Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: _Kiiko Kyah    17/10/2014    8 recensioni
; storia dedicata a Raven Cullen, per farmi perdonare di essere una pessima persona che dimentica compleanni.
-Il fumo uccide, Fudou.-
-Anche io uccido, ma la cosa non ti ha mai spaventato.-
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Caleb/Akio, Jude/Yuuto
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sono una pessima persona.
Questa è per farmi perdonare di aver scordato di farti gli auguri di buon compleanno. Che era quindici-giorni-fa.
Non mi va neppure di dare la colpa alla scuola che mi uccide, perché un compleanno va ricordato. Sempre. Pure un compleanno importante. I diciotto si fanno una volta sola.
Beh, anche se sono pessima, ti voglio un sacco bene, Rae.
Spero tu sia abbastanza libera per vedere presto questa ‘cosa’. Il termine ‘fic’ è troppo lusinghiero per questa :’)
E tra parentesi, la OS che hai pubblicato sul Break Trio il primo d’ottobre è stupenda.
-Ann

Note: E’ una cosa abbastanza nonsense; non so come Fudou sia finito per essere un assassino, ma a quanto pare lo è. Ci sta bene. Comunque, spero che vi piaccia? Non so che dire. Ho molto sonno e questo è tutto ciò che ho saputo fare.
Hana: Non essere troppo dura non te stessa, a me piace.
Me: Tu devi stare muta.
Buona lettura? più o meno. a me non piace







-Hai ripreso a fumare.-
Il suono roco di quella frase risuonò fra le mura pallide della stanza d’albergo. Rimbalzò contro i muri, smosse le tende scure come un refolo di vento, e si adagiò stancamente sul viso del giovane uomo a cui quelle parole erano rivolte.
-Anche fosse?- quasi sputò infastidito.
Fudou non era molto paziente in ambito generale; quando poi veniva interrotto in quella maniera mentre cercava di fare sesso con qualcuno, la pazienza poteva anche andare a farsi benedire. Specialmente se quel qualcuno era Kidou. Cosa che accadeva molto spesso.
Era un concetto molto basilare. Erano l’uno sopra l’altro, su un letto d’albergo, le camice sbottonate, le coperte tutte scivolate per terra. Non era proprio quello il momento di mettersi a polemizzare sul fatto che il moro fumasse. Come mai il rasta non lo capiva? Come faceva ad essere così perfettino e petulante, e poi cascare su una cosa così semplice?
Appunto mentale: lavarsi i denti prima di violentare la bocca di Yuuto. Peccato che ormai il sapore di nicotina lo aveva sentito e prima che si potesse tornare alla situazione iniziale, quella che il ragazzo dalla testa semi rasata preferiva, sarebbe passato tanto, troppo tempo.
-Il fumo uccide, Fudou.-
-Anche io uccido, ma la cosa non ti ha mai spaventato.-
-Non è la stessa cosa.-
Oh, no. Infatti. Non era proprio per niente la stessa cosa. Certo. Il pericolo del fumo era molto più rilevante del pericolo di avere un serial killer come amante. Ovvio. Come aveva fatto a dubitarne anche solo per un minuto? Sarebbe bene notare, Fudou mi chiede di riferirvi, la greve nota di sarcasmo.
-Rischi di perdere i polmoni.- continuò imperterrito Kidou.
Quell’altro roteò gli occhi e lasciò andare l’orlo della camicia candida della giovane stella dell’imprenditoria aziendale. Camicia che fra l’altro recava lo stampo di un rossetto rosa pesca sul colletto. Il moro avrebbe preferito dire di non averlo notato prima—ma sì, l’aveva notato nel momento stesso in cui aveva deciso di sbattere il rasta su qualche muro ed eliminare l’odoro di qualsiasi idiota fosse responsabile di quel segno irritante.
Sbuffò, mentre il biondo si sollevava seduto sul materasso per guardarlo meglio.
-Voglio darti una notizia scioccante, al mondo fuma un sacco di gente e stanno tutti una meraviglia.-
-Di certo non quelli che fumano tre o quattro pacchetti di sigarette al giorno come fai tu.-
-Dovrò pur fare qualcosa per ammazzare il tempo quando non ammazzo gente.-
Le sopracciglia inarcate di Yuuto fecero intendere che come scusa non era sufficiente. Fudou grugnì in risposta a quello sguardo da mammina severa; oddio, non che lui sapesse poi molto che aspetto avesse una mamma arrabbiata. La sua non faceva altro che piangere.
Sbuffò di nuovo, parecchio annoiato dalla conversazione e altrettanto infastidito da quegli occhi rosso rubino che ora non gli si sarebbero più scollati di dosso. Quanto odiava quel rosso, non c’era limite a quell’odio. Un po’ gli piaceva; ricordava lo scarlatto del sangue. Però, per la maggior parte del tempo lo odiava. Incrociare gli occhi di Kidou era— era come venire accoltellato. Anche se dubitava che le sue vittime si sentissero così.
-Fudou.-
-Ti prego, mi manderanno sulla sedia elettrica molto prima che una sigaretta mi uccida.-
-Oh, devo procurarmi un posto in prima fila.-
Il moro arcuò a sua volta un sopracciglio e ridusse infinitesimamente la distanza fra i loro visi. -Tranquillo, ti farò avere un biglietto per la tribuna d’onore. Sezione, ‘quel cretino che si porta a letto un serial killer, e che ha anche il coraggio di rompergli le palle’.-
-Evidentemente ognuno hai suoi vizi pericolosi.-
La frase non era neppure finita quando Akio decise che era stanco di parlare e che preferiva tentare di raggiungere la gola del rasta con la propria lingua.







-Tu però smetti di fumare.-
-Stai zitto una volta tanto, cazzo.-
 
 
 
 
  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: _Kiiko Kyah