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Autore: la luna nera    17/10/2014    3 recensioni
E' trascorso quasi un anno dal ritorno definitivo di Edward Harringhton nella nostra epoca e tutto fra lui e Daisy va per il meglio. Ma all'orizzonte si stanno addensando le nubi minacciose di un temporale. Che non è come tutti gli altri....
Cosa potrebbe accadere se qualcuno nel passato avesse bisogno di lui? Per caso c'è chi lo sta chiamando perché torni indietro nel tempo? E Daisy se ne starà con le mani in mano o farà di tutto per tenerlo accanto a sé?
Genere: Mistero, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Che sollievo vedervi con gli occhi aperti, sono arrivata in tempo.”
Daisy si massaggiò gli occhi prima di aprirli per bene e mettere a fuoco l’ambiente. Davanti a lei, seduta su di uno sgabello vicino ad un grande caminetto acceso, c’era una giovane donna dal viso angelico e sorridente. Aveva i capelli biondi raccolti in una treccia, indossava un lungo abito molto semplice con un grembiule chiaro e portava una croce di legno al collo.
“State tranquilla, qui siete al sicuro.”
“Dove…. Dove mi trovo?”
“Nel Convento di clausura di Santa Chiara.”
Strinse fra le mani la coperta che le aveva riscaldato i piedi infreddoliti e iniziò a ricollegare tutti gli avvenimenti: era nel bosco, si era persa e…. si! Aveva visto un convento verso il quale si era diretta! “Qualcuno mi ha portata qui?”
“Sono stata io a scorgervi mentre vi stavate avvicinando fra la tormenta di neve. Posso ancora uscire dal convento perchè non ho ancora preso i voti di clausura, quindi non ho esitato un solo istante a soccorrervi.”
“Grazie, vi devo la vita.” Abbassò lo sguardo, si sentiva terribilmente in debito verso quella ragazza.
“Aiutare il prossimo è una delle cose che più arricchiscono l’anima.” Si alzò, prese dell’acqua calda e la versò in una tazza aggiungendovi qualche goccia di succo di limone. “Bevete, vi farà bene.”
Daisy accettò, non amava particolarmente il limone, ma non voleva offendere quella ragazza tanto premurosa.
“Non vi ho mai vista da questa parti, posso conoscere il vostro nome?”
“Mi chiamo Daisy Thompson e sono qui da alcuni giorni. Io in realtà abito a Londra.”
“Oh, e come mai siete venuta nel Somerset?”
“Ho fatto la conoscenza della famiglia del mio promesso sposo.”
Gli occhi della novizia si fecero tristi.
“Perdonatemi, ho forse detto qualcosa che vi ha ferita?”
Scosse la testa portando sempre negli occhi un velo di malinconia. “No, non preoccupatevi Daisy, va tutto bene.” Si sforzò di sorriderle. “E com’è andato l’incontro?”
“Non benissimo. Diciamo pure che sua madre mi detesta. E’ per questo che sono scappata.”
Si fece scappare una risata. “Avete del fegato! Con un gesto simile potreste compromettere il futuro con il vostro amato.”
“E’ vero, ma so che lui è dalla mia parte. E poi sono una gran testarda, sapete… ehm, come vi chiamate?”
“Presto sarò suor Mary, vorrei che usaste questo nome. Quello che portavo prima l’ho cancellato.”
“Capisco. Ho l’impressione però che portiate nel vostro cuore qualcosa che vi causa quel velo di tristezza che scorgo nei vostri occhi. Immagino appartenga al passato che  desiderate cancellare come il vostro nome.”
“E’ così.” Strinse i lembi del grembiule. “Amavo tantissimo un ragazzo appartenente ad una nobile famiglia e forse in fondo anche lui mi amava. Non me l’ha mai confessato, ma dentro di me sentivo che era così. C’è stato un momento in cui ho pensato che le cose si mettessero finalmente sulla buona strada, che la sorte fosse dalla nostra parte…” I suoi occhi si fecero lucidi. “Purtroppo il destino me l’ha portato via all’improvviso e non immaginate neanche il dolore che mi ha invasa quando ho compreso di averlo perduto per sempre. Il mondo mi è crollato addosso, ho tentato di reagire, di farmi forza e più che mi impegnavo, più le cose  peggioravano. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la costrizione ad un matrimonio combinato con uno che poteva essere mio padre, se non mio nonno.” Ingoiò un nodo che le si stava formando in gola. “Ho quindi deciso di fuggire e rifugiarmi qui per consacrarmi a Dio, quando avrò preso i voti nessuno potrà obbligarmi a fare nulla.”
Daisy aveva ascoltato quelle parole colme di tristezza che l’avevano toccata profondamente. “Avete tutta la mia comprensione.” Sapeva molto bene come ci si sente nel perdere la persona amata. “ E avete il mio sostegno per il gesto che avere fatto fuggendo da quell’assurda imposizione: credo che i matrimoni combinati siano quanto di più sbagliato esista al mondo. Due persone dovrebbero sposarsi solo se si amano, non perché viene loro imposto dalle famiglie.”
Le strappò un sorriso velato di tristezza. “Credete sia facile al giorno d’oggi? Se fate parte di una famiglia nobile non avete possibilità di scelta. Forse voi avete avuto la fortuna di innamorarvi del vostro sposo e di essere corrisposta… a meno che non proveniate da una famiglia borghese.”
“La mia è una storia strana e per certi versi anacronistica.” Non poteva rivelarle tutto. “Se voi comunque siete ben decisa a prendere i voti, fate bene a seguire la vostra strada e vi auguro ogni bene e felicità. Il mio pensiero resta però lo stesso: ognuno dovrebbe essere libero di decidere della propria vita, una donna non deve subire la prepotenza del maschio, sia esso padre o promesso sposo, è un essere umano come lui con un cervello per pensare e fare tutto quello che desidera. Dovrebbe godere di maggiori diritti e poter prendere parte a tutte quelle situazioni che ancora le vengono negate. Verrà il tempo prima o poi in cui tutto questo sarà realtà.”
Suor Mary la guardava con occhi spalancati: ciò che aveva udito rasentava l’eresia! “Per la Beata Vergine Maria! Siete forse posseduta dal demonio?!”
“Come dite?”
“Non si è mai sentito nulla del genere al giorno d’oggi! Ma da dove vi vengono queste idee assurde?!”
Forse aveva galoppato troppo con le parole, i tempi per la parità uomo donna non erano ancora maturi. “E’ semplicemente il mio punto di vista. Correggetemi se sbaglio, ma Dio non ha creato l’uomo e la donna a sua immagine e somiglianza? Non li ha creati perché uno fosse superiore all’altra…”
Rifletté un attimo prima di risponderle. “Si, così dicono le Sacre Scritture… Ma ditemi voi cosa può fare una donna senza l’appoggio e l’approvazione dell’uomo?”
“Oh, un sacco di cose. Noi donne abbiamo tutte le carte in regola per arrivare lontano anche senza il maschio.”
Gli occhi di suor Mary sprizzavano incredulità: mai aveva sentito parole tanto forti. “Anche il vostro linguaggio è strano, non solo il vostro pensiero…. Forse il gelo che avete sofferto poc’anzi vi ha danneggiata più di quanto immaginassi.”
Deglutì. “Forse….è meglio che riposi un po’.”
“Si, è decisamente meglio. Domani mattina verrò a svegliarvi perché possiate prendere parte alla funzione delle 5:00, la vostra anima ne trarrà giovamento.” Si alzò facendosi il Segno della Croce e si ritirò nella sua cella.
 
*      *      *      *      *      *      *      *      *      *      *      *      *      *
 
Il sole spuntò sulle colline del Somerset completamente imbiancate dalla neve caduta il giorno prima, quando Edward partì solo in sella al suo cavallo alla ricerca di Daisy, seguendo punto per punto le indicazioni ricevute dalla nonna.
Il freddo penetrava nel suo corpo e nella sua mente riecheggiavano le parole dei suoi familiari che, eccetto la nonna, lo imploravano di desistere dall’impresa di andare alla ricerca della ragazza. Comprendeva benissimo la situazione in cui era costretta a vivere la sua amata e si rendeva conto di come fosse stato difficile per lei adattarsi agli usi e costumi del suo tempo. E lo aveva accettato per lui. Tutto ciò lo inorgogliva del fatto che il loro amore era davvero indissolubile, era andato oltre le barriere del tempo e attimo dopo attimo tante piccole cose gliene davano conferma. Il suo animo però era pervaso anche da un senso di angoscia e preoccupazione: dove era finita? Era uscita di casa dopo l’ennesima raffica di pugnalate al veleno di sua madre e di sua sorella e sicuramente in preda allo sconforto e alla rabbia aveva perso l’orientamento finendo chissà dove. Se solo avesse potuto trascorrere del tempo con lei invece di scorrazzare in lungo e in largo alla ricerca di Louise! Se le avesse dedicato più attenzioni, forse non sarebbe mai scappata, forse non sarebbe mai finita nei guai. E forse non si sarebbe sentito divorare così dai sensi di colpa.
Sfidando il freddo e la neve, attraversò un boschetto immerso del silenzio ovattato interrotto da qualche cumulo di neve caduto dai rami. Stentava ancora a comprendere il significato delle parole della nonna, non si rendeva conto di quale fosse la strada che a lei avrebbe condotto. E, cosa ancora più inquietante, come aveva avuto quelle informazioni? Aveva detto che era al sicuro, dunque doveva esserci una minima traccia di civiltà, non rovi e rami semi congelati. Si soffermò su un’altura ai margini del bosco per tentare di orientarsi e scorse una costruzione su di una collinetta. Un campanile svettava sull’edificio, il che gli fece pensare ad un convento o comunque a un edificio religioso in cui Daisy poteva aver trovato ricovero. Rianimato visibilmente, si diresse verso la meta che poteva fargli riabbracciare la sua adorata.
 
*      *      *      *      *      *      *      *      *      *      *      *      *      *
 
“Suor Mary, non so come ringraziarvi per tutto quello che avete fatto per me.”
“Che Dio vi assista Daisy, voi e il vostro sposo. Pregherò perché la vostra vita sia sempre piena di felicità e che possiate comprenderne a fondo il senso.”
“Grazie…”
“Sapete, ho riflettuto molto su quanto mi avete esposto ieri, sulla differenza fra uomo e donna… Devo riconoscere che nelle Sacre Scritture non ho trovato alcun cenno della supremazia maschile, forse avete ragione nel pensare che anche una donna debba dire la sua.”
Il volto di Daisy si illuminò, le prese le mani fra le sue sorridendole. “E’ così, credetemi. Verrà il tempo in cui tutto questo sarà reale.”
Proprio quando Daisy iniziò a muovere i primi passi verso casa e suor Mary stava per chiudere il portone, un cavaliere giunse in prossimità del convento.
La ragazza alzò gli occhi ed ebbe un sussulto. “Edward! Sei tu?!”
“Daisy, finalmente!” Scese precipitosamente da cavallo per stringerla fra le braccia, sincerandosi che stesse bene. “Finalmente ti ho trovata amore mio. Sapessi quanto sono stato in pensiero..”
“Come… come hai fatto a trovarmi?” La ragazza non riusciva a smettere di singhiozzare, era troppo bello farsi stringere fra quelle braccia forti e premurose, il profumo di Edward la faceva sentire a casa, protetta e al sicuro. “Credevo… credevo di non rivederti più..”
“Tranquilla, ora ci sono qui io, è tutto a posto.” Le  baciò i capelli continuando ad accarezzarla dolcemente. “Ti giuro che non ti lascerò mai più da sola come ho fatto fin ora… Perdonami ti prego, sono stato uno stronzo…”
“Non è possibile….” Una flebile voce incredula spezzò la magia del loro abbraccio. “Non è possibile… Edward Harrighton? Sei proprio tu?!”
Il ragazzo fissò il portone del convento dal quale si affacciava titubante un’esile figura: quei capelli biondi raccolti in una lunga treccia e quegli occhi color zaffiro non poteva non riconoscerli. Quella sera si era lasciato naufragare in quel blu, era quasi morto di piacere nell’affondare le sue dita in quei fili d’oro, per non parlare del delicato profumo di quella pelle candida. “Louise…” Spalancò gli occhi per l’incredulità: l’aveva trovata finalmente.
La ragazza in lacrime si avvicinò a piccoli passi ai due. “Credevo fossi morto…”
Edward era incapace di dire altro. Daisy fissò la ragazza che l’aveva salvata dalla tormenta con occhi vitrei e spalancati e che poche ore prima le aveva confidato di amare un ragazzo scomparso: era davvero Louise Millstone? Era davvero quella che con due moine aveva portato Edward a letto mentre era brillo? Si sentì improvvisamente un’emerita stupida: doveva la vita a quella che si era scopata il suo ragazzo. E inconsapevolmente era stata proprio lei a trovarla. Guardò negli occhi Edward che la fissava con la faccia di un pesce lesso,  incredulo ed incapace di dire una sola parola. Suor Mary in lacrime, dunque in realtà Louise, si avvicinò al ragazzo sfiorandogli il braccio, come se volesse sincerarsi che era concreto, che non stava sognando, che Edward Harrighton insomma era vivo, in carne e ossa davanti a lei. Spintonò Daisy  perché sciogliesse quell’abbraccio,  frapponendosi fra di loro. “Questo è un miracolo.” Prese a giocherellare con i capelli freddi di lui che non riusciva a togliere gli occhi dal lei, tanto era meravigliato di averla finalmente trovata. “Non hai idea di quanto abbia sofferto quando ho appreso della tua dipartita, quando mi lasciarono intendere che i miei familiari ti avevano sopraffatto… E di come mi sia sentita impotente quando cercavo di reagire e mio padre mi costringeva a sposare quel vecchio…” Inghiottì una lacrima. “Io non volevo! Non volevo, capisci? Non potrò mai amare un altro uomo come ho amato te. E sappi che ti amo ancora.” Dette queste parole, afferrò Edward per il colletto del mantello e si impossessò delle sue labbra senza alcun riguardo. Daisy non credeva ai suoi occhi: che sfacciataggine! Lei sapeva benissimo che quello era il suo fidanzato nonché promesso sposo e se n’era infischiata alla grande! Non ci vide più: la prese per un braccio allontanandola con decisione dal ragazzo.
Gli occhi di Louise non apparivano più tanto angelici. “Ehi, ma siete impazzita?!”
“Io sarei impazzita?! Voi piuttosto, come vi permettete?! Questo è il mio fidanzato!”
“Oh no, cara Daisy, lui è mio.”
“Ah si? Potete sparare tutte le cavolate che volete: io e lui siamo una cosa sola e non pensate di averla vinta così facilmente solo perché ve lo siete portato a letto quando era sbronzo! Quello che ci unisce va al di là di tutto quello che potete immaginare.”
“Siete un’indemoniata, ve l’ho detto ieri sera e ve lo ripeto adesso. Parlate e vi comportate come una posseduta dal diavolo! Capisco bene il motivo per cui la duchessa Anne vi detesta, ne ha ben ragione. Neanche io vorrei una sgualdrina come voi accanto a mio figlio.”
“Sgualdrina a chi?!” Spintonò Louise fino a farla cadere a terra. “Chi se lo è portato a letto quando non doveva?!” Puntò il dito verso di lei. “Tornatevene in convento nella vostra clausura, non avvicinatevi mai più ad Edward o farete i conti con la sottoscritta!”
La ragazza si alzò. “Il convento ora non mi interessa più, credete che abbia ancora voglia di restare qui a recitare AveMarie  ora che l’ho ritrovato?”
“Adesso basta! State recitando una scena pietosa!” Edward sbottò visibilmente esasperato, dividendo le due ragazze. “Louise ascoltami bene: io sono qui solo ed esclusivamente per ricondurti alla tua famiglia. Tuo padre è molto preoccupato e…”
“Si, è preoccupato per il suo amico che mi vuole inguaiare. Tornerò a casa solo se tu mi condurrai all’altare.”
“Non posso farlo, ho già una fidanzata che ti piaccia o no.” Avvicinò Daisy a sé, ancora su di giri.
“Affari tuoi. Queste sono le mie condizioni che ti prego di riferire a mio padre. Il mio ritorno a casa dipende da te.” Detto questo, Louise scomparve dietro il portone del monastero, lasciando Daisy ed Edward lì fuori con i piedi immersi nella neve.
Ma quella che si presentava all’orizzonte era una tempesta ben più violenta di quella scatenatasi il giorno prima.
 
 


 
Ciaouuuu!
Ecco che la nostra cara Louise fa il suo ingresso in scena sotto le sembianze di un lupo vestito da agnello che poi mostra il suo vero volto. Daisy poteva starsene con le mani in mano? Certo che no! Voi come vi sareste sentite al suo posto? Dovere la vita ad una che è stata a letto con il proprio ragazzo farebbe uscire di testa chiunque….
Ed ora che succederà?
Grazie a tutti voi che leggete e soprattutto a voi che recensite!
Un abbraccio
La Luna Nera  : )

 
  
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