Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: LateNight_01    24/10/2014    5 recensioni
Un anno dopo gli eventi di 'Here I stand' scopriremo le sorelle molto diverse da come l'avevamo lasciate.
Le loro vite procedono tranquille accanto alle persone che amano, fino a quando una scoperta improvvisa porterà la famiglia a fare scelte che non avrebbe mai dovuto fare.
E non sempre si può tornare indietro.
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Seguito di 'Here I Stand', leggibile anche separatamente. Lasciate una recensione ;-)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Here I stand'
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"Il destino ci aspetta sulla strada
che abbiamo scelto per evitarlo"






Spesso si prendono delle decisioni affrettate ed impulsive, che possono cambiare radicalmente il nostro destino. A volte queste decisioni vengono prese per il bene di una persona che ami, solo per proteggerla, non pensando che imboccando quella strada forse ti troverai in un vicolo cieco.
Altre volte questo tipo di scelte vengono pensate, riflettute: molti sono coloro che pensano prima a se stessi, mettendo in secondo piano persino quelle persone che farebbero di tutto per te.
E poi ci sono quelli che non hanno nemmeno il tempo di capire cosa stia succedendo, ma lottano per qualcosa -o qualcuno- inconsciamente, accorgendosi troppo tardi che forse quella lotta potrebbe essere stata l'ultima.
E' come se facendo queste scelte diverse, si scrivesse con inchiostro indelebile una pagina della nostra vita. E a quel punto si aprono infinite possibilità, cento facce diverse della stessa moneta, un milione di vie, una più ripida e scoscesa dell'altra. Ma nessuno può sapere se quel capitolo che hai appena concluso sarà l'ultimo della tua storia, o se ce ne saranno altri dopo; ed è proprio questo il bello: non potremo mai sapere abbastanza del nostro futuro al fine di poterlo scegliere.
Quindi è vero, quello che affermano in molti?
Il destino ci aspetta sulla strada che abbiamo scelto per evitarlo?
Forse sì, forse è questo quello che sbagliamo ogni giorno: compiamo ogni azione cercando di prevedere il suo possibile effetto, e poi valutiamo se ne vale o no la pena, finendo col pentirci di quelle cose che avevamo calcolato con estrema precisione.
Se invece potessimo vivere la nostra vita ogni attimo che passa, probabilmente non succederebbe niente di tutto quello che rimpiangiamo di aver fatto. Ma anche questo è impossibile: siamo così abituati a riflettere sul nostro presente e sul nostro futuro, su quello che dovremmo  fare, stando attenti ad ogni nostro minimo sbaglio, che non riusciremo mai nè ad essere quello che gli altri vorrebbero che fossimo, nè ad essere noi stessi.
Fatta eccezione per quei rari momenti in cui decidiamo di buttare via la maschera che ci rappresenta agli occhi degli altri, e scegliamo di tirare fuori il nostro vero io.





E questo successe ad Anna, nel momento in cui vide la spada di Gabriel alzata contro sua sorella -per la seconda volta- e fu come se un'immagine chiara quanto dolorosa e fulminea del futuro le attraversasse la mente e le raggiungesse il cuore alla stessa velocità di un lampo che squarcia le tenebre notturne.
Infatti, proprio come un lampo, illuminò per un istante i suoi pensieri confusi.
E la paura svanì del tutto.
Svanì del tutto qualsiasi tipo di sentimento, l'unica cosa che rimase fu la certezza che Elsa era in pericolo, la sua Elsa stava per morire, e lei l'avrebbe impedito.
Non si rese nemmeno conto di quando la lama affilata le attraversò il petto, e in pochi attimi un calore strano, quasi sovrannaturale, la investì e fu subito seguito da un bruciore che le si propagò in brividi lungo la spina dorsale, per poi raggiungere velocemente tutto il resto del corpo.
Quando ci fu l'impatto violento col terreno, dalla nuova ferita le uscì un fiotto di sangue che andò a macchiare la gonna del vestito della maggiore, ancora incapace di capire cosa stesse succedendo.
Fu la vista di quella macchia rossa in netto contrasto con la stoffa blu, che la scosse da quella specie di incubo ad occhi aperti che stava vivendo.
Anna -quella ragazza dai capelli rossi, vivace, solare, allegra- era riversa al suolo, girata di fianco. Il suo braccio destro era allungato sull'erba, le trecce rosse che le cadevano sulle spalle, gli occhi che un attimo prima erano stati verdi e pieni di vita ora si stavano spegnendo. Quell'orribile ferita le entrava appena sotto la cassa toracica e le usciva dall'altra parte, sulla schiena, come per evidenziare il fatto che presto non ci sarebbe più stato nulla di lei, della coraggiosa Anna, se non una bara sotto metri di terra.
Elsa posò il suo sguardo di ghiaccio sul corpo immobile della ragazza, e qualcosa in lei si scatenò con tanta furia di quanta ce ne sarebbe stata in un uragano. Gli occhi le si inumidirono e il labbro inferiore le tremò, ma il dolore che provò in quel momento fu tanto che le impedì persino di piangere.
E al dolore si unì la rabbia, così violenta ed improvvisa da soffocare ogni altro tipo di sentimento. Si levò in piedi, lo sguardo fisso in quello crudele e soddisfatto dell'assassino della sua sorellina, alzando una mano davanti a sè. Dal palmo cominciarono a formarsi dei fiocchi di neve, irradiando una luce fredda ed accecante.
Il re Gabriel accennò ad alzare nuovamente la sua spada, per poi abbassarla subito dopo, mentre quel ghigno che aveva costantemente dipinto sulla faccia si trasformava in un' espressione terrorizzata. Mosse un passo in indietro, poi un altro ancora, ma il sorrisetto che comparve sul volto della Regina delle Nevi bastò per cancellare ogni speranza di fuga.
Non era un sorriso divertito, nemmeno nervoso, ma aveva qualcosa di spaventoso e cattivo, riassumeva e traduceva tutti i pensieri della ragazza.
Una ragazza tranquilla, fiduciosa, a cui avevano strappato qualcuno di molto importante, più di una sorella, la sua migliore amica, la sua compagna di giochi, scherzi, risate, sofferenze, quella che l'aveva sempre aiutata a rialzarsi quando cadeva, quella che ogni giorno le dava un motivo per andare avanti.
E quando succede questo, si prova qualcosa di tremendo, avresti voglia di urlare, ma non puoi. La brava ragazza che sei sempre stata lascia il posto a quella che sei veramente, in tutti i suoi aspetti negativi e distruttivi.
Kayla, che fino a quel momento era rimasta pietrificata dalla scena che aveva davanti, si mise affianco alla madre. Anche lei aprì la mano e fece la sua magia: mille scintille luminose e incandescenti si levarono nell'aria, formando figure che descrivevano tutta la bellezza di quel dono, e tutta la sua forza.
La madre le rivolse un'occhiata, e insieme a quel sorrisetto si aggiunse una lacrima fredda che le scivolò silenziosa lungo il viso.
Era arrivato il momento.
Nello stesso istante le ragazze scagliarono i due elementi contro Gabriel, e ci fu un solo attimo in cui, durante tutta la traiettoria, il fuoco e il ghiaccio si unirono, per poi passare attraverso l'armatura del nemico, e arrivandogli a quel cuore che aveva conosciuto solo cattiveria e vendetta.
Subito dopo, accadde qualcosa di incredibile, orribile ed affascinate allo stesso tempo.
Il freddo si impossessò dell'uomo, tramutandolo in una statua di ghiaccio, e il caldo che venne poi lo avvolse ed iniziò a roteare intorno al corpo immobile, portandosi via tutto quello che restava del re delle Isole del Sud. Un ultima traccia di quella magia volteggiò nell'aria per poi esplodere nel cielo, facendo piovere scintille e fiocchi di neve.






La battaglia era finita, era finito tutto
Ma per Elsa il tempo si era fermato nello stesso momento in cui aveva visto Anna sdraiata sull'erba soffice di quell'isoletta che avevano scelto come rifugio, che si teneva aggrappata alla vita con tutte le forze che le rimanevano.
La platinata si buttò su di lei, mentre le lacrime cominciavano a scorrerle libere sulle guance. Le sollevò la testa quanto bastò perchè la rossa aprisse gli occhi verdi, donando un barlume di speranza all'altra.
-Elsa...- sussurrò la minore. Un rivoletto di sangue le scese dall'angolo della bocca, ma questo non le impedì di continuare a tenere duro, di non mollare, anche se per poco. Quel dolore che aveva provato all'inizio ora le pulsava in tutto il corpo, e il cuore cominciava a rallentare in maniera innaturale. Sapevano entrambe che le rimanevano solo pochi minuti di vita, prima di sprofondare in quel sonno eterno della morte.
-No, ti prego, non parlare, non....- singhiozzò la maggiore, accarezzandole il viso. Ma la rossa continuò
-Elsa, abbiamo vinto- sussurrò infine, e un sorriso le illuminò il volto stanco. Quel sorriso così dolce e spontaneo fece rabbrividire la maggiore, che sperava non arrivasse mai quel momento, sperava di non dover mai pronunciare quelle parole.
-Anna...è colpa mia...perchè l'hai fatto? Dovevo esserci io, al posto tuo...- disse infine, mentre una nuova ondata di singhiozzi le impedì di dire altro, e abbraciò la più piccola come se facendo questo le avesse impedito di andarsene
-Non dovevi esserci tu, tu sei forte, tu sei sempre stata la mia eroina. Ho sempre saputo fin da piccola, anche quando quella porta ci divideva, io l' ho sempre saputo che tu mi avresti salvata-
La platinata sollevò la testa, non smettendo di piangere
-Io non ti ho salvata, tu stai...tu stai per morire, per colpa mia- disse, nascondendosi la faccia tra le mani.
Anna sollevò facendo un grande sforzo la mano, per poi prendere quella della sorella.
-Ti sbagli, sai.  Mi hai salvata mille volte, Elsa, mi hai salvata in ogni tuo abbraccio, ogni sorriso, ogni parola dopo anni di silenzio, sei sempre stata la cosa più importante per me, sei sempre stata la mia migliore amica. E adesso era il mio turno di salvarti, in modo che tu possa continuare per la tua strada, insieme ad Hans e alla tua bambina. E non dimenticare che io rimarrò sempre con te, ti sarò accanto in ogni momento, sarò con te in ogni sorriso che farai, in ogni tua lacrima o respiro, in ognuna di quelle giornate che ti sembrano tanto lunghe e noiose, veglierò su di te per sempre. Ti voglio bene, Elsa... -
Fu così che la rossa chiuse gli occhi per l'ultima volta, mentre la sorella, abbracciandola, le sussurrò dolcemente quattro parole, sperando che la ragazza potesse ancora sentirla
-Ti voglio bene, Anna-.




Solo pochi istanti dopo, accadde qualcosa che avrebbe cambiato per sempre la sua vita...





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Note dell' Autrice: Ciao!
Ok, scusate per quello che avete letto, mi dispiace tanto :( Sono una persona orrenda e ne sono consapevole.
Ma siccome non sono poi così tanto cattiva, vi dico che la faccenda non si conclude così: Kayla avrà un'altra delle sue idee che rivoluzionerà tutto quanto.
Quindi, aspettate a venirmi a cercare sotto casa, perchè...non è detto che Anna debba rimanere morta.
Ho detto più di quello che avrei dovuto, ma è solo perchè altrimenti mi coprirete di insulti XD
Quindi, come sempre datemi le vostre opinioni sul capitolo (oggi incentrato più sulle emozioni che sui fatti) e fatemi sapere errori e passaggi poco chiari.
Vi aspetto la prossima settimana, sperando di avervi incuriosito almeno un po' ;)
Baci
                                               LateNight_01



   
 
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