Videogiochi > Mass Effect
Segui la storia  |       
Autore: Uptrand    22/10/2014    8 recensioni
Ambientato dopo "L'ultimo dei phantom."
E' una raccolta di tre brevi storie.
La prima storia vede Dasha Weaver e Isabella vedersela con un alleanza tra industriali e militari desiderosi di smantellare la Noveria Corps, sfruttando la sete di giustizia di uno spettro e il desiderio di vendetta, per gli amici morti, di una vecchia conoscenza.
La seconda storia si svolge alla Grissom e vede Steve Williams Shepard lottare per mantenere la pace nell'accademia e impedire che Isabella e i suoi cloni uccidano qualcuno.
La Terza storia vede Olivia Williasm Shepard che malgrado le sue intenzione di godersi una vacanza su Palaven verrà coinvolta in un intrigo in cui Turian e Volus si affronteranno in nome del denaro e della politica.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Altri, Jack, Miranda Lawson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ka’hairal Balak stava percorrendo i corridoi del palazzo della Nuova Egemonia Batarian diretto al suo studio, dove fu accolto dalla vista non molto allegra di una pila di documenti ammucchiati sulla sua scrivania.
In passato avrebbe ignorato l'amministrazione a favore dei piaceri, ma nelle sere come quella in cui la pila era particolarmente alta gli veniva da domandarsi se non stesse sbagliando.
In cima al mucchio di documenti c'era un resoconto delle tasse provenienti dalla provincia di Dhafkob. Una delle province agrarie situate e nord di Nuova Khars'shan, la capitale del pianeta Anhur.
Il mondo situato nella nebulosa Aquila, nel sistema Amon era una delle due sole colonie batarian situate al di fuori del sistema natale della sua specie e adatte per essere la loro nuova casa.
L'altra colonia era Lorek, nel sistema Fathar, nella nebulosa Omega ma una possibile instabilità del suo asse aveva fatto scegliere Anhur, anche per la presenza di elemento zero su quest'ultimo.
Anhur era un cosìddetto pianeta-giardino, perfetto per impiantarci delle colonie aveva prima della guerra contro i Razziatori una popolazione mista di batarian e umani.
Nel dopo guerra la presenza umana si era fatta trascurabile. La capitale era stata ribattezzata da New Thebes a Nuova Khars'shan e la popolazione batarian sul pianeta si aggirava sui due miliardi.
Simili agli umani e alle asari, la loro caratteristica fisica più evidente erano i quattro occhi, un tratto raro tra le altre specie. Dotati in genere di un epidermide di colore marrone, avevano un naso triangolare piatto rovesciato e orecchie appuntite.
I superstiti del suo popolo avevano ricevuto il permesso di stabilirsi su quel mondo, dopo che il loro pianeta natale era andato perso nella guerra contro i razziatori non essendo stato possibile riparare il portale del loro sistema.
Tutte le altre specie dello spazio della Cittadella vi erano riuscite grazie alla creazione di una rete di comunicatori quantici, precedente di poco alla guerra, in tutti i sistemi. Questo aveva reso possibile trasmettere i piani per la riparazione a tutti i sistemi e ad Omega e da li ai pianeti dei Sistemi Terminus.
I batarian invece erano stati i primi a cadere, isolati politicamente non avevano costruito nessuna rete quantica per il proprio pianeta. A volte si chiedeva se su Khars'shan fossero rimasti sopravvissuti e che tipo di vita potessero condurre, se un giorno fossero riusciti a riparare il loro portale tutti i suoi simili avrebbero potuto far ritorno a casa. Ma che mondo avrebbero trovato? L'egemonia batarian su Nuova Khars'shan aveva mantenuto solo il nome di quella vecchia, i cittadini erano meno controllati di prima e la schiavitù come il sistema di classi erano stati aboliti. Il prezzo da pagare per avere l'appoggio del Consiglio e collaborare con le altre specie, perfino gli umani.
Non gli piaceva, non a lui che aveva combattuto gli umani in ogni modo, ma il suo popolo non era così numeroso da occupare per intero neanche un pianeta e qualsiasi specie della galassia contava di più come influenza politica.
Era però riuscito a far si che mantenesse l'indipendenza economica, rifiutando e proibendo lo stabilirsi delle grandi compagnie commerciale, con cui inevitabilmente sarebbe giunta anche l'influenza delle loro specie.
Anche la potente Noveria Corps sorta dalla fusione di tutte le compagnie con interessi su Noveria, situata fuori dalla spazio del Consiglio e dalla sua influenza non era riuscita a mettere piede.
I successivi tre rapporti risultarono essere resoconti fiscali. Ma quello seguente proveniva dal suo ambasciatore sulla Cittadella, Com Dhak'caroh, una missiva che richiedeva quindi la massima attenzione.
“ Da Com Dhak'caroh a Balak, salve.
Confido che nella capitale tutto stia andando bene, qui non ho ricevuto notizie cattive. Il Consiglio continua a promettere che si impegnerà un modo per farci tornare tutti a casa, ma come al solito le parole di chi ha un paio di occhi valgono come quelle di un umano, niente. Ho distribuito in girò qualche credito in modo da essere informato in caso di notizie interessanti ma per ora non ho avuto successo. Continuerò a tentare
.”
La lettera proseguiva.
Per il resto, abbiamo concluso accordi commerciali con diversi popoli, in questo momento la situazione ci agevola visto lo scandalo della Guerra di Omega provocato dalla Noveria Corps. Di cui ufficialmente non si parla perché non è mai avvenuta, al Consiglio non gioverebbe far vedere come non controlli tutto né tanto meno causare una crisi economica con denunce ufficiali.”
« Bene. » Commentò Balak se si era creata un'occasione che i batarian potessero sfruttare, lui avrebbe fatto di tutto per sfruttarla.
Seguirono un altro paio di resoconti e dopo si trovò tra le mani un documento di  Dapo Dhognator, il Pagporos di  Nuova Khars'shan, la massima autorità spirituale del suo popolo. Da quando erano arrivati sul loro nuovo pianeta molti batarian si erano rifugiati nella religione.
Dapo Dhognator detto “Il pazzo” un tempo era stato un profeta su Omega, apparteneva alla vecchia guardia di coloro che avevano potuto vedere Khars'shan con i loro occhi. Nonostante il suo fervore religioso rivolto molto spesso contro gli umani, erano riusciti a lavorare bene forse proprio per quel tratto che li univa.
Ma Dapo sapeva anche che la fede da sola non bastava se la sua specie voleva sopravvivere, doveva imparare ad andare d'accordo anche con gli umani e non aveva mai alimentato il fuoco dell'odio, non in pubblico almeno.
Balak devo riferire dell'insorgere di una voce che si sta diffondendo tra gli strati più bassi della popolazione. Un guida spirituale sta diffondendo un'eresia chiamata “la via” in cui incita la popolazione a sollevarsi dal proprio letargo e riappropriarsi del proprio orgoglio batarian, di scacciare qualsiasi alieno dal pianeta e ridurre in schiavitù gli altri popoli e portare la testa di John Shepard al tempio dei Pilastri della Forza. Ho fatto delle ricerche, sono sicuro che qualcuno li stia sobillando anche se non so chi, suggerisco di chiudere alla svelta questa faccenda prima che ci causino veri problemi ”
Balak sbuffò di rabbia a quelle parole ma sapeva che Dapo aveva ragione, era un problema che andava risolto subito « Almeno ho il batarian giusto. » Commentò.
 
In attesa che la Normandy SR3 terminasse il ciclo di manutenzione, a cui gli ingegneri della Cittadella avevano sottoposto la sua nave una settimana prima, Olivia Williams Shepard e Arturus Vakarian si stavano godendo un periodo di riposo a Cipritine, la capitale di Palaven.
Pianeta natale del popolo turian aveva una temperatura media di una trentina di gradi. Dotato di un debole campo magnetico poco efficace contro le radiazioni del proprio sole gran parte, aveva costretto gran parte delle forme di vita planetarie a sviluppare un carapace metallico per proteggersi da esse.
Compresi i turian solitamente di un metro e ottanta, con una pelle della consistenza del cuoio e con una serie di mandibole attorno a una bocca con denti che ricordavano quelli di un coccodrillo.
Le loro città, causa la loro società militarista, assomigliavano a delle fortezze anche se in epoca moderna i conflitti interni erano spariti rendendo queste fortificazioni al più oggetti di ornamento.
Durante la guerra con i Razziatori, questi ultimi bombardarono le città al punto che la polvere derivante dalla loro distruzione oscurò il pianeta mettendone a rischio la capacità di sostenere la vita.
Per l’occasione la giovane coppia aveva preso in affitto un appartamento, rifiutando cortesemente l’invito dei genitori di lui di passare quel periodo presso di loro.
L’anno in corso, il 2219, pareva un anno tranquillo come i due precedenti. Vi erano stati solo incidenti secondari qua e là, ma niente di grave. Loro avevano cominciato a parlare del futuro assieme, sempre più di frequente.
Olivia teneva le braccia intorno al collo di Arturus e con le dita solleticava il retro del collo del turian.
« Olivia potresti smettere di farlo? » Chiese lui, non troppo convinto.
« Perché? Pensavo ti piacesse. » Rispose lei sorridendo, sapendo bene che ai turian in generale piaceva essere toccati in quel punto. Era considerato un gesto di una certa intimità. Inoltre lui era turian solo per metà, l’altra era quarian e questo faceva si che la sua pelle fosse più morbida e chiara rispetto al normale. Rendendo il lieve tocco delle dita di lei più accentuato.
« Si, quando siamo da soli. Non in mezzo a una sala da ballo di un ricevimento, con molti importanti generali turian presenti. »
Lei non rispose, ma piegò un po' la testa di lato e lo guardò sott'occhi. Dolcissimi occhi verdi come smeraldi che sembravano sorridere, incorniciati in un grazioso viso abbellito da delle lentiggini e il tutto sormontato da una folta chioma di capelli naturali rosso fuoco. Una rarità anche tra gli umani e il tratto fisico che il suo ragazzo apprezzava più di lei, proprio perché i turian erano privi di peli e li trovava qualcosa di esotico ed affascinante almeno su Olivia.
« Non è giusto, non puoi guardarmi così con quei tuoi bellissimi occhioni verdi, hanno un che di ipnotico e ….» prima di finire la frase, il turian la coinvolse in un caschè.
Le scappò una risatina ma quando risalì non stava più ridendo e il suo viso era dello stesso colore dei suoi capelli: rosso.
« Sei pazzo! Se qualcuno avesse visto dove hai messo la mano. » Obiettò Olivia mentre continuavano a ballare, voltò la testa in giro per vedere se qualcuno si era accorto di qualcosa.
Per un attimo il suo sguardo cadde sull'unico batarian della festa, un tipo anziano che indossava un completo color corda, aveva una vecchia cicatrice su una guancia. Seduto, non parlava con nessuno, ma pareva tutto sommato gioviale mentre si gettava in bocca della frutta e sorrideva alla cameriera.
Riportando poi la sua attenzione su Arturus
« Sono tutti turian, nessuno di loro conosce le femmine umane così bene da scandalizzarsi. » Spiegò lui con un sorriso divertito, che invece tale conoscenza l’aveva e anche pratica.
« Quasi tutti, c'è ad esempio l'ambasciatore umano su Palaven se ricordi...in ogni caso grazie a te ho proprio bisogno di andare in uno dei vostri bagni a darmi una sistemata. » Si lamentò Olivia
Lei stava per andarsene ma si imbatté in una quarian estremamente affettuosa che l'abbracciò « Olivia tutto bene? Spero che ti stia divertendo, anche se in genere questi ricevimenti ufficiali lo sono poche volte. »
Di aspetto più simile agli umani di quanto non lo fossero con i turian e perfino dotati di capelli, i quarian erano la sola specie che come i turian era basta su destro-amminoacidi e non levo-amminoacidi. Cosa che permetteva alle due specie di condividere il cibo e avere dei figli, con qualche aiuto medico.
« Si grazie Tali, fortunatamente lo hanno fatto dopo il tramonto del sole. Altrimenti ora starei sudando, oltre a essere costretta a usare quelle untuose creme per proteggermi la pelle. »
« Lo so bene Olivia, fortunatamente gli impegni miei e Garrus ci costringono a passare poco tempo su Palaven...ma questo non dirglielo. » disse ridacchiando la quarian.
« Contaci...ma adesso scusami, devo assentarmi un attimo. »
« In effetti sei un po' rossa in viso. Sicura di star bene? Arturus non le avrai fatto prendere troppo sole, sicuramente è colpa tua. »
Lui rimase in silenzio alle accuse della madre, non sapendo cosa rispondere e avendo lei perfettamente ragione anche se per un motivo diverso da quello che pensava.
« Garrus! Puoi venire? Penso che Arturus abbia fatto prendere troppo sole a Olivia. »
Si avvicinò reggendo un paio di bicchieri, seguito da due turian e un volus con cui aveva iniziato una discussione.
« Dannazione! Arturus non ti avevo detto di fare attenzione che non capitasse. » Lo sgridò il padre.
« Il sole non centra, sto bene! » Obiettò decisa Olivia, voleva veramente togliersi da quella situazione. Se non si era sbagliata, sotto l'abito qualcosa aveva ceduto.
Si presentò uno dei turian arrivato in compagnia di Garrus « È un onore conoscere la figlia di Shepard e il più recente tra gli s.p.e.t.t.r.i del Consiglio. Mi presento: Plabious Gratius, responsabile affari economici con il protettorato Volus. Invece il piccoletto al mio fianco è..... »
« Hhhhh...ho un cervello più grande del tuo Plabious e posso presentarmi da solo. » disse il volus facendosi avanti « Botna Hul, la controparte volus di Plabius. Ho il compito di difendere gli interessi del protettorato su Palaven, in particolare affaristi di dubbia fama arrivati di recente. »  Lanciò un'occhiataccia all'altro turian.
Non rispose alla provocazione ma rivolgendosi ad Olivia chiese « Prima che ci siano fraintendimenti, voi siete Olivia Williams Shepard, s.p.e.t.t.r.o e figlia di John Shepard? »
« Si. »
« Capisco, allora forse non dovremo parlarci. Mi è stato detto di starle lontano e per nessuna ragione farmi coinvolgere in qualcosa che veda la sua presenza. »
Olivia era seccata e incuriosita in ugual misura da quelle parole « Ma lei chi è ? »
« Osom Sikobio, faccio gli interessi della Noveria Corps su Palaven. »
A lei fu tutto chiaro « Mi faccia indovinare. Il messaggio su di me arriva dall'alto, direttamente da Dasha Weaver. Ho ragione? »
Con un certo imbarazzo il turian fece segno di si « È stato inviato a tutti gli amministratori locali, pare che l'idea di avere rapporti con lei non piaccia a chi sta al vertice. »
« Già, è una cosa reciproca. Glielo posso assicurare. » Ogni volta che la sua strada si era incrociata con quella di Dasha era sempre stato per qualche grosso problema che minacciava la pace della galassia. Lei era contenta che ultimamente non fosse capitato più niente, le ultime missioni erano state dei normali compiti di routine.
« In ogni caso posso assicurarle che i nostri uffici saranno lieti di fornirle qualsiasi cosa di cui possa aver bisogno, con un lauto sconto posso aggiungere. » Rispose il turian, desideroso di abbandonare un terreno scomodo e di non mostrasi ostile.
« hhhh...Dovrebbe invece arrestare la Weaver! Oppure piantarle un proiettile in testa. Qualsiasi cosa stia facendo la Noveria Corps è certamente illegale e lei come s.p.e.t.t.r.o dovrebbe agire. » Dichiarò Botna, puntandole contro un dito grosso e tozzo
« Sei arrabbiato solo perché abbiamo tolto al protettorato alcuni buoni affari e ci stiamo rafforzando su Palaven! » Rispose Osom, era evidente che non gli piaceva che il volus desse qualche pessima idea a uno s.p.e.t.t.r.o, tanto meno a quello su cui era stato messo in guardia e rivolgendosi ad Olivia « Posso assicurare che la Noveria Corps non ha scheletri negli armadi e niente da nascondere. »
Sicuramente non negli armadi, ma quanti saranno quelli sotto il ghiaccio del pianeta? – pensò Olivia, conosceva meglio di Osmon alcuni fatti che avevano permesso a Dasha di fondare la sua società.
Ma il volus non aveva finito « Invece non è così è lo sai! » e confessò ad Olivia quello che sapeva « La Noveria Corps sta acquistando minerali in maniera esorbitante, la domanda è letteralmente schizzata alle stelle eppure non stanno producendo più del normale. La loro produzione, come le vendite, risultano invariate. Non si acquistano qualche centinaia di tonnellate di minerali senza un valido motivo...hhhh... e lei come agente del Consiglio dovrebbe indagare. » Insistette Bonta.
Osom era chiaramente preoccupato.
Di questo Olivia non aveva dubbi, capiva i loro atteggiamenti avendo un ragazzo turian con cui esercitarsi « Di quanto minerale stiamo parlando? » chiese lei, incuriosita dalla reazione dell'amministratore locale. Una vocina in testa le consigliava di lasciar perdere.
« hhhh... per darle un'idea...abbastanza da costruire venti corazzate. » Asserì il volus, Olivia non riuscì a trattenere un fischio di stupore a quella frase mentre indirizzava un'occhiata a Osom che rispose « Se ha delle domande sono certo che il nostro presidente delegato saprà risponderle.»
« Sono sicura che Dasha lo farebbe ma si tranquillizzi, non ho intenzione di ficcare il naso fino a quando la Noveria Corps non da problemi. » Affermò lei.
Osom si rilasciò, mentre Botna non riuscì a trattenere un sospiro rabbioso.
« Ora scusatemi, ma devo andare. » disse Olivia stringendo la mano di Arturus e trascinandoselo  dietro, usandolo come schermo e cercando di celare una camminata non proprio naturale.
Si chiese dove avrebbe potuto trovare biancheria intima per umani su Palaven, solo distrattamente notò un batarian avvicinarsi al gruppo di politici e affaristi.
*****
Alexya era seduta da alcune ore su una cassa dandosi della stupida in tutti i modi, ancora non credeva che fosse successo veramente. Per giocare con Diana e Trish era salita nella stiva di una delle tante navi cargo che arrivano e partono da Noveria, quando questa si era chiusa e la nave era partita.
Aveva provato a far rumore ma non era servito, non le rimaneva che aspettare che qualcuno entrasse nella stiva per una ragione qualsiasi.
Trasse dalla tasca dei pantaloni un piccolo dispositivo simile a un ID in uso presso i militari per identificarsi, lei non sapeva cosa conteneva ma solo che ognuna di loro tre ne aveva uno. Doveva solo darlo a chi di dovere e non avrebbe avuto problemi a trovare un passaggio su una nave della Noveria Corps per tornare a casa o a mettersi in contatto con Dasha. Qualsiasi informazione contenesse, il personale le guardava sempre con un misto di paura e rispetto dopo averle visionate.
Come diavolo ho fatto a trovarmi in questa situazione? – pensò
« Come? » disse, come se dirlo a voce alta le avesse fornito una risposta.
Ripete la parola un paio di volte, ma solo per sentire il suono della propria voce e l'effetto che parole e lettere le provocavano in bocca.
Trovava ancora strana la propria voce, fino a quando quell'asari l’aveva avuta al suo comando lei e le sue “sorelle” parlavano solo se dovevano rispondere a delle domande. Non si ricordava molto di quel decennio passato sotto l'indottrinamento, ma trovava davvero strano come e quante parole usassero le persone per comunicare.
Sbuffò di noia, chiedendosi quante ore sarebbe durato il viaggio. Avrebbe voluto aprire le casse della stiva e vedere cosa contenevano, ma era merce della Noveria Corps e Dasha non avrebbe approvato se avesse rovinato un intero carico. Aveva da farsi perdonare un viaggio fuori programma, non voleva aggiungere altri guai al suo ritorno a casa.
Casa? Casa? Cos'è casa? – si mise a riflettere su questo termine aiutata dalla noia e dal silenzio della stiva. Prima di Dasha e Isabella era sicura di non aver mai avuto un posto da chiamare casa, ricordava vagamente una stanza che le pareva di condividere con Trish e Diana con tre letti su cui rimanevano a riposare fino a quando non erano chiamate a svolgere qualcosa.
Quando si concentrò su questo termine, però in mente non le apparvero le vette innevata di Noveria, né le enormi porte corazzate del QG della Noveria Corps sotto il massiccio di Caninea che sempre le davano una sensazione di sicurezza e accoglienza ogni volta che le attraversava, ne altri luoghi che conosceva bene.
Ma vide i volti di Diana e Trish così simili al suo, quello di Isabella altrettanto uguale mentre si allenavano assieme, Dasha che le sorrideva durante un loro ritorno dalla Grissom. Ma vide anche Takara, Tenus, Tertius, Mores, Sunt, Nequet.
« Cos'è casa? » si chiese ancora, ma dovette fare attenzione a non cadere quando un'improvvisa vibrazione fece sobbalzare diverse casse.
Rimase immobile con i sensi in allerta, cercando di captare qualsiasi suono che le facesse capire cosa stava accadendo.
Un secondo improvviso scossone fece tremare nuovamente tutto, stavolta fu davvero costretta a tenersi alle casse per non cadere.
Aveva però capito cosa stava accadendo, la nave stava venendo assaltata.
****
Qualche giorno dopo, Olivia fu piuttosto sorpresa quando aprendo la porta dell'appartamento si trovò davanti un poliziotto turian.
« Olivia Williams Shepard? » chiese l'agente
« Si » rispose lei, udendo avvicinarsi i passi di Arturus.
« C'è stato un omicidio, vorremo che lei venisse per una deposizione. »
Lei ne fu sorpresa « Certo, ma dovrà pazientare che mi prepari. Il sole di Palaven è troppo forte per noi umani per uscire senza protezioni. »
« Non c'è problema. » alla risposta del poliziotto si voltò per andarsi a preparare, lasciando ad Arturus il tentativo di ottenere qualche dettaglio in più. Lei in ogni caso ci sarebbe andata, sentiva che la sua curiosità era stata risvegliata.
Quando fu di ritorno, il suo turian preferito era riuscito a ottenere qualche informazione « Olivia, pare che un diplomatico batarian sia stato rinvenuto morto stamattina nel quartiere Tatana.»
«Cos’è successo?» chiese lei, desiderosa di vedere quali risultati aveva ottenuto il suo turian preferito chiacchierando con l'agente.
«Sembrerebbe un'aggressione di strada. È avvenuto la notte scorsa. Qualcuno gli ha sfondato il cranio con estrema violenza.»
« Come? »
«Sbattendolo contro un muro.» Specificò Arturus, mentre erano diretti sul luogo dell'accaduto.
 Il quartiere Tatana era una zona nel complesso squallida nella quale sorgevano alcune grandi dimore signorili, situata ad est della città. Chi ci lavorava doveva affrontare qualche grattacapo, ma in genere niente di importante che facesse perdere il sonno a qualcuno. 
Un politico batarian morto e il presunto coinvolgimento di uno s.p.e.t.t.r.o avevano chiaramente rovinato la giornata degli agenti locali.
Di questo lei fu sicura appena parlò con l'ufficiale turian che si occupava del caso, anche se era educato il tono non lasciava dubbi sulla sua insofferenza.
« S'è beccato una bella botta!» Commentò l'ufficiale, con una note divertita nella voce.
« Sapete chi è? »
« Dhank Cran'kah. Vuole dargli un'occhiata?» A un suo gesto affermativo, li condusse al corpo ancora adagiato a terra, mentre altri agenti finivano di raccogliere le prove.
Il sangue era già abbastanza sgradevole di per sé, i cervelli spappolati lo erano ancora di più
Arturus e Olivia esaminarono superficialmente il cadavere.
Non avevano idea di chi fosse « Adesso volete dirmi perché mi avete chiesto di venire? Non penso vi serva uno s.p.e.t.t.r.o e ancora non so cosa ci faccio qui. » Commentò leggermente brusca, irritata dalla situazione.
Con un tono più solerte l'ufficiale chiese « L'ultima volta che qualcuno l'ha visto è stato a una cena dell'alta società a cui anche lei ha partecipato. Le ricorda qualcosa? »
Solo allora le venne in mente quel batarian seduto in disparte « Si, ma non posso aiutarvi. Mi ricordo di averlo visto alla festa, ma non ci siamo parlati in nessun modo. Ne ha fatto niente per farmi capire che volesse mettersi in contatto con me. »
« Capisco. Quando ho letto il suo nome tra quello degli invitati, ho pensato di essermi imbattuto in questioni delicate o che il batarian le avesse detto la sua personale opinione sulla sua famiglia. Fa niente, la ringrazio di essere venuta... la farò riaccompagnare a casa. » disse l'ufficiale.
« Sa di cosa si occupava? »
« Ufficialmente aveva il compito di garantire gli interessi di ciò che resta dell'Egemonia su Palaven, aveva contatti in diversi ambienti dell'alta economia. Ufficiosamente doveva corrompere chi contava perché scegliessero la sua parte e non l'altra. »
Non potendo essere ulteriormente d'aiuto Olivia e Arturus se ne andarono.
La sera stessa ricevettero delle altre visite. Ad accomodarsi in salotto furono due turian: Osom Sikobio e Plabious Gratius. L'espressione mortalmente seria. Tutti e quattro si accomodarono.
« Sono sorpresa di vederla Osom, non penso che il suo capo sarà contento di questa improvvisata nell'alloggio del mio ragazzo. » Commentò Olivia
Fu Plabius a prendere la parola, l'altro ospite perseverava nel suo silenzio « Sappiamo che l'hanno informata della morte di Dhank. »
« Si e ho detto che non so niente. Faccenda chiusa. »
Il turian sembrò deluso « Noi vorremo la sua collaborazione, ci sono alcuni interessi in gioco. Uno s.p.e.t.t.r.o può muoversi dove vuole, senza bisogno che io debba autorizza qualcosa o firmale documenti. Come turian, invece, penso di potermi fidare di lei, sembra che la mia razza le stia simpatica. » disse l'ultima frase indirizzando una sguardo a Arturus.
« Cosa volete? Se vi rivolgente a un agente del Consiglio non è qualcosa da poco, vorrei anche sapere perché non chiedete a un turian di aiutarvi? Un agente del vostro popolo sicuramente si muoverebbe molto meglio di me sul vostro pianeta. In ogni caso, se volete davvero che vi aiuti farete bene a parlare da ora. »
Plabius e Osom si scambiarono una sguardo e solo dopo lui riprese a parlare.
« Dopo la guerra l'economia di Palaven era distrutta, chiedemmo ai volus di aiutarci essendo i maggiori esperti in campo economico e finanziario, cosa che permise a loro di sviluppare una notevole influenza sull'economia del pianeta. Però per ottenere il loro aiuto volevano qualcosa in garanzia, da buoni economisti non avrebbero mai prestato miliardi di crediti senza una giusta contro partita. Accettammo di cedere la completa gestione degli impianti minerari di palladio nella provincia di Darlius per i prossimi trent'anni. Quelle miniere sono estremamente ricche e uno dei beni più preziosi della Gerarchia turian. »
« Sbaglio o quel volus, Botna Hul, ha parlato di una enorme richiesta di minerali dal mercato e perché il rappresentante della Noveria Corps su Palaven è qui? »
Osom rimase in silenzio, Plabius proseguì « Il contratto per quegli impianti è prossimo alla scadenza, molti si sono fatti avanti a chiederne la gestione. »
« Tra cui l'azienda per cui lavora Osom. » Dichiarò lei.
« Si. » Rispose il turian, pronunciando la prima parola da quando era entrato nell'alloggio
Plabius annuì e aggiunse« Ma inaspettatamente anche i batarian si sono fatti avanti, chiedendo una quota di partecipazione minoritaria. Volevano che la Noveria Corps cedesse il trenta percento della gestione delle miniere, in cambio avrebbero fornito informazioni che avrebbero permesso di escludere i volus, quando fosse venuto il momento di scegliere a chi affidarle. »
« Non sapete dove siano le informazioni e volete che qualcuno le trovi per voi. » Dichiarò a un tratto Arturus, la sua non era una domanda ma un'affermazione vera e propria
« Si! » Dissero all'unisono Osom e Plabius.
Olivia era giunta alle sue stese conclusioni « Non avete ancora detto perché dovrei farmi coinvolgere in questa storia, sono su Palaven per turismo. »
Osom si sentì costretto a fornire qualche dettaglio in più « Perché il mio capo la ritiene affidabile e perché è anche nell'interesse del Consiglio. Quello che ha detto Botna è esatto, su Noveria stanno consumando un enorme quantità di risorse ma non ne conosco il motivo ma il Consiglio si, di questo sono sicuro. »
« Come può esserlo? » Chiese lei
« Perché dalla mia posizione ho accesso ad alcune informazioni riservate, con l'appoggio del Consiglio la Noveria Corps sta facendo affari anche con i sistemi Terminus e Omega. Montagne di eezo grezzo arrivano ogni giorno al QG della compagnia nel massiccio Caninea per evitare che come succede per i metalli ci sia un aumento del costo dell'eezo, questo avrebbe conseguenze ben peggiore come un notevole aumento del costo dell'energia. Agenti del Consiglio come lei hanno fatto in modo che la cosa non venisse notata. Ma la “fame” di metalli non sembra placarsi e abbiamo avuto un ulteriore problema a causa di “pirati”. Molti carichi sono stati assaltati, non sappiamo ancora chi ci stia dietro, ma le posso garantire che Dasha Weaver ha intenzione di risolvere entrambe le cose con la massima determinazione. » Asserì il dipendente della Noveria Corps.
Olivia aveva ascoltato con la massima attenzione. Non le piaceva che Dasha e Aria facessero affari insieme che fosse eezo o altro, aveva sempre avuto dubbi sul fatto di aver fatto bene a mediare una pace tra loro due quando un asari estremista Mythra Zon aveva spinto Dasha ad assemblare un esercito e assaltare Omega.
Se Noveria e Omega lavoravano insieme avrebbero costituito un polo di potere non trascurabile. Riguardo al fatto che Dasha si sarebbe impegnata al massimo di questo  poteva essere sicura, aveva al suo servizio i migliori assassini, un vero esercito di guardie e se la normale mano d'opera non fosse stata sufficiente poteva contare su Isabella, oltre ad essere lei stessa un'abile assassina e un cecchino formidabile.
« Va bene ...»
« Olivia sei sicura? » chiese Arturus, ma un gesto dello donna lo fermò
« Indagherò ma non prometto niente, se scopro che mi avete tenuto nascosto qualcosa mi tirerò fuori, non faccio questo per simpatia nei confronti del suo capo Osom, glielo dica pure, ma conosco i suoi modi, so cosa aspettarmi e non mi piace. »
I due turian risposero a qualche altra domanda e solo molto sul tardi se ne andarono.
Solo dopo che li ebbe accompagnati alla porta e furono usciti Arturus chiese « Stai morendo dalla voglia di sapere cosa sta succedendo su Noveria e in cosa è coinvolto il Consiglio? »
Voltandosi verso la sala non vide nessuno, poi qualcosa di morbido lo colpì in faccia. Era caduto dal piano superiore, osservandolo mentre lo teneva con le mani riconobbe il reggiseno di Oliva.
Alzando la testa la vide che le sorrideva, china in avanti e appoggiata a un muretto che nascondeva quanto bastava ma che lasciava intuire qualcosa.
Non volendo cadere nella palese trappola chiese « Sei sicura che sia una buona idea? Forse per una volta dovresti rifiutare. »
Lei non rispose, si chinò sparendo per un attimo dalla sua vista. Lui afferrò al volo il secondo oggetto tirato da Olivia, delle mutande umane. Questa volta lui rimase decisamente senza parole, quando ne incrociò lo sguardo capì che avrebbe dovuto salire subito o cercarsi un posto dove dormire per quella notte. Salì di corsa la scala per arrivare al secondo piano, odiando la propria ragazza per come sapeva evitare una discussione sull'opportunità delle sue decisioni.
Il giorno dopo erano stati fino a sera davanti a quello che era l'ufficio di Dhank, l'unica idea che era venuta ad Olivia era che nessuno avesse ancora recuperato le informazioni sui volus. Gli agenti di guardia avevano abbandonato la porta solo poche ore prima, quando dopo un'approfondita ispezione avevano portato via tutto ciò che ritenevano necessario.
Olivia non poteva escludere che quello che cercava fosse tra quello recuperato dagli agenti di sicurezza, ma pensava che per documenti così importanti avrebbe scelto con cura dove nasconderli.
Fu con interesse che vide un batarian entrare nell'edificio, da quello che sapeva la vittima era l'unico della propria razza a viverci.
Si trattava di un appartamento di due stanze al quarto piano di un tetro caseggiato. La mobilia era scarsa ma pulita e ordinata. Nella stanza più interna si trovavano il letto, un paio di vestiti e alcuni oggetti personali che non rivelavano niente di particolare. Nell'altro vano campeggiava un tavolo, sul quale era posato il terminale privato della vittima. Ogni stanza era illuminata da un'unica finestra posta troppo in alto per potere vedere fuori
Il misterioso visitatore forzò la porta senza problemi. Una volta dentro, sebbene le finestre sembrassero irraggiungibili, trascinò il tavolo sotto una di esse, vi salì era sopra e allungandosi all'esterno tastò a casaccio con le mani alla fine trovò qualcosa.
Dovette fare una notevole forza per staccare quello che aveva trovato dallo stretto bordo esterno della finestra, un nascondiglio pericoloso, l'oggetto era stato protetto contro ogni scherzo del clima locale così come era stata presa ogni precauzione perché non potesse cadere di sotto.
Saltò giù dal tavolo incominciando a esaminare cosa aveva trovato. Improvvisamente si fece guardingo, voltandosi di scatto e assestando un pugno deciso al turian che aveva tentato di coglierlo alle spalle. I guanti pesanti batarian fecero fare al suo avversario un notevole volo indietro costringendo una seconda figura, che solo in quel momento vide, a scartare di lato per evitare di essere travolta dal suo compare che cadeva.
Il batarian approfittò della confusione creatasi per tuffarsi in avanti e guadagnare l'uscita, dietro di se poteva sentire i passi del suo inseguitore, dal rumore era sicuro che fosse solo uno. Uscì dal palazzo e svoltò in un vicolo, cercando un posto adatto dove un batarian potesse nascondersi.
Quando un colpo di pistola gli graffiò la guancia non si mosse, alzò le braccia e si voltò lentamente. Sapeva riconoscere il colpo di un professionista da quello di un dilettante
« Umana ti stai ficcando in guai che non conosci, vattene e dimentica tutto. »
« Sbagliato. » Rispose Olivia puntandogli l'arma contro.
« Si, sbagliato. »
Olivia si accasciò al suolo quando qualcosa la colpì alla nuca.
*****
Lo schiaffo la svegliò. Olivia sbatté un paio di volte le palpebre prima di prima di poter distinguere cosa ci fosse davanti a lei, un feroce mal di testa le annebbiava ancora la mente.
Rudemente una mano le afferrò il volto costringendola a guardare avanti, lei riconobbe il batarian di ieri sera.
« Non c'è tempo umana. Quando entreranno da quella porta di che il tuo nome è Lydie Crace se vuoi vivere, se scoprono che sei uno Shepard ti uccideranno all'istante, sei un capo artigliere dell'Alleanza. Fidati e forse potrò evitare la tua morte. »
La porta dietro di loro si aprì e Olivia tossì sputando saliva, quando il batarian la colpì violentemente allo stomaco.
« Che fai? » Chiese il batarian appena entrato
« Si è svegliata e ha detto qualche commento su di me, dimostravo quanto gli avevo apprezzati. Cos'hai deciso Efapo? »
« Abbiamo controllato il suo ID, è solo un soldato qualsiasi della maledetta Alleanza. Dimmi, cosa ci facevi li? »
Olivia non rispose subito, cercando di farsi un'idea della situazione e che il suo cervello decidesse una buona volta di aiutarla « I-Io...Io ero con un turian, un amico...mi ha chiesto un favore...ero li per dargli una mano. Diceva che potevamo trovare cose interessanti con cui arrotondare lo stipendio, l'Alleanza non paga molto. Quando ho visto quel batarian scappare, ho pensato che avesse trovato qualcosa e l'ho seguito, poi non ricordo. »
« Sei stata sorpresa da altri due dei miei uomini la fuori. Ti avrebbero uccisa subito ma Areno qui presente ha pensato che fosse meglio interrogarti prima, ma pare sia stata una perdita di tempo. Uccidila Areno. »
« Aspetta! E' un'umana in salute, sa combattere e credo sia anche di bell'aspetto tra la sua gente. Potrebbe farti guadagnare bene con Maltia Bellculus, proprio come l'altra. »
Efapo sorrise mostrando una serie di denti aguzzi « Qualche credito in più fa sempre comodo. » disse in tono divertito al suo sottoposto.
Senza aggiungere si voltò per andarsene « Il tuo nome umana? » Chiese a un tratto proprio sulla soglia della porta.
« Lydie Crace » rispose Olivia, Efapo uscì. Areno impassibile lo seguiva a sua volta lasciandola sola.
Solo allora poté ammirare la stanza in cui la tenevano, un piccolo locale interamente di metallo impregnato dall'odore di oli di metallo. Corte catene, ma con anelli spessi le bloccavano gambe e braccia alla parte costringendola a rimanere in piedi, a ridosso della parete. Per il momento poteva solo aspettare, sperare nel proprio ragazzo e chiedersi chi fosse Areno.
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mass Effect / Vai alla pagina dell'autore: Uptrand