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Autore: Jacob08    23/10/2014    3 recensioni
In seguito alla lotta finale contro i Metarex, Shadow scompare nel nulla.
Tutti lo danno per morto, ma non è così. Egli si ritrova invece in un mondo sconosciuto, dove personaggi incredibili e potentissimi si danno continuamente battaglia, per le ragioni più svariate.
Shadow dovrà vedersela con avversari e ostacoli mai incontrati prima, per poter tornare indietro da dove è venuto. Feroci scontri, avventure ai limiti del possibile immaginabile e continue sorprese lo attendono. E un individuo enigmatico, sfuggente e fortissimo lo terrà costantemente d' occhio, sin dal loro primissimo incontro...
Il potente e temuto Spadaccino dagli Occhi di Falco, Drakul Mihawk.
[ Cross-Over tra Sonic X e One Piece! Dedicata a Lynx_, spero possa piacere a tutti voi! Buona lettura! Per favore, recensite in tanti! :) ]
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Shadow the Hedgehog, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Quando Shadow aprì gli occhi, si domandò se li avesse effettivamente aperti.
Il buio, infatti, non era meno fitto di quando li teneva chiusi. Almeno all' inizio.
Il porcospino nero e rosso stava lentamente riprendendo conoscenza, e dopo qualche esitazione da parte delle palpebre a rimanere ben spalancate, riuscì a mettere a fuoco. 


Ciò che riuscì a intravedere erano delle strane pareti scure.
Non erano perpendicolari e squadrate, come quelle di una comune costruzione.
Assumevano una  forma vagamente tondeggiante. Nel punto più in alto, poi, c'era un' apertura. Egli si trovava in fondo ad un buco. O forse, sarebbe stato meglio dire "cratere".


Perchè proprio di un cratere si trattava. Scavato in profondità, nel terreno. E Shadow non ci mise molto tempo a capirlo. Doveva essersi schiantato con violenza al suolo, chissà dove. 
Ma oltre a questo non potè scorgere altri dettagli rilevanti, il buio era ancora piuttosto fitto e comunque, era talmente rintronato da non riuscire ancora a definire con chiarezza ciò che lo circondava.


Tuttavia, la vista non fu l' unico senso a riattivarsi dopo quello stato di incoscienza.
Dopo qualche istante, infatti, potè avvertire sulla pelle, nei muscoli, su ogni centimetro del proprio corpo, solo una cosa: dolore.
Un acuto e penetrante dolore, che si disperdeva praticamente da tutte le parti. 


Sentiva distintamente il contatto con una superficie dura, compatta e allo stesso tempo... terrosa.
Qualcosa di leggero e sottile si era attaccato alla sua pelliccia nera striata di rosso. Polvere. E non poca come gli sembrava all' inizio.
Si accorse di avere la bocca secca e pervasa da uno strano sapore. Forse sangue secco, fuoriuscito da un taglietto interno o qualcosa del genere...


Chissà quali altre ferite sanguinanti aveva riportato? Quanto potevano essere gravi? 
Ancora non lo sapeva. Cercò di rialzarsi, ma la condizione di fatica che gli attenagliava le membra continuò rapida e più incalzante a tormentarlo. Se non altro, comprese di non aver subito mutilazioni o cose simili. Le braccia, le mani, le dita e le gambe se le sentiva ancora, anche se avrebbe di sicuro preferito saperle integre in tutt'altra maniera.


Faticò non pochissimo a rialzarsi, dato che il suo corpo sembrava non volesse cooperare per colpa dello stress a cui era andato incontro. Shadow tuttavia era dotato di una forza e di una resistenza fisica assolutamente straordinarie e di una elevata sopportazione del dolore, oltre che una volontà ferrea. Una volta in piedi, rimase perfettamente immobile sul fondo della fossa, con gli occhi chiusi, intento a respirare con calma e lentezza, per rilassarsi un po'.


L' aria era fresca e un po' umida. Avrebbe giurato di aver sentito uno strano odore. Un odore di... bruciato. Che ci fosse un fuoco o un incendio nei paraggi? Probabile, ma in quel momento non gli importava neanche più di tanto.
Prima di tutto doveva levarsi da lì, e dopo aver dato un' occhiata intorno avrebbe preso una decisione sul da farsi.


Le "pareti" del fondo del cratere non erano molto ripide, la loro pendenza era minima. Non sarebbe stato difficile uscire da quel buco. Si diresse lentamente verso la superficie più vicina, ma prima che potesse alzare abbastanza la gamba sinistra per poterla scalare, notò uno strano luccichio a terra, alla propria destra. Si girò per vedere cosa fosse. Spostò un po' di terriccio con la suola della scarpa, e ciò che vide lo lasciò piuttosto sorpreso.


Si trattava di due grossi bracciali dorati. Sembrava quasi che risplendessero di luce propria, nonostante la debole luce e lo strato di polvere che li ricopriva. No, non c'era il minimo dubbio al riguardo.
Erano i suoi anelli inibitori. Da quando li aveva rimossi, non se ne era più ricordato. Evidentemente li aveva riposti tra i suoi aculei, prima di utilizzare quel colossale Chaos Control per teletrasportarsi insieme al seme dei Metarex.


Questo poteva considerarsi un vero colpo di fortuna: ora aveva la piena certezza di non averli persi come in passato, e non avrebbe neanche dovuto andare in lungo e in largo per trovarli. Prima li avrebbe indossati, prima avrebbe recuperato le forze.
Nonostante fosse rimasto pesto e contuso in seguito al violento impatto col suolo, i suoi anelli si sarebbero rivelati estremamente utili. Gli avrebbero restituito un sacco di energia in breve tempo, inoltre gli avrebbero permesso di contenerla e dosarla al meglio.


Si chinò, li prese e li mise ai polsi senza pensarci due volte. Potè subito avvertire una piacevole e inebriante sensazione scorrere attraverso tutto il suo corpo, dalla testa ai piedi. Il dolore e gli acciacchi cominciarono a dissolversi pian piano, mentre i bracciali provvedevano a svolgere il loro compito.
Anche le varie, piccole ferite sanguinanti che aveva sparse un po' ovunque (e che aveva controllato precedentemente, per verificare che non fossero molto gravi) iniziarono a dolergli di meno, così come le contusioni.
Tra non molto sarebbe tornato in gran forma, anche se forse non nella migliore in assoluto, visto quello che era capitato.


Dopo un po', rinvigorito più che a sufficienza, decise che era il momento opportuno per uscire da quello squallido buco, ne scalò le pareti e raggiunse il ciglio. Una volta fuori, ciò che si ritrovò fu una densa e fitta nebbia, che gli impediva di vedere chiaramente oltre le immediate vicinanze. 
Il suolo invece era duro e roccioso, coperto in buona parte da erba fresca, piccole piante e arbusti di vario genere.
Notò anche che, non molto distante dalla soglia del cratere, c'erano numerosi fuocherelli, che bruciavano copiosi ciuffi di erba e sterpaglie, perfino qualche cespuglio.


Ecco spiegato quello strano odore di bruciato che aveva sentito prima. Con ogni probabilità, Shadow si era schiantato ad una tale velocità da poter bruciare ciò che si trovava vicino. O forse, lui stesso aveva irradiato senza rendersene conto abbastanza energia da causare un processo di combustione delle zolle di terreno. O magari entrambe le cose.


Ma un altro pensiero andò a imprimersi nella sua mente: cos'era successo prima, con esattezza? Come mai si ritrovava lì, in quel luogo sconosciuto, con qualche livido e poco più di qualche graffio addosso? Com'era sopravvissuto a quell' esplosione gigantesca? Non aveva già fatto ricorso a tutte le sue energie per fermare l' attacco finale dei Metarex? E se non l'aveva già fatto, il Chaos Control era avvenuto per caso, senza che lui lo attivasse volontariamente? O magari lo aveva attivato lui stesso, in maniera inconscia? E dov'erano gli Smeraldi del Chaos? 


<< Non ha importanza. >> pensò, scacciando quelle domande a cui avrebbe cercato di dare risposta in un secondo momento.
<< Ciò che più conta ora è capire dove sono finito. Al resto penserò più tardi. >>
Si guardò un poco attorno, alla ricerca di qualsiasi ulteriore dettaglio dell' ambiente che potesse aiutarlo a prendere una decisione su dove andare.
Suo malgrado, non riuscì a scorgere niente di significativamente utile.


Visto che non si presentava altra scelta, tirò ad indovinare, lasciando l' esito della faccenda al caso. Decise infine di proseguire davanti a sé, nel tentativo di trovare una postazione migliore da cui avrebbe potuto vedere meglio in che razza di posto era finito.
Continuò a camminare, ancora e ancora, per diversi minuti. Il cratere ormai era abbastanza lontano.
La nebbia, tuttavia, persisteva a rimanere e a limitargli la visuale. Il sentiero che percorreva diveniva via via sempre più duro e accidentato, ma per il riccio d'ebano questo si dimostrò un ostacolo tutt'altro che difficile.


Certo, se avesse potuto vedere perfettamente quello che c'era intorno, senza quella dannata coltre bianca a complicargli le cose, sarebbe stato grandioso.
Ma la vita, si sa, non concede troppi regali. Shadow aveva già avuto una bella fortuna a trovare i suoi anelli inibitori a pochi metri da dove si era risvegliato.
E questo era il meglio che poteva chiedere in una circostanza simile. Senza quelli, poteva liberare una quantità di energia eccessiva in combattimento, e questo poteva essere svantaggioso sia per i suoi nemici sia per sé stesso. Se da una parte poteva sferrare attacchi (sia fisici che energetici) molto più potenti rispetto a quando indossava i bracciali, dall'altra rischiava di rimanere privo di forze, per un intervallo di tempo tutto sommato non esiguo, e divenire quindi debole e vulnerabile.


I suoi anelli dunque giocavano un ruolo centrale. Non ne avrebbe fatto a meno.
Senza di essi, non riusciva a controllare adeguatamente la grande energia che risiedeva dentro di lui, e questo avrebbe potuto rappresentare un pericolo anche per delle persone innocenti. Erano decisamente dei rischi da non correre in maniera sciocca e avventata.


E adesso era lì, lontano da tutti coloro che conosceva, ignaro di che razza di luogo fosse quello in cui si trovava.
Non c'erano Sonic e i suoi amici, non c'era Rouge, non c'erano il Dottore e i suoi imbranati assistenti robot, nessuno di loro. Forse era meglio così. Lui aveva sempre preferito pensare e agire da solo, senza che nessuno gli dicesse cosa fare o lo assillasse. Dopo un po', notò che la nebbia stava gradualmente disperdendosi. Fu un buon segno. Potè avvertire nell' aria un fresco profumo di pineta. 


Dopo aver mosso qualche altro passo, la foschia si era ormai dissolta, lasciando al suo posto la chiara visione di un luogo alquanto insolito.
Shadow era arrivato al centro di un percorso, che si trovava proprio nel mezzo tra il limitare di una foresta e delle vecchie e decadute costruzioni. Che si trattasse di rovine abbandonate o di qualche sito archeologico, il porcospino non lo sapeva, sebbene la prima ipotesi sembrava la più plausibile. 


<< Se entrassi in quel bosco, potrei incontrare un sentiero più arduo da attraversare, e forse non riuscirei ad orientarmi molto, sempre ammesso che dalla cima di quegli alberi si veda qualcosa. Se continuassi ad andare dritto, potrei incontrare nuovamente un terreno dissestato, e ritrovarmi ancora ai margini della boscaglia senza aver concluso niente. E poi la foschia potrebbe ritornare come prima, o peggio. La strada attraverso queste vecchie mura sembra meno impervia, la nebbia è praticamente assente e potrei anche salire in cima a qualche rudere. Magari abbastanza alto per dare un' occhiata e capire dove mi trovo. >>


Formulato questo pensiero, si incamminò per le rovine. Attraversò una viuzza in mezzo a un cumulo di muri, case abbattute e blocchi pietrosi.
Non tirava un filo di vento, e l' unico rumore che si sentisse era il lontano verso di un grillo o di qualche altro insetto notturno. Il cielo era limpido e pieno di stelle. La Luna era in piena vista. Era forse il pianeta Terra, di cui aveva sentito parlare da uno dei robot di Eggman, quello su cui era arrivato? E se invece si fosse trattato di Mobius? Non potè dirlo con certezza.
Più andava avanti, più aveva l' impressione di non essere solo. Come se qualcuno, o qualcosa, lo stesse osservando da lontano.


Questa sensazione divenne sempre più intensa mano a mano che proseguiva. Decise di arrestarsi un attimo, e verificare se ciò che pensava fosse vero o solamente frutto della propria immaginazione. Rimase completamente fermo, affidandosi ai propri sensi, per garantire l' autenticità della propria teoria.
Sì... Poteva avvertire abbastanza chiaramente la presenza di forme di vita, nei paraggi. I loro movimenti (perchè aveva compreso che erano più di uno) erano veloci e discreti, ma comunque percepibili, per il riccio oscuro.


Shadow strinse i pugni, pronto a rispondere tempestivamente ad un attacco di gruppo.
Non sapeva il numero effettivo di quelle figure che si muovevavano leste nell' ombra delle rovine e degli alberi vicini, né la loro forza e la loro abilità in battaglia. Ma lo avrebbe scoperto presto.


Ci fu un rumore secco e improvviso, come quello di un rametto quando si spezza.
Shadow era pronto. 


Da tutte le parti sbucarono grosse sagome, fiere e minacciose, che guardavano il porcospino con fare curioso, feroce e aggressivo insieme.
Si trattava di scimmie, o forse era più corretto dire una via di mezzo tra grossi gorilla e babbuini, dalla pelliccia marrone scuro e dalla faccia pallida e  allungata, attraversata da strisce blu.
Erano armate di tutto punto. Erano munite di spade, pugnali, lance, asce, archi e frecce, scudi, mazze. Alcune tenevano dei fucili tra le zampe, per giunta.
I loro corpi robusti e pelosi erano protetti da solide armature e corazze.


Erano decine, e sembrava che aumentassero ad ogni secondo che passava.
Tutti scrutavano il riccio con espressioni fameliche e bellicose. Qualunque fosse la ragione di un tale comportamento, Shadow non se ne interessò.
Ciò che sapeva, era che oltre una ventina di scimmioni voleva dargli addosso e farlo a pezzi. Si avvicinavano sempre di più, mostrando le loro armi lucenti e le loro lunghe zanne.


La Forma di Vita Suprema rimase lì dove si trovava, impassibile, senza battere ciglio. E questo diede non poco fastidio alle bestie selvagge, che si aspettavano una reazione assai diversa da parte dell' intruso. Uno dei primati, armato di ascia bipenne, si avvicinò ulteriormente e lanciò un verso di sfida, guardando con astio il riccio. Voleva sferrare lui il primo attacco, dunque. Shadow lo squadrò, per nulla intimorito. I suoi occhi rossi andarono a posarsi su quelli scuri dell' animale il quale, per un attimo, bloccò i suoi passi.


La creatura ebbe uno strano senso di disagio, mentre lo guardava fisso negli occhi. Era come se il suo istinto le avesse suggerito che quello che aveva di fronte era un individuo ben lontano dall' essere timido e debole.
-Ti consiglio di non fare nulla di azzardato, di abbassare l' arma e di andartene insieme ai tuoi simili. Se non lo fai, avrai di che pentirti. Non credere che non sia disposto ad ucciderti, tanto meno che non ne sia capace.- disse con chiarezza l'istrice, senza lasciar intendere alcuna emozione.


Shadow non aveva idea se quegli esseri potessero comprendere ciò che diceva. Se erano abbastanza intelligenti da usare strumenti come quelli, forse lo erano abbastanza da comprendere, a grandi linee, ciò che il riccio aveva riferito. E per un attimo pensò di aver visto giusto, notando che le scimmie non si avvicinavano e restavano ferme ad osservarlo.


Il porcospino nero riprese a camminare per la sua strada, incurante.
-Bene. E ora preferirei che mi lasciaste passare, se non vi dispia...- 
Non riuscì a terminare la frase che lo scimmione munito di ascia si era già lanciato verso di lui, e con qualche agile balzo coprì la breve distanza che li separava.
Alzò l' arma e la fece calare con forza verso il suo obbiettivo, ma Shadow aveva già previsto la mossa dell' avversario e schivò il fendente con facilità.


Un soggetto comune, non dotato di particolari abilità combattive e di riflessi sviluppati, si sarebbe trovato la testa staccata di netto, con il collo tagliato in obliquo. Il riccio artificiale aveva chinato di poco la testa dalla parte opposta rispetto al colpo sferrato, il quale non incontrò altro che aria.
-Ti ho avvertito.- mormorò minaccioso.


La scimmia non ebbe il tempo di alzare nuovamente l' arma che un violento calcio rotante, diretto alla parte sinistra del costato, la centrò in pieno.
L' armatura si frantumò, insieme ad alcune costole, e l' animale fece un volo di diversi metri più a lato, andando a schiantarsi rovinosamente contro un mucchio di mattoni messi alla rinfusa. Il primate restò accasciato al suolo, senza muovere un muscolo. Shadow non sapeva se fosse morto o semplicemente svenuto, ma sapeva che da lì in poi non avrebbe arrecato alcun fastidio.


-Mph. Tutto qui? Allora non siete solo delle bestie ottuse, ma anche incapaci.- commentò il porcospino.
Il gruppo di ominidi rimase a guardare la scena in assoluto silenzio. Ma non sembravano spaventati, anzi. Il successivo levarsi di una serie di versi e strilli euforici e di vari gesti di apprezzamento, come il battere delle zampe in una sorta di primitivo applauso, i salti energici e il continuo innalzarsi di armi verso il cielo, convinse il riccio che lo spettacolo a cui le creature avevano assistito le aveva in qualche modo conquistate ed eccitate.


<< Sembrano seriamente intenzionati ad ingaggiare una lotta. Benissimo. Sarà questione di qualche minuto. >> riflettè Shadow.
Dopo pochi secondi, infatti, un gruppo armato di sciabole, martelli, mazze chiodate e giavellotti partì all' attacco. Cinque avversari.
<< Un altro attacco frontale. Fin troppo facile. >> pensò l' istrice, sicuro. Aveva già trovato il modo di metterli nel sacco.


Usando la sua velocità supersonica, Shadow aggirò i babbuini, ritrovandosi proprio alle loro spalle. Le belve rimasero sbigottite, credendo che fosse semplicemente svanito nell' aria, ma presto si sarebbero rese conto di quanto si sbagliassero.
-Attaccarmi in maniera così avventata è stato un grosso errore. E ora ne pagherete le conseguenze.- fece il riccio.
La Forma di Vita Definitiva scattò un' altra volta a super velocità. Colpì la prima scimmia del gruppo con un sinistro micidiale, indirizzato alla mandibola.


Cadde a terra, con una buona scorta di denti rotti, la mascella praticamente sbriciolata e un copioso fluire di sangue dalla bocca al suolo. E lì rimase.
Il porcospino si lanciò sul secondo bersaglio e lo investì con uno Spin Dash rapido e preciso alla schiena, spedendolo lontano. Al terzo non toccò sorte migliore.
Shadow svanì nuovamente. Si ritrovò dietro al suo nemico, fece un leggero salto e lo colpì con entrambe le mani unite, sulla testa.


Dopo una martellata simile, lo scimmione andò a sbattere il muso contro il pavimento, riportando una brutta ferita alla fronte e un probabilissimo trauma alla scatola cranica. Le due scimmie rimaste si precipitarono furibonde contro il riccio, brandendo rispettivamente una spada e un giavellotto. Shadow li sentì arrivare grazie al suo ottimo udito. Vide inoltre con la coda dell' occhio che una delle due fiere stava per scagliare il dardo verso di lui.
Fu un secondo, dopo il quale il primate lo tirò con tutta la forza a cui potesse fare appello. Shadow fece una rapida capriola laterale verso destra. L'asta andò a colpire un vecchio ceppo lì vicino, e l' Essere Perfetto atterrò con agilità e destrezza superiori a quelle di qualsiasi campione olimpionico, rivolto verso le belve.


Un ghigno tanto curioso quando piccolo si dipinse sul suo volto.
-Un tiro accurato, non c'è che dire. Ma ora tocca nuovamente a me.- 
-GUH?!- grugnì la scimmia disarmata, conscia di essere ormai senza alcuna difesa. Shadow compì un altro scatto a velocità elevatissima, per poi colpire il nemico con un tremendo montante al mento. Quest' ultimo, per il colpo subito, si trovò sollevato da terra di parecchio, frastornato e intontito.
Seguì subito dopo un velocissimo calcio, che mandò la creatura a terra, in uno stato pietoso.


L'ultimo rimasto del gruppetto scimmiesco si avvicinò e attaccò con la sua spada il porcospino nero, il quale schivò il fendente, ma stavolta non di moltissimo.
Pochi centimetri in più e Shadow si sarebbe ritrovato con un grosso taglio sulla guancia.
-Mph.- fece la Forma di Vita Definitiva con un brutto cipiglio. Il primate ripetè l' offensiva, esibendo una violenta stoccata con la lama, ma anche stavolta non ebbe fortuna. I movimenti del suo avversario erano incredibilmente rapidi e coordinati. Nonostante la loro forza notevole e la loro abilità nel maneggiare le armi, per questi gorilla combattere contro un soggetto tanto veloce quanto potente, si era rivelato estremamente difficile sin dall' inizio. La forza bruta non serve assolutamente a nulla, se non riesci neanche a sfiorare il tuo avversario.


Ma l' animale non sembrava avere alcuna voglia di gettare la spugna. Effettuò una giravolta, facendo ruotare la lama come un vortice. Shadow evitò l' attacco con un salto all' indietro, e quando il corpo del primate smise di ruotare, lo prese in pieno stomaco con un destro netto. Alla scimmia venne a mancare il respiro, e restò china in avanti, tenendosi il ventre tra le braccia mentre tossiva pesantemente e sputacchiava bava senza controllo. Ma non era certo finita qui.


Il riccio la bersagliò con una raffica di pugni, centrandola da tutte le parti. Una gomitata in faccia seguita da un Homing Attack, e il caso era chiuso. La creatura selvaggia, conciata com'era, non potè più reggersi in piedi, e cadde all' indietro, piena di lividi, fratture e altro ancora.
Shadow tornò ad assumere una posizione più rilassata, guardando con aria di sufficienza quella che, pochi attimi prima, era una bestia forsennata che cercava di farlo fuori a tutti  i costi.


-Non avevi comunque nessuna possibilità. Né ce l' avevano quelli che ti hanno preceduto.- mormorò Shadow, neutro.
Poi, si sentì in sottofondo un rumore metallico. Shadow girò lo sguardo appena dietro di sè, e vide che le scimmie superstiti (in realtà, parecchie di esse) continuavano a guardarlo con un atteggiamento feroce e subdolo. La risposta successiva fu di alzare, per quelle che ne fossero in possesso, archi, balestre, pistole e fucili contro l' istrice.


-KIIIK! KIIIK! GUUUUUHHH!- strepitarono i bestioni.
-Tsk. Si vede che la prima lezione non vi è bastata. D' accordo, allora. Non mi tratterrò così tanto d' ora in poi. Ma cercherò lo stesso di non strafare.-


Spari, frecce scoccate e chissà che altro partirono in direzione del riccio. Un primo proiettile gli passò sopra la testa, fischiando. E subito ne arrivarono molti di più, tutti con il solo scopo di ridurre il suo corpo in colabrodo. Ma Shadow ne sapeva già fin troppo di queste cose, e senza esitazione saltò molto in alto, verso i suoi oppositori, con una chiara visuale della linea del fuoco nemico e di quanti individui la componevano. Era giunto il momento. 


-CHAOS... SPEAR!-



 










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-Tails, è ora di andare! Gli altri ci aspettano!- 
-Arrivo subito, Sonic!- 


Miles Tails Prower afferrò lo zaino e vi infilò dentro una bottiglia di acqua naturale, riempendolo fino al limite della sua capienza. Aveva appena finito di sistemare le cose che gli occorrevano per quella giornata. Si avvicinò alla propria scrivania, ricoperta da un mucchio di fogli, attrezzi e matite, e afferrò la propria ricestrasmittente da polso. Ecco, ora aveva veramente ultimato i preparativi. Uscì dal proprio studio e si diresse verso le scale per andare in soggiorno, dove un certo riccio blu attendeva l' arrivo del suo migliore amico volpino.


Sonic The Hedgehog non era mai stato una persona troppo paziente, e questo si poteva capire da come picchiettava con fare frettoloso il piede sul pavimento.
Non era sicuramente da lui aspettare per interi minuti, fermo, senza fare nulla. Specie se si è riconosciuti come "il Porcospino più Veloce del Mondo", da uno spropositato numero di persone. In due pianeti diversi, per giunta.


-Tails, allora?! Andiamo o no?!- chiamò ancora il riccio supersonico in maniera sbrigativa.
-Arrivo, arrivo! Stavo solo prendendo il Radiovisore da polso, tutto qui!- rispose la kitsune gialla, scendendo dalle scale che collegavano il laboratorio al resto della casa. Sonic ridacchiò debolmente, scuotendo di poco la testa.
-E a cosa ti serve? Dobbiamo solo andare ad un picnic in campagna, mica in missione!- buttò divertito il riccio dalla pelliccia di un blu elettrico.
-Beh, non si sa mai! Se per caso qualcuno mandasse un messaggio importante? Oppure una richiesta di aiuto?- domandò il piccolo genio a quello che poteva considerarsi suo fratello maggiore adottivo.


-Amico, devi imparare a rilassarti un po' di più.- affermò Sonic in maniera comicamente arrendevole. Pur essendo di natura MOLTO dinamica, il porcospino sapeva bene quale fosse l' importanza del riposo e del relax. Ogni tanto pure lui, dopo una lunghissima corsa a velocità folle, si arrestava lungo il tragitto per respirare l' aria a pieni polmoni, guardare il panorama o sdraiarsi su un bel praticello, al sole, e godersi il profumo di fiori ed erbe selvatiche.


-Sonic, magari succede qualcosa proprio quando siamo fuori per questa gita... Non possiamo essere troppo sicuri.- sentenziò Tails con atteggiamento minuzioso e professionale. Sonic non sembrava troppo convinto dalle preoccupazioni del suo inseparabile compagno di avventure.
-Che mai potrebbe accadere? Abbiamo battuto i Metarex, e siamo tornati solo da pochissimo a casa. Ed Eggman non si è fatto più rivedere... Forse si è iscritto in palestra, finalmente!- disse l' istrice con un sorrisetto beffardo, al solo pensiero della sua adorata nemesi impegnata a sollevare pesi, a correre su un tapis roulant formato extra-large o, peggio ancora (per chi fosse particolarmente impressionabile), a fare ginnastica aeorobica o Zumba.


Tails rise. Sonic sapeva sempre come infondere allegria e spensieratezza negli altri, eccome.
-Sei sempre il solito... Non cambierai mai!- fece il ragazzino rassegnato.
-Perchè? Dovrei, forse?- 
-Se tu diventassi meno irritante, di punto in bianco, sarebbe un miracolo.- intervenì una voce maschile fuori campo.


Il riccio e il volpino si girarono verso la porta d' ingresso, lasciata aperta, e vi trovarono un muscoloso echidna maschio, dalla pelliccia color rosso acceso, con gli occhi chiusi, le braccia incrociate e le spalle poggiate allo stipite dell' entrata.


-Knuckles!- esclamò Tails piacevolmente sorpreso.
-Yo, Knux! Che succede, amico? Stufo di aspettare?- chiese Sonic con il suo solito ghigno sornione al forzuto combattente.
-Umpf! E' passato un quarto d' ora, si può sapere che accidenti state combinando? Alla gente non va di attendere come dei completi imbecilli!- sbottò nervoso Knuckles.
-Di che ti lamenti? Non è una delle cose che ti riesce meglio?- 
-Fottiti, Sonic! Apri di nuovo quel forno per fare una delle tue battute e giuro che...!- minacciò l' echidna, alzando il pugno.
-Smettila, Knuckles!- intervenne una voce tipicamente femminile alle sue spalle. 


Una frazione di secondo dopo, il guardiano dello Smeraldo Gigante venne spinto in avanti, e per poco non si ritrovò faccia a terra.
Al posto della solida figura dell' echidna si sostituì quella più leggiadra e delicata (entro certi limiti) di una riccia rosa con vestito e stivaletti rossi, con un fermaglio color cremisi in cima alla testa. Amy Rose aveva appena fatto il suo ingresso in scena.


-Si può sapere perchè diavolo l' hai fatto?!- sbraitò il rosso. 
-Non è così che ci si comporta, mio caro! Non permetto a nessuno di minacciare così il mio Sonic, anche se si trattasse di te!- ribattè Amy con espressione determinata. Gli altri due presenti avrebbero potuto giurare che, nel momento in cui gli occhi color ametista del ragazzo e quelli verde scuro della ragazzina si erano posati gli uni sugli altri, una specie di scintillante energia si fosse liberata. Knuckles era un individuo da non provocare troppo se non si voleva giungere a spiacevoli situazioni, ma Amy non dimostrava alcuna esitazione mentre fissava il suo amico nelle iridi.


-Tra l' altro- continuò lei -non mi sembra questo il modo di esprimersi, visto che ci sono dei bambini nei paraggi!- 
-Amy, tutto a posto? Cos'è questa confusione?- 
-Chao Chao! Chaooo!- 
<< Accidenti! >> pensò Knuckles, dopo essersi ricordato che anche Cream e Cheese stavano aspettando fuori dalla porta, e non erano da soli.
-Non è niente, tesoruccio. Knuckles ha avuto solo una piccola discussione con Sonic, tutto qui.- intervenne una voce di donna, molto matura e sensuale.


Nei successivi secondi, Cream The Rabbit, Cheese The Chao e Rouge The Bat oltrepassarono la porta e diedero un occhiata all' interno.
-Mi sento un pochino delusa, Knuckie. Ti credevo più maturo di così.- disse l' avvenente pipistrella.
-Oh, ma certo! Sono sempre io quello che deve essere ripreso per ogni minima cosa! E questo porcospino blu con la faccia da schiaffi ha sempre la coscienza pulita!- grugnì lui, infastidito. Sul viso di Sonic si stampò un sorriso a trentadue denti.
-Che posso farci, sono i piccoli vantaggi dell' essere belli e famosi! Ma stai tranquillo, bro: quando sarai grande diventerai bello, forte e popolare proprio come me! O quasi.- fece il porcospino, trattenendosi dallo scoppiare in una fragorosa risata.


Knuckles lo guardò in cagnesco, ma stavolta non avrebbe dato a quel rompiscatole la soddisfazione di vederlo infuriato.
-Primo: sono più vecchio di te di almeno un anno. Secondo: non m' importa un bel niente di diventare "famoso", come dici tu, ho già vissuto abbastanza esperienze e  affrontato tante di quelle sfide da non dover invidiare nessuno. Terzo: se mi ritrovo qui, lontano da Angel Island, lasciando il Master Emerald senza alcuna protezione- e in quell' attimo preciso, i suoi occhi ruotarono su Rouge, con espressione sospettosa -è perchè qualcuno ha voluto convincermi di venire a questa escursione, anche a costo di pungolarmi per intere ore e farmi venire il mal di testa!- concluse.


-Oh, ma dai, Knuckles!- esclamò Sonic, esasperato -Sono 24 ore al giorno che monti la guardia a quel sasso! Non ti concedi mai un po' di vero riposo! Questa gita ti farà bene, fidati se te lo dico.-
-In compagnia di un riccio spaccone, della sua guardia del corpo in gonnella e di una ladra di gioielli. Mi chiedo come questa cosa mi possa giovare!- si domandò il guardiano, ora un po' più calmo.
-Guardala da questa prospettiva: se hai tanta paura che Rouge ti possa fregare lo Smeraldo, questa è una buona occasione per tenerla... sotto sorveglianza. Non so se mi spiego...- intervenne il porcospino superveloce, vagamente divertito.
-Non ha tutti i torti, zucchero. E poi, non ci tieni a passare un po' di tempo assieme a ME?- gli chiese la ragazza pipistrello tenendosi la mano sul petto.


L' echidna arrossì, e voltò lo sguardo. Anche se, in fondo in fondo, non gli dispiaceva tanto passare un po' di tempo in compagnia dei suoi più cari amici e di quella provocante cacciatrice di tesori, Knuckles avrebbe preferito tenerlo segreto, e non rivelarlo neanche sotto tortura. "L' orgoglio si può anche mettere da parte, di tanto in tanto, ma la dignità mai!" pensava, e si sarebbe tenuto ben stretto a sè questo mantra per tanto tempo ancora, se non addirittura per sempre.
Il problema, avrebbero potuto dire molti, era che per lui la linea che differenziava questi due concetti, ovvero orgoglio e dignità, non era così netta e facile da riconoscere. Anzi, per come si comportava, alle volte, pareva quasi che per il guardiano i due termini fossero sinonimi.


-Bah! Mi arrendo! A quanto pare oggi sarò costretto a seguirvi dovunque, come un' ombra!- bofonchiò con il viso rivolto a lato.
Al gruppo di antropomorfi scappò una risata, ma Sonic assunse un' espressione piuttosto strana dopo quello che aveva detto il suo amico rosso. Gli altri poco dopo, ripresero un atteggiamento più composto.
-Allora... partiamo o no? Non dovevamo andare a fare questa escursione?- si lagnò ancora Knuckles, desideroso di dare un taglio alla cosa.
-Sì, partiamo subito! Io avevo appena finito di sistemare il necessario per il picnic, quando siete entrati.- aggiunse Tails.
-Dovevi ancora finire di prepararti?!- abbaiò ancora l' echidna, non volendo credere che la kitsune avesse potuto metterci così tanto per una cosa tanto banale.
Tails di solito era il genietto della situazione, scrupoloso e pronto ad ogni evenzienza, non capitava spesso una cosa del genere.


-Emh... Colpa mia, mi dispiace!- si scusò educatamente la volpe a due code, chinando di poco la testa, con l' aria di un bambino beccato con le mani nel vaso della marmellata.
-Non preoccuparti. L' importante è che ora andremo tutti insieme a rilassarci in un bel posticino. Chissà, magari troverò qualche bello Smeraldo del Chaos...- disse Rouge, decisamente compiaciuta dall' idea di poter rinvenire in maniera del tutto casuale qualche pietra di grande valore. 
-Non te lo lascerei sicuramente prendere!- esclamò Knuckles, guardandola con aria competitiva.
-Perchè no? Se Miss Rouge ottenesse uno Smeraldo del Chaos, questa non dovrebbe essere una buona cosa?- chiese Cream con occhietti vispi.
-E perchè dovrebbe?- domandò il rosso.
-Non sarebbe molto meglio se ce l' avesse lei, invece del Dottor Eggman o di qualche altro cattivo?-


Rouge apprezzò molto l' intervento della coniglietta. Qualcuno di dolce e di innocente che prendeva apertamente le sue difese, al 100%. Quale piacevole sorpresa!
-Grazie, piccola. Vedi, Knuckles? Qui qualcuno non ha scordato le buone maniere, e soprattutto sa fidarsi delle persone giuste.- disse Rouge con aria di superiorità.
-A suo rischio e pericolo.- fece l' echidna tra sé e sé, a denti stretti.
-Come hai  detto?- chiese lei con occhi che avevano assunto in una frazione di secondo un' espressione velenosa.
-Niente, niente!-  


-Chi arriva ultimo al Tornado allestisce il barbecue e va a prendere l' acqua alla sorgente!- trillò tutto ad un tratto Amy.
-Ci sto!- disse Tails.
-Anche io!- esclamò tutta entusiasta Cream.
-Chao! Chaooo!-
-Io pure.- fece con calma Rouge.
-Come volete.- sorrise debolmente Knuckles.
-E allora... Andiamo!- concluse la riccia rosa.


Ci fu un precipitarsi in direzione della porta d' ingresso, ma una volta che tutti il resto della banda l' oltrepassò, Amy arrestò bruscamente i suoi passi, e si voltò indietro. Vide che Sonic era rimasto immobile, con uno sguardo indecifrabile diretto a terra. Era come se fosse finito in una specie di trance. E a dire il vero, questa cosa non evitò di far preoccupare la ragazza.
-Sonic?- lo chiamò. Nessuna risposta. 
-Sonic?- disse un po' più forte. Il riccio non rispose, sembrava che fosse isolato, come in una bolla. La giovane Rose notò che il suo adorato eroe supersonico aveva corrugato la fronte, segno che qualcosa stesse bollendo in pentola.
-Sonic?!- fece quasi urlando. Sonic ebbe un piccolo sussulto, come svegliatosi da un sonno agitato.
-Uh? Oh, scusa Amy. Stavo pensando ad una cosa, niente di che.- spiegò il porcospino blu.


-Ne sei sicuro? Tesoro mio, puoi dirmelo se c'è qualcosa che ti turba!- disse lei teneramente.
-Uhm... grazie, ma non preoccuparti. Soltanto un ricordo sbucato fuori dal nulla. Davvero, niente di importante. Tu comincia ad andare, vi raggiungo subito!- si difese Sonic sorridente. Amy avrebbe detto che non la raccontava giusta, ma le sembrò inutile proseguire oltre. Non voleva punzecchiarlo o farlo sentire a disagio.
-Va bene Sonic, ti aspettiamo sul Tornado, qui fuori.- gli disse lei, lanciandogli un occhiolino e dirigendosi verso l' uscita.


Sonic fece un altro piccolo sorriso, prima di tornare ad assumere un' aria pensierosa. No, era meglio che Amy e gli altri non gli facessero certe domande, tanto meno che indovinassero quale fosse la ragione di questo comportamento, insolito da parte sua. Sonic the Hedgehog restava immobile, con lo sguardo rivolto al pavimento, ma fissando in particolar modo un' altra cosa: la propria ombra. E andando avanti, l' immagine continuò a riapparire e a riecheggiare nella sua testa, martellante.


 Ombra... Ombra... Ombra...

             
                ... Shadow.


Intenso come una tempesta di fulmini, il ricordo di quegli ultimi momenti riafforò nella mente del riccio color zaffiro.
La Battaglia Finale contro i Metarex. Il Campo Gravitazionale. Cosmo che si era unita a Dark Oak, affinchè potessero infliggergli il colpo di grazia. Il Super Attacco combinato del Sonic Driver. Il rimanente Guscio di Energia sul punto di collassare e di distruggere tutto quello che c'era lì, nelle profondità dello spazio. Quella stessa esplosione che gli avrebbe portato via tutti quelli che amava. Se non fosse stato per lui. Lui si era messo in mezzo, l' aveva tramortito a tal punto da non poter più intervenire, da non poter rischiare di essere ucciso. L' aveva fatto per l' Universo e per loro, per tutti loro. E ora... Beh, chissà...


<< Se solo tu fossi qui a vedere tutto questo... >> pensò.


Sonic mosse un poco il capo a destra e a sinistra, e prima che il pensiero della scomparsa del suo compagno d' avventura, nonchè suo più grande rivale, potesse tornare ad arrecargli pena, corse verso la porta e raggiunse gli altri, che lo stavano aspettando.

















****************************************************



















-CHAOS... SPEAR!- 
-UUUUEEEEEHHHHH!!-


Versi, urla e schiamazzi di ogni tipo risuonavano nella notte. Versi di rabbia, schiamazzi di imprecazione e di sgomento. Urla di dolore.
Decine di corpi che ricoprivano il suolo, insieme ad armi e ad altri oggetti. Scorrimenti di sangue, che bagnavano il terreno polveroso e asciutto.
Scintille dorate che facevano crepitare l' aria. Dardi di energia che trafiggevano e disintegravano qualunque cosa o essere vivente incontrassero sulla loro traiettoria. Esplosioni di lampi, di terra e di fumo andavano a stravolgere l' originale assetto di quello che era diventato un vero campo di battaglia, teatro di un feroce scontro.


Protagonista di questa lotta, nonchè unico componente di una delle due fazioni opposte tra loro, era Shadow The Hedgehog, la Forma di Vita Suprema, alle prese con un imponente orda di scimmie gigantesche, armate praticamente di ogni categoria di arma. Nonostante il chiarissimo vantaggio numerico degli ominidi, il riccio oscuro aveva da subito preso in mano la situazione. Grazie alla sua velocità supersonica, alla sua forza fisica e riflessi straordinari, Shadow era riuscito con poca fatica a sbaragliare gli avversari che si mettevano sulla sua strada. E per quale ragione lo avessero attaccato sin dal principio, egli non lo sapeva.


Tutto ciò di cui era certo, era che continuarono ad aumentare di numero, e diventare sempre più armati e agguerriti. Che stupidi esseri.
Non sapevano proprio quando era il momento di arrendersi, evidentemente. Peggio per loro, l' occasione di andarsene senza che ci fossero brutte svolte l' hanno avuta.
Da lì in poi avrebbero avuto quello che si aspettavano: la lotta, il sangue, la morte. Ma non proprio come pensavano di ottenerli. Sarebbero stati loro a crollare sotto l' indiscussa superiorità combattiva dell' istrice, e non il contrario.


-CHAOS...- la mano destra del porcospino si illuminò di un bagliore elettrico molto intenso. 
-...SPEAR!- tuonò compiendo un rapido movimento del braccio, simile ad un fendente. Pochi attimi dopo, mezza dozzina di frecce energetiche gialle schizzò all' attacco, in direzione dei rispettivi bersagli.


Tre di esse andarono a colpire direttamente alcune delle belve, le quali crollarono al suolo, con le armature a pezzi e con i corpi squartati e sanguinolenti. Morirono all' istante. Altre due andarono a colpire il terreno, qualche metro avanti rispetto alla linea di fuoco avversaria. Questo provocò dei forti scoppi, che sollevarono a loro volta una quantità notevole di terra, polvere e detriti, e ciò andò a coprire in gran parte la visuale agli animali. L' ultima freccia invece centrò un pilastro, e fece crollare l' intera struttura collegata ad esso, cosa che mandò ulteriormente i primati in confusione e smarrimento.


-CHAOS SPEAR!- urlò Shadow, e ancora una volta vennero scagliati proiettili di luce. Shadow inizialmente non aveva intenzione di ricorrere ad una delle sue tecniche più potenti e pericolose. Forse non ce ne sarebbe stato il minimo bisogno, ma ormai si era stancato di questa situazione. Quelle stupide bestie non volevano saperne di lasciarlo in pace, e con le buone non l' avevano capito. A lui non piaceva stroncare vite, ma se era costretto a farlo, se da ciò fosse dipesa la sua pelle, allora l' avrebbe fatto. Senza dubbi e senza ripensamenti. Uccidere o essere ucciso. O loro, o lui. 


Non che per il riccio quelle creature fossero una minaccia di livello planetario, come già ne aveva affrontate in passato. Assolutamente no. Tuttavia non avrebbe negato il fatto che potessero reggere il confronto con alcuni robot-sentinelle Metarex, che lui stesso aveva ridotto a ferraglia pronta per il riciclo nel tentativo di rintracciare Dark Oak e di eliminarlo con le sue stesse mani (pur non essendo riuscito a raggiungerlo per svariati inconvenienti). 
Sebbene non potentissimi, erano pur sempre dei feroci bruti assetati di sangue, e in quanto tali, a suo giudizio, non meritavano trattamento migliore di quello che stava riservando loro. 


Un proiettile d' arma da fuoco lo prese di striscio al braccio sinistro, e vi lasciò un piccolo segno rosso. Ma fu più che sufficiente per fargli perdere la pazienza, e stavolta seriamente. Shadow girò di poco la testa, e individuò un esemplare armato di un fucile di precisione, munito di cannocchiale, dall' aria trionfante. Gli rivolse un' occhiata cupa e minacciosa, e strinse i pugni. Ora gliela avrebbe fatta pagare, e sapeva anche come.


Uno scatto superveloce, e si ritrovò faccia a faccia con la scimmia, che assunse un atteggiamento molto diverso da quello precedente. Ora, dire che era rimasta paralizzata dalla sorpresa e dalla paura, per come il riccio era giunto lì in una frazione di secondo e per lo sguardo che le rivolgeva, sarebbe stato assai riduttivo. Prima ancora che l' ominide potesse emettere un suono, puntare l' arma o reagire in qualsiasi maniera, Shadow eseguì un violento pugno Isshinryu, diretto alla faccia.(*) L' animale andò a finire contro una parete.


Altre scimmie, iraconde, presero la mira e gli scagliarono contro proiettili, frecce, lance e shuriken, ma anche stavolta il porcospino le schivò con la sua strabiliante velocità di movimento, e svanì dalla loro vista. Vennero travolte da un rapidissimo attacco concatenato, che seguì questa combinazione: pugno-pugno-calcio-pugno. Un' altra venne investita in pieno da uno Spin Dash, mentre cercava di contrattaccare con una spada a due mani. 
Un numeroso gruppo si fiondò all' offensiva, ma Shadow fu più svelto e sollevò la mano sinistra. Un altro lancio.


-CHAOS SPEAR!- fece, e i dardi dorati andarono a colpire il terreno, generando un' esplosione di fango e pietre che spazzò via i nemici.
Da quel momento in poi, le belve si fecero meno audaci, e realizzarono che attaccare a ondate senza uno schema preciso non aveva la minima efficacia. Shadow vide che stavano lentamente indietreggiando, ma capì che erano ancora furiose con lui. Continuavano a rivolgergli espressioni cariche di odio e di intenzioni bellicose.


-E adesso, l' azione finale. Mi sbarazzerò di voi in pochi istanti. Non vorrei farlo, ma dopo quello che avete fatto mi ci vedo obbligato, se voglio chiudere questa storia.- commentò il riccio onice. Cominciò quindi a caricarsi dell' energia necessaria per infliggere il colpo risolutivo, ma un certo rumore di sottofondo attirò la sua attenzione. Era lontano, ma considerato l' eccellente udito di cui era provvisto, lo sentiva con molta chiarezza. Si ripeteva circa ogni mezzo secondo o poco più, secco.


Era un suono di passi. Non ebbe incertezze al riguardo. Riconobbe distintamente il rumore di suole che calpestavano un sentiero pietroso. Alzò lo sguardo, e notò che i primati, tutto ad un tratto, avevano assunto delle facce decisamente sconvolte e preoccupate. Si voltarono tutti insieme verso il sentiero che il porcospino nero e rosso aveva precendemente deciso di attraversare, prima che loro glielo impedissero.


-QUUUIIIK! QUUUIIIK! QUUUIIIK!-
-GUAH! GUAH! GUUUUUUHHH!- strepitarono, e poco dopo se la diedero a gambe levate, in direzione della foresta. Ma cosa diavolo stava succedendo? 
Perchè questo improvviso comportamento? Cosa avrebbe mai potuto atterrirli in quel modo, se pochi minuti prima sembravano incuranti del fatto che il riccio li stesse letteralmente massacrando? 


L' unica sua sicurezza era che nei successivi cinque secondi non ci fu neanche l' ombra di una singola scimmia. Si girò anche lui verso la fonte d' origine di quel rumore. Stava divenendo via via sempre più vicino. Subito dopo, Shadow vide una sagoma spuntare gradualmente da un banco di nebbia non molto distante.
Finalmente avrebbe scoperto che cosa aveva messo in fuga tutte quelle bestiacce. E ciò che vide alla fine lo lasciò piuttosto sorpreso.


Si trattava di un umano, un maschio adulto. Corporatura alta e atletica, una barba sottile, basette e baffi neri che puntavano all'insù, carnagione relativamente chiara. Indossava un lungo vestito scuro a collo alto, foderato all'interno con curiose fantasie color rosso borgogna, ed un vistoso cappello da moschettiere, nero, con una piuma verde chiaro in cima. Il vestito era aperto, e mostrava il petto e lo stomaco dell' uomo, nudi. Non indossava nulla al di sotto di esso. Vestiva dei pantaloni lunghi violacei, con una cintura decorata e degli stivali molto grandi. Al collo portava un pendente a forma di crocifisso. Dietro la schiena, infine, portava quella che sembrava una voluminosa spada, dall' elsa allungata e decorata di gemme e di strani motivi. 


Tuttavia, quello che suscitò una strana sensazione in Shadow, furono gli occhi dell' uomo. Non erano per niente simili agli occhi di qualsiasi altro umano che aveva già incontrato. Erano gialli, come quelli di un rapace. Ma non si trattava solo del colore delle iridi. C'era qualcos'altro. Il porcospino era pronto a scommettere che quello non era un essere umano qualunque. No, quell' individuo nascondeva decisamente qualcosa di molto strano. Qualcosa di... potente. E, con molta probabilità, piuttosto pericoloso. 


Ora stava guardando Shadow in assoluto silenzio, squadrandolo dalla testa ai piedi. Nonostante l' aria neutra e distaccata, parve piuttosto evidente che l' uomo non avesse mai visto prima un mobiano. Il porcospino era sul punto di domandargli perchè lo stesse fissando in quella maniera, ma l' umano fu più svelto a proferire parola.


-Sei stato tu a eliminare questi Umandrilli?- chiese con grande calma. Aveva una voce profonda e controllata. Da essa non scaturiva segno di meraviglia, tanto meno di preoccupazione. Solo un pizzico di curiosità. Il nuovo arrivato tuttavia non aveva idea se il porcospino fosse in grado di parlare o no.
Shadow, da parte sua, non sapeva esattamente cosa rispondergli. Avrebbe probabilmente chiesto chi fosse colui che si trovava di fronte, che posto fosse quello, e perchè no, anche perchè portasse una spada simile dietro la schiena. Ma poi, un altro pensiero gli balenò in mente: "Umandrilli"?
Che si trattasse...?


-Intendi forse quegli animali che impugnano armi e vestono armature e corazze?- domandò a sua volta il riccio, con tono analogo. Così l' individuo si era tolto il dubbio se comprendesse o meno il suo linguaggio. L' uomo fece cenno di sì con la testa.
-Sì, sono stato io. Non era mia intenzione fare loro del male o ucciderli, ma mi ci sono visto costretto. Mi hanno assalito, e io mi sono difeso.- spiegò lui, pur senza dare l' impressione di dover elargire scuse o giustificazioni.


-Tipico. Sono animali territoriali e competitivi, oltre che leggermente irritanti e infantili.- rispose il misterioso interlocutore. Poi rivolse al riccio un' espressione più attenta ed esaminatrice, e riprese a parlare.
-Se sei riuscito a sconfiggerne un simile numero e ad uscirne solo con qualche piccola ferita, questo vuol dire che devi essere piuttosto forte e abile.- 
-Questi graffi ce li avevo da prima che li incontrassi. Ho messo fuori gioco quegli ottusi scimmioni in pochi minuti. Semplicemente non erano alla mia altezza. E' questo quello che succede quando si sfida incauti un avversario nettamente superiore.- rimarcò l' Essere Supremo. 


-Sei molto sicuro di te stesso. Percepisco una grande energia provenire dalla tua persona. Come ti chiami? Posso saperlo?- fece l' uomo, con determinazione.
Shadow non si scompose. Riflettendoci, non aveva alcuna reale motivazione per non rivelare il suo nome alla prima persona che avesse incontrato in quella terra sconosciuta, sebbene le circostanze fossero tutt'altro che normali. Inoltre, aveva solo chiesto il suo nome, e anche abbastanza rispettosamente, cosa che non era sfuggita all' istrice.


-Shadow. Shadow The Hedgehog.- rispose il porcospino, guardandolo negli occhi.  
-Eri tu quella scia luminosa che è apparsa in cielo? E' andata a finire dietro queste colline, l' ho seguita e sono arrivato qui.- affermò l' umano.
-Scia luminosa?- ripetè. E dopo qualche secondo, comprese.  
Doveva essersi teletrasportato in quel pianeta, a centinaia e centinaia di metri di altitudine dal suolo. Successivamente si era risvegliato in quel cratere.
-Sì. Credo di sì.-
-Cosa è successo precisamente?- domandò ancora l' uomo senza nome.
-Non lo so con esattezza. E' una lunga storia.- rispose.


-Che posto è questo? Dove mi trovo?- chiese Shadow.
-Questa è l' Isola di Kuraigana, e si trova lungo la prima metà della Rotta Maggiore.- rispose l' individuo.
-Mai sentite prima d'ora.- ammise il riccio nero e rosso.
-Devi venire da molto lontano, se non conosci nemmeno la Rotta principale che attraversa i mari di questo mondo.- 
-Diciamo pure che, forse, questo non è un pianeta dove ricordo di essere stato.- 


L' ignoto personaggio, se fosse rimasto sorpreso delle parole appena udite, non lo diede a vedere. Che provenisse sul serio da un altro mondo? 
-Quindi devo bocciare l' ipotesi secondo cui tu, in realtà, sia un umano dotato dei poteri di un Frutto Zoo-Zoo.-
-Un cosa?- ripetè Shadow, alzando di poco il sopracciglio.
-Un Frutto Zoo-Zoo. Una categoria di Frutto del Diavolo.- spiegò lo sconosciuto.
-Non ho la minima idea di cosa si tratti.- 


A questo punto, il misterioso individuo era rimasto veramente interdetto. Quale creatura antropomorfa era in grado di parlare correttamente il linguaggio umano, se l' ipotesi da prima formulata (e magari, quella a cui avrebbe dato più credito) veniva smentita in modo così evidente? Non conosceva neanche alla lontana le informazioni e i dati che gli venivano detti.


-Non credo di aver mai incontrato qualcuno come te, prima d' ora. Chi sei esattamente?- chiese ancora l' umano. Il riccio trovò quella domanda leggermente indiscreta, considerando inoltre che la memoria gli giocava dei brutti tiri e che non ricordava quasi nulla del suo passato. Tuttavia non se preoccupò e disse:
-Io sono Shadow The Hedgehog. Sono la Forma di Vita Suprema.- mormorò il porcospino.
-"Forma di Vita Suprema"? In base a quale criterio ti reputi tale? Sei riuscito ad eliminare senza difficoltà numerose truppe di Umandrilli, ma non pochissimi sono in grado di farlo.- affermò lo sconosciuto. Shadow non potè fare a meno di considerare sfacciato il suo atteggiamento, tuttavia sentiva che quello di fronte a sé non era un tipo da sottovalutare troppo. Se un battaglione di gorilla incazzati se l' era filata con la coda tra le gambe al solo udire i suoi passi, qualcosa doveva pur significare. Ma non se curò granchè, e si affrettò a rispondere.


-Da dove provengo io, molti mi riconoscono come tale. Potrei darti altre prove, se lo desideri, ma ora non ho tempo. Devo trovare un modo per andarmene via da qui.- disse il riccio oscuro al suo interlocutore.
-Per andare via dall' isola serve una nave, o un' imbarcazione.- rispose il moro dagli strani occhi.
-O magari uno degli Smeraldi del Chaos.- 
-Smeraldi del Chaos?- fece l' altro. Ora era il suo turno di non sapere cosa stesse dicendo qualcuno con cui stesse dialogando.


-Gli Smeraldi del Chaos sono sette pietre, di diverso colore l' una dall' altra. Possono sembrare delle semplici gemme, ma in realtà ognuna emana una grande quantità di energia e risplende di luce propria. Si tratta di reliquie molto potenti. Le avevo tutte e sette prima, ma le ho perse quando sono arrivato in questo posto. Ora non so proprio dove possano essere. E' a causa loro se mi ritrovo qui.- 
L' uomo rimase in ascolto di ciò che il mobiano diceva. Per quanto inverosimile potesse sembrare la storia raccontata, era pur sempre un inizio. Dopo qualche secondo passato ad elucubrare, lo straniero prese la sua decisione.


-Vieni con me, al mio castello. Potresti parlarmi un po' di più della tua vicenda, e io potrei darti qualche indicazione su come lasciare l' isola, magari cedendoti una delle mie mappe.- disse impassibile l' uomo.
-Perchè vuoi aiutarmi? Non ci conosciamo neppure.- ribattè l' istrice nero e rosso.
-Vero. Ma nonostante questo, ti ritrovi su un' isola che non conosci, la mia isola, tra l' altro. Credo che almeno in parte sia affar mio ciò che vi succede. Non sei neanche sicuro se il mondo in cui ti trovi sia il tuo o no. Puoi venire con me o restare qui, tra queste rovine, e presto ti ritroveresti orde di Umandrilli pronte a darti la caccia e ad importunarti. Oppure puoi spostarti, senza una meta precisa, non sapendo minimamente come abbandonare questa distesa di terra in mezzo al mare. A te la scelta.- concluse l' umano con schiettezza incredibile.


Per quanto non lo gradisse, i fatti erano questi e Shadow lo sapeva bene. Aveva colto perfettamente nel segno. Non c'era molta scelta. Poteva passare giorni, magari settimane senza cavare un ragno dal buco, disperso su uno squallido sputo di terra, con quelle fastidiose belve alle calcagna. E ad ogni momento che passava aumentavano le probabilità che gli Smeraldi del Chaos cadessero in mani sbagliate. E a quel punto le possibilità di tornare indietro sarebbero diminuite considerevolmente. Il riccio ci pensò su un altro po', prese un profondo respiro, e disse:


-D' accordo, accetto la tua proposta. Verrò con te.-
-Bene. La mia dimora si trova da questa parte. Seguimi.- fece quello, incamminandosi verso la propria reggia.
-Aspetta.- disse Shadow con tono deciso. La sua guida fermò i suoi passi, senza voltarsi.
-Cosa succede?- 
-Se mi offri il tuo aiuto, devo almeno sapere il tuo nome. Chi sei?- domandò il riccio.


L' uomo girò di poco la testa, in modo da poter mostrare bene il lato destro del viso. L' occhio color oro opaco luccicò al tenue bagliore lunare.
-Il mio nome è Drakul Mihawk. Detto anche "Occhi di Falco", lo Spadaccino più Forte del Mondo.- affermò il guerriero dalla Spada Nera falciforme.
-In base a quale criterio ti reputi tale?- gli chiese con un leggerissimo sorriso di sfida Shadow. A quelle parole, un ghigno sinistro si stampò sulle labbra dello spadaccino.
-Molti mi riconoscono come tale.- 


Detto ciò, riprese a camminare verso il suo maniero, dove avrebbe potuto offrire al suo insolito ospite le istruzioni che gli servivano.
Shadow rimase fermo, e dopo qualche attimo di indecisione, seguì l' uomo.
<< Non malaccio, per un essere umano. >> 





















*******************************





(*) Pugno Isshinryu - Questo tipo di pugno è una variante di Okinawa, ideato da Tatsuo Shimabukuro, fondatore dello stile Isshinryu. Il pollice è protetto da chiusura sulla parte superiore del dito indice. I fautori sostengono che questa forma irrigidisce e sostiene il polso.








Ed eccoci qui, dietro le quinte! BAAAM! Non ci credo, ce l' ho fatta davvero!! 
Dopo un' attesa e una preparazione interminabili, ecco a voi il secondo capitolo del mio Cross-Over SonicXxOnePiece, "True Warrior"!
Ora mi sento molto meglio, anche perchè così qualcuno (coff coff...-Lynx_ ad esempio-coff coff...) non dovrà più puntarmi un fucile a canne mozze per invogliarmi a scrivere, anche se l' ispirazione (e su questo, molti mi daranno ragione!!) va e viene. Momenti di pura tristezza, ecco cosa sono! :(
Shadow e Mihawk si sono finalmente incontrati e presentati, la domanda che ora sorge spontanea è... "Cosa succederà nel secondo capitolo? Riuscirà Shadow a trovare un modo di andarsene da Kuraigana? Quanto potrà essere utile l' aiuto di Occhi di Falco? E gli Smeraldi del Chaos? E la Ciurma di Cappello Di Paglia? Incontrerà la Forma di Vita Suprema mentre quest' ultima è alle prese con casini micidiali? E come se la caverebbe Shadow con una scalmanata ciurma di pirati/ragazzini urlanti e strampalati?" Oh cazzo, sto esagerando con le domande! Basta così per adesso!! XD
Dedico questo capitolo (ovviamente) a Lynx_, la mia musa ispiratrice [Basta fucili a canne mozze! Mi fanno paura!! T_T] e ad un amico speciale, ovvero shinichi e ran amore (grazie per la recensione dello scorso capitolo, è un po' come se il cuore avesse ripreso a battere, davvero ;D)
E ora, senza indugio alcuno, lascio a voi i commenti! Grazie per la lettura, spero vi sia piaciuto! Al prossimo capitolo! :)



 
  
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