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Autore: taRtRuGa    14/10/2008    2 recensioni
Il prologo è una rivisitazione del primo capitolo di Orchidea, fic tuttora incompleta, che non so se terminerò [scusatemi tutti per questo].
Per il resto è tutto diverso.
E'una nuova storia d'amore fra i giovani Lucius e Narcissa, inizialmente amici, poi chissà...
“Non fare così piccola Cissy” disse prima d’abbracciarla forte, mentre i singhiozzi della ragazzina iniziarono a farsi sentire. “Non potrei mai scordarmi di te. Sei la mia migliore amica, e poi c’è la nostra promessa, di amarci nonostante tutto”, disse arrossendo in ricordo della settimana prima, durante la quale le giurò di volerle bene per sempre, e suggellando quella promessa con un timido ed impacciato bacio sulle labbra.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fior di Maggio.

Odiandoci...

 

 

I suoi passi affrettati risuonavano lungo il corridoio.

Tutta colpa di quella pettegola della Tyler.

Aveva scelto davvero un brutto momento per tutte quelle sue domande.

Ora che ci pensava non avevano tanto senso.

Ma accantonò quell’idea per il momento.

Ciò che più importava era arrivare puntuali, ma sembravano esserci ostacoli ad ogni suo passo.

Uscito dal castello, una folata di vento lo investì, così chiuse meglio il suo mantello, mentre a grandi passi, raggiungeva il campo di Quidditch.

 

Stava guardando per l’ennesima volta il suo orologio, quando un vento gelido la travolse, facendo volare alcune foglie e scomponendole i capelli.

Aveva chiesto ad alcune delle sue amiche più fidate di intralciare Lucius, allo scopo di farlo arrivare tardi al loro incontro.

Sapeva che Lucius odiava i ritardatari, come sapeva che i suoi non erano altro che sciocchi dispetti.

In fondo lei non odiava Lucius.

Voleva solo che capisse di aver sbagliato nei suoi confronti.

Lei non era una ragazzina qualunque.

“Sei speciale per me”.

Erano queste le parole che Lucius le ripeteva da bambini; lei si era sempre fidata di lui, credeva a tutto ciò che diceva.

Si chiese, sistemando una ciocca di capelli più corta dietro l’orecchio, quante altre bugie le avrebbe raccontato, se lei si fosse fidata ancora.

Imponendosi di smetterla di ripensare al passato, controllò ancora l’orologio.

Erano le 17:30.

Pensò sbuffando che le sue amiche stavano esagerando.

Si ripromise di fare due chiacchiere con loro, più tardi.

Ciò che le serviva non era mettere fuori gioco Lucius Malfoy, ma fargli fare ritardo, per poi cercare di imparare qualcosa di Erbologia.

Già sentiva le scuse di Lucius per il suo ritardo mentre lo sgridava per il suo ritardo.

La sua ramanzina già rimbombava nella sua mente; le parole premevano per uscire dalle sue labbra.

“Black, quando vuoi”.

La voce del biondo la riscosse dai suoi pensieri.

Effettivamente non aveva calcolato chi sarebbe stato il destinatario di quella predica.

“Sei in ritardo, Malfoy”  soffiò lei, aspra.

“Un Malfoy non è mai in ritardo. Avevo solo voglia di farti aspettare qui al freddo.” Ricambiò lui.

Narcissa sbuffò ancora una volta, stringendosi nel suo mantello.

Non credeva fosse così pieno di sé.

In realtà da quando aveva messo piede in quella scuola, aveva fatto di tutto per evitare di incontrarlo, e da quanto detto quella mattina, aveva svolto un ottimo lavoro.

Ma presto o tardi, chi cerchi di evitare, bussa alla tua porta.

E l’ego di Lucius l’aveva addirittura sfondata.

 

“Quando torni in te, sei pregata di raggiungermi negli spogliatoi maschili.  Vedi di non far tardi!” La ammonì lui, avviandosi verso la piccola costruzione poco distante.

“Ora sono io la ritardataria!”  si ritrovò a pensare, mentre lo raggiungeva.

 

Erano lì da quanto? Le sembravano ore, mentre la testa le doleva sempre più.

Le parole di Lucius le apparivano sempre più distanti, mentre il braccio su cui aveva poggiato la propria testa scivolava lungo la panca di legno.

Chiuse piano gli occhi, per fissare meglio i concetti, si disse.

Subito un tonfo la riscosse, facendola scattare in piedi.

Inspirò profondamente, facendo mente locale di tutto ciò che la circondava.

Abbassò in fretta lo sguardo, notando lo sguardo divertito di Lucius, placidamente seduto sulla panchina in legno chiaro, con quel perenne ghigno sulle labbra e un pesante tomo di Storia della Magia ai suoi piedi.

“Che allieva modello che ho, davvero” , la prese in giro lui, mentre Narcissa rispose prontamente “Non è come sembrava. Stavo fissando meglio i concetti.”

Ma non fu convincente nemmeno per sé stessa.

“Non sei mai stata brava a mentire.” Disse calmo Lucius, “Fatto le ore piccole, per caso?”.

Narcissa sbuffò; per un istante si era illusa che il suo Lucius fosse tornato, ma si sbagliava. Aveva persino rincarato la dose!

“Già. Ho avuto persino un incubo mattutino.” Ma lei non fu da meno.

A quelle parole Lucius non poté che ridere sommessamente.

Scostò i libri che erano aperti al suo fianco, facendole segno di sedersi.

Lievemente timorosa lo assecondò, ritrovandosi a pochi centimetri da lui.

“Piccola Cissy, non sarai mica spaventata da me?” Sentendo quelle parole, si arrabbiò senza un motivo preciso.

“Io non sono più la tua Cissy!” scandì ogni parola con una freddezza inaspettata, “Ho smesso di esserlo quando mi hai abbandonata. E adesso smettila di fare il farfallone con me”.

I suoi occhi tradivano però quell’apparente apatia.

Erano le onde di un mare in tempesta, che si infrangeva contro le navi di marinai temerari.

E Lucius non riuscì a non morire dentro.

Si sentì improvvisamente vuoto, mentre il senso di colpa si faceva strada nel suo animo, senza che se ne accorgesse.

Provava ancora simpatie per la sua vecchia compagna di giochi e questo non doveva accadere.

Gli era stato vietato categoricamente da suo padre, lo stesso giorno in cui si salutarono per l’ultima volta.

Era stato così sciocco a mentirle.

Aveva perso la sua migliore amica.

Fu come se tutta l’aria fosse stata risucchiata al suono delle parole di Narcissa.

Si alzò e in tutta fretta raccolse le sue cose.

Anche la ragazza scattò in piedi, continuando velenosa “Sei solo un vigliacco! Anche ora stai scappando dai problemi. Non accetti le tue responsabilità! Non l’hai mai fatto… Perché farlo ora con me, con una sciocca ragaz-..”

Le sue parole vennero smorzate dalla stretta di Lucius sul suo collo, mentre la schiena, dolente, premeva contro il muro dello spogliatoio maschile.

Sentiva le lacrime che prepotentemente volevano uscire, mentre la mano di Lucius si chiudeva sempre più, iniziando a segnarle il candido collo.

“Non osare mai più parlare con me a questo modo. Non ne hai alcun diritto! Tu non sai! NON SAI!”

Sentiva il fiato venirle meno, mentre le lacrime iniziavano a scendere senza sosta, annebbiando la sua vista, negandole così di vedere la maschera di crudeltà formatasi sul volto del ragazzo.

“Sono comunque d’accordo con te.” Continuò. “Non ti devo alcuna spiegazione. Sei davvero una sciocca ragazzina. Per giunta petulante!”

Lasciò il collo della ragazza, che si accasciò sulla panchina, massaggiandosi il collo senza smettere di piangere.

“Ho già perso troppo tempo con te.” Prese il suo mantello e la sua borsa e si incamminò verso la porta; nei pressi di questa si fermò, sembrò riflettere su qualcosa, mentre Narcissa sperava che fosse rinsavito, che avesse capito il suo errore, ma le parole di Lucius la colpirono di nuovo, come una stilettata nel cuore.

“Ti consiglierei di trovare un nuovo insegnante, ma sarebbe come dare perle ai porci. Sei persino peggio di un’insulsa MezzoSangue.

“Ti do un consiglio, torna pure ad evitarmi. Non voglio avere più niente a che fare con te.”

Detto questo uscì, lasciando una piccola Black scossa da tremiti e singhiozzi.

 

 

 

 

 

***

Perdonate il mio ritardo…

Non avevo più ispirazione, nonostante la mia dilagante fantasia (che purtroppo si palesa solo riguardo futilità).

Forse questo capitolo non piacerà, ma Lucius non può tornare ad essere l’undicenne spensierato dei primi capitoli solo perché Narcissa ora è di nuovo nella sua vita.

Sarebbe insensato.

Ma forse non è poi così impossibile tornare ad essere spensierati.

E’ solo molto difficile dimenticare il passato.

Ringrazio comunque

 Lady_2008 e  Lorhen, vi ringrazio davvero tanto.

Mi spiace non aver aggiornato prima, ma cercherò di non tardare più.

 

Ringrazio inoltre anche calliwen, frafave, spikina, che hanno aggiunto questa storia fra i preferiti ^-^

 

Al prossimo capitolo ^_^

 

taRtRuGa



  
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