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Autore: Lyneea    19/10/2014    7 recensioni
Quattordici anni dopo la fine della Seconda Guerra Magica.
Draco, padre single, ha mandato il figlio Scorpius a Hogwarts. Il ragazzo, come ogni Malfoy che si rispetti, è stato smistato a Serpeverde e sta frequentando il suo secondo anno.
Hermione è anche lei una madre single, ma ha deciso di trasferirsi a Parigi e tagliare i ponti con tutti. Ha mandato il figlio Altair a Beauxbatons, soprattutto per proteggerlo dal suo più grande segreto. Ma cosa succederebbe se il destino, un destino chiamato Silente, avesse deciso diversamente?
Dal primo capitolo
Altair si avvicinò pensando ingenuamente di poter fare amicizia anche con quel ragazzo che tanto gli somigliava. Ma quando fu vicino lo sguardo del Serpeverde, così freddo e duro, lo fece desistere dall'aprire bocca. Ci pensò quindi il giovane Malfoy a rompere il ghiaccio: «Che hai da fissare tu?»
Altair fortemente a disagio rispose quasi balbettando:
«Beh ti fissavo stupito, non hai notato quanto ci rassomigliamo?»
Scorpius con un ghigno stampato in faccia si avvicinò e ruotando il viso del ragazzo disse:
«Vediamo, mettiti di profilo...
Te lo dico io a chi assomigli, quell'espressione così intelligente...
Sei proprio uguale a un troll di montagna!».
Spero di avervi incuriosito...
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Buonasera e felice domenica,
Spero che abbiate passato un bel week end. Avrei voluto riuscire ad aggiornare la storia ieri ma gli ultimi ritocchi hanno richiesto più tempo di quanto avessi preventivato.
Eccoci comunque al capitolo 7 che parla di rimorsi...
buona lettura
Lyn

Capitolo 7
Rimorsi

Finito di parlare con Draco, il preside accompagnato da Severus, si recò in infermeria dove trovò Scorpius,  seduto accanto al letto del fratello, che gli stava cambiando la borsa del ghiaccio dalla fronte.
«Scorpius, ho appena finito di parlare con tuo padre. Arriverà molto presto, è meglio che tu vada a cambiarti l'uniforme e ti rechi a Grifondoro.»
Il ragazzo sbiancò al sentire quelle parole. «Scusi, perché mai dovrei andare a Grifondoro?»
«Mio caro ragazzo sei tu che hai voluto che dicessi a tuo padre che ti eri ammalato, quindi se Scorpius Malfoy è in infermeria non può certo vagare per il castello. Dovrai provare ad impersonare tuo fratello per qualche giorno...»
«Beh ma noi siamo entrambi in isolamento, non è necessario che io vada a Grifondoro per mettermi nei panni di Altair!»
Il preside stava per rispondere quando intervenne il professore di Pozioni: «Scorpius, cerca di ragionare. Con tuo padre che gira nel castello è necessario che tu tenga lontano tutti gli studenti di Grifondoro dall'infermeria. Io cercherò di tener lontano i tuoi amici di Serpeverde, ma è necessario che tu tenga d'occhio i tuoi compagni»
«Ma io vorrei rimanere vicino a mio fratello...» Mugugnò il serpeverde.
«Ascoltami bene ragazzino» Sbottò Severus, perdendo la pazienza. «Ci hai coinvolto tu in questa storia, adesso devi fare la tua parte per far si che tuo padre non scopra lo scambio.»
«Sappiamo quanto tu sia preoccupato per tuo fratello. Se sei ancora dell'idea di scambiarvi il posto la scelta più saggia è andare a Grifondoro. Tra l'altro questi giorni potrebbero essere utili per imparare a metterti nei panni di Altair. L'altra alternativa è che quando arriverà tuo padre tu gli dica tutto e lasci che sia lui a gestire la faccenda.» Aggiunse il preside bonario.
Scorpius, valutando le considerazioni fatte dagli insegnanti, decise di seguire il loro consiglio e dopo essersi cambiato di uniforme e preso dei vestiti di ricambio si recò alla Torre di Grifondoro.
Entrò nella torre dei grifoni a sera inoltrata. La Sala Comune sembrava per fortuna deserta. Aveva bisogno di qualche minuto per adattarsi; il solo pensiero di dover dividere la stanza con Potter & Co gli faceva venire l'orticaria.
Dalla poltrona vicino al camino spento provenne una voce. «Scorpius, sei tu?» Lily Potter alzandosi dalla poltrona si avvicinò al ragazzo sorridendogli. «Altair! Scusa ti avevo scambiato per Malfoy, da lontano siete praticamente identici, specialmente da quando hai tagliato i capelli. Come mai sei qui?»
Scorpius gli raccontò la storia che aveva concordato con il preside, cioè che dopo la partita Scorpius si era sentito male per una brutta broncopolmonite e che il preside aveva deciso di annullare la punizione per i pochi giorni di scuola che rimanevano.
La ragazza parve preoccupata per le condizioni del giovane serpeverde: «Mi spiace per Scorpius, una broncopolmonite in giugno sembra una cosa seria. Non hai notizie sulla sua salute?»
«Le condizioni sono gravi. Ha la febbre alta e sta delirando; il preside ha mandato a chiamare suo padre, dovrebbe giungere a minuti.» Rispose il ragazzo preoccupato per il fratello.
«Eh si che durante la partita mi sembravi tu quello meno in forma... Mi dispiace molto per lui, spero si riprenda presto.» Disse Lily arrossendo visibilmente.
«Ho chiesto di tenermi aggiornato sulle sue condizioni. Sai in questi ultimi mesi siamo diventati amici...»
«Si lo so. È per questo che hai fatto quella faccia quando sei entrato qui? Sai James mi ha raccontato del vostro litigio. Penso che mio fratello si sia pentito del modo in cui ti ha trattato durante l'aggressione di Goyle, sai quando c'è di mezzo Malfoy lui va fuori di testa.»
Altair non gli aveva detto della lite con il grifone, probabilmente non voleva rendere ancora più tesi i suoi rapporti con il giovane Potter. Annuì con la testa. «Posso chiederti cosa è successo tra Malfoy e tuo fratello per fargli provare tanto risentimento nei confronti del serpeverde?»
«Purtroppo Scorpius non centra molto con il suo risentimento. La nostra famiglia è molto legata a quella dei genitori di Hugo. Mio zio Ron, suo padre, ha inculcato sia in James che in suo figlio un sentimento che sfiora quasi l'odio nei confronti della casa Serpeverde e in particolare per la famiglia Malfoy.»
Scorpius si fece ancora più attento al discorso della grifona. Non aveva mai capito perché non riuscisse ad andare minimamente d'accordo con  James Potter , e forse quella era la giusta occasione per scoprirlo. «Sbaglio o tu non provi gli stessi sentimenti di tuo fratello nei confronti di Malfoy?»
«No, anche se non posso dire di conoscere bene Scorpius, mi sembra un bravo ragazzo; e poi non mi piace che qualcuno mi imponga con chi fare amicizia e chi devo odiare. Ho un mio cervello che ragiona bene, la maggior parte delle volte.»
«Ragazza saggia.» esclamò colpito «Ma come mai tuo zio ha così tanto astio nei confronti dei Malfoy?»
«Zio Ron per mio padre non è sempre stato solo un cognato. Papà ha conosciuto lo zio sul treno il primo giorno di scuola a Hogwarts e da allora sono sempre stati insieme. Nel loro gruppo c'era anche un'altra ragazza; i miei genitori le erano molto affezionati, mio padre la considerava quasi una sorella e zio Ron era innamorato di lei. Quella ragazza, la madre di Scorpius, decise di fidanzarsi con Malfoy e lo zio Ron non riuscì mai a superare la cosa. Considerando che tra lui e Malfoy non c'era mai stato un bel rapporto prese il fidanzamento dell'amica come il più grande degli affronti e non la perdonò.»
«Ma scusa anche i tuoi, che consideravano la ragazza parte della famiglia, non vollero più avere a che fare con lei?» Chiese Scorpius aggrottando la fronte.
«All'inizio mio padre spalleggiò lo zio, ma in seguito si pentì di aver osteggiato la relazione tra Malfoy e la sua amica. La ragazza infatti, dopo un'accesa discussione con lui, non volle più rincontrare mio padre per chiarirsi e pochi anni dopo se ne andò, abbandonando Scorpius e suo padre» finì di raccontare Lily.
«Certo che i tuoi genitori ti raccontano proprio tutto. Mia madre non mi avrebbe mai fatto confidenze simili!» Esclamò stupito Scorpius.
«Ti sbagli Altair, loro non mi hanno raccontato proprio nulla. Ho origliato qualche conversazione tra i miei genitori ed ho assistito ad un paio di litigi tra mio padre e mio zio. Sai mio padre non vuole che la faida tra le case di Serpeverde e Grifondoro continui come era ai suoi tempi e in più di un'occasione ha chiesto a zio Ron di non aizzare James contro Scorpius, ma lo zio da quell'orecchio non ci sente.»
«Non offenderti ma forse saresti stata bene anche a Serpeverde.» disse Scorpius ridendo.
«Non mi offendo, anzi, il primo giorno di scuola avrei quasi voluto finire in quella Casa invece che a Grifondoro.» Mormorò Lily con le gote arrossate.
«Davvero? Non l'avrei mai detto!»
«Si» Annuì con la testa, «ma poi penso che la paura della reazione della mia famiglia, specialmente di mio zio, mi abbiano creato dei timori inconsci, facendomi smistare a Grifondoro.»
Proprio mentre Lily stava finendo di parlare dal ritratto della signora Grassa comparvero James e Hugo.
Il giovane grifone lo guardò stupito del trovarlo lì. «Altair, come mai sei qui?»
Scorpius raccontò la storia concordata con il preside anche a loro, cercando di imitare il modo di fare del fratello, per non farsi scoprire.
Una secca risata interruppe il racconto del ragazzo. Hugo Weasley trovava molto divertente quello che era capitato al fratello. «Gli sta proprio bene a quella viscida serpe»
Scorpius stava per rispondere al rosso quando intervenne James: «Hugo non è carino ridere così dei guai altrui. Anche se non andiamo d'accordo con Malfoy non mi sembra giusto compiacersi del fatto che sia malato seriamente. Oltre a questo si è comportato davvero correttamente alla partita, avrebbe potuto fregarsene e lasciar cadere Altair, ma non l'ha fatto.»
«Pensala come vuoi cugino, io rimango della mia opinione.» Liquidò l'argomento con un'alzata di spalle. «Adesso se volete scusarmi vado a letto.»
Non appena il rosso si allontanò Scorpius riprese la parola: «Se preferisci non avermi in stanza James posso sempre dormire qui in Sala Comune per i pochi giorni che rimangono»
«Ma figurati Altair! Non se ne parla. Tu dormi di sopra con noi.» Gli sorrise James dandogli una pacca sulla spalla. Poi, un poco imbarazzato aggiunse: «Scusami per come mi sono comportato quando sei stato aggredito, sono stato un vero idiota. È solo che quando c'è di mezzo Malfoy mi va il sangue alla testa»
«Scuse Accettate James» Rispose Scorpius pensando che quella sarebbe stata la reazione più appropriata per sembrare Altair.


Il preside Silente aveva abbassato le difese del Castello per permettere a Draco di giungere attraverso il camino del suo studio.
«Professor Silente ho cercato di arrivare prima possibile. Come sta Scorpius?» Chiese l'uomo, arrivando trafelato per il camino.
«Signor Malfoy mi scuso di essere stato costretto a chiamarla ma le condizioni di suo figlio hanno richiesto la sua immediata presenza qui. Il ragazzo ha preso una brutta infreddatura; ha la febbre alta e la broncopolmonite.»
«Ormai siamo quasi a giugno. Come ha potuto venirgli la broncopolmonite in questa stagione?» Domandò l'uomo perplesso.
«Suo figlio ha un carattere competitivo e perfezionista. Si è allenato a Quidditch sotto l'acqua per molte ore ieri sera. Sebbene Severus gli abbia dato dei corroboranti il ragazzo si è strapazzato oggi e la febbre è risalita, aggravandosi con la broncopolmonite.»
«Allenarsi sotto la pioggia? Ma è assurdo! Il campionato non è finito a dicembre? Perché Scorpius avrebbe dovuto allenarsi sotto la pioggia?» Chiese l'ex serpeverde stupito.
L'anziano preside stava per rispondere quando sopraggiunse il professore di Pozioni. «Ben arrivato Draco. Rispondendo alla tua domanda, nella seconda parte dell'anno sono state giocate delle amichevoli, per questo il ragazzo si stava allenando.»
«Severus» Lo salutò stringendogli calorosamente la mano. «So che mio figlio è testardo, ma forse sarebbe stato meglio tenerlo più a freno...»
«Credimi, con la sua testa dura, è stato proprio impossibile» Rispose il professore con una punta d'ironia nella voce.
Entrarono in infermeria accolti da Madama Chips: «Signor Malfoy, ben arrivato! Le condizioni di suo figlio sono abbastanza serie. Quando è arrivato qui oggi pomeriggio aveva la febbre a 41 e la visita ha rilevato una forte broncopolmonite. Gli ho somministrato più volte la “Pozione Piperita” per alleviare sia l'infreddatura che la febbre ma non ha dato ancora buoni risultati.» L'anziana infermiera li condusse fino al letto di Altair.
Il ragazzino giaceva supino nel letto con una borsa del ghiaccio sulla fronte. Scosso dai tremiti, delirava. «Mamma dove sei? Sto male mamma, aiutami! Papà non andare via, ti prego»
A Draco si strinse il cuore vedendo lo stato del figlio.«Ho portato una nuova pozione che ho sperimentato ultimamente. È una variante della Pozione Piperita a cui ho aggiunto delle foglie di Dittamo e una dose doppia di Corteccia di Salice rispetto alla pozione originale. Ho appena finito di fare i test in laboratorio e ha dato eccellenti risultati sia contro la febbre alta che contro alcune malattie dell'apparato respiratorio.» Sussurrò per non disturbare il figlio.
«Signor Malfoy apprezzo il suo interessamento ma lei non è un magimedico, quindi preferisco utilizzare la classica Pozione Piperita...»
Il preside la interruppe: «Poppy, mia cara, il signor Malfoy oltre ad essere il padre del ragazzo è un famoso pozionista che lavora per il Ministero. Dovremmo sentirci fortunati a poter usufruire delle sue risorse per curare suo figlio»
«D'accordo signor Preside, ma io declino ogni responsabilità sui possibili effetti che possa dare questa pozione.» Rispose l'infermiera uscendo dalla stanza.
Draco, sicuro del suo lavoro, si avvicinò al ragazzo  e tirandogli su la testa gli fece ingoiare un cucchiaio dell'infuso di sua invenzione. Sfiorare suo figlio era come toccare delle braci ardenti.
Dopo avergli somministrato la pozione si sedette sulla sedia accanto al suo letto: «La pozioni va data ogni tre ore quindi rimarrò qui stanotte. Se entro domani pomeriggio non sarà migliorato sarà meglio trasferirlo al San Mungo»
Dopo avergli fatto portare del tea i due professori lo lasciarono solo promettendo di tornare l'indomani mattina.
Il pozionista continuava a guardare il figlio. Quanto era cambiato in quei pochi mesi? Sembrava così diverso da quando lo aveva salutato a gennaio. Il viso era sempre lo stesso ma l'espressione del suo volto gli ricordava tantissimo Hermione. Angosciato per la salute del figlio non poté fare a meno di ripensare ai momenti passati ad Hogwarts da studente.
L'ex serpeverde ricordò quando al terzo anno era finito in infermeria perché era stato ferito da un ippogrifo; all'epoca era ancora un ragazzino borioso e pieno di se. Sorrise nel ricordare quando Hermione l'aveva picchiato quell'anno; a distanza di anni sapeva di essersi  meritato quel trattamento.
Con la mente tornò all'ultima notte passata a Hogwarts, alla fine della guerra.

Hermione era sconvolta dopo la discussione con Potter e vagava agitata per i cortili del castello. Lui le stava accanto in silenzio. Anche se non approvava il comportamento tenuto dal grifone non voleva infierire sulla ragazza riaprendo il delicato argomento, quella notte ne aveva già passate troppe. Vedendola barcollare la prese in braccio soffocando le sue proteste con un delicato bacio.
«Scusami, mi sei mancata cosi tanto che non ho potuto farne a meno. » Le disse sorridendo.
«Non scusarti mai per cose come questa, Draco.»  Gli rispose ricambiando il sorriso. Si vedeva che si sforzava di non crollare. «Dovrei essere io a scusarmi, mi comporto come una pazza...»
Il giovane le mise un dito sulle labbra: «Non dirlo nemmeno per scherzo. Hai perso tanto questa notte.»
«Ma ho anche guadagnato tanto.» Attorcigliò i crini biondi del ragazzo con le dita pensando che forse avrebbero potuto rimanere così per sempre. «Dove mi porti?» Gli domandò pensierosa. Dopo tanti mesi di latitanza aveva un estremo bisogno di sapere dove stavano andando.
«Se sei d'accordo andrei a vedere se la mia camera a Serpeverde è ancora agibile.»
La grifona lo guardò pensierosa. Non aveva mai visto ne la camera del ragazzo ne i sotterranei della casa Serpeverde. Il pensiero di dormire con lui la emozionava e spaventava al tempo stesso. Nonostante si conoscessero nel profondo, avevano preferito aspettare che tutto fosse finito prima di fare l'amore per la prima volta. Visto che sarebbe stata la prima esperienza per la riccia, il ragazzo voleva che fosse speciale.
«Tranquilla Hermione, dormiremo e basta. Non potrei sopportare che ricordassi questa notte come tua prima volta. Vorrei portarti via da tutto questo subito, ma ormai è tardi e probabilmente domani saremo interrogati dagli Auror, quindi per adesso non possiamo muoverci.»
Rasserenata dalle sue parole posò la testa sulla sua spalla, chiudendo gli occhi.
Quando arrivarono vicino al dormitorio Serpeverde il ragazzo vide di lontano i suoi amici. Theo sosteneva Daphne che doveva essersi fatta male ad una caviglia mentre Blaise e Pansy camminavano mano nella mano. Erano scarmigliati e avevano qualche contusione, ma per fortuna stavano bene.
Vedendolo arrivare Blaise gli andò incontro. «Draco, per fortuna stai bene amico. Avevamo paura ti fosse successo qualcosa.»
Hermione sentendo la voce del moro si rannicchiò ancora più addosso al ragazzo. Quella sera non avrebbe sopportato altri insulti o prese di posizione contro la loro relazione e temeva che i serpeverde avrebbero rincarato la dose già data da Harry.
«Hermione sta bene?» Chiese il moro.
La riccia si voltò di scatto stupita da quelle parole.
Blaise le sorrise e anche gli altri le si avvicinarono.
«Meno male che siete usciti allo scoperto. Eravate veramente ridicoli a far finta di odiarvi negli ultimi anni» Disse sorridendo Daphne.
«Voi avevate capito tutto?» Mormorò la ragazza incredula.
«Ma certo Hermione, per chi ci hai preso? Non abbiamo certo problemi di vista o di cervello a Serpeverde» Ghignò la bionda.
«E siete d'accordo?» chiese sempre più stupita la grifona.
«Beh a parte il fatto che non sta a noi a giudicare la vostra relazione, si siamo d'accordo. Da quando ci sei tu nella sua vita, Draco ha fatto un cambiamento … in meglio quindi non potremmo essere più felici per voi.»
«Daphne» La sgridò Draco. «Chiudi quella bocca! Non c'è bisogno sempre di sbandierare ai quattro venti quello che pensi.»
A quell'affermazione erano scoppiati a ridere tutti e sei. Quella notte Hermione aveva perso tanto, ma aveva anche guadagnato molto: dei nuovi amici. Questo era quello che Draco aveva pensato in quel momento, peccato che quell'intesa si fosse rotta inspiegabilmente qualche anno dopo.


Tornando al presente Draco si accorse che era l'ora di una seconda dose della pozione. Dopo averla somministrata al figlio notò con sollievo che il suo viso era più disteso. Forse la pozione stava, per fortuna, facendo effetto.


Harry Potter si rigirava agitato nel letto, senza riuscire a prendere sonno. Dopo l'ennesimo movimento brusco sentì la voce assonnata di sua moglie.
«Lumos.»
«Ginny, tesoro come mai sei sveglia?» domandò ingenuamente l'uomo.
«Beh, come pensi che riuscirei a prendere sonno con te accanto che continui a muoverti?» replicò esasperata la rossa.
«Scusami. Avrei dovuto andare di sotto per non disturbarti. Spero riuscirai a riprendere sonno» Disse alzandosi dal letto.
«Fermo dove sei Harry Potter. Non mi interessa ricominciare a dormire, ma sapere cosa ti angoscia così tanto da toglierti il sonno! Da dopo che hai parlato con mia madre sei in queste condizioni. Cosa ti ha chiesto?»
«Niente di che Amore, solo un favore al lavoro.»
«Quale favore Harry? Devo chiamarla con quello strano aggeggio babbano che le hai regalato a Natale, il “celluloide”, per sapere cosa sta succedendo? A volte sei davvero peggio dei bambini, bisogna tirarti fuori le parole con le tenaglie» Scosse il capo frustrata.
«Veramente si chiama cellulare e non mi sembra il caso di disturbare i tuoi alle due del mattino... Tua madre mi ha detto che Scorpius Malfoy è ammalato. Ha la broncopolmonite, pare che suo padre si sia già recato a Hogwarts per assisterlo e mi ha chiesto se potevo far avere un permesso anche per Narcissa perché possa recarsi a scuola per stare accanto al nipote malato.»
«Il figlio di Hermione ha la broncopolmonite?» La donna si portò una mano alla bocca angosciata. «Mamma ha ragione, almeno a sua nonna deve essere permesso di assisterlo. Mi recherei io stessa a Hogwarts per dare una mano, se non fossi sicura che la cosa non farebbe piacere a Malfoy.» Ora tutta l'agitazione del marito aveva un senso. La spaccatura con l'amica era stata un brutto colpo per entrambi.
I primi giorni dopo la fine della guerra il ragazzo, ancora sotto shock, non aveva voluto sentir ragioni. Troppe cose erano successe, troppe le bugie che gli erano state raccontate, per poter dimenticare. Quando aveva creduto che Silente fosse morto gli si era spezzato il cuore e Hermione, che sapeva quale fosse la realtà, gli aveva mentito. Aveva mentito così bene in tutti quegli anni su Silente, su Malfoy, su tutto, che Harry aveva creduto che forse la riccia avesse mentito anche sui sentimenti nei suoi confronti, sul fatto che lo considerasse un fratello. Ron ci aveva messo tutto se stesso a fomentare la rabbia del grifone e Ginny non era riuscita in nessun modo a far ragionare il suo fidanzato.
Tutto era cambiato con l'inizio dei processi. Le testimonianze di Draco e Hermione erano state rilasciate a porte chiuse, ma lui era riuscito a leggere le trascrizioni. Quando aveva letto del contributo che avevano dato entrambi a sconfiggere il Signore Oscuro si era sentito veramente uno stupido. Doveva ringraziare Draco per tantissime cose che ignorava, tra cui avergli salvato la vita sia al Torneo Tre Maghi, sia a Malfoy Manor, quando erano stati catturati da Bellatrix. Per non parlare del fatto che era stata una sua brillante idea a impedire che Silente sacrificasse la sua vita per sconfiggere Voldemort. Hermione, poi era stata il suo angelo custode silenzioso. Se non ci fosse stata lei sicuramente non ne sarebbe uscito vivo. Si sentiva un verme per come l'aveva ripagata di tanto affetto, si sarebbe meritato molto di più del pugno che Draco gli aveva dato per come l'aveva trattata.
Purtroppo si era reso conto di tutto questo troppo tardi. Quando infatti aveva capito di aver sbagliato era andato più volte a Malfoy Manor, dove sapeva che si era trasferita. Tutte le volte che era andato a cercarla era stato ricevuto da Lucius Malfoy che, molto più che compiaciuto, gli aveva comunicato che la “signorina Granger” non voleva avere più niente a che fare con lui. Quando anche la lettera di scuse non aveva fatto alcun effetto, Harry aveva gettato la spugna.
Hermione aveva condotto una vita molto riservata dopo la fine della guerra. Harry aveva letto un trafiletto in decima pagina della “Gazzetta del Profeta” che comunicava che la ragazza era convolata a nozze con Draco Malfoy e non era stata data nemmeno la notizia, l'anno seguente, che l'amica avesse partorito.
L'unico avvenimento che avesse avuto molto rilievo sulla “Gazzetta del Profeta” era stata la separazione tra Draco ed Hermione e la sua sparizione improvvisa. Rita Skeeter aveva ipotizzato infatti che Malfoy avesse fatto del male alla moglie, facendone poi sparire il corpo. Harry, ormai diventato un Auror, si era recato dal Ministro, allarmato, chiedendo di poter indagare sulla sparizione della riccia. L'uomo era rimasto stupito dell'interessamento dell'Auror, sapendo che aveva tagliato tutti i ponti con la ex compagna di Casa. Gli aveva poi ricordato che la penna di Rita Skeeter raramente scriveva la verità. Il Ministro gli aveva infatti detto di aver visto lui stesso Hermione, quando aveva preso la decisione di lasciare Malfoy. La donna stava benissimo e voleva solo farsi una nuova vita, all'estero. A quel punto Harry aveva deciso che la decisione migliore fosse quella di rispettare il volere dell'amica, lasciandola in pace.
Ginny ripensando a tutte queste cose capiva benissimo lo stato d'animo del marito al pensiero che il figlio di Hermione stesse male e che l'amica non ne sapesse niente.
«Stai tranquillo Harry, sono sicura che Malfoy si prenderà molta cura del figlio. Dopotutto sei stato proprio tu a dirmi che, quando l'anno scorso l'hai visto a Hogwarts, l'hai trovato molto cambiato rispetto al ragazzino dei tempi della scuola.»
«Si hai ragione. Farò di tutto per permettere a Narcissa di assistere il nipote, ma penso che anche Hermione dovrebbe sapere che il figlio è malato.»
«Hai ragione, lei dovrebbe saperlo, ma non è una decisione che possiamo prendere noi. Cerca di dargli una mano, sono sicura che Hermione apprezzerebbe molto il tuo aiuto.»

Hermione si svegliò di soprassalto, con le lacrime agli occhi. Aveva fatto un bruttissimo incubo e l'angoscia aveva lasciato una fastidiosa sensazione di gelo sottopelle. Aveva sognato che Altair aveva la broncopolmonite e la febbre alta e che Draco vegliava su di lui. La donna era sempre stata scettica riguardo a discipline come “Divinazione”, ma quel sogno le era sembrato così vivido e realistico da spaventarla. Pensandoci razionalmente quell'incubo non poteva avere un fondo di realtà. Altair era a Marsiglia, se fosse stato malato sarebbe sicuramente stata avvertita dalla preside Maxime e non ci sarebbe stato Draco ad assisterlo. Le era già capitato di sognare il marito. Il più delle volte erano ricordi dei tempi della scuola o del primo anno di matrimonio. Ma quello che aveva sognato era un uomo adulto, ben diverso dal giovane che aveva lasciato undici anni prima e questo dettaglio l'aveva messa in allarme. Se fosse stato Scorpius ad essere malato? Dopotutto erano gemelli, era normale che fossero identici. Non poteva chiederlo ne a Draco ne a nessuno dei suoi amici. Non aveva diritto di essere avvertita del malessere del primogenito dopo come li aveva lasciati.
Alzandosi dal letto andò in cucina e si fece una camomilla, sperando di calmarsi. Dopo averla bevuta ritornò in camera e agitò la bacchetta formulando l'incantesimo “Rivela”; dalla parete accanto al suo comodino apparirono diverse vecchie fotografie babbane e qualche ritaglio di giornale. Una ritraeva  lei e il marito il giorno che si erano sposati. Per il fotografo lo sposo aveva assunto la sua solita aria scostante, e lei ricordava, di essersi arrabbiata molto quando aveva visto le foto perché non ne aveva trovata nemmeno una in cui Draco sorridesse. Quella che preferiva, invece, era una foto che Hermione aveva fatto di nascosto; ritraeva il marito con in braccio i due figli. In quella foto aveva immortalato un sorriso sincero che raramente l'ex serpeverde aveva mostrato in pubblico. Dopo aver accarezzato l'immagine di Scorpius, come se in qualche modo potesse guarire i suoi malanni con quel gesto, Hermione si rimise a letto. Nel suo cuore sperava che le sue arti divinatorie non fossero migliorate dai tempi di Hogwarts e che entrambi i suoi figli stessero bene.

Il mattino seguente Harry era riuscito ad ottenere un permesso speciale per Narcissa a patto che lui l'accompagnasse e la sorvegliasse durante tutta la sua permanenza a Hogwarts. Non avendo avvisato del loro arrivo non avevano potuto materializzarsi all'interno del Castello, spuntando invece davanti all'ingresso principale. Accolti da Gazza era stato chiesto loro di aspettare all'ingresso l'arrivo del Preside. Harry non capiva come mai tanta formalità, dopotutto Hogwarts era per lui come una casa.
Anche l'accoglienza del Preside lasciò l'Auror piuttosto perplesso:
«Signor Potter, Lady Malfoy, non sono stato avvertito del vostro arrivo. Narcissa immagino tu sia qui per tuo nipote, e lei Signor Potter?»
Harry era rimasto perplesso dall'insolita freddezza dell'anziano Preside. «Professor Silente, mi scuso per non averla avvisata del nostro arrivo, ma ieri sera sono stato avvertito del malessere del giovane Malfoy e sono riuscito a ottenere un permesso speciale in modo che Narcissa possa assisterlo. L'unica condizione però per la sua permanenza qui» disse indicando l'ex serpeverde «è che io accompagni e rimanga qui, insieme a Lady Malfoy, per tutta la sua permanenza.»
«Capisco» rispose pensoso il preside. «In questo caso vi do il benvenuto al Castello. Devo tuttavia essere chiaro, avrete accesso entrambi alla sola infermeria. Sono gli ultimi giorni di scuola e non vorrei che la vostra presenza distraesse i miei studenti.»
Quell'accoglienza aveva insospettito l'Auror, sembrava che il preside gli stesse nascondendo qualcosa, come quando era studente a Hogwarts. «Non è la prima volta che vengo a trovarvi professor Silente, non pensavo fosse un problema la mia presenza qui.»
«Beh ma questa non è una visita di cortesia, o sbaglio? Signor Potter lei è una celebrità e solitamente viene a trovarci all'inizio dell'anno scolastico. In questo periodo ci sono invece gli esami e non vorrei distrarre dallo studio gli studenti che dovranno affrontare i Gufo o i Mago. Se le sono sembrato scortese, mi scuso.»
«Ha ragione preside Silente, cercherò di essere il più invisibile possibile e rimarrò in infermeria per tutto il mio soggiorno.»
«Vi ringrazio signor Potter, ero sicuro che avreste capito.»
Il preside li condusse fino all'infermeria dove trovarono Draco, che a giudicare dalle occhiaie doveva aver passato la notte a vegliare il figlio. «Madre, come avete fatto a ottenere il permesso di venire qui?» Disse l'uomo vedendo apparire la madre sulla soglia della corsia di degenza.
«Abbiamo chiesto ai signori Weasley se potevano intercedere con il signor Potter perché mi permettessero di venire qui.» Dietro le spalle della donna c'era Harry, che si era volutamente tenuto a distanza per non essere invadente.
Il figlio sgranò gli occhi. I suoi gli avevano sempre insegnato ad essere riservato, ed era un poco infastidito dal fatto che avessero chiesto aiuto proprio a lui. Tuttavia capiva perfettamente la preoccupazione della madre, decise quindi di astenersi da ogni commento. Si avvicinò all'Auror tendendogli la mano. «La ringrazio per il suo intervento signor Potter.»
Harry aveva colto lo sguardo dell'ex serpeverde, capiva il suo fastidio. Anche lui nei suoi panni avrebbe reagito nella stessa maniera. Tuttavia invece di arrabbiarsi con la madre si era destreggiato con disinvoltura, ringraziandolo per l'intervento. Harry era colpito da questo comportamento. «Non ho fatto un granché signor Malfoy. Mi sembrava giusto che vostra madre potesse esservi vicino in questo momento. Come sta il ragazzo?» Chiese sinceramente interessato.
Anche lo sguardo di Narcissa si fece attento sentendo quella domanda.
«Ieri notte aveva la febbre molto alta e delirava. Gli ho somministrato una variante alla Pozione Piperita di mia invenzione e anche se non ha ancora ripreso conoscenza la febbre è leggermente calata. Ora bisogna solo aspettare.»
«Hai fatto fare da cavia a mio nipote?» Chiese indignata la donna.
«Madre, quella pozione l'ho testata con successo diversi mesi fa. A settembre cominceranno a usarla in diversi ospedali. Pensi forse che metterei a rischio la salute di mio figlio?» Sbottò stizzito il figlio per la sua mancanza di fiducia.
«No Draco, non l'ho mai pensato. Scusami per i miei dubbi. Senti tu hai l'aria distrutta, che ne dici di fare una pausa? Ti vai a mangiare qualcosa e riposi per qualche ora. Rimango io con Scorpius e se cambia qualcosa ti avviso.»
L'uomo era titubante nell'accettare l'offerta della madre. «Non sono così stanco madre.»
«Quelle borse sotto gli occhi dicono il contrario. Vai almeno a prenderti un caffè. Permettimi di darti una mano, sono qui anche per questo.» Replicò decisa la donna.
«D'accordo, un caffè e torno» Uscì dalla stanza dopo aver accarezzato la fronte del figlio.
Nella saletta attigua alla corsia c'era un piccolo angolo di ristoro con teiere e caffettiere calde. L'uomo crollò su una sedia con un caffè bollente tra le mani. Silenzioso Harry si sedette in un angolo cercando di essere il più invisibile possibile.
Dopo circa mezz'ora di silenzio il giovane Auror aprì bocca. «Pensi che sia fuori pericolo?»
Riscosso dai suoi pensieri l'uomo scosse la testa sconfortato. «Non ne sono ancora sicuro, se la febbre alta dovesse persistere stasera lo farò ricoverare al San Mungo.»
«Probabilmente penserai che non sono affari miei... Ma hai pensato di avvertire Hermione?»
«Hai ragione... Non sono affari tuoi» rispose seccamente Draco.
«Senti lo so che io e te non siamo amici, quattordici anni fa mi sono comportato da idiota e ho perso l'amicizia di Hermione. Non so come siano andate le cose fra di voi ma conoscendola penso che vorrebbe essere qui accanto al figlio in questa circostanza. Sai l'anno scorso quando ci siamo incontrati nell'ufficio del preside mi hai sorpreso Draco. Sono sicuro che puoi passare sopra alle vostre divergenze in questa occasione.» Parlò francamente l'ex grifone.
L'uomo soppesò attentamente le parole dell'Auror prima di rispondergli. «Harry» disse stupendosi della naturalezza con cui riusciva a chiamarlo per nome.
«Hermione è stata chiara quando mi ha lasciato. Non avrei dovuto per nessun motivo cercarla.» Aveva confessato l'ex serpeverde. «Non sai ieri sera quando ho saputo di Scorpius quanto sia stato difficile per me non cercare di mettermi in contatto con lei. Onestamente però, se anche avessi voluto, non avrei saputo nemmeno da che parte iniziare per trovarla.» L'uomo, provato dalla stanchezza e dallo stress delle ultime ore, non era riuscito a mantenere l'atteggiamento di algido distacco che usava abitualmente.
Nessuno dei due aggiunse più nulla sull'argomento e Draco decise di tornare da sua madre per vedere come stesse Scorpius.
L'algida Lady Malfoy sembrava provata dall'angoscia al capezzale del nipote.
«Madre, come sta Scorpius? È quasi l'ora della pozione» Disse Draco prendendo la pozione dal comodino.
«Parlava nel sonno, cercava sua madre e te...» mormorò la donna dispiaciuta.
«Non dispiacetevi, Scorpius vi adora, lo sapete. In questo momento sta male ed è normale che cerchi quello che gli manca. Ma questo non significa che vi voglia meno bene.»
«Lo so, è stupido rammaricarsi per una cosa del genere. Sono così in pena, secondo te sta funzionando la pozione? Mi sembra ancora così provato...»
«Ci vuole tempo, ieri era allo stremo ora è più difficile ottenere risultati. Stamattina dopo la pozione la febbre era scesa a 39, ma adesso mi sembra stia risalendo. Questa nuova dose dovrebbe aiutarlo.» Con l'aiuto della madre fece prendere la pozione al figlio.
«Ti do il cambio, vai a berti un tea caldo, magari ti aiuterà a calmarti.»
Lasciato solo, il pozionista ripensò al giorno in cui Hermione se ne era andata, portando Altair con sé.

Per poter cominciare a lavorare presso il Ministero Draco avrebbe dovuto fare una settimana di tirocinio intenso in una località fuori Londra. L'uomo era preoccupato di non riuscire ad andare visto che i suoi genitori erano sotto la sua tutela. Hermione, stava ancora cercando il primo impiego, si offrì quindi di fare le sue veci di “tutore” per lasciarlo libero di frequentare l'importante tirocinio. Non si erano mai lasciati dalla fine della guerra e l'uomo era titubante a lasciarla sola con i due figli di appena un anno e anche il compito di sorvegliare i genitori. Benché la sorveglianza dei genitori non fosse molto impegnativa visto che suo padre aveva già cominciato a lavorare con il signor Weasley ed era quasi tutto il giorno fuori casa e sua madre passava l'intera giornata coi piccoli. La grifona tuttavia l'aveva convinto; quella era un'occasione troppo importante per lasciarsela sfuggire e una settimana senza vedersi sarebbe passata molto velocemente. Ai tempi della guerra erano usciti indenni da ben altre separazioni, la donna era quindi sicura che non ci sarebbero stati problemi.
Quella settimana era stata molto intensa per Draco. Non aveva potuto sentire la grifona per sette lunghissimi giorni, era quindi ansioso di tornare a casa dalla sua famiglia.
Entrando in casa però, sentì una brutta sensazione. Era successo qualcosa durante la sua assenza.  Anche se aveva sperato di trovare la moglie ad accoglierlo all'ingresso, quella non era certo l'espressione che avrebbe voluto leggerle in viso. Ricordava di aver visto solo un'altra volta quello sguardo, quando la grifona era stata torturata dalla zia. La donna, con uno dei due figli in braccio, non riusciva a reggere il suo sguardo.
«Hermione, è successo qualcosa?» Le chiese avvicinandosi.
La giovane indietreggiò di qualche passo, come se dovesse mettere una distanza di sicurezza fra loro. «In questo periodo di lontananza mi son fatta molte domande sul nostro rapporto e ho capito che pur provando dei sentimenti non siamo in grado di vivere insieme.» disse la donna senza preamboli, sembrava stesse ripetendo una lezione a memoria.
«Senti, calmiamoci e esponimi le domande che ti sei fatta. Abbiamo passato momenti terribili e qualsiasi sia il problema sono sicuro che possiamo affrontarlo insieme.» Draco riprovò ad avvicinarsi alla moglie ma, come la volta precedente, la ragazza si allontanò spaventata.
« È tutto inutile... Mi dispiace Draco. Non avrei voluto farlo, ma non c'era via d'uscita»
Il giovane uomo era sempre più in tensione. «Cosa non avresti voluto fare? Per favore dimmi cosa è successo? I miei genitori ti hanno fatto qualcosa?»
La giovane donna sgranò impercettibilmente gli occhi. Cercando di calmare il respiro continuò: «No, è un problema nostro, insieme non andiamo bene... Ho deciso che la cosa migliore è separarsi. Ti affido Scorpius.»
«Cosa vuol dire che vuoi separarti? Sai bene che abbiamo celebrato un matrimonio magico. Nel nostro mondo non esistono separazioni o divorzi» Disse con la voce che tremava di rabbia. «E comunque come puoi pensare di portarmi via uno dei miei figli?»
«L'ho già fatto... Spero che tu mi possa perdonare un giorno» Con la bacchetta la donna fece apparire un foglio davanti al marito. Era un estratto del suo stato di famiglia  che proveniva “dall'Anagrafe Magica”.
Draco impallidì leggendo il foglio. La donna era riuscita a far annullare la loro unione. Infatti non appariva più nel suo stato di famiglia, e lui risultava avere un solo figlio, Scorpius. «Cosa hai fatto? Perché Hermione? Perché? »
« È meglio per tutti credimi. Non cercare di metterti in contatto con me o con Altair, per nessun motivo!» Detto questo si smaterializzò prima che Draco potesse raggiungerla per fermarla. Intanto che stava scomparendo gli era sembrato di sentire un “Vi amerò per sempre”. Ma pensava di esserselo immaginato visto quello che le aveva appena fatto la donna.
Andò nel suo studio fuori di sé dal dolore e cominciò a demolire ogni mobilio o suppellettile che gli capitava a tiro. A sentire tutto quel baccano la madre scese per vedere cosa fosse successo: «Draco? Cosa succede?» Chiese la donna sgranando gli occhi davanti al disastro che le si profilava davanti.
L'uomo a capo chino si teneva la testa fra le mani. «Tu lo sapevi? Cosa è successo questa settimana madre?»
«Non capisco di cosa tu stia parlando.. Dove sono Hermione e Altair? Mi ha chiesto di tener d'occhio Scorpius ma non è più tornata»
Draco alzò di scatto la testa.« È andata via... Portandosi dietro Altair. Non so come, ma è riuscita a far annullare il matrimonio e a privarmi dei diritti su Altair» Le porse il foglio dell'anagrafe che le aveva consegnato Hermione.
La madre impallidì leggendo il foglio. Non capiva cosa avesse spinto la nuora a quel passo. «Non ne sapevo niente, davvero. Negli ultimi giorni, due giorni dopo che sei partito, mi sembrava molto strana ma pensavo fosse perché sentisse la tua mancanza. Ha voluto passare ogni momento possibile con i due bambini e, per quanto la conosco, sembrava tesa e impaurita da qualcosa.»
Dopo un paio d'ore arrivò anche Lucius e venne aggiornato su quello era successo durante la sua assenza. L'algido ex serpeverde sembrò molto sorpreso e dispiaciuto di quello che era accaduto. Consigliò al figlio di recarsi dal Ministro della Magia e chiedere spiegazioni. Lui era l'unico che avesse il potere di annullare il loro matrimonio, essendo tra l'altro colui che l'aveva celebrato.
Il Ministro per molti giorni non si fece trovare, ma dopo una settimana passata ad assediare in ogni momento libero l'ingresso al suo ufficio al Ministero, Draco riuscì ad ottenere un collloquio con l'uomo.
«Signor Malfoy, prego si accomodi.» Disse indicandogli la sedia davanti alla scrivania.
«Immagino che lei sappia perché è una settimana che cerco di parlarle...» Disse il pozionista con una punta d'amarezza nella voce.
« Posso immaginarlo anche se non mi è chiaro perché lei sia qui...»
«L'unica persona che potesse annullare il vincolo magico che mi univa a Hermione è lei, quale altro motivo avrei per essere qui?» Chiese l'uomo risentito da quel atteggiamento.
«Lei è un uomo fortunato Signor Malfoy. Una donna diversa da Hermione l'avrebbe fatta finire ad Azkaban, invece lei gli ha lasciato la custodia di uno dei suoi due figli e ha anche preteso che l'annullamento del suo matrimonio non incidesse sul lavoro che sta iniziando qui al Ministero.»
«Io non so cosa le abbia detto mia... La signora Granger, ma non è vera.»
«Non si preoccupi, non l'ha accusata apertamente di niente... In ogni caso quello che mi ha detto mi ha portato ad acconsentire all'annullamento. Le ricordo tuttavia di non cercare di mettersi in contatto con la donna o con suo figlio a meno che non voglia farsi un giro ad Azkaban»  Lo minacciò sottilmente.
Draco lo guardò incredulo; con quanta facilità liquidava il suo matrimonio. «Se Hermione non vuole più vedermi d'accordo, ma nessuno mi potrà impedire di cercare Altair.»
«Lei non ha più diritti su Altair, il suo unico figlio adesso è Scorpius. La prego di ricordarselo se non vuole finire nei guai... e con questo è tutto» Disse il Ministro indicandogli la porta.


Dopo tanti anni Draco non era ancora riuscito a perdonare Hermione per quello che gli aveva fatto. Purtroppo però non era riuscito nemmeno a dimenticare la donna che gli aveva fatto scoprire di avere un cuore, di poter amare e di essere annientati per la sua mancanza.

Scorpius, nel tentativo di sfuggire ai nuovi compagni di stanza, si era rifugiato in biblioteca. Aveva pensato di  cercare di non pensare al fratello ripassando qualche materia, ma l'impresa era impossibile.
La sera precedente, grazie alla chiacchierata fatta con Lily, aveva finalmente compreso come mai fin dal primo giorno di scuola lui e Potter non fossero mai andati d'accordo. Aveva anche capito che il giovane Weasley fingeva solo di essere un “pacifico” grifondoro e di non covare rancore nei suoi confronti. Infatti fin dal primo giorno lui si era scontrato solo con James, mentre Hugo era difficilmente intervenuto. Lui pensava quindi che fosse solo il giovane Potter a non sopportarlo. Dopo la bella uscita della sera precedente, però il ragazzo aveva capito che era Weasley a fomentare gli animi del compagno di Casa. Faceva esporre Potter allo scontro diretto con lui e in questo modo lui si teneva lontano da qualsiasi punizione o ripercussione per il comportamento tenuto. Vedendo le cose da quella nuova prospettiva  Potter gli faceva quasi pena; lui aveva  Edward ed Eloise vicino. Loro non lo avevano mai spinto ad attaccar briga con i grifoni e, quando era successo qualcosa lo avevano spalleggiato a rischio di essere puniti con lui.
La voce famigliare di Edward lo ridestò dai suoi pensieri: «Granger, scusa possiamo disturbarti?»
Quando si girò vide che lui e Ely si erano avvicinati al suo tavolo in biblioteca. «Zabini, Nott, non mi disturbate affatto, ditemi pure.»
La bibliotecaria lanciò al gruppetto uno sguardo assassino. Scorpius raccolse velocemente i libri che aveva portato per studiare e fece cenno di uscire ai due amici in modo da non disturbare gli altri studenti.
Non appena furono nel corridoio Edward riprese a parlare. «Volevamo sapere se hai qualche notizia di Scorpius. Il professor Piton ci ha detto che è stato male e che il preside ha chiamato suo padre ma non ha voluto dirci altro.»
Era proprio fortunato ad avere due amici come loro, pensò Scorpius ritornando con la mente ai ragionamenti di poco prima. « Purtroppo ieri sera aveva la broncopolmonite con la febbre alta. Non ho notizie recenti ma il preside ha garantito che mi avrebbe avvertito se ci fosse stato qualche cambiamento.»
«Strano» rispose Edward. «Non si ammala facilmente lui... Spero che si riprenda in fretta.»
Ely era rimasta muta fino a quel momento. «Come può essergli venuta la broncopolmonite in questa stagione? è assurdo.» Disse alzando lo sguardo verso di lui e arrossendo quando i loro occhi si erano incontrati. Ely aveva preso decisamente una bella cotta per il fratello, pensò Scorpius. Scosse le spalle e rispose: «Allenamenti sotto la pioggia»
Vennero interrotti dall'arrivo del professor Piton. «Buongiorno ragazzi, volevo dirvi che le condizioni di Scorpius sono  migliorate. Anche se non ha ancora ripreso conoscenza la febbre sta pian piano scendendo.»
«Per fortuna» Risposero in coro, tirando un respiro di sollievo.

A pochi metri di distanza, in infermeria, Draco mise una mano sulla fronte del figlio per sentire se la temperatura si fosse alzata di nuovo, quando Altair aprì gli occhi.
«Finalmente ti sei svegliato campione» Disse il pozionista sedendosi sul bordo del letto. «Ci hai fatto preoccupare tantissimo. Ma dimmi, come ti senti?»
Altair ci mise qualche secondo a mettere a fuoco la figura del padre. Altrettanti secondi ci vollero per ricollegare la foto del giovane cercatore di Serpeverde con l'uomo che gli stava parlando. Ma poi la mente del ragazzo, ancora assopita dal lungo sonno, ricominciò a funzionare.
«Papà.» Sussurrò Altair. Lo guardava con gli occhi lucidi e avrebbe voluto riuscire a sollevarsi e buttargli le braccia al collo, ma non aveva la forza di muovere un muscolo.
Vedendo l'espressione del figlio Draco corrugò la fronte preoccupato. «Scorpius, ti senti male?»
Per qualche istante il ragazzo non aveva capito che lui lo credesse Scorpius, e aveva voluto sperare che il padre fosse li per lui, che finalmente fosse tornato. Il ritorno alla realtà fu per lui un brusco colpo.
Scosse la testa cercando di riprendersi dallo scossone appena ricevuto: «Mi sento solo debole. Come mai sei qui?»
«Beh con un testardo come figlio che si allena sotto la pioggia e si fa venire un accidente direi che è il minimo, non credi? Non riuscivo a crederci quando Silente mi ha detto che ti è venuta la broncopolmonite perché ti sei allenato sotto la pioggia! Per giocare un amichevole poi...» Il pozionista cercava di mantenere un tono serio, da rimprovero nei confronti del figlio, mentre nel suo animo gli scoppiava il cuore di gioia a vederlo finalmente fuori pericolo.
«Scusami se ti ho fatto preoccupare, anche se era un'amichevole ci tenevo a fare bella figura.» Rispose il ragazzino con fil di voce.
«Mio figlio che mi chiede scusa!» Alzò gli occhi al cielo. «Devi avere ancora la febbre se ti scusi»
Prese la pozione dal comodino e gli porse il cucchiaio . «Anche se stai meglio vorrei che la prendessi ancora per un paio di giorni. È una variante della Pozione Piperita di mia invenzione, per fortuna ti ha fatto calare la febbre.»
Appena la trangugiò una smorfia schifata gli si dipinse sul viso. «Che schifo! Sa di fango ed erba! Visto che ne hai migliorati gli effetti potevi migliorare anche il sapore, è orrenda.»
«Che ti aspettavi? Succo di zucca? Sono riuscito a togliere l'odioso fumo che faceva uscire dalle orecchie ma per il sapore ci devo ancora lavorare.» Gli scompigliò i capelli affettuosamente. «La nonna è stata qui ad aiutarmi ad assisterti, ma appena sei stato considerato fuori pericolo è dovuta tornare a casa. Mi ha detto di salutarti e dirti che non vede l'ora di riaverti a casa.»
«Senti» Proseguì poi Draco. « Oggi è domenica e la scuola ufficialmente finirebbe venerdì prossimo. Ho parlato con il preside e se vuoi possiamo tornare a casa subito insieme invece che aspettare venerdì. Tanto dovrai stare a riposo almeno per un paio di giorni ancora, quindi tanto vale che vieni a casa invece di star rinchiuso in infermeria. Che ne dici campione?»
Altair avrebbe tanto voluto accettare ma aveva bisogno ancora di qualche giorno con Scorpius, non poteva certo andarsene senza nemmeno avergli parlato. «Mi piacerebbe Papà, ma vorrei tornare con tutti gli altri venerdì. Sai non vedrò i miei compagni per qualche mese e mi piacerebbe passare ancora qualche giorno con loro anche se non posso stancarmi troppo. Fra cinque giorni sarò a casa e ci rifaremo “del tempo perduto”.» Rispose pensando a quanto in realtà fosse difficile “rifarsi” degli undici anni in cui erano stati lontani.
«D'accordo, non voglio insistere... Purtroppo però non mi è consentito rimanere qui con te ora che stai bene. L'unica condizione che ti impongo per rimanere è quella di non salire su una scopa e di non stancarti troppo almeno fino a quando non sarai di nuovo a casa. Siamo intesi?»
«Promesso papà.» rispose sorridendogli.
«Sei proprio ubbidiente oggi, la febbre a quanto pare ha fatto i miracoli che la mia educazione non aveva mai prodotto...»
Draco si alzò dal letto e dopo avergli tirato un affettuoso buffetto disse: «Ti saluto, ci vediamo venerdì al binario Scorpius.»  dopo di che uscì dall'infermeria.
Altair era rimasto in contemplazione del soffitto per quasi mezz'ora. Non riusciva a credere di aver potuto parlare con suo padre. Quando sentì la porta aprirsi pensò che fosse l'infermiera, e non alzò nemmeno lo sguardo. «Altair, ero preoccupatissimo! Come ti senti?» Scorpius era entrato piombandogli quasi addosso  per sentirgli la temperatura, con la mano sulla fronte.
«Scorpius! Mi sento come se un treno mi fosse passato addosso» rispose il fratello. «Papà è stato qui, gli ho parlato qualche minuto e mi ha dato una schifosissima pozione di sua invenzione...»  Fece una smorfia.
«Si, il preside ha voluto chiamare per forza un adulto quando stavi male. Ho convinto lui e Severus a reggerci il gioco e chiamare papà, facendogli credere che fossi io quello che stava male. Non ti sei fatto scoprire vero?»
«No, no anche se poco ci è mancato. Quando mi sono scusato per averlo fatto preoccupare aveva paura che avessi ancora la febbre.» corrugò la fronte perplesso.
«Ti sei scusato?» Lo guardò scandalizzato. «Non ti ho insegnato proprio niente allora fratellino! Scorpius Malfoy si scusa spontaneamente assai di rado. Tienilo a mente per quando sarai a casa»
Schiarendosi la voce aggiunse: «Questo è infatti uno di quei rari momenti. Avrei dovuto impedirti di giocare sabato. Avevo capito che non stavi bene ma non volevo darti un dispiacere e così non mi sono imposto. Se ti fosse capitato qualcosa ...» Sospirò abbassando gli occhi.
«Ehi fratello, non ti devi certo scusare perché io sono un idiota testone! A proposito come è finita la partita? Ho il vago ricordo di aver preso il boccino.»
«Si» Confermò il fratello. «Beauxbatons ha vinto la partita, ma ai punti il Torneo è stato vinto da Serpeverde»
«Insomma abbiamo vinto entrambi alla fine.» Gli sorrise complice. «Anche se penso che la tua preoccupazione per me non ti abbia fatto rendere al massimo. Tu sei molto più bravo di me» Dovette ammettere con una punta di rammarico.
«Forse è vero che non ero concentratissimo sulla partita, ma sei stato molto bravo anche tu. Considerando anche che avevi la febbre» precisò il giovane serpeverde.
«Scorpius, papà è veramente una forza! Come fa la gente a pensare che sia un uomo freddo e senza sentimenti?» Chiese ad un tratto Altair ricordando come, a detta del fratello, lo dipingessero i giornali quando parlavano di lui.
«La sua è tutta una facciata. Dice sempre che facendo vedere troppo i sentimenti che provi puoi esserne ferito più facilmente. Ma quando siamo solo io e lui è tutto diverso. Gentile, ironico, attento alle mie esigenze e anche severo quando serve...»
«Sei fortunato ad avere un padre così» Sospirò il giovane grifone.
«Siamo fortunati!» Lo corresse il fratello. «È anche tuo padre, e presto potrai rivelargli chi sei in realtà» rispose interpretando il dispiacere celato dietro alla sua espressione.
«Sono già fortunato ad avere un fratello come te» Rispose Altair sorridendogli grato.

Siamo arrivati al Capitolo 7.
Un capitolo che parla di rimorsi. Harry si è pentito di come ha trattato quella che lui considerava una sorella. Purtroppo, sebbene abbia cercato di riallacciare i rapporti con la riccia, non è più riuscito a recuperare. Scorpius si sente in colpa per quello che è capitato al fratello, per non avergli impedito di giocare. Hermione infine, scossa dall'incubo, soffre perché ha paura che Scorpius possa stare davvero male e sa benissimo che se questo succedesse nessuno l'avvertirebbe, visto come si è comportata.
Draco rivive il momento più brutto della sua vita, quando Hermione ha abbandonato lui e Scorpius. Secondo voi cosa ha spinto la grifona a questa scelta? Hermione ha detto la verità sulle motivazioni che l'hanno portata a questa scelta?

Per fortuna Altair si è destreggiato abbastanza bene nei panni del gemello e il loro piano non è saltato. Finalmente ha potuto avere il suo primo colloquio con suo padre e la cosa lo ha parecchio emozionato.
Nel prossimo capitolo i due ragazzi conosceranno i rispettivi genitori. Riusciranno a calarsi nei panni l'uno dell'altro o i genitori capiranno l'inganno?
A presto
Lyn

Ps Ringrazio tutti voi per i commenti e le recensioni che lasciate a questa storia. Le vostre parole danno la carica giusta per scrivere! Grazie ^_^
Grazie anche alla mia migliore amica Nady, la mia Altair, che pur non essendo una fan di Harry Potter si è messa a leggere questa storia, mi da tanti consigli e mi sostiene. Sono sicura che un giorno ti travierò e diventerai anche tu una Dramione dipendente  :P (risata satanica)

 
  
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