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Autore: orkaluka    16/10/2014    1 recensioni
Quando dalle foreste di Hogwarts spariscono gli unicorni Melinda si offre volontaria per le ricerche, queste cominciano insieme a Ted e James, finiti, ovviamente, in castigo. Purtroppo però la questione non finisce qui, perché di fatti strani ad Hogwarts, quest'anno, ne accadono parecchi. Gli alleivi vengono attaccati da forze oscure e solo Melinda sembra in grado di percepire quando questi sono in pericolo. Tra amicizia, lealtà, magia e ovviamente avventura riusciranno Melinda, James, Rose, Scorpius e Al a sventare la minaccia che grava su tutti loro?
Siate clementi, é la mia storia non originale! Non sono affatto brava nelle presentazioni, quindi spero che vorrete dare almeno una sbirciata al testo XD
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 24 – Grazie Melinda, grazie



Delle ombre colorate si muovevano sullo sfondo della sua visuale, una voce conosciuta disse.

“Mel, ti voglio tanto bene Mel. Grazie.”

 Il nero si richiuse su Melinda, era troppo faticoso anche solo aprire gli occhi.



“Crucio!”

 Una donna scagliava la sua maledizione e lei urlava, urlava ed urlava, ma il dolore non voleva andarsene. Poi Melinda vide se stessa uccidere due uomini, uno esploso e l’altro gravemente ferito. Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, finché non sentì qualcuno che la chiamava.

 “Melinda”

Era una voce conosciuta, giovane, però era così lontana…

 “Melinda, svegliati è solo un incubo, un brutto incubo.”

Melinda continuò ad urlare finché l’immagine della donna non svanì e davanti ai suoi occhi apparve il volto di un James decisamente preoccupato. Sta così male, sono giorni che ha gli incubi. Il pensiero la colpì così forte che si dovette tenere la testa tra le mani perché non scoppiasse.

“Melinda, Melinda. Calmati, va tutto bene, ora sei al sicuro.”

 Cominciò a carezzarle la testa e dopo pochi minuti Melinda era calma, sdraiata in un letto sconosciuto e relativamente scomodo.

“Cosa?”

 Cercò di chiedere lei, ma le uscì solo un raschio dal fondo della gola, per sua fortuna James capì.

 “Rose ha raggiunto il castello cavalcando un unicorno, diceva che si era svegliata a metà tragitto, che aveva sentito delle urla di dolore e che qualcuno stava combattendo. Ci ha raccontato della quercia, io avevo già avvisato papà della lettera che avevo ricevuto. Poco dopo Rose è arrivato anche Scorpius, che ci ha detto di aver finto di dormire, ci ha riferito di come hai affrontato e ucciso due maghi oscuri per salvare le loro vite. Poi dalla foresta sono arrivate le tue urla, ma ormai eravamo vicini e quando siamo arrivati erano tutti morti e tu eri tra le braccia di un mago Oscuro.”

 Melinda annuì, quello lo ricordava, anche se vagamente. Si guardò intorno, ma non riconobbe il posto. “Dove?”

Chiese con quella voce roca, lui rispose subito, comprendendo ancora una volta la domanda.

“Al San Mungo, non stavi per niente bene, anche se il mago Oscuro ti ha salvata da morte certa. Nei combattimenti sei stata colpita e la maledizione cruciatus non ha fatto altro che aumentare il dolore, hai dormito molto.”

 Melinda provò a parlare, ma non ci riuscì, allora usò il pensiero. Quanto tempo è passato?

“Una settimana”

 Quindi era domenica, mancava pochissimo alla fine della scuola e lei aveva saltato dei compiti importanti. Gli altri stanno bene? Chiese. James annuì.

“Tutti bene, soprattutto grazie e te, Rose senza di te sarebbe morta di sicuro, abbiamo sentito il racconto di Scorpius, voleva ucciderla davanti ai miei occhi e a quelli di Al.”

 James rabbrividì.

 “Grazie Melinda, veramente grazie.”

 James, il mascalzone che faceva scherzi a chiunque incontrasse sulla sua strada e che aveva ricevuto più punizioni di chiunque a Hogwarts la stava ringraziando, con le lacrime agli occhi. Non devi ringraziarmi, non ce n’è bisogno. Voglio bene a Rose e per lei avrei fatto qualsiasi cosa. James le sorrise e l’abbracciò, fu allora che Melinda scoppiò a piangere, singhiozzando. James la tenne stretta e non tentennò quando i suoi pensieri lo raggiunsero con rabbia. Ho fatto delle cose orribili, ho ucciso un uomo in fin di vita e ne ho fatto esplodere un altro, sono una persona orribile. Ho ucciso! Ucciso delle persone di cui non conoscevo neanche il nome, l’ho fatto a sangue freddo, quasi senza problemi. James la strinse ancora più forte, aspettando che lei finisse di parlare.

 “Smettila. Tu hai salvato la tua migliore amica da una morte lenta e dolorosa, per farlo hai dovuto uccidere delle persone malvagie. A volte nella vita ci si presentano delle scelte, chiunque con un minimo di Grifondoro nell’animo tra la vita dei suoi compagni e la vita di persone malvagie avrebbe scelto la vita dei suoi compagni.”

 Vedere James che ringraziava era stato quasi un colpo, ma vederlo addirittura diventare saggio lasciò Melinda completamente basita. Lui rise.

 “Cos’è quella faccia, credi davvero che io abbia un cervello solo per fare degli scherzi? Ogni tanto lo uso, con parsimonia però che se no si consuma.”

Melinda rise e in quel momento entrarono i suoi migliori amici che saltarono sul letto ad abbracciarla.

“Vi voglio bene.”

Sussurrò lei tra le lacrime. Dopo di loro entrarono la preside Mcgranitt, il signore a la signora Potter, il Ministro in persona, la signora Weasley (Hermione) con suo marito, i nonni Weasley e un sacco di altre persone dai capelli rossi o rossicci. Cercò di alzarsi a sedere, fu Al ad aiutarla, lei gli sorrise. Si avvicinò la signora Weasley che le disse.

“Grazie per aver portato in salvo Rose.”

 Melinda sorrise, si schiarì la voce e provò a parlare normalmente, l’effetto fu strano, ma se non altro le parole erano comprensibili.

“Non avrei mai lasciato morire la mia migliore amica nella foresta.”

La signora Weasley le sorrise, poi lasciò il posto alla preside che si avvicinò e le sorrise. Melinda chiese immediatamente.

“Potrò recuperare tutti i compiti, vero? Avevo studiato così tanto.”

 Molti risero a quelle parole, anche la preside accennò un sorriso.

“Certo che potrai recuperarli. A quanto abbiamo sentito sei stata molto coraggiosa nella foresta, hai anteposto la vita di due tuoi amici alla tua, hai affrontato con molto coraggio due maghi Oscuri vincendoli. Per questo la casa di Grifnodoro riceverà sessanta punti, meritatissimi dal mio punto di vista.”

Melinda sorrise e ringraziò. Dalla stanza scomparvero la maggior parte dei Weasley, che la ringraziarono e le posarono un bacio sulla fronte, anche la preside lasciò la stanza, doveva tornare immediatamente a scuola. Rimasero così i suoi migliori amici, il Ministro della magia e i signori Potter. Ginny Potter le si avvicinò, le carezzò la guancia poi con un’occhiata costrinse i ragazzi ad uscire dalla stanza, le ubbidirono tutti. Harry e il Ministro si avvicinarono.

“Melinda, dobbiamo sapere cosa è successo quella notte nella foresta proibita. Scorpius ci ha dato la sua versione, ma ne manca un pezzo.”

Melinda annuì e cominciò a raccontare, anche se faceva male. I due aggrottarono le sopracciglia sentendo il racconto della morte dei suoi due avversarsi, lei stessa si vergognava profondamente di ciò che aveva fatto. Continuò finché non arrivò al momento della tortura inflittale dalla strega malvagia. Harry borbottò qualcosa e il Ministro aggrottò le sopracciglia. Melinda continuò a raccontare, lasciando perdere la parte di quanto fosse stato doloroso e arrivando all’arrivo del mago Oscuro. Ripeté parola per parola la discussione tra i due maghi e le poche parole che poi le aveva rivolto. Il signor Potter rimase in silenzio per alcuni secondi dopo la fine della discussione, poi disse.

“Per un motivo a noi sconosciuto lui ti vuole proteggere ed è convinto che farai parte delle sue schiere. Melinda, dobbiamo sapere che non ti unirai a lui, dobbiamo sapere che non sei una sua spia. Prenderesti del veritasierum? Non vogliamo che i tempi di Lord Voldemort tornino, dobbiamo prendere delle precauzioni.”

 Melinda aggrottò le sopracciglia.

“Se questo può tranquillizzarvi prenderò il Veritasiuerum, ma perché avete paura che io mi unisca a lui? Sono solo una ragazzina al primo anno di scuola.”

 Harry le sorrise.

“Sei tutto fuorché una persona normale. Eccelli in tutti i corsi, fare magie ti riesce così facile che a volte i professori ne rimangono basiti. Dai racconti di Scorpius quella notte hai padroneggiato degli incantesimi complicati soltanto leggendo le formule su un libro. Siamo preoccupati di ciò che potresti diventare se venissi affidata alle forze del male.”

 Melinda annuì, se non altro quello poteva comprenderlo. Il Ministro le porse una boccetta chiusa ermeticamente, lei la stappò e la bevve tutta in un fiato. Aspettarono alcuni secondi poi cominciarono a porle delle domande molto dirette.

 “Fa da spia per qualche mago Oscuro?”

Chiese il Ministro con la sua voce profonda. A Melinda sfuggirono le parole di bocca, quasi che volessero fuggire via.

“No.”

 “Ha mai incontrato prima il mago Oscuro che l’ha salvata la notte del tre giugno?”

Ancora una volta le parole scapparono dalle sue labbra.

 “No mai, anche se mi sembrava di conoscerne la voce.”

I due si scambiarono un’occhiata preoccupata.

 “In che senso le sembrava di conoscerla?”

 “Era come un ricordo lontano, sa, come quando si ricorda la voce della propria madre che da piccoli ci racconta una fiaba.”

Il Ministro annuì. E continuò con le sue domande, fino ad arrivare alla conclusione che di lei ci si poteva fidare. Melinda sorrise, non ne poteva più di quell’interrogatorio e le sue forze stavano ormai finendo. Harry le scompigliò un poco i capelli, come si fa con i bambini piccoli a cui si vuole bene.

 “I suoi genitori sono qui fuori, vorrebbero vederti. Vuoi che li faccia entrare?”

Melinda aveva tanta voglia di vedere sua madre e suo padre, ma al contempo sentiva che avrebbero dovuto tenere una conversazione difficile. Ancora sotto l’effetto del veritasierum disse.

“Non voglio vederli, ma la prego di farli entrare.”

 Il signor Potter aggrottò le sopracciglia ma non disse nulla e lasciò che i signori Moon entrassero. La madre di Melinda si precipitò dalla sua amata figlia, senza badare ai presenti. Fu suo marito a scusarsi con il Ministro e con il suo capo, poi anche lui si avvicinò alla figlia e la prese tra le braccia. Harry osservò il quadretto con la netta sensazione che non sarebbe durato molto. I genitori parevano davvero felici, ma Melinda, quella straordinaria ragazza aveva lo sguardo perso nel vuoto. Per Merlino! Lui più di tutti sapeva che certe cose non si dimenticano e il tre giugno di quell’anno Melinda lo avrebbe rammentato per il resto dei suoi giorni, come lui non aveva mai dimenticato i giorni passati a combattere contro Lord Voldemort.



I suoi genitori cominciarono a parlarle di un sacco di cose, le raccontarono del fratello che aveva trovato un posto migliore al lavoro, del padre che era riuscito nella missione con gli Auror, di Rosemarie che era stata morsa da un bambino all’asilo. Melinda sapeva che doveva fermarli e chiedere spiegazioni su quanto detto dal cappello parlante, ma decise di rimandare e si godette tutte quelle chicchere e i loro baci finché non se andarono.  Rimase per parecchio tempo a guardare nel vuoto, ripensando a ciò che le era accaduto, sperò con tutta se stessa che gli anni successivi a Hogwarts fossero più tranquilli. Si addormentò con un sorriso sulle labbra pensando che, in fondo le bastava sapere che tutti i suoi amici erano al sicuro.



Due giorni dopo, nonostante le raccomandazioni delle infermiere, Melinda girava per i corridoi di Hogwarts. Visto che il viaggio dal San Mungo alla scuola era stato ritardato dovette raggiungere i suoi compagni a Volo. Appena mise piede nei grandi prati dove si teneva la lezione i suoi amici corsero ad abbracciarla. “Come va?”

Chiese Rose.

“Benissimo!”

Rispose Melinda con un sorriso sulle labbra. Le lezioni proseguirono senza intoppi, i docenti erano felici di rivedere Melinda tanto quanto i suoi amici. La sera Melinda dovette recuperare alcuni compiti che aveva saltato durante la settimana di convalescenza. Dopo aver superato magnificamente tutti i test si avviò verso la sala comune.

“Cuore di Drago.”

 Disse alla Signora Grassa, che la lasciò passare senza fare tante storie. Appena entrò nella sala la investirono le urla di una festa. Un cartellone appeso al muro diceva.

 “Ben Tornata Mel, Era Ora!”

 Lei scoppiò a ridere e prese un bicchiere di succo di zucca dalle mani di James, poi festeggiò con tutti i Grifondoro fino a notte fonda. Quando si coricò aveva in mente i volti sorridenti dei suoi migliori amici e, ancora una volta, anche lei si addormentò sorridendo. 

  
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