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Autore: ___Page    17/10/2014    2 recensioni
Sospirò, osservando l’ampia schiena dello spadaccino, fasciata dalla stoffa verde scuro, che camminava di fronte a lei con un costante cozzare di spade.
Aveva ragione lui, doveva pensare positivo.
Sarebbe bastato fare finta di niente e tutto sarebbe tornato come prima.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qualcosa di insolito, una sensazione sbagliata l’aveva svegliata.
Senza aprire gli occhi e stirando le gambe, allungò il braccio destro, cercandolo a tentoni ma, anziché la mole bollente e rassicurante di Zoro, trovò solo il lenzuolo arruffato e il materasso ancora caldo.
Socchiuse gli occhi, piegando di nuovo il braccio per strofinarli con l’indice piegato e spannarli dal sonno che ancora la avvolgeva.
Respirando profondamente per risvegliarsi, mise a fuoco solo per avere conferma che lo spadaccino non era effettivamente lì ma lo stato delle coperte nella sua metà di letto e la temperatura del materasso indicavano che, dagli allenamenti, doveva già essere tornato da un bel pezzo.
Era diventato impossibile, per Nami, dormire senza lui accanto.
Si era ormai rassegnata a non riposare bene nelle notti in cui lui aveva il turno di vedetta, che non potevano trascorrere insieme per via di Akane, e, in generale, a cadere in uno stato di dormiveglia che diventava sonno profondo e ristoratore solo quando Zoro arrivava ancora caldo per la doccia e si infilava nel letto accanto a lei, avvolgendola e stringendosela al petto.
Il suo russare la cullava dolcemente e proprio l’improvvisa assenza del suo calore e di quel suono, così sgraziato all’apparenza ma perfetto alle orecchie della navigatrice, l’avevano svegliata.
Si tirò su a sedere dalla posizione supina in cui si trovava, guardandosi intorno, aiutata dalla luce argentea che inondava la loro cabina.
Non ci mise molto a individuarlo, in piedi vicino alla finestra, con addosso solo i boxer e Akane tra le braccia.
Illuminato dalla luna, Zoro cullava la loro bambina, che dormiva serena e beata con il capo appoggiato sul petto del papà, il cui sguardo si perdeva sulla distesa d’acqua di fronte a lui.
Sorridendo dolce, gli occhi ancora lucidi di sonno e i capelli scarmigliati, scostò le coperte e si avvicinò, furtiva e silenziosa come solo lei riusciva a essere, alla sua famiglia.
-Ehi…- sussurrò, giungendogli accanto e passandogli una mano a palmo aperto sul braccio bronzeo.
-Ehi!- esclamò sottovoce, girandosi verso di lei e spostandosi per permetterle di accostarsi alla finestra -Scusa non volevo svegliarti-
-Non lo hai fatto!- affermò Nami, scuotendo la testa –Ma tu?! Non l’ho sentita piangere!- proseguì, incrociando le braccia sotto al seno e indicando con un cenno del capo la piccola.
-Infatti non ha pianto! Non piange mai di notte lo sai! Dorme tutto il tempo!-
-Chissà da chi ha preso!- mormorò divertita, facendo sollevare un sopracciglio a Zoro.
Si accostò di più a lui, sciogliendo l’intreccio per circondargli il torace, trovando un suo muscoloso braccio ad accoglierla, mentre con l’altro sorreggeva Akane da sotto il sederino, tenendola appoggiata al suo pettorale.
Nami sollevò una mano ad accarezzare la schiena di sua figlia, avvolta dalla stoffa morbida del pagliaccetto arancione, che contrastava con i capelli verde menta.
Non ci avevano proprio pensato a quell’eventualità, che nascesse con quel colore di capelli, quando avevano deciso di fingere che la bambina fosse figlia di uno sconosciuto.
Se si fossero visti costretti a continuare con quell’assurda farsa, sarebbe stato impossibile convincere i Nakama e portare avanti la bugia ma, per fortuna, il problema non si era proprio posto.
-Non è ancora più bella del solito, sotto la luce della luna?!- domandò Zoro di slancio, in un raro momento di sincerità e apertura.
Dolce, con lei e Akane, lo era sempre, ma certe affermazioni fatte da lui erano perle rare.
Nami sorrise al compagno, annuendo e baciandogli il pettorale.
-Conosco qualcun altro che ha questa caratteristica- proseguì il samurai, spostando l’occhio scuro nelle iridi caramello della navigatrice, guardandola così intensamente da rischiare di farla sciogliere.
Una scarica elettrica e una muta comunicazione passò tra loro, facendo trattenere il fiato alla cartografa e accelerare i battiti a tutti e due.
Senza parlare, Zoro si staccò da lei, spostandosi verso la culla e depositandovi la bambina, con una delicatezza che sembrava impensabile per uno della sua stazza, per poi chinarsi a baciarla sulla fronte prima di tornare verso la finestra dove Nami lo aspettava.
Si avvicinò, posando le mani grandi e bronzee sulla sua esile vita, fasciata appena dal cotone leggero dell’aderente canotta che usava come pigiama.
Respirò a fondo, rilassandosi, quando Nami passò le mani a palmi pieni sul suo petto, risalendo verso il collo, dietro il quale le dita affusolate e furbe della cartografa si intrecciarono, solleticando le ciocche spettinate che ricoprivano la nuca del verde.
La navigatrice chiuse gli occhi mentre si alzava sulle punte, affidandosi all’istinto e all’olfatto per trovare le labbra di Zoro, che subito si modellarono sulle sue, rispondendo al bacio.
Le sue forti mani callose presero a coccolarle la schiena, con un tocco ormai conosciuto e sempre nuovo, da cui era diventata dipendente, mentre lei affondava le dita nei suoi morbidi capelli.
Si staccarono per riprendere fiato e Nami non poté impedirsi di spostare una mano ad accarezzare il viso del compagno, partendo dal suo occhio cieco, spostandosi sulla sua ispida guancia e sulla mandibola squadrata e terminando sul collo con un lieve tintinnio dei pendagli.
Illuminato dalla luce argentea, che non i suoi giochi di chiaroscuro rendevano il suo profilo ancora più netto, era semplicemente bellissimo.
-Sai, credo sia una proprietà della luce lunare, non tanto una mia caratteristica- mormorò, in contemplazione.
Lo vide ghignare storto e sentì la presa sui suoi fianchi farsi più salda, mentre se la trascinava ancora più vicino.
-Non credo proprio!- sussurrò, con uno sguardo furbo -Scommetto che il cuocastro sarebbe ancora più brutto!- aggiunse, facendola ridere sommessamente mentre la baciava sulla fronte.
La fissò ancora qualche istante prima di venire travolto da un improvviso e incontrollabile bisogno di farla sua.
Senza una parola se la caricò in braccio, dirigendosi verso il letto.
Lo capì dal suo tocco quali fossero le sue intenzioni.
-Zoro!- lo chiamò, allarmata -Che stai facendo?!-
-Tu che ne dici?!- domandò suadente, mentre la depositava sul letto e, senza esitazione, infilava una mano sotto la canottiera di Nami, sovrastandola.
-Non… ahh… Non mi sembra proprio il… il caso!- articolò a fatica, sopraffatta dal suo tocco esperto.
-Ah no?! E perché mai?!- sussurrò divertito, abbassandosi a baciarla sul collo, facendola deglutire pesantemente.
-P-perché sono fertile in… questi giorni e… e…- decisa lo afferrò per i capelli, obbligandolo a smettere di torturarla a fior di labbra e cercando il suo occhio con i suoi -E mi sembrava fossimo d’accordo di aspettare a dare un fratello o una sorella ad Akane!-
-Mocciosa…- la chiamò sottovoce, mandandola in tilt.
Che bastardo che era, a usare quel tono che, lo sapeva benissimo, la faceva impazzire!
-… sono capace di controllarmi!- concluse riabbassandosi su di lei.
Suo malgrado, la cartografa gettò il capo all’indietro, lasciandogli libero accesso alla sua gola, spostando le mani a circondargli le spalle.
Maledetto!
-A me… a me non s-sembra… proprio…- mormorò, ansimando e a occhi chiusi.
Zoro smise di baciarla, facendole raddrizzare la testa e riaprire gli occhi.
-Fidati di me!- mormorò, guardandola intensamente.
Ghignò, quando la vide sorridere in un muto consenso a proseguire e farla sua.
Perché Nami si fidava di lui ma, soprattutto, quando le parlava così, la guardava così, era perfettamente inutile cercare di resistere.
Con la luce argentea dell’astro notturno che riverberava nella sua iride scura e metteva in risalto il suo corpo statuario e il suo profilo scolpito, poi, appariva fiero, bello e desiderabile come non mai.
Tornò a reclinare il capo e serrare gli occhi, affidandosi ai sensi, accarezzandolo sulle spalle, il collo e il petto, mentre il sorriso le increspava ancora di più le carnose labbra.
Lo sapeva bene, Nami.
Era tutta colpa della luna.
 
 


Angolo dell’autrice:
È finitaaaa!!!!! T.T
Okay, lo so, sono io che aggiorno in fretta! Ma questa storia l’ho amato non ho potuto farne a meno!
Per me è stato bellissimo scriverla e spero che a voi possa essere stato bello leggerla almeno un quarto di quello che è stato per me.
Siete in tanti ma ci tengo a ringraziarvi tutti!
ele_u, Ice Star, medea78, missnina91, missredy, RollyChwan, ShikaTema96 e yasuko per averla seguita.
Animals per averla seguita e ricordata.
Namuzza94 e Sherry_08 per averla preferita.
debby san princ e shivisdivis per averla seguita e preferita.
Roxanne_16 e Zomi per le recensioni.
Metaldolphin, magicaemy e hikaru_angelic per averla seguita e per avermi supportato.
E infine un ringraziamento speciale a Kiko90!
E naturalmente grazie davvero a tutti coloro che hanno letto silenziosamente o quasi la storia!
È stato bellissimo, una delle volte che ho amato di più da quando sono diventata autrice quindi grazie a tutti per esserci stati!
Un bacione!
Piper.
  
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