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Autore: I_S_Acquamarine    20/10/2014    7 recensioni
L'orizzonte è un qualcosa di irraggiungibile, di lontano, di misterioso.
Guardarlo al tramonto, sul mare, tra le luci di un sole morente, però, sembra andare a fuoco.
Di notte sembra etereo, avvolto nel mistero, più dolce quasi.
Un luogo che è terra, mare e cielo contemporaneamente senza essere nessuno dei tre.
Un posto che ti illude di poterlo raggiungere, ma che ti sfugge come fumo tra le dita.
Questo è quello di cui parla questa storia.
Solo di orizzonti lontani.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia, sempre se la si può definire tale, è uscita così, da sola. 
E' nata da sola, io ho solo dovuto scriverla. 
Spero possa strapparvi un sorriso o una riflessione.
Spero che vi piaccia e che vogliate lasciarmi un vostro pensiero in proposito.
In ogni caso, grazie anche solo di leggerla.
Iaele




ORIZZONTI LONTANI


 

Mi era sempre piaciuto guardare l'orizzonte al tramonto.

Il cielo sembra andare a fuoco sotto gli ultimi raggi di un sole ormai morente.

Il mare prende riflessi rossastri, come se le fiamme che stanno incendiando il cielo stessero danzando specchiandosi nell'immensa massa d'acqua sottostante.

Mi sarebbe piaciuto poter prendere parte a quella danza selvaggia e maestosa, antica quanti il mondo.

Poter danzare come fuoco in un punto che è l'unione di terra, mare e cielo deve essere una cosa meravigliosa.

Purtroppo posso solo stare ad osservarla come uno spettatore guarda uno spettacolo teatrale senza poter intervenire in alcun modo.

Non potrò mai raggiungere l'orizzonte dove avviene quella danza.

Per ogni passo avanti che faccio verso quel luogo, lui ne fa uno indietro.

Qualche volta mi sembra di poterlo sfiorare, di essere sul punto di afferrarlo, ma continua a sfuggirmi come fumo tra le dita.

Quel punto lontano che non è né terra, né mare, né cielo, ma che allo stesso tempo è tutti e tre contemporaneamente.

Mi affascina, mi chiama, mi attira a se.

Resistere a quel richiamo è sempre più difficile.

Resterei sempre a guardare quella danza di fuoco che avviene al tramonto, innescata dal sole morente come ultimo saluto al giorno.

Vorrei che il tempo si fermasse, che la danza non finisse mai, che l'incendio non venga mai domato, che quella luce non venga mai spenta.

Ma ogni volta cala la notte, la danza finisce, il fuoco si spegne.

Il sole muore, la luna sorge.

Allora tutto si tingerà d'argento, le fiamme ardenti diventeranno piccole fiaccole giocose che danzano delicate sull'acqua.

Tutto si fa più dolce, delicato, avvolto in un velo di mistero.

Tutto cambia forma, senza cambiarla davvero.

Se prima si danzava una danza selvaggia, ora si volteggia su note più delicate e miti.

Non riesco mai a finire di vedere questa seconda danza.

La sua dolcezza mi culla finché non cado nel mondo infinito dei sogni senza accorgermene.

E allora mi sembra di poter toccare finalmente quelle fiamme che tanto ho ammirato fino a qualche ora prima, per poi accorgermi che non era altro che un'illusione, fumo tra le dita.

Mi sveglio quando la danza torna a farsi vivace e il sole sorge di nuovo, dotato di nuova vita e energia.

Ricomincia la danza che terminerà in un selvaggio levarsi di fiamme ardenti nel suo ultimo atto.

E ricomincia tutto da capo.

   
 
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