponte di comando, Kira occupa la postazione di Key mentre Noa si avvicina ad Harlock. Yatta stranamente non c'è. Dove si sarà cacciato? Noa si guarda intorno in cerca dell'amico e quando lo vede ricomparire nota nelle sue mani i bracciali che tempo fa le aveva regalato. Che significa? Il veterano ufficiale si scambia uno sguardo con il capitano, dopodiché riconsegna i bracciali alla loro legittima proprietaria, accompagnato il suo gesto dalle significative parole di Harlock:
"Questi sono tuoi, Noa. Sono una parte di te. E nessuno ha il diritto di privartene. Nemmeno io.".
Noa sorride ed indossa i bracciali. Finalmente sa qual è il suo ruolo sull'Arcadia. E' di nuovo se stessa, in tutto e per tutto, e qualunque cosa le si presenterà in futuro la  affronterà come ha sempre fatto, con incrollabile fiducia e profonda consapevolezza.

...continua...

 

 

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

CINZIA: Su questo capitolo ho una particolare precisazione da fare. Quando ho iniziato a scrivere stavo per riportare un bel po' di castronerie... per fortuna mi sono domandata: cosa accadrebbe al nostro corpo se facessimo un giretto nello spazio senza tuta? E mi sono andata a documentare su internet. Ho scoperto che il cinema ci ha messo in testa un sacco di convinzioni a riguardo non corrette. Quindi quello che ho scritto, come il problema del collassamento dei polmoni o i tempi (secondi) di resistenza, sono informazioni prese da un blog. Nel sito parlavano anche del problema dei raggi solari e le temperature, ma faccio presente che nella storia la Phantom si trova al di fuori del sistema solare, pertanto non mi sono posta il problema. Scusate se ci dovesse essere qualche imperfezione, prendete la cosa così com'è, anche se ho cercato di essere credibile. Mi salvo comunque col fatto che Harlock e Noa sono contaminati dalla Dark Matter, quindi non sono esseri umani come gli altri.
Tornando a cose più terra terra (si fa per dire!!)... finalmente il nostro caro Capitano testone pare si sia deciso a dichiararsi, anche se non abbiamo la soddisfazione di sapere tutto quello che ha detto a Noa... Tipico di lui!
MARTA: Visto che non ci siamo dimenticate dei nostri cari Hann e Aisha? Com'è giusto che sia, anche loro stanno dando un importante contributo in questo delicato momento. La trama che abbiamo imbastito inizia a districarsi. Le cose sull'Arcadia, e soprattutto tra Harlock e Noa, si sono finalmente chiarite. Ora è su Marte che c'è da mettere un po' di ordine, in tutti i sensi. Pronti al rush finale?!

   
 
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