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Autore: ask    13/10/2008    1 recensioni
Una soria d'azione e d'avventura si intreccia al fantascientifico e al mistero. Di tutto un po' per narrare di un intrigo complesso e particolare, di un'investigatrice sola contro tutti, di omicidi misteriosi, di una donna folle e di un unico grande segreto... NUOVA E DIFFICILE FANFICTION ORIGINALE DI AsK.
Genere: Thriller, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella notte Isabella, sistemato un lenzuolo sulla branda richiudibile che teneva nello stanzino, non riuscì a prendere sonno.
Era quasi l'una di notte e, come da qualche mese a quella parte, aveva deciso di pernottare nello studio.
Devo vendere la mia casa... Ormai non la uso più! pensò, la mente sotto pressione per l'accaduto.
Si sforzava di non pensare alle minacce decisamente poco velate che aveva ricevuto poche ore prima, ma percepiva ugualmente una tensione palpabile tutt'intorno a sè.
Si alzò, la camicia da notte in seta celeste ondeggiava intorno al corpo magro, lasciando le gambe scoperte. Nonostante fosse considerata una bella donna, carnosa ed alta quel tanto che bastava per risultare affascinante, elegante e professionale nei modi di fare, Isabella non aveva un compagno. Nemmeno uno. Non che non ne desiderasse, ma purtroppo non riusciva ad essere felice con nessun uomo.
Si può dire che avesse degli ideali maschili poco comuni, era molto selettiva riguardo il naso, non troppo pronunciato, i denti bianchi possibilmente dritti, una linea normale e se capitava non disdegnava certo un po' di muscoli. Ma la cosa più importante cui badare erano senz'altro gli occhi. Adorava i verdi o gli screziati, ma l'importante era che fossero magetici, che la stregassero come il flauto indiano fa con un cobra. E se qualcuno mai aveva rispecchiato almeno in parte queste sue prerogative, si era rivelato spesso un narcisista, o a volte un nichilista, ma perlopiù il suo carattere era risultato palesemente troppo diverso da quello della donna, o il suo modo di fare non l'aveva convinta. Ecco il tasto dolente: il carattere. Isabella credeva in un perfetto equilibrio tra corpo, spirito ed atteggiamenti, e solo quando la mescolanza di tutto era più rosea del previsto, cadeva innamorata. Lei aveva quello che si definisce comunemente un animo eccentrico: gunne corte con pizzo accompagnate a giacchine ricamate e ad alte scarpe erano il suo abbigliamento ideale, anche se sicuramente non il più usato. Amava ogni genere di musica e film, talvolta anche qualche opera commerciale, ma non si definiva superficiale, proprio per questo suo andare controcorrente di un'artista rinchiusa nella routine. Ma amava il suo lavoro più di ogni altra cosa e niente, nemmeno un paio di scarpe griffate con un bellissimo cinturino nero, l'avrebbe mai fatta desistere dal suo scopo: essere conosciuta per la sua loquacità e lo spirito d'autore incompreso che sentiva dentro di sè.
Agguantò uno dei numerosi fumetti che teneva su una mensola, incassata nel muro affinchè fosse poco notabile dai clienti, ed iniziò a leggere, partendo dall'ultima pagina.
Il protagonista, un'anoressico biondino dalla faccia stupida, vagava senza meta in una metropoli non meglio definita, armato di un martello gigante legato sulla schiena, alla ricerca del mafioso che aveva ucciso i suoi genitori. Ovviamente era accompagnato da una taciturna cyberpunk con capelli verdi e minigonna fucsia, che lanciava potenti missili dalle dita meccaniche.
Annoiata da una storia così scadente, finì per chiudere gli occhi e cadere addormentata sulla poltrona di similpelle bordot vicino alla scrivania.
Qualche ora dopo, saranno state le quattro del mattino, ricevette una telefonata che la svegliò di soprassalto.
Un po' spaventata, ma ancora assonnata, lasciò che partisse la segrateria telefonica.
- Non sei in casa... - disse una voce femminile totalmente nuova -...peccato.
Una risatina lievemente isterica accompagnò questa ultima parola.
Poi cadde la linea.
Ancora in camicia da notte indossò un paio di jeans e degli stivali di pelle nera, i sensi in allerta. Si affacciò dalla finestra che dava sulla strada, attenta che non ci fosse nessuno a spiarla, l'adrenalina che girava vorticosamente nelle vene. Era sveglia e scattante, pronta alla fuga. Agguantò un paio di pantaloni che teneva in un cassetto per le emergenze, lasciando il tailleur grigio scuro "da lavoro" sullo schienale di una sedia. Stava riempiendo una borsa con i suoi effetti personali più indispensabili quando sussultò per il suono del citofono. Cautamente, i nervi tesi, alzò la cornetta.
Era un cliente.
A quest'ora? In questo momento? pensò dubbiosa.
Non aprì.
- Torni più tardi! - disse attraverso il citofono.
- Salgo ora. Ho qualche notizia succulenta sul suo nuovo impiego... - sussurrò l'uomo.
Di scatto Isabella premette il pulsante d'apertura del portone e pochi istatanti dopo suonarono alla porta.
Aprì, tesa e curiosa, il sangue che correva nelle vene come non mai.
La canna di una calibro 7,65 nera sbucò dalla fessura della porta appena aperta e l'uomo s'inserì di scatto nell'apertura, scansando con un colpo dell'avambraccio la donna impaurita, e scaraventandola sulla plotrona di pelle bordot.
- Okay, io sono Christian e tu sei Isabella. Presentazioni fatte. - le disse voce bassa, la pistola puntata tra gli occhi di lei. - Non urlare o sparo. Non muoverti o sparo. Qualunque cosa farai, ti sparo lo stesso. Chiaro il concetto?
Isabella annuì piano.
- Non muoverti! - le disse, dandole un colpetto in testa con il calcio rinforzato dell'arma. Dopodichè cominciò a muoversi cautamente, dando all'investigartice la possibilità di osservarlo. Alto e snello, indossava una tuta militare, i pantaloni larghi sui polpacci, una giacca nera con cappuccio, RayBan modello aviatore verde scuro. I capelli, corti sulla nuca e dritti sulla fronte, avevano una vertigine all'altezza della tempia.
Bello! pensò Isabella, ma scacciò subito quel pensiero.
Frugò ovunque per abbondanti dieci minuti, le mani protette da guanti in lattice bianco.
- E' sicuro, - disse con voce grave - possiamo parlare.
Le toccò il braccio infreddolito per tranquillizzarla, ma quel contatto la spaventò.
Si sedette vicino a lei, sul bracciolo della poltrona.
Allora esordì.
- Non andare da Andrea Rocca o morirai. La killer delle esplosioni d'auto altri non è che lei. E tu sei la prossima.

Pant che fatica questo secondo capitolo! Non so se sono riuscita ad infondere nella protagonista, come spero, la mia personalità... quella che avete appena letto è la seconda stesura che faccio di questo capitolo, in quanto la prima versione, a rileggerla, mi è sembrata troppo stringata e paradossale, per essere un giallo realistico... spero! XD Christian, presente anche nella versione originale, è quello che viene definito un "figo", spero vi sia piaciuto questo nuovo personaggio! Ma come sono geniale... Eh Eh Eh... Okay no. Continuate a seguirvi, non vi deluderò! Ma vi prego, recensite anche questo capitolo, sennò mi demoralizzooo! 
  
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