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Autore: Kim NaNa    17/10/2014    6 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Lee_Min-ho]
Isabel e Katrina sono due amiche e hanno un sogno: visitare la città di Seoul.
Dopo averlo a lungo sognato, dopo aver fantasticato per lunghissime ed interminabili ore, il destino ha giocato loro uno strano scherzo.
Inizia così la loro avventura, inizia così la storia che le porterà ad incontrare proprio Lui: LEE MIN HO.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E chi l'avrebbe mai detto che sarei tornata ad aggiornare questa mia pazza fanficiton?! Merito della Musa ispiratrice di questa serata: http://www.youtube.com/watch?v=IAcVIHQ96rY  che amo alla follia!!!

Prima di lasciarvi alla lettura del nuovo capitolo, ci tengo in particolar modo a ringraziare
AdeleOo per avermi fatto tornare il sacro fuoco della scrittura che avevo nei confronti di questa fan fiction. La tua recensione, giunta quasi un anno dopo l’ultimo capitolo pubblicato, mi ha ricordato quanto fossi innamorata di questa storia e con quanto impeto la scrivessi… Ebbene, ne è venuto fuori un capitolo così lungo da aver dovuto dividerlo in due capitoli.
Vi chiedo umilmente scusa per l’attesa e spero vivamente che quanto scritto vi piaccia.

NB: il bello sta per arrivare. :D

Con affetto,

Nana-sshì




Incertezze del cuore – Parte prima -


Non era molto popolato, quella mattina, il Jade Dragon Cosplay Cafè e Isabel pareva essere molto distratta e pensierosa.
«Pronto? Ci sei?» Le disse Katrina, per distoglierla da quello stato.
«Uhm… sì, Unnie. Scusa…» rispose Isabel, sospirando.
«Cos’è quella faccia da funerale? È per Min Ho-sshì?»
Katrina sapeva sempre cosa passava per la mente di Isabel, la conosceva da troppo tempo per lasciarsi sfuggire lo spessore dei suoi sospiri.
«Già… appare, poi scompare. Poi torna di nuovo da noi, mi fa sentire leggera e quasi speciale e boom! Di nuovo silenzio. Sono stata una sciocca, non credi? Lui è Lee Min Ho. Quel Lee Min Ho! Lo stesso su cui abbiamo fantasticato per molto tempo a Madrid… lo stesso che ci ha spinte, piene di entusiasmo, a fare il nostro primo viaggio intercontinentale, lo stesso che ci ha permesso di iniziare una nuova vita in questa Terra a lungo sognata.» Era seria Isabel e sembrava averci pensato molto a lungo.
Katrina la osservò. Stava pulendo lo stesso bicchiere da più di cinque minuti, scosse il capo sorridendo e avvicinandosi le tolse il bicchiere.
«Non sei sciocca. Lee Min Ho è l’attore che ci ha stregato il cuore e averlo incontrato più volte, casualmente, e aver stretto amicizia con lui è stata una fortuna che non avevamo né pianificato, né immaginato. Lui è un idol, non ha i nostri ritmi da comuni mortali. È spesso all’estero ed è continuamente impegnato su un qualche set. Non avercela con lui, cerca di capire.»
Isabel sospirò di nuovo.
«Non potrei mai avercela con lui… sono solo un po’ confusa… Ma hai ragione tu. Abbiamo vite differenti e la nostra, da quando siamo qui, è più di quanto potessimo sperare.» Sorrise, sinceramente.
«Aja, (*) Unnie! Da questo momento Lee Min Ho sarà solo il mio ricordo più bello… il nostro amico segreto…» Un occhiolino divertito, prima di sparire nella cucina della caffetteria.
Min Ho-sshì… Se non compari al più presto, potresti diventare solo un idol come tanti nel cuore della mia Neechan. Pensò Katrina, mentre Victor fece il suo ingresso nel Café.
«Eoseo oseyò!» (*’) Disse, inchinandosi. «Come mai da queste parti?»
Victor, con indosso una tuta color grigio chiaro e sneakers bianche, prese posto sfogliando il menu.
«Mi diverte troppo vedervi conciate così!» Rispose lui, facendo un cenno col capo, riferendosi al cosplay di Yuki Kuran (*’’) indossato da Katrina.
«Ah ah ah.» rise sarcastica Katrina. «Simpatico. Cosa ti porto?» chiese.
«Isabel, insieme ad un latte caramellato con cacao.» rispose lui, secco.
Katrina ne fu sorpresa. Victor era stranamente serio e sembrava avesse una sorta di urgenza nel voler parlare con la sua amica.
Che si sia convinto a corteggiare, ‘Bel? Pensò.
Merda. Min Ho-sshì… sei fregato.
Lo guardò di sbieco: «Sei morto se fai del male a Isabel.» aggiunse con fermezza.
«Voglio il meglio per lei. E se lei volesse potrei darle tutto ciò di cui ha bisogno… Credimi, Kat… non sono mai stato tanto serio.»
Prima di andare da Isabel, valutò la situazione che si era venuta a creare e dedusse che Victor avrebbe fatto solo bene al cuore della sua depressa amica. Lui si era mostrato sempre gentile, attento e presente sin dall’inizio e pareva volerci andare cauto con Isabel.
«’Bel, un latte caramellato con cacao al tavolo 3. È Victor. Vuole parlare con te. Portagli la sua ordinazione, io avviso il capo che ti sei presa dieci minuti di pausa e ti porto un bubble tea alla fragola.»
«Victor? Ti ha detto di che vuole parlare? Non sarà mica per l’appartamento?» fu l’improvvisa domanda di Isabel.
«Ma no! Cosa vai a pensare! Ad ogni modo sembra sia qualcosa di importante, almeno per lui e tu, qualunque cosa sia, stallo a sentire…»
Isabel la fissò, meravigliata. «Per favore.» Aggiunse Katrina.
«Geuleom-yo. (*’’’) Vado a scoprire cosa vuole.» Esclamò, sorridendo.
Quando la vide arrivare Victor scoppiò a ridere.
«Weò?(*’’’’)» Chiese, incrociando al petto.
«Posso essere il tuo Takumi Usui, Misaki-chan?» (**)
«Pabò!» disse lei, colpendolo scherzosamente sulla testa. «Katrina mi ha detto che volevi parlarmi. Sono tutta orecchi.»
Victor tornò serio in viso e le indicò la sedia di fronte a lui. Poco dopo comparve Katrina con la bevanda di Isabel che andò via senza porre domande.
«Allora? Come mai volevi parlare con me? È successo qualcosa?» chiese la ragazza dai lunghi capelli neri, sorseggiando la fresca bibita.
Victor la fissò per alcuni istanti. Ad Isabel colpì la profondità del suo sguardo e deglutì piano, abbassando gli occhi.
È davvero carino, però… Si disse.
«Esci con me, Isabel.»
La ragazza tossì rovinosamente, asciugandosi frettolosamente il viso.
«Eo?» (**’) Le guance avvampate e il cuore sottosopra.
«Esci con me.» Insisté lui, fissandola con quegli occhi verdi inscrutabili.
«Non è divertente, Victor…» Isabel rise, cercando di smorzare l’atmosfera di colpo pesante.
«Sono molto serio. Esci con me.» continuò lui.
«Ma noi usciamo già insieme! Sbaglio o fra qualche ora verrai a prendere me e Katrina per portarci a Cheonggyoncheon?» (**’’)
Isabel si torturava le unghie. Non riusciva a capire se Victor scherzasse o fosse serio.
«Io voglio uscire con te. Tu ed io… voglio conoscere la te che si nasconde dietro questi mille sorrisi. Voglio farmi conoscere da te… In questi due mesi ho avuto occhi solo per te e non puoi non essertene accorta… persino Katrina ne è consapevole. Mi interessi tu, davvero.»
Victor era serio.
Isabel lo aveva capito. Questa volta c’era poco da fraintendere.
Lui non aveva mai sorriso e non aveva smesso di guardarla negli occhi.
Per un breve istante, le tornarono alla mente due occhi a mandorla che non vedeva da un po’ e ripensò alle parole di Katrina: Qualunque cosa sia, tu stallo a sentire. Per favore.
Katrina. La sua impareggiabile amica era sempre un passo avanti a lei, sempre pronta a capire e carpire ogni dettaglio che a lei sfuggiva.
Le sudavano le mani. Non si aspettava nulla di quanto stava accadendo. Aveva immaginato una scena simile centinaia di volte, ma l’uomo che aveva davanti era qualcuno sparito da tempo.
Respirò a fondo.
«Victor… io… non so cosa dire.»
«Joahae.» (**’’’)
A quelle parole Isabel sollevò gli occhi e lo guardò.
Avrebbe voluto chiedergli nuovamente se stesse scherzando, avrebbe voluto riderci su e sdrammatizzare, ma Victor continuava a fissarla on quegli occhi troppo verdi e sinceri.
Ebbe improvvisamente voglia di piangere.
Era tutto troppo assurdo.
Si era trasferita a Seoul con la sua migliore amica, aveva conosciuto Lee Min Ho, era andata ad un concerto dei Suju, aveva incontrato tante belle persone tra cui Victor… e ora lui… ma lei, invece…
Era una stupida. Katrina si sbagliava.
Si alzò piano, stando attenta a non incontrare lo sguardo di Victor che esigeva una risposta.
«Scusami, Victor. Ho bisogno di tempo. Sono molto confusa e ho bisogno di dormirci su… andremo a Cheonggyonchon un’altra volta.»
Victor scattò in piedi, mettendosi di fronte a lei.
«È per quel coreano che vuoi del tempo?» chiese, piano.
Isabel strinse i pugni, guardandolo con gli occhi di chi chiede clemenza e andò via senza mai voltarsi indietro.
Quando fu in cucina Katrina corse da lei.
«Che è successo? Che ti ha detto? Accidenti! Ma che ti ha fatto, perché piangi?» l’abbracciò forte.
«Sono una stupida, Unnie.»
«No, non lo sei. Sei un essere umano, fragile e vulnerabile.»

Alcune sere dopo, Isabel e Katrina erano sedute lungo il fiume Han.
«Cosa pensi di fare con Victor? Se non sei interessata a lui devi farti coraggio e dirglielo. La verità, anche se scomoda, và sempre detta. E lui merita una risposta.»
Isabel sospirò senza aprir bocca.
«Perché non lo chiami?» disse l’amica dai grandi occhi verdi.
«Sei impazzita? Non saprei cosa dire e Victor si aspetta una risposta.»
«Non Victor… Lee Min Ho.»
Isabel guardò Katrina. Solo lei riusciva a capirla senza aver bisogno di avere mille parole in cambio.
«Per dirgli che: Ciao Min Ho-sshì, sai, sono pazza di te, ma giacché sei troppo impegnato a fare l’idol, preferisco uscire con un essere umano come Victor?! Ma dai…» Isabel era molto tesa.
«Non sarebbe poi male una cosa simile…»
«Michyeo…» (***) bofonchiò.
«Per quanto ancora vuoi pensarci, ‘Bel? Devi cercare in qualche modo di fare la cosa più importante per te.» Insistè Katrina.
«Non sempre la cosa più importante da fare è quella giusta, però…»
«Se Lee Min Ho ti piace, diglielo e rifiuta i sentimenti di Victor.» Katrina sapeva di dover spronare la sua amica, ma sapeva anche di dover maneggiare con cautela il suo sensibile cuore.
«Lee Min Ho mi piace… tanto… forse troppo, ma non faccio parte del suo mondo di luci e pellicole… Voler essere parte del suo mondo è un sogno che resterà tale…» disse, sospirando.
«Lee Min Ho non è più un sogno, non dimenticarlo. Lo hai conosciuto, hai il suo numero nella rubrica del tuo cellulare, ti manda messaggi, ogni tanto viene a trovarci… per essere un idol fa tutto quel che può per essere nostro amico…» puntualizzò Katrina.
«Un amico, appunto. Posso essere sua amica, solo questo… Tu credi che Victor sia sincero?»
«Lo credo. Ma ciò non significa che non osserverò i suoi movimenti… lo terrò sempre d’occhio… un momento, questo significa che hai intenzione di accettare la proposta di Victor?» A Katrina parvero improvvisamente chiare le intenzioni di Isabel.
«Non sono innamorata di lui, ma sembra intenzionato a farsi spazio nel mio cuore.» ammise.
«Ma tu sei innamorata di Lee Min Ho.»
«Innamorata… sono davvero innamorata di lui?»
«Non mentire a te stessa. Da quando lo hai conosciuto di persona ti è piaciuto ancor di più. Min Ho è divertente, a volte buffo, sa essere tenero ed affettuoso… e quando sorride ti si illuminano gli occhi…» Katrina strinse la mano di Isabel conscia del tormento che stava affliggendo la sua amica.
«Già… Ma Lee Min Ho è nel suo mondo, Victor nel mio… ed io voglio poter frequentare qualcuno che possa restare al mio fianco il più a lungo possibile…»
Katrina l’abbracciò: «Se questa è la tua scelta io la rispetterò… ma sappi che farei qualunque cosa per assicurarmi la tua felicità ed il tuo benessere.»
Aveva l’amica migliore del mondo, quella era la sola certezza di Isabel.

17 giorni dopo.
«Unnie… mi presti quella tua maglia verde?» urlò Isabel per sovrastare il rumore dell’asciugacapelli.
Katrina spalancò la porta del bagno, tenendo tra le mani un vestitino rosa cipria con le bretelle nere e una sottile fascia sotto il petto del medesimo colore.
«Io direi che è meglio se indossi questo stasera!»
«Omo! E quello da dove salta fuori?» Esclamò Isabel, spegnendo il phon.
«L’ho preso stamattina a Myeong-dong. Non appena l’ho visto ho pensato ti sarebbe stato d’incanto! Avevi bisogno di un vestito per l’occasione…» disse Katrina, piena di entusiasmo.
«Oddio, Neechan! Stiamo solo andando a cena in uno dei ristoranti di Victor. Non è nessuna occasione speciale…» puntualizzò Isabel.
«Voglio vedere la faccia che farà Victor quando ti vedrà…» rise. «Vorrà chiuderti a chiave in una stanza pur di non mostrarti a nessuno…»
Il telefono di Isabel squillò improvvisamente.
«Kat, me lo porteresti? Dev’essere Victor… speriamo non sia in anticipo come suo solito o dovrà aspettarmi per molto questa sera…» Disse, spazzolandosi i capelli.
«Un messaggio. Che faccio lo leggo?» rispose Katrina dall’altra stanza.
«Sì!!!»
Seguirono istanti di silenzio.
«Insomma, chi era?» domandò Isabel, affacciandosi dal bagno.
Katrina non rispose. La guardò mesta, porgendole il telefono.

Sono appena arrivato a Seoul.
Prendo la mia macchina e vengo al tuo appartamento.
Non muoverti da lì.
Bogoshipoyo. (***’)

Min Ho

Le mani di Isabel tremarono. La vista le si annebbiò un poco e il cuore sembrava aver smesso di battere.
Dopo 23 giorni di segreterie telefoniche e messaggi vocali quasi identici:
- Sono a Shangai e non ho mai un minuto libero.
- Sono a Taipei, ho degli shoot e una serie di spot pubblicitari.
- Sono impegnato, non posso richiamarti.
- Dopo il concerto, ti chiamo.
- Mianè. Hanno organizzato il dopo serata con lo staff, ti chiamo il prima possibile.
Lee Min Ho era tornato e stava andando proprio da lei.
Sentì il volto rigarsi di lacrime.
Non importava quanti notte in bianco avesse passato, aspettando che la chiamasse. Non importava non aver mai ricevuto parole come mi manchi, ti penso… lui era tornato. Aveva sentito la sua mancanza e stava correndo da lei.
«Devo vederlo…» mormorò.
«Sei innamorata persa…» sottolineò Katrina.
I pensieri di Isabel caddero su Victor.
«Victor… non voglio prendermi gioco di lui… è così tanto buono e dolce con me…»
«Ma tu ami Min Ho…»
«Ma lui non può amare una come me… lui ha una vita frenetica, un mondo fatto di donne fantastiche come Bom, Park Min Young… Anche se amo Min Ho non posso permettere che il mio amore distrugga i sentimenti di Victor.»
Katrina parve spazientita dalle parole dell’amica.
«A me non importa un fico secco dei sentimenti di Victor, contano solo i tuoi… tutto il resto può anche a dare a quel paese e se tu non sei felice con Victor devi andare incontro alla tua felicità..»
«Unnie… con Victor mi sento al sicuro… Min Ho lo sento per messaggi vocali lasciati su Line… Non avrà mai del tempo per me.» disse Isabel, affranta.
«Allora perché vuoi vederlo?»
«Per rinunciare a lui, una volta per tutte.» disse, lentamente.
«Ne sei sicura?» Chiesa Katrina, facendosi più vicina.
«No… ma è quello che devo fare. Ho deciso… starò con Victor…»
Gli occhi pieni di lacrime rilessero il messaggio sul display: Bogoshipoyo.
Lo amava… e voleva vederlo.
Doveva vederlo.



Note:
  • Aja: coraggio
  • Eoseo oseyò: benvenutoNote
  • Yuki Kuran: protagonista femminile dell’anime nipponico “Vampire Knight”
  • Geuleom-yo: certo.
  • Weò: che c’è?
  • Takumi Usui/Misakichan: protagonisti dell’anime nipponico “Maid-sama!”
  • Pabò: scemo.
  • Eo?: corrispettivo di un’esclamazione del tipo Eh?/Uhm?
  • Cheonggyoncheon: spazio ricreativo pubblico nel centro di Seoul, situato nella suggestiva Gwanghwamun Square.
  • Joahae: quando lo pronunciano i coreani suona come un “ciuaè” e significa “mi piaci.”
  • Michyeo: pazza.
  • Bogoshipoyo: mi manchi

 
   
 
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