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Autore: Rowan936    26/10/2014    3 recensioni
Raccolta su Vegeta e Gohan, all'interno di un what if che li vede trascorrere un anno insieme nella Stanza dello Spirito e del Tempo. In quasi tutta la raccolta non ci sarà il pairing (Gohan ha undici anni), comparirà forse alla fine.
***
Gohan si ritrovò nuovamente a terra, il naso sanguinante e il fiato mozzo.
Strinse i denti, cercando di far leva sulle braccia doloranti per potersi rialzare, ma ricadde a terra con un tonfo.
Ansimò, serrando gli occhi come se avesse potuto guadagnare qualche minuto in più di riposo con quel gesto, eludere le ore che sembravano non passare mai, mentre sentiva i suoi passi sul terreno e avvertiva il suo odore sempre più vicino.
« Allora? Tutto qui, moccioso? Sai benissimo che non possa perdere tempo con te, vedi d’impegnarti seriamente. »
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gohan, Vegeta
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolo autrice
Eccomi qui, meglio tardi che mai ^^” A parte la scuola, questa one-shot è molto più lunga rispetto agli standard, quindi scusate se ho impiegato un po’ di più a scriverla ^^ Allora, si tratta di un minestrone dello scontro tra Vegeta e Semi-Perfect-Cell e il Cell Game, all’interno del quale ho saltato delle parti che rimangono uguali all’anime, concentrandomi solo su Vegeta e Gohan (già sono uscite circa tremila parole così, non volevo dilungarmi più del dovuto xD). C’è però qualche intervento di Junior vagante, scusate ma non ho resistito ^^” Niente, scritto più lungo del solito, dunque più alta probabilità di errori, anche perché ultimamente sono fusa, quindi non esitate a farmi notare eventuali strafalcioni o a dirmi se i personaggi vi paressero OOC ^^ Grazie mille a ka93 e virginbell per le recensioni :D Buona lettura ( - 1 capitoli alla fine DDDD: )
 
 
Disclaimer » Dragon Ball © Akira Toriyama.
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29. Guerra
 
« Stanno arrivando. » annunciò Junior, uditi i passi dei due Saiyan e, soprattutto, avvertite le loro aure. Erano entrambe aumentate talmente tanto che stentava a riconoscerle; soprattutto quella di Gohan lo lasciava perplesso, tanto era vicina a quella del principe.
Anche nell’aspetto, il figlio di Goku era cambiato molto: i capelli erano stati tagliati, il corpo si era fatto molto più muscoloso e il viso aveva assunto un’aria un po’ più matura, nonostante i tratti fanciulleschi.
Il Namecciano analizzò accuratamente il bambino con lo sguardo, alla ricerca di qualche ferita particolarmente grave o qualche segno che gli facesse capire come Vegeta lo avesse trattato, ma non trovò nulla più che qualche livido e tagli nella tuta.
« Ehi, Junior! Crilin! Yamcha! Thensing! Popo! Come state? » salutò allegramente Gohan, sorridendo.
« Accidenti, quanto sei cresciuto! » borbottò il Namecciano, stupito.
« Gohan! Basta perdere tempo, è il tuo pianeta quello in pericolo, pensavo volessi eliminare Cell al più presto. » intervenne Vegeta, in tono rude, cercando già l’aura del nemico.
« Sì, hai ragione, scusa. » rispose il bambino, senza perdere il sorriso. « Combattiamo insieme? »
Il principe gli lanciò un’occhiata storta.
« Non credo proprio, non ho bisogno del tuo aiuto. Tu starai in disparte insieme a questi altri buoni a nulla. »
Con quelle parole, Vegeta si guadagnò delle occhiate rabbiose alle quali non fece nemmeno caso, mentre Gohan annuì. Non gli dispiaceva non combattere, in fondo se il principe voleva fare da solo evidentemente non aveva bisogno di aiuto. Al limite sarebbe intervenuto a battaglia già iniziata.
« Ma chi si crede di essere? » borbottò Crilin, non appena il principe ebbe spiccato il volo.
Nessuno rispose a quella domanda retorica e tutti si affrettarono a seguirlo.
 
 
* * *
 

Nessuno sapeva cosa aspettarsi, da quello scontro, tantomeno Cell.
Con sicurezza e arroganza, Vegeta si era presentato davanti al suo avversario, annunciando la propria imminente vittoria. C18, nascosta insieme a C16, stupita si chiedeva come quel Saiyan potesse credere di essere in grado di battere Cell quando neppure per lei aveva rappresentato una sfida.
Gli unici a non provare scetticismo nei confronti della forza di Vegeta erano il principe stesso e Gohan, che con aria seria era pronto ad assistere allo scontro.
Chi lo conosceva bene poteva individuare una punta di preoccupazione e paura nel suo sguardo, ma la fiducia era decisamente più abbondante.
Junior arricciò le labbra con scetticismo, per poi rivolgere lo sguardo a Vegeta, in procinto di superare il limite del Super Saiyan.
 
 
* * *
 
 
Non vi era dubbio su chi fosse il più forte tra i due: Vegeta stava evidentemente giocando con il suo avversario, divertendosi a vederlo lottare per cercare una vittoria fuori dalla sua portata.
Gohan sorrideva, la preoccupazione ormai assente nel suo sguardo così come la paura, perché il principe avrebbe salvato tutti quanti senza che lui dovesse vivere ancora una volta il terrore della battaglia.
Quando però Cell lo convinse ad attendere di affrontare l’Essere Perfetto, anziché limitarsi a provare la sua supremazia su quella forma più debole, il bambino sentì un brivido gelido lungo la schiena, mentre i suoi amici imprecavano a mezza voce.
Urlò a Vegeta di non farlo, gli altri guerrieri tentarono di fermarlo venendo però spazzati via senza troppo sforzo, e infine Gohan stesso si ritrovò a confrontarsi con il principe.
« Vegeta, non farlo, cosa succederebbe se poi diventasse più forte di te? » tentò di farlo ragionare, sbarrandogli la via a braccia spalancate.
Il principe ghignò.
« Andiamo, Gohan, il tuo sangue Saiyan non freme dalla curiosità di scoprire di cosa sia capace il nostro avversario? »
« Ci sono milioni di vite in gioco! » sbottò il bambino, con disperazione, pensando a quanto la battaglia, quella maledetta attività intrinseca nel sangue Saiyan, lo allontanasse della persona che aveva imparato a conoscere durante il loro anno di convivenza.
« Non vedo perché dovrebbe importarmi. »
« Vegeta– »
Ma in quel momento vennero tutti accecati dall’attacco di Cell, che riuscì nel proprio scopo.
 

* * *
 

« Levati dai piedi. » lo aveva liquidato Vegeta, un ghigno storto sul volto e la bramosia di battaglia evidente nello sguardo.
Gohan si era dunque trovato nuovamente ad assistere allo scontro, insieme a tutti gli altri.
La sicurezza sul volto di Vegeta era immutata, ma sin dai primi colpi del Saiyan, parati senza alcuna difficoltà, la situazione parve essersi invertita e una nuova inquietudine s’impadronì di Gohan.
Osservò a labbra strette i fallimentari tentativi del principe di scalfire la macchina da guerra contro la quale si stava battendo, sentendo i muscoli irrigidirsi sempre di più a ogni parata di Cell.
Osservò i colpi energetici fallire egualmente, mentre la sicurezza sul volto di Vegeta s’incrinava un poco, sostituita da una forte rabbia.
Gohan mosse un involontario passo avanti, nell’accorgersi che i successivi attacchi fossero guidati dalla furia, che il Principe dei Saiyan non stesse più ragionando prima di colpire.
Come in passato era accaduto durante lo scontro con Freezer, la mano di Junior si serrò attorno alla sua spalla.
« No. Non ti ringrazierebbe per questo. » lo ammonì il Namecciano.
Gohan deglutì, annuendo, sebbene avesse il sospetto che egli volesse solo evitargli di correre rischi. Se la situazione fosse peggiorata sarebbe sempre potuto intervenire, pensò quindi il bambino, mentre le ginocchia tremavano leggermente al pensiero di doversi misurare con quel nemico.
Fu quando vide la rabbia sul volto di Vegeta tramutarsi in orrore nello scoprire che anche mettendo tutta la sua forza in un calcio non fosse in grado di scalfire il suo avversario, che Gohan si trasformò involontariamente in Super Saiyan, il corpo tremante di preoccupazione, per poi essere afferrato più saldamente da Junior per un braccio.
« Lasciami! » si divincolò.
« Sai che non accetterebbe mai di essere salvato da nessuno di noi. » ringhiò il Namecciano.
Vegeta venne colpito da un calcio al petto, il primo attacco dell’Essere Perfetto, venendo spedito a frantumare diverse rocce prima che riuscisse a fermarsi a mezz’aria con una smorfia di dolore.
Gohan sentì la saliva venire meno, la bocca semiaperta e i pugni stretti mentre pregava che succedesse qualcosa, qualsiasi cosa, che potesse ribaltare la situazione ancora una volta.
Cell osservò con aria divertita mentre il principe, a seguito di quel semplice calcio, gemendo di dolore tentava di mantenersi sospeso in aria, fallendo e precipitando in acqua.
Gohan ricordava di aver già visto una scena simile, su Namecc, e poiché allora Vegeta era risbucato all’improvviso per sfruttare l’effetto sorpresa contro il suo avversario, il bambino tentò di convincersi che fosse così anche quella volta, e attese. Nonostante l’opera di autoconvincimento, però, trattenne il fiato finché non lo vide riemergere, respirando affannosamente.
Mentre il principe tentava di tornare a respirare normalmente, accasciato al suolo con il volto nascosto, Gohan sentiva gli occhi bruciare e la gola ostruita come se la saliva fosse divenuta solida.
Non aveva orecchie per ascoltare le prese in giro di Cell, così come a quanto pareva Vegeta, a gattoni sulla riva, non aveva la forza necessaria a replicare. Tuttavia, quando si rimise in piedi, le ginocchia malferme e i pugni stretti, l’espressione del principe non era più colma di orrore, bensì nuovamente deformata dalla furia.
Gohan lo vide alzarsi in volo, la bocca aperta per prendere quanto più fiato possibile, e caricare un colpo che gli aveva visto provare solo una volta, quando si era svegliato a notte fonda e lo aveva trovato intento ad allenarsi ancora. Non gli aveva fatto notare la propria presenza, per paura di deconcentrarlo, e lo aveva solo osservato da lontano.
Il bambino sentì Yamcha sbottare: « Ma è impazzito?! Distruggerà tutto il pianeta! »
Gohan però non si preoccupava, fiducioso, limitandosi a sperare che quel colpo fosse decisivo per la battaglia.
Non andò come da lui sperato: dopo la scoperta da parte degli altri guerrieri che Vegeta avesse mirato a una zona ristretta per contenere i danni che il Lampo Finale avrebbe causato, l’illusione che tutto si fosse risolto per il meglio durò il tempo necessario affinché Cell, dolorante e privo di un braccio, si rigenerasse.
L’orrore che si dipinse nuovamente sul volto di Vegeta si riflesse su quello di Gohan, il cui braccio era ancora stretto tra le dita di Junior, che quasi per riflesso incondizionato lo aveva trascinato in aria durante il Lampo Finale.
Il principe tentò qualche attacco energetico, che alzò tanta polvere ma non provocò alcun danno, e Cell lo colpì al volto.
Quando Vegeta urtò il suolo, Gohan sentì gli occhi tornare a bruciare più intensamente di prima.
Il principe si rialzò in piedi, portandosi una mano al volto dolorante, solo per essere colpito con calcio che lo scagliò in cielo – Gohan batté le palpebre e le guance si rigarono di lacrime.
Trascorsero pochi istanti prima che Cell si spostasse alle spalle di Vegeta, colpendolo alla schiena con forza mentre questi emetteva un roco urlo di dolore, schiantandosi al suolo dopo qualche secondo di caduta libera.
Gohan emise un gemito strozzato, tremando di orrore.
Adesso si rialza. Pensava, disperatamente. Adesso si rialza.
Aveva paura, una parte di lui avrebbe voluto dar retta a Junior e rimanere fuori da quella battaglia, ma quando vide i capelli del Saiyan tornare neri e il suo corpo giacere immobile a terra, gli tornò in mente il volto pallido, esangue, di suo padre e l’idea di dover provare nuovamente un dolore simile a quello scacciò ogni titubanza, tramutando in rabbia tutto ciò che si agitava nel suo animo.
Gli occhi smeraldini si spalancarono tra le lacrime, il corpo fu attraversato da una stilettata di adrenalina, mentre per qualche istante perse la concezione di ciò che lo circondava, tanto da non accorgersi di aver allontanato Junior con uno scatto del braccio.
Il nome di Vegeta uscì dalla bocca in un gemito strozzato, mentre Cell tendeva il palmo per dargli il colpo di grazia.
Ma non lo avrebbe mai fatto, perché Gohan risentì la stessa sensazione di libertà e potere provata quando si era trasformato in Super Saiyan per la prima volta.
Urlò, liberando la propria forza mista a rabbia, mentre i suoi amici venivano sbalzati via di qualche metro e il terreno si spaccava sotto i suoi piedi.
Un urlo animalesco uscì dalle sue labbra mentre la sua aura aumentava vertiginosamente, i suoi capelli si alzavano verso l’alto e i suoi occhi emanavano lampi di furia.
« G-Gohan…? » sussurrò Junior, sconvolto a quella vista.
Il bambino non lo ascoltò, andandosi a posizionare a pochi metri di distanza da Cell.
« Adesso farai i conti con me. E ti assicuro che pagherai per tutto il male che hai fatto. » sibilò. Nei suoi occhi vi era una rabbia gelida, testimone della sua natura Saiyan. Era irriconoscibile.
Cell strabuzzò leggermente gli occhi, digrignando i denti con rabbia. Chi si credeva di essere, quel bamboccio? Credeva di avere i mezzi per sconfiggere l’Essere Perfetto?  
Il bambino, circondato da un’enorme aura dorata, mosse i primi passi verso il suo avversario, mettendosi in posizione di combattimento.
« Io sono pronto, Cell. » annunciò.
 
Da lontano, tutti i presenti osservavano i due guerrieri scambiarsi i primi colpi, evitati da ambo le parti. Erano increduli di fronte alla trasformazione di Gohan, che sembrava aver sostituito la propria mite personalità con quella di un guerriero spietato e sicuro di sé.
« W-wow… G-Gohan è… Incredibile… » borbottò Crilin, sconvolto.
Il bambino si alzò in volo e si allontanò di diversi metri dal punto in cui si trovavano prima, invitando implicitamente Cell a seguirlo. Junior, che lo conosceva meglio di chiunque altro, capì subito.
« Vado a recuperare Vegeta. » annunciò.
« Eh? » fece Crilin, confuso.
« Se Vegeta rimane lì, Gohan continuerà in parte a trattenersi. Si vede benissimo che è superiore a Cell, ma se non lo mettiamo in salvo continuerà a preoccuparsi di non danneggiare Vegeta in alcun modo. » spiegò il Namecciano « Abbiamo dei Fagioli di Balzar? »
Crilin controllò e annuì.
« Bene. » disse Junior, per poi spiccare il volo e dirigersi a tutta velocità verso il punto in cui Vegeta giaceva ancora incosciente.
Non appena si ritrovò accanto al Saiyan, alzò lo sguardo al cielo e, notando che Gohan lo avesse visto, gli sorrise leggermente.
Ora fagli vedere chi sei, Gohan. Pensò, sollevando Vegeta e mettendoselo in spalla per poi tornare dagli altri.
Junior adagiò il principe a terra e Crilin gli passò un fagiolo magico, che il Namecciano provvide subito a far mangiare al Saiyan.
Vegeta emise qualche gemito di dolore, poi aprì gli occhi di scatto, mettendosi a sedere con aria confusa.
« Stai meglio, Vegeta? » domandò Crilin, ma venne ignorato poiché lo sguardo del principe saettò sul campo di battaglia.
« Gohan…? » mormorò il Saiyan, stupito nonostante fosse a conoscenza dell’immenso potere di quel moccioso. Una stilettata d’invidia lo colpì, ma dopo qualche istante venne sostituita da una sorta di orgoglio e un ghigno si formò sul volto: avevano la vittoria in pugno.
 

* * *

 
Gohan stava avendo decisamente la meglio su Cell, la sua superiorità era evidente, ma Vegeta era irrequieto: nello sguardo del bambino, aveva riconosciuto qualcosa che prima era solo sepolto sul fondo e invece ora lo dominava totalmente, ovvero la furia Saiyan, la sete di sangue nemico. I gesti di Gohan, la brutalità con cui attaccava, non facevano che confermare i suoi sospetti: quella nuova trasformazione aveva risvegliato il suo istinto guerriero a lungo sovrastato dalla sua natura pacifica e lasciato libero solo in alcune occasioni.
Il bambino stava giocando al gatto con il topo, proprio come il principe aveva fatto prima, ed egli riconosceva che non fosse una cosa saggia: nonostante personalmente apprezzasse quel lato del moccioso, commettere lo stesso errore una seconda volta poteva rivelarsi catastrofico.
Gohan voleva far soffrire Cell, prolungare la sua agonia il più a lungo possibile, e ciò significava che gli avrebbe dato il tempo di tirare fuori qualche asso nella manica. Non potevano permetterselo.
Perciò, quando Vegeta vide Cell indebolito e non ancora rigeneratosi dopo l’attacco subito, che lo aveva ridotto a un busto con una testa e un braccio, subito sbottò in direzione del bambino: « Gohan! Eliminalo subito, hai capito? »
Come aveva intuito, però, egli non era intenzionato a farla finita tanto presto.
« E perché mai, Vegeta? » ghignò infatti il Super Saiyan di secondo livello. « Non posso divertirmi ancora un po’? »
Ignorando le esclamazioni di orrore e sorpresa dei guerrieri alle sue spalle, il principe replicò: « No! Kakaroth sarebbe molto deluso da te se mettessi a rischio la sorte di questo stupido sasso per tuo divertimento personale. »
Vegeta lo conosceva bene ormai.
Infatti, bastarono quelle parole perché gli occhi di Gohan si spalancassero, illuminati da un barlume di lucidità mentre la sua mente riproponeva l’immagine del corpo senza vita di Goku e immaginava il suo volto contratto in una smorfia di delusione, bastarono quelle poche parole perché annuisse leggermente e caricasse il colpo più potente che riuscì, disintegrando il mostro e salvando il pianeta.
 

* * *
 

« Sei stato bravissimo, Gohan! »
Al Palazzo del Supremo si respirava aria di festa: tutti – tranne Vegeta, ovviamente, che se ne stava in disparte – si complimentavano con il bambino, che rispondeva con sorrisi imbarazzati e affettuosi al tempo stesso.
Spero di averti reso orgoglioso, papà. Pensò, mentre i suoi amici usavano le Sfere per resuscitare le vittime di Cell e, su richiesta di Crilin, rendere umani C17 e C18.
« Gohan! Moccioso! Vieni qua. »
Gohan si voltò, riconoscendo la voce del principe e individuandolo appoggiato a una colonna, separato dal gruppo come suo solito.
« Sì? » domandò, con un sorriso speranzoso. Sapeva che sperare in qualche complimento plateale fosse troppo, ma almeno un “bel lavoro” avrebbe potuto concederglielo, d’altronde durante il loro allenamento il Saiyan si era fatto sfuggire qualche frase del genere.
« Tu continuerai ad allenarti con me. » ordinò tuttavia Vegeta, spingendo Gohan a inarcare leggermente le sopracciglia.
« Perché? » domandò questi, confuso. « Siamo in pace, non ce n’è bisogno. »
Il principe sbuffò sonoramente.     
« Non hai ancora imparato? » disse « La pace non dura da nessuna parte e questo pianeta sembra particolarmente soggetto ad attacchi, per un motivo o per l’altro. Inoltre, quello che oggi ti ha spinto a voler far soffrire Cell fino a fargli implorare il tuo perdono, si chiama istinto Saiyan, perché, che ti piaccia o no, non sei solo un Terrestre. Se non ti allenassi mai più, prima o poi scoppieresti facendo qualche disastro. Ed io non ho voglia di scontrarmi con te per evitare che tu distrugga questo stupido sasso. »
« Aspetta un momento… » realizzò Gohan, mentre un sorriso sempre più luminoso si allargava sul suo volto. « Questo significa che resti qui? Non te ne vai? »
Vegeta borbottò qualche frase sconnessa, arrossendo impercettibilmente, poi sbottò: « Non fraintendere, odio questo stupido posto, odio i suoi stupidi abitanti e mal sopporto pure te, però sei un Saiyan, un mio suddito, quindi sei sotto la mia responsabilità. »
Gohan alzò gli occhi al cielo, stupendosi ogni giorno di più della grande fantasia del principe quando si trattava di inventare scuse, poi disse: « Per me va bene, però con mamma come si fa? Non penso sarà contenta di sapere che mi alleni con te. »
Un luccichio sinistro illuminò gli occhi del principe.
« Le parlo io. »
Il bambino impallidì, mettendo letteralmente le mani avanti: « Nono, non ti disturbare, le spiego io, tranquillo. »
Vegeta si strinse nelle spalle e quando il mezzosangue, capendo che la conversazione fosse finita gli voltò le spalle con un saluto, il Saiyan lo richiamò: « Gohan! – Il bambino si voltò – Ottimo lavoro. »
Gohan gli sorrise con calore, sentendo l’impulso di abbracciarlo, ma si trattenne, sapendo che il principe non amasse certe dimostrazioni d’affetto, tanto meno in pubblico.
« Ci vediamo, quindi? » chiese.
« Purtroppo. » sbuffò Vegeta, ma nel suo sguardo il bambino poté facilmente individuare quell’affetto che il Saiyan non avrebbe mai dichiarato di provare.
 
Da lontano, Junior aveva seguito tutta la conversazione e, con gli occhi stretti di sospetto e, forse, un pizzico di gelosia, si domandava che accidenti fosse successo all’interno della Stanza dello Spirito e del Tempo.
 

 

  
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