Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: la luna nera    24/10/2014    4 recensioni
E' trascorso quasi un anno dal ritorno definitivo di Edward Harringhton nella nostra epoca e tutto fra lui e Daisy va per il meglio. Ma all'orizzonte si stanno addensando le nubi minacciose di un temporale. Che non è come tutti gli altri....
Cosa potrebbe accadere se qualcuno nel passato avesse bisogno di lui? Per caso c'è chi lo sta chiamando perché torni indietro nel tempo? E Daisy se ne starà con le mani in mano o farà di tutto per tenerlo accanto a sé?
Genere: Mistero, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Daisy aveva quasi consumato il pavimento del salotto a forza di camminare nervosamente avanti e indietro. Edward era seduto sulla poltrona, anche lui agitato per quanto accaduto. Non ce la faceva più a starsene con le mani in mano mentre da un momento all’altro i Millstone sarebbero giunti ad Harringhton House con Louise. Si alzò e si avvicinò a Daisy che da più di mezz’ora non aveva aperto bocca se non per sbuffare.
“Tesoro, cerca di calmarti un po’, ti prego.”
“Spiegamelo tu allora!” Era un generatore di corrente elettrica. “Spiegami come faccio a stare calma mentre quella sta per arrivare qui ed annunciare che vi sposerete!!”
“Ti ho già ripetuto un milione di volte che non ho intenzione di sposarla! Possono fare quello che vogliono, sono irremovibile.”
Si mise a ridere. “Tua madre mi infilzerebbe come uno spiedino e inizio ad avere dubbi anche su tuo padre. Per appianare le divergenze con la famiglia di quella sarebbe capace di costringerti a fare il grande passo.” Scosse la testa. “Sai bene poi che succede se qualcosa va storto…. E il fatto che tuo nonno ancora non ci abbia richiamati nel 2014 nonostante la pivellina sia stata trovata, non mi fa stare tranquilla.” Temeva che qualcosa potesse bloccarli ancora a lungo nel 1867. “Mi sento in trappola Edward. So che dovrei stare calma e fidarmi di te, ma che cosa accadrà se ti costringono a portarla all’altare anche contro la tua volontà?”
Si avvicinò a lei e l’abbracciò forte. “Non lo so…. Non lo so amore mio. So solo che sono pronto a battermi con tutte le mie forze perché questo non avvenga.”
Gli accarezzò la schiena. “Mi manchi da morire…. Da quando siamo arrivati qui non abbiamo mai passato un briciolo di tempo assieme. Ci siamo a mala pena scambiati due baci e inizio a sentire davvero troppo la mancanza di te.”
Edward affondò il viso nei suoi capelli corvini, moriva dalla voglia di farsi travolgere da quell’irrefrenabile impeto di passione che li aveva portati a volare alto, a farli sentire di un altro mondo in cui esistevano solo loro due. Purtroppo doveva contenersi, almeno in situazioni potenzialmente pericolose, in cui rischiavano di essere colti in flagrante e far precipitare in modo irrimediabile la loro relazione già malvista da molti membri della famiglia. “Stanotte vieni nella mia camera. Sai dove si trova, vero?”
“Si, credo di si.” Avvicinò le labbra alle sue, desiderava troppo sentirlo a contatto con il suo corpo. Quel bacio però portava freddezza e distacco. “Che ti prende ora?”
“Non tentarmi, potrei perdere il controllo di me e fare ciò che vorrei e che non posso.” In quel momento la desiderava più di ogni altra cosa, era uno sforzo atroce trattenersi. Per entrambi.
“Sbattitene un po’ dell’etichetta.” Lo fece indietreggiare fino a che la sua schiena non finì contro il muro, cominciò ad accarezzarlo dappertutto. “Non voglio far fossilizzare il desiderio che ho di te per certe stronzate.” Lo fissava con quegli occhi che dicevano più di mille parole, ai quali lui faceva fatica a resistere.
“Daisy non provocarmi così, ti prego….” Non lo ascoltava minimamente, aveva già iniziato a lasciargli una scia di baci infuocati sul collo. Lui si morse il labbro inferiore, sentiva già il desiderio crescere in maniera esponenziale, poggiò le mani sui fianchi della ragazza ed iniziò a massaggiare i pesanti tessuti che coprivano il suo corpo. Tentò di intrufolare la mano sinistra sotto la lunga gonna sollevandone il lembo che sfiorava il pavimento. Catturò le labbra della ragazza e le fece sue, le mordicchiava, le baciava, ne assaporava ogni millimetro per non perdersi neanche un briciolo del loro sapore. Daisy gli sfilò la camicia solleticandogli il ventre, spostando la mano lentamente verso il basso e sul suo viso comparve un’espressione compiacente non appena si rese conto dell’eccitazione di lui.
“Dai amore, non tirarti indietro… Ti prego…” Lo trascinò sul divano finendolo di baci infuocati e adoperandosi attivamente per liberare se stessa e lui dagli ingombranti abiti.
Proprio in quel momento si aprì la porta e l’austera figura della nonna fece ingresso nella stanza, cogliendo in flagrante i due innamorati. La loro posizione lasciava poco spazio ai dubbi e a poco sarebbero servite le giustificazioni. La nobildonna non batté ciglio mantenendo un autocontrollo davvero invidiabile. I ragazzi, dopo un attimo di panico, si ricomposero velocemente ponendosi alla svelta al cospetto della duchessa in condizioni più consone al loro rango.
“Nonna cara….” Edward si inchinò, invitando Daisy a fare altrettanto.
“Farò finta di non aver visto niente.” I due si guardarono in faccia in preda all’imbarazzo. “Fra dieci minuti siete attesi nel salone dei giardini per accogliere i Millstone. Probabilmente riceveremo anche la visita di lord Northon, l’uomo che dovrebbe condurre all’altare Louise. Esigo dunque da voi un comportamento esemplare, in questi giorni potremmo porre la parola fine ad anni di odio e antipatie che hanno portato alle nostre famiglie solo lutti e violenze. Qualunque cosa accada siete tenuti al silenzio e al contegno più rigoroso. Ricordate che la decisione finale sulle nozze degli appartenenti alla dinastia Harringhton spetta a me.” Poggiò la mano sulla maniglia della porta e prima di uscire si voltò di nuovo verso di loro. “Fra dieci minuti dovete essere al piano di sotto per accogliere gli ospiti, siate puntuali.”
Uscì, lasciandoli soli. Daisy iniziò a sentirsi in colpa per non essere stata capace di controllarsi come Edward le ripeteva. “Scusa… è tutta colpa mia.” Abbassò lo sguardo incollandolo al pavimento.
“Lascia stare. Siamo stati fortunati che ad entrare sia stata mia nonna. “Si passò una mano fra i capelli, sentiva come un oscuro presagio che quel piccolo inconveniente non era niente in confronto all’uragano che si sarebbe scatenato di lì a poco. “Stasera… Stasera a mezzanotte vieni nella mia camera così potremo ritagliarci del tempo tutto per noi, va bene?”
Affondò il viso nel suo petto acconsentendo. “Scusa…” Si lasciò stringere dalle sue braccia. Si fidava di lui, sapeva bene che il loro amore era fortissimo, ma tutto il contesto in cui vivevano e si muovevano la preoccupava da morire. Louise era ben determinata a portarglielo via e quasi sicuramente la famiglia Harrighton sarebbe stata dalla sua parte. Tutti tranne forse la nonna?
 
*      *      *      *      *      *      *      *      *      *      *      *      *      *
 
“Milord, i signori Millstone sono arrivati.”
“Grazie George, puoi farli entrare.” Il duca Gilbert si alzò in piedi e così fecero tutti i presenti nel salone dei giardini. Quando la porta venne spalancata, Jacob Millstone fece in suo ingresso accompagnato dalla moglie Eugenia elegantissima, dal figlio Sebastian che portava sempre stampata in faccia quell’aria superba ed arrogante, e per ultima Louise, bellissima, in uno stupendo abito color crema finemente decorato. I suoi occhi di zaffiro si posarono su Edward, lo fissavano incessantemente come a volergli trasmettere un messaggio ben preciso. Daisy lo guardò preoccupata: la ragazza era davvero bella, sembrava un angelo tanto i suoi lineamenti erano delicati e raffinati, le sue movenze eleganti e il suo portamento regale. Come poteva competere con una tanto aggraziata mentre lei era vista come posseduta dal demonio? Bastava metterle a confronto e solo con un primo colpo d’occhio saltavano subito fuori differenze abissali: una bionda e angelica, l’altra mora e spartana; sguardo fiero e aristocratico contro sguardo pieno di dubbi sul futuro e di chiara estrazione borghese. Louise conosceva perfettamente l’etichetta e le buone maniere dell’800, poteva essere la sposa perfetta per il suo Edward, lei in fatto di bon ton era una frana. Ma se la dolce fanciulla pensava di avere la strada spianata, non aveva fatto bene i conti:  Daisy avrebbe dato l’anima pur di non farsi portare via il suo uomo.
La duchessa Mary Henriette si mise seduta sulla sua poltrona accanto al caminetto acceso e, facendo segno a tutti i presenti di accomodarsi, prese la parola.
“Siate voi tutti i benvenuti ad Harrighton House. Dopo lunghi giorni di angoscia la nostra Louise è dunque di nuovo presso i suoi familiari sana e salva.” Osservò in silenzio la ragazza che portava in volto un sorriso tanto luminoso quanto falso.
“Se vostra grazia permette” Intervenne lord Millstone “desidero esprimere la nostra gratitudine a voi e tutta la vostra nobile famiglia per aver riportato nostra figlia a casa. Sono pronto a dimenticare tutto quello che è accaduto fra di noi negli ultimi tempi e in anni più remoti a dimostrazione della nostra eterna riconoscenza.” Si inchinò profondamente davanti alla duchessa e all’intera famiglia Harringhton.
La nobildonna fece un cenno con la testa in segno di approvazione, poi si rivolse alla ragazza. “Gradirei che foste voi, mia cara, a dire qualcosa su quanto accaduto.”
Louise fece un passo in avanti unito ad una riverenza in segno di rispetto. “La mia fuga, Milady, è stata dettata dalla disperazione. Sicuramente Vostra Grazia è a conoscenza del legame esistente fra me e vostro nipote Edward. “Gli lanciò uno sguardo carico di desiderio. “Quando ho appreso della sua dipartita mi sono sentita divorare l’anima e, a peggiorare le cose, i miei nobili genitori mi hanno presentato colui che sarebbe dovuto diventare il mio sposo. Avrei pure accettato con la morte nel cuore se non fosse accaduto un fatto che oserei definire illuminante: durante una notte tempestosa ho udito la voce di Dio che mi stava chiamando. Compresi che solo Lui poteva prendere il posto di Edward nel mio cuore, uno sposo perfetto, l’unico degno di supplire la mancanza di colui che avevo perduto. Sono dunque fuggita dalla mia dimora e sono stata accolta dalle monache del Santa Chiara. Perdonatemi, onorati genitori, se vi ho tenuto celato il mio intento ed ho fatto perdere le mie tracce, l’ho fatto solo perché non avreste compreso la mia scelta.” In fatto di bugie Louise era un’artista bella e buona. “Quando l’altro giorno vi ho rivisto, Edward,  non ho potuto fare a meno di rivedere la mia scelta di ritirarmi in clausura.” Lanciò un’occhiata di sfida a Daisy ed una molto più tenera al ragazzo. “Ho quindi deciso di lasciare il convento e tornare presso la mia famiglia ad una sola e precisa condizione: esigo di convolare a nozze con il qui presente Edward Harrighton.” Fece una breve pausa e si preparò a scagliare un’altra freccia velenosa. “Mi è stato fatto notare che, nonostante sia una donna, non devo essere ritenuta inferiore all’uomo, poiché sono perfettamente in grado di decidere della mia vita, Dio non ha creato l’uomo perché sia superiore alla donna, ma perché la completi e insieme a lei costruisca una nuova famiglia. Quindi non ho intenzione di sottostare a nessun accordo matrimoniale impostomi dai miei genitori, ho cuore e testa per decidere della mia vita. Io sposo Edward e non costringetemi a fare qualche gesto estremo per la mancanza della vostra benedizione, ne sarei capace.”
Restarono tutti a bocca aperta, in particolare Daisy: quella smorfiosa viziata aveva usato le stesse parole che lei gli aveva rivolto poche sere prima per mostrarle tutta la sua comprensione! Un colpo veramente basso per una che voleva farsi monaca! Prima che qualcuno potesse obiettare, George annunciò l’arrivo di lord Reginald Northon ad Harrighton House.
“Che il Cielo sia lodato! La mia piccola Louise è di nuovo qui!” Questi fece irruzione nel salone dei giardini e si precipitò a stringere le mani della ragazza zoppicando vistosamente a causa di una deformazione agli arti inferiori. Negli occhi di Rosemary e Daisy comparve disgusto: il tizio superava abbondantemente il quintale, con un pancione degno dell’orco cattivo delle favole, aveva un grosso neo vicino alla narice sinistra del naso e i capelli quasi completamente bianchi che gli scendevano in modo disordinato fin sotto le spalle, senza considerare lo sguardo languido e semi perverso. Volevano sbagliarsi, ma da lui proveniva pure quel fastidioso odore di vino e aglio che aveva invaso l’aria. “Come state, mia cara? Siete ferita? Avete contratto qualche malattia?”
La ragazza ritrasse le mani con disgusto liberandosi da quelle sgraziate di lord Northon. “Sto bene, grazie.”
Si voltò poi verso i presenti inchinandosi. “Vi porgo le mie più sentite scuse se rivolgo a voi solo adesso il mio saluto. Tanta è la gioia nel poter riabbracciare la mia dolce sposa, che ho totalmente dimenticato le buone maniere. Vi prego di perdonarmi.”
La duchessa Mary Henriette fece cenno all’uomo di prendere posto nei divani del salone per poter riprendere la conversazione. Invece, contro ogni regola, Louise si alzò e parlò in modo fermo e lapidario. “Ho dunque esposto le motivazioni che mi hanno spinta ad allontanarmi da casa e le mie richieste che ne subordinano la permanenza in vita che sicuramente mio padre potrà illustrarvi più tardi e che sono certa comprenderete.” Rivolse lo sguardo verso lord Northon. “Sono desolata, milord, di dover rompere la promessa di matrimonio: ho il solo ed unico desiderio di farmi condurre all’altare da colui che ha attraversato mille difficoltà, sfidato le intemperie e superato ostacoli su ostacoli per trovarmi. Solo uno che mi ama veramente sarebbe stato pronto a fare tutto questo per me: sto parlando del qui presente Edward Harringhton, colui al quale ho permesso fra l’altro di cogliere il fiore della mia purezza.”
“Cosa?!” Northorp strabuzzò gli occhi. “Avete già ceduto la vostra purezza?!” Lo ritenne un affronto, per di più tenutogli nascosto dal padre della ragazza, uno che considerava amico fidato.
“Louise, cosa ti passa per la mente?” Lord Millstone balzò in piedi visibilmente irritato. “Sai benissimo che la decisione è già stata presa!”
“Si che lo so, padre adorato. Ma come vi ho esposto poco fa, ho il cervello e l’intelligenza per decidere della mia vita.” Incrociò le braccia.
“Fermatevi ora, vi prego!” Northorp fissò negli occhi sir Jacob. “Mi avevate fatto un giuramento solenne quando mesi fa chiesi la mano di vostra figlia e mi avete taciuto molte cose di cui sarei dovuto esser messo al corrente. Ero certo che non avremmo trovato intralci ed ho l’impressione che voi non siate abbastanza autoritario da obbligarla ad onorare la promessa di matrimonio. In più, perdonatemi, ma sono molto legato a certi valori tradizionali e non ritengo degna di portare il mio aristocratico cognome una giovane fanciulla di così facili costumi.” Aveva la faccia rossa di rabbia, si sentiva preso in giro e raggirato da uno dei suoi amici più cari. “Tenetevela pure voi la fanciulla. Preferisco invecchiare in solitudine piuttosto che dividere la mia vita e i miei averi con una come la qui presente.” Si mise il cilindro in testa e si avviò verso l’uscita. “Signori, buongiorno.” Uscì sbattendo con rabbia la porta.
Edward aveva i nervi a fior di pelle e faticava enormemente nel mantenersi calmo: Louise aveva sparato tante di quelle bugie e menzogne da bastargli per il resto dei suoi giorni. Che faccia tosta! Che insolenza!
Daisy sarebbe esplosa, si sarebbe precipitata sulla ragazza prendendola per i capelli se non fosse stata immobilizzata dallo spirito del nonno che li aveva raggiunti, il quale continuava a ripeterle mentalmente che tutti gli antenati Harringhton erano dalla sua parte ed avrebbero fatto anche l’impossibile perché Edward fosse tenuto lontano dalla giovane Millstone.
 
Piombò il silenzio su tutti quelli che si trovavano nel salone dei giardini, così chiamato per le decorazioni alle pareti. Lord Jacob si passò le mani sul viso, la speranza di sistemare la figlia era sfumata. E tutto per colpa della diretta interessata! Lui e sua moglie le avevano dato pure l’anima, non le avevano mai negato niente concedendole ogni cosa pur di vederla felice. Questa sua arroganza e prepotenza nei confronti di lord Northorp aveva superato ogni limite. Lui era lo sposo ideale e lei lo aveva respinto di gran lena: e ora? Chi avrebbe potuto condurre all’altare la ragazza?
 
 


 
Ciaooouuu! : )
Questo matrimonio non s’ha da fare…. Come scrisse Manzoni.
La nostra viperetta Louise ha mostrato la sua vera faccia e sta cercando di incastrare Edward con ogni mezzo. Gli spiriti Harringhton però fanno il tifo per Daisy e il nonno è intervenuto per bloccarla dal commettere qualche sciocchezza che l’avrebbe messa ancora di più nei guai. Ma i problemi non finiscono qui…. Cosa accadrà? Ve lo racconto la prossima settimana, voi intanto recensite! ; )
Un abbraccio
La Luna Nera

 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: la luna nera