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Autore: mileyboobs    20/10/2014    1 recensioni
"Non dimenticarti di me, ti prego.
Mi sei rimasta solo tu Chelsea, se guardandomi non mi riconoscerai, allora sarà la fine per me."
Aprì gli occhi, lo osservai per diversi istanti.
"Chi è lui, e perché è qui?"
Ashton/Chelsea.
Genere: Drammatico, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Leaving Califorina.

"Another day, and I'm somewhere new, I made a promise that I'll come home soon, bring me back, bring me back to you"

Chelsea's pow.

"Ma cosa dobbiamo fare con te?"
Questa frase era il mio pane quotidiano, la frase della che rappresenta la mia vita.
I miei genitori, i miei parenti, i miei professori, i miei amici, tutti non sapevano cosa fare con me.
Tutti tranne lui.
"L'ennesima festa a cui vai senza permesso, ti ubriachi e chissà chi ti riaccompagna a casa. Questa storia deve finire! Il college è vicino, le superiori sono quasi finite e non ti puoi più permettere di comportarti in questo modo."  Urla mia madre procedendo spedita verso la mia camera, agitando le braccia.
Siamo alle solite. Un altro lunedì mattina in cui mia madre urla e io annuisco per liberarmene.
"Si mà, lo so."  Le rispondo frugando nell'armadio alla ricerca di una felpa decente.
"Tu signorina non sai un bel niente. Sono finiti i tempi in cui il tuo comportamento da ribelle poteva essere accettato."
Ribelle, ah.
Prendo l'ultima felpa appesa, me la infilo, raccolgo la massa di capelli rossi in una treccia confusionaria, e chiudo l'armadio e vedo mia madre in piedi accanto all'anta con le braccia incrociate e lo sguardo truce puntato dritto dritto sul mio viso assonato.
"Ora posso andare a scuola?"
"Vedi di muoverti." 
Prendo la borsa, le cuffiette ed esco frettolosamente mentre mia madre mi urla di tornare ad un ora decente.
"Certo mà, puoi contarci."
Decido per una volta di arrivare a scuola a piedi, niente autobus ne passaggi in macchina, volevo stare da sola per un po'.
La Queen Elisabeth, una normalissima scuola, in un normalissimo quartire, frequentato da normalissima gente. Con le cuffiette nelle orecchie, attraverso decisa il cortile, dividendo a metà i vari gruppetti che chiaccheravano senza preoccuparmene.
Cerco il mio gruppo e, per niente sorpresa, lo trovo alla solita panchina, sotto il salice piangente mezzo distrutto.
"Ehy Chelsea, finalmente sei qui."
"Ehy ragazzi, anche stamattina la solita ramanzina. A voi, com'è andata?"
Amber e Calum si guardarono e sorrisero. "Sopravvissuti anche noi."
Il nostro gruppetto era quello "fuori dagli schemi" e a noi andava bene così. Ci piaceva essere diversi, ribelli, come sosteneva mia madre.
Sei ribelli. Sei ragazzi "inutili alla socità".
"Luke, Michael, voi?" Chiesi prendendo posto sulla panchina.
I due erano appoggiati al muretto dietro la panchina, intenti a girarsi un drum.
"I miei sono in viaggio, così ho dormito da Cliff." Disse Luke chiudendo la cartina e rivolgendo un'occhiata a Michael.
"I miei se siamo in due non rompono più di tanto, quindi a noi è andata bene."
Soliti sculati del cazzo.
"Chel, Ashton invece? Com'è andta a lui?"
Ashton non era ancora arrivato. Guardai l'orologio: 7.50. Era da lui arrivare in ritardo per fare la sua entrata trionfale, mettendo in mostra il suo fisico con quelle maledette cannottiere bianche quasi trasparenti, tremendamente sexy.
"Gli ho scritto un sms quando sono uscita, ma lo conosciamo bene arriverà tra poco a bordo del suo bolide, con una sigaretta mezza fumata, scusandosi per l'ennesimo ritardo. Ah, a proposito, Lukey, passami un drum."
"Ho quasi finito il tabacco, sorry."
"Tieni, prendi una mia sigaretta." Calum si allungò sul suo zaino, prese un pacchetto di sigarette e me ne porse una. Amber sopra di lui ne prese una, l'accese e aspirò profondamente e soffiò il fumo sul viso di Calum con aria maliziosa.
"Stai cercando di provocarmi?"  Le chiese stringendola.
"Forse." Sibilò lei al suo orecchio.
Luke spazientito diede un calcio sulla schiena di Cal.
"Finitela, siete una cosa schifosa. Due cazzo di ninfomani."
Passi veloci e il tintinnio delle chiavi di un auto precedettero il ragazzo.
Ashton.
"Ragazzi eccomi. I miei non hanno fatto altro che urlarmi contro mentre mi vestivo,ma ne è valsa la pena,  stata una festa epica!"
Eccolo lì, il ragazzo di cui sono stata sempre innamorata, di cui non mi sarei mai stancata di vedere. Non mi sarei mai stancata del suo profumo, del suo modo di parlare, delle sue fossette quando ride, della sua voce roca quando mi chiama nel cuore della notte.
La solita canotta bianca, quella che io stessa gli ho regalato qualche mese prima.
Leaving California scritto a caratteri cubitali sulla canotta.
Si chinò su di me per baciarmi ma appoggiò le mani sul mio viso, scivolò verso il mio orecchio e soffiò con voce profonda. 
"Buongiorno rossa."
Poi mi baciò. Era il mio antidoto e il mio veleno. Appoggiò la sigaretta sulle sue labbra ed aspirò con sensualità.
Ashton's pow.
La scuola a quell'ora era sempre il solito ammasso di gente, escluso il mio gruppo per il quale era una sofferenza solo il pensiero di entrare in quel maledetto istituto.
E poi lei.
Innamorati da sempre, dal primo giorno in cui la sua bocca ha pronunciato il mio nome, in cui i suoi occhi hanno incrociato i miei, in cui le nostre mani si sono toccate.
Ma la nostra non era la solita storia d'amore, piena di coccole, cioccolatini, film strappa lascrime il sabato sera, cartelloni e serenate.
Il nostro era un'amore carnale, provocatorio, sensuale, fatto di sigarette, alchool, feste, graffi sulla schiena, voci calde che si univano con i nostri corpi durante quelle notti di fuoco.
Due corpi che si volevano, che si cercavano in mezzo a tutta quella gente inutile.
Un'amore pericoloso, per chi lo guardava da fuori.
"Programmi per oggi?" Domandai osservando le reazioni dei ragazzi davanti a me.
Chelsea mi guardava con le gambe incrociate seduta sulla panchina mentre fumava la sua sigaretta. Notai che la felpa che portava sopra il vestito corto, era la mia. Era mia. 
"Pensavamo di andare a mangiare al Mc, poi di andare a fare casino al centro, fumare qualcosa e poi se c'è qualche festa imbucarci senza pietà."  Sentenziò Michael sedendosi sul muretto. 
"I nostri soliti piani, strafarci di qualcosa e fare festa."
La campanella segnava l'inizio della giornata, sei ore e poi liberi di fare danni.
"Solo un altro anno, poi college e feste. Niente genitori, niente teste di cazzo, solo noi due."  Chelsea si alzò e mi prese per mano, alzandosi sulla punta dei piedi per arrivare al mio viso, baciarmi e osservarmi con il suo sguardo magnetico.
"Stasera dormi da me." Le dissi dirigendomi verso l'entrata seguiti da tutto il gruppo.
                                                ******
Piccolo spazio per me.
Yup, finalmente si riesce a capire qualcosa, insomma ci sono le "presentazioni" di tutti i personaggi e i loro caratteri, insomma il prologo non faceva capire niente, sono stata moooolto cattiva però spero che vi piaccia l'inizio.
Commentate e fatemi sapere le vostre impressioni, anche se negative, miao.
-Chiky
  
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