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Autore: callas d snape    18/10/2014    2 recensioni
L'infanzia di Maya può essere sintetizzata in un'unica parola: inferno. Senza genitori, sfruttata e maltrattata dal nonno per le sue doti, non si è mai sentita amata. Anzi, non si è neanche mai sentita umana. Spesso desidera di non essere mai nata o, addirittura, di morire!
Ma il Destino ha in serbo altri piani per lei, piani che sembrano tutti racchiusi nella D. del suo nome. E così affiancata da una "sorella" combinaguai dalle origini misteriose, una ciurma di pirati sconclusionata e un ragazzo di fuoco con cui condivide lo stesso dolore, Maya scoprirà la bellezza e la gioia dei sentimenti e inizierà una lotta contro il suo passato per cambiare il suo futuro ed essere felice.
N.B. Il rating potrebbe subire variazioni!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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LA SECONDA VOLTA NON SI SCORDA MAI!


 
Stava letteralmente morendo di caldo!
Per la centesima volta nel giro di pochi minuti, Maya si deterse il volto con un asciugamano di tela offertole gentilmente da Sanji. Aveva provato per tutta la mattina a sviluppare le ultime foto scattate, ma nel piccolo sgabuzzino che usava come camera oscura, non si riusciva a respirare e aveva quindi abbandonato l’impresa.
La ragazza spostò lo sguardo intorno a sé esasperata: sembrava che a nessuno dessero poi così fastidio i quasi trentacinque gradi che c’erano. Zoro si stava addirittura allenando e per questo lo odiava profondamente!
Beh, forse qualcuno messo peggio di lei c’era: il piccolo Chopper, l’ultimo compagno che avevano reclutato. Era un dottore proveniente dall’isola invernale di Drum dove si erano dovuti fermare a causa di una malattia improvvisa che aveva quasi ucciso Nami. All’inizio la piccola renna non voleva saperne di unirsi ad un gruppo di umani, ma Rufy non è un tipo a cui piace sentirsi dire no.
Così ora la ciurma era arrivata a otto elementi, più due ospiti speciali: la principessa Bibi di Alabasta e la sua papera Karl. A Maya non piaceva particolarmente Bibi: non le aveva mai fatto alcunché, ma il suo regno era sotto la protezione del Governo Mondiale e troppi brutti ricordi affioravano nella mente della bruna al sentire quelle due parole. Quindi si comportava in maniera educata con la loro ospite, ma nulla di più.
Syri al contrario andava d’accordo con tutti. Si era inserita subito bene all’interno del gruppo e aveva legato in maniera particolare con Rufy. A volte sembrava che i due avessero le medesime idee nello stesso preciso istante e capitava che l’uno si ritrovasse a finire il discorso dell’altra: la cosa era alquanto bizzarra, anche se almeno Syri, era un po’ meno avventata rispetto al capitano, grazie anche a Maya che riusciva a tenerla in riga il più delle volte!
La bruna si alzò dal suo nascondiglio in mezzo ai mandarini di Nami, l’unico posto dove aveva trovato un po’ d’ombra, e si diresse verso la cucina per prendersi una bibita fresca. Syri stava lì in piedi in mezzo alla sala: stava leggendo un libro mentre ogni tanto dava fugaci occhiate al timone per verificare che la navigazione procedesse bene.
“Come se ci fosse il rischio che scoppi una tempesta! Non tira un alito di vento da giorni!” pensò Maya aprendo il frigo che risultò essere praticamente vuoto. Avevano esaurito le scorte alimentari e non riuscivano a pescare niente da tre giorni. Se non avessero avvistato terra in breve tempo, sarebbero morti di fame!
Come se il cielo avesse ascoltato le sue preghiere, in quel momento Usop gridò: “Vedo un’isola proprio davanti a noi!”
Syri si affrettò a chiudere il libro per dedicarsi completamente alle manovre di approdo. La bruna si avvicinò al tavolo e prese il tomo tra le mani: da quando Chopper si era unito alla ciurma sua sorella aveva iniziato a leggere tutti i suoi testi di medicina. All’inizio tanto per ingannare una notte di guardia solitaria, poi la materia l’aveva del tutto conquistata e ormai aveva quasi concluso tutta la raccolta del dottore! Ma di questo non c’era da stupirsi: la bionda, infatti, aveva una velocità di lettura molto superiore alla media, più di 5.000 parole al minuto. Maya ricordava quando erano piccole e le prestava libri di narrativa o storia per tenerla impegnata e fuori dai guai: li finiva nel giro di poche ore e subito correva fuori a giocare dicendo che quei racconti erano una noia mortale! Per questo la maggiore era rimasta colpita quando l’aveva vista con quei tomi in mano e quando aveva chiesto spiegazioni, la sorella aveva replicato: “L’anatomia è così affascinante e misteriosa! Questa si che è roba forte, non quelle storielle che mi costringevi a leggere da bambina!”
“Maya, vieni a darci una mano con le vele!” La voce di Rufy la riscossi dai suoi pensieri: riposizionò il libro sul tavolo e si sbrigò ad ubbidire agli ordini del suo comandante.
 
Maya passeggiava tranquilla per le strade affollate della città portuale di Nanohana. Appena avevano attraccato, Rufy si era catapultato fuori dalla nave alla ricerca di cibo senza prima ascoltare quale sarebbe stato il piano d’azione per non farsi scoprire. Sarebbe stato comunque inutile, visto che il ragazzo faceva sempre di testa sua.
Era stata Nami a prendere in mano la situazione e a dividere i compiti tra i restanti membri della ciurma: Sanji si sarebbe occupato delle provviste e di recuperare qualche abito del luogo insieme a Chopper e Usop; Zoro sarebbe rimasto a guardia della nave con Bibi e Karl per evitare che venissero scoperti prima del tempo; infine Nami, Syri e Maya avrebbero raccolto informazioni e sarebbero andate alla ricerca di Rufy prima che finisse in qualche guaio.
La bruna aveva già raccolto parecchie informazioni e aveva anche acquistato un abito sobrio e comodo per la permanenza ad Alabasta: conoscendo Sanji, non poteva fidarsi di cosa avrebbe comprato come vestiario. Non voleva ritrovarsi costretta ad indossare abiti succinti e provocanti e in più, non poteva permettersi il lusso di far vedere ai suoi compagni la schiena: nessuno di loro sapeva del suo passato e per il momento, preferiva così.
Stava chiedendo ad un mendicante se sapesse di una qualche locanda nelle vicinanze, quando una voce ben nota le fece alzare di scatto la testa. Si voltò in tutte le direzioni, ma della persona in questione non c’era traccia. Maya scosse il capo dandosi della stupida: probabilmente se lo era immaginato, anche perché non c’era alcun motivo per cui lui si trovasse in quella parte della Grand Line in quel momento.
Riprese il suo percorso sperando vivamente che sua sorella non si fosse persa.
 
Doveva ammetterlo: si era persa!
Syri sbuffò scocciata in direzione del chiosco di spezie davanti al quale era già passata quattro volte. Perché aveva un senso dell’orientamento così scarso?!
L’ennesimo sospiro uscì dalle labbra sconsolate della bionda: era stanca, accaldata e stava morendo di fame! All’improvviso un profumino di carne arrosto giunse alle narici della piratessa. Inalando avidamente quell’odore così invitante, iniziò a camminare verso di esso fino a trovarsi di fronte una grande locanda.
La ragazza aveva le lacrime agli occhi. Stava per dirigersi verso l’entrata quando da essa uscì un turbine in jeans e canotta rossa.
“Rufy?!”
“Syri!” esclamò il ragazzo prendendola per un braccio e trascinandola con sé nella sua folle corsa.
“Rufy che cavolo sta succedendo?” La bionda correva più confusa che mai.
“C’è quel marine fumoso di Rogue Town che mi vuole catturare!” rispose il capitano prendendola per la vita e saltando su un tetto per evitare un fendente della sottoposta di Smoker.
I due compagni sfrecciavano per i vicoli della città mentre un numero sempre maggiore di marines stava loro alle costole. Eppure la ragazza aveva come la sensazione che ci fosse qualcun altro sulle loro tracce, qualcuno che non fosse un marine e che sicuramente non sarebbe rimasto in disparte ancora a lungo.
 
Maya guardava un po’ dispiaciuta Sanji rannicchiato in un angolino, il morale sotto i tacchi e il vestito respinto ancora tra le mani. Come aveva previsto l’abito era veramente troppo scollato per i suoi standard, così lo aveva rifiutato gentilmente, non abbastanza però, dato lo stato in cui si era ridotto il cuoco.
Prima che potesse dire qualsiasi cosa per risollevargli il morale, ci pensò Zoro a riscuotere il biondo dal suo stato catatonico con una delle sue solite provocazioni. I due iniziarono a discutere animatamente, finché un violento pugno di Nami si abbattè sulle loro teste facendo concludere il litigio.
“Basta! Abbiamo altro a cui pensare: non solo non abbiamo ritrovato Rufy, ma adesso abbiamo perso anche Syri! Quei due saranno la mia rovina, lo so!”
In quel preciso momento, come se fossero stati richiamati dalle imprecazioni della navigatrice, le due piaghe sopracitate comparvero da una strettoia sulla destra con uno stuolo di marines alle calcagna.
Appena si accorsero dei loro compagni, i due iniziarono a correre verso di loro portandosi dietro l’intero plotone militare e costringendo, così, tutto il gruppo alla fuga.
Ad un tratto dalla schiera di soldati emerse l’imponente figura di Smoker che caricato il suo famigerato pugno, era pronto a colpire Rufy e finalmente ad arrestarlo.
Ma il colpo non andò a segno. Una parete infuocata si era frapposta tra i Mugiwara e la marina bloccandole così il passaggio.
Dalle fiamme emerse un ragazzo alto, moro, a petto nudo e con un particolare cappello arancione da cowboy. I pirati osservavano il nuovo arrivato con sguardo indagatore; solo tre di loro avevano il volto pervaso da stupore misto ad incredulità.
“Ace?!”
 
Maya era rannicchiata in disparte su un angolo della Merry mentre Rufy stava spiegando alla ciurma che quel ragazzo misterioso altri non era che suo fratello maggiore. Appena lo aveva saputo, la bruna aveva sgranato gli occhi per la sorpresa: si era inconsapevolmente imbarcata col fratello del ragazzo che amava. Possibile che fosse stata solo una coincidenza?! Ma c’erano comunque alcune cose che non le tornavano: Ace le aveva detto che sua madre era morta di parto e Gold Roger era stato giustiziato cinque anni prima della nascita di Rufy. Come potevano essere fratelli di sangue?!
Tuttavia per il momento aveva problemi più urgenti da affrontare: per esempio l’incontro con il fiammifero che le aveva illuminato i pensieri negli ultimi tre anni. Era solo questione di minuti prima che Ace li raggiungesse sulla nave come aveva preannunciato prima di ingaggiare uno scontro con quei poveri marines. Fortunatamente il ragazzo non l’aveva notata allora, essendo nascosta dall’ampia schiena di Zoro, ma non poteva sperare di sfuggirgli una volta che fosse giunto sulla barca!
Era terrorizzata. Aveva aspettato quel momento per tutto quel tempo e ora che era finalmente arrivato si accorgeva di non essere pronta. Lo stomaco le faceva male da morire, non riusciva a respirare regolarmente e un milione di idee le vorticavano nella testa, una peggio dell’altra.
Stava sentendo distrattamente Rufy vantarsi del fatto che nonostante non fosse mai riuscito a battere il fratello in passato, ora ne sarebbe stato perfettamente in grado, quando un’altra voce si aggiunse alla risata sguaiata del capitano; una voce calda, profonda, dolce che ricoprì la schiena di Maya di brividi.
“Sei proprio sicuro di potermi battere?”
“Ace!” strillò il comandante per poi abbracciare stretto il fratello.
“È bello rivederti Rufy! Ed è un piacere conoscere i tuoi compagni. Vi ringrazio per esservi presi cura del mio fratellino!” Il moro si profuse in un inchino rispettoso lasciando tutti basati per la differenza di carattere e comportamento tra i due ragazzi.
“Ace!” L’interpellato volse lo sguardo verso la voce che lo aveva chiamato e sgranò gli occhi stupito.
“Syri?!” riuscì a dire prima che la bionda gli saltasse al collo. La sollevò in aria e fece un giro su se stesso, per poi allontanarla per osservarla meglio. “Ma guardati! Come sei cambiata, quasi non ti riconoscevo! Sei diventata proprio una bella ragazza e ti sei fatta crescere anche un po’ i capelli: non l’avrei mai detto!”
“Ma voi vi conoscete?” Rufy era un po’ sorpreso da quella scena.
“Sì, quando ho iniziato il mio viaggio sono stato ospite per un periodo di Syri e della sua famiglia.” rispose prontamente Ace. Poi si rivolse nuovamente alla bionda: “A proposito, come sta Maya?”
“Potresti chiederlo direttamente a me!”
Il ragazzo si voltò verso la proprietaria di quella voce: Maya si era avvicinata al resto del gruppo, rimanendo però un po’ arretrata rispetto agli altri. Ace le si avvicinò fino a trovarsi occhi negli occhi con la bruna.
“Ehi.” disse lui.
“Ehi.”riuscì solo a rispondergli lei.
Poi accadde. Fu talmente veloce da cogliere tutti impreparati: Ace prese il volto di Maya tra le mani e la baciò incurante dello sguardo stralunato dei presenti e di nove mascelle che toccarono terra contemporaneamente (quella di Rufy toccò davvero il pavimento!). La ragazza dopo un iniziale shock decise di rispondere, ma non nel modo che tutti si sarebbero aspettati: infatti caricato un pugno, scaraventò il povero Ace contro l’albero maestro, facendolo scricchiolare pericolosamente e facendo venire un infarto ad Usop. Poi biascicando un ‘coglione’ a denti stretti, si ritirò nella sua cabina lasciando tutti di stucco.
Ace dopo un attimo di smarrimento, si alzò in piedi massaggiandosi gli addominali e calandosi il cappello sul volto, sorrise: non era cambiata per niente in quei tre anni!
 
Maya stava stesa a pancia in su sul proprio letto guardando distrattamente il soffitto, quando la porta cigolò annunciando l’entrata di qualcuno. Non servì neanche che guardasse per capire chi fosse il nuovo arrivato: solo una persona era tanto folle da avvicinarla quando era in quello stato.
“Va’ via Syri, non ho voglia di parlare adesso.” disse voltandosi di lato. Nonostante la minaccia, sentì alle sue spalle il materasso inarcarsi sotto il peso di una seconda persona. Rimasero in silenzio per quelle che a Maya parvero ore, ma che, forse, non erano che una manciata di minuti.
“Preparati ad una bella lavata di capo da Usop!” disse alla fine la minore. “Gli hai fatto davvero temere per l’incolumità della Going Merry! Si è attaccato all’albero maestro come una cozza e lo accarezza spasmodicamente sussurrando frasi rassicuranti: non sta per niente bene! Quello messo peggio, però, è Sanji: gli è venuto sul serio un colpo! Pensa che Chopper ha dovuto…”
“Piantala con questa farsa Syri, è inutile! Tanto so che l’hai notato anche tu.” la interruppe la bruna. “Non aveva l’anello.”
“Ci possono essere una miriade di motivi per cui non lo portava. Insomma, ti ha baciata davanti a tutti: qualcosa vorrà pur dire!”
La maggiore si mise seduta per guardare la sorella negli occhi. “Te lo dico io cosa significa: lui ha visto che io portavo ancora questa stupida fedina e ha deciso di approfittarne prima che tirassi in ballo il discorso!” Si tolse l’oggetto incriminato e lo lanciò dall’altra parte della cabina.
“Adesso stai esagerando: Ace non è una persona così meschina!” la redarguì la bionda.
Maya sospirò affranta: “Lo so.” Detto questo si rimise sdraiata dando le spalle alla sorella.
“Senti, a quanto pare Ace ha una faccenda da sbrigare qui ad Alabasta: quindi rimarrà con noi per un po’. Cerca di riprendere il tuo proverbiale autocontrollo. Capisco che non sarà facile, ma…”
“Non preoccuparti: so che tu e, in special modo, Rufy, siete al settimo cielo per la sua improvvisata e anche agli altri sembra stare simpatico. Non ho intenzione di fare la guastafeste, mi comporterò civilmente. Ora lasciami un po’ sola, per favore.”
La bionda annuì in silenzio ed uscì dalla stanza lasciando la sorella nel panico più totale: per lei si prospettavano delle giornate infernali all’orizzonte.
Si alzò dal letto e si affacciò all’oblò: in lontananza vide una persona su di una strana imbarcazione fronteggiare contemporaneamente cinque navi col simbolo della Baroque Works. Riconobbe la figura di Ace, ancora prima che si cimentasse nella sua tecnica più famosa, quella che gli dava il soprannome: il Pugno di Fuoco.
Si ritrovò a sorridere involontariamente: era bello sapere che certe cose non erano cambiate nonostante il trascorrere del tempo.
Si allontanò dall’oblò decisa a ritornare tra i suoi compagni per essere sommersa da mille domande, ma non prima di aver dato un ultima occhiata al ragazzo là fuori ed aver sussurrato: “Il solito esibizionista!”






N.d.a.
Saaaaaaaaaaalve. Lo so sono in ritardo, chiedo umilmente scusa!
Allora che dire? Ace è tornato e sembra che per lui non valga più la promessa. Ma sarà veramente così? Come avrete capito, dal prossimo capitolo dovrò abbandonare la linea temporale del manga e seguire gli episodi filler dell'anime.
Ringrazio come sempre, chi segue/preferisce/ricorda questa storia, chi la recensisce e chi la legge solamente (siete tantissimi, fatevi sentire please!).
Ci sentiamo a novembre, si spera puntualmente sta volta.
Baci e saluti. C.S.
P.s. Mi stavo quasi per dimenticare! Ringrazio tutti quelli che hanno letto/recensito/preferito/ricordato la mia flash su Trafalgar Law, "Broken Boy". Siete stati fantastici grazie! Ciao a tutti!
  
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