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Autore: Rosalia100689    20/10/2014    1 recensioni
Il legionario Ottavio Sestio Lucullino è un cittadino romano di antica stirpe. Durante i quattro anni di leva obbligatoria (che trascorre tra Britannia e Gallia), il suo pensiero corre spesso a lei: Lidia, serva nella domus di suo padre con cui il giovane è cresciuto e per la quale farebbe di tutto.
La ragazza nasconde però un dolce segreto: Ottavio lo scoprirà solo dopo esser tornato a Roma, mentre ben due tragedie nel volgere di poco tempo incomberanno sui protagonisti… Sullo sfondo di un Impero Romano in piena espansione, antichissimo eppure sorprendentemente simile al mondo moderno, vi presento la mia nuova storia; spero sia apprezzata con tanti commenti!:-)
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
Capitoli:
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Note: Ringrazio la carissima Luce_Della_Sera per la sua simpatica recensione, e con lei tutti gli utenti che hanno letto senza recensire.
Come al solito, vi fornisco alcuni nuovi termini allo scopo di comprendere meglio il seguente capitolo:
tablinium = sala da pranzo
gustatio = spuntino o antipasto, in genere consumati a mezzogiorno
Macellum = mercato
amasio = amante di sesso maschile
familia = tutti gli abitanti di una domus, cioè servi e padroni
Urbe = “la Città”, il modo in cui i suoi abitanti chiamavano Roma
Suburra = i quartieri poveri di Roma, il cui ingresso era situato dietro il muro di confine del Foro di Augusto
Ierusalem = Gerusalemme.

I termini latini precedenti, se non specificati nelle note attuali, li ritroverete nei capitoli già pubblicati.


Capitolo 2, parte 2 <> La scelta di Lidia

Non appena uscita dal cubicolo della domina Lucilla, Lidia stava recandosi di buon passo verso un altro cubicolo padronale, quando proprio da quella stanza vide uscire sua sorella; pur senza parlare, l’altra le fece cenno che fosse tutto a posto con la padroncina Sestilia, così la giovane stava dirigendosi verso il tablinum per aiutare a sistemare le varie tavole in vista della gustatio mattutina, quando venne intercettata da un allegro intendente
:- Ciao tesoro, dove te ne vai di bello? Alla…?-
:- Zitto Claudio, per favore!- lo interruppe a bassa voce lei, timorosa di farsi udire – No, se proprio vuoi saperlo vado ad aiutare le cuoche e poi al macellum; vuoi venire con me?-
Riflettendoci su per qualche secondo, l’altro accettò con entusiasmo infantile
:- Sì, va bene, dai… Così magari passo anche dal banco di Saverio: i suoi lupini lessi sono i migliori dell’Urbe!-
Pur senza dar troppo peso al rossore che aveva abbondantemente soffuso le guance di suo cugino, la giovane si sentì scioccamente felice per quella tenera simpatia di Claudio verso l’ambulante che con pazienza, e forse quanche carezza alla greca, gli aveva insegnato nel giro di un anno a leggere e scrivere, aiutandolo così a coronare il suo sogno: diventare il segretario più fidato del padrone, il Senatore Guido Sestio Lucullino, uomo di poche parole, eppure magnanimo e di comprovata onestà.
:- Va bene, allora preparati e indossa la tua tunica migliore; non vedo l’ora di conoscere il tuo amasio!- gli sussurrò in tutta risposta Lidia, correndo verso il tablinum prima che l’altro potesse solo accennare a replicare.
Poco dopo, i due poterono uscire dalla domus, e con loro c’erano anche i due fratelli minori di Ottavio: Marco di 18 anni e Sestilia di 15, entrambi diretti alle terme per prendere un bagno; Lidia, com’era usanza nell’Urbe, ci sarebbe andata di pomeriggio assieme a tutti gli altri servi.
:- Dimmi, Lidia: ti trovi bene nelle tue nuove mansioni?- Esordì Marco, poco dopo aver lasciato la grande casa paterna.
Sorridendogli, la giovane notò quanto fosse cresciuto nel giro di due anni; non fosse stato per il diverso colore degli occhi, l’avrebbe facilmente potuto confondere col fratello maggiore, tanto erano simili!
:- Sì, certo: pettinare la domina e la padroncina mi riesce bene, e dopo ho quasi tutta la giornata per me… Beh, tanto sai dove mi reco a colte la sera tardi, no?-
E di nuovo, la vernacula mostrò al patrizio quello sguardo di pura serenità già esibito poco prima al cospetto di sua madre.
Avvicinandosi preoccupata, Sestilia, che aveva ascoltato alcuni brandelli di conversazione, le si parò dinanzi col capo basso 
:- Forse, gli unici a non saperlo, sono proprio le persone che per te contano di più al mondo: i tuoi genitori, i tuoi fratelli ed Ottavio! Mio padre non so, ma si impiccia poco degli affari dei servi, lo sai: non ritieni sia ora di informare tutti? Se ti scoprissero…-
:- Basta così, sorellina!- La interruppe fermamente Marco, sentendo nominare suo fratello: sarebbe stato capace di tornare seduta stante dalla legione, foss’anche come disertore, pur di salvare la sua storica amica Lidia da un tale destino, se l’avesse apertamente saputo. Da parte sua, si era esposto già troppo, citandone le “gravi condizioni in cui versava”; per il bene dell’intera familia, era meglio sorvolare in fretta- Se Lidia è felice così, lasciala pure libera di frequentare quell’ebreo, figlio di carpentiere: magari in futuro avremo sedie e tavoli gratis, chissà! Ottavio se ne farà una ragione: dopotutto, al cuor non si comanda, giusto?-
Facendole l’occhiolino, per farle capire quanto tenesse a lei, il giovane si vide immediatamente abbracciare dalla serva, che però si ricompose quasi subito, e con voce rotta dall’emozione disse
:- Beh, forse sedie e tavoli gratis no, ma vedrete presto i frutti del suo lavoro e quelli di suo padre: vorrei tanto farveli conoscere, sapete? Forse il dominus non approverebbe…-
A quel punto, fu Claudio a dover intervenire
:- Dei patrizi, in una dimora così umida e fredda nella Suburra? Giammai!-disse infatti, fingendosi scandalizzato, facendo tornare il buon umore a tutti- Davvero, se volete venire non c’è problema; facciamo alle Idi del prossimo mese?-
Guardando con fare indeciso la sorella minore, a Marco occorsero alcuni minuti per decidere: se loro padre avesse saputo dove andavano, non avrebbe mostrato la stessa felicità dei figli nel conoscere un umile carpentiere giudeo, però non sarebbe arrivato a proibirgli di vederlo ogni tanto, o almeno così sperava… Nel frattempo, il quartetto era arrivato fuori l’ingresso delle terme; dovendo quindi affrettarsi ad entrare, il giovane parlò sbrigativamente
:- Alle Idi di Marzo, e spero di non morire come Cesare dentro quella casa! Valete.-
Ridendo di gusto alla battuta di Marco, i servi salutarono di rimando lui e Sestilia, e si diressero velocemente verso il Macellum Magnum, commentando divertiti l’entusiasmo con cui il padroncino aveva aveva accettato di far visita di far visita al loro amico carpentiere: due persone in più facevano sempre comodo alla loro causa, soprattutto se giovani e benestanti!
()()()

Una volta arrivati al mercato, i due cugini iniziarono a guardarsi intorno, in cerca della miglior mercanzia al minor prezzo
:- Cos’ha detto che dobbiamo comprare?- chiese Claudio, riferendosi ad Anna, la capocuoca della domus, la sua amata madre cinquantenne, che l’aveva accolto come un figlio ventun anni prima: figlio esposto di un alto dignitario romano e di chissà quale donna, il neonato Claudio era stato appunto amorevolmente allevato da Anna (sorella di Stazia) e suo marito Archimede, un brav’uomo ellenico deceduto l’estate precedente.
:- Beh, non molto in realtà: dei datteri di Ierusalem e… dei lupini lessi, il resto c’è tutto! Ehi, ma dove corri?!? Lasciami, mi fai cadere!-
Sentendo le parole “lupini lessi”, Claudio aveva come perso la ragione, e con un grande sorriso stampato in faccia, stava trascinando di corsa la sua congiunta verso uno dei suoi banchi preferiti!
Arrivati nei pressi, il giovane finalmente fece riposare un pochino Lidia, ed intanto le spiegò la situazione, con il volto rosso come un peperone
:- Eccolo, lo vedi? Quello lì davanti è Saverio: mi piace così tanto!-
Sorridendogli e prendendolo per mano, Lidia si apprestò a fargli qualche domanda
:- Sì, in effetti è davvero bellissimo, con la pelle ambrata, i capelli neri e gli occhi azzurri! Dimmi, oltre a studiare insieme, avete mai…?-
:- No…- Rispose in tono sognante il giovane- non sai però quanto mi piacerebbe; dopo le lezioni, spesso mi sorride e mi tiene la mano, sai? In quei momenti, il tempo per me si ferma, però non riesco a capire se lui prova i miei stessi sentimenti… Guardalo, è così virile, e soprattutto libero, mentre io saprò anche leggere e scrivere, eppure sempre servo resto!-
Non sapendo cos’altro aggiungere alle parole di suo cugino, Lidia decise di avviarsi verso il banco, per ammirare meglio Saverio e la sua mercanzia; Claudio la seguiva a breve distanza, cercando di darsi un contegno, ma alla ragazza non sfuggì il lungo sguardo che il fruttivendolo stava in quel momento riservando al suo affezionato parente, certo di non esser notato da nessuno; la ragazza fu però più lesta ed alzò ed alzò apposta la testa, guardandolo negli occhi, per fargli capire che aveva visto tutto e che conosceva Claudio.
Mortificato per esser stato beccato, l’uomo fece cenno ad entrambi di avvicinarsi e, fingendo di mostrar loro la qualità dei suoi famosi lupini lessi, parlò velocemente a bassa voce
:- Tu devi essere Lidia, l’amica del carpentiere giudeo, vero?- Ad un cenno affermativo di lei, continuò più sereno – E’ anche un mio conoscente, sai? Se volete, alcune volte potremmo fargli visita assieme!-
:- Ma certo, Saverio… Oh, scusa! Beh, inutile negarlo: mio cugino mi parla sovente di te e dei tuoi prodotti, è per questo che ti conosco!-
Guardando brevemente il suo compagno di studi, il venditore capì di poter esser franco
:- Noi… Cioè, Claudio ed io, non facciamo nulla di male, nelle nostre sessioni di studio: gli insegno a leggere e scrivere, mentre lui insegna a me la legge del cuore; perché un pomeriggio di questi, di ritorno dalle terme, non lo accompagni? Potrei insegnare ciò che so anche a te, e poi verso sera potremmo andare dal nostro comune conoscente, va bene?-
Sorridendogli in cenno di assenso, Lidia si fece sistemare nel cestino dei lupini lessi e degli autentici datteri di Ierusalem, pagando anche due assi di mancia sottratti dal suo salario mensile. Saverio lo capi, e la ringraziò di cuore, ma quando Claudio ebbe già percorso pochi passi, la richiamò indietro, e restituendole la mancia arrossendo, disse
:- Prendili tu, e compra qualcosa di carino a tuo cugino da parte mia; spero capisca quanto conti per me il suo affetto!-
Promettendogli ciò che il suo nuovo amico desiderava, la serva raggiunse in fretta Claudio, e tornò a casa col cuore gonfio di nuove, bellissime sensazioni, muta testimone di un amore ancora acerbo.
  
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