Xla: ho
fatto il test dell’intelligenza. Mi è uscito
96… già sapevo che ero stupida, ma
così ne ho la prova. Ma a questo punto avrei preferito 69
–
Mamma:
perché? –
Xla:
almeno così c’era una spiegazione a tutto -
I Kiss You [IKY]
Un b3l r3g@l0
– c0mpl3@nn0 di Dud
~
ventiseiesimo capitolo
Dud
stava in macchina, ed aspettava pazientemente che il padre trovasse le
chiavi
della macchina e che suo cugino la piantasse di piangersi addosso per
un
cretino come il biondino e riacquistasse il sorriso. Ma a dire il vero
suo
padre, per quello che lo riguardava, ci poteva mettere tutto il tempo
che
voleva a trovare quelle cavolo di chiavi che sicuramente aveva la madre
nella
sua bella borsetta chiara, al contrario era molto impaziente per quanto
riguardava il cugino… era passata una settimana e la
situazione non era
minimamente migliorata: non faceva che dirsi che era un imbecille ad
aver
chiesto una cosa del genere al suo ragazzo, ex ragazzo, come amava
ricordarsi
mentalmente il babbano, per pura e sadica goduria personale, che aveva
ragione
Draco, che erano troppo giovani e che lui doveva smetterla con i suoi
voli
mentali. Eppure… cosa fare? Nella vita di coppia,
l’uno vuole la felicità
dell’altro ma in una situazione simile non si sapeva dove
andare a sbattere la
testa e ci si ritrovava sempre da punto a capo. Anzi, l’unica
cosa che ci si
guadagnava, era la tristezza di entrambi…
Dudley
vuole Harry felice e sperava che almeno Malfoy… con tutti
quei bei discorseti
su quante ne avevano passate nel bene e nel male… lui era
certo che non avesse
mai mentito su nulla, quindi il tutto era scattato con quel desiderio
di Harry?
Eppure da tutte le cose che sono uscite assieme alle lacrime di Harry e
la
rabbia di Draco… sembravano così represse,
così vecchie che quella era parsa la
soluzione più adatta per darci una bella spolverata.
A
che ne sapeva lui, Draco non aveva più acquisito la sua
forma umana da quel
giorno, rimanendo sempre Princess per tutta la famiglia Dursley, e che
ogni
notte andava a darsi una rinfrescata, nella sua forma originale: una
volta si
era svegliato per andare in bagno, ma quando aveva aperto la porta,
aveva visto
il biondo davanti la porta di Harry e, sempre a che ne sapeva lui,
questi si
deprimeva sempre di più. Spesso si era chiesto cosa sarebbe
successo se avesse
spinto l’altro oltre quella porta e poi, una volta chiusa a
chiave, cosa
sarebbe successo: avrebbero ricominciato a litigare? Si sarebbero
menati, come
a quanto pare, erano soliti fare prima? Oppure
avrebbero fatto pace e si
sarebbero accordati per il quieto vivere, più che altro?
A
quanto pare Draco continuava ad ostinarsi a fare la parte di quello che
non
gliene frega nulla ma che si chiude in se stesso, apparendo come una
roccia
all’esterno, risultava così naturale in lui che
pareva che quella sfaccettatura
gli appartenesse… gli ricordava la prima volta che lo aveva
visto: quei occhi
grigi pieni d’odio, ma traboccanti d’amore verso il
cugino. Ora? Cosa c’era
scritto in quei cristalli? A prima vista era chiaro come il sole che
verso di
lui erano ormai diventati indifferenti, anzi, pareva quasi che
guardandolo gli
stesse dando il via libera, un invito del; siccome a me non mi va
più, puoi
giocare tu. E Dud quasi si schifava, perché quella frase, se
così la si può
definire, era esattamente come lui stesso aveva sempre ragionato. Ma
non sapeva
cosa vi si dipingeva quando si posavano sopra Harry, perché
erano sette giorni
che non si vedevano più… ma almeno sapeva come
erano quando si pronunciava il
nome del cugino o quando si parlava di lui.
Rimorso.
E
Dud aveva paura di sapere il perché…
-Mamma?
–
-
Si patatino mio? – rispose squittendo la donna.
-
Ce la faremo a partire oggi, oppure rimandiamo al mio prossimo
compleanno? –
-Uhuh Dudlino piccino,
pazienza tesoro mio –
ma preferì sviare – Non ti sono piaciuti i regali?
–
Per
poco Dud non rispose “quali?” visto che non ci
aveva nemmeno fatto caso. Ma tu
guarda come lo riducevano a lui i problemi di suo cugino…
-
Uhm… si, carini… - alzò le spalle.
La
donna storse il naso aquilino – Non mi sembri molto contento
– lei odiava
quando non lo era – Senti la mamma; ora, quando tuo
papà si deciderà a
smetterla a giocare a nascondino con le chiavi, andremo dove vuoi tu.
Ok?
Avevamo in programma di andare in un ristorante per pranzo e poi in
quello zoo
dove ti abbiamo portato per i tuoi undici anni – non che lei
avesse un bel
ricordo di quel posto ma la felicità di suo figlio veniva
prima di ogni cosa e
poi non è stava così male, quella passeggiata tra
gli animali.
-
Ma… -
-
Oh, e ti compreremo un bel regalo, vedrai amore. Bello e grande!
– trillò - …
tu cosa vorresti? –
- …
Sai una cosa… non penso che ciò che io voglio si
possa compare mamma – rispose
un po’ mogio.
-
Bhe, se è per il prezzo, si può sempre trovare un
compromesso –
-
No, non mi riferivo a quello ma… - ma si bloccò
quando vide dal riflesso dello
specchietto retrovisore che il padre stava tornando con le chiavi. Si
affrettò
– Mamma! –
La
donna quasi saltò per lo spavento per il repentino cambio di
voce del figlio. –
S-si Crostatina? –
-
Tu hai detto che potevo avere qualunque cosa no? –
-
Ce.. ce-erto –
-
Ma quando dicevi qualunque, intendevi davvero qualunque?
– vide
sua madre fare due cenni perplessi con il capo – Bene, allora
io voglio che
Harry con noi –
- …
Parlane con tuo padre – disse con il tipico tono delle madri
che tradotto nel
figliese vuol dire: sai che se tuo padre dice no è
no.
-
Parlarmi di cosa? – domandò curioso Vernon quando
entrò in macchina e tutto
orgoglioso fece vedere le chiavi alla moglie che roteò gli
occhi domandandosi
se la prossima volta che il marito tirava lo sciacquone del cesso
volesse
l’applauso.
-
Vernon, tuo figlio ti vuole chiedere una cosa – concluse
Petunia guardando poi
dal finestrino tentando di spiare cosa stessero facendo i vicini in
giardini.
-
Oh, dimmi pure campione – le guance rosse per le svariate
cose che si era fatto
per la casa.
-
Mi piacerebbe… - iniziò, cercando di non sembrare
troppo piagnucolante – Avere
un regalo –
-
Oh, ma certo – sorrise.
-
Si, ma… non si può comprare… -
Vernon
si bloccò e assunse un’espressione imbronciata in
chiaro sempre di confusione.
In primis aveva subito pensato che il gioco che volesse Dud fosse
troppo
costoso o cose così.
-
Ma se non si può compare… come… -
-
No, non si può comprare – ripetè mogio
mogio il figlio. – Però… -
s’illuminò –
C’è rimedio – sorrise.
-
Da… da-vvero? – domandarono impauriti i coniugi
Dursley, guardandosi col
terrore negli occhi, poi sentirono la portiera dietro aprirsi e
girandosi si
resero conto che Dud era sfrecciato fuori dalla macchina e dentro la
casa.
~*~
Vernon
aveva pensato che quello che voleva come regalo il figlio fosse troppo
costoso
o cose così, ma non… non quello.
Possibile che il figlio si fosse
confuso? Era quasi certo che quel Potter gli avesse fatto uno dei suoi
giochettini e lo aveva deviato verso la via dei teppisti come lui e la
sua
razza.
Petunia,
da parte sua, cercava di non ringhiare verso Harry ogni volta che dallo
specchietto, la macchina andava in qualche buchetta, andava a sfiorare
il
figlio, cosa che questo apprezzava molto. Il contatto fisico con il
cugino,
c’era da intendere, la madre nemmeno la sentiva.
Harry
era troppo impegnato ad arrovellarsi il cervello per badare a tutto
ciò che lo
circondava. Per esempio: perché il cugino gli aveva messo
quello zaino
terribilmente pesante tra le mani? Oppure… perché
il cugino era entrato come
una furia nella sua stanza, interrompendolo nel suo momento di
disperazione,
con un sorriso che andava da un orecchio all’altro urlandogli
di prepararsi? Si
ricordava solo vagamente che era il suo compleanno.
Il
mio amico che non dorme mai di notte,
Resta
sveglio fino a quando fa mattina…
Lascia
i sogni chiusi dentro ad un cuscino.
Il
mio amico ha molta luce dentro gli occhi,
Per
guardare chi non c’è…
Ma
poi, si chiude dentro sé.
[Il
Mio Amico – Anna Tatangelo]
Dud
gli picchiettò una mano – Ehi, mi cagheresti per
un attimo anche solo di
striscio? –
Harry
smise di osservare ipnotizzato dentro un buco enorme di marmo una
famiglia di
piccole bertucce – Uhm? –
Al
babbano pianse il cuore, il vedere quei begli occhi così
luminosi un tempo,
ridotti a due fessure rosse e lucenti, si, ma di dolore versato in
acqua salata
– Come si dice oggi? –
-
Auguri scemo – rispose Harry senza tono.
Dud
allargò le narici – E dai, un poco di vita! Non ti
puoi ridurre così solo
perché hai mollato quello stronzo –
Ad
Harry tremò il labbro inferiore – Si –
biascicò – Ma un meraviglioso stronzo e
specialmente, il mio magnifico stronzo –
strinse quello zaino tra le
braccia, si era rifiutato di metterselo anche solo a tracolla, le
lacrime
iniziarono ad uscire ed abbassò la testa cercando di
nasconderla tra le spalle
e nello spazio tra proprio petto e il piccolo bagaglio che portava.
-
Oh mio Dio – mormorò Dud senza forze.
Mentre
Harry tirava su col naso, sentì delle risate allegre; una
coppietta si era
avvicinata, si tenevano per mano e non facevano che sbaciucchiarsi,
allora si
protese verso di loro gracchiando – SCUSATE! IO SAREI
DISPERATO! –
Dud
si schiaffò una mano sulla faccia e si affrettò a
spostare il cugino, dando un
rapido sorriso, che pareva tanto una smorfia, di vaghe scuse: la
coppietta li
osservò come fossero due matti e poi, alzando le spalle, si
allontanarono.
-
Ma ti vuoi dare una calmata? –
- …
Mi istigano! –
-
Sei proprio un deficiente Potter – scosse la testa il babbano.
Harry
non gli diede ascolto e si girò verso la coppietta che ora
camminava tenendosi
per mano, e nei suoi occhi, dentro, si poteva vedere, come una
pellicola
vecchio stile, in bianco e nero, tutto quello che aveva fatto con
Draco, da
quando avevano undici anni e si videro per la prima volta mentre
provavano la
divisa; Draco, con la faccia da schiaffi che non l’ha mai
abbandonato, e lui
confuso e meravigliato da tutto quel nuovo mondo estraneo, al secondo
anno, al
Club dei Duellanti, che ebbe vita breve, dove si scambiarono le famose
frasi:
-
Paura Potter? -
-
Ti piacerebbe... -
Al
terzo anno, quando Fierobecco aveva ferito Draco solo perchè
questo non era
capace di accettare che lui riusciva sempre in tutto nonostante non
capisse
neanche le nozioni base per una pozione da primino. Fino... fino alla
lotta
contro Tom. Erano cambiati rimanendo sempre solo stessi. Buffo.
Ci
sono cose che nessuno ti dirà.
Ci
sono cose che nessuno ti darà.
Sei
nato e morto qua.
Sei
nato e morto qua.
Nato
nel paese delle mezze verità.
Dove
fuggi?
[In
Italia - Fabri Fibra]
-
Ehi, bel addormentato? - lo riportò sulle terra Dud - Mi
potrei allacciare la
scarpa? -
-
Uffa - alzò gli occhi al cielo e posò lo zaino
sulla staccionata vicino alla
cartina che vi aveva messo prima Dud - Se non sai farteli da solo,
perchè non
usi quelle con lo strap come i bambini? -
-
Si, infatti te le volevo chiedere in prestito - lo beffeggiò.
-
Ahh, taci, che non sono dell'umore adatto per... - si alzò,
ma urtò lo zaino,
lo salvò per miracolo, ma quando vide che la cartina stava
per dir loro
arrivederci, si fiondarono entrambi su di essa, che però
andò a finire dentro
la mega buca, ed ovviamente, le bertucce, non persero tempo, ed
iniziarono a
scannarsi per quello strano pezzettino di carta colorato.
Su
di un cartello vicino a loro c'era scritto: non gettare nulla
nell'area
degli animali.
-
Ma bravo -
-
Io? - si additò Harry da solo - E' colpa mia se non sai
allacciarti le scarpe
da solo? - si abbassò a prendere lo zaino di Dud che aveva
buttato atterra
appena aveva visto che la cartina stava per andarsene a quel paese. Si,
il
paese delle scimmie senza coda. Ma quando aprì la borsa, si
ritrovò a pochi
centimetri dal musetto di un furetto albino, che schizzò
fuori e iniziò a
correre tra la folla.
-
Draco - mormorò Harry con voce rotta. - Ah.. - ma dalla gola
non usciva nulla,
si girò verso il cugino che aveva una faccia che incavolata
era dire poco.
Dopo
qualche seconod Dud parlò con le braccia incrociate - Che ti
devo mandare a
calci? -
- Eh?
- ma Dud non ne poteva più, così lo
strattonò per un gomito e lo psinse in
avanti, rimpiangendo di non saper fare quel bellissimo giocchetto che
si chiama
stupeficium.
Notuzze:
E’
incredibile come la scuola e la pigrizia ti succhino via il tempo. E
che quella
bellissima canzone che
Dud
vi sta facendo cambiare impressione su di lui?
GRAZIE a chi commenta
GRAZIE a chi legge
GRAZIE a chi ha
messo la fanfa tra i
preferiti [per ora 90 persone e io non posso essere più
felice di sapere che vi
piace ciò che scrivo]
Piccola_puffola: ah, come amo
il tuo nik! Una
DudxHarry?... uhm, si, sarebbe interessante…
Hay_chan: solo una
capra?°-° Ah, visto che
lo yaoi funziona SEMPRE? xD.
Fra Ro: cara! Nun la
posso più leggere la
tua belliFima ff ç-ç. Bhe, come ho detto al mio
Xsiano; il mondo non è una
favola, e se noi non possiamo avere una storia d’amore
perfetta… perché la loro
lo deve essere?
Niahl: pucci, nu,
la depressione nu ç-ç,
questo capitolo ha un filo d’ironia, che te ne
pare?*ò*. Si sa cara, l’amore
rendi ciechi xD. Come me.
RIDETE E
MANGIATE CIOCCOLATO
xla