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Autore: leila91    17/10/2014    21 recensioni
" [...]Bella e fredda, come una mattina di pallida primavera, e non ancora maturata in donna [...]"
Ciao a tutti!
Questo lavoro ripercorre tutta la vita di Dama Eowyn, uno dei personaggi a mio parere più belli che Tolkien abbia mai creato.
Partendo dalla sua infanzia, passando per l'adolescenza trascorsa al palazzo di suo zio Theoden, fino alle vicende narrate nel Signore degli Anelli: l'incontro con Aragorn, lo scontro con il Re Stregone e la sospirata felicità trovata con Faramir.
Per gli avvenimenti pre!LOTR mi baserò quasi esclusivamente sulla mia fantasia, rispettando ovviamente ciò che il Professore narra nelle Appendici.
In alcuni punti si è reso necessario un mix tra movieverse e bookverse... Spero non infastidisca nessuno :)
Vi ho già scocciati anche troppo: spero di riuscire a trasmettere, a chiunque deciderà di seguirmi, il profondo amore che nutro per questo personaggio, e di renderle pienamente giustizia.
Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Theoden, Theodred
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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🌸 Fratello e sorella 🌸
 

“Éowyn, non vorrai certo rimanere tutto il giorno chiusa lì dentro?”
“Sì, invece! Non voglio rivedere quell’uomo cattivo, dice solo bugie! Resterò qui!”
“Zio Thèoden non è affatto cattivo, sorellina. Ti prego Éowyn, lasciami entrare!”
 
La massiccia porta di legno si aprì lentamente, cigolando appena. Un dolce visino, completamente arrossato, fece capolino esitante.
Éomer ebbe una piccola fitta al cuore nel vedere la sua sorellina ridotta in quello stato: i capelli completamente scarmigliati, come se non fossero stati pettinati da giorni; le morbide labbra tutte screpolate, il naso gocciolante… E gli occhi, oh, i suoi bellissimi, luminosi e fieri occhi grigi, gonfi e arrossati dal pianto, e pieni di altre lacrime non ancora versate.
Il ragazzino sorrise, sforzandosi di trovare un modo per alleggerire un po’ la tensione: “Non è giusto! Ti hanno dato una stanza molto più grande della mia! E persino più bella! Guarda che magnifico panorama fuori dalla tua finestra… E il letto sarà almeno due volte quello di casa nostra…”
Ma cercare di distrarre Éowyn era generalmente un’impresa destinata a fallire.

“Quell’uomo è cattivo” ripetè infatti la bimba, tirando su -assai poco dignitosamente- col naso, “Ho sentito che cosa ha detto ieri sera”.
Éomer sospirò, prendendole la mano: “Sei tutta gelata. Vieni, cerchiamo di scaldarci un po’” disse, conducendola davanti al grande camino che si trovava di fronte al letto. Non erano rimaste che braci, del vivace fuocherello che vi scoppiettava la sera prima, ma andava bene comunque.
 
I due fratellini vi stesero sopra le mani, sedendosi per terra, e chiudendo poi gli occhi per godersi al meglio quel rassicurante e piacevole calore.
Da non credere come a volte possa bastare qualcosa di così semplice, di così familiare, come il chiarore di un focolare, per alleggerire i pesi e le preoccupazioni… E farci sentire come se fossimo a casa.
 
Per alcuni minuti tra loro regnò il silenzio.
“Ehi, e Tyna dov’è?”, domandò poi Éomer, “Di sicuro avrà freddo anche lei, portiamola qui con noi…”
Eowyn si voltò e fece un cenno verso il suo letto: la bella bambola dai capelli rossi vi giaceva sopra, abbandonata.
“Lo so che le bambole non possono sentire il freddo Éomer”, sbottò in tono duro, “Tyna non è che uno stupido ammasso di stoffa!”
Éomer rimase impietrito di fronte a quelle parole, e per un attimo non seppe che cosa ribattere.
“Ma… Che cosa ti prende? Fino a ieri le volevi così bene, dicevi che ti faceva pensare a pa-”
S’interruppe di colpo, come se avesse finalmente capito qualcosa. Ma certo, era proprio quello il problema: papà!
“Sorellina, ascolta…”, mormorò, “Mi dispiace che tu l’abbia scoperto così…”  
 


 

                                                     
Era sera ormai, e molti servitori si erano già ritirati.
Hadèmar aveva portato i bambini a palazzo quella stessa mattina, ed era rimasto con loro lungo tutta la giornata, in attesa del ritorno di Thèoden.
Éomer bruciava dalla voglia di fare domande, ma l’amico di suo padre quel giorno era stranamente elusivo: non aveva detto loro quasi nulla, limitandosi a tenergli compagnia. Éowyn era crollata dal sonno appena prima di cena: una serva l’aveva presa tra le braccia, come spesso soleva fare Thèodwyn, e l’aveva portata in una stanza già preparata per lei.
Poco più tardi il Re era finalmente rientrato, ed Éomer aveva infine appreso tutta la verità: suo padre era morto in un' imboscata e sua madre si era spenta quello stesso pomeriggio, stroncata da un dolore troppo forte per lei.
Il ragazzino si era lasciato andare ai singhiozzi, urlando, e maledicendo gli orchi che in un solo giorno gli avevano strappato sia padre che madre.
Anche a zio Thèoden era tremata la voce durante il racconto: aveva amato teneramente la sorella minore, specialmente dopo essere rimasto vedovo.
 
“Questa è tua, ora”, aveva detto infine al nipote, porgendogli la spada di Éomund.
“E questo palazzo sarà per sempre casa vostra. Da oggi in poi mi prenderò cura di voi. E tu ragazzo vorrai seguire le orme di tue padre, immagino? Sarei onorato di averti al mio servizio…”
Intenti com’erano a conversare, nessuno dei due si accorse della figurina tremante apparsa da poco in fondo alla sala, che aveva ascoltato tutti i loro discorsi, compreso il racconto della morte dei suoi genitori.
Quando finalmente Éomer la notò fu troppo tardi: Éowyn era già fuggita, il suo piccolo cuore gonfio di lacrime.
 



“Avrei voluto prepararti, darti la notizia di persona. Ma la realtà dei fatti non sarebbe comunque cambiata…”
Éomer sospirò, cercando di nascondere il suo turbamento: la ferita era ancora fresca. E profonda. Troppo profonda.
Ma doveva essere forte: non era forse questo che gli aveva detto molte volte papà?
Sua sorella aveva bisogno di lui… Lui, ciò che restava della sua famiglia.
Oltre a zio Thèoden ovviamente, ma prima di allora non lo avevano visto che in un paio di occasioni… E per Éowyn, ancora così piccola, era più un estraneo che un parente.
“Ad ogni modo cosa ci facevi nascosta in fondo al salone ieri sera?”, le chiese, “Credevamo stessi dormendo…”
“È così. Poi però mi sono svegliata ed ero sola. Quando mi sveglio tu sei sempre con me e ieri non c’eri. Ho avuto paura, sono uscita a cercarti e… e…”
Èowyn non riuscì a proseguire: si gettò di slancio fra le braccia del fratello che la strinsero forte.
“È tutto vero, non è così? Non erano bugie?” domandò tra i singhiozzi.
“Mi dispiace… Mi dispiace tanto…” mormorò Éomer, tenendola stretta a sé, “Andrà tutto bene, sono qui con te…”
Dolci e ingenue promesse… Tenere rassicurazioni, dalle quali cercava di trarre conforto egli stesso.
Si separarono poco dopo.
“Cosa faremo adesso?” chiese la piccola.
“Da oggi abiteremo qui. Zio Thèoden si prenderà cura di noi”.
 
Éowyn s’irrigidì solo un istante nell’udire quel nome ma Éomer lo notò comunque.
Sua sorella si sentiva a disagio nel sentir parlare di lui, perché le prime ed uniche parole che aveva udito dalla sua bocca, riguardavano la morte dei loro genitori.
Avrebbe per sempre associato lo zio a quella tragica immagine?
Era un pensiero agghiacciante e il ragazzino si sforzò di cacciarlo.
 
“Scommetto che non vede l’ora di conoscerti. Ma non vorrai che ti veda così, non è vero? Dovremo dare una sistemata a questa criniera…” , scherzò, ottenendo in cambio una piccola smorfia, che ben presto si trasformò però in un’espressione divertita.
“Ecco, lo vedi?”, disse Éomer soddisfatto, “Sei molto più bella quando sorridi”.
Questa volta un vero risolino abbandonò le labbra della piccola, illuminandole il viso.
“Dovresti farlo più spesso”, pensò teneramente il fratello, “Diventi più radiosa di un cielo stellato”.
“Ora esco, così puoi cambiarti e darti una rassettata” sentenziò poi.
“Éomer!”, lo richiamò lei, prima che raggiungesse la porta.
“Sì?”
“Tu… Tu non mi lascerai mai, vero? Promettimelo!”
Éomer sorrise: una tale promessa era al di sopra delle sue capacità, ma in quel momento -e soprattutto per Éowyn!- si sentiva pronto a fare di tutto, pur di mantenerla.
 
“Te lo giuro”, rispose.

 

  


Angolino Autrice ^^:

Speravo di riuscire a postare ieri sera, ma è andata così: venerdì 17 zanzanzan!! Spero non mi porti sfiga ^^"
In realtà non mi dispiace come data: un mese prima del mio compleanno e due dall'uscita de La battaglia delle cinque armate..

Ma come sono patatosi questi due fratellini <3! Non so voi ma io mi sono ufficialmente innamorata di Eomer, lo voglio adottare dehehehe.
 

Ok, a parte gli scherzi, spero davvero che vi sia piaciuto anche  questo capitolo. Se vedete errori non esitate a segnalare!
Un abbraccio a tutti i lettori e un grazie speciale a Kano_Chan, Evelyn80, Melianar e Xingchan per aver recensito lo scorso capitolo^^!
Alla prossima!


Benni
   
 
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