Epilogo
Sono passate soltanto undici
stupidissime ore.
Ho gli occhi cerchiati, lo sguardo fisso e inespressivo. Riavvolgo
quella scena
milioni di volte e ogni tanto il mio cervello si inceppa su quella
parola. Mi
tormenta. Giusto.
Cosa vuol
dire?
E quando arriva la parte del bacio,
be’… lì va
al rallentatore. Non so perché, ma mi fa stare sempre peggio
rivedere la sua
espressione. So soltanto che non me ne pento e, se potessi, lo rifarei.
Se lei
me lo permettesse. Ma non c’è, non è
qui. Se non mi ricordassi come suona la
sua voce, qual è il suo sapore, se non conoscessi
esattamente le sfumature
delle sue iridi, sospetterei davvero di essermi immaginato ogni
cosa… se non
sapessi che non è possibile sognare una cosa tanto perfetta,
lo crederei sul
serio.
E il rendermi conto che vorrei
rivederla ancora,
nonostante tutto, mi sgomenta terribilmente. Sapere che
l’unica cosa che
desidero davvero è poter sospirare ancora quando sorride,
quando arrossisce,
quando è nervosa, quando parla… oh, quello
sì, mi fa male. Tantissimo.
Guardo l’ora. Sono le
7.58. E devo ancora fare
le valigie. Ho deciso ti trasferirmi. Sbuffo. Solo ora mi rendo conto
di non
aver visto il Genio per tutta la notte: mi alzo e inizio a cercare
La trovo a pochi passi dal divano,
immobile sul
pavimento. Strofino il collo e il Genio appare dopo qualche secondo.
<< Oggi ti accompagno
al lavoro >>
annuncia con voce piatta. Annuisco debolmente e mi trascino in camera,
dove
nutro la speranza di raccattare qualcosa (qualsiasi cosa) da mettermi
addosso.
Poi la consapevolezza di essere lì lì per vederla
ancora mi colpisce in pieno
viso, con forza. Sento il curioso impulso di apparire impeccabile e
indifferente. Forse è scattato dentro di me il meccanismo di
autoconservazione
del mio orgoglio.
Mi preparo con cura, mentre il
Genio mi osserva
con solennità, appoggiato sullo stipite della porta.
<< Sei pronto?
>> chiede severo dopo
qualche minuto.
<< E’
presto >> protesto senza molta
convinzione. A dispetto di tutto, non mi importa gran che di andare al
lavoro,
se non per vederla un’ultima volta.
<< No
>> sibila ingiustamente per
tutta risposta, indicando con la mano l’orologio alla parete.
Segna le 8.27.
AH. Fremente di indignazione per il sorriso soddisfatto del Genio,
afferro
Attraverso l’Atrio
lentamente, facce più o meno
sconosciute mi passano davanti quasi senza che io me ne accorga.
Il cuore mi schizza in gola quando
vedo le porte
dell’Ascensore. Dentro non c’è ancora
nessuno. Schiaccio il pulsante con un
piccolo sette rosso sopra. Sospiro.
È tutto al rallentatore,
non riesco a capire
perché.
Ecco il primo piano. Non entra
nessuno. E chi
speravo di trovare? Sono solo. E, cosa più importante fra
tutte, assolutamente
privo di speranze. Infilo una mano in tasca e sfioro con la punta delle
dita
Sono immerso nei miei pensieri e il
suono del
campanello che annuncia il secondo piano mi fa trasalire. Tanto non
entrerà
nessuno. Inizio a fissare la lampada al neon appesa al soffitto.
Lampeggia.
Sento dei passi, ma non voglio
vedere nulla.
Chiudo gli occhi.
<< Buongiorno
>> saluta qualcuno
senza allegria. No, non qualcuno. Magari fosse qualcuno.
Qualsiasi persona… ma non lei. Ero convinto di desiderare
vederla, ma non è così: sento il respiro
mozzarsi.
Ssh. Lo sento. È il suo
profumo. Sento qualcosa
assalire la mia gola e iniziare a soffocarmi. Decido di aprire gli
occhi.
Ormai. Devo sembrare ridicolo.
Sento le porte richiudersi e
l’Ascensore
riprendere la discesa.
Finalmente li apro.
E sì, sapevo che era
lei. Deglutisco, tremante.
Le mani iniziano a sudare, sento caldo, molto caldo.
Me la trovo davanti, evita il mio
sguardo. Non
posso fare a meno di sorridere, perché ha ripreso a
tormentarsi il labbro.
C’è un
silenzio irreale, vibrante, denso. La
luce inizia a lampeggiare pericolosamente e una strana nebbiolina
invade
l’Ascensore. Mi guardo intorno, senza capire.
Ecco poi, quello che aspettavo.
L’Ascensore si
blocca, come nei film.
<< Ci deve essere un
guasto >>
sussurro con voce anonima. Provo qualche incantesimo, ma è
tutto inutile.
Sembra una magia.
<< Accidenti
>> esclama lei
sottovoce. Sono in preda ad un déjà
vu.
È una scena già vista, già sognata.
Una voce familiare mi fa sobbalzare.
<< Possibile? Non
posso lasciarti da sola
neppure per un giorno e tu mi combini questi casini?! >>
sbraita una
vocina stridula che conosco benissimo. Guardo il Genio e rabbrividisco.
Il suo
aspetto è una miscela confusa dei miei tratti e di quelli di
Ginny.
Lei rimane a bocca aperta,
sopraffatta dalla
sorpresa.
<< Tu…?
>> boccheggia, esitante.
<< Precisamente
>> conferma il
Genio, ora tranquillo. Mi dà sui nervi. Non capisco.
<< Perché
sei uscito? >> chiedo a
mezza voce. Ginny si volta a guardarmi, ma se ne pente,
perché abbassa
immediatamente lo sguardo.
<< Uscito da dove?
>> domanda
ingenuamente.
<< Dalla mia
Bottiglia. È nella tasca di
Draco >> precisa il Genio con soddisfazione. Anzi,
è sadico. Oh, se lo è.
Si diverte.
<< Voi due, piccoli
sciocchi >>
sbuffa teatralmente. << Come siete umani!
>>. Inarco un
sopracciglio, confuso.
<< Due piccoli
stupidi umani innamorati
>> continua con il suo tono superiore. Ginny arrossisce
fino alla radice
dei capelli.
<< Perché
lo sai di chi sei innamorata,
vero? >>. Ginny non risponde ed io ascolto, sempre
più ragionevolmente perplesso.
<< Oh, se lo
sai… te ne sei accorta un po’
di tempo fa, vero? E non hai mai voluto ammetterlo…
>> prosegue il Genio
con inusitata soddisfazione.
<< Io… tu
avevi detto… >> protesta
lei debolmente.
<< Rispondimi: quando
sei nata? >>
la interrompe il Genio, ora completamente serio.
<< Il
ventitrè settembre >> sussurra
lei.
<< Oh,
certo… a che ora? >>.
<< Le nove
e otto minuti … di sera >> la vedo
socchiudere gli occhi, con sempre
crescente incredulità.
<< Draco…
quando ti sei accorto di amarla?
>> si rivolge a me: trasalgo. Lo ricordo come se fosse
ieri.
<< Due anni fa, il
ventitrè settembre
>> rispondo ad alta voce, con finta disinvoltura. Lei si
volta a guardarmi
e i nostri occhi si incrociano. Le sorrido piano e incateno il suo
sguardo al
mio.
C’è silenzio.
<< Ginevra Weasley,
hai sbagliato… compleanno
>> spiega il Genio,
mentre noi continuiamo a fissarci con intensità
<< Quando vi siete
baciati, ieri sera… erano le nove e otto minuti, lo sai?
>>.
<< Oddio
>> boccheggia lei,
sgranando gli occhi.
Il Genio sorride, benevolo.
<< Non è
Harry Potter quello giusto… Voi
due siete anime gemelle. È scritto…
dovunque, nei vostri cuori >>.
E’ lei la prima a
risvegliarsi.
<< Draco
>> sussulto, la sua voce è
dolce, melodiosa << Non volevo credere di essermi
innamorata di te… io
ero davvero certa che lui… invece…
>>.
<< Shh
>> la interrompo.
<< Draco io ti amo
>> continua lei,
senza prestarmi attenzione << E’
così da sempre, e non l’ho mai saputo.
Ti amo, e basta. E forse è dire poco. Perché mi
sento invasa da te, sei i miei
occhi, le mie mani, le mie labbra… sei il mio sorriso, il
mio pianto, il mio
respiro, sei ogni gesto, ogni battito… perché tu
mi inondi di luce, porti pace,
serenità, amore al mio cuore. Ti sento in ogni mia cellula,
ti vorrei nell’aria
che respiro, nell’acqua che bevo… e mi chiedo ogni
istante se è davvero questo
amare… perché potrebbe essere davvero poco
provare questo nei confronti di un
angelo rubato al cielo. Ma se è davvero questo amare,
Draco… io ti amo
>>.
Il mio cuore si ferma. La osservo:
è bellissima,
come sempre. Solo che ora c’è una luce particolare
nei suoi occhi, li rende
luminosi e intensi, caldi, accoglienti. Avvicino le mia labbra alle sue
e mi
rendo conto che quello che ricordo del nostro ultimo bacio è
solo una
sensazione sbiadita rispetto ad ora. Perché la amo, e so di
essere amato.
Non mi accorgo che la luce si
è spenta del
tutto, nel frattempo.
Le nostre labbra si allontanano, ma
noi siamo
fusi, e non ha senso sciogliere il nostro abbraccio. Mi sento completo
e…
straordinariamente felice.
<< Il tuo ultimo
desiderio, Draco >>
sussurra delicatamente il Genio, nell’oscurità.
<< Ultimo?
>> chiede Ginny al mio
orecchio << E quali sono stati i primi due?
>>.
<< Ho chiesto di
riuscire a farti
innamorare di me… e ieri sera… volevo che Harry
tornasse da te >>
bisbiglio e la sento fremere. Mi bacia ancora.
<< Non è
tornato >> mormora lei e il
Genio ridacchia stranamente, in modo ammiccante.
<< Qual è
il tuo terzo desiderio, Draco?
>> ripete poi. Sorrido.
<< Non lo so
>> rispondo con
incertezza. So che Ginny sta arrossendo.
Il Genio ride.
<< Ginny…
Credo che anche lui sia
d’accordo sul tuo desiderio >>. Lei appoggia la
testa sul mio petto.
<< Quale desiderio?
>> indago senza
successo. Sento uno schiocco di dita e qualcosa che preme contro la mia
pelle,
all’altezza della tasca nel Mantello.
La luce si riaccende, ancora ad
intermittenza.
Infilo la mano nella tasca e tocco
l’oggetto che
mi molesta. Lo estraggo e rimango senza parole. È una
scatolina nera. Posso
immaginare cosa contenga.
La guardo e le sorrido con gioia
indescrivibile.
Non esiste desiderio più perfetto.
Mi allontano e, tremante di
emozione, mi
inginocchio ai suoi piedi.
<< Ginevra Weasley
>> inizio con
voce bassa e chiara << Prometto di amarti per
sempre… Mi vuoi sposare?
>>.
Mi guarda e non esita.
<< Sì
>> sussurra. Una sillaba e il
mio cuore impazzisce. Mi alzo e la bacio. Sento il Genio ritornare alla
sua
dimora. Non mi dà neppure il tempo di salutarlo: in fondo
però, penso che saprà
leggere la gratitudine nei miei pensieri.
L’Ascensore riparte con
un rumore secco e
rimaniamo ancora al buio.
<< Credevo
fosse il tuo sogno di sempre >>.
<< Che cosa?
>> domanda lei dolcemente.
<< Rimanere da
sola con me al buio >>.
<< Infatti, hai
ragione… Chi non chiederebbe di innamorarsi di te,
meraviglioso, perfetto,
Serpeverde purosangue? >> non c’è
traccia di ironia nella sua voce,
stavolta.
Tlin. Le luci si riaccendono e le porte
si aprono
sbatacchiando.
Esattamente come ve
lo immaginate: sono abbracciato a Ginny, la sto per baciare
e… Skreeeeek! (puntina del giradischi).
Entra qualcuno. Riuscite
ad immaginare chi? … Proprio lui.
<< Ginny
io…
>> Potter rimane pietrificato. È tornato da
lei… un po’ in ritardo, è
vero, ma le mie intenzioni erano assolutamente nobili.
<< Che fai
Malfoy?! Lasciala in pace! >> urla e si avventa su di me,
tentando di
allontanarmi. Inutile, ovvio. Non mi scollo di mezzo centimetro, ma lui non demorde, no!
<< Potter…
mi
sgualcisci il vestito >> Come sono cattivo.
Lui si ferma.
<< Ginny…
?
>> boccheggia. Allunga la mano per sfiorarle il viso, ma
lo spingo via
con… delicatezza e grazia, come mio solito.
Prendo la mano
sinistra di Ginny nella mia e uno scintillio di diamante rapisce gli
occhi di
Harry Potter.
<< Ginny, cosa
vuol dire… ? >>.
<< Sono
fidanzata >> risponde lei con semplicità e mi
guarda.
Lui sgrana gli occhi,
confuso.
<< Ginny, io
sono tornato… io ti amo… sposa me!
>>.
Con un colpo di bacchetta
faccio comparire un mazzo di margheritine di plastica e gliele porgo.
<< Mi dispiace
davvero, Potter >> gli sussurro e bacio Ginny lentamente.
Sì, ok, forse
sono un po’ sadico anche io…
Lo vedo andarsene via
a grandi falcate furibonde. Mi sento un po’ in colpa.
Pochino. Credo sia merito
della rieducazione operata dal Genio.
<< Che ne
faremo di lui? >> chiede lei, indicando la piccola
bottiglia nella mia
mano.
<< Non lo
so…
magari potremmo lasciarlo a Mrs Adams… chiederebbe delle
crocchette per Keffy…
>> propongo scherzosamente e lei ride.
<< Sarebbe
crudele >> lei mi guarda e sento ancora quel familiare
sfarfallio nel mio
stomaco.
<< Già,
è vero
>> ritorno serio e osservo
<< L’ultima
volta è stato lui a dirmi di lasciarlo da Magie
Sinister… >> dice Ginny
sorridendo.
In quel preciso
istante una scritta appare sul collo della Bottiglia. Con qualche
difficoltà,
riesco a leggere quelle due semplicissime parole… rimango
basito, sconcertato.
<< Cosa
c’è
scritto? >> indaga Ginny, curiosa.
Rimango in silenzio
per qualche istante.
<<
C’è scritto…
Draco Malfoy >>
rispondo
infine. Anche lei ammutolisce.
<< Grazie,
amico >> dico a mezza voce.
Prego, c’è scritto.
Rido.
Il mio Genio in
Bottiglia.
FINE
E poi, ta na na naaaaa... Una sorta di contenuto extra! Spero vi divertirà! La mirabile autrice è... pei_chan
E ora, in
quell’ascensore, erano solo loro.
Lui e lei.
Niente di
più giusto... niente di più sbagliato.
Due persone
apparentemente così diverse, eppure legate da
qualcosa.
Che fosse stato il
destino a decidere per loro?
Che fosse stato il
destino a farli finire nello stesso palazzo?
Che fosse stato il
destino a farli abitare nello stesso piano?
O forse semplicemente
il Genio...
Si guardarono negli
occhi: quelli di lui freddi e imperscrutabili,
quelli di lei pieni d’amore da condividere con qualcuno...
Non era la prima
volta che rimanevano soli, ma era la prima volta
in cui entrambi sentivano il bisogno,
la necessità
di fare qualcosa, di dire qualcosa... dovevano forse dichiarare i loro
sentimenti?
Ma nemmeno loro
sapevano cosa provavano realmente... era successo
tutto tanto velocemente da non permettere loro il tempo di ragionare,
di
riflettere su quella pazzia.
Sapevano che era
sbagliato, sapevano che non lo potevano fare...
lei infondo era impegnata, e lui era troppo nobile, troppo Purosangue
per stare
con una così.
Eppure tutto questo
non ora importava... e allora cosa importava?
Il fatto che i loro
volti si stessero avvicinando pericolosamente?
Il fatto che i loro
corpi stavano aderendo l’uno all’altro?
Il fatto che
sentivano il respiro dell’altro sulla pelle?
Il fatto che si
stessero baciando?
Baciare... un
semplice eufemismo.
Stavano dando vita ad
una danza, ad un duello, ad una lotta...
Le loro lingue si
incontravano, si scontravano, si venivano in
contro per poi respingersi...
Entrambi provavano
emozioni contrastanti... non sapevano imporre
il limite tra odio e amore... quindi, cosa stavano provando?
Non lo sapevano,
nessuno lo sapeva. Ma erano certi che qualunque
cosa stessero facendo, li rendeva felici.
Continuarono a
baciarsi per quelle che sembrarono ore e quando
arrivarono al loro piano tutto cessò.
Improvvisamente
vennero travolti da un unico sentimento: consapevolezza.
Sol ora capivano
quando tutto fosse sbagliato, solo ora capivano
che tra loro non sarebbe potuta mai nascere una storia, sono ora
capivano
quanto avrebbero sofferto per questo...
E mentre lei apriva
la porta di casa guardando a terra un nome
venne sussurrato dalle morbide labbra del biondo:
<<
Mrs Adams... >>
Nell'esile speranza di avervi diverito con la mia dilettevole produzione, ringrazio di cuore per l'ultima volta coloro che mi hanno seguito, letto e recensito!
mAd wOrld (con le sue faccette ---> *___*)
pei_chan (le tue cortissime recensioni da alberella nana e il tuo amore viscerale - ... - per il pairing innovativo Draco/Mrs Adams e la tua scarsa vista!)
_D_ffCOSO (e la tua sconcertante puntualità... membro numero 1 del fan club di Mrs Adams)
Mertymini2 (grazie tantissimo anche a te! xD)
Summer_Black (caVa con le scommesse dall'esito certo in nostro favore!)
_fVf_ (ultima ma non ultima! Grazie tesora, ti voglio bene)
e un saluto special a chi ha inserito Genie in a Bottle tra i preferiti!
1 - Alyenda2 - cl33
3 - gaiac88
4 - GinevraMalfoy90
5 - Lady85
6 - lelina
7 - Les
8 - lucia_hp
9 - mAd wOrLd
10 - Mana_chan
11 - Mertymini2
12 - ninfea_82
13 - Rayne
14 - sarina87
15 - Summer_Black
16 - _AngelikaTH_
17 - _chocola_
18 - _D_ffjunge_
Spero ci risentiremo presto, un bacio a tutti!
Ilaria