Chapter
2: Bubble-bath
& Blood
Scostai
delicatamente il ragazzo e volai dritto dentro la cabina
armadio… ne uscii con
addosso un paio di pantaloni verdi che usavo normalmente per dormire,
il
ragazzo era raggomitolato a terra e dormiva, mi avvicinai; aveva il
respiro
regolare ma quella strana freddezza persisteva. Lo presi in braccio e
lo portai
sul letto, lo sdraiai supino e lo coprii con un pile…
Andai
in cucina, avevo fame, sentivo lo stomaco che brontolava, aprii il
frigo in
cerca di qualcosa di commestibile ma le uniche cose che trovai furono
un
cartone del latte che avevo finito quella mattina…
perché non l’avevo buttato
lo sapeva solo il Fato… e un paio di vasetti di
maionese… chiudendo il frigo
borbottando tra me e me che prima o poi sarei dovuto andare a fare la
spesa
decisi di ordinare delle pizze… chissà se il
ragazzo aveva fame? Non mi andava
di svegliarlo e quindi optai per prendere una pizza con peperoni e
salsiccia e
una semplice con formaggio… ovviamente il tutto accompagnato
da due bottiglie
di birra.
Le
pizze arrivarono, pagai il ragazzo che me le aveva portate e le poggiai
sul
tavolo in cucina… lui ancora non si svegliava…
“Sarà
il caso che lo svegli?” borbottai fra me e me… poi
sentii il telefono
squillare… andai a rispondere…
“G.
come butta???” mi sentii urlare nel piccolo altoparlante del
mio motorola…
riconobbi la vocina acuta e graziosa di mia sorella…
“Ciao
Alice… tutto bene… più o
meno…” risposi sorridendo, sapevo che non poteva
vedermi ma mia sorella mi metteva sempre di buon umore…
“Come
mai più o meno… è successo qualcosa di
brutto?” adesso la sua voce sembrava
leggermente preoccupata…
“No…
o perlomeno non lo so ancora… ma dimmi… come mai
mi hai chiamato?”
“AH!
Già ti ricordi che domani è il compleanno della
mamma?!?” …merda! Me l’ero
dimenticato
“Siiiii…
e come potrei scordarmelo…” mentii spudoratamente
“Ok
, allora ti ricordi anche che dopodomani ha organizzato una festa a
casa
giusto?” se mi ero scordato il compleanno come potevo
ricordarmi di un evento
così nefasto?!?! Io odiavo le feste con il
parentado… no… odiavo il MIO
parentado, pochi e inutili… li avevo sempre considerati
poco… e non me ne
pentivo affatto poiché nel tempo si erano dimostrati inutili
e approfittatori.
“Si…
lo ricordo!” feci
con una finta aria
offesa…
“Ok…
ti avevo chiamato solo per quest…”
“EHI!
DOVE SEI FINITO?” sentii una voce urlare dall’altra
camera… anche mia sorella
la sentì…
“Ehi!
G. di chi era questa voce?” chiese incuriosita…
“Ehm…
nessuno, un mio amico… ehm…” volevo
evitargli di raccontare la faccenda della
finestra e della scenetta pietosa di me nudo sotto uno sconosciuto che
mi si
era addormentato sopra con le mani sul petto…
“WOW!
Dalla voce sembra un gran figo…”
“E
lo … ehm… beh… non so” stavo
per cadere in fallo… ma poi
cosa mi veniva in mente?!?!?!
“EHI!
HO FAME HAI NIENTE???” continuava ad urlare dalla mia stanza
da letto…
“SI!
Qui sul tavolo c’è una pizza…
vieni…” urali per farmi sentire… lo
vidi apparire
grattandosi la testa e smuovendo i capelli castani e con gli occhi
azzurri
assonnati… sbadigliò e per un istante credetti di
vedere un luccichio… si coprì
immediatamente la bocca con la mano… ai polsi portava due
fasce di cuoio
bianche con le chiusure argentate… guardarlo mi faceva uno
strano effetto…
“…G…
ehi G ci sei? Mi senti?” fui riscosso dalla voce di mia
sorella…
“Alice
dimmi…”
“Senti
ora ti devo lasciare… quando capito giù potresti
presentarmi questo tuo amico…”
la parola amico fu accompagnata da una risatina maliziosa che mi fece
venire un
brivido sulla schiena…
“Si
è sol…” non feci in tempo a finire la
frase che Alice aveva già attaccato…
Il
ragazzo si era seduto al tavolo e guardava con fare curioso la
pizza…
“E’
una pizza non ne hai mai mangiato…” che
stupidaggine sembrava avere la mia
stessa età non poteva non aver mai visto una
pizza…
“Beh
si… prima… ne mangiavo…”
disse… ma vidi subito un cambio di espressione…
“Prima?”
gli feci eco…
“Beh…
si… ehm… ehm… si prima…
prima di…” lo vedevo in grande
difficoltà…
“Ok,
se non me lo vuoi dire non fa niente… almeno però
dimmi come ti chiami…io sono
Gregory… Greg per gli amici!” dissi porgendogli la
mano e sorridendogli… lui
l’afferrò e la strinse anche la mano come tutto il
resto era fredda…
“Piacere…
ehm… tu puoi chiamarmi Shik…” disse
distogliendo lo sguardo dai miei occhi… non
so per quale ragione ma ciò mi dette fastidio…
“Bene…
quanti anni hai?” perché
ero così
curioso nei riguardi di uno sconosciuto?
“Ehm…
se non ricordo male…”
guardò in alto e
si mise a contare mentalmente… “…direi
circa
ventuno!”
disse infine
sorridendomi…
“Come
se non ricordi male… non ti ricordi quando sei
nato?” continuavo
ad essere troppo curioso
“Beh…
più o meno… diciamo che non ho avuto una buona
famiglia… anzi possiamo dire che
sono rimasto orfano presto…”
“OH!
Mi dispiace… scusa…” abbassai gli occhi
mortificato
Improvvisamente
si sporse in avanti e mi
afferrò il mento con due dita e mi girò il viso
verso il suo… mi ritrovai a pochi
centimetri dalle sue labbra socchiuse, rividi quel bagliore che avevo
visto
prima…non riuscivo ad identificarne la fonte… in
quel preciso momento il mio
cuore mancò un battito… perché?
PERCHE’ ?
Non doveva andare così! Sarà stata
l’ansia del momento e soprattutto lo
stress… si
era sicuramente colpa dello
stress e di che altro sennò???
Mi
riscossi immediatamente, e con uno scatto mi allontanai da
lui…
“S-scusa…
non volevo…” sembrava
confuso…
“No
scusami tu… non avrei dovuto reagire
così…” e io ero più confuso
di lui…
Si
alzò dalla sedia e venne verso di me… dondolava,
sembrava quasi ubriaco…
“Meglio
che ora mi vada a lavar…” non finì la
frase scivolò e per un istante rimasi
immobile… ma stranamente e inconsciamente mi lanciai verso
di lui per riprenderlo…
Ci
ritrovammo per terra lui era sopra di me…
ancora… e
si massaggiava le
tempie…
“Scusa
è la fame…” bisbigliò
pianissimo
“Ma
perché non hai mangiato la pizza?” chiesi
leggermente indispettito…
“Non
mi avrebbe mai saziato” rispose lui con
rapidità…
“AH!
Beh se me lo dicevi preparavo il pranzo del
ringraziamento…” dissi tirandogli
un leggero pugno sulla
testa…
“Si…
scusa…”
“E
smetti di chiedere scusa…”
“OK…
scu… ehm… dov’è il
bagno?”
“E’
la porta davanti alla porta della mia camera…” gli
dissi indicando una porta
liscia color ciliegio…
“Grazie…
devo andarmi a lavare… hai una vasca da bagno?”
“Uhuh…
il conte non si accontenta di una comune doccia?” feci con
fare piuttosto
ironico…
“No…il
conte necessita di una vasca…” rispose lui
altrettanto ironico…
“Si
non ti preoccupare la vasca c’è… ma io
non la riempio mai ci vuole un
eternità!” dissi sorridendo…
sorridevo?!?! Perché sorridevo? Bah…
“…Senti scusa
ma…” dissi indicando la posizione in cui eravamo
rimasti…
“Ah!
Si…” disse lui muovendosi per cercare di
alzarsi… involontariamente poggiò la
mano sulla mia… una scossa elettrica mi risalì il
braccio facendo perdere una
altro battito al cuore… ANCORA!?!? No! Ma cosa mi stava
succedendo! “…Scusa…”
disse mesto alzandosi rapido… vacillò
nuovamente… non mi pareva proprio in
condizione di farsi un bagno da solo… avrei voluto evitare
di chiamare
un’ambulanza per un caso di annegamento domestico…
immaginai la scenette… e
realizzai che per lo meno sarei dovuto rimanere nel bagno con
lui… uff… chi
l’avrebbe mai detto… che io… uno delle
persone più timide sulla faccia della
terra avrebbe passato del tempo chiuso in un bagno con uno sconosciuto
immerso
fino al collo di acqua e schiuma…
“Dai
ti accompagno io… ti disturba se rimango in
bagno… vorrei evitare che tu
affogaassi…” dissi cercando di reprimere
l’imbarazzo…
“No…
anzi così mi dai una mano a lavarmi la
schiena…” disse con naturalezza…
ovviamente avvampai e divenni rosso come un pomodoro…
“V-va
bene… vai avanti tu che ti raggiungo…”
dissi con un filo di voce…
Lo
lasciai entrare per primo aspettai una decina di minuti… era
il tempo che la
vasca si riempisse e che lui si immergesse fino al collo in un mare di
schiuma…in quel momento mi venne un colpo…
“Attento
non mettere troppo bagnoschiuma che fa una marea di
bolle…” troppo tardi
entrando lo vidi immerso in una montagna di schiuma azzurrina che mi
guardava
divertito… mi avvicinai con un espressione di rimprovero ma
l’unica cosa che ci
guadagnai fu una gettata di schiuma alla menta in faccia…
“…traditore!!!” dissi
ridendo… poi mi accorsi della situazione, mi voltai
imbarazzatissimo verso la
porta e mi sedetti sullo sgabello con una rivista scientifica in
mano… la
sfogliai senza vedere le pagine… il mio cervello in quel
momento stava
allegramente facendo una scampagnata… visto che non mi era
di alcun aiuto… Con
la coda dell’occhio notai un tatuaggio che prima non avevo
visto… ovvio era
coperto dalle fascette di pelle… era tipo una croce con un
estremità appuntita
circondata da una figura geometrica simile ad una ragnatela…
mi voltai del
tutto…
“Bello… ha fatto
male???” chiesi con noncuranza… al
ché lo
vidi sussultare e ritrarre il
braccio sinistro sotto la schiuma…
“Beh
in effetti si… ha fatto male… anche
troppo…” disse con lo sguardo sul bordo
della vasca da cui fuoriusciva un po’di schiuma…
“Beh
però è bell…ahio!” mi ero
tagliato con la carta della rivista… una goccia di
sangue scarlatta fuoriuscì dalla piccola lesione…
notai una strana luce nei
suoi occhi, sembrava desiderio, pulisone, quasi… fame!
“A-avvicinati…
deve far male…” disse sempre guardandomi il
dito… io stranamente
accondiscendente mi alzai dallo sgabello facendo cadere a terra la
rivista che
si inumidì per il contatto con il pavimento
bagnato…
Mi
inginocchiai a bordo vasca… sentivo l’acqua
bagnarmi i pantaloni… ma
stranamente non mi importava stavo semplicemente guardando dritto negli
occhi
Shik… ero
come ipnotizzato, e non mi
rendevo conto della situazione ambigua…
Shik
si sporse oltro il bordo, facendo scivolare una piccola cascatella di
schiuma
sul pavimento… mi prese la mano con tutte e due le mani e mi
tese l’indice
ferito… io non smettevo di guardarlo negli occhi… si poggiò il
mio indice sulle labbra… sentivo
il suo respiro… era freddo… andò su e
giù come se stesse annusando… socchiuse
le labbra… erano morbide… poi cominciò
a leccare il dito prima piano andando
verso l’alto e verso il basso poi sempre più
energicamente… finchè non mi
circondò con le labbra l’intero dito e
cominciò a suggerlo , sentivo come uno
strano piacere… sentivo
il sangue che
smetteva di uscire dalla ferita…
Improvvisamente
Shik si allontanò… si strinse le mani sul petto e
cominciò a tremare, a quel
punto anch’io mi ripresi dal mio momentaneo stato di
trance… indietreggiai un
poco, non mi resi conto subito di cosa era successo…
“S-scusa…
non avevo il diritto di farlo… non dovevo usarlo…
scusa…!” era evidentemente
agitato…
“Usarlo?!?!
Cosa?” chiesi io vagamente intontito da quella strana
esperienza…
“N-niente…
non ti preoccupare…” era
evidentemente
dispiaciuto…
Non
riuscivo a capire cosa lo facesse stare così…
però mi dava fastidio vederlo in
quello stato… mi avvicinai di nuovo a lui e lo strinsi in un
abbraccio… lui si
irrigidì all’inizio, poi si lasciò
semplicemente andare aggrappandosi alle mie
spalle nude… vista da fuori la cosa doveva essere piuttosto
imbarazzante… ma in
quel momento non mi interessava… una persona aveva bisogno
d’aiuto e io non me
la sentivo di tirarmi indietro…
Sciolsi
l’abbraccio parecchi minuti dopo e mi trovai con il guardare
il viso di un
ragazzo a pochi centimetri di distanza… normalmente mi sarei
ritratto ma adesso
non ci riuscivo, quegli occhi azzurri, di quel colore così
intenso da sembrare
cobalto mi inchiodavano, in ginocchio al bordo di una vasca che stava
traboccando
acqua e schiuma… ACQUA?!?!? SCHIUMA?!?!?! ODDIO!!! Mi alzai
di scatto e con
rapidi movimenti inquadrai l’entità del
danno… se l’acqua era uscita da sotto
la porta e aveva bagnato il parquet ero rovinato!
No…
per fortuna si era fermata appena a una ventina di centimetri dalla
porta…
afferrai un asciugamano da dentro il mobiletto del bagno e lo andai a
buttare
sotto la porta… l’asciugamano si gonfiò
d’acqua in pochi secondi… ma per
fortuna ne bloccò l’avanzamento…
Tutto
questo succedeva mentre Shik intonava una strana canzoncina in una
lingua che
non consocevo… sembrava spagnolo… no era
italiano… ma era strano sembrava
arcaico… tipo quello della… ehm…
oddio… non ricordo il titolo… ah! Si…
Divina
Commedia… ma ora che ci facevo attenzione sembrava proprio
un verso della
divina commedia…
“…Cosa
stai dicendo???” chiesi incuriosito
“OH…
niente sono solo alcuni versi della
Divina
Commedia… la
so quasi tutta a memoria…”
mi rispose distrattamente… giocherellando con
una montagnetta di schiuma…
“C-cosa?!?!?
Ma quanto tempo è che la studi?”
ero
stupito e stranamente affascinato…
“Boh…
ormai o perso il conto degli anni…” che strana
risposta… mi strinsi nelle
spalle
e continuai ad asciugare il pavimento…
Sentii
l’acqua sciabordare dentro la vasca… con la coda
dell’occhio vidi che Shik si
era alzato e stava per uscire…
“U-un
attimo che esco…” balbettai
imbarazzato… arrancando verso la porta…
“No…
non fa niente non mi vergono… figurati… e poi di
che dovrei vergognarmi?” fece
con un sorrisetto malizioso sulle labbra… inspiegabilmente
mi voltai e me lo
trovai praticamente sopra con un microscopico asciugamano intorno ai
fianchi…
aveva un fisico scolpito… perfetto… tonico
e una pelle liscia e rosea senza neanche un
neo… in quel momento provai
un brivido di invidia… che però passò
subito…
infatti venne
sostituito da un
brivido d’imbarazzo… indietreggiai di qualche
centimetro, mi alzai e sbattendo
la porta uscii dal bagno… l’aria fredda del resto
della casa mi sbatte sul viso
e sui pantaloni bagnati facendomi venire la pelle d’oca dal
freddo… corsi per
la seconda volta nella cabina armadio dove mi infilai un paio di
pantaloni… mi
venne in mente che Shik non aveva niente da mettersi… cercai
qualcosa da dargli
e trovai un paio di pantaloni simili a quelli che avevo indosso gli
portai
anche un paio di boxer…
Bussai
delicatamente alla porta, e senza aspettare risposta infilai gli
indumenti
lanciandoli sullo sgabello dove fino a poco prima ero seduto…
“Grazie!”
sentii urlare dall’altra
parte della
porta…
“Niente…
figurati…”
Certo
che analizzando la cosa a freddo era piuttosto strana… io un
ragazzo
timidissimo facevo entrare in casa mia uno sconosciuto… lo
assistevo mentre si
faceva il bagno, a questo pensiero avvampai violentemente, e poi gli
prestavo
dei vestiti… bah! Chissà cosa mi diceva il
cervello in quel moemento…
“Senti
sono stremato… vado a letto!” gli dissi
appoggiando una spalla e una mano alla
porta del bagno… sembrava quesi che desiderassi un contatto
con lui… ma non era
cosi!!
“Si…ok… ti posso chiedere dove dormo io? In salotto ho visto solo due poltrone… e non ho visto altri letti in casa…”… oddio! Avrei dovuto dormirci anche insieme!!!!
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Ecco il secondo capitolo... spero che la storia vi piaccia...
xAyay... grazie sei stata la prima ti ringrazio tanto per il commento... continua a leggere... ^^
xShari92... grazie anche a te... ovviamente che proseguirò la storia... come potrei lasciare a metà una storia sui miei adorati vampiri... *-* sn fuori di testa eh??? haha
Fatemi sapere se la storia prosegue come speravate...
Grazie anche a chi legge e basta ^^ fa sempre piacere...
Byebye
Kriss89