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Autore: xla    13/10/2008    3 recensioni
E se Duddley fosse geloso di Harry? E se Harry fosse fidanzato e la persona che ama lo venisse a trovare a casa? Chi è il biondino, ma, sopratutto; che ci fa un furetto in casa Dursley?!... CAP 31 OVVERO: LA MARCIA NUZIALE E' INIZIATA O LO SPOSO è SVENUTO! -ULTIMO CAPITOLO- [ non tiene conto del 5-6-7 libro ] buona lettura, lasciate un segnetto baci xla
Genere: Commedia, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Famiglia Dursley | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Xla: ho fatto il test dell’intelligenza. Mi è uscito 96… già sapevo che ero stupida, ma così ne ho la prova. Ma a questo punto avrei preferito 69 –

Mamma: perché? –

Xla: almeno così c’era una spiegazione a tutto -

I Kiss You [IKY]

Un b3l r3g@l0 – c0mpl3@nn0 di Dud

~ ventiseiesimo capitolo

Dud stava in macchina, ed aspettava pazientemente che il padre trovasse le chiavi della macchina e che suo cugino la piantasse di piangersi addosso per un cretino come il biondino e riacquistasse il sorriso. Ma a dire il vero suo padre, per quello che lo riguardava, ci poteva mettere tutto il tempo che voleva a trovare quelle cavolo di chiavi che sicuramente aveva la madre nella sua bella borsetta chiara, al contrario era molto impaziente per quanto riguardava il cugino… era passata una settimana e la situazione non era minimamente migliorata: non faceva che dirsi che era un imbecille ad aver chiesto una cosa del genere al suo ragazzo, ex ragazzo, come amava ricordarsi mentalmente il babbano, per pura e sadica goduria personale, che aveva ragione Draco, che erano troppo giovani e che lui doveva smetterla con i suoi voli mentali. Eppure… cosa fare? Nella vita di coppia, l’uno vuole la felicità dell’altro ma in una situazione simile non si sapeva dove andare a sbattere la testa e ci si ritrovava sempre da punto a capo. Anzi, l’unica cosa che ci si guadagnava, era la tristezza di entrambi…

Dudley vuole Harry felice e sperava che almeno Malfoy… con tutti quei bei discorseti su quante ne avevano passate nel bene e nel male… lui era certo che non avesse mai mentito su nulla, quindi il tutto era scattato con quel desiderio di Harry? Eppure da tutte le cose che sono uscite assieme alle lacrime di Harry e la rabbia di Draco… sembravano così represse, così vecchie che quella era parsa la soluzione più adatta per darci una bella spolverata.

A che ne sapeva lui, Draco non aveva più acquisito la sua forma umana da quel giorno, rimanendo sempre Princess per tutta la famiglia Dursley, e che ogni notte andava a darsi una rinfrescata, nella sua forma originale: una volta si era svegliato per andare in bagno, ma quando aveva aperto la porta, aveva visto il biondo davanti la porta di Harry e, sempre a che ne sapeva lui, questi si deprimeva sempre di più. Spesso si era chiesto cosa sarebbe successo se avesse spinto l’altro oltre quella porta e poi, una volta chiusa a chiave, cosa sarebbe successo: avrebbero ricominciato a litigare? Si sarebbero menati, come a quanto pare, erano soliti fare prima? Oppure avrebbero fatto pace e si sarebbero accordati per il quieto vivere, più che altro?

A quanto pare Draco continuava ad ostinarsi a fare la parte di quello che non gliene frega nulla ma che si chiude in se stesso, apparendo come una roccia all’esterno, risultava così naturale in lui che pareva che quella sfaccettatura gli appartenesse… gli ricordava la prima volta che lo aveva visto: quei occhi grigi pieni d’odio, ma traboccanti d’amore verso il cugino. Ora? Cosa c’era scritto in quei cristalli? A prima vista era chiaro come il sole che verso di lui erano ormai diventati indifferenti, anzi, pareva quasi che guardandolo gli stesse dando il via libera, un invito del; siccome a me non mi va più, puoi giocare tu. E Dud quasi si schifava, perché quella frase, se così la si può definire, era esattamente come lui stesso aveva sempre ragionato. Ma non sapeva cosa vi si dipingeva quando si posavano sopra Harry, perché erano sette giorni che non si vedevano più… ma almeno sapeva come erano quando si pronunciava il nome del cugino o quando si parlava di lui.

Rimorso.

E Dud aveva paura di sapere il perché…

-Mamma? –

- Si patatino mio? – rispose squittendo la donna.

- Ce la faremo a partire oggi, oppure rimandiamo al mio prossimo compleanno? –

-Uhuh Dudlino piccino, pazienza tesoro mio – ma preferì sviare – Non ti sono piaciuti i regali? –

Per poco Dud non rispose “quali?” visto che non ci aveva nemmeno fatto caso. Ma tu guarda come lo riducevano a lui i problemi di suo cugino…

- Uhm… si, carini… - alzò le spalle.

La donna storse il naso aquilino – Non mi sembri molto contento – lei odiava quando non lo era – Senti la mamma; ora, quando tuo papà si deciderà a smetterla a giocare a nascondino con le chiavi, andremo dove vuoi tu. Ok? Avevamo in programma di andare in un ristorante per pranzo e poi in quello zoo dove ti abbiamo portato per i tuoi undici anni – non che lei avesse un bel ricordo di quel posto ma la felicità di suo figlio veniva prima di ogni cosa e poi non è stava così male, quella passeggiata tra gli animali.

- Ma… -

- Oh, e ti compreremo un bel regalo, vedrai amore. Bello e grande! – trillò - … tu cosa vorresti? –

- … Sai una cosa… non penso che ciò che io voglio si possa compare mamma – rispose un po’ mogio.

- Bhe, se è per il prezzo, si può sempre trovare un compromesso –

- No, non mi riferivo a quello ma… - ma si bloccò quando vide dal riflesso dello specchietto retrovisore che il padre stava tornando con le chiavi. Si affrettò – Mamma! –

La donna quasi saltò per lo spavento per il repentino cambio di voce del figlio. – S-si Crostatina? –

- Tu hai detto che potevo avere qualunque cosa no? –

- Ce.. ce-erto –

- Ma quando dicevi qualunque, intendevi davvero qualunque? – vide sua madre fare due cenni perplessi con il capo – Bene, allora io voglio che Harry con noi –

- … Parlane con tuo padre – disse con il tipico tono delle madri che tradotto nel figliese vuol dire: sai che se tuo padre dice no è no.

- Parlarmi di cosa? – domandò curioso Vernon quando entrò in macchina e tutto orgoglioso fece vedere le chiavi alla moglie che roteò gli occhi domandandosi se la prossima volta che il marito tirava lo sciacquone del cesso volesse l’applauso.

- Vernon, tuo figlio ti vuole chiedere una cosa – concluse Petunia guardando poi dal finestrino tentando di spiare cosa stessero facendo i vicini in giardini.

- Oh, dimmi pure campione – le guance rosse per le svariate cose che si era fatto per la casa.

- Mi piacerebbe… - iniziò, cercando di non sembrare troppo piagnucolante – Avere un regalo –

- Oh, ma certo – sorrise.

- Si, ma… non si può comprare… -

Vernon si bloccò e assunse un’espressione imbronciata in chiaro sempre di confusione. In primis aveva subito pensato che il gioco che volesse Dud fosse troppo costoso o cose così.

- Ma se non si può compare… come… -

- No, non si può comprare – ripetè mogio mogio il figlio. – Però… - s’illuminò – C’è rimedio – sorrise.

- Da… da-vvero? – domandarono impauriti i coniugi Dursley, guardandosi col terrore negli occhi, poi sentirono la portiera dietro aprirsi e girandosi si resero conto che Dud era sfrecciato fuori dalla macchina e dentro la casa.

~*~

Vernon aveva pensato che quello che voleva come regalo il figlio fosse troppo costoso o cose così, ma non… non quello. Possibile che il figlio si fosse confuso? Era quasi certo che quel Potter gli avesse fatto uno dei suoi giochettini e lo aveva deviato verso la via dei teppisti come lui e la sua razza.

Petunia, da parte sua, cercava di non ringhiare verso Harry ogni volta che dallo specchietto, la macchina andava in qualche buchetta, andava a sfiorare il figlio, cosa che questo apprezzava molto. Il contatto fisico con il cugino, c’era da intendere, la madre nemmeno la sentiva.

Harry era troppo impegnato ad arrovellarsi il cervello per badare a tutto ciò che lo circondava. Per esempio: perché il cugino gli aveva messo quello zaino terribilmente pesante tra le mani? Oppure… perché il cugino era entrato come una furia nella sua stanza, interrompendolo nel suo momento di disperazione, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro urlandogli di prepararsi? Si ricordava solo vagamente che era il suo compleanno.

Il mio amico che non dorme mai di notte,

Resta sveglio fino a quando fa mattina…

Lascia i sogni chiusi dentro ad un cuscino.

Il mio amico ha molta luce dentro gli occhi,

Per guardare chi non c’è…

Ma poi, si chiude dentro sé.

[Il Mio Amico – Anna Tatangelo]

Dud gli picchiettò una mano – Ehi, mi cagheresti per un attimo anche solo di striscio? –

Harry smise di osservare ipnotizzato dentro un buco enorme di marmo una famiglia di piccole bertucce – Uhm? –

Al babbano pianse il cuore, il vedere quei begli occhi così luminosi un tempo, ridotti a due fessure rosse e lucenti, si, ma di dolore versato in acqua salata – Come si dice oggi? –

- Auguri scemo – rispose Harry senza tono.

Dud allargò le narici – E dai, un poco di vita! Non ti puoi ridurre così solo perché hai mollato quello stronzo –

Ad Harry tremò il labbro inferiore – Si – biascicò – Ma un meraviglioso stronzo e specialmente, il mio magnifico stronzo – strinse quello zaino tra le braccia, si era rifiutato di metterselo anche solo a tracolla, le lacrime iniziarono ad uscire ed abbassò la testa cercando di nasconderla tra le spalle e nello spazio tra proprio petto e il piccolo bagaglio che portava.

- Oh mio Dio – mormorò Dud senza forze.

Mentre Harry tirava su col naso, sentì delle risate allegre; una coppietta si era avvicinata, si tenevano per mano e non facevano che sbaciucchiarsi, allora si protese verso di loro gracchiando – SCUSATE! IO SAREI DISPERATO! –

Dud si schiaffò una mano sulla faccia e si affrettò a spostare il cugino, dando un rapido sorriso, che pareva tanto una smorfia, di vaghe scuse: la coppietta li osservò come fossero due matti e poi, alzando le spalle, si allontanarono.

- Ma ti vuoi dare una calmata? –

- … Mi istigano! –

- Sei proprio un deficiente Potter – scosse la testa il babbano.

Harry non gli diede ascolto e si girò verso la coppietta che ora camminava tenendosi per mano, e nei suoi occhi, dentro, si poteva vedere, come una pellicola vecchio stile, in bianco e nero, tutto quello che aveva fatto con Draco, da quando avevano undici anni e si videro per la prima volta mentre provavano la divisa; Draco, con la faccia da schiaffi che non l’ha mai abbandonato, e lui confuso e meravigliato da tutto quel nuovo mondo estraneo, al secondo anno, al Club dei Duellanti, che ebbe vita breve, dove si scambiarono le famose frasi:

- Paura Potter? -

- Ti piacerebbe... -

Al terzo anno, quando Fierobecco aveva ferito Draco solo perchè questo non era capace di accettare che lui riusciva sempre in tutto nonostante non capisse neanche le nozioni base per una pozione da primino. Fino... fino alla lotta contro Tom. Erano cambiati rimanendo sempre solo stessi. Buffo.

Ci sono cose che nessuno ti dirà.

Ci sono cose che nessuno ti darà.

Sei nato e morto qua.

Sei nato e morto qua.

Nato nel paese delle mezze verità.

Dove fuggi?

[In Italia - Fabri Fibra]

- Ehi, bel addormentato? - lo riportò sulle terra Dud - Mi potrei allacciare la scarpa? -

- Uffa - alzò gli occhi al cielo e posò lo zaino sulla staccionata vicino alla cartina che vi aveva messo prima Dud - Se non sai farteli da solo, perchè non usi quelle con lo strap come i bambini? -

- Si, infatti te le volevo chiedere in prestito - lo beffeggiò.

- Ahh, taci, che non sono dell'umore adatto per... - si alzò, ma urtò lo zaino, lo salvò per miracolo, ma quando vide che la cartina stava per dir loro arrivederci, si fiondarono entrambi su di essa, che però andò a finire dentro la mega buca, ed ovviamente, le bertucce, non persero tempo, ed iniziarono a scannarsi per quello strano pezzettino di carta colorato.

Su di un cartello vicino a loro c'era scritto: non gettare nulla nell'area degli animali.

- Ma bravo -

- Io? - si additò Harry da solo - E' colpa mia se non sai allacciarti le scarpe da solo? - si abbassò a prendere lo zaino di Dud che aveva buttato atterra appena aveva visto che la cartina stava per andarsene a quel paese. Si, il paese delle scimmie senza coda. Ma quando aprì la borsa, si ritrovò a pochi centimetri dal musetto di un furetto albino, che schizzò fuori e iniziò a correre tra la folla.

- Draco - mormorò Harry con voce rotta. - Ah.. - ma dalla gola non usciva nulla, si girò verso il cugino che aveva una faccia che incavolata era dire poco.

Dopo qualche seconod Dud parlò con le braccia incrociate - Che ti devo mandare a calci? -

- Eh? - ma Dud non ne poteva più, così lo strattonò per un gomito e lo psinse in avanti, rimpiangendo di non saper fare quel bellissimo giocchetto che si chiama stupeficium.

Notuzze:

E’ incredibile come la scuola e la pigrizia ti succhino via il tempo. E che quella bellissima canzone che la Tatangelo ha cantato sia uscita fuori da Alessio.

Dud vi sta facendo cambiare impressione su di lui?

GRAZIE a chi commenta

GRAZIE a chi legge

GRAZIE a chi ha messo la fanfa tra i preferiti [per ora 90 persone e io non posso essere più felice di sapere che vi piace ciò che scrivo]

Piccola_puffola: ah, come amo il tuo nik! Una DudxHarry?... uhm, si, sarebbe interessante…

Hay_chan: solo una capra?°-° Ah, visto che lo yaoi funziona SEMPRE? xD.

Fra Ro: cara! Nun la posso più leggere la tua belliFima ff ç-ç. Bhe, come ho detto al mio Xsiano; il mondo non è una favola, e se noi non possiamo avere una storia d’amore perfetta… perché la loro lo deve essere?

Niahl: pucci, nu, la depressione nu ç-ç, questo capitolo ha un filo d’ironia, che te ne pare?*ò*. Si sa cara, l’amore rendi ciechi xD. Come me.

RIDETE E MANGIATE CIOCCOLATO

xla

   
 
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