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Autore: Seazor    16/10/2014    0 recensioni
Alexander è un ragazzo italiano di diciannove anni. Ha un gran talento per il Quidditch ed è cercatore nella famosa squadra italiana Longobardia. Il ragazzo sogna un posto in nazionale per i prossimi campionati mondiali. Che il successo appena conquistato per la vittoria del campionato italiano possa trasformarsi in un trampolino di lancio?
Genere: Avventura, Fantasy, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Viktor Krum
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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                                                                                                Capitolo 2
                       
                                                          La lettera

 Appena Alexander finì di leggere l' articolo, la porta della piccola stanza si spalancò. «Alex?! Che ci fai qui?» chiese una donna alta e smilza coi capelli neri e corti. 
«Niente, Aurora stavo...» La ragazza strappò gli strappò dalle mani il giornale, diede un' occhiata volece e disse «Avanti, fila di là a festeggiare con noi! Avrai tempo per leggere queste ciance dopo la festa!». 
«Hai ragione, è solo che...» La ragazza lo interrupe prima che potesse finire «E' solo che niente! Avanti tutti di là si chiedono dove sei finito, è la tua festa! Non senti gridare il tuo nome? MUOVITI! «E va bene Aurora! Se è me che vogliono, me avranno!» disse Alexander con un gran sorriso stampato in faccia. «Ecco, ora ti riconosco! E' questo il mio bel fratellino!» disse la ragazza ricambiando il sorriso, accartocciò il giornale e lo gettò per terra. «Avanti muoviamoci, non ci vorremo mica perdere la festa ora che è sul più bello!» ribadì con un altro sorriso Aurora. Afferò il braccio del fratello e lo strattonò fin fuori dalla piccola e mediocre stanza, finò ad arrivare al centro del locale dove c' erano numerosi maghi e streghe che continuavano a saltare e cantare attorno a loro. Aurora era la sorella maggiore di Alexander, aveva ventitrè anni. Era una bella ragazza, alta e magra. Aveva anche lei il naso a patata, due grandi occhi verdi e delle labbra rosse e carnose. Aveva molti ammiratori, anche perchè lavorava a "I cavalieri della tavola rotonda" e tutti i maghi che frequentavano il locale tornavano più per vedere lei piuttosto che l' improponibile torta di mele che cucinava e serviva Antonio, il vecchio locandiere. Aurora aveva un carattere molto vivace e festaiolo, ad ogni occasione cercava di festeggiare, anche per gli avvenimenti più banali. Aveva molto a cuore il fratello, sopratutto dopo la morte della loro madre, uccisa da una rara malattia quando loro erano ancora piccoli. Il padre dei due invece era attualmente ad Azkaban per l' accusa di omicidio. Fin da piccoli i due si sono dovuti addattare, passando tra orfanotrofi fino all' età giusta per frequentare l' accademia di Estense. Aurora lasciò gli studi al terzo anno perchè non si potevano permettere i vari libri, quindi sacrificò la sua istruzione lavorando e così facendo riuscì a pagare i libri per il fratello. Quando si scoprì il talento innato del fratello per il Quidditch, Aurora risparmiò mancie su mancie, falce per falce fino ad ottenere abbastanza soldi per comprare al fratello la sua prima scopa professionale da corsa, una Comet 3000. E con quella scopa Alexander vinse ben cinque coppe di Quidditch nella scuola, finchè un giorno, quando il ragazzo era prossimo per gli esami dell' ultimo anno, un osservatore lo vide allenarsi e, colpito dal suo enorme talento lo presentò ad un provino per la Longobardia, che superò a pieni voti. Per tutto questo Alexander era molto devoto a sua sorella ed ora che era famoso e i soldi incominciavano a farsi vedere, le chiese pure se voleva mollare il suo lavoro ed usufruire delle sue ricchezze, ma la sorella dall' animo festaiolo si divertiva troppo in quel pub logoro e umido per accettare la sua offerta. 

La festa proseguì tra le urla e i balli, fra montagne di cibo e fiumi di alcool. Ben presto il locale si svuotò, tranne che per Aurora che puliva agitando la bacchetta da tutte le direzioni, facendo volare boccali e piatti in un enorme lavandino. Era rimasto anche Antonio insieme alla ragazza che burbero e polemico come sempre, si lamentava dei piatti sbeccati e delle sedie scheggiate. 
Alexander era già tornato a casa, la sua piccola ma graziosa abitazione. Il ragazzo abitava in una casetta situata nel piccolo villaggio di Parva. Parva era un insieme di case su una collina. accerchiato da mura e torri, probabilmente una volta era un piccolo borgo medievale, sta di fatto che il villaggio era abitato per lo più da maghi. Infatti pochi babbani ci vivevano, i pochi erano tutti anziani per giunta perchè si diceva che in quel villaggio accadessero cose strane e solo i babbani che avevano già casa nel villaggio, per forza maggiore erano costretti a restarci. Beh quello che è normale per un mago pare molto strano per un babbano, ci siamo capiti no? Ad alexander piaceva il suo villaggio, la sua casa e i suoi vicini. Essendo molto piccola, Parva era costituita solamente da un centinaio di abitazioni, una chiesetta diroccata, una piccola piazza circondata da qualche negozio babbano e qualche negozio di magia. L' unica fonte di divertimento erano i due pub, quello dove lavarova la sorella e un altro che era ben più frequentato. Alexander si tolse i vestiti e li gettò in un piccolo cesto, raggiunse il bagno, diede un colpo di bacchetta verso la vasca che subito si riempì di acqua calda, vi si immerse dentro e chiuse gli occhi ripensando alla fantastica e stancante giornata appena trascorsa.
Un leggero dolore all' alluce fece svegliare di colpo Alex che dormiva beatamente sul suo letto. Era mattina, il sole penetrava sotto le lunghe tende bianche della piccola finestra aperta, riscaldando in vari punti il corpo del ragazzo che era in mutande. Aveva un bel fisico, definito e tonico. Si guardò in torno e notò che vicino al suo piede destro, un gufo lo guardava con aria impaziente e frettolosa. Si mise seduto e capì chi gli aveva procurato il taglietto sull' alluce, sfilò la lettera dalla zampa e guardò l' animale spiccare il volo e uscire dalla camera. Alex scrutò la busta, c' era scritto "Per Alexander Aer". Sotto c' era lo stamma della S.N.I.Q. ( Società Nazionale Italiana Quidditch ), un grosso drago azzurro che sputava fiamme blu. Subito Alexander la aprì e inizio a leggere la lettera.




                                                                         Egregio signor Alexander Aer,
                                                        
                                                                        Siamo lieti di informarla che l' attuale capitano della nazionale
                                                                        Italiana ovvero i "Draghi Azzurri", richiede la sua presenza sul
                                                                        campo di allenamento della nazionale stessa, il giorno quindici
                                                                        ottobre alle sei e mezzo del mattino per un "allenamento" condi-
                                                                        viso. Le ricordiamo inoltre che potrà portare la propria scopa
                                                                        ma divisa e protezioni le verranno date negli spogliatoi.
                                                                       Ossegui, 
                                                                       S.N.I.Q.

In meno di un minuto Alex era vestito di tutto punto, scese le scale più in fretta che poteva e uscito di casa corse come un pazzo con ancora in mano la lettera. Dopo cinque minuti arrivò davanti a una piccola casa, esteriormente simile alla sua, bussò alla porta con molta veemenza. Dopo cinque ininterrotti minuti, dove Alex stava "molestando" il legno massiccio della porta, quella si aprì e la sagoma alta di una ragazza comparve. 
«Ma sei scemo?!» esclamò Aurora. 
«Guarda qua!» ribadì il fratello con un sorriso ampissimo.
«E tu... Mi hai svegliata per quell' inutile straccetto di carta?! Ma lo sai a che ora ho finito di lavorare?!» urlò lei.
«No, non lo so a che ora hai finito di BERE, comunque questo non è uno straccetto...» disse lui, in un ghigno ironico.
«Ha-ha-ha, molto spiritoso davvero, comunque che cos'è?» chiese lei, guardando con aria incuriosita il foglio di carta stropicciato e trasandato grazie alla breve corsa fatta da Alex.
«E' una lettera mia cara sorella, tieni leggila!» disse lui, porgedole il foglio di carta malmesso.
Aurora scrutò attentamente il contenuto della lettera e dopo un primo sbadiglio, un ampio sorriso le solcò la faccia. 
«CE L'HAI FATTA! FINALMENTE AAAAHH, EVVIVA IL MIO FRATELLINO VA IN NAZIONALEEE!!!» gridò euforica saltandogli in braccio.
«Ok,ok calmati adesso. Non c' è scritto che vado in nazionale ma solo che mi allenerò con loro.» disse lui correggendola.
Ma Aurora era più euforica che mai e saltellava contenta sul posto.
«Dai entra dobbiamo festeggiare! Oh, vedrai appena si saprà! Festeggeremo per una settimana intera!» disse lei ancora più euforica.
«Sarà meglio che entriamo, sei praticamente mezza nuda!» sentenziò Alexander dopo aver notato un gruppetto di vecchietti babbani sulla strada alle sue spalle che sbavavano dietro le forme sinuose della sorella. In effetti Aurora non si era accorta che fosse in mutande e reggiseno. Il suo bel corpo aveva distratto il gruppo di vecchietti che stavano passeggiando e che ora erano fermi a guardarla in estasi. Ma alla sorella poco importava, riverse loro un sorriso e entrò insieme al fratello in casa, chiudendo la porta. Alex si sedette su una sedia nel piccolo salotto. L' arredamento della casa era decisamente migliore del suo, anche se piccole avvisaglie di disordine ( vestiti sparsi quà e là ) spezzavano la graziosità dell' arredamento. Poco dopo la sorella entrò nella stanza con la colazione, vestita "alla meglio" e chiese con voce euforica «Allora, quando si festeggia?»

 

   
 
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