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Autore: breath    18/10/2014    5 recensioni
°Seguito di Ride°
E' facile buttarsi a capofitto nel vortice della vita di cinque rockstar, farsi trascinare dalla corrente dell'alcool, delle droghe, del sesso e della musica dimenticandosi di piantare le proprie radici su un terreno solido.
Per Bonnie, l'aver conosciuto Slash e i Guns N' Roses equivaleva al muoversi a ritmo di musica su un palcoscenico illuminato da un milione di luci scintillanti. Ma se le luci si spengono e la musica cambia, quel palcoscenico manterrà il suo splendore? Bonnie dovrà camminare al buio in cerca del suo interruttore, senza sapere se la mano che sta stringendo la guiderà o la spingerà lontano facendola cadere.
"Bite the hand that feeds
Tap the vein that bleeds
Down on my bended knees
I break the back of love for you."
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sweeter than Heaven, hotter than Hell'
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"Blood lust tonight, bite my tongue and hold it  in
 From deep inside she aches for every part of  him
 In the rapture of the midnight sun
 She is longing for immortal love
 Blue moon hangs high, tell me will it ever  end?
 [...]
 And in the madness of this love
 She won't surrender till it's done
 And so I'm lost away, 
 God this night could last forever."
|Slash ft. Myles Kennedy and the Conspirators - Bad Rain|


Bonnie si alzò sulle punte e cercò di vedere al di là del muro di persone davanti a lei. Sbuffò impaziente e si riabbassò, facendo sì che il suo campo visivo venisse nuovamente del tutto invaso da una miriade di teste, per poi ripetere lo stesso movimento di prima. 
Dopo un paio di minuti passati in quel modo, scatenando le occhiate, curiose o infastidite a seconda dei casi, di parecchie persone, intravvide quello che stava cercando: una chioma biondo cenere e una figura esile che camminava trascinando a fatica due enormi valigie.
- Cassie!- 
La chiamò a voce alta cercando di raggiungerla. Quando la diretta interessata la vide, mollò le valigie e le corse incontro abbracciandola forte, scatenando un'altra serie di occhiate curiose nella loro direzione, come se i presenti non avessero mai assistito all'incontro di due amiche dopo mesi di separazione.
- Mi sei mancata così tanto!- 
- Anche tu...- rispose la mora beandosi della serenità che quel ricongiungimento le provocava.

- Allora come vanno le cose qui in Occidente?- 
Cassie aveva parlato per tutto il viaggio in macchina della sua esperienza, delle difficoltà iniziali nel capire e nell'adattarsi a una nuova cultura ma dell'amore per quel Paese; le aveva rivolto quella domanda solo quando ormai erano arrivate a casa.
- Bene, certo non abbiamo la Cerimonia del tè e le Geishe ma ce la caviamo- scherzò la mora riferendosi ad alcune delle tante lodi che Cassie aveva intessuto alle usanze e alle tradizioni giapponesi, a suo dire interessanti come nient'altro al mondo. 
- Slash come sta?- chiese a quel punto la bionda, decidendo di andare subito al sodo. 
Vide la mora esitare un momento prima di sorriderle e risponderle.
- Meglio, cioè in realtà si fa ancora di coca... cerca di evitare di farlo quando ci sono io però, come se non lo sapessi!- esclamò sarcastica.
- E a te va bene questa cosa?- 
Bonnie sorrise, si era dimenticata quanto l'amica fosse perspicace e quanto fosse difficile eludere le sue domande.
- Non proprio ma cosa posso farci? Non posso pretendere che si trasformi in un'altra persona, lui è sempre stato così e io l'ho sempre saputo, non posso pretendere di cambiarlo e... insomma finché si tratta solo di qualche striscia non ne posso fare un dramma no?- 
Sorrise nervosamente.
- Ma sei felice?- 
Quella era una domanda all'apparenza così semplice ma in realtà difficilissima, soprattutto se voleva essere sincera con Cassie; qualche mese prima non avrebbe avuto dubbi sulla risposta ma adesso stava tentennando. 
Era ancora felice? 
Nonostante spesso le tensioni fra loro fossero palpabili e nonostante alcool, droga e i problemi con la band non aiutassero, lei era felice? 
- Non lo so... penso di sì, solo che è tutto così difficile certe volte! E quando sono a un passo dal lasciar perdere ecco che le cose migliorano e mi dico che non posso rinunciare a quei momenti, che alla fine preferisco affrontare mille brutti momenti se questo significa averne anche solo uno bello.- 
Cassie la guardò in silenzio e la mora si accese una sigaretta per cercare di sfuggire al suo silenzioso esame.
- Se dici che ne vale la pena ti credo ma ti ripeto, e ti giuro che poi non lo farò più, che un rapporto non deve per forza avere tutti questi alti e bassi e potresti trovare qualcuno con cui essere sempre felice, come ho fatto io.- 
Bonnie scosse la testa sconsolata.
- Anche io vorrei percorrere la strada più facile, se solo ci fosse! Ma nel mio caso non c'è perché lui mi è entrato qui- disse mettendosi una mano sul cuore 
- E non riesco a mandarlo via, non voglio farlo!- 
Cassie a quel punto non disse più niente, capì che Bonnie era fin troppo legata a Slash e che, sebbene quella relazione spesso fosse solo una fonte di sofferenza, non era pronta ad allontanarsi da lui, a lasciarlo andare. 
Si limitò a trasmetterle con un abbraccio il suo affetto e la sua solidarietà, sperando di trasmetterle così anche un po' di serenità. 
Anche se l'amica aveva cercato di mascherarlo, si era accorta che c'era qualcosa in lei che le dava pace, anche quando rideva e sembrava serena.

- Allora questa sera esci con Robert?- chiese Bonnie dopo poco, desiderosa di cambiare il prima possibile discorso.
- Sì, mi porta a cena! Tu cosa fai?- 
- Devo vedermi con Slash e gli altri al Rainbow.-
- Gli altri della band?- 
La mora scosse la testa.
- Forse ci sarà Duff ma gli altri se ne stanno per i cazzi loro. Izzy non viene in città da settimane, Steven adesso è in riabilitazione, anche se non so quanto resisterà questa volta prima di scappare e Axl è sempre più strano. Da quando Erin è rimasta incinta litigano più spesso del solito e lui sparisce per dei giorni senza far sapere a nessuno dove va... fra un mese hanno in programma un concerto al Farm Aid e spero veramente che si rimettano un po' in sesto tutti quanti. Ma non parliamo di loro! Dimmi come va con il tuo bel biondone tenebroso!-

Poche ore dopo, quando Cassie era già andata via insieme a Rob, Bonnie si avviò a piedi verso il Rainbow. 
Il locale era strapieno e non riuscì ad individuare nessun viso familiare finché da un tavolo non vide il braccio di Duff alzarsi e la sua voce richiamarla. 
Si avvicinò a fatica al tavolo facendosi largo tra la folla e finalmente riuscì a individuare anche gli altri occupanti di questo. A parte Slash, Duff, West e Michelle non conosceva nessuno quindi Duff, esageratamente allegro perfino per i suoi standard, si premurò di fare le presentazioni. 
- Io vado a prendermi una birra- disse Bonnie dopo. Anche se erano a inizio Febbraio nel locale c'era un caldo pazzesco e lei aveva voglia di rinfrescarsi ed allontanare un po' i pensieri che la chiacchierata con Cassie avevano risvegliato in lei, disturbando il sonno di quel mostro pieno di paure e diffidenza che ormai albergava in lei come un gigante pronto a risvegliarsi da un momento all'altro. 
- No, no rimani qui, questa sera abbiamo una cameriera tutta per noi- disse Duff gongolando.
- E come mai?- chiese la mora alzando un sopraciglio.
- Siamo i fottuti Guns n' Roses piccola ecco perché- rispose Slash, tacendo sul fatto che non erano presenti neanche la metà dei Guns a quel tavolo, prendendola per i fianchi e attirandola a sedere vicino a lui per poi stamparle un bacio entusiasta sulle labbra mentre West chiamava la cameriera che a quanto pareva doveva essere a loro completa disposizione. 
La poveretta era la classica brava ragazza che aveva bisogno di un lavoro per pagarsi almeno parte della retta del college e non pesare troppo sui genitori. 
Anche se si vedeva che aveva già fatto quel lavoro, al Rainbow sembrava un pesce fuor d'acqua e per sua sfortuna era anche molto carina. 
Si avvicinò al loro tavolo sorridendo cortese ma anche leggermente spaventata e chiese loro cosa volevano.
- Un altro giro per tutti di birra e poi una bottiglia di Jack, giusto Slash?- disse West sporgendosi sul tavolo per incrociare lo sguardo del riccio che annuì mentre si accendeva una sigaretta.
- E poi magari vieni a stare un po' qui con noi dolcezza così ci divertiamo tutti insieme- aggiunse Duff facendole l'occhiolino. 
La ragazza spalancò gli occhi ed arrossì per poi dire con voce flebile, tanto che Bonnie dovette indovinare dal movimento delle labbra quello che aveva detto
- Arrivano subito- e sparì veloce nella folla.
- Duff mi sa che più che affascinarla l'hai spaventata- disse Michelle tra le risate di tutti.
- Sta solo facendo la preziosa- disse Duff noncurante per poi bere un sorso generoso dal suo bicchiere. 
Bonnie lo osservò: da quel triste Natale il biondo si era lasciato andare alla deriva ancora di più, per quanto fosse possibile e, sebbene  non ne avessero mai parlato, sapeva che stava cercando di soffocare in quel modo tutta la sua tristezza e la sua delusione per quel matrimonio fallito.  
Duff si accorse del suo sguardo e le fece l'occhiolino allegro, apparentemente privo di ogni pensiero e preoccupazione; Bonnie gli sorrise in rimando e distolse lo sguardo ignorando quell'accenno di amarezza che aveva scosso ulteriormente la sua inquietudine, facendole desiderare ancora di più di soffocarla con qualcosa di alcolico. 
Al silenzioso richiamo della sua mano posata sulla schiena, si girò verso Slash, che stava aspirando da una canna appena accesa, gli mise una mano sulla gamba e si sporse verso di lui, avvicinando le labbra alle sue fin quasi a toccarle in modo che lui espirasse il fumo direttamente nella sua bocca. 
Lo sentì scorrere giù fino ai suoi polmoni, lo trattenne e lo buttò fuori. Si appoggiò allo schienale del divanetto e chiuse gli occhi mentre il riccio si chinava per baciarla con trasporto, giocando con la sua lingua. 
Si lasciò trasportare da quelle sensazioni con in sottofondo il chiacchiericcio degli altri e la musica. 
Presto sarebbe stato tutto più leggero, sarebbe stata meno assordante l'assenza degli altri, sarebbe stato meno evidente che Duff si stava distruggendo per dimenticare, sarebbe stato meno importante il fatto che lei avesse bisogno di annegare nel fumo, nell'alcool e nel corpo di Slash per sentirsi meno triste. 
Un altro paio di tiri, ancora un paio di minuti.

Era passata un'ora, o forse più, il suo cervello annebbiato non teneva conto dello scorrere del tempo mentre lei si lasciava trasportare dalla dolce corrente dell'oblio. Solo ogni tanto un particolare attirava la sua attenzione e si imprimeva nella sua testa come un'istantanea di un film: il sorriso di West, la fiamma luminosa che si liberava da un accendino mentre  Michelle si accendeva una sigaretta, la chioma di Duff che quella sera era particolarmente gonfia, la presenza della mano di Slash sulla sua gamba o le sue labbra che invadevano all'improvviso la sua personale bolla e morbide la assaggiavano come se fossero state un frutto di fine estate.

A un certo momento però il bisogno di andare in bagno, succedeva sempre così quando beveva troppa birra, si fece tanto impellente da costringerla ad abbandonare la placida isola che si era costruita a quel tavolo. 
Si alzò e con passo barcollante si avviò verso il bagno. Spinse con la mano la porta in legno scuro e si diresse verso una delle cabine, cercando di ignorare i suoni di una persona che stava vomitando nell'abitacolo di fianco. 
Si stava lavando le mani quando la porta si aprì e una persona che non si sarebbe mai aspettata di vedere fece il suo ingresso. 
Mandy si bloccò sul posto e la guardò spalancando i suoi grandi occhi azzurri mentre Bonnie faceva lo stesso. Si guardarono in silenzio, non si erano più sentite da quella sera, poi finalmente la bionda aprì la bocca per parlare. 
- Come va?- Bonnie incrociò le braccia sul petto e guardò per terra. Nonostante avesse capito che le parole di Mandy di un mese prima erano dettate perlopiù dal fatto che fosse sconvolta per la rottura con Duff, nel ricordarle bruciavano ancora.
- Bene... tu?- disse infine alzando lo sguardo su di lei che cominciò a parlare velocemente gesticolando e cercando di mascherare l'imbarazzo evidente di cui era preda.
- Bene, molto bene! Da quando ho smesso con la coca e quelle merdate tutto sta andando meglio... mi sto anche vedendo con qualcuno.- 
- Bene, sono contenta- rispose la mora a disagio, non vedeva l'ora che quella conversazione finisse per tornare al tavolo. 
Non odiava Mandy, era pur sempre stata una sua amica e confidente in molti momenti, ma in quel preciso istante la sentiva molto lontana da lei e, complice la maggiore sensibilità data dall'erba e dall'alcool, si sentiva estremamente a disagio.
- Senti Bonnie... in questo mese ho voluto chiamarti un sacco di volte per scusarmi di quello che ti ho detto ma non ne ho mai avuto il coraggio quindi te lo dico adesso. Mi dispiace! Ero sconvolta, avevo bevuto prima che tu arrivassi e non ero molto in me, ho sbagliato a dirti quelle cose! Ci sei sempre stata per me quando io e Duff litigavamo e non avevo il diritto di aggredirti così, di mettere in dubbio il tuo rapporto con Slash.- 
Si fermò in attesa di una sua reazione.
- Ok grazie... capisco che eri sconvolta- disse Bonnie evitando il suo sguardo, ancora a disagio.
- Mi puoi perdonare?- La mora annuì e a sorpresa si ritrovò la bionda abbracciata a lei; la strinse a sua volta e poi, dopo poco, si staccarono entrambe leggermente imbarazzate.
- Come stanno gli altri?- le chiese subito dopo Mandy, più rilassata ora, evitando di pronunciare il nome di Duff anche se era evidente che era più che altro interessata a sapere come stesse lui.
- Bene, come al solito in realtà... Slash e Duff sono di là.-
- E con Slash come sta andando?- le chiese dopo, abbassando la voce e guardando una ragazza che usciva dall'abitacolo, pallidissima e con un'espressione di evidente malessere sul viso. Si scambiarono un'occhiata e la ragazza cominciò a sciacquarsi la bocca ignorandole. 
Bonnie e Mandy si allontanarono di qualche passo appoggiandosi contro il muro. 
- Bene, noi stiamo bene.-
- Lui è ancora pulito?- 
Bonnie fece una smorfia, non voleva affrontare quell'argomento con lei ma allo stesso tempo non voleva mentirle.
- Più o meno... ha ricominciato con la coca, ma non più come prima- sputò infine a fatica quell'ammissione senza guardarla, aveva paura di leggere aria di trionfo sulla sua faccia. Mandy però si limitò ad annuire silenziosa, senza dire più niente ma, quando Bonnie aprì la bocca intenzionata a dire che sarebbe tornata di là, parlò di nuovo
- Tu stai bene? Come la stai prendendo?-
- Non sto pensando di cominciare anche io, se è questo che intendi...- si ritrovò a rispondere ripensando a quello che la bionda le aveva detto tempo prima, che anche lei rischiava di cadere in quel vortice. Forse, di tutte le parole dette da Mandy, erano proprio quelle che la spaventavano anche in quel momento perché, sebbene cercasse di non pensarci troppo, sapeva che era stata più volte tentata di tirare anche lei una piccola, innocente striscia, solo per provare quella gioia e quell'estraniamento dalla realtà che leggeva spesso sui visi dei loro amici. Ma alla fine si ricordava sempre anche della paranoia, della estrema fragilità mentale e del fatto che quasi mai una striscia bastava, soprattutto se si voleva scappare dalla realtà. E allora si diceva che un po' di Jack l'avrebbe aiutata comunque e lasciava perdere cercando di dimenticare quei momenti di debolezza.
- No no non volevo dire questo. Bonnie, tu sei una ragazza forte, ce ne vuole di fegato per stare sempre con ragazzi come loro e resistere ma devi essere consapevole che anche a te può capitare di scivolare e mi preoccupo perché non vorrei mai che succedesse... adesso che sono pulita sono ancora più consapevole di quanto sia facile cadere nel tunnel delle droghe pesanti e quanto sia invece difficile uscirne... -
- Lo so benissimo... ma anche se volessi provare, non penso che dovrei giustificarmi con nessuno perché io faccio quello che voglio della mia vita- rispose scaldandosi. 
Mandy alzò le mani ai lati della testa e sorrise nervosamente.
- Ehi lo so, lo so, non volevo farti arrabbiare... scusa, non ne parliamo più.- 
Bonnie le rivolse un'occhiata tesa. 
- No scusa tu, non volevo scaldarmi così è che mi sto stancando di sentire che stare con Slash mi fa solo male! - 
Mandy annuì, decidendo di non commentare quell'ultima affermazione, e le porse il mignolo sorridendo.
- Facciamo pace?- 
La mora non poté resistere a quell'infantile offerta di pace e le sorrise, stringendole a sua volta il mignolo con il proprio.
- Vuoi venire a salutare gli altri visto che sei qui?- le chiese mentre lasciavano finalmente quel bagno che era stato testimone della loro riappacificazione.
- Hmm sì! Perché no? Pensi che a loro dispiacerà?- 
Bonnie in quel momento si diede della stupida perché non aveva pensato che probabilmente al biondo bassista non avrebbe fatto molto bene vedere la sua ex moglie. Quando aveva fatto la proposta a Mandy non aveva riflettuto più di tanto ma adesso era troppo tardi per rimediare. Sperò con tutta se stessa che Duff fosse sufficientemente sbronzo e fatto per non rimanerci troppo male dopo quell'incontro.
- No, saranno tutti contenti di rivederti- disse sorridendole. 
Mentre si stavano avvicinando al tavolo videro che un paio di ragazzi erano già lì. Bonnie inizialmente aveva pensato a dei fan, era già capitato quella sera che venissero interrotti da questi per una stretta di mano o un autografo, ma poi notò le espressioni tese di tutti e sentì Mandy al suo fianco dire.
- Oh no... - 
Si girò verso di lei interrogativa.
- Quello è il mio ragazzo e i suoi amici! Perché sono andati da loro?- disse poi preoccupata poco prima di arrivare anche loro al tavolo. 
Duff notò Mandy e i suoi occhi vennero attraversati da un fugace lampo di tristezza prima di rivolgersi di nuovo al ragazzo che si trovava proprio di fronte a lui in piedi, circondato ai due lati da altri quattro ragazzi, solo il tavolo li divideva.
- Devi lasciarla stare hai capito? Mi sono stancato di sentirla parlare di te!- disse quello che a quanto pareva era la nuova fiamma di Mandy, ignaro della presenza delle due ragazze alle sue spalle.
- Ehi amico io non ho fatto niente. Che ci posso fare io se parla ancora di me? E' un suo problema, non mio- rispose Duff con un tono tranquillo e strafottente che innervosì ulteriormente il ragazzo il quale strinse i pugni. 
Mandy a quel punto gli mise una mano sulla spalla. 
- Ehi Billy lascia stare ok?- 
Il ragazzo la guardò sorpreso, rendendosi conto solo in quel momento della sua presenza. 
- Stanne fuori Mandy, è una cosa che dobbiamo risolvere io e lui- le disse, probabilmente solo per non sfigurare davanti ai suoi amici facendo quello che la sua ragazza gli consigliava.
- Non capisco cosa dobbiamo risolvere amico, visto che io non c'entro niente- disse Duff insolente soffiando con sfida il fumo nella sua direzione. 
Billy lo guardò, l'odio che traspariva dai suoi occhi si faceva ogni secondo più intenso.
- Andiamo fuori che te lo spiego per bene- disse fra i denti stringendo un pugno nell'altro per essere sicuro che le sue intenzioni fossero ben chiare.
- Andiamo fuori allora!- urlò Duff allegro, minimamente preoccupato della stazza del ragazzo e del fatto che lui a malapena si reggesse in piedi.
- Billy non farlo!-
Mandy provò di nuovo a far ragionare il suo ragazzo ma lui la ignorò e la ragazza non osò fare la stessa richiesta a Duff, anche perché probabilmente il risultato non sarebbe stato migliore. 
Si diressero allora tutti fuori: Billy e i suoi amici per primi seguiti da Duff, Slash e gli altri ragazzi. 
A seguire quell'insolita compagnia c'erano le ragazze: Mandy e Bonnie preoccupate e Michelle tranquillissima, una sigaretta tra le labbra e le braccia intorno alle loro spalle.
- State tranquille, quei ragazzi anche da sbronzi picchiano duro.-

Alla fine Michelle ebbe ragione: nonostante Duff non fosse molto in sé, ebbe la meglio; riuscì ad abbassarsi in tempo quando il pugno di Billy fendette l'aria, mancandolo, e ne sferrò subito uno a sua volta centrando in pieno viso il ragazzo che cadde per terra con un urlo di dolore e si portò subito le mani al naso che sanguinava copiosamente. Fortunatamente non fu disturbato dai suoi amici perché questi erano impegnati con gli altri ragazzi che si stavano facendo valere nonstante fossero tutti più mingherlini. 
Bonnie osservava con il fiato sospeso Slash che sembrava divertirsi un mondo: il riccio era agile e, lo vedeva dalle smorfie di dolore che ogni tanto attraversavano il viso del suo avversario, non si sprecava a colpire con tutta la sua forza.
- Avanti bello, che aspetti?- urlò a un certo punto euforico, allargando le braccia dopo l'ultimo colpo dato allo stomaco. 
Bonnie si portò una mano alla bocca trattenendo il fiato quando l'altro ragazzo accettò il suo invito con un pugno ben mirato in faccia che gli spaccò il labbro, dal quale cominciarono a uscire sanguigne stille che colorarono presto il suo mento. 
Il riccio si portò una mano al labbro con una smorfia poi riprese la lotta se possibile con ancora più furore di prima, lasciando perdere la giocosità di prima e scaricando la rabbia cieca che lo aveva invaso sull'altro. 
Duff, poco più in là, stava assestando a Billy un paio di calci nello stomaco con la punta dei suoi stivali.
- Duff basta ti prego!- urlò a quel punto Mandy al suo indirizzo. 
Il biondo si fermò e si voltò a guardarla sorpreso. L'euforia conferitagli da alcool e coca, mischiate all'adrenalina data da quella situazione, gli avevano fatto perdere il controllo e, se Mandy non lo avesse richiamato, probabilmente il biondo avrebbe continuato ad accanirsi contro il ragazzo. 
A quel punto la rissa stava comunque ormai finendo e gli animi si stavano raffreddando: Duff si allontanò in silenzio da Billy e si accese una sigaretta tastandosi con una mano il viso nei punti in cui non era riuscito a schivare i colpi mentre Slash, che era finalmente riuscito a buttare a terra il ragazzo con il quale si era scontrato, si diresse a dare man forte a West che era quello più in difficoltà. 
Gli ultimi colpi furono assestati e Billy e i suoi amici, che pur essendo più muscolosi, non avevano in corpo lo stesso livello di rabbia e pazzia della parte avversaria, si allontanarono con la coda tra le gambe rivolgendo loro qualche sguardo bruciante, troppo umiliati per dire qualsiasi cosa.
- Bravo, davvero bravo Duff!- disse Mandy, ora furiosa, decidendo di prendersela con il biondo.
- Ehi è lui che se l'è cercata!- le rispose lui allargando le braccia. 
Mandy lo guardò, furiosa e triste allo stesso tempo, poi gli voltò le spalle per correre verso il gruppo che se ne stava andando.
- Cazzo ci voleva proprio!- stava intanto dicendo un nuovamente euforico Slash a West.
- Merda mi ha spaccato il sopracciglio quello stronzo!- disse Duff unendosi agli altri, seguito a ruota da Bonnie e Michelle che si volevano assicurare che non fossero troppo ammaccati. 
Bonnie, ora che la rissa era finita e una volta constatato che nessuno si fosse fatto troppo male si era un po' tranquillizzata.
- Hmm forse vi conviene fare un salto all'ospedale, qui mi sa che ci vogliono dei punti- disse Michelle osservando divertita i ragazzi. 
Quando Slash vide Bonnie la prese tra le braccia sollevandola da terra e girando su se stesso euforico.
- Hai visto piccola? Ancora un po' e quello iniziava a piangere e chiamare la mamma!- 
- Ti ha comunque spaccato il labbro.-
- Ah non è niente- disse lui chinandosi per baciarla ma scostandosi subito facendo un verso di dolore e toccandosi nuovamente il labbro.
- Ah ho visto io che non è niente! Mi sa che avrai bisogno anche tu di un paio di punti- replicò lei senza riuscire a trattenere un sorriso per la sua espressione buffa.
- E non è l'unico, anche questi tre dovrebbero farsi vedere- disse di nuovo Michelle indicando con il pollice Duff, West e un altro ragazzo.
- Magari andiamoci in macchina o ci faremo anche la doccia prima di arrivare- disse West alzando lo sguardo al cielo, il cui indaco era smorzato da nuvoloni grigi che preludevano a un temporale coi fiocchi.
- Io ho la macchina qui dietro- disse Slash tamponandosi il labbro con un fazzoletto che Michelle gli aveva allungato, per poi prendere spazientito la bottiglia di Jack dalle sue mani e prenderne un lungo sorso salvo poi sputarlo e urlare per il dolore.
- Cazzo brucia!- 
- Certo Slash che sei particolarmente sveglio questa sera, se l'alcool entra in contatto con una ferita ci credo che brucia- disse Michelle scoppiando a ridere. 
Il riccio le fece il dito e si leccò il labbro immusonito, all'improvviso l'euforia di prima era sparita, tutti sembravano solo sfiancati e doloranti. 
Un lampo rischiarò il cielo e illuminò quella strada buia a giorno come il flash di una macchina fotografica, seguito a breve da un tuono che sembrò scuotere le fondamenta stesse della Terra.
- Bonnie ti occupi tu di loro? Io devo andare, è già tardi e domani lavoro. Ragazzi, grazie per lo spettacolino, non mi divertivo così da un po'- disse Michelle salutandoli e incamminandosi con passo spedito per la via popolata da pochi nottambuli come loro.
- Dai vi porto io all'ospedale che non siete conciati proprio bene, Slash dammi le chiavi- disse Bonnie. 
Anche se i ragazzi stavano facendo i disinvolti aveva visto che ne avevano presi anche loro di pugni e che si tastavano le varie parti del corpo doloranti.
- Eh no, la mia macchina la guido io, sto benissimo- disse subito il riccio facendo alzare gli occhi al cielo a Bonnie.
- Sì, sì certo, sei ubriaco marcio, fatto e non sei proprio nelle condizioni di guidare. Prometto che tratterò bene la tua bambina!- 
Slash la guardò dubbioso in silenzio e la mora si avvicinò a lui in attesa.
- Dai dove hai messo le chiavi?- 
-  Sono nella tasca dei pantaloni, quella davanti... prendile dai- disse lui aprendosi in un sorriso malizioso che si spense subito dopo mentre imprecava e si toccava di nuovo il labbro dolorante. 
Alla fine Bonnie trovò le chiavi nel primo posto in cui cercò, ovvero nella tasca della sua giacca di pelle, le prese e tutti si avviarono verso la macchina mentre sempre più frequenti lampi e tuoni li accompagnavano come una cupa sinfonia. 

Le fredde, accecanti luci al neon dell'ospedale accolsero quattro ragazzi con i visi tumefatti pieni di piccole ferite e una ragazza che sembrava quasi un'intrusa in mezzo a loro. 
Un'infermiera accorse subito e, dopo una breve occhiata ai loro visi, disse loro di aspettare che uno dei medici o dei tirocinanti che facevano il turno notturno si liberasse.
Si sedettero nella sala d'aspetto e Slash tirò fuori dal giubbotto la bottiglia di Jack di prima prendendone un sorso, stando ben attento questa volta che il liquido non entrasse in contatto con la ferita. Tutto questo sotto lo sguardo di rimprovero di una vecchietta che si trovava lì.
- Che c'è nonnina, ne vuoi un po' anche tu?- la signora a quelle parole scosse la testa con disapprovazione e distolse lo sguardo da loro.

Nell'attesa infinita i ragazzi stavano chiacchierando e finendo la bottiglia mentre Bonnie, sdraiata su due sedie e con la testa appoggiata sulle gambe di Slash, si stava appisolando quando sentì una voce femminile richiamarla. 
Aprì gli occhi e vide un'amica di Erin andarle incontro.
- Julia! Che ci fai qui?- chiese sorpresa mettendosi a sedere. 
- Non hai saputo?- chiese lei lanciando una breve occhiata ai ragazzi.
- No. Cosa?-
- Erin ha abortito un paio di ore fa...-
- Cosa? Non lo sapevo! Come è successo?-
- Non si sa ancora ma i medici hanno detto che purtroppo c'era da aspettarselo visto che la gravidanza era stata un po' problematica fin dall'inizio.-
- Come sta adesso?-
- Non molto bene, i dottori le hanno dato dei tranquillanti e adesso sta dormendo, era sconvolta poverina.-
- Possiamo vederla?- chiese a quel punto Bonnie sempre più preoccupata. 
Quella cosa non ci voleva proprio, Erin nell'ultimo periodo sembrava essersi aggrappata con tutte le sue forze a quel bambino che stava crescendo dentro di lei, lo vedeva come la salvezza per il suo rapporto con Axl e ora che quel bambino non c'era più... non immaginava neanche come potesse sentirsi.
- Adesso no, l'orario delle visite inizia dalle dieci del mattino, anche io sto andando a casa.-
- Ma qualcuno rimane con lei vero? C'è Axl?- 
Julia lanciò un'altra occhiata, stavolta leggermente astiosa, ai ragazzi e poi scosse la testa.
- C'è la madre con lei, Axl è sparito subito dopo averla portata all'ospedale e nessuno ha la più pallida idea di dove si sia cacciato! Voi ne sapete niente?- chiese poi rivolgendosi a Duff e Slash che alzarono le spalle in segno di diniego. 
Bonnie sentì la frustrazione crescerle dentro: era tipico di Axl sparire così nei momenti peggiori. Poteva provare ad immaginare il suo dolore ma non riusciva a giustificare il fatto che avesse abbandonato la sua compagna in uno dei momenti più difficili per lei non solo come persona ma anche come donna.
- Beh io adesso vado, sono stanchissima, ci vediamo- disse infine la ragazza salutandoli per poi sparire dietro un angolo. 
Gli altri occupanti della stanza rimasero in silenzio, nessuno aveva più voglia di scherzare. 
- Ho bisogno di una sigaretta- disse Bonnie alzandosi all'improvviso, tutta la stanchezza sembrava essere stata soppiantata dallo sconvolgimento che quella notizia aveva provocato nel suo animo. 
- Anche io- disse a sua volta Slash per poi seguirla fuori. 

Si fermarono proprio fuori dall'ingresso, sotto la tettoia che sporgeva dall'edificio e li riparava dalla pioggia che aveva appena iniziato a cadere. 
Bonnie si tastò distrattamente le tasche in cerca del pacchetto ma si ricordò che lo aveva lasciato nella borsa, che in quel momento si trovava nella sala d'aspetto. Stava per alzare lo sguardo su Slash e chiedergli se lui le aveva quando la sua mano, che teneva tra le dita una sigaretta, entrò nel suo campo visivo. 
La prese sorridendogli per ringraziarlo, se la mise tra le labbra e la avvicinò alla fiamma dell'accendino, che lui aveva tirato fuori, per accendersela. 
Inspirò profondamente e si appoggiò al muro dell'edificio.
- Sarà meglio che Axl abbia una buona motivazione per questa sua improvvisa necessità di sparire o giuro che questa non la passerà liscia! Non può trattare Erin come una cazzo di incubatrice umana- disse dopo poco aspirando nervosamente dalla sigaretta. 
Si sentiva come se un altro mattone di quella casa che si era costruita intorno da quando aveva conosciuto i Guns si fosse appena sbriciolato tra le sue dita. 
Aveva imparato ad associare il loro gruppo a una sorta di altra famiglia ed ora quella famiglia si stava pian piano disgregando senza che lei potesse fare niente per impedirlo. Prima Steve, che era diventato l'ombra di se stesso, rapito dalla droga che lo teneva segregato anche per giorni interi in casa prima che uno di loro lo convincesse a uscire per andare alle prove o solo a prendere aria. Duff era anche arrivato a minacciare il suo spacciatore ma non era servito a molto, così come sembravano non servire a molto i continui ricoveri nei centri di riabilitazione nei quali il biondo non durava più di qualche giorno, a volte solo un paio di ore, prima di scappare. 
Ma non era solo lui; anche Izzy, sebbene per motivi opposti, tendeva a chiudersi sempre più in se stesso ed ad allontanarsi da tutti loro, solo le prove lo riportavano in città e queste sue visite passavano quasi inosservate dato che il moro comunque non usciva più con il gruppo per fare festa tutti insieme. 
A questo si aggiungeva Axl, sempre più strano, sempre più sfuggente anche lui. Ormai si affidava quasi esclusivamente a Doug per le comunicazioni al resto della band e per il resto non si sapeva granché di lui. Bonnie, quando andava a trovare Erin, a volte lo trovava in casa e quelle erano le uniche situazioni in cui lo vedeva. Erin in una di quelle occasioni le aveva detto che stava vedendo una psicologa per risolvere i suoi problemi caratteriali caratterizzati da sempre più frequenti scatti d'ira, collegati alla sua difficile infanzia. 
Ripensò ad Erin, a quanto le era sembrata radiosa quando le aveva detto che era rimasta incinta, alla culla, comprata da lei ed Axl, che aveva visto nella camera da letto, pronta ad accogliere una piccola creatura. 
Ma quella creatura non ci sarebbe mai stata e quella culla sarebbe rimasta vuota. 
Non ci sarebbe stato nessun piccolo impiastro a rendere più allegre le vite di tutti loro, non ci sarebbe stata più Mandy con cui chiacchierare di cose da ragazze quando lei e Slash andavano a casa di Duff, probabilmente non si sarebbero più ritrovati tutti al Cathouse per passare una serata insieme. 
Le sembrava che fossero rimasti solo i brandelli di quella vita a cui si era abituata.

- Io non ci provo neanche più a capire perché fa così.- 
La voce bassa di Slash la distolse dalle sue amare riflessioni. 
Lo guardò e d'istinto si rifugiò tra le sue braccia che erano sempre pronte ad accoglierla. Alzò il viso e gli guardò il labbro sempre più gonfio sul quale il sangue secco si era raggrumato.
- Ti fa ancora male?-
- Non troppo, il Jack mi ha intontito abbastanza.- 
Ridacchiò e lei sorrise, affondando le mani nelle tasche posteriori dei suoi jeans e baciandogli la guancia.
- Mi sa che dovrò farti da infermiera di nuovo- disse poi appoggiando la testa sulla sua spalla. 
Slash rimase in silenzio, lasciando entrare il rumore della pioggia nel loro piccolo spazio personale.
- Vieni da me- disse dopo un po' guardando davanti a sé.
- Se riusciremo a finire in tempo prima dell'alba! Domani è il mio giorno libero quindi non devo lavorare ma devo comunque passare da casa a cambiarmi. Puoi rimanere tu da me così non dobbiamo fare tutti questi giri...- disse Bonnie stancamente chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare dalle sue braccia e dal rumore della pioggia.
- Non intendevo solo per stasera... voglio dire, trasferisciti da me- a quelle parole Bonnie alzò la testa sorpresa incontrando i suoi occhi scuri.
- Sei serio?-
- Sì, perché no? Già passi quasi tutte le notti da me, tanto vale passarle tutte no? Così neanche io dovrò più dormire in quella sauna che tu chiami casa.-
- Ah ecco perché me lo hai chiesto!- scherzò lei.
- Te l'ho chiesto perché voglio vederti tutti i giorni a casa mia- ribatté lui pizzicandole i fianchi. 
Bonnie lo guardò ancora incredula ed assolutamente spiazzata: da quando il riccio aveva comprato casa spesso aveva passato la notte lì, a volte si era fermata per giorni interi ma poi era sempre tornata nel suo appartamento, un distacco che sarebbe venuto a mancare nel caso in cui si fosse veramente trasferita da lui. 
Un sorriso nacque spontaneo sulle sue labbra mentre appoggiava nuovamente la testa sulla spalla di Slash.
- Fammici pensare.- 
Rimase in silenzio sorridendo, in realtà non le serviva tempo per pensarci ma voleva tenerlo sulle spine, finché lui non sbuffò spazientito e le pizzicò di nuovo i fianchi.
- Allora? Dai, non hai bisogno di tutto questo tempo.-
- Ok, verrò da te- disse la mora guardandolo felice negli occhi. 
In quel momento sentì chiaramente come nuove radici si ramificavano intorno al suo cuore e lo stringevano in una dolcissima morsa. 


Dai che questo capitolo, rispetto agli ultimi, è un po' meno da suicidio... vero? Cassie è tornata e la sua presenza ha un effetto benefico su Bonnie, le cose tra Bonnie e Slash, anche se non sono del tutto a posto (come potrebbero, dopo quello che hanno passato?) sembrano essere in qualche modo migliorate. Bonnie ha scelto nuovamente il compromesso, ha scelto Slash di nuovo, con tutte le dipendenze e i difetti che si porta dietro ha scelto di stare di nuovo accanto a lui e i due passano qualche momento relativamente sereno a livello di coppia... in gran parte aiutati da alcool e altre sostanze varie. A proposito di questo, Bonnie non fa uso di droghe pesanti (e sono fermamente convinta che si possa stare insieme anche se non tutti nella compagnia sniffano/si fanno di varie cose) ma non disegna erba e tanto alcool che la stordiscono parecchio a loro volta, giusto per essere chiari, non è che lei sia una santarellina. 
Per il resto, lo avevo già scritto in qualche risposta alle recensioni, non sono molto soddisfatta di questo capitolo. Non era previsto nei miei piani originari, all'inizio volevo solo fare il punto della situazione senza tirare in ballo Duff, Mandy ed Erin ma poi, cercando in It's So Easy non mi ricordo cosa, mi sono imbattuta nel racconto di quella scazzottata, che in realtà è stata molto più breve, e a quel punto il capitolo si è scritto da solo. Erin ha perso per davvero il bambino ma questo è avvenuto mesi dopo, vi avevo già detto di aver anticipato la gravidanza. La scena della rissa non mi convince per niente, era la prima volta che provavo a scrivere una cosa di questo tipo, ma non sono riuscita a migliorarla ulteriormente, mi dispiace.
Detto ciò, spero che non abbiate trovato troppo triste o insulso questo capitolo e ci vediamo, spero sempre a metà settimana, con il prossimo, andremo al Farm Aid gente! :)

Breath
  
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